sfidAAR2: DAoS, Patriarcato di Aquileia

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Dark_Angel_Of_Sin, 25 Settembre 2010.

  1. Purfa

    Purfa

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    Quoto nirian, molto bella la bandiera centramericana, ma la mia preferita è quella del Congo :asd:
     
  2. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    mhm.. cmq cambierà nel 1701 :p con una sullo stile dell'altra americana :D

    come già dissi, cambieranno! eheheh

    update forse stasera, forse domani.. chissà! XD

    saluti
    DAoS

    p.s.
    nel 1701, se non ve ne eravate accorti :D
     
  3. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Obbiettivi a breve (verifica)
    1)espandersi in africa OK
    2)espandersi in america OK
    3)espandersi in asia/oceania OK
    4)aumentare il prestigio OK

    Obbiettivi a breve (nuovi)
    1)espandersi in africa
    2)espandersi in america
    3)unire la prefettura dell'africa orientale con quella dell'africa settentrionale
    4)aumentare il prestigio

    saluti
    DAoS

    p.s.
    update sospeso per festività natalizie :D
    ci si rivede il 26, presumo!

     
  4. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    ho appena cominciato a leggere 'storia della decadenza e caduta dell'impero romano' di gibbon.. aspettatevi citazioni! :D
    tra l'altro, sto studiando se fare un'update da libro di storia sulle milizie patriarcali.. che ne dite?

    saluti
    DAoS
     
  5. nirian

    nirian Guest

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    Carino, sìsì fai. Non si erano estinte con la fine politica di Aquileia (quella causata dai veneziani, non quella dovuta a Candy :D)? O come altre milizie estinte sfilano tuttora nelle strade in costumi d'epoca?
     
  6. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    premetto che non so nulla a proposito dell'esercito patriarcale, neppure se fosse un esercito vero e proprio! ad ogni modo tutto, a quanto ne so, si concluse nel 1420 con la sua caduta e l'inizio del dominio veneziano.. quindi è tutto chiaramente funzionale all'AAR :p (mi tocca perfino usare gli sprites di EU3 :( )

