Tin Soldiers: Alexander the Great

Come avrete capito il gioco, pur nella linearità delle regole, non è affatto eccessivamente semplificato. Certo manca del tutto la visione strategica, e non si può certo chiamare gestione economica il semplice sistema con cui è gestito il “tesoro” che permette di comprare nuove truppe tra le missioni.
Il suono non è nulla di eccezionale, ma direi che in un titolo di questo tipo non è un fattore determinante: fa il suo dovere, e questo basta secondo me.

Ma veniamo ora alla nota dolente.
La longevità del gioco è legata più alla rigiocabilità delle singole missioni che al loro numero, e la scelta di sbloccare le missioni solo al superamento delle precedenti potrebbe in effetti mettere in difficoltà i giocatori meno smaliziati, obbligandoli a ripetere le prime missioni “ad oltranza”. Una volta finita la campagna, e giocate e rigiocate le stesse mappe con gli amici in multiplayer, non restano incentivi a ricominciare da capo. Altra piccola pecca: non è possibile giocare la campagna tenendo i persiani.

Secondo me qualche bella mappa in più per il multiplayer e una campagna più corposa, magari con dei bivi, avrebbero aggiunto valore a un titolo comunque valido, che consiglio a tutti gli amanti del genere anche in considerazione del prezzo onesto e della buona fattura.
Il gioco era infatti già stabilissimo al momento della pubblicazione (e ormai è una cosa che capita di rado!) e una sola patch ufficiale è bastata a risolvere i pochissimi problemi rilevati.
Da parte mia dunque un “complimenti e avanti così” agli sviluppatori della Koios Works.

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