Guns of August

Ora siamo pronti per affrontare il gioco vero e proprio. Subito possiamo dire che Guns of August è un gioco pensato e realizzato per veri grognard della simulazione. Senza alcun compromesso, tutte le soluzioni proposte soddisfano le esigenze dei “duri e puri”. Ogni elemento (grafica, tipo unità, game play, numero di variabili, etc etc) che via via analizzeremo richiamerà più un vecchio board game che non gli standard imposti dalla nuova generazione di giochi strategici per computer come Hearts of iron o i giochi della AGEOD.
La mappa di gioco rappresenta l’intera Europa e comprende anche il fronte minore Turco-Russo. Le zone di mare sono rappresentate da aeree geografiche piuttosto estese mentre le zona di terraferma sono suddivise in grandi esagoni di stampo tradizionale.
Sette le tipologie di terreno presenti, tutte molto noti ai giocatori di boardgame (Palude, terreno impervio (ROUGH), Pianura, monti, bosco e città etc) a cui si aggiungono i fiumi come possibile bordo d’esagono. Se gli stacking per ogni tipo di terreno sono chiaramente leggibili sul manuale, altrettanto non è per i risultati di combattimento. I modificatori di combattimento sono dichiarati non sul manuale ma sul report di ogni combattimento. Cosi non solo sarete costretti ad annotarvi man mano quali sono i modificatori per ogni tipo di terreno ma vi verranno dubbi ulteriori su come vengono gestiti i fiumi (che sono bordo di esagono).
Carta, matita e dubbi sull’interpretazione dei regolamenti: agli appassionati verranno in mente tanti ricordi di ore di gioco passate sui vecchi boardgames Avalon Hill.
La Grafica è essenziale ma chiara. Lo stile è decisamente retrò.
Le unita di gioco simulano i classici “counter” da boardgame su cui vi è rappresentato un piccolo disegno che indica il tipo di unità . Per le unita di terra soltanto 3 valori sono presenti: Forza (ogni punto circa 2000 uomini combattenti),  integrità dell’unità e livello qualitativo.  Non è necessario indicare il movimento in quanto una unità può muovere un esagono ad impulso, salvo che non usi il movimento strategico (leggi ferrovie) della nazione. Anche i tipi di unità sono ridottissimi: Fanteria, Cavalleria, Artiglieria e Quartier generali. Le unità navali hanno invece parecchi valori e sono di diverse tipologie (trasporti sub, Corazzate, incrociatori, flottiglie leggere etc etc). Fra queste spiccano i sommergibili tedeschi in grado di giocare un importante ruolo proprio come fu nella realtà.
Grazie alle ampie dimensioni delle unità, i counter sono facilmente leggibili anche se, vista l’ampia scala del gioco, spesso sarete costretti a cliccare reputamene sugli stack prima di poter visualizzare tutte le unità presenti nell’esagono.

Molti altri fattori tattici (gas, carri armati, unita guastatori) si astraggono e diventano modificatori di combattimento. Anche altri fattori strategici (diplomazia e superiorità aerea, per esempio) diventano astrattamente “Punti” da spendere secondo le convenienze su questo fronte o su quella nazione.
Questo alto livello di astrazione è probabilmente il difetto più evidente del gioco. Quella che segue può essere considerata una provocazione ma rende efficacemente il mio punto di vista. Un attacco di fanteria con un supporto di +3 di gas ma con penalità di -1 a causa delle trincee potrebbe essere una rappresentazione molto astratta dello sfondamento Austriaco a Caporetto, Se ripetessi lo stesso attacco di fanteria cambiando “etichette” ai modificatori simulerei la 2 guerra mondiale? Esempio: con un supporto di +3 di appoggio aereo a terra ma con penalità di -1 per via delle peggiori qualità dei corazzati, starei forse modellando piuttosto rudemente il contrattacco americano nelle Ardenne ?

