sfidAAR2: DAoS, Patriarcato di Aquileia

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Dark_Angel_Of_Sin, 25 Settembre 2010.

  1. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Obbiettivi a breve (verifica)
    1)espandersi in africa OK
    2)espandersi in america OK
    3)guerra vittoriosa con l'austria OK
    4)aumentare il prestigio NO

    Obbiettivi a breve (nuovi)
    1)espandersi in africa
    2)espandersi in america
    3)espandersi in asia/oceania
    4)aumentare il prestigio

    saluti
    DAoS

     
  2. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Tratto dal "Diario Coloniale, le mie avventure in giro per il mondo" di Vittorio Zucchi (1530-1603), Stampatore Aldo Manieri, Roma, 1602.

    Capitolo II "Al comando del nono squadrone 'Destrieri Bianchi' di cavalleria, del secondo reggimento 'Serenissima' 1560-1564"

    [omissis]

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 11 Maggio 1561
    Primo anno da comandante di squadrone! oggi siamo sbarcati nell'isola di Zanzibar, occupata da qualche migliaio di ribelli, ma grazie alle abilità tattiche dei miei superiori ed il mio coraggio siamo riusciti a sconfiggerli, con pochissime perdite. Il mio squadrone ha avuto l'onore di entrare per primo nella cittadella, anche se non siamo stati accolti come liberatori.. questi maledetti africani non capiscono che staranno molto meglio sotto il Patriarcato, salvandosi dalle fiamme dell'inferno! Mentre sto scrivendo i miei commilitoni stanno distruggendo le truppe dello Swahili sulla costa africana, la fine di quel misero Stato è segnata!

    [omissis]

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 30 Settembre 1561
    Vittoria! Gli africani si sono arresi pochi giorni fa, l'isola è finalmente nostra. Al momento non abbiamo ordini specifici, a parte fungere da polizia; i miei uomini bramano la battaglia mentre ci tocca fare da guardie! spero che il Patriarca mandi presto i nostri sostituti e ci impegni in qualche gloriosa impresa.

    [omissis]

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 12 Gennaio 1562
    Comincia a piacermi la vita di guarnigione, c'è molta calma e non rischiamo di perdere la vita in assalti sanguinosi.. Oggi è arrivata una goletta con i primi missionari che si occuperanno dell'anima degli abitanti. Ovviamente a noi spetta proteggerli, ma non ho dubbi che non sarà un compito gravoso, in quanto la popolazione ha finalmente compreso quanto sia meglio il Patriarca; il tenore di vita di questi africani è nettamente migliorato, grazie alla nostra presenza.

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 13 Gennaio 1562
    Ho conosciuto il missionario, ad una cena organizzata dal mio comandante, colonnello Marsi; questo prete è particolarmente acuto: ci ha perfino intrattenuti in un'arguta discussione sul Nuovo Testamento, molto interessante anche se penso dovrei riprendere gli studi per apprezzare al meglio. Del resto nulla, solita routine di controllo del territorio.

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 14 Gennaio 1562
    La missione è stata finalmente completata, penso che comincerò a frequentare quei corsi di dottrina, tanto non c'è nulla da fare in questo posto, a parte le cavalcate di addestramento, che cominciano a diventare noiose.. quest'isola è troppo piccola!

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 15 Gennaio 1562
    Oggi ho cominciato il catechismo, nella scuola di padre Diego, il missionario capo, ma non ci ho capito nulla in quanto la lezione era tutta nella lingua locale, chissà come fa a saperla! Me la farò insegnare, tanto per fare qualcosa d'interessante, da quel frate dell'Ordine Patriarcale che è giunto qui al seguito della missione.

    [omissis]

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 29 Gennaio 1562
    Il corso di lingua locale procede bene, oggi sono riuscito a rivolgere la parola ad alcuni nativi, durante un giro di pattuglia; tuttavia ho capito solo metà di quello che mi hanno risposto, accidenti! Fortunatamente oggi è giunta un'altra goletta, con finalmente un'pò di vino! non ne potevo più della brodaglia che i nativi spacciano per una bevanda sana.. fortunatamente il nostro missionario li riporterà alla vera fede, e quindi noi ad una vita decente!

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 30 Gennaio 1562
    Ieri cena mensile con i comandanti e le persone più in vista dell'isola, cioè i missionari ed alcuni capi clan africani. Sorprendentemente questi parlavano un latino migliore del mio, fastidiosissimo! mancava poco che mi correggessero le declinazioni.. tuttavia paiono collaborativi, ma questo dovrà deciderlo il colonnello, che deve trattare con loro; io, fortunatamente, devo occuparmi solo di funzioni di polizia, lasciando la politica ai gradi più alti. Nonostante questo oggi mi hanno fissato una riunione con alcuni capi tribù, per concordare un servizio di polizia misto, non mi fido di loro, ad ogni modo.

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 1 Febbraio 1562
    La riunione di ieri è andata benone, questi indigeni mi sorprendono sempre di più; ma anche io mi sono sorpreso, ho provato a parlare nella loro lingua e ci sono riuscito! ovviamente avevo un interprete a controllare, acciocché non prendessi molte cantonate. Alla fine abbiamo deciso di addestrare alcuni uomini alle nostre tattiche, per fare in modo di costituire questa polizia locale. Tra l'altro oggi è arrivata la solita goletta, che ci ha portato notizie importanti: il Cancelliere in persona ha intenzione di venire qui in visita, per fondare un monastero del suo Ordine, in dicembre. Questo vorrà dire lavoro supplementare per proteggerlo, e spero anche paga extra per me ed i miei uomini.

    [omissis]

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 5 dicembre 1562
    Oggi è arrivato il Cancelliere, me lo immaginavo più epico! invece era un vecchio, vestito di un vecchio saio marrone sbiadito.. e il nostro glorioso Stato deve avere una persona simile a capo di un ufficio così importante?!?

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 6 dicembre 1562
    Ritratto le dichiarazioni di ieri.. Il Maestro è una persona molto saggia ed arguta, come ho avuto modo di constatare nei suoi discorsi ieri sera a cena e questa mattina al pranzo dei notabili. Ad ogni modo ripartirà tra una settimana, lascerà qui un luogotenente per sovrintendere alla creazione del monastero. Oggi sono anche cominciati ufficialmente i corsi di addestramento militare per i nativi e, devo ammettere, si sono comportati molto bene.

    [omissis]

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 25 Febbraio 1563
    La vita scorre tranquilla sull'isola. Oggi ho deciso di prendermi un'pò di giorni di riposo sul continente, il tenente Baldovich, del terzo squadrone, mi ha detto che è una provincia molto tranquilla e bella da visitare.

    [omissis]

    Goletta Bellerofonte, Stretto di Zanzibar, 7 Aprile 1563
    Ho lasciato lo squadrone al mio vice, il sottotenente Toger, ed oggi sono partito per Mogadiscio! Ho scritto una lettera ai miei ex-compagni della scuola ufficiali di Trieste, di stanza in quella provincia.. mi sa che mi aspetteranno dieci giorni di divertimento! finalmente, direi, dopo due anni di presidio in un isola inutile!

    [omissis]

    Palazzo del Governatore Patriarcale, Mogadiscio, 10 Aprile 1563
    Dopo due giorni di festeggiamenti mi sento un'pò distrutto.. ma avrò tempo per riprendermi al presidio! e via con un'altra festa! per fortuna mi hanno alloggiato in una camera al piano terreno, sennò non ce la farei a salire le scale!

    [omissis]

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 20 Aprile 1563
    Di nuovo al presidio, dopo la pausa sul continente è sempre più pesante riprendere il servizio. Ma tant'è che tocca, gli ordini sono ordini. Oggi mi è toccato supervisionare i primi passi della nuova milizia locale, si sono comportati abbastanza bene con le armi bianche, ma con gli archibugi proprio non ci siamo, mi sa che scriverò al colonnello per non farglieli usare, potrebbero diventare pericolosi. Non ho la minima intenzione di fronteggiare ribelli esperti nell'uso di armi da fuoco, se si può evitare.

    [omissis]

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 29 Dicembre 1563
    La nuova milizia ha preso servizio, ma pare che sarà inutile.. La goletta di oggi ci ha portato la notizia che delle truppe sono in viaggio, per presidiare questi territori. Per noi ci sarà un nuovo incarico, immagino. Tenere tremila uomini di stanza su quest'isola mi pare francamente inutile. Del resto giornata passata a ri-addestrare le truppe, ne avranno bisogno dopo gli ozi di guarnigione! chiaramente anche io ne avrò bisogno, per scacciare la noia di questa vita da presidio..

    [omissis]

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 8 Maggio 1564
    Tra dieci giorni arriveranno i rinforzi, e noi via! verso l'ignoto! Il colonnello ha ricevuto oggi gli ordini sigillati del Patriarca, e questa sera terrà una riunione con i comandanti, finalmente sapremo! non vedo l'ora di partire di nuovo!

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 9 Maggio 1564
    America! ci manderanno in America! Il colonnello Marsi ci ha riferito gli ordini del Patriarca ieri sera, siamo tutti entusiasti! Ho deciso di chiedere al comandante una settimana di permesso per i miei uomini, il viaggio verso la nostra meta durerà un sacco, ed hanno bisogno di svagarsi. Appena ritornano faremo un sacco di esercitazioni, per tenerci pronti, mentre la milizia terrà d'occhio le strade.

