Endless Space

eXterminate (combatti per la supremazia)
Spazi di gioco limitati, rotte spaziali create ad arte per creare colli di bottiglia e diplomazia piuttoso scadente: la vocazione del gioco è evidentemente militare. Come sempre è prevista la possibilità di far risolvere i combattimenti direttamente all’IA, ma in più di una occasione si è dimostrata poco flessibile: uno scout poco armato non dovrebbe accettare il combattimento contro navi di stazza maggiore ed equipaggiate per combattere. Questo tipo di combattimenti se risolti dall’IA hanno come esito la distruzione della nave, mentre se risolti manualmente si risolvono con una fuga dello scout. Irritante perdere tempo per queste battaglie del tutto banali. In occasione di scontri spaziali fra astronavi gestiti manualmente, ci si trasferisce su mappa tattica a tempo reale a ritmo molto blando. La vista 3d e le grandi dimensioni delle navi ci dimostrano che non ci troviamo di fronte da un “rts clickfest”. Esistono 3  diverse distanze di ingaggio (lungo, medio, corto raggio) e ad ognuna saremo chiamati a scegliere un’azione da far svolgere alle nostra navi: scappa, attacca, avvicinati il più possibile, spara i siluri etc etc etc. Il combattimento fra astronavi è divertente e molto, molto spettacolare per un gioco di questo tipo. Per quanto riguarda invece le invasioni terrestri dei sistemi solari le regole di ingaggio sono terribilmente astratte. Qualche modulo delle astronavi adatto all’uopo viene direttamente contrapposto a scudi e sistema di difesa dei pianeti.  In breve un tuffo nel passato di oltre dieci anni.

Bottom Line
Se l’affermazione del Foscolo è vera (L’arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentarle con novità), il gioco fallisce in questo intento.
Dopo i primi turni di gioco, tutti i veterani saranno lì a rimpiangere la loro “feature” preferita.  Ci sarà chi ricorderà e rimpiangerà la catena logistica di Stars!, la completezza di Space Empire, il fantastico gioco tattico di Sword of the Stars, l’incredibile complessità dell’universo di Distant Worlds,  la giocabilità di Master of Orion.
Questo gioco non eccelle in nessun fattore, non ha colpi di genio o innovazioni, non esce vincente dalla scelta di dotarsi di un sistema tattico in tempo reale piuttosto originale. Sembra il diligente compito di uno scolaro non troppo dotato. Alcuni fattori ampiamente insufficienti (diplomazia ed esplorazione), altri con una sufficienza stentata (l’interfaccia si salva grazie ai tanti rollover) e per il resto un’applicazione “appena sufficiente” di materiale molto classico.
L’albero tecnologico e lungo ma non intricato: il gioco è ripetitivo, ma visto il prezzo può comunque essere “prima palestra” per tanti giocatori che si avvicinano a questo genere di giochi. Nulla più.

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