IMPATTO CON IL GIOCO
Come consuetudine del distributore, Matrix Games, il gioco è distribuito sia nella versione tradizionale “Boxed” sia nella versione “Digital download”. Quest’ultima richiede un trasferimento di un file di circa 200 mb. Il prezzo del gioco è davvero interessante, al di sotto degli standard per i giochi di simulazione di prima fascia. L’installazione è semplice e senza particolari intoppi, ma poi iniziano i primi grattacapi.
Il manuale del gioco è di solo 38 pagine, di cui soltanto 30 realmente informative. Tutto questo è assolutamente insufficiente a fornire adeguato materiale di studio ai giocatori.
Manca completamente il tutorial (reperibile sui forums della Matrix Games). Mancano le tabelle di gioco ed anche moltissimi aspetti del gioco, sono mal documentati.
Seguendo le ultime tendenze, i forums della Matrix dedicati al gioco forniscono in poche ore risposte a tutte le domande dalle più banali a quelle che richiedono ore di gameplay per una risposta adeguata.
Questa soluzione, indubbiamente estremamente economica, stride con la filosofia del gioco. Come analizzeremo, Guns of August è un wargame “vecchia maniera”, più simile ad un boardgame che non a un “gran strategico” di ultima generazione. Ma la documentazione è particolarmente carente a meno che non si disponga di un’adeguata connessione ad internet ed una grande capacità di districare informazioni dal caos non analitico che è la vita dei forums.
La prima schermata permette di settare i valori iniziali. Quasi nessuno di questi valori sarà nuovamente settabile prima di una nuova sessione di gioco o di una nuova partita. Essendo un gioco a turni, prevede la possibilità di iniziare nuove partite in solitario, pbem ed Hotseat, assumendo il comando di una delle 2 grandi coalizioni. Vi sono in tutto 4 scenari, ognuno a inizio in un specifico anno di guerra (1914-1915-1916-1917) ma non sono previste diversificazioni del termine di gioco (nov-dic 1919). Il livello di difficoltà è settabile su tre posizioni. Neutrale, pro Alleati o pro imperi centrali. Poi, siccome giocare con gli imperi centrali è più difficile, sono fornite ulteriori forme progressive di game balancing. E’ infatti possibile schierare una o più nazioni minori (Italia, Grecia e Romania) pro imperi centrali senza ulteriori complicazioni politiche. L’interfaccia iniziale si completa con la possibile scelta fra 5 diverse risoluzioni grafiche (1024*768, 1280*1024, 1280*800, 1440*900, 1600*1200) e la possibilità di escludere i suoni.
Già da questo primo impatto il gioco mostra gran parte delle proprie caratteristiche.
Il numero limitato di scenari (però ben differenziati fra loro) in grado però di garantire una buon livello di rigiocabilità grazie ad altre caratteristiche del gioco mostra sin da subito la vena sobria ed essenziale di questo software.

Il sistema semplice ma equilibrato permette di bilanciare il gioco su diversi livelli garantendo una certa gradualità di approccio ma non risolve il problema che il gioco è sbilanciato a favore della triplice alleanza:
il gioco è per certe cose, anche importanti, perfettibile e si vede. Schierare con un semplice click milioni di soldati ed intere nazioni nell’alleanza opposta a quella a cui storicamente appartennero è indice di come il gioco non si risparmi nulla in fatto di “what if” anche molto distanti dai fatti. Come già in “Hearts of Iron” questo può diventare un fattore di grandissima giocabilità e rigiocabilità con buona pace di coloro alla ricerca di un’accurata simulazione. Che strazio vedere i nostri fanti intenti a liberare … Nizza e condividere con guarnigioni austrungariche la difesa di Trieste!!
I controlli Audio (effetti e musica) ormai canonicamente separati da molti anni in tutti i giochi , sono qui racchiusi in un unico controllo. Anche le possibili modalità grafiche permettono una corretta visualizzazione alla stragrande maggioranza dei giocatori ma non garantiscono la piena compatibilità con tutti le risoluzioni grafiche. Questi sono segnali che il gioco non è stato disegnato ponendo l’usabilità dell’interfaccia utente fra i primi obiettivi.
Infine poter assumere il comando di una o l’altra alleanza appare limitato. Il gioco ha certamente profondità sufficiente per suddividere fra più giocatori la gestione delle nazioni e probabilmente si sarebbe potuto rendere il gioco multiplayer per 3, 4 e forse adirittura 5 giocatori. Ecco dunque un’altra caratteristica di questo gioco che ogni tanto perde qualche piccola e grande occasione di giocabilità o di originalità.

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