Haegemonia

Questo titolo è per me uno dei più controversi giochi dell’ultimo periodo. Anche se la sua data d’uscita risale a circa 2 anni fa ancora non ho ben capito se gridare al miracolo oppure accusare di plagio sfacciato i realizzatori.
In verità la prima volta che mi sono trovato davanti la schermata di gioco sono rimasto molto impressionato (leggere a bocca aperta) dalla grafica con cui i realizzatori avevano infarcito questo titolo. Anche se decisamente fuori scala, con astronavi enormi o pianeti troppo piccoli, una luminosità ed una quantità di stelle brillanti sullo sfondo (tali da far pensare che il nostro sistema navighi calmo al centro della via lattea anziché in un modesto braccio periferico) l’ambientazione rimane sicuramente affascinante.
La cura con cui sono state studiate e realizzate la navi, le armi e gli effetti visivi, non ha avuto ancora molti rivali in grado di creare quel divario che all’uscita generò questo titolo.
Ma d’altro canto mi trovo molto perplesso nella gestione e nella struttura di gioco intesa come pianificazione e esecuzione dei piani e progetti d’azione che ognuno intende sviluppare per vincere la partita.
Purtroppo mi rendo ben conto che una volta creato una tipologia di gioco è difficile uscirne con una novità sconvolgente, ma qui a parer mio si attinge a piene mani dai capostipiti della strategia 3D spaziale: la serie Homeworld.

Ma andiamo per ordine. Per chi ancora non avesse idea di cosa stiamo parlando e sia sul punto di mandarmi a quel paese, chiedo venia e lo invito a continuare a leggere.
Questo gioco appartiene a quella ormai ben ampia schiera di simulatori di battaglie spaziali in tre dimensioni. In pratica si tratta di gestire una serie di vascelli con diverse caratteristiche e capacità in una battaglia contro un avversario con potenzialità simili. Oltre a questo è presente la possibilità di raccogliere e gestire una serie di risorse essenziali per la costruzione ed il mantenimento di una flotta efficiente. L’unione della capacita gestionale e di quella tattico-strategica fanno di questi giochi uno dei punti di divertimento più alti della moderna tecnologia ludica.
Inizia tutto in un futuro neanche troppo lontano, diciamo un duecento anni, con una guerra (tanto per cambiare, altrimenti che cosa ci facciamo qui) tra la federazione terrestre e quella marziana. Una guerra scatenata dall’aggressione di un ambasciatore in territorio neutrale da parte di una forza sconosciuta. Ma dato che già i presupposti c’erano, le due parti non riescono a capire che sono state prese in giro e giù botte.
A questo punto entrate in scena voi. Orgoglioso capitano della Terra che inizia la sua attività di battaglia muovendosi all’interno di un sistema solare, che come vi avevo accennato, ha dei pianeti molto vicini e molto piccoli. Ma fanno il loro effetto quando ci volate intorno.
Comunque la gestione strategica e tattica sino a qui rimane a livello di tutorial, la vera partita inizia dopo che avrete preso a pesciate in faccia i riottosi marziani che tornano al loro giusto posto.
Già perché alla fine della battaglia, si apre una serie di tunnel spaziali in grado di mettervi in comunicazione con altri “nuovi e lontani mondi, dove nessun uomo è mai giunto prima”.
Qui inizia la vera partita: vi imbarcate in una serie di navi coloniali che permettono la colonizzazione di interi pianeti sbarcandovi intere popolazioni di milioni di persone.

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