    saluti
    DAoS

    p.s.
    compenserò l'astoricità con una, spero, decente trattazione :D
     
  7. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Lodovico III - parte 1a

    Nel novembre del 1638 morì Niccolò III, come suo successore fu scelto Lodovico Albiati, già vicecancelliere e poi vescovo di Gerusalemme sotto il suo predecessore. Mentre nella capitale si succedevano le varie cerimonie per l'elezione e l'incoronazione, la guerra proseguiva contro il Brunei, ed una rivolta era scoppiata in Libia. Nel campo delle relazioni col papato si assisté anche alla fine della scomunica, data la rinnovata fiducia della Santa Sede al Patriarca.
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    Nello stesso periodo venne fondata la colonia del Cameroon, presto elevata al rango di provincia autonoma, suscitando le ire della tribù degli Ashanti, che decise di dichiarare guerra allo Stato patriarcale, la Castiglia, vedendo minacciati anche i suoi domini, decise di intervenire. Pochi giorni dopo cadeva Mataram e la pace veniva firmata con il Brunei, in cambio di una modesta quantità d'oro. Lodovico III proseguì la politica coloniale del suo predecessore, inviando coloni nell'indonesia, tentando di stabilire quanto prima una solida testa di ponte nella prefettura delle indie orientali.
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    Due mesi dopo, negli stessi giorni nei quali Madurai passava abbracciava la vera fede, anche gli Ashanti erano costretti a chiedere la pace; questa volta il Patriarca optò per una somma di denaro maggiore e la rinuncia alle pretese territoriali su Calabar. Nello stesso periodo venne anche siglata nuovamente un'alleanza con la Francia, indispensabile per contenere le mire austriache.
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    Nei mesi successivi si assistè all'invio di coloni anche a Lesser Namaqualand, nel tentativo di ingrandire la prefettura dell'Africa Meridionale, nonché alla conversione completa della popolazione di Delta, che abbandonò il paganesimo musulmano per la vera fede. Tuttavia, poche miglia ad ovest, la situazione stava peggiorando; la roccaforte della Libia era quasi caduta; questo costrinse il viceprefetto locale, residente ad Alessandria, ad inviare due armate sul posto, anche se non erano completamente addestrate. Infatti, queste subirono una pesante sconfitta, ma riuscirono a ritardare la presa della città. Pochi giorni dopo i nativi insorsero a Banten, dando del filo da torcere alla locale guarnigione, ma anche un altro fatto molto importante accadde; dallo studio di alcuni documenti indiani del secolo precedente, i monaci dell'Ordine erano riusciti a risalire, senza ombra di dubbio, all'illegalità dell'occupazione da parte del Mysore della provincia di Kongu. Il re Timmaraja I, infatti, vissuto nei primi anni del XV secolo, aveva indissolubilmente legato l'occupazione di quella provincia a quella di Madurai. La scoperta di questi documenti venne subito fatta presente al Patriarca, che decise di pressare gli indiani in merito, sperando di ottenere quella provincia senza colpo ferire.
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    Pochi giorni dopo le armate patriarcali riuscivano finalmente a sconfiggere i ribelli libici, riportando l'ordine in quella provincia. Fu anche fondata la prima colonia nella provincia di Lesser Namaqualand, nonché ingrandite quelle di Demak, Banten e Cameroon; la vita scorreva quindi tranquilla dopo gli eccessi militari degli ultimi anni di Niccolò III. Tuttavia questa situazione non durò a lungo, infatti il re del Mysore, Timmaraja II, non dette ascolto alle richieste di Lodovico III, rifiutandosi di trasferire Knogu sotto il dominio patriarcale. Così al Patriarca non restò che dichiarare guerra a quello stato, sicuro dell'appoggio di Castiglia e Francia.
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    Poco più di un mese dopo l'inizio delle ostilità la provincia di Kongu veniva conquistata dalle truppe patriarcali del presidio di Madurai, che avevano duramente sconfitto tutte le armate che il Mysore aveva inviato a rompere l'assedio. Poche settimane dopo, Bartolomeo Corleone, il prefetto dell'Africa Orientale riceveva dal suo omologo indiano, Francesco Sarosi, la richiesta di inviare alcune truppe, per supportare l'invasione. La richiesta fu accolta e duemila uomini, al comando di Luchino Sopransi, si misero in viaggio. Arrivarono in India, dopo alcune settimane di viaggio, il 6 gennaio del 1641, ponendo subito d'assedio la provincia di Malabar. Anche questo assedio fu facilmente vinto dopo 19 giorni. Successivamente Sopransi ebbe l'ordine di avanzare verso Nord, per porre d'assedio Calicut. La provincia venne quindi posta sotto assedio ed il fronte venne consequentemente stabilizzato. Grazie alle vittorie indiane, abilmente sfruttate dalla propaganda patriarcale, la stabilità interna raggiunse nuovamente il suo massimo.
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    Pochi mesi dopo, con la conquista di Calicut, il sovrano del Mysore richiese la pace, cedendo la provincia di Kongu. La sua offerta fu accettata e si cominciò a reclutare truppe fresche per presidiare la nuova provincia. Oltre a questo la colonia del Cameroon, priorità del Patriarcato, fu nuovamente ingrandita.
