Pax Romana

Avendo atteso il gioco per diversi “intervalli di mercato”, appena posateci sopra le mani rapaci, mi sono lanciato verso l’ignoto (il termine non è casuale) e ho già diverse ore di gioco alle spalle; proverò dunque a soddisfare la curiosità di chi non ha ancora avuto la fortuna di cimentarsi con questo “capolavoro” (anche le virgolette non sono casuali).
Il perchè di un capolavoro tra virgolette è ormai storia nota: il gioco ha molti bachi, ma non vi parlerò di questi perchè suppongo, o meglio, spero che verranno corretti al più presto con le già annunciate patches (Paradox docet). Ciò che mi preme invece è esaltarne la cura storica, degna di essere paragonata a quella di un altro grande “masterpiece” della videoludica strategico politica, ovvero Europa Universalis 2.
Una volta eseguito il caricamento di rito ci si ritrova davanti alla solita schermata iniziale ma con una sorpresa: la doppia modalità di gioco! Potremo infatti scegliere di cimentarci col classico strategy-game con mappone stile EUII (non vi stupite per i continui rimandi, perché in questa modalità PR è pressoché uguale al suo illustre predecessore) dunque schermate diplomatiche, commerciali, amministrative e militari, con unità navali e terrestri (in questo caso le inarrestabili legioni di Roma). In questa prima modalità non si scorge nulla di nuovo, ma si può godere comunque del piacere di giocare, con un motore di gioco pluri-osannato (quello di EUII appunto), ad un periodo storico non ancora esplorato dai Paradox –ATTENZIONE: non potrete scegliere qualsiasi civiltà (come in EU) ma solo Roma-.

Il vero colpo di genio, ciò che caratterizza realmente PR, è la modalità politica: qui il vostro compito sarà condurre alla vittoria (dunque alla supremazia politica) la vostra fazione, ma allo stesso tempo collaborare con le altre fazioni affinché Roma domini sulle innumerevoli Nazioni del bacino Mediterraneo. Per raggiungere lo scopo vi serviranno astuzia, diplomazia, capacità di pianificazione (vi saranno diverse “carte evento” che potrete giocare al momento opportuno): chi candidare alle elezioni? Chi sarà meglio corrompere, un senatore avversario (mediante il ricatto, la seduzione o altri biechi sotterfugi) o uno dei Tribuni della Plebe? Converrà dichiarare guerra ai Macedoni, sperando che il senato ci affidi il comando delle Legioni affinché uno dei nostri prodi generali conquisti la vittoria e, soprattutto, ottenga per il nostro partito il prestigio che seguirà alla vittoria sul campo?

L’aspetto militaresco di PR è allo stesso tempo semplice e sofisticato. Infatti, se è vero che il tutto si risolve (graficamente) con lo scontro di due omini su una piana desolata, è altrettanto vero che le legioni, dopo ogni scontro acquisiranno vari gradi che li classificheranno come esperti veterani; il tutto non farà che personalizzare le legioni le quali, avendo anche un nome storico (come ho già detto) vi faranno provare le stesse soddisfazioni di un antico generale che vedeva crescere le sue legioni lungo l’arco degli anni (un po’ come Caio Giulio Cesare che non rinunciava mai alla sua gloriosa X equestris). Ma questo è niente (a differenza di EU2) si potranno anche scegliere le tattiche da impiegare all’inizio della battaglia, e in maniera random, in base alla capacità militare del vostro generale, potrete anche disporre di, chiamiamole, “carte tattica”: una specie di mosse speciali che daranno dei bonus alle vostre truppe. Ad esempio “Ricognizione” vi darà la possbilità di sapere prima quale tattica impiegherà il nemico, “Diserzione” priverà l’esercito avversario di alcune unità, “Tattica di Cavalleria” impedirà che il nemico vi accerchi. Inoltre alla fine di ogni battaglia non aumenteranno solo i punti spendibili nella fase diplomatica (come in EU2), ma vi saranno dati anche dei punti prestigio e del danaro che finirà dritto dritto alla vostra fazione; capirete quindi quanto sia importante che il Senato vi affidi il comando di una campagna militare.

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