Great Invasions

Un periodo oscuro e di decadenza che si aprì sull’ancor più oscuro inizio dell’alto Medio Evo. Lo scopo è quello di influenzare e modificare gli eventi storici per far sì che assumano un altro corso, oppure un corso più accelerato: il giocatore quindi è chiamato a interpretare il ruolo di difensore della ormai cadente civiltà latina, di conquistatore barbaro o mussulmano. Sarà possibile selezionare molti scenari e la vittoria sarà stabilita dalla raccolta di punti vittoria ottenuti con una corretta e saggia conduzione del gioco.
Fino a qui niente di nuovo sotto il sole, ma una novità per me assolutamente mai riscontrata prima ha colto immediatamente la mia attenzione: non interpretate una singola fazione, controllandone la produzione economica, l’attività diplomatica, sociale, religiosa e militare ma ne controllerete almeno tre (se non di più), con i loro governanti, gli eserciti e le rispettive economie. Politiche diverse, popoli e religioni diverse. Voi siete un’eminenza grigia sovranazionale con capacità di fortissima influenza, una specie di Spectre dell’antichità in grado di orientare e comandare intere nazioni che però non di rado si dichiarano pure guerra come conseguenza di azioni diplomatiche fatte dall’una contro interessi dell’altra.
Difatti la croce e delizia di questo gioco risiede nella sua possibilità di determinare eventi concatenati indipendenti dalla volontà del giocatore. In altre parole le attività diplomatiche, economiche e militari non sempre sono efficaci per tutte le fazioni controllate, ma possono subire variazioni sulla base di molti fattori, come le capacità dei diplomatici, delle alleanze e di eventi storici indipendenti. Ovviamente l’andamento generale delle fazioni controllate determina la quantità complessiva di punti vittoria accumulati, ma accumularli cercando di soddisfare contemporaneamente tutte le necessità diventa abbastanza complicato. Se questa può essere una interessante nuova chiave di lettura dei giochi strategici, non è in questo gioco molto ben sviluppata nell’ottica dell’accattivare nuovi adepti.

Appena iniziate a giocare la prima schermata dei menù vi propone una serie di scenari da quelli storici a quelli assolutamente inventati, oltre a un tutorial. Nella scelta della fazione, ovviamente, prenderete il comando di una serie di nazioni che fanno capo a quello o a quell’altro tipo di civiltà, diverse sia per genere sia per periodo storico in cui volete cimentarvi. Quindi se partite dall’anno 350 DC avrete l’Impero Romano d’Oriente ed Occidente che si dividono l’intera estensione del vecchio Impero, mentre nei secoli successivi cambieranno le fazioni disponibili sulla base della effettiva situazione politica  del periodo. Ogni fazione ha delle sue caratteristiche peculiari sia come unità militari disponibili, molte per la verità, sia come capacità produttive, sociali e diplomatiche.
Una volta scelto l’impero Romano e la grande campagna, mi sono immediatamente lanciato nell’inizio del gioco. Il primo impatto con la mappa dell’impero diviso in tutte le sue province mi ha prepotentemente indotto una sensazione strana, come se stessi per cimentarmi in qualcosa di più grande di me, ma ho continuato indefesso facendomi forza con la perfetta localizzazione del programma interamente in italiano. La prima cosa che mi sono domandato era se si trattava di un gioco a turni o in tempo reale, e come ho poi scoperto il gioco è in tempo reale ma con la possibilità di rallentarlo in modo molto drastico: opzione questa che vi assicuro fondamentale, perché appena sono uscito dalla pausa in cui il gioco si presenta al momento dell’avvio sono stato subissato da tutti i messaggi amministrativi dell’impero. Messaggi con riferimenti ad eventi e conseguenze di azioni a me sconosciute perché non avevo neanche iniziato a fare un clik.

Dopo un lungo periodo di silenzio, mi cimento in un’altra recensione.
Non so com’è ma appena in redazione si presenta qualcosa da recensire che non rispecchia completamente i parametri preconcetti dei capi sezione mi arriva una mail in cui si richiede un volontario per recensire questo  o quell’altro “bellissimo” gioco arrivato in copia rewiew. Quindi eccomi qui a darvi le mie impressioni riguardo Great Invasions, un titolo assolutamente molto complesso anche per un giocatore accanito come il sottoscritto, la cui massima è “semplicità fa rima con banalità”. In questo gioco ho di fatto scoperto la mia personale eccezione che conferma la regola.
Ma veniamo a noi e trattiamo del gioco. L’ambientazione è quella del periodo tardo imperiale e della caduta dell’impero romano subito dopo la scissione tra Occidente ed Oriente a seguito dello spostamento della capitale politica da Roma a Costantinopoli. L’anno d’inizio è il 350 DC e la conclusione è per il 1066 con la battaglia di Hasting e la creazione del regno normanno d’Inghilterra da parte di Guglielmo il conquistatore.

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