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    A guerra finita Lodovico III cominciò subito ad interessarsi all'amministrazione dello Stato, supportato dall'Ordine stesso, che aveva appoggiato la sua candidatura. La prima misura in questo senso fu la pubblicazione dell'editto 'Aquilegensis coloniae debent', che istituiva un rettorato generale per le colonie. Oltre a questo, vennero ulteriormente limitati i poteri discrezionali dei prefetti, ora sottoposti anche al controllo dei consigli generali prefettizi, formati dai rappresentanti laici, ecclesiastici e monacali di ogni provincia; venne anche stabilito un nuovo metodo di voto per i vescovi cardinali delle prefetture, e riorganizzato il consiglio generale patriarcale, ora fornito di ampi poteri consultivi. Questo venne ridotto a cento membri, assegnati in base alla proporzione delle tre classi sociali nel censimento decennale; questi rappresentanti venivano scelti dalle assemblee plenarie dei delegati delle provincie, ogni cinque anni; a questi si sommavano anche i rappresentanti delle Prefetture. Questa misura scontentò notevolmente il clero e gli ordini monastici, che ridotta la loro influenza sul consiglio generale stesso; tuttavia i poteri effettivi rimanevano in seno ai ministeri e, quindi, sotterraneamente all'Ordine Patriarcale.
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    Ma un'altra guerra era alle porte; per garantire una posizione stabile al Nord Africa il Patriarca decise di dichiarare guerra a Fez, piccolo stato alleato delle maggiori potenze musulmane dell'area, quali i Mamelucchi e l'Impero Ottomano.
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    Questa guerra ebbe anche il vantaggio di rinsaldare gli animi della popolazione patriarcale e cristiana, in generale, attorno alla figura di Lodovico III, difensore della vera fede.
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    I primi scontri, al Cairo ed a Marrakech, videro la netta prevalenza delle armate aquileiesi, che posero d'assedio quelle città, come anche quella Hawran, dove non incontrarono resistenza alcuna. Impaurito da queste vittorie il re dell'Oman si affrettò a chiedere la pace, che gli venne concessa; in quanto quello stato non rientrava nei progetti patriarcali.
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    Pochi giorni dopo le truppe patriarcali posero sotto assedio anche Fez, al-Karak e Thrace, dopo aver pesantemente sconfitto i presidi locali. Alla fine del mese cadeva Marrakech, consentendo l'annessione dell'intero Marocco da parte del Patriarca.
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    Due mesi dopo anche Fez era costretto alla resa incondizionata dalle truppe franco-aquileiesi. Nel frattempo i francesi avevano portato la guerra nelle provincie ottomane d'Algeria, ponendo sotto assedio Tlemcen.
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    La guerra si protrasse per un altro mese, nel quale gli europei riuscirono a conquistare altre provincie mamelucche. Questo fece si che il loro sovrano fosse finalmente convinto a sedersi al tavolo della pace. Questa si tenne al Cairo, nei vecchi palazzi del potere mamelucco, e videro la fine di molte delle loro ambizioni territoriali, nonché al passaggio di Tlemcen dagli ottomani ai francesi.
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    I mesi successivi trascorsero nuovamente in tranquillità, con il Patriarca sempre al lavoro per una riforma dell'amministrazione. Questa venne nel dicembre di quell'anno, nello stesso periodo in cui Little Karoo e Cape diventavano finalmente provincie patriarcali riconosciute e Kongu si convertiva alla vera fede. Questa nuova riforma correggeva semplicemente quanto di sbagliato c'era nella 'Aquilegensis coloniae debent', applicando i giusti correttivi, come la specificazione dei sistemi governativi delle cosiddette 'Provincie Autonome', nonché limitando i poteri discrezionali del ministero per le colonie ma aumentando al contempo i suoi poteri di controllo sulle prefetture d'oltremare.
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    L'anno passò in tranquillità, come anche i primi mesi di quello successivo; tuttavia durante gli ultimi giorni del marzo 1644, una grande rivolta scoppiò a Madurai e, cosa molto più importante, la Svezia annettè lo Stato Papale, che si era rifugiato nella scandinavia qualche tempo prima. Questo fece si che il papa si ritrovasse nuovamente senza una sede. Questa gli venne offerta dai sovrani ungheresi, anche se il Papa, Mattia II, preferì prima chiedere a Lodovico III la città di Roma. La decisione si presentava difficile, da una parte accontentare il Papa avrebbe accresciuto il prestigio nazionale, dall'altra c'era il sempre verde sogno Patriarcale di eleggere Roma a capitale.
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    Il Patriarca riflettè a lungo, assieme a tutti i suoi consiglieri, ed alla fine, dopo molte ore di riflessioni, la spuntò la fazione che voleva mantenere saldamente la Città Eterna nel novero dei domini patriarcali. Così Mattia II fu costretto ad accettare la proposta ungherese; tuttavia, appena insediatosi vide la provincia occupata dalle truppe patriarcali, che reclamavano il diritto di Aquielia ad essere signore feudale delle terre ungheresi; così, essendo sprovvisto di esercito, si vide costretto ad accettare anche queste condizioni. L'accettazzione del vassallaggio da parte del Papa fece festeggiare i palazzi del potere, ancora memori della scomunica inflitta a Niccolò III, ma fece anche esplodere le campagne, con un conseguente calo della stabilità interna. L'ira dei contadini si rivolse soprattutto contro i monasteri dell'Ordine Patriarcale, ritenuto responsabile, non a torto, delle vicende degli ultimi giorni. Il Maestro stesso fu costretto a chiedere una massiccia scorta.
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    I due anni successivi videro un progressivo ritorno alla pace, ed anche un grande numero di provincie entrarono a far parte dei domini patriarcali: Sardegna, Liguria, Piemonte e Ndongo. Oltre a questo venne sconfitta la rivolta di Madurai, convertiti gli eretici di Suakin, completata l'accademia di belle arti di Burgas, varata una riforma del commercio ed espanse le colonie del Cameroon, di Lesser Namaqualand e di Transkei. Si continuò anche con la costruzione di edifici nelle provincie e, nel luglio del 1646, Giovanni Carlo I d'Austria divenne imperatore del SRI.
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  8. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Lodovico III - parte 1b