    [omissis]

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 17 Maggio 1564
    I rinforzi sono in arrivo, già si vedono le navi all'orizzonte! sono molto diverse da quelle che ci avevano portato qui, chissà magari sono più veloci di quelle sconquassate galee che ci portarono qui tre anni fa.. speranza! intanto tutti i miei uomini sono ritornati dal riposo e pronti a combattere per l'onore del Patriarcato. Ho detto loro di pulire le uniformi e lucidare l'equipaggiamento, il cambio della guardia di domani si preannuncia epico!

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Zanzibar, 18 Maggio 1564
    I rinforzi sono sbarcati questa mattina, il mio squadrone li ha accolti per primo, con le spade sguainate e le lance in resta; il nostro vessillo garriva al vento; mi hanno detto che un pittore stava anche facendo dei bozzetti tanto era epica quella scena. Dopo le varie celebrazioni siamo ritornati al nostro quartier generale, per un incontro tra noi, i comandanti delle truppe appena arrivate ed i notabili del luogo. I reggimenti sono stati riorganizzati ed ora facciamo parte del I Corpo di Cavalleria Coloniale comandato dal generale Agostini, assieme al terzo reggimento di cavalleria, del colonnello Volcich.

    Capitolo III "Al comando del nono squadrone 'Destrieri Bianchi' di cavalleria, del secondo reggimento 'Serenissima' del I Corpo di Cavalleria Coloniale' 1564-1570"

    Nave da trasporto Alliata, Porto di Zanzibar, 19 Maggio 1564
    La partenza è fissata per domani, abbiamo già cominciato a caricare i cavalli e le provviste, un lavoro da schiavi, ma saremo presto liberi di scorrazzare per le pianure centroamericane! anche se mi hanno detto che il viaggio prenderà dieci mesi, dobbiamo passare l'Africa ed i caraibi prima. Fortunatamente mi piace il mare, i miei uomini ed i cavalli sono stati addestrati anche a questo! Comunque questa sera darò libera uscita a tutti i miei uomini, che festeggino!

    Nave da trasporto Alliata, Stretto di Zanzibar, 20 Maggio 1564
    Partiti! la flotta è salpata questa mattina dall'isola e ci stiamo addentrando nell'oceano. prossima tappa le colonie castigliane dell'africa del sud, tra pochi giorni. Il morale dei miei uomini è alto, spero resti così per tutto il lungo viaggio.. Dovremo arrivare carichi in America! Forse dovevo portare con me l'africana che ho avuto ieri, figlia di un grosso capo locale.. peccato.. Chissà se la reincontrerò mai!

    [omissis]

    Nave da trasporto Alliata, Africa Sud-Orientale Castigliana, 26 Maggio 1564
    Prima tappa del nostro viaggio, ci fermeremo in questa colonia un solo giorno, per far sgambettare un'pò i cavalli e rifornirci di provviste, la prossima tappa seria sarà solamente tra tre mesi, nel frattempo dovremo ancora aspettare.

    [omissis]

    Palazzo del Governatore, Loanda, 18 Agosto 1564
    Una colonia amica, finalmente qualcuno che parla la nostra lingua! di nuovo rifornimenti e libertà per i cavalli, questa volta per una settimana; non troveremo altre nostre colonie fino alla sconfitta degli americani. Ci hanno anche assegnato una caserma, mentre le navi sono in riparazione. Tra l'altro ho incontrato mio cugino, frate dell'Ordine, che ci seguirà nel viaggio, assieme a due suoi colleghi. Tipo strano questo Mattia, ma mi porta informazioni sui miei genitori e parenti, dalla lontana Romagna. Quando finirà questa storia dovrò ritornare a casa, comincia a mancarmi dopo quattro anni..

    [omissis]

    Nave da trasporto Alliata, Africa Nord-Occidentale Castigliana, 12 Ottobre 1564
    Ultima tappa prima dell'oceano vero e proprio. Fermata di due giorni in questa colonia, dove tutti parlano castigliano! lingua particolarmente fastidiosa alle mie orecchie, ma almeno comprensibile! ho lasciato in libertà i miei uomini, spero non facciano danni, le autorità castigliane non sono tanto comprensive come quelle Patriarcali.. anche perché siamo noi stessi le autorità Patriarcali!

    [omissis]

    Nave da trasporto Alliata, Colonia Castigliana di Recife, 29 Dicembre 1564
    L'oceano è finito, ora solo navigazione sotto costa per ancora un paio di mesi. Almeno vedremo il paesaggio! ero stufo di giorni e giorni di mare aperto. Ad ogni modo ci fermeremo a Recife un paio di giorni, per fare rifornimento e passare la fine dell'anno sulla terraferma, ne abbiamo tutti bisogno.

    [omissis]

    Nave da trasporto Alliata, Colonia Castigliana di Cuba, 15 Febbraio 1565
    Ultima fermata, qui staremo fermi per quasi una settimana, per riprenderci dal viaggio e preparare i piani per l'invasione. Le navi minori mandate in avanscoperta pochi giorni fa dovrebbero raggiungerci alle prime luci dell'alba di domani.

    Nave da trasporto Alliata, Colonia Castigliana di Cuba, 16 Febbraio 1565
    Il posto è veramente bello, tranquillità e tempo mite, magari mi trasferirò qui dopo la pensione! ad ogni modo stasera ci sarà una riunione tattica con il comandante, per studiare i piani di guerra, usando le informazioni delle navi esploratrici, poi bisognerà reimbarcarsi e prepararsi al combattimento.

    [omissis]

    Nave da trasporto Alliata, Baia del Belize, 19 Febbraio 1565
    Vediamo già la costa, i miei uomini sono carichi e pronti per la battaglia. Gli esploratori ci hanno informato che le coste sono basse e sabbiose, non è l'ideale per uno sbarco in massa, ma tant'è.. Oggi andrò a dormire presto, domani sarà una giornata campale.

    Nave da trasporto Alliata, Baia del Belize, 20 Febbraio 1565
    Vediamo già la costa, i miei uomini sono carichi e pronti per la battaglia. Gli esploratori ci hanno informato che le coste sono basse e sabbiose, non è l'ideale per uno sbarco in massa, ma tant'è.. Oggi andrò a dormire presto, domani sarà una giornata campale.

    Quartier Generale Provvisorio del I Corpo di Cavalleria Coloniale, Yucatan, 21 Febbraio 1565
    Sbarcati! Non abbiamo trovato nessuna resistenza da parte dei nativi, che anzi sembrano accoglierci calorosamente, anche se nessuno capisce cosa si dicono a parte un assistente di mio cugino Mattia, che ci assicura che è tutto a posto; dovremmo fidarci di questi monaci?

    Quartier Generale Provvisorio del I Corpo di Cavalleria Coloniale, Yucatan, 22 Febbraio 1565
    Oggi abbiamo incontrato e distrutto un esercito nemico, questi pazzi combattono con spade e lance, è stato facile sbaragliarli con la nostra cavalleria, ed il suo uso sapiente, ovvio! tra pochi giorni cominceremo la marcia verso nord-est, mentre il II Corpo si occuperà della parte meridionale.

    [omissis]

    Quartier Generale Provvisorio del I Corpo di Cavalleria Coloniale, Campeche, 5 Marzo 1565
    Abbiamo sconfitto di nuovo i nativi, senza difficoltà. Questa guerra si sta rivelando una passeggiata per noi, non so davvero se questi indigeni ce la faranno a mettere in campo forze decenti; vincere un siffatto avversario non porta gloria!

    Quartier Generale Provvisorio del I Corpo di Cavalleria Coloniale, Campeche, 6 Marzo 1565
    Ci è giunta notizia che gli uomini del II hanno incontrato una fiera resistenza al Sud, beati loro! hanno dimostrato il loro valore mentre noi stiamo qui a dare la caccia a dei selvaggi..

    [omissis]

    Quartier Generale Provvisorio del I Corpo di Cavalleria Coloniale, Petén, 20 Marzo 1565
    Altra provincia conquistata senza combattere, e sempre con i maledetti monaci alle calcagna. Sembra che siano ovunque! Ho sentito che hanno fondato un monastero dell'Ordine nello Yucatan, poco dopo la nostra partenza, per amministrare la provincia fino all'arrivo della nostra amministrazione, dicono. Hanno sempre servito bene lo Stato, ma sono ancora affidabili? Discutere col cugino Mattia.

    [omissis]

    Quartier Generale Provvisorio del I Corpo di Cavalleria Coloniale, Campeche, 10 Maggio 1565
    Siamo dovuti tornare indietro, per via delle voci di un invasione dal nord; voci fondate, un'armata di indigeni, non so se erano gli stessi che abbiamo sconfitto, ha attaccato il forte della città, ma siamo riusciti a sbaragliarli in tempo per evitare la presa della città. Finalmente hanno cominciato a combattere decentemente! Il comandante ha deciso di continuare l'avanzata verso est, in quanto il II si occuperà del resto.

