Pianificazione e azzardo: Moltke e le origini della Grande Guerra

Dal 1908 Ludendorff entrò a far parte dei collaboratori di Moltke e iniziò tra i due una profonda collaborazione. Moltke beneficerà moltissimo della forza morale e del sostegno di Ludendorff. In quel periodo cominciava a venire esclusa la possibilità di invadere l’Olanda con l’ala destra al fine di aggirare le forze francesi. Moltke ritenne che il passaggio in terra Olandese non fosse necessario ed anzi avesse numerosi svantaggi impliciti. La resistenza olandese poteva ritardare l’avanzata delle forze tedesche, ma soprattutto la mossa avrebbe comportato svantaggi sul piano economico, privando la Germania dell’unico paese neutrale confinante tramite il quale, si sperava, avrebbe potuto svolgersi un movimento commerciale fuori dal blocco inglese. L’alterazione del Piano Schlieffen non avveniva, pertanto, sulla base di considerazioni morali, ma solo per i vantaggi sperati. Questo significa che Moltke non condivideva la dogmatica opinione del suo predecessore che la guerra sarebbe stata breve e, pur lavorando proprio con l’obiettivo di una campagna rapidissima, temeva che le cose sarebbero potute andare ben diversamente dalle attese. Teneva dunque in qualche conto la possibilità di una lunga guerra e, almeno sul piano dei principi, cercava di predisporre qualche mossa in tal senso: da qui la valorizzazione a scopi commerciali dell’Olanda. In realtà la segretezza, che impediva adeguate comunicazioni con i diplomatici, e la decisione inglese di procedere ad un blocco totale senza guardare in faccia nessuno, vanificarono questa decisione. Tuttavia essa ebbe importantissimi riflessi sul piano militare e, vedremo, politico. Rinunciando all’Olanda, infatti, lo spazio per la manovra dell’ala destra sarebbe stato davvero poco, ulteriormente ristretto dalla fortezza di Liegi. L’esistenza di questa fortezza, da sola, impediva l’intera serie di movimenti previsti. Volendo continuare il Piano, pertanto, diventava giocoforza trovare il modo di eliminarla sin da subito: la condizione per poter sviluppare la manovra della prima armata era che la fortezza di Liegi cadesse subito all’inizio del conflitto, mediante un colpo di mano da svilupparsi o nelle prime ore della guerra o addirittura, meglio, prima che le ostilità fossero aperte ufficialmente.

Il colpo di mano su Liegi diveniva così, dopo la rinuncia all’Olanda, la chiave decisiva del Piano e anche un segreto ignoto persino ai politici e allo stesso Kaiser. La segretezza era necessaria per impedire che i belgi potessero prendere delle contromisure adatte, ma aveva come corollario che la Germania non poteva sviluppare la diplomazia necessaria per favorire (se non la neutralità) almeno l’acquiescenza belga. Sul piano militare, inoltre, la strettoia complicava enormemente i problemi logistici e Moltke dovette lavorare moltissimo per superarli.

E’ singolare che molti tra coloro i quali aiutarono Moltke a realizzare questa trasformazione del Piano siano poi divenuti tra i suoi più feroci critici, accusandolo proprio di aver “diluito” il Piano Schlieffen.

Un altra scelta di Moltke fu la definitiva cancellazione del piano alternativo, che prevedeva una mobilitazione diretta principalmente verso la Russia, cui lo Stato Maggiore Tedesco aveva continuato a lavorare sino al 1913. Al di là del carattere improbabile delle premesse (che la Francia restasse esclusa da una guerra che coinvolgesse Russia e Germania) questo piano “est” forniva almeno un’alternativa pensabile. Moltke lo abbandonò, verosimilmente, perché non era prevedibile una costellazione politica che consentisse di metterlo in pratica; ma nell’incertezza dell’estate del ’14, alla fine di luglio, quando contro ogni aspettativa la Francia appariva tentata dalla neutralità, sarebbe stato utile disporre di una alternativa. Forse la cancellazione derivava proprio dalla percezione della sua improbabilità tecnica; forse era dovuta al desiderio di ridurre il superlavoro all’interno dello Stato Maggiore; ma è anche possibile che la scelta derivasse dal timore che i politici potessero alla fine interferire con i piani militari, utilizzando il piano “est” come base di scelta per un conflitto limitato. La strategia militare tedesca veniva così ridotta ad un’unica opzione, basata sul principio della guerra breve, e questo nonostante i dubbi dello stesso Moltke sull’eventuale brevità della guerra!

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