    Anche l'anno successivo trascorse in tranquillità, anche se la stabilità interna calò nuovamente a causa dell'avvistamento di una meteora, anche se si assistè, in campo estero, all'annessione dell'Aragona da parte della Castiglia.
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    Circa un mese dopo la colonia del Cameroon divenne finalmente una città, consentendo l'ufficializzazione del suo status di Provincia Autonoma. In quest'occasione il Patriarca stesso, attorniato dalle più alte cariche dello Stato, compreso il nuovo Maestro dell'Ordine Patriarcale, visità la provincia, addobbata a festa.
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    Dopo la definitiva stabilizzazione delle colonie africane il Patriarca si rivolse all'america meridionale, dove si era da poco scoperta la nazione degli inca. Lodovico III decise di sfruttare la situazione fondando una colonia nella provincia di Cauca, impedendo di fatto alla Gran Bretagna di intervenire in quella zona. Per non far sospettare i vicini britannici il Patriarca decise di inviare un gran numero di truppe nei territori della futura colonia di Cauca via mare. Nello stesso periodo si assisté alla creazione della colonia delle isole Falkland, importante base per l'invio di altre truppe via mare dall'Africa o dall'Europa verso l'america del sud.
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    La guerra venne dichiarata due anni dopo, con l'invio di duemila cavalieri, al comando del conquistador Claudio Sopransi, in territorio Inca; la prima battaglia si svolse nella provincia di Tumbes, all'estremo settentrionale dei domini nemici, e vide la completa vittoria delle truppe europee.
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    Successivamente entrò in azione la fanteria, che sconfisse ripetutamente gli Inca, conquistando praticamente tutte le loro provincie. Due mesi dopo, nel novembre di quell'anno, la reputazione di un oscuro sceriffo raggiunse le orecchie del Patriarca, distogliendolo temporaneamente dalle preoccupazioni della guerra americana. Questo sceriffo, così venivano chiamati gli esattori delle tasse, aveva svolto un ottimo lavoro, raddoppiando le entrate grazie alla sua campagna contro gli evasori; per questo motivo il governatore di quella provincia aveva scritto una lettera di raccomandazione a Lodovico III. Questi sottopose immediatamente la questione ai suoi consiglieri, che gli suggerirono di proporre Salvatore Visconti, se come ministro almeno per una posizione di vertice del ministero delle finanze. Così Lodovico III decise di affidargli l'ispettorato fiscale generale; la propaganda patriarcale diede grande rilievo alla fama di equo esattore di Visconti, in modo tale che la stabilità interna ne risultò grandemente influenzata.
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    La guerra, comunque, continuava nel sud America; dopo le prime facili conquiste costiere era diventato sempre più difficile stanare gli Inca dalle loro roccaforti montuose. Difficile ma non impossibile; infatti, nel giugno del 1650, l'imperatore Inca accettò la proposta patriarcale di resa incondizionata. Nei territori annessi si cominciò subito ad introdurre l'amministrazione patriarcale, anche mediante la creazione della prefettura dell'America Meridionale.
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    Le numerose rivolte scoppiate nella nuova prefettura, anche a causa dell'assenza di fortificazioni, costrinse il Patriarca a richiedere, una volta constatata l'impossibilità di aver ragione dei ribelli durante l'anno successivo, un trattato di accesso militare alla Gran Bretagna, per inviare molte più truppe dall'america centrale, in modo da occupare tutte le provincie sudamericane e facilitare il compito ai missionari ed agli impiegati amministrativi; la firma di questo trattato rese anche meno importante il ruolo delle Falklands, ora ridotte ad avamposto.
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    Nonostante il gran numero di truppe dispiegate nei territori inca, le rivolte continuarono, alimentando il fuoco nazionalista in quelle terre. Tuttavia nello stesso periodo la provincia di Little Karoo divenne possedimento patriarcale.
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    Mentre le truppe continuavano a marciare verso i territori sudamericani la provincia delle Falkland divenne una città, ottenendo anch'essa lo status di Provincia Autonoma, richiedendo subito l'invio di una forza di presidio. Nello stesso periodo una rivolta di nazionalisti marocchini venne soffocata nel sangue a Marrakech, ma un'altra rivolta, sempre a carattere musulmano, scoppiò in Egitto, supportata da spie mamelucche.
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    Il presidio delle Falklands venne finalmente creato ed inviato solamente l'anno successivo, in quanto la priorità era quella di contenere le rivolte sudamericane, che non accennavano a diminuire d'intensità.
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    Pochi mesi dopo venne soffocata anche la rivolta egiziana, e si raggiunse il completo controllo militare delle provincie della prefettura dell'america meridionale. Grazie a questo si cominciò il lavoro di conversione dei nativi nonché quello di installazione di strutture amministrative europee.
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    L'anno successivo altre rivolte avvennero in quella zona, tutte, fortunatamente, subito sedate. Nello stesso periodo la colonia di Arica, sempre compresa in quella prefettura, divenne una città.
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  9. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    update rimandato per morte mouse :(


