Pianificazione e azzardo: Moltke e le origini della Grande Guerra

Moltke rassicurava l’Austria, e Conrad, con la promessa del sostengo tedesco, tuttavia egli sapeva che, a differenza di quanto si aspettava Conrad, la Germania avrebbe schierato ad est solo forze deboli. Qualora l’Austria fosse stata a conoscenza di questo dettaglio (o almeno: avesse avuto la certezza di ciò), avrebbe potuto decidere di non muovere offensivamente verso la Russia (come nei desideri di Moltke) e, mantenendo un atteggiamento difensivo nei Carpazi, mettere in pericolo la strategia tedesca a est. In realtà Moltke non fu mai sincero con Conrad (almeno quanto Conrad fu insincero con lui) e pur promettendo assistenza evitò sempre di prendere impegni.

Sino al 1910 Moltke chiese ai politici di valutare la possibilità di una neutralità francese per poter spostare tutte le truppe ad est. Una possibilità che dopo il 1911 non considerò più: le assicurazioni francesi non potevano esser credute e, come abbiamo visto, il piano “est” fu cancellato nel 1913. E’ possibile che questa richiesta ai politici di ricercare le vie per una pacificazione con la Francia fosse solo parte del piano per rassicurare Conrad sulle intenzioni tedesche. E’ interessante notare che dopo il 1909 le relazioni russo-tedesche migliorarono sensibilmente e non a caso la Russia rimase tiepida con la Francia durante la Seconda Crisi Marocchina, lasciando persino pensare a qualche militare tedesco che la Russia avrebbe potuto tenere una posizione neutrale in caso di guerra con la Francia.

La Crisi manifestò per la prima volta in modo esplicito la possibilità di un confronto con l’Inghilterra: Moltke apprezzava l’esercito inglese, che riteneva uno dei migliori qualitativamente, tuttavia riteneva anche che il suo peso sarebbe stato trascurabile. Una considerazione certo tecnica ma, forse, anche politica: considerare la forza inglese come rilevante urtava contro le premesse del Piano e avrebbe indotto a riconsiderarlo. Pessimismo, invece, manifestò Moltke anche verso la possibilità di una vittoria navale tedesca (ma nel 1909 anche Tirpiz pensava che la Germania non fosse pronta) ed era a favore di un accordo navale con la Gran Bretagna che, oltre a allentare la tensione con questo paese, avrebbe anche ridotto le spese navali tedesche a favore di quelle dell’esercito.

Come abbiamo visto Moltke era convinto della necessità dell’appoggio dell’opinione pubblica per una guerra contro l’Intesa, tuttavia era anche convinto che, qualora l’occasione fosse stata estremamente favorevole, come appunto nel caso del 1909, si sarebbe potuto  anche iniziare una guerra senza il suo supporto. Il 1909 insegnò che un evento balcanico poteva esser ritenuto l’occasione più favorevole per innescare il conflitto: quando la crisi evolse in senso pacifico i militari tedeschi lamentarono che si fosse persa un’occasione favorevole.

Più volte si è sostenuto che le responsabilità di Moltke nella fase decisionale che ha portato alla scelta della guerra nel 1914 siano state minime: si sostiene (a ragione) che non giocò un ruolo decisivo nello sviluppo della dottrina tedesca; analogamente la sua capacità di comando sulle truppe e quella di impartire le linee strategiche sul terreno furono modeste. La sua importanza militare, anche senza tener conto di quello che sarebbe il suo principale errore, sarebbe dunque stata limitata. Si tratta di tesi che hanno la loro validità ma che non centrano il problema. La responsabilità di Moltke va cercata, infatti, nella sfera politica, ove ebbe un potere di gran lunga superiore a quello di Schlieffen e, grazie anche alla sua amicizia con il Kaiser, una grande possibilità di condizionamento. Svalutare il ruolo del Capo dello Stato Maggiore non tiene conto della grande influenza che Moltke esercitò direttamente in quel momento e nei precedenti e, soprattutto, del fatto che il processo decisionale del 1914 fu condizionato da precedenti scelte di Moltke. La sua responsabilità, pertanto, è decisiva e non può esser sottovalutata. Una responsabilità che deriva prevalentemente su questi elementi: la cancellazione del piano “est”; la decisione di non invadere l’Olanda, con il corollario del colpo di mano su Liegi; l’assicurazione all’Austria che la Germania la avrebbe sostenuta in ogni caso. Tutte scelte che ebbero una fortissima rilevanza politica.

Pages: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32