    [omissis]

    Quartier Generale del I Corpo di Cavalleria Coloniale, Yucatan, 15 Giugno 1565
    Abbiamo firmato una tregua con i nativi. Domani una loro delegazione sarà in città per firmare la resa, ho come l'impressione che ci sia lo zampino dell'ordine in tutta questa faccenda.

    Quartier Generale del I Corpo di Cavalleria Coloniale, Yucatan, 16 Giugno 1565
    La delegazione nemica è arrivata ed ha accettato le condizioni di pace: Honduras, Belize, Campeche e Yucatan sono passati sotto la nostra sovranità, almeno non sono isole! questa cerimonia è stata un'altra occasione per i miei uomini di esibire le loro uniformi e far scintillare l'acciaio. Si prospetta, quindi, un altro periodo di presidio, anche se questa volta l'ambiente è migliore, praterie sconfinate nelle quali cavalcare ed una popolazione più simpatica di quella africana!

    Quartier Generale del I Corpo di Cavalleria Coloniale, Yucatan, 17 Giugno 1565
    Primo giorno di pace, il mio squadrone ha ricevuto l'ordine di raggiungere Campeche, assieme al nostro reggimento. Il nostro compito sarà quello di controllare la provincia, mentre gli altri tre reggimenti si occuperanno delle altre. Si preannuncia una lunga pausa di pace, in quanto ho scoperto che i nativi sono molto docili e simpatici, non mi aspetto grosse rivolte!

    [omissis]

    Quartier Generale provvisorio del IX Squadrone di Cavalleria, Campeche, 28 Giugno 1565
    Siamo finalmente arrivati in quella che sarà la nostra casa, fino a nuovo ordine. L'alloggiamento è abbastanza gradevole, anche se l'architettura dei nativi è ardua da capire! Il mio comandante ha fatto richiesta per architetti, missionari ed amministratori, governare una provincia non è il suo forte, proprio!

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Campeche, 29 Giugno 1565
    Abbiamo formalmente preso possesso dei nostri alloggiamenti, quanto tempo che non sentivo qualcuno dire 'Quartier Generale del nono squadrone'!

    [omissis]

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, Campeche, 4 Luglio 1565
    Gli amministrativi sono arrivati ed hanno preso in carico il governo della provincia, anche i missionari sono arrivati: a loro spetterà la cura delle anime di questi poveri pagani. Inoltre stanno cominciando a dividere il territorio tra gli squadroni, a noi toccherà il villaggio 'Campeche 05', nome orribile di suddivisione amministrativa. Penso che lo ribattezzeranno in seguito col nome di un santo, come al solito. Coi noi partiranno anche architetti ed amministratori, per i religiosi dovremo aspettare, anche se ci anno già affibbiato un paio di frati dell'Ordine, ma non c'è mio cugino, che ho sentito ha preso un'incarico di rilievo nella capitale, Yucatan.

    [omissis]

    Quartier Generale del IX Squadrone di Cavalleria, San Biagio (già Campeche 05), 25 Gennaio 1570
    Dopo dieci anni di comando hanno deciso di promuovermi colonnello, al posto di Rinaldo Fortunati che, nonostante il nome, è morto cadendo da cavallo l'altro ieri mattina. Domani dovrò andare dal buon vecchio Marsi, ex-colonnello ed ora governatore della provincia, per il giuramento. Buona fortuna al nuovo tenente Toger! e buona fortuna anche a me!
     
  3. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    ho provato a modificare un'pò lo stile degli intermezzi narrativi, fatemi sapere i vostri pareri!

    saluti
    DAoS
     
  4. nirian

    nirian Guest

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    svolta stilistica con diari, più agevole da gestire, diversi dallo stile purfiano in quanto estremamente asciutti :D

    che fine ha fatto il prof? :confused:

    se non torna più ci riveli perché la sua storia è cominciata nel 1971 e non in un altro anno del futuro tipo un banale 2010? :sbav:
     
  5. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    ringrazio!
    cmq il buon professore è sempre presente, come vedi è spuntato anche nel diarietto :D
    domani, se riesco, gli ultimi anni del secolo!

    saluti
    DAoS

    p.s.
    ancora domani :D comunque avevo pensato a lungo sulla data da scegliere come inizio, ma non mi ricordo più perché ho scelto proprio il '71 XD
     
  6. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il patriarcato di Niccolò III - parte 1

    Alla fine di agosto del 1595, l'ennesimo attentato contro Antonio III riuscì, ed i mandanti non vennero mai trovati. Il consiglio elettivo si riunì immediatamente, all'inizio di settembre, e 18 giorni dopo venica eletto Niccolò Zerchi da Padova, con il nome di Niccolò III. Questi aveva scalato la gerarchia patriarcale sotto Antonio III, diventando rettore del ministero per l'amministrazione dello Stato, prima della legge per la laicizzazione delle cariche amministrative. Dopo l'approvazione di questa legge Niccolò si vide affidata la direzione ecclesiastica della prestigiosa provincia d'Istria; dove ebbe ancora modo di dimostrarsi acuto ed intelligente, anche se poco diplomatico. Nel frattempo la guerra contro il Congo continuava.
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    Pochi giorni dopo, il 9 ottobre, le truppe patriarcali raggiunsero la provincia di Ndongo, scontrandosi contro l'esercito del capo congolese Ilunga Tayot. La battaglia venne vinta dopo 12 giorni di combattimenti nelle selve dalle truppe aquileiesi. Così il Congo venne costretto alla pace, cedendo Ndongo ed una grossa somma di denaro.
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    Pochi mesi dopo la pace interna, raggiunta recentemente, fu nuovamente scossa da una rivolta nobiliare, capeggiata da Paolo Barberini, parente dell'altro famigerato ribelle. Fortunatamente, questa volta, la rivolta fu facilmente domata, anche se alcuni ribelli riuscirono a fuggire. Nello stesso periodo anche Napoli entrò finalmente a far parte dei domini patriarcali e la cultura siciliana accettata ufficialmente. Ci vollero altri mesi per porre fine alla rivolta del Barberini, che riuscì anche a spuntarla nella prima battaglia di Ancona contro le truppe patriarcali, nel maggio del 1596, quando il generale Filippo della Scalla riuscì ad annientare la forza ribelle.
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    Qualche mese dopo, nel luglio dello stesso anno, l'Orda d'Oro, sconfitte le tribù ad oriente, decise di voltare la sua attenzione all'europa, dichiarando guerra al Patriarcato ed alla Lituania.
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    Il primo assalto, nella provincia di Budjak venne respinto, seppur con ingenti perdite. Dopo questa vittoria e l'arrivo dei rinforzi il Patriarca decise di passare all'offensiva, attaccando i nemici sconfitti nella provincia di Cherson. Fu una nuova vittoria per le forze patriarcali, che misero sotto assedio quella provincia.
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    La provincia fu presa grazie ad un assalto pochi giorni dopo, tuttavia le truppe esauste furono attaccate da una grossa armata dell'Orda, che riuscì ad annientare le forze patriarcali ed a riprendere la provincia. La guerra fu nuovamente riportata nei territori patriarcali, con l'assedio di Budjak. Il Patriarca si vide quindi costretto a richiamare tutte le truppe disponibili per far fronte alla moltitudine di uomini schierati dall'Orda, ed ad accettare una pace bianca con il Marocco.
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    La forza d'invasione venne quindi respinta, seppur dopo la perdita di Budjak. Altre truppe vennero reclutate per riprendere l'offensiva e cercare di chiedere una pace, velocemente. Il grande dispiegamento di forze patriarcale riuscì a riprendere la provincia, nel luglio del 1597. La frontiera venne quindi rafforzata, nell'attesa di altre truppe per attaccare gli infedeli nelle loro terre.
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    Pochi mesi dopo, nell'agosto dello stesso anno, Cherson venne nuovamente cinta d'assedio e le truppe dell'Orda sconfitte ripetutamente mentre cercavano di sfondare le linee patriarcali. Nello stesso periodo il Patriarca decise di espandere la marina e le colonie di Luanda, Little Karoo e Cape.
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    Qualche mese dopo Cherson cadde e l'Orda chiese una pace bianca, che venne accettata. Il Patriarca si vide costretto a questa pace dalle condizioni disastrate dell'esercito e dai molti segnali di rivolta.
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    Nel frattempo l'Austria aveva dichiarato guerra a Bisanzio e rivolte erano scoppiate a Taodenni ed a Ersekujvar. Le due rivolte vennero domate, anche se non si riuscì ad impedire che i ribelli facessero danni alle città assediate. Altre armate vennero nel frattempo reclutate ed inviate ai confini.
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    Nell'agosto del 1598 una rivolta eretica scoppiò in Liguria, provincia non ancora convertita, subito dopo la partenza della nave 'Superba' alla volta dell'America del Nord; era stata infatti scoperta una provincia non colonizzata tra i domini portoghesi e quelli castigliani.
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    L'anno successivo, nel mese di febbraio, si assisté ad una vera e propria rivoluzione agricola nella provincia di Gabes, che consentì l'aumento della produttività e quindi del denaro ricavato dalle tasse di quella provincia.
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    La rivolta ligure fu domata ma i ribelli si raccolsero nella piazzaforte di Modena, riuscendo anche a respingere alcuni assalti delle armate patriarcali. Nello stesso periodo la prima colonia patriarcale nell'America del Nord fu fondata nella provincia di Pennacook.
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    Solamente nel dicembre del 1599 i rivoltosi eretici vennero sconfitti, dal generale Filippo della Scalla, nell'ennesima battaglia di Modena; questo successo permise al generale, già vittorioso in molte campagne al comando della Cavalleria Patriarcale, di ricevere, direttamente dalle mani di Niccolò III, l'aquila d'oro con spade, foglie e gemme, la più alta onoreficenza del Patriarcato, e la carica di governatore della, ora ricca, provincia di Gabes, nella Tunisia patriarcale.
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    Nello stesso periodo vennero reclutati due corpi di presidio, e subito inviati, a bordo della flotta oceanica, nella colonia del Congo, per prevenire eventuali azioni bellicose da parte del re di quello stato.
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  7. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Europa Nord-Orientale
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    Europa Sud-Orientale
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    Europa Nord-Occidentale
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    Europa Sud-Occidentale
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    Grafici Vari
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    Situazione Mondiale
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    Aquileia e Vassalli
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    Relazioni Amichevoli
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    Relazioni Ostili
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  8. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Obbiettivi a lungo termine (scadenza 1600):
    1) controllare tutta l'italia odierna OK
    2) espandermi nei balcani OK
    3) espandermi nella mitteleuropa OK
    4) cominciare a colonizzare OK