    saluti
    DAoS
     
  10. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Le forze armate Patriarcali

    Tratto dal libro Come il Patriarcato è diventato una potenza mondiale del capitano John Barrowman, agente di collegamento tra le forze britanniche e quelle patriarcali durante la guerra che vide Aquileia, Gran Bretagna e Francia opposte a Spagna, Cile, Paraguay e Stati Uniti d'America nel 1814-1815

    Introduzione
    Per capire come il Patriarcato è arrivato ad una posizione predominante in Europa, e molto ben consolidata nel mondo bisogna, secondo lo scrivente, andare ad analizzare i suoi tre principali punti di forza; ovverosia l'esercito, l'amministrazione e la religione. In questo primo capitolo verrà spiegato come le recenti, impressionanti, vittorie delle forze patriarcali contro gli Stati Uniti d'America a Kanawha, Conoy ed Ohio, dove una manciata di fanti è riuscita a sconfiggere preponderanti forze nemiche dotate anche di cavalleria ed artiglieria, siano avvenute. E' facile constatare la particolare organizzazione logistica delle truppe, l'ottima preparazione delle truppe e dei comandanti, le tattiche innovative ed l'ottima qualità degli equipaggiamenti. Ma una panoramica generale è d'obbligo, per capire le dinamiche che stanno dietro a queste brillanti qualità delle forze patriarcali; per capire l'evoluzione di queste, da sempre capaci di mietere successi ad una cadenza invidiabile.

