Uncommon Valor: Campaign for the South Pacific

Per fare un esempio vediamo l’organizzazione dell’assalto giapponese a Port Moresby, che dovrebbe avvenire presumibilmente tra il giugno e l’agosto del ’42.
Prima di tutto dobbiamo ammassare a Rabaul tutte le truppe da impegnare. Poichè i rinforzi arrivano sempre a Truk dovremmo, per il primo paio di mesi, trasportarli nella base da cui partire per l’assalto, Rabaul appunto.

Dobbiamo quindi assicurarci di avere un numero sufficiente di mezzi da trasporto e di cacciamine per le operazioni di sbarco.
Fatto questo cominceremo ad ‘ammorbidire’ le difese avversarie ordinando ripetuti bombardamenti navali (prevalentemente con le corazzate) ed aerei, con stormi da almeno 60-90 bombardieri e relativa scorta caccia.
Dopo una settima l’aeroporto nemico dovrebbe essere fuori uso e i rifornimenti dovrebbero cominciare a scarseggiare.
A questo punto carichiamo le nostre truppe sui mezzi da sbarco e formiamo un’imponente armada diretta alla volta della base nemica.
La flotta di invasione dovrà contenere a) più TF da trasporto, sia truppe che rifornimenti, b) almeno una TF di scorta con incrociatori pesanti, leggeri e cacciatorpediniere, c) una TF per il bombardamento di supporto durante lo sbarco, principalmente corazzate ed incrociatori pesanti e d) una o più TF aeronavali in cui metterete tutte le portaerei come scorta al gruppone.

Coordinare i movimenti di 40-60 navi non è facilissimo, così come coordinarne la copertura aerea, ma con un po’ di pratica ci si arriva.
I giorni di viaggio sono i peggiori, la suspance cresce a livelli altissimi e macinate turni su turni per vedere se lo sbarco avrà successo.
Se lo sbarco ha successo, ovvero se non mi ributtano subito in mare con un contrattacco, se le mine non mi affondano qualche nave fondamentale e se i cannoni costieri non sono troppo precisi, inizia il combattimento per la conquista della base.
Qui entrano in gioco oltre ai bombardamenti navali, anche le azioni di supporto tattico dei bombardieri di ambo le parti, quindi la supremazia aerea è fondamentale. Soprattutto perché, se lo scontro si protrae, solo chi ha il controllo dei cieli riuscirà a far affluire truppe e rifornimenti e quindi, alla fine, a vincere lo scontro. Ci si potrebbe chiedere cosa fanno gli Alleati nel frattempo, oltre a farsi bombardare naturalmente.
Se il giocatore giapponese è bravo, c’è ben poco che gli Alleati possano fare, se non rischiare di farsi affondare le proprie portaerei. Nel ’42 i Wildcat F4F-4 non possono competere con gli Zero e neppure i P-39 e P-40 basati a terra hanno alcuna realistica chance.
Gli Alleati devono aspettare almeno i Lightning P-38 e gli Hellcat F6F per potersi confrontare con successo. Conviene quindi operare azioni di disturbo nelle zone temporaneamente sguarnite di copertura aeronavale (visto che le portaerei sono impegnate nello sbarco).
Il gioco è estremamente vario e ci sono innumerevoli possibili strategie. La fortuna conta poco, ma ha un suo spazio. Certamente il giocatore più bravo solitamente vincerà, che giochi con gli Alleati o con i Giapponesi.

L’AI è eccellente, vi occorreranno parecchi mesi di gioco prima di potervi sentire tranquilli di batterla e a quel punto si può passare alla naturale evoluzione del PBEM (Play By E-Mail). Il gioco è quindi oltremodo longevo.
E’ stata appena rilascia la patch 2.4, la finale.
Le richieste hardware non sono elevate, sebbene non conosca i requirements ‘formali’ posso assicurare che gira tranquillamente su di un Pentium III, la scheda grafica non ha una grossa rilevanza essendo tutto in 2D.
Nel complesso UV è un bellissimo war game. Superato, nel suo genere, solo da War in the Pacific. Il livello di complessità è alto e la curva di apprendimento piuttosto ripida, quindi mi sento di consigliarlo caldamente agli appassionati, ma un po’ meno ai ‘nuovi arrivati’.
C’è da sottolineare un fastidioso bug nel gioco PBEM. Alcune volte il combat save viene visualizzato in modo errato dal giocatore alleato. Il problema è superabile leggendo il combat report, ma è comunque piuttosto fastidioso quando succede.
In ogni caso è un acquisto di cui non vi pentirete.

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