    Obbiettivi a lungo termine (scadenza 1800):
    1) espandermi in america del Nord
    2) espandermi in Asia
    3) espandermi verso oriente (turchia, arabia)
    4) essere avanti a tutti in almeno tre tecnologie (su 5)

    saluti
    DAoS
     
  9. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Tratto dal libro "Al servizio del CCSP" di Farouk Al-Azred (1565-1630), Stampatore Heinrich Grunwald, Vienna, 1625.

    Parte Prima "Il Seminario", Capitolo I "1580"
    Il 15 gennaio del 1580, anno del mio quindicesimo compleanno, la mia famiglia mi fece partecipare agli esami di ammissione per il seminario dell'Ordine Patriarcale di Zanzibar. Li superai e riuscii ad entrare in quella prestigiosa scuola; questo mio ingresso fece crescere di molto il prestigio della famiglia, che già mi immaginava abate del locale monastero. Alla fine del mese ci entrai ufficialmente come novizio.
    [omissis]

    Parte Seconda "In Europa", Capitolo I "1586"
    Ero riuscito a diplomarmi con ottimi voti al seminario dell'Ordine. Così ritornai a casa per passare un paio di mesi in tranquillità e decidere del mio futuro. Così ripresi la vita laica, in quanto non avevo preso i voti nel seminario; tuttavia questa vita tranquilla ebbe termine dopo pochi giorni, quando mi arrivò una lettera sigillata, dal priore del monastero. Con questa mi si chiedeva di entrare ufficialmente, da monaco, nell'Ordine, grazie ai miei meriti e, pensai, all'influenza della mia famiglia. Così accettai la proposta e, dopo qualche mese presi, finalmente, i voti da monaco.
    Ad ogni modo, anche la mia vita da monaco ebbe presto termine, in quanto il mio buon lavoro da traduttore venne notato dall'abate, che decise di far presente all'ufficio centrale dell'Ordine queste mie qualità. Nel giugno dello stesso anno venni quindi convocato nell'ufficio dell'abate, che mi chiese se avessi voluto accettare l'incarico di traduttore dal tedesco ad Aquileia, la capitale del Patriarcato; date le recenti tensioni con i paesi dell'area germanica, avevano bisogno di aumentare l'organico. Ovviamente accettai, il trasferimento nella capitale avrebbe aumentato il prestigio della mia famiglia, nonché le mie possibilità di avanzamento; quindi corsi subito da loro, per informarli del fatto e cominciare a fare i bagagli, in quanto la partenza era fissata da lì a tre giorni. Il primo giorni di Luglio ero quindi sul molo del porto di Zanzibar, in attesa dell'imbarco, con tutta la mia famiglia, che mi aveva già dato la sua benedizione. La nave era una caravella, adatta ai viaggi mercantili, ed il suo itinerario mi avrebbe portato, insieme a svariate mercanzie, al Cairo, in Egitto; poi avrei dovuto proseguire da lì verso il monastero di Alessandria, in territorio patriarcale. Appena ebbero finito di caricare le merci mi imbarcai, ed attesi sul ponte superiore la partenza; i miei occhi erano rigati di lacrime mentre la nave lasciava il porto: non sapevo che quella sarebbe stata l'ultima volta che vedevo la mia famiglia al completo ma, in fondo al mio animo, lo supponevo.
    La caravella, 'San Nazario', prese velocemente il mare, spinta da un vento abbastanza forte. Rimasi fino a sera a guardare le acque ed a rimuginare sul mio futuro nella capitale; qualche ora dopo venni chiamato per la cena, ero infatti trattato come un ospite di riguardo. Non c'erano molte persone alla tavola del Capitano della nave, Abdul Qadani; io, lui, il suo vice, tenente Bahkash; un mercante egiziano, Hasim Anwar; ed un altro monaco dell'Ordine, il cui nome era Ruggero Acuto da Londra. Quest'ultimo contrastava molto con l'ambiente in quella cabina, se ne stava sulle sue, silenzioso ed assorto, mentre noi 'africani' chiacchieravamo, cioè mentre il mercante ci narrava dei suoi fantastici viaggi. Dopo circa tre ore ci accomiatammo e ci dirigemmo verso le nostre
    cabine, mentre stavo per entrare nella mia il monaco mi fermò e mi disse che era stato mandato per assicurarsi della buona riuscita del mio viaggio. Mi sentii all'improvviso importante: il Rettore dei traduttori in persona mi aveva assicurato la protezione!
    [omissis]
    Dopo tre mesi di viaggio arrivai finalmente ad Alessandria, non avevo mai visto una città così grande, mi sentii sbigottito; ma la mia guida, frate Ruggero, mi rassicurò. In linea con la grandezza della città, il monastero locale era una struttura davvero imponente; successivamente scoprii che alloggiava circa un migliaio di monaci. Fortunatamente la foresteria era ben attrezzata ed il mio alloggio confortevole. Il mio accompagnatore, dopo avermi fatto vedere la stanza, si allontanò, dicendomi che si recava da alcuni amici e che restassi nella mia stanza, fino al servizio del vespri. Non lo rividi che il giorno dopo, a pranzo, quando mi si avvicinò e mi disse di preparare i bagagli, la partenza era fissata di lì a un'ora. Così cominciò anche il mio ultimo viaggio, il più breve, verso la capitale.
    [omissis]
    In ottobre approdai, finalmente, nella capitale, Aquileia. A prima vista mi parve solamente una cittadina, molto più piccola di Alessandria, sicuramente inadatta a fare da capitale ad un così grande Stato. Tuttavia molto presto mi dovetti ricredere, quando arrivai presso il rettorato dei traduttori, un grande edificio nella periferia, in quanto la città era formata solamente da uffici amministrativi. Così mi presentai, con la lettera dell'Abate di Zanzibar, dal Rettore dell'ufficio che mi accolse calorosamente e mi informò dei miei compiti e doveri; la data di inizio del mio lavoro venne fissata di lì ad una
    settimana, per lasciarmi il tempo di ambientarmi nella nuova città.
    [omissis]

    Parte Seconda "In Europa", Capitolo III "1588"
    [omissis]
    Era una piovosa giornata di dicembre quando, mentre stavo lavorando ad alcuni documenti diplomatici austriaci, il mio diretto superiore, frate Tommaso, mi venne ad avvisare che il Rettore mi voleva a colloquio. Al mio ingresso nel suo studio trovai un frate molto anziano seduto davanti alla scrivania del Rettore, il quale me lo presentò come frate Marco Cariti da Brescia, vicerettore per gli affari esteri del CCSP. M'inchinai in segno di rispetto ed accolsi il suo invito a sedermi, nonostante la sua età frate Marco mi squadrò con occhi ancora svegli ed acuti e mi disse che sarebbe stato felice di avermi nel suo vicerettorato, in quanto aveva intenzione di espandere gli interessi dell'Ordine nell'area germanica. Era un'offerta che non potevo rifiutare, così accettai
    e andai a prepararmi per il nuovo incarico. La mattina seguente passai a salutare i miei compagni dell'ufficio, poi presi i bagagli e mi trasferii nella sede del vicerettorato degli esteri del CCSP, in centro città. Ebbi subito una stanza nel corpo adiacente all'edificio centrale, come gli altri monaci impiegati in quegli uffici. Passai il resto della giornata a visitare gli uffici.
    Il giorno successivo prestai giuramento, con altri nuovi colleghi arrivati in quei giorni, e subito dopo cominciai il lavoro. Questo consisteva sempre nella traduzione di documenti, ma questa volta si trattava di minute della cancelleria asburgica, recuperate chissà in quale modo, ma avevo giurato di non farmi domande su quelle carte. In questo modo passai i seguenti giorni, lavorando e conoscendo i miei nuovi colleghi.

