Dragoon: The Prussian War Machine

Le fasi di gioco riguardanti le azioni di combattimento propriamente dette sono abbastanza lineari (in tutti i sensi). Dopo aver mosso le proprie unità in comando, il giocatore avversario ha la facoltà di eseguire un fuoco difensivo con la propria fanteria (nella speranza di fiaccare l’impeto degli attaccanti) a cui seguirà la possibilità di sparare con le proprie unità avanzate e, se possibile, costringere alla mischia le unità nemiche. Sia ben chiaro che, come diceva Federico, “Dio è dalla parte dei battaglioni più numerosi”, quindi si eviti di pensare di poter mandare in rotta un nemico ben arroccato e superiore di numero solo perché si hanno unità con una classificazione di qualità un po’ più alta. Il segreto delle vittorie di Federico era nella capacità di concentrare le proprie forze in un settore decisivo e di lì scardinare lo schieramento avversario. All’epoca il comando ed il controllo delle proprie truppe era questione lenta ed aleatoria (come avrete capito anche dalle regole sull’attivazione dei comandanti) quindi riuscire a mettere il nemico di fronte a situazioni alle quali non aveva il tempo di reagire era essenziale per assicurarsi la vittoria. Una volta che tutti i combattimenti con le unità attivate sono terminati, la sequenza viene ripresa daccapo. Il turno finisce quando sono finiti i leader da attivare. E si passa alla mossa seguente. La vittoria è determinata dal possesso degli esagoni obiettivo alla fine della partita ma, dal momento che un nemico in rotta difficilmente metterà bastoni tra le ruote, non è un’esagerazione dire che durante la partita si farà bene a prestare più attenzione alla distruzione delle truppe nemiche che al possesso delle “bandierine”. Se si ottiene la prima, l’altra verrà da se, come spesso accade in ogni wargame .
In definitiva, che giudizio dare di Dragoon? Si tratta di un gioco non rivoluzionario, non molto appariscente ma ben realizzato e, pur nella sua semplicità, in grado di dare il giusto feeling per l’epoca e le tattiche federiciane. Le sfide tattiche e strategiche sono consistenti: preferirò la velocità nell’aggirare la destra avversaria contando che il numero riuscirà a compensare il disordine e la demoralizzazione o pianificherò un’avanzata lenta ma decisa in cui le linee di fanteria si riorganizzeranno mano a mano ed i rinforzi scaglionati daranno solidità all’attacco anche senza una schiacciante superiorità numerica? Che cosa farò se l’ala aggirante fallirà l’attivazione e si troverà esposta ad un contrattacco avversario? Ho un piano di riserva sufficientemente flessibile?
D’altro canto non si può certo parlare di gioco perfetto o di realismo assoluto: il sistema ad attivazioni alternate non è molto diverso dal classico IGOUGO, ed un sistema di risoluzione contemporanea sarebbe stato forse più interessante. Anche un engine grafico tridimensionale stile Combat Mission, avrebbe potuto conferire un appeal visivo ed una attenzione al dettaglio tattico irraggiungibili con un sistema ad esagoni. Le varie fasi (bombardamento, comando, fuoco difensivo etc.) semplificano il gioco e ricordano i cari vecchi boardgame , ma hanno anche un che di artificioso. Ci sono poi dettagli imprecisi, ad esempio i dragoni prussiani fino al 1745 hanno avuto l’uniforme bianca, ma nel gioco sono sempre rappresentati con la giacca azzurra tipica del periodo più tardo. Gli austriaci sono stati il principale nemico della Prussia nel ‘700, ma sarebbe stato anche interessante vedere all’opera gli eserciti russo, francese, britannico (anche se pare che siano in arrivo delle espansioni che permetteranno di simulare tutti gli scontri della Guerra dei Sette Anni e forse anche della guerra d’Indipendenza Americana).
In conclusione, si tratta di un gioco ben realizzato e di sicuro interesse non solo per i cultori del periodo ma anche per gli aficiodanos delle epoche “limitrofe”. Non aspettatevi però un prodotto rivoluzionario o innovativo in maniera radicale per contenuti o meccaniche: è vero che Dragoon sintetizza al meglio soluzioni e tecnologie oramai consolidate e tradizionalmente familiari ai giocatori di wargame , ma rimane comunque legato ad una concezione che, pur solida, inizia a mostrare tutto il peso degli anni.

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