    Dal 1300 ad Antonio I
    I primi documenti che è stato possibile rintracciare riguardo all'esercito patriarcale sono alcune cronache del XIV secolo che dimostrano un generale adeguamento delle forze armate agli standard militari dell'epoca; l'esercito infatti si componeva di uomini d'arme, armati di cotta di maglia, scudi, lance e spade. L'unico particolare degno di nota in questo periodo è l'assenza di una forza specifica di cavalleria, tanto utile in un territorio pianeggiante quale quello del Patriarcato. Gli standard dell'epoca vennero anche seguiti negli esiti delle battaglie che videro Aquileia opposta principalmente a Venezia; si registrano alcune vittorie ed alcune sconfitte degne di nota, come quella di Grado del 1301 o, per le prime, quella d'Istria nel 1330, degnamente descritta dal Sofrati nella sua 'Historia Bellica Aquilegensis' del 1352.

    da Antonio I a Giovanni VI
    In questo periodo si assistè alle prime vittorie significative del Patriarcato che gli permisero di espandere i suoi domini alle provincie di Treviso ad ovest e di Croazia, Slavonia e Dalmazia ad est. Questo fu principalmente dovuto all'abilità dei condottieri patriarcali, e dei loro alleati milanesi, più che a delle qualità intrinseche dell'esercito, che rimaneva formato dalle milizie nobiliari. Le queste forze, al 1411, risultano composte, secondo le stime del Vittori nella sua 'Historia Omnium Patriarchae' del 1699, da 9000 fanti e 2000 cavalieri.

    da Giovanni VI a Pagano II
    Il nuovo patriarca, Giovanni, fu un abile condottiero, capace di porre fine alla Serenissima Repubblica di Venezia nel 1412; oltre che ad espandere i suoi domini ancora più ad est. Di questo beneficiò l'esercito che, nonostante fosse formato dallo stesso tipo di truppe del predecessore, fu notevolmente migliorato tramite la creazione della 'Scuola Militare Giovannesca', importante centro d'insegnamento, scambio e studio delle tattiche militari; nonché tramite l'adozione di una più stretta disciplina coscrittoria; Giovanni VI, infatti, mirava a costruire un esercito, in senso moderno, di cittadini, non di parassiti nobiliari, anche per svincolare il suo potere da quello dei signori locali. Questo non riuscì a quell'illustre Patriarca ma ai suoi successori, che continuarono questa politica di coscrizione dei non abbienti, fino a che, nel 1502, Antonio II potè contare su una forza composta totalmente di cittadini. Gli anni da Giovanni VI in poi videro anche, soprattutto sotto Gastone II, suo successore, l'introduzione massiccia di armi a lunga gittata, quali archi o, soprattutto, balestre, nelle file patriarcali, per supplire all'assenza di una forte cavalleria. Anche questa politica si rivelò, a lungo andare vincente, soprattutto in seguito alla comparsa delle armi da fuoco.

    da Pagano II ad Antonio III
    Sotto il patriarcato di Pagano II, si assistè ad un sempre più massiccio impiego di archibugi, a discapito di archi e balestre, culminato sotto il suo successore, Lodovico II, che ordinò una generale riforma delle forze armate. Questa riforma fissò il numero di soldati per armata a quattro reggimenti di 1000 soldati ciascuno, di cui circa un terzo erano armati di archibugio; gli altri di picche ed altre armi bianche. Oltre alla numerosità, la riforma intaccò anche la tattica, dietro il suggerimento dell'Alessi, allora comandante dell'esercito, le truppe iniziarono ad adottare una formazione a piccoli quadrati, molto simili alla falange macedone, mobili e potenzialmente fatali per le cavallerie nemiche. Queste nuove riforme permisero al patriarcato di espandersi ulteriormente, soprattutto in terra italiana, senza subire sconfitte degne di nota dalle milizie italiche, ancora formate da uomini d'arme mercenari.

    da Antonio III a Lodovico III
    Da Antonio III in poi si assistè a massicci miglioramenti: nelle armi, con l'introduzione del più affidabile moschetto, nelle tattiche, che videro il quadrato di paganea memoria soppiantato dalle righe successive, nell'organizzazione e nella mobilità; ma andiamo con ordine. Il moschetto, più leggero ed affidabile dell'archibugio, rappresentò la naturale evoluzione di quell'arma rudimentale, soppiantando ben presto ogni arma a lunga distanza europea; tuttavia quest'arma era particolarmente lenta e questo portò alla revisione delle tattiche. Queste prevedevano che i soldati davanti sparassero per primi e poi tornassero nelle linee successive per ricaricare l'arma, lasciando alla seconda fila l'incarico di fare fuoco, quando anche questi avevano sparato passavano in fondo e così via; questo consentiva un decente rateo di fuoco alle dieci file che formavano i manipoli. I moschetti erano anche molto costosi, per questo Antonio decise di centralizzarne la produzione, come anche quella delle divise, che stavano venendo introdotte, e degli equipaggiamenti. I suoi successori confermarono questa linea, anche rilanciando la 'Scuola Militare Giovannesca', che vide numerosi generali stranieri dietro le sue cattedre.

