Europa Universalis

Un classico

Se siete rimasti orfani di Civ2, se pensate che Alpha Centauri non aveva più lo stesso sapore, se Shogun vi ha soddisfatto soltanto a metà – se, in una parola, siete ancora alla ricerca di un nuovo classico, allora è evidente che non avete giocato a Europa Universalis. In questo caso, ci dispiace un po’ per voi.
Di giochi così ne esce uno ogni quattro-cinque anni, non di più.

Vi sarà capitato di riflettere che gli ingredienti per un buon gioco (talvolta, per un capolavoro) possono essere molti e differenti, a seconda dei casi. Ma gli ingredienti che fanno un “classico”, d’altra parte, sono sempre pochi – che il gioco si chiami Myst, Civ2, Sim City… o Europa Universalis.
Prendete un numero limitato di elementi di gioco, che però possono essere combinati fra loro in molti modi. Organizzateli in una logica interna compatta, per cui se in una certa situazione vi verrebbe naturale fare una certa cosa, state sicuri che il gioco in qualche modo ve lo permetterà. Aggiungete una AI “non invasiva”, che riesce a darvi l’illusione di essere umana, anche e soprattutto quando sbaglia. Una grafica magari non scintillante, ma che vi resta impressa per sempre, chissà perché. E infine, quel certo senso di calda umanità, che rende ogni partita, prima di tutto, una bella storia – la storia che voi avete deciso di scrivere.

Ecco, tutto questo è Europa Universalis. E’ un classico, e non c’è bisogno d’altro.

Uno sbalorditivo approfondimento

E’ stato progettato da un team di sviluppatori svedesi che, con generosità, definiremo “non molto conosciuti”. E’ uscito senza far chiasso, con la sua scatola bruttarella, la sua grafica un po’ demodé, il suo inverosimile manuale. E’ stato tradotto in Italia con enorme ritardo solo qualche mese fa, dopo che in tutto il mondo il tam tam dei fortunati pionieri lo aveva fatto diventare una piccola leggenda. E adesso il suo sequel, previsto per dicembre, rischia seriamente di mettere in ombra l’uscita di Civ3.

Tanto vale dirlo subito: proprio come per Civilization, la maggior parte del fascino del gioco dipende dall’idea iniziale, che non è originale, essendo tratta da un gioco da tavolo. Nel nostro caso, poi, l’idea è davvero straordinaria: simulare la storia d’Europa nei tre secoli che stanno tra il viaggio di Colombo verso l’America, e il viaggio di Luigi XVI verso la ghigliottina. Per chi quel giorno a scuola era distratto: stiamo parlando del massimo splendore delle grandi monarchie nazionali; dell’ascesa e declino della minaccia turca sull’Europa; della Chiesa spaccata in due e delle lotte di religione, del Concilio di Trento e dell’Inquisizione; del sistema diplomatico più raffinato ed efficiente che l’Europa abbia mai posseduto nella storia, prima che Napoleone arrivasse a spazzare via tutto; parliamo degli esploratori che ampliarono gli orizzonti del mondo, e dei conquistadores che vennero dietro di loro, e che scrissero pagine d’infamia forse mai superate dopo; stiamo parlando di Elisabetta d’Inghilterra e di Caterina di Russia, di Federico II, di Cortez, Vasco de Gama, Eugenio di Savoia, Luigi XIV, Carlo V…

Nel gioco li incontrerete tutti, in compagnia di centinaia di altri. Imparerete a conoscerli, a rispettarli, talvolta ad odiarli: sarete in mezzo a loro, e vi stupirete di quante cose quel giorno, a scuola, non vi avevano detto. L’approfondimento di Europa Universalis è sbalorditivo: più di mille personaggi storici, tra monarchi, leader militari di terra e di mare, esploratori, politici. Ciascuno è caratterizzato in modo univoco, per i suoi punti di forza e le sue debolezze (in campo strategico, diplomatico, amministrativo…): il differente impatto sul gioco è calcolato di conseguenza. Inoltre, alcune centinaia di eventi storici pre-calcolati, dall’insurrezione olandese agli effetti della pazzia di Ivan il Terribile. Poco meno di cento nazioni, comprese quelle che si formano solo più tardi nel gioco (l’Olanda), e quelle che potrebbero anche non nascere mai (la Borgogna…), compresi gli imperi indigeni delle Americhe e dell’Asia.
Anche l’estensione geografica è straordinaria: il mondo che potete esplorare comprende più di 800 province, con nomi differenti e storicamente accurati. Ciascuna produce una merce per l’esportazione (dal grano delle pianure ucraine, alle spezie dell’Indocina, passando per il tabacco e il cotone d’America, e le pellicce della Siberia…); ciascuna è popolata in modo differente, ha una religione propria, un clima e una conformazione geografica.
Un aspetto inconsueto ma fondamentale è la religione: i vostri cittadini potranno essere cattolici, protestanti, riformati, contro-riformati, ortodossi, sunniti, sciiti, pagani – e per lo più saranno due o tre di queste cose insieme… e magari cambieranno idea bruscamente di tanto in tanto.

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