Dominions 2

Si dice che nelle botti piccole sta il vino migliore, e nel campo degli strategici a turni questo è spesso vero: dietro ai nomi delle software house più brillanti, ci sono per lo più team di sviluppatori molto ristretti, gruppi di amici che magari hanno iniziato a progettare per hobby, e poco per volta ne hanno fatto una professione, senza tradire lo spirito originario di passione e divertimento.
La Illwinter Games, tuttavia, è davvero un caso-limite, essendo composta di sole due persone: il programmatore Johan Karlsson e il grafico Kristoffer Osterman. Il loro primo prodotto pubblicato, Conquest of Elysium, risale al 1997. Anche se si tratta di un gioco ancora molto semplice, presenta già quell’ambientazione fantasy che sarà la caratteristica vincente della loro creatura successiva, quel Dominions che, arrivato oggi alla sua seconda versione, è l’oggetto di questa recensione.
I due programmatori hanno un’idea molto chiara di che cosa dovrebbe essere uno strategico fantasy: in sostanza, un gioco in cui la profondità sia garantita prima di tutto dall’ampiezza. In Dominions 2, dozzine e dozzine di magie, decine di personaggi unici, una cornucopia di creature e oggetti magici alimentano una complessità non indifferente e una giocabilità pressoché infinita. La fonte di ispirazione dichiarata di Karlsson e Osterman è l’immortale Master of Magic, la cui atmosfera irripetibile Dominions cerca di ricreare, aggiungendo inoltre un ottimo supporto multiplayer, e ovviamente una grafica più aggiornata.
Diciamo subito, prima di addentrarci nei dettagli di un’analisi specifica, che il tentativo è riuscito nel complesso. Dominions 2 è uno strategico molto intelligente, che riesce a coniugare il fascino dell’esplorazione con il piacere della grande strategia: mentre lo provavo per questa recensione mi è capitato, ed era parecchio tempo che non succedeva, di cascare nella trappola ‘gioco ancora questo turno e poi vado a dormire’, per scoprire che avevo fatto tre del mattino. Diciamo anche però che il gioco presenta qualche fastidiosa zona d’ombra, dovuta all’eccesso di micro-management, alla grafica e al sonoro inadeguati, a un’interfaccia non proprio agevole, e a qualche meccanismo di gioco che andrebbe ripensato meglio. Non si tratta di elementi in grado di pregiudicare del tutto l’esperienza di gioco, e tuttavia fanno riflettere sui limiti intrinseci di una piccola software house alle prese con la progettazione di un grande gioco. Ma di tutto questo riparleremo alla fine.

Dominions 2 è uno strategico rigorosamente a turni. Il meccanismo di gioco è ottimizzato per il multiplayer: tutti i contendenti giocano il proprio turno simultaneamente, quindi inviano all’host le proprie decisioni. Quando l’host ha ricevuto tutto (si può giocare via internet, su rete locale o by e-mail), si incarica di risolvere le battaglie e di eseguire tutti gli altri calcoli necessari, quindi rispedisce ai giocatori la situazione aggiornata; a questo punto può avere inizio il turno successivo. I vantaggi di questo sistema sono evidenti, a partire dal fatto che una partita dura all’incirca lo stesso tempo se ci sono 2 o 15 giocatori.
Naturalmente potete anche giocare da soli, contro avversari controllati da un’IA che può variare da un’assoluta inettitudine a una genialità scoraggiante.

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