La Battaglia delle Isole Santa Cruz

26 OTTOBRE – PRIMI ATTACCHI
Alle h 2.50 del 26 Ottobre i giapponesi invertono la rotta e si riportano a sud. In questo modo alle h 5.00 le due forze nemiche distano soltanto 200 Km. Quasi simultaneamente entrambe le flotte lanciano i propri aerei da ricognizione, tenendosi pronti a far decollare gli aerei da combattimento una volta avvistate le navi nemiche.
Le prime ad essere avvistate sono le navi di Nagumo (h 6.45), poco dopo è la volta della Hornet (h 6.58). Per le h 7.40, i giapponesi fanno decollare 64 aerei (21 bombardieri in picchiata “Val“, 22 aerosiluranti “Kate” e 21 caccia “Zero“. Nello stesso istante 2 bombardieri in picchiata americani (SDB “Dauntless“) in volo di ricognizione avvistano la portaerei giapponese Zuiho ed eseguono l’attacco. Entrambi i velivoli riescono a piazzare la propria bomba sul ponte di volo della nave, creando gravi danni e impedendo l’uso del ponte di volo.
Nel frattempo Kondo ordina all’avanguardia di Abe di aumentare la velocità per cercare di intercettare le navi da guerra americane. Inoltre si porta avanti con la sua formazione per permettere alla Junyo di lanciare i propri aerei verso il nemico. Alle h 8.10 parte una seconda ondata d’attacco dalla portaerei Shokaku (composta da 19 Val e 8 Zero), subito seguita dalla Zuikaku che impiega altri 16 Kate. Per le 9.10, 110 aerei giapponesi sono quindi diretti verso le navi americane.
Anche gli americani stanno nel frattempo lanciando le proprie formazioni. Si opta per un attacco immediato a piccoli gruppi, senza cioè attendere la formazione di un poderoso gruppo d’assalto concentrato. Nel giro di 20 minuti (dalle h 8.00 alle ore 8.20) vengono inviate 3 ondate di aerei: 15 bombardieri in picchiata Dauntless, 6 aerosiluranti Avenger e 8 caccia Wildcat dalla Hornet, poi 3 Dauntless, 7 Avenger e 8 Wildcat dalla Enterprise. Per finire, 9 Dauntless, 8 Avenger e 7 Wildcat ancora dalla Hornet, a intervalli di 10 minuti.
Per le 8.30 giapponesi e americani si incrociano nei cieli: 9 caccia Zero dalla Zuiho rompono la formazione e intercettano gli aerei americani. Ne segue uno scontro con 4 Zero, 3 Wildcat e 2 Avenger abbattuti, più altri 2 Avenger gravemente danneggiati che sono forzati al rientro sull’Enterprise.
Alle ore 8.50 la formazione d’attacco della Hornet avvista la forza d’avanguardia di Abe. Proseguendo oltre, poco dopo vengono avvistate anche le portaerei e si inizia l’attacco. I caccia Wildcat vengono ingaggiati da tre Zero della Zuiho, e sono quindi costretti ad abbandonare la scorta dei bombardieri. Questi ultimi vengono attaccati da una ventina di Zero, i quali riescono ad abbattere 4 Dauntless. I restanti 11 si portano quindi in picchiata sulla portaerei Shokaku alle h 9.27: la grande portaerei giapponese viene colpita con almeno 3-6 bombe da 1000 libbre, che devastano il ponte di volo e danneggiano gravemente l’interno della nave. L’ultimo degli undici Dauntless perde il contatto con il bersaglio principale e sgancia la propria bomba sul cacciatorpediniere Teruzuki, causanno danni minori. Gli Avenger di questa ondata, separati dal gruppo principale, non riescono a trovare il bersaglio e sono forzati a ritornare sulla Hornet. Ritornando, essi attaccano l’incrociatore pesante Tone ma i loro siluri mancano il bersaglio.

Anche gli Avenger della seconda ondata non trovano il bersaglio, e concentrano quindi l’attacco sull’incrociatore pesante Suzuya della forza comandata da Abe, senza causare danni. La terza ondata di aerei americani invece si accanisce sull’incrociatore pesante Chikuma, mettendo a segno 2 ordigni da 1000 libbre e causando gravi danni. Il lavoro è portato a termine da 3 Dauntless provenienti dall’Enterprise, i quali danneggiano ulteriormente il Chikuma con una bomba a segno, mentre gli ultimi 8 Avenger riescono a piazzare un siluro sulla nave già in preda alle fiamme. Il Chikuma, gravemente danneggiato, è forzato ad abbandonare la battaglia e si dirige verso il porto di Truk assieme a due cacciatorpediniere per le riparazioni.
Nel frattempo, alle h 8.52, il comandante della formazione giapponese avvista la Hornet (L’Enterprise è infatti riuscita ad eclissarsi in un piovasco). Alle 8.55 i radar americani segnalano i giapponesi a 65 Km, e 37 caccia Wildcat vengono diretti verso la minaccia. Tuttavia, per vari problemi di comunicazione, solamente pochi caccia riescono ad intercettare gli aerei giapponesi e ad abbattere qualche Val. La Hornet deve quindi sostenere da sola l’intero attacco nemico, alle h 9.09.
Ben 20 Kate e 16 Val iniziano quindi la manovra d’attacco. Alle 9.12, un Val piazza la propria bomba da 250Kg sul ponte di volo: essa sfonda tre ponti prima di esplodere, uccidendo 60 uomini. Poco dopo un’altra bomba spazza il ponte di volo, creando un cratere e uccidendo altri 30 uomini. Pochi minuti dopo una terza bomba colpisce praticamente nello stesso punto della prima, causando gravi danni ma nessuna vittima. Alle h 9.14 un Val colpito dalla contraerea viene diretto dal proprio pilota verso la nave, in modo apparentemente volontario: esso esplode nel fumaiolo, causando un incendio sul ponte di segnalazione.

Mentre i Val attaccano in picchiata, gli aerosiluranti Kate si coordinano e lanciano un attacco simultaneo da due diverse direzioni. Nonostante le gravi perdite ad opera della fortissima contraerea, essi riescono a piazzare tre temibili “Long Lance” (i siluri giapponesi) nella Hornet tra le 9.13 e le 9.17, devastandone i motori. Mentre la nave si arresta, un altro Val danneggiato si schianta sul lato della nave, causando un incendio vicino ai serbatoi di combustibile della nave.
Alle 9.20 l’attacco termina: i giapponesi hanno perduto 38 aerei, gli americani 8. La Hornet è immobilizzata e in preda alle fiamme.
Per le h 10.00, grazie all’assistenza dei cacciatorpediniere, gli incendi sono messi sotto controllo e il personale ferito è evacuato dalla nave. L’incrociatore Northampon tenta anche di rimorchiare la nave fuori dalla zona di battaglia, ma il tentativo richiede tempo e altre ondate giapponesi sono in arrivo.

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