    Parte Terza "Agente del CCSP", Capitolo I "1589"
    Il gennaio seguente non portò grandi novità, se non l'inizio dei corsi di addestramento; eravamo tutti considerati agenti, anche se non operativi, e dovevamo diventare abili in un mucchio di cose, dalla corsa al combattimento, dal camuffamento alle scalate. Pensai che tutto questo contrastasse con i voti pacifici che avevo preso anni prima, ma non mi feci domande, ero giovane e pieno di energie.
    [omissis]
    Ad ottobre ebbi il primo incarico da agente, era infatti prassi diffusa far prendere parte alle missioni anche ai monaci impiegati in ufficio. Era un incarico molto semplice, andare in Austria a tradurre alcune carte in velocità, in quanto non potevano stare nelle mani dell'Ordine per molto tempo, e riportarle in fretta ad Aquileia. Così presi la prima diligenza di linea per Vienna.
    Ci arrivai dopo alcuni giorni e rimasi stupito dalla magnificenza di quella città, degna capitale di un grande regno; ma non ero là per fare il turista e mi diedi subito da fare per trovare il mio contatto, un frate gesuita che lavorava presso l'ambasciata patriarcale. In seguito scoprii che il fatto che fosse gesuita era solo una copertura, era infatti un agente del CCSP, un operativo a differenza di me. Ad ogni modo lo incontrai, mi disse di prendere alloggio presso una locanda là vicino, gestita da un oste amico del governo aquileiese e di aspettarlo là.
    La mattina successiva il gesuita arrivò con i documenti, almeno una decina, che copiai in fretta e furia, riconsegnandoglieli un paio di ore dopo; lui si complimentò con me del lavoro ed andò via. Me ne andai anche io, per ritornare vittorioso al mio ufficio nella capitale.
    [omissis]
    Appena fui ritornato, consegnai i documenti al mio superiore e mi presi i giorni di pausa previsti. Avevo bisogno di scaricare la tensione accumulata in quei due giorni di missione, ero stato impiegato come spia, non avrei mai creduto possibile una cosa simile. Quando ritornai sul lavoro mi venne detto che per la bontà del mio lavoro il vicerettore mi avrebbe assegnato un encomio, semplice, ma pur sempre un encomio; decisi di comunicare la buona novella alla famiglia, anche se non potevo specificare il motivo.
    [omissis]

    Parte Terza "Agente del CCSP", Capitolo V "1593"
    [omissis]
    Le mie missioni si stavano facendo sempre più frequenti; il vicerettore mi aveva infatti informato che aveva intenzione di promuovermi agente operativo quanto prima, visti gli ottimi risultati conseguiti nelle recenti, e sempre più difficili, missioni. Era un altro avanzamento di grado, dopo quello di capo ufficio dell'anno precedente, che avevo piena intenzione di accettare, in quanto comportava privilegi e denaro in quantità.
    [omissis]
    Stavo lavorando ad alcuni rapporti, nel settembre di quell'anno, quando il vicerettore spuntò nel mio ufficio, lo feci accomodare, dopo i saluti di rito e lo pregai di dirmi il perché di quella visita, ricordo ancora, a distanza di più di trent'anni, quella conversazione
    "frate Ferruccio", 'Ferruccio Alasredo da Zanzibar' era infatti il mio nome da monaco, "ho intenzione di nominarti agente operativo di terzo livello" mi disse - "ne sono onorato, vicerettore" gli risposi - "comincerai tra una settimana, ti dò il tempo di propormi il tuo sostituto" - "sarà fatto, anzi ho già pronti un paio di nomi" - "sarebbero?" - "Pensavo ad Anselmo Grigi da San Biagio oppure Enrico Lessò da Marsiglia" - "ci penserò, fammi avere i loro curricula sulla scrivania al più presto" - "certo, vicerettore".
    Detto questo si alzò ed andò via, lasciandomi solo, a finire i rapporti ed a pensare se diventare agente operativo era veramente quello che volevo fare.
    [omissis]
    Dopo quella notte insonne mi presentai nell'ufficio del vicerettore, per accettare l'incarico; non sapevo esattamente quello che mi aspettava, ma speravo che le ricompense meritassero qualsiasi sforzo da parte mia. La mia nomina fu così ufficializzata e mi venne affidato il primo incarico, unirmi alla squadra che stava operando in Savoia, cercando di creare un casus belli contro quello Stato.
    [omissis]

    Parte Terza "Agente del CCSP", Capitolo VI "1594"
    La guerra venne dichiarata nel gennaio del 1594, mentre io mi trovavo, insieme a frate Alboino Grisi da Milano, ancora a Torino intento far sparire le nostre tracce, per evitare che la nostra operazione fosse scoperta dalla gendarmeria savoiarda. Dovevamo cercare di sparire, come già avevano fatto i nostri due colleghi, andati via per consegnare i rapporti più scottanti, ed andare incontro alle armate patriarcali che stavano avanzando. Ci demmo quindi alla macchia, per evitare i gendarmi, ma non bastò, avemmo, infatti, un breve scontro a fuoco con delle guardie, vicino alla frontiera durante gli ultimi giorni di Febbraio. Così ebbi il mio battesimo del fuoco ed uccisi il mio primo nemico; pochi giorni dopo riuscimmo a congiungerci alle forze di Matteo Medici di
    Marignano, comandante dell'armata patriarcale ed a trovare finalmente un rifugio sicuro.
    [omissis]
    In dicembre la guerra finì, e con essa la mia nuova missione. Decisi quindi di richiedere il doppio dei giorni di pausa concessi, per via delle due missioni compiute, e di recarmi alle famose terme di Milano, in compagnia del mio amico frate Alboino. La richiesta venne accettata, e mi fu anche concessa una promozione, per l'esito positivo delle missioni. Così decisi di festeggiare, anche per non pensare a quanti avevo ucciso in quell'anno. Notai che il mio amico non era per nulla scosso, ed anzi insisteva nel glorificare le nostre imprese. Tuttavia, dopo pochi giorni, lui si rese conto del mio stato e non fece
    più accenno alle nostre missioni, in quanto le mie insistenti minimizzazioni gli avevano fatto credere nella mia grande onestà e modestia.

