Pianificazione e azzardo: Moltke e le origini della Grande Guerra

Un altro discorso va fatto, invece, per il fronte orientale. Questo fronte era largamente sottovalutato dai generali tedeschi, compresi quelli che comandavano le forze schierate in loco, che lo consideravano secondario rispetto al fronte occidentale, quello dove si sarebbe ottenuta la vittoria. A est Moltke schierò truppe esigue, se confrontate con quelle potenziali russe, ma molto maggiori del velo previsto a suo tempo da Schlieffen. Queste truppe avevano un compito strategicamente difensivo, ma questo escludeva che dovessero tenere un atteggiamento passivo. A differenza di Schlieffen, Moltke non era disposto a cedere terreno nella Prussia orientale e aveva chiesto l’offensiva tattica come strumento per disorientare i russi in caso di avanzata di questi, o come mezzo per distrarre forze nel caso questi avessero scelto di avanzare contro la sola Austria. La direttiva di Moltke era di evitare ritirate rilevanti a qualsiasi costo, permettendo solo ritirate tattiche. La distanza tra Coblenza e la Prussia orientale, tuttavia, impediva a Moltke di intervenire con direttive tempestive sulle operazioni dell’8 armata di Prittwitz e la dichiarazione di questo generale che occorreva ritirarsi oltre la Vistola cedendo l’Intera Prussia orientale lo preoccupò fortemente. Pur cambiando comandante (con Hindemburg e Ludendorff che sostituirono lo scoraggiato Prittwitz), Moltke non poteva esser certo della situazione e dovette considerare la necessità di distrarre truppe dal fronte occidentale per inviarle, via treno, in Prussia orientale. Chiaramente, avendo scelto di non cedere terreno ad est Moltke non poteva ora, dopo aver stanziato una intera armata, cambiare idea: d’altra parte indebolire lo sforzo a occidente sembrava un grosso rischio. Dopo aver considerato la necessità di inviare ben altri 8 corpi d’armata, decise di inviarne due, distraendoli dai compiti connessi con l’avanzata in Francia, nonostante Ludendorff lo avesse avvertito che in ogni caso sarebbero giunti troppo tardi per essere utili. E’ possibile che Moltke non condividesse l’ottimismo di Ludendorff circa lo svolgimento della campagna ad est. D’altra parte nessuno poteva prevedere l’ampiezza delle vittorie che i tedeschi conseguirono in Prussia orientale e una qualche prudenza, a fronte delle notizie iniziali, non era fuori luogo. Questa decisione sarà in seguito fortemente criticata e, come sappiamo oggi, questi due corpi fecero pesantemente sentire la loro mancanza in occidente. Ma se, come era nelle attese, l’8 armata dislocata ad est fosse riuscita al massimo a fermare momentaneamente l’avanzata russa, dei rinforzi sarebbero stati necessari. Del resto occorre considerare che la dottrina prevedeva, una volta liquidata la Francia, di spedire rapidamente più truppe possibili ad est e il 26-27 agosto la Francia sembrava sul punto di crollare.

Certo, la valutazione della disfatta francese era decisamente prematura. Ma occorre considerare che Moltke doveva basarsi sui rapporti dei comandanti delle sue armate, che erano tutti decisamente  ottimisti. Solo alla fine del mese Moltke venne a conoscenza della verità e, consapevole della stanchezza delle sue forze, mise in guardia contro la faciloneria di molti suoi comandanti: la Francia era tutt’altro che battuta. I due corpi inviati ad est avrebbero certo reso più facile e rapida la completa occupazione del Belgio, in qualche modo liberando altre forze e accelerando la marcia. E’ discutibile però se la loro presenza nella Battaglia della Marna, per come si configurarono le cose, sarebbe stata decisiva.

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