Distant Worlds

(A)“Tutto, in matrix, è rigorosamente falso: sembrano oggetti o persone ma sono soltanto numeri …”
(B)“Eppure in matrix si muore veramente!”
(A) Certo.. perchè è tutto falso ma le emozioni che provi in matrix sono vere e se il tuo cervello pensa che tu stai morendo .. il tuo corpo morirà….”

Sintesi di un dialogo dal film“ Matrix”.

Introduzione
Perché scomodare uno dei film cult per scrivere la premessa a Distant Worlds (d’ora in avanti DW)?
DW si propone con grande spirito innovativo sul mercato dei videogames sopratutto per il concetto di “Galassia vivente” (Living Galaxy). Qualcosa di concettualmente simile alla “matrice”.
Per quanto possibile ad un personal computer del 21 secolo, il gioco tenta di calare il nostro gameplay all’interno di un universo credibile composto da molti micro eventi e da macro decisioni che evolvono nel tempo. Ovviamente decisioni ed eventi mutano le condizioni e le aspettative di vita degli abitanti della galassia.

Inoltre, potrete provare il senso di inutilità presente in matrix:  la sensazione, passeggera o persistente, che alla fine sia il computer a gestire la vostra partita lasciandovi solo il ruolo di comprimario a cui vengono delegate le decisioni più naives ed inutili.

Come nel film, le sensazioni che proverete saranno tutte “vere” e forti. E non tutte vi piaceranno.

Non fatevi ingannare dal voto molto elevato che leggete qui a fianco.
Non è un grande classico che per forza bisogna possedere o aver provato.

Se non sopportate un apprendimento dai tempi lunghi e curve molto ripide;
se odiate le interfacce complesse e (apparentemente) innaturali;
se vi spaventa l’idea che un file di salvataggio di una partita occupi, solo per iniziare, tra i 19 e i 25 mega di spazio in hard disk;
se amate la microgestione totale;
se amate la bella grafica di Galactic Civilization 2;
se, pensate di aver trovato finalmente un “harpoon” spaziale (real time tattico con elevato dettaglio);
se avete computer con meno di un giga di ram;

Allora, continuando a parafrasare il film Matrix, prendete la “pillola blu”: smettete d leggere la recensione e domattina vi sveglierete senza ricordarvi di DW.

Altrimenti prendete la “pillola rossa” ed entrate nella “living galaxy”:

Il contesto generale.
DW è un classico gioco “4X” (qui, nella recensione di armada 2526, trovate una descrizione dettagliata di cosa significa 4X) ma non è gestito a turni. Utilizza un sistema real time quasi sempre mantenuto a ritmi piuttosto lenti.

Il livello di complessità e di dettaglio è molto elevato: per questa ragione il gioco offre l’opportunità di settare a piacimento eventuali deleghe all’intelligenza artificiale.

Queste deleghe di governo all’intelligenza artificiale possono essere concesse e revocate in qualsiasi momento. Per esempio, potrete impostare un potente impero e, raggiunto un numero medio di colonie (70-100), potrete decidere di dedicarvi ad altro: ad esempio, preso il comando del vostro super incrociatore, potrete intraprendere la carriera di bounty killer (cacciatore di pirati spaziali) oppure, in pieno spirito trekkies (fans della serie “star trek”), dedicarvi all’avventura e all’esplorazione della galassia. Poi, stufo di cercare pirati o nuovi mondi, potrete tornare nella stanza dei bottoni della vostra nazione e scatenare una guerra galattica.

Combinare le vostre mire strategiche ad elementi di (seppur basico) gioco di ruolo è cosa difficile da realizzare e richiede scelte coraggiose e d innovative. Ad esempio, vista la poliedricità di utilizzo, DW ha l’opzione di giocare senza condizioni di vittoria prefissate (sand box mode).
Generalmente i giocatori dediti al “sand box mode” settano i tassi di crescita tecnologica a un valore molto basso al fine di garantire alla galassia il maggior periodo di vita possibile.
L’effetto ottenuto è quindi di diventare “cittadino di una galassia” in lentissima evoluzione. Farete ciò che più vi va senza avere obiettivi prefissati.

DW è giocato in una galassia composta da 200 a 1400 stelle. Ciascuna di esse rappresenta un sistema solare: un sottoinsieme di pianeti, lune, cinture di asteroidi. Ognuno di questi elementi è potenzialmente fonte di risorse. Con qualsiasi numero di stelle, il massimo di imperi esistenti è corrispondente al numero (20) di razze presenti nel gioco. I popoli sono ben dettagliati come caratteristiche e sono rappresentati da una grafica 2D semplice ma gradevole, Purtroppo le razze non sono editabili in modo parametrizzato, ma solo cambiando a piacimento i valori in un file di testo. In questo modo qualsiasi variazione può rovinosamente cambiare gli equilibri del gioco. L’opzione di manipolazione delle razze è quindi interessante per eventuali “modders” intenti a diversificare l’ambientazione ma del tutto inservibile per gli accaniti giocatori in cerca della “razza pefetta” che dominerà l’universo.
Tutto il resto della galassia, invece, una volta creata è interamente editabile “live”. Potrete modificare, aggiungere o togliere qualsiasi elemento senza neppure salvare il file della partita in corso.

Il gioco, purtroppo, non ha alcuna funzione di multiplayer.

Benvenuti nella “living galaxy”
I tempi di attesa di lancio del gioco sono titanici. Il motivo è molto semplice; un universo, in una fase primordiale (quindi con pochissime navi e colonie da gestire) durante il boot va ad occupare stabilmente circa 700 mega di ram.

Le 72 pagine di manuale sono insufficienti. Le parti più bibliografiche sono comunque presenti internamente al gioco. Consiglio: non leggetelo prima di giocare. Iniziate con i 2 tutorial: ben fatti ma rappresentano davvero “una goccia di saggezza nel mare dell’ignoranza”. Una volta terminati sarete ancora molto, molto lontani da aver capito interfaccia e spirito del gioco.

Finiti i tutorial, a mio parere, è meglio rimanere per un certo periodo nella partita del tutorial stesso e usarla come palestra per impratichirsi: leggete alcuni concetti base che sono espressi soltanto in Galactopedia (l’help che contiene i riferimenti bibliografici agli elementi del gioco). Qui troverete alcune nozioni  di carattere generale.
Inoltre cercate anche di imparare i meccanismi di interfaccia.

Quando vi sentirete pronti (si fa per dire…) per iniziare la vostra prima partita, sarete chiamati a scegliere tra alcuni “Format” preesistenti oppure creare la partita curandone ogni minimo dettaglio.

In entrambi i casi potrete sbizzarrirvi tra molte scelte estramente assortite.

Se amate la parte militare del gioco,  per esempio, potrete iniziare una partita con un numero di stelle basso, alta tecnologia iniziale, tutte le razze presenti, un numero molto elevato di colonie e di navi spaziali per ciascuna razza. Ben presto vedrete i “lampi della morte silenziosa”(*) illuminare copiosi i cieli della vostra galassia…

L’opposto di questo settaggio è ovviamente il “sand box mode” di cui abbiamo parlato precedentemente.

Ognuno dei parametri sopracitati è gestibile separatamente e quindi tra le opzioni possibili c’e’ anche la più classica delle partite 4X (si parte con una sola colonia e con livelli tecnologici bassi ma con livelli di crescita alta).

(*)In assenza di atmosfera, il rumore non si propaga e quindi le esplosioni delle astronavi sono mute.

Pages: 1 2 3 4