Hannibal: Rome and Carthage in the Second Punic War

“Le donne sciocche seguono la moda, le pretenziose l’esagerano; ma le donne di buon gusto vengono a patti con essa.” Émilie du Châtelet

Introduzione

Giocando ad “Hannibal: Rome and Carthage in the Second Punic War” (d’ora in avanti “H:R&C”) può venire il mente l’aforisma di Madame du Châtelet, accompagnato dal dilemma di dove collocare gli sviluppatori di questo gioco (forced march game) fra le tre categorie indicate dall’aforisma stesso. Già guardando il gioco sugli scaffali virtuali del publisher (matrix games) colpisce l’alternarsi di elementi “di gran moda”,  che inseguono i trend del momento, ad altri in totale controtendenza.

Il gioco è a turni “card driven”: di gran moda negli ultimi 2 lustri. Non fra i giochi per computer, però, bensì nei boardgames. Ed infatti, seppur non ufficialmente, questo software é ”profondamente inspirato” ad un boardgame del 1983 . Il gioco da tavolo non rientra nelle memorie storiche neanche dei più attempati ed accaniti boardgamer: era pubblicato da una casa editrice molto piccola e non superò le barriere dell’anonimato.

H:R&C è giocato in turni complessi ed articolati in sottofasi. E’ possibile giocare soltanto una (Cartagine) delle 2 fazioni, mentre l’altra (Roma) sarà sempre giocata dall’intelligenza artificiale. Da ciò si deduce che in H:R&C non è disponibile alcuna funzione multiplayer. Queste scelte appaiono vecchie almeno quanto il tema trattato e lontanissime dagli attuali standard di mercato, che si orientano verso il real time o verso i sistemi a turni “wego”.

Il tema simulato, invece, è un evergreeen. Da sempre la seconda Guerra Punica (lo scontro fra Annibale e Scipione) rappresenta uno degli argomenti più battuti, ma solo pochi giochi hanno affrontato il tema a livello gran strategico. Questo gioco invece propone turni su base mensile e unità a livello di “divisione”. Per quanto  questo termine sia totalmente anacronistico rispetto a questo periodo storico, nel corso della recensione verrà utilizzato per uniformarsi a quanto indicato sul sito ufficiale del gioco che indica il gioco a livello di “divisione”, probabilmente volendo indicare come le unità rappresentino in genere, salvo eccezioni che vedremo,  migliaia di soldati cadauna. Difficilmente quindi il numero di unità presenti su tutto il teatro del Mediterraneo (flotte e generali inclusi), supera le cento unità.

Salvo debite eccezioni, i giochi sul periodo sono a livello tattico od operazionale. Questo perchè i cartaginesi impegnarono Roma in battaglie dagli esiti alterni, spesso incerti, e dal grande fascino tattico: 2 eserciti e 2 comandanti molto diversi fra loro che nel corso degli anni seppero cambiare filosofie e dottrine per meglio affrontarsi. Ma la seconda guerra punica non era altrettanto incerta a livello strategico: la migliore organizzazione di Roma permetteva una migliore gestione delle risorse disponibili. E infatti il gioco vi affiderà la “missione impossibile” che fu di Annibale: vincere la seconda guerra punica.

Installazione e avvio

Sapendo che siamo di fronte ad una digitalizzazione di un boardgame senza pretese di grafica “motion 3D”, stupiscono i requisiti minimi di un processore a 2 Ghz e 2 GB di ram (destinati ad aumentare se giocato sui sistemi operativi “Vista” e “Windows7”). Considerando che l’intero programma occupa poco più di 300 MB sull’hard disk, le pretese del gioco appaiono davvero esose. Comunque, a porre fine ad ogni velleità di utilizzare il gioco sui netbook sono le richieste minime per la risoluzione grafica: 1024×768 pixel.

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