    Parte Terza "Agente del CCSP", Capitolo VII "1595"
    La mia vita tranquilla a Milano, tutta riposo e letture, continuò fino alla metà di Gennaio, quando fui richiamato d'urgenza ad Aquileia. Il viaggio si svolse tranquillamente, data la buona rete stradale e la vigilanza dell'esercito. Una volta giunto nella capitale andai immediatamente dal vicerettore il quale per prima cosa si complimentò per gli ottimi lavori svolti, anche in quella circostanza minimizzai gli accaduti, per far tacere la mia coscienza, ma il vicerettore mi diede una promozione ed un nuovo incarico, che questa volta pareva molto più riposante dei precedenti, a Genova. Dovevo semplicemente aiutare il vescovo locale a sradicare l'eresia in quella provincia. Così ripartii di nuovo, assieme al mio nuovo compagno, frate Alfonso Lopes da Barcellona, giungendo a Genova pochi giorni dopo, dove incontrai il vescovo, uomo pragmatico, forse troppo. Questi ci informò subito della vera natura del nostro incarico, eliminare quanti più preti eretici possibili, infangando anche il loro nome, per non farne dei martiri. Era un incarico che francamente mi ripugnava, ma, avendo visto di che azioni il CCSP si era macchiato, non avevo il coraggio di rifiutare.
    [omissis]
    Finalmente fui richiamato ad Aquileia in Luglio, con la prospettiva di almeno un paio di settimane di pausa, dopo tutte quelle morti ero alquanto sconvolto. Tuttavia, appena giungemmo, Alfonso ed io, ad Aquileia venimmo subito inviati al cospetto del Maestro dell'Ordine in persona. Anche questa conversazione, avvenuta trent'anni fa, la ricordo con chiarezza, in quanto segnò per sempre il mio futuro.
    L'ufficio del Maestro era molto spazioso, con libri che occupavano tutte le pareti disponibili e, nel centro della stanza, una scrivania dietro la quale stava seduto Lui in persona, ero molto intimorito dalla sua presenza, nonostante fosse un vecchio.
    "buongionrno" ci disse "fratelli, sedete pure" ci sedemmo e continuammo a fissarlo "il vicerettore vi ha spiegato perché siete qui?" - "no, Maestro" gli risposi, in quanto più alto in grado "ci ha solo detto che era un affare di massima importanza" - "esatto" rispose tranquillamente "vi ricordate i voti di segretezza?" - "certo, Maestro" rispondemmo all'unisono - "molto bene" disse lui, sorseggiando del vino "è mia precisa intenzione, visti i vostri ottimi precedenti, di incaricarvi di eliminare il Patriarca" noi facemmo un salto sulla sedia, non riuscivamo a credere alle sue parole "avete giurato anche di difendere lo Stato, non chi ne è a capo" ci ricordò il Maestro - "certamente, Maestro" risposi io, intimorito - "eccellente, studiate un buon piano e riferitemi quanto prima, quest'affare deve rimanere tra me e voi" ci alzammo, salutammo ed uscimmo dalla stanza; appena fuori chiesi ad Alfonso "cosa pensi di fare?" - "recuperare quante più informazioni possibili su Antonio III" - "mettiamoci al lavoro" gli risposi, con terribili presagi nel cuore.
    [omissis]
    Il giorno era arrivato, aspettavamo che il Patriarca uscisse per la consueta passeggiata mattutina, con una balestra di fabbricazione estera e le relative frecce, nascosti in un cespuglio vicino al grande Palazzo Patriarcale. Il mio compagno teneva un cannocchiale fisso sulla porta mentre io cercavo di stare calmo e puntare la balestra. Pochi minuti dopo, Alfonso mi bisbigliò che il Patriarca stava uscendo, mi sforzai di concentrarmi e di puntare l'arma. Lo vidi apparire a cavallo, da dietro una roccia, si fermò, lo puntai, era un vecchio ormai, che aveva vittoriosamente espanso lo Stato ma che doveva anche morire, inghiottii la saliva e rilasciai il grilletto, la freccia si piantò direttamente nella sua gola, facendolo cadere a terra, e facendogli anche sbattere la testa sul masso là vicino; non poteva essersi salvato. Alfonso mi prese e fuggimmo ai nostri cavalli, portandoci dietro l'arma e recandoci alla stalla poco lontano, dove posizionammo i corpi dei due villici uccisi poco prima dell'attentato e gli mettemmo in mano l'arma. Poco dopo arrivarono le guardie, a cui noi dicemmo di aver trovato i due morti nell'edificio poco prima, e di averli uccisi dopo che loro avevano cercato di uccidere noi. La nostra versione, ovviamente, fu accreditata dal fatto che eravamo monaci; così tutta la storia venne dimenticata. In seguito a questo il Maestro in persona ci promosse, e ci
    diede un paio di settimane di vacanza per dimenticare.
    [omissis]
    Stavo sempre peggio, non riuscivo a cancellare dalla mia mente la faccia del Patriarca poco prima di ucciderlo, non sapevo che fare, mi sentivo un ingranaggio di una macchina terribile. Le mie settimane di vacanza stavano per finire, dovevo decidermi presto. Decisi, allora. Decisi di disertare e trasferirmi lontano dal Patriarcato. Proprio mentre stavo per lasciare il mio alloggio qualcuno bussò alla mia porta, aprii e vidi il mio vecchio amico Alboino - "quanto tempo!" gli dissi "come stai?" - "mi dispiace amico mio" mi rispose "ma sei in arresto" - lo fissai con occhi sbarrati, come facevano a sapere che avrei disertato? pensai "stai scherzando, vero?" - "sai che non è vero, lascia i bagagli e seguimi" feci per chinarmi ed estrassi lo stiletto che portavo, da un'pò di tempo, nello stivale, lo presi e lo infilai nella gola di Alboino "o me o te, che Dio mi perdoni" gli dissi, raccolsi le mie cose, ed anche le sue, e mi infilai, a caso, nella carrozza per Vienna. Lì cominciai a leggere i rapporti su di me che Alboino aveva con sé, e rimasi terrorizzato da
    quanto fossi stato spiato in tutti i miei anni da agente, il CCSP aveva un organizzazione perfetta, mi dissi. Qualche giorno dopo arrivai a Vienna, senza problemi. Appena sceso incontrai il gesuita, che conobbi molti anni prima, che mi fermò e mi disse che sapeva tutto, e che era meglio per me se lo seguivo; stanco lo seguii. Arrivammo in una locanda, diversa da quella in cui ero alloggiato molti anni prima, lì mi fece sedere e mi diede un liquore per riprendermi, poi mi parlò "so che sei fuggito" - "si" gli risposi "adesso che mi farete?" - "io?" sorrise "nulla, Farouk, sono solo un doppiogiochista, in realtà lavoro per qualcun altro oltre al Maestro" - "chi?" gli chiesi - "Ogni cosa a suo tempo. Ad ogni modo sii felice, la tua vita è salva." sorrise nuovamente ed estrasse un pezzo di legno, nel quale infilò qualcosa di marrone, poi gli diede fuoco e cominciò ad inspirare il fumo, ed a espirarlo "si chiama pipa" mi sventolò sotto il naso il legno "ad ogni modo riposati." - "grazie" gli risposi, poco prima di addormentarmi.
     
  10. nirian

    nirian Guest

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    la spia extracomunitaria :asd:
     
  11. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    olé! il prossimo update (1600-1622) sarà nei prossimi giorni

    saluti
    DAoS

    p.s.
    volevo chiamarlo Farouk Bulsara.. ma ho deciso che era una battuta solo per pochi intimi :D
     
  12. nirian

    nirian Guest

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    non sapevo, ma c'è Google: http://www.youtube.com/watch?v=xdCrZfTkG1c
     
  13. Purfa

    Purfa

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    :asd: l'agente fraceschino di mercurio in missione
     
  14. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    ha il suo fascino!! :asd: :asd: :asd:


    saluti
    DAoS
     
  15. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    per la cronaca sono arrivato al 1725 (meno di cent'anni alla fine) :D
    quindi gli update fioccheranno nei prossimi giorni (almeno spero XD )

    saluti
    DAoS

    p.s.
    ho scoperto che lo scenario termina nel 1836.. finisco comunque nel 1821 o aspetto la fine normale?
     
  16. nirian

    nirian Guest

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    Bene, si profila il secondo arrivato in senso cronologico.
    Nel regolamento è citato più volte il 1821, quindi è meglio che termini in armonia con gli altri, gli HTTT-iani :)*, al 1 gennaio 1821.

    *nota per il lettore: DAoS usa IN.
     
  17. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    giocare è più veloce di fare update (nonostante l'odiosissimo lag)! :D
    cmq ok vada per il 1821

    saluti
    DAoS

    p.s.
    DAoS usa IN e se ne vanta! XD
     
  18. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il patriarcato di Niccolò III - parte 2a

    Durante i primi decenni del secolo la colonizzazione dell'africa continuò, con il consolidamento della colonia del Capo e di altre province del Congo, essenziali per assicurarsi una solida base per nuove espansioni verso est. Tuttavia in quest'ultima regione si assistè ad una recrudescenza delle rivolte contadine, sobillate dal'ancora resistente stato del Congo, soprattutto nelle provincia di nuova acquisizione, Ndongo; la rivolta fu sedata, ma i ribelli riuscirono a sfuggire. Nello stesso periodo il Patriarca decise di premere per espandersi anche a spese dei Mamelucchi, nonostante le sue pessime capacità militari, incaricando l'Ordine di creare documenti che consentissero l'azione.
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    La rivolta di Ndongo, tuttavia, si dimostrò foriera di cattive notizie; infatti i ribelli sfuggiti alle truppe patriarcali riuscirono ad occupare Loanda, riuscendo anche a convertire la popolazione. Anche questa situazione fu risolta mediante l'uso della forza, ma ciò generò una grande apprensione a livello europeo, anche per via di alcuni testi, prodotti all'interno della corte, che dipingevano il Patriarca come un brutale assassino di massa, questo importava poco alle altre Nazioni, tuttavia chi aveva del rancore verso lo Stato, avrebbe potuto sfruttare queste circostanze a proprio vantaggio. Così Niccolò III ordinò un'indagine per scoprire il creatore di questi testi; l'indagine durò alcuni mesi ma, alla fine, si riuscì a scoprire il colpevole. Questi era il vescovo appena nominato
    di Genova, del partito avverso al Patriarca. Data la situazione, parecchio problematica, si decise di far capitare al colpevole un incidente, possibilmente mortale. Il ttrucco funzionò e gli attacchi stampati cessarono, tuttavia qualcuno subodorò l'inganno e ciò fece scendere la stabilità generale della Nazione.
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    Pochi giorni dopo la 'tragedia', il Patriarca decise di mandare delle truppe a presidiare le colonie del Capo, per poter trasferire la cavalleria in altri lidi. Quando le truppe arrivarono, tuttavia, la colonie della zona erano già diventate fiorenti città fortificate; questo limitava i compiti del presidio a mera forza di polizia. Comunque, i corpi di cavalleria vennero nuovamente imbarcati sulla flotta oceanica, ed inviati nella colonia nordamericana di Pennacook. Infatti Niccolò III, su consiglio della corte, aveva deciso di puntare sull'espansione nella zona, anche per non dar tempo alle altre potenze, soprattutto Castiglia e Portogallo, di chiudere ogni possibilità per il Patriarcato. Continuò anche l'espansione della colonia del Capo con l'invio di coloni a nord.
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    Oltre a questo si decise di colonizzare altre isole dei Caraibi, per mantenere una serie di presidi sulla rotta per le Americhe. L'isola scelta questa volta fu quella della Giamaica, la flotta oceanica vide quindi la propria rotta modificata per supportare la colonizzazione, nel gennaio del 1602. In quello stesso periodo infuriarono anche numerose rivolte nobiliari nel Sud Italia, tuttavia vennero presto domate. Per far fronte al crescente potere dell'aristocrazia, l'Ordine propose al Patriarca di varare una serie di leggi contro i privilegi di casta ed il nepotismo; questo tagliò una delle molte teste dell'idra aristocratica, ma creò anche nuovi problemi.[​IMG]

