Tin Soldiers: Julius Caesar

I movimenti delle unità sono molto lenti e legnosi, spesso è difficile riuscire ad impostare una strategia. Fare accerchiamenti o impostare altre tattiche richiede molti turni e sovente queste non risultano praticabili.
L’ordine di cambio di fronte mi lascia un po’ perplesso. Infatti per modificare il fronte anche solo di venticinque gradi serve tutto il turno, mentre dando ordini di movimento o di attacco è possibile muovere una unità e fargli fare anche un cambio di fronte. Il perché di questa differenza mi rimane oscuro.
Ad una persona esperta di strategia non sarà difficile individuare in queste regole alcuni elementi limitanti e poco coerenti con la realtà. Come detto prima, le unità risultano poco differenti tra loro. Ad esempio non esiste alcuna differenziazione tra fanteria leggera o pesante, c’è solo la fanteria. La cavalleria non ha quasi nessuna valenza particolare, è più debole della fanteria, si muove solo leggermente più veloce, tre caselle al posto di 2, e ha pochi bonus di combattimento. Gli elefanti sono invece abbastanza coerenti, possono infliggere molti danni ma, essendo unità composte da una singola miniatura, sono facilmente eliminabili. L’ultimo tipo di unità sono quelle da tiro, che indipendentemente dal fatto che si tratti di una catapulta o di un gruppo di legionari che lanciano il pilum, hanno effetti praticamente identici. Mi sarei aspettato che le catapulte avessero qualche effetto di impatto, come un raggio di esplosione.
L’utilizzo delle carte è sicuramente un lato positivo, che crea varianti e possibilità in più. Possono essere giocate in ogni fase e, a seconda delle regole di ogni carta, daranno alcuni vantaggi. Ho trovato particolarmente utili il veleno, che raddoppia i danni, la cura, che riduce le ferite e Rally che aumenta il morale di un livello.

Una piccolo difetto dello sviluppo della battaglia è l’eccessiva lentezza con la quale vengono risolte le dinamiche. Da un movimento all’altro ci sono pause di anche tre-quattro secondi e quando una miniatura viene tolta dal campo, l’animazione di una mano che la preleva occupa almeno quatto-cinque secondi. In generale i tempi dello scontro sono eccessivamente dilatati da continui momenti di attesa e sarebbe stato meglio se avessero consentito l’impostazione della velocità di gioco. Inizialmente le pause possono andar bene, ma dopo poche battaglie possono cominciare ad innervosire. Considerate che una battaglia può durare tranquillamente due ore e mezzo, nelle quali almeno due ore le passeremo guardando il computer che risolve le dinamiche di gioco.
Negativa secondo me risulta anche l’eccessiva monotonia di tali dinamiche. Dopo le prime battaglie il tutto comincia a essere abbastanza ripetitivo. Certo cambia qualche ambientazione (carina soprattutto quella dell’assedio di Avaricum) e la disposizione delle truppe, ma in generale sembra sempre di combattere la stessa battaglia. Le mosse da fare sono più o meno sempre le stesse e anche le tattiche da utilizzare.

Il poter giocare solo comandando le truppe di Cesare sicuramente non giova alla longevità del gioco; almeno nelle battaglie singole si sarebbe potuto dare la possibilità di utilizzare gli eserciti gallici o pompeiani.
Infine vorrei commentare una scelta del team di sviluppo alquanto oscura. Se si seleziona una battaglia singola, il gioco catapulta il giocatore direttamente sul campo di battaglia e impone di giocare con un esercito preconfezionato e piazzato in modo standard. Immagino che lo scopo sia quello di cercare di ricreare la battaglia storica ma reputo che togliere la possibilità di scegliere uno schieramento personalizzato riduca notevolmente le possibilità di creare situazioni alternative per il giocatore e toglie quasi tutte le possibilità di variare la strategia dello scontro.
La grafica del gioco è mediocre, il terreno è spoglio, composto da un miscuglio di colori sempre uguali. Ogni tanto ci sono elementi come sparuti alberi, cespugli, fiumi o rocce, di qualità abbastanza scarsa. In alcune battaglie compaiono delle fortificazioni che riescono a dare un po’ più di piacere agli occhi, ma in generale non salvano la situazione globale. Le miniature sono invece carine, con forme e colori di discreta qualità.
Anche tenendo conto che in un gioco strategico la grafica non è certo la cosa più importante, mi chiedo come mai siano stati trascurati così tanto i dettagli del terreno e mi trovo costretto a dare un giudizio abbastanza negativo su questo aspetto.

Il sonoro non è eccellente ma neanche pessimo ed alla fine non è nè più nè meno di quanto serve: un paio di musiche di ambientazione abbastanza ripetitive e qualche suono di battaglia durante gli scontri, rumore di marcia durante i movimenti, ecc.
L’interfaccia di gioco è semplice, comprensibile e completa. Esattamente quello che si può desiderare alle prese con questa tipologia di giochi. Gli ordini si impartiscono facilmente e rapidamente. La mappa è chiara ed è possibile zoommare il campo di battaglia e cambiare l’angolatura della camera.

Non esiste un tutorial e le ossa dovremo farcele direttamente sul campo ma alla fine le regole del gioco si rivelano semplici e veloci da imparare.
Il manuale è essenziale e non completissimo dal momento che lascia qualche piccolo dubbio su alcune meccaniche di gioco. Comunque in generale è chiaro e fornisce le informazioni necessarie ma nulla più.
Non esiste la possibilità di creare cartine nuove o variare quelle esistenti. Bisogna dire che se le battaglie esistenti possono essere sufficienti per soddisfare un giocatore singolo, per le partite multi-player potrebbe non essere la stessa cosa.

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