Raging Tiger: The Second Korean War

Il manuale è molto ben fatto e dettagliato, ma emerge subito il fatto che al giocatore è demandata una serie infinita di compiti. Nel capitolo 2 viene proposto un tutorial che decido di seguire per familiarizzare un po’ con tutti i differenti comandi. Finalmente capisco come si impostano i movimenti e con delusione noto che ogni percorso deve essere disegnato manualmente per ogni singolo plotone e compagnia. Continuo a seguire il tutorial e m’imbatto nell’inquietante frase:”Questo è il punto in cui potreste non essere capaci di seguire esattamente questo tutorial”. Effettivamente non riesco più a seguire il tutorial, pur ricominciando dall’inizio mi perdo sempre allo stesso punto e, purtroppo, non riesco a seguire la parte relativa al combattimento. Comunque continuando nello studio del manuale riesco a chiarire molti punti oscuri e ad apprendere alcune delle tecniche di base da seguire per sfruttare al meglio le proprie truppe.

Decido di ricominciare un nuovo scenario e di mettere in pratica quanto “studiato” sul manuale. Le cose vanno decisamente meglio, anche se la toolbar in alto non è sempre di facile comprensione e le icone non sono facilmente intelligibili, quindi un ricorso continuo al manuale cartaceo s’impone.

Una volta impostato il proprio piano strategico, si puo’ decidere di muovere le truppe o singolarmente, selezionandole ad una ad una, o le compagnie nella loro interezza, selezionando il plotone rappresentato con una bandierina su, che indica che in quel plotone c’è il comandante della compagnia. Quest’ultima funzione è un po’ meno utilizzabile per esempio nel caso in cui si decide di accerchiare il nemico; in questo caso la compagnia viene divisa in due gruppi e quindi i singoli movimenti od ordini vanno impartiti singolarmente ad ogni plotone.

Nel movimento delle truppe rientrano vari fattori, il più importante dei quali è il fattore “terreno”. Questo significa che su un terreno desertico o boscoso le truppe procederanno molto lentamente (secondo le info disponibili, avanzano intorno ai 3km orari) mentre su una strada o un’autostrada procederanno molto più spedite (intorno ai 15km orari), mentre, ancora, in altre zone le truppe troveranno ostacoli difficilmente sormontabili, come ad esempio strade particolarmente in pendenza. Tutto questo obbliga a ben pianificare la propria strategia di movimento ed a ben studiare la mappa, per individuare le zone che faciliteranno il compito ai “nostri uomini”.

Il fattore meteorologico non influisce molto sulle operazioni, l’unico dato che puo’ essere interessante è la presenza o meno di vento nel caso in cui decidiamo di “oscurare” al nemico le nostre truppe, spargendo del fumo che il vento potrebbe spazzare via; comunque la nostra “intelligence” ci fornisce dei dati sulle ore di luce e di buio (giorno e notte) e sulla direzione del vento.

Una volta intercettata una postazione nemica, cominciano le operazioni di fuoco. Decidiamo quali truppe far attaccare ed impartiamo loro l’ordine di sparare. L’operazione, pero’, non scatta se prima le nostre truppe non “avvistano” il nemico. Questo significa che ogni plotone ha una capacità di azione delimitata (che possiamo verificare cliccando sul plotone e selezionando, appunto, la voce inerente al suo raggio di azione) e che finché il nemico non entra nella visuale del nostro plotone questi non farà nulla. Ovviamente questo complica, ed anche di molto, la pianificazione di ogni operazione, perché ci obbliga a studiare bene i movimenti di ogni plotone affinché si trovino in condizioni di poter rispondere al fuoco nemico; ergo, il rischio è che i nostri scout individuino una postazione nemica, noi inviamo le truppe e queste rimangano ferme a farsi freddare una ad una.

Oltre alle postazioni “fisse” nemiche, possiamo anche incontrare delle truppe nemiche e qui va rilevata una certa “intelligenza” della AI che sfrutta bene i vantaggi dovuti al terreno ed alla mobilità delle proprie truppe, rendendo difficile innanzitutto la loro individuazione e, poi, la loro neutralizzazione. Questo significa che una volta che abbiamo individuato delle truppe nemiche in avvicinamento, dobbiamo ben studiare le differenti soluzioni che possiamo mettere in pratica. Ad esempio, quando uno scontro frontale non attuabile, potremo sempre sfruttare il fatto di spargere delle mine per delimitare il movimento del nemico e poi attaccare nel corridoio che abbiamo lasciato libero dalle mine. Insomma l’AI è ben programmata per metterci in difficoltà in ogni modo.

Altro particolare che va rilevato è che nel corso delle missioni bisogna prestare anche attenzione al fatto che potremmo imbatterci in civili in fuga o a truppe alleate (non controllabili da noi) sulle quali, ovviamente, non si deve far fuoco.

Per completare una missione, ovviamente, bisogna raggiungere tutti gli obbiettivi prefissati ma questo non significa che, ad esempio, dobbiamo far fuori tutte le truppe nemiche presenti nell’area, ma significa che dobbiamo impossessarci dei punti strategici e che dobbiamo garantire una certa “sicurezza” alla zona. Il nemico cercherà di riprendere il controllo dei punti strategici ed il nostro compito diventa allora di rintuzzare i suoi attacchi e quando la situazione sembra essere, finalmente, sotto controllo allora la missione sarà compiuta.

Raging Tiger è giocabile anche in multiplayer, si puo’ creare una nuova partita o raggiungere una partita esistente ed è, naturalmente, giocabile anche su una rete “domestica”.

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