    Alcuni giorni dopo, alla fine di febbraio, la flotta oceanica arrivò nei Caraibi, facendo sbarcare il secondo corpo di cavalleria coloniale in Giamaica. Nello stesso periodo era stato completato l'insediamento coloniale in Great Karoo, buon punto di partenza per un'ulteriore espansione nell Africa meridionale.
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    Dopo lo sbarco si assisté subito ad un generale conflitto con i nativi, che vennero sbaragliati. Poco dopo la battaglia la flotta salpò di nuovo per Pennacook. Nello stesso periodo le provincie di Libia e Burgas divennero parte integrante del Patriarcato, quest'ultima ebbe anche un'esplosione delle attività agricole che consentì
    maggiori entrate fiscali. Ai confini orientali, tuttavia la situazione non era così rosea; infatti i bizantini erano stati pesantemente sconfitti dai Turchi, che li constrinsero a cedere Edirne, creando così una solida testa di ponte in Europa. Questo fece si che le alte sfere militari del Patriarcato si preoccupassero, potenziando le difese orientali.
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    Sempre per tenere a freno i nobili, che dopo l'editto "Cives sunt equales" avevano cominciato a dare molti problemi alle autorità civili da loro non controllate, Niccolò III decise dai far passare al consiglio l'Atto Giudiziario, che trasferiva in tutto lo Stato il controllo della giustizia a corti strettamente dipendendenti dall'amministrazione, ma indipendenti dagli interessi locali. Questo riportò in alto la stabilità del patriarcato,
    in quanto la popolazione si sentiva maggiormente sicura con gli uffici giudiziari in mano ad amministratori super partes.
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    Oltre alla minaccia interna, il Patriarcato dovette fronteggiare anche quella esterna; infatti i Mamelucchi avevano deciso di dichiarare guerra al Patriarcato per riprendersi la ricca provincia di Alessandria. Francia e Castiglia aderirono subito all'appello difensivo di Niccolò III, in un secondo momento anche l'Austria vi aderì, più per sostenere la crociata contro gli infedeli che per sostenere Niccolò III.
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    Così numerose truppe vennero inviate al fronte, non bastando quelle di stanza in Libia ed Alessandria; nell'attesa, però, i comandanti locali decisero di avanzare comunque, sconfiggendo sonoramente i Mamelucchi ad Asyut e Delta. Qualche mese dopo i rinforzi arrivarono, consentendo l'avanzata verso il Cairo che venne cinto d'assedio pochi
    giorni dopo. La situazione resse fino all'aprile del 1604, quando la provincia di Delta fu presa. Ciò rese possibile un'altra avanzata, questa volta verso Diamientia. Fu dato incarico alla cavalleria, agli ordini di Pietro Gonzaga, di affrontare le truppe nemiche di stanza nella provincia, per liberare la strada alla fanteria. Nello stesso periodo fu anche completata una riforma navale ed iniziato un piano per l'espansione della marina.
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    Qualche giorno dopo cadeva anche Asyut, e fu ripresa l'offensiva meridionale, con l'assedio di Nile e Kargah. Quest'ultima fu presa in ottobre, proprio mentre truppe fresche riprendevano ad avanzare a nord, verso la penisola del Sinai ed a Sud, verso Ibrim. Pochi giorni dopo, all'inizio di novembre, cadde anche Diamientia.
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    Il 20 novembre cadde anche Nile, consentendo alle truppe là impegnate di andare a supportare l'assedio del Cairo. Poco dopo il loro arrivo si assistè ad un epico scontro a Diamientia, dove il grosso dell'esercito mamelucco tentò di sfondare le linee patriarcali, senza riuscirvi. Dopo la battaglia il comandante in capo dell'esercito, Leopoldo Contarini, decise di inviare la cavalleria a seguire il nemico in ritirata, per non concedergli scampo ed indebolirlo prima dell'arrivo della fanteria.
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    La cavalleria giunse quindi nella provincia di Gaza, seguita poco dopo dalle forze nemiche, che vennero facilmente disperse. Pochi giorni dopo, viste le numerose disfatte e la caduta del Cairo, il sovrano dei Mamelucchi decise di chiedere la pace. I termini non furono molto pesanti, il Patriarcato chiese solo Nile ed Asyut, assieme alla rinuncia mamelucca a qualsiasi rivendicazione su Alessandria.
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    Pochi giorni dopo la pace il re di Francia chiese l'aiuto patriarcale contro degli stati asiatici, Niccolò III fu ben contento di accettare, in quanto questi non rappresentavano una minaccia per lo Stato, e la loro lontananza rendeva impossibile qualsiasi invio di truppe in loco. Negli stessi giorni venne anche completato il piano di espansione della marina: quattro flotte, con una nave da guerra, una nave leggera e due trasporti, vennero completate. Queste vennero poi inviate nelle colonie, dovevano infatti servire da pattuglia e trasporto rapido in caso di guerra. QUalche giorno dopo la loro partenza il Papa decise di favorire nuovamente il Patriarcato, concedendogli di nuovo il privilegio di difensore della Santa Sede.
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    Nell'ottobre dello stesso anno il conquistador Dario Aldini prese il comando del primo corpo di cavalleria coloniale, in Pennacook, con l'ordine di marciare verso occidente, per esplorare i territori vicini alla colonia. Questa sua missione scoprì un fiorente stato nativo, gli Irochesi. Il loro basso livello tecnologico suscitò subito le bramosie della corte patriarcale, che provvedè ad arruolare altri reggimenti di cavalleria, che vennero spediti a Pennacook l'anno successivo, pronti per l'invasione. Tuttavia, prima di procedere con la guerra, Dario Aldini, informato della presenza di ribelli castigliani nella provincia di Kwedech, decise di avanzare verso nord, per sconfiggere la forza ribelle e mostrare alla Castiglia chi comandava in quella provincia.
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    I rivoltosi vennero facilmente sbaragliati, ed Aldini ricevette un elogio dal governatore di Pennacook, che aveva appena ricevuto i ringraziamenti del suo omologo castigliano che, inoltre, permise il passaggio delle truppe patriarcali sul suo territorio. Così i tre corpi di cavalleria vennero schierati sul confine con gli irochesi, e la guerra fu iniziata unilateralmente, come da prassi. Nello stesso periodo continuava il consolidamento delle
    provincei sudafricane, con la costruzione di numerose strutture in quelle provincie.
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    Le provincie irochesi caddero facilmente, solo Aldini si scontrò contro una forza molto superiore per numero che, tuttavia, vinse facilmente.
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    Le scaramucce continuarono per altri mesi, fino all'agosto del 1607, quando tutti i territori irochesi furono sotto il controllo delle forze Patriarcali. Così queste terre vennero annesse e si procedette subito alla loro stabilizzazione, soprattutto inviando missionari a convertire la popolazione e funzionari ad amministrare le provincie. Nello stesso periodo i missionari riuscirono a convertire la provincia di Nile ed a disperdere una
    rivolta di contadini a Milano. La grande vittoria in America, oltre ad ingrandire i possedimenti patriarcali, fece anche in modo di coalizzare gli animi della popolazione attorno alla struttura statale, portando così ad una maggiore stabilità interna.
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    Pochi giorni dopo la pace cominciò la guerra di successione Danese, che vide la Norvegia opporsi all'Austria, legittima detentrice del titolo danese; nonché l'opera di colonizzazione della provincia di Kwedech, necessario ponte tra Pennacook e le provincie strappate agli Irochesi. Oltre a questo Carlo V d'Austria venne eletto imperatore del SRI, contribuendo a rafforzare la posizione austriaca nell'europa nord occidentale.
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    Alla facilità di conquista delle provincie americane non fece seguito una pari facilità di mantenimento dell'ordine in quelle provincie; infatti numerose rivolte scoppiarono in quel periodo, alcune riuscirono anche a conquistare delle provincie: divenne chiaro a tutti che sei reggimenti di cavalleria non bastavano. Si procedette quindi all'arruolamento di nuovi reggimenti di fanteria, per presidiare le provincie e far tacere i rivoltosi.
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    Un mese dopo Kwedech fu colonizzata ed il tanto sospirato raccordo tra Pennacook e i territori ex-irochesi realizzato. Nel frattempo le rivolte continuavano, costringendo la cavalleria ad essere sempre in viaggio, per stroncare i moti indipendentisti. In quello stesso periodo la Francia chiese ed ottenne la pace con i suoi nemici, senza che il Patriarcato avesse fatto niente, un'ottima conquista diplomatica per Niccolò III.
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    Qualche mese dopo, con le truppe pronte a partire per l'america, il Patriarca, sotto pressanti richieste castigliane, decise di cedere a Madrid l'enclave dell'Ohio, ritenendola indifendibile. Il diplomatico castigliano promise che il suo sovrano avrebbe considerato con maggior attenzione lo status dell'Ordine patriarcale nei suoi domini. Infatti l'Ordine aveva sempre trovato resistenze ad insediarsi stabilmente in territorio castigliano, vista
    la predilezione del locale sovrano per i gesuiti.
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  19. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il patriarcato di Niccolò III - parte 2b

    Mentre la prima onda di soldati era in viaggio per l'America, i missionari riuscirono a convertire gran parte delle provincie, validamente supportati dall'Ordine, che, sotto gli ordini dell'abate speciale per l'America del Nord, Giovanni Caschi da Tunisi, si erano capillarmente diffusi sul territorio. Questa nuova politica era stata decisa poco tempo prima dal nuovo Maestro, Federico Mafigo da Gorizia, assieme al concilio speciale dell'Ordine. Questa prevedeva di incrementare la diffusione dell'Ordine nelle colonie, allo scopo di aiutare a diffondere la religione e l'amministrazione, nonché per aumentare la presenza dell'Ordine stesso in quelle regioni, per consolidare il monopolio amministrativo. Questo fu deciso dopo la nuova suddivisione voluta dal Patriarca, che creò le cosiddette 'Prefetture per i territori d'oltremare': Africa del Nord, Provincia Autonoma di Whydah, Congo Patriarcale, Sud- Africa, Africa Orientale Patriarcale, America Centrale, Caraibi ed America del Nord. Queste suddivisioni territoriali erano amministrate da un Prefetto, di nomina patriarcale, e da un Governatore, di nomina consiliare; questi due erano poi affiancati da un senato, composto dai rappresentanti delle provincie. Oltre a questo ogni prefettura poteva anche inviare un rappresentante al consiglio patriarcale generale.
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    Nel giugno dello stesso anno cominciarono ad arrivare le prime divisioni di presidio, dodicimila uomini, che vennero subito mandati a presidiare le provincie a più alto rischio di rivolta. Un'altra ondata di truppe fu prevista per coprire le restanti provincie nonché le future colonie di Hochelaga ed Algoquin.
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    Queste due provincie vennero aggiunte alle terre patriarcali nel giugno dell'anno successivo; si decise però di non intervenire nella loro crescita, privilegiando l'espansione ad Ovest, per riuscire ad allargarsi quanto più possibile.
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    Un mese dopo arrivarono le restanti 6 divisioni, che subito si misero in marcia per occupare le provincie nordamericane, comprese le nuove colonie. Questo venne deciso un'eventuale azione aggressiva del Portogallo, che si riteneva in diritto di espandere le proprie colonie in quella zona. La crescente diffusione dell'Ordine, unita a quella dell'esercito, fece in modo che altre provincie venissero convertite.
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    Continuando con la sua, e degli altri centri di potere, vocazione espansionistica, il Patriarca decise di mobilitare la cavalleria coloniale per espandere la colonia centroamericana verso sud.
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    Nell'ottobre dello stesso anno anche le provincie africane orientali, cedute dallo Swahili anni prima, divennero finalmente parte integrante dei domini patriarcali, consentendo un'espansione verso l'Asia meridionale. Venne infatti inviata una spedizione coloniale, rafforzata da un corpo di cavalleria nella provincia di Sunda, in indonesia.
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    Durante l'anno successivo, nei territori americani convertiti si procedette per prima cosa alla fortificazione delle città, poi in queste vennero fondati i vari edifici fondamentali per la buona gestione del territorio, anche se le rivolte non accennavano a diminuire. Nello stesso periodo la provincia di Atlas venne riconosciuta come 'nazionale' e Pennacook divenne una città a tutti gli effetti.
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    Verso la fine dell'anno, in ottobre, la cavalleria raggiunse la provincia di Sunda, ed ebbe subito un violento scontro con i nativi, che vennero rapidamente sconfitti. Nello stesso periodo il consiglio generale patriarcale emise una delibera per la creazione di una 'casa del commercio' governativa per controllare i traffici da e per le colonie, in modo da minimizzare il contrabbando e la corruzione delle compagnie private precedentemente addette allo scopo.
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    L'espansione coloniale del Patriarcato, tuttavia, non fu indolore per i nativi; infatti questi erano spesso soggetti a maltrattamenti da parte della popolazione aquileiese ed anche di alcuni ufficiali, soprattutto nella nuova colonia di Mosquito. Per questo motivo alcuni frati degli ordini minori presentarono dei documenti al Patriarca in persona, affinché fermasse quelle torture, contrarie alla morale cristiana. Niccolò III si rivolse subito al cancelliere, dato che l'Ordine era molto ben diffuso in tutte le colonie in generale, ed in quella in particolare. Il colloquio durò a lungo, ma alla fine il Patriarca si convinse dell'utilità pubblica del supporto ai nativi, per questo motivo emanò un'ordine di servizio per le amministrazioni locali ed anche uno per l'esercito; non si arrivò alla criminalizzazione di questi atti, ma fu un primo passo verso una carta dei diritti.
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    Il mese successivo la colonia di Sunda fu finalmente fondata; questa volta il Patriarca non voleva aspettare il naturale evolversi della stessa, per cui inviò là degli altri coloni. Dopo la creazione di questa colonia, i mercanti si mobilitarono presso l'agenzia commerciale patriarcale per creare un'altra agenzia per il commercio nelle indie orientali, date le grandi prospettive di guadagno; anche il Patriarca intervenne per appoggiare questa richiesta, desideroso di espandersi anche commercialmente.
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    All'inizio dell'anno successivo, Niccolò III decise di portare a termine quanto iniziato dai suoi predecessori, cioè porre fine allo stato congolese, sobillatore di innumerevoli rivolte nella prefettura del Congo Patriarcale. La guerra venne così dichiarata e seimila uomini perfettamente addestrati si misero in marcia verso la capitale nemica.
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    Un mese dopo la guerra terminò con la completa annessione del Congo; la colonia poteva così sperare in un futuro pacifico.
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    Per creare una rotta sicura verso le indie, il Patriarca ordinò la colonizzazione delle isole di Diego Garcia e di Mahe. Nel frattempo la tecnologia mercantile e quella della produzione avanzarono, consentendo maggiori entrate nelle casse dello Stato, che, vista l'espansione, erano sempre quasi vuote. Nello stesso periodo venne anche inviato un missionario nel Congo, per convertirne la popolazione e le provincie centroamericane entrarono a far parte dei domini nazionali patriarcali.
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    I primi tentativi di colonizzazione fallirono, così si progettò di inviare altri coloni nelle due isole ad oriente dell'Africa Orientale Patriarcale. Nelle altre prefetture la vita passava tranquillamente, tranne che nell'america del nord, dove ancora i nativi cercavano l'indipendenza, e nel Congo, per motivi religiosi. Rivolte religiose scoppiarono anche in patria, ma furono soprattutto dovute a sconfinamenti dei rivoltosi. Questi sconfinamenti, inseriti in una situazione europea molto tesa, furono il casus belli addotto dall'Austria nbel dichiarare guerra alla Boemia. Le prime fasi del conflitto videro una serie interminabile di vittorie asburgiche, le quali misero in allarme molte cancellerie europee, nessuna delle quali voleva un'Austria forte.
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    La guerra fu vittoriosa per l'Austria, che riuscì a creare un collegamento tra le provincie nazionali e la Pomerania a nord. In quella stessa guerra la Francia invase il Papato, costringendolo ad emigrare a nord, in Lapponia.
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    Alla fine dello stesso anno il Patriarca decise, sotto forti pressioni del cancelliere, di imprimere una svolta innovativa alla gestione degli affari amministrativi, emanando una serie di decreti per i vari uffici. Tuttavia questo attirò le occhiate malevole degli altri paesi europei, che vedevano di cattivo occhio qualsiasi novità in campo politico, e la guerra vittoriosa degli austriaci era stata già abbastanza.
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    Ad ogni modo l'espansione fu continuata anche in america centrale, inviando una missione in Nicaragua; subito dopo la cavalleria di stanza a Mosquito ricevette l'ordine di marciare verso quella provincia, per evitare che i nativi interferissero con la creazione della colonia.
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    Tuttavia il piano di espansione in america centrale fu frenato dalla scoperta di una colonia britannica a sud di Mosquito, che precludeva l'accesso verso le regioni meridionali. Negli stessi giorni la cavalleria ingaggiò battaglia contro i nativi che si erano opposti all'avanzata. Queste notizie si sommarono ad una molto più spiacevole: a causa delle visioni progressiste del Patriarca, il Papa, sotto pressioni lituane, aveva deciso di scomunicarlo. Fu un grosso colpo per Niccolò III e per la Nazione intera: un Patriarca scomunicato!
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    Ci vollero alcuni mesi prima che la Nazione si ridestasse; mesi in cui il Patriarca fu costretto a lasciare la vita pubblica per una pesante malattia causata dallo stress. Quest'assenza, tuttavia, non pesò molto in quanto il Cancelliere in persona prese le redini dello Stato, cominciando una campagna di propaganda volta a minimizzare il gesto papale, addebitandolo alla rabbia lituana nei confronti del Patriarcato. Questa campagna ebbe ottimi esiti, infatti la popolazione stessa richiese a gran voce, mediante il consiglio generale, una guerra contro i traditori lituani. Questa venne così dichiarata in settembre, e vide l'alleanza Francia-Spagna-Aquileia contro Lituania, Sassonia, Aragona e Tver.
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  20. nirian

    nirian Guest

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    il Patriarca scomunicato dal papa lappone che guida una slitta trainata da renne come Babbo Natale:applauso:

    Potresti formare una chiesa aquileiana autocefala come ai tempi dello Scisma dei Tre Capitoli di mille anni prima. :approved:
     

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