    da Lodovico III ad Antonio VI
    I successivi novant'anni non videro particolari cambiamenti nelle armi; ma videro, a partire da Lodovico III ma soprattutto sotto il suo successore, Pagano III, un miglioramento dell'organizzazione e dell'abilità delle truppe: si passò da dieci file a quattro e poi a tre, una di soldati a terra, una di soldati inginocchiati ed una in piedi. Questo permise ai manipoli, che costituivano la decima parte dei reggimenti, di contare su un più ampio fronte di fuoco. Nello stesso periodo vennero anche definitivamente integrati nell'esercito i carri, uno ogni dieci soldati, per aumentare la capacità di movimento delle truppe.

    da Antonio VI a Raimondo II
    Le cose, tuttavia, cambiarono con Antonio VI, detto 'il grande condottiero'. Questi decise di riformare definitivamente e globalmente l'esercito nel 1760. La nuova riforma, sempre basata sulle tre file di moschettieri, vedeva una nuova, e più razionale, divisione delle armate. Queste restavano formate da 4 reggimenti, ma questi erano divisi in tre 'operativi', ed uno 'di comando'. I reggimenti 'operativi' erano divisi in nove centurie di soldati combattenti ed una di appoggio, formata da venti uomini del comando, quaranta logistici ed un pari numero di addetti alle cucine. Il reggimento 'di comando' era invece formato da tre centurie di guardie, soldati meglio equipaggiati ed addestrati, due centurie di esploratori a cavallo, due centurie di genieri, una centuria di addetti a piccoli pezzi d'artiglieria, una centuria logistica, ed una di comando e collegamento. A riprova della bontà della riforma organizzativa, si nota che è ancora questo il modello della tipica armata patriarcale.

    da Raimondo II a Niccolò IV
    Il successore di Antonio VI, confermò la composizione dell'esercito e diede nuovo impulso all'introduzione di armi migliori e standardizzate. Le principali novità introdotte da questo Patriarca furono le granate, specie di piccole bombe, al cui uso istruì le guardie ed i genieri, nonché la baionetta, oggi tanto usata, inastata ad ogni moschetto. Sotto il suo patriarcato i soldati divennero sempre più abili, capaci di sparare e ricaricare avanzando, riprendendo la tecnica a linee usata da Antonio VI, che fino ad allora obbligava le truppe a fermarsi.

    Niccolò IV
    Sotto questo patriarca si confermò l'uso delle innovazioni tattiche raimondee, dandò però una più grande importanza all'addestramento dei soldati, che doveva essere continuo e costante. Dopo la guerra del 1814-1815 la generale tendenza del suo regno è quella di ingrandire le armate, passando da 4 reggimenti a 5, aggiungendone uno di tipo operativo ed incentivando l'uso dell'artiglieria di piccolo calibro da parte delle truppe di linea.

    Le truppe coloniali
    Discorso a parte meritano le truppe coloniali; usate da Aquileia in più occasioni, soprattutto in Congo ed in India. Le due esperienze, tuttavia, furono molto diverse: la prima, infatti, fu di impiegare soldati indigeni, armati di armi bianche, come forza d'attacco frontale. Questa decisione si risolse in un fallimento, in quanto questi furono subito massacrati. La seconda, più recente e più importante, ha visto la creazione di corpi di truppe coloniali. Ogni corpo è dotato di tre reggimenti, uno 'standard', uno di fanteria leggera, ed uno di cavalleria leggera. Nonostante l'armamento leggero degli ultimi due reggimenti, l'unità ha dato buona prova di se nel sconfiggere le forze indiane, soprattutto grazie alla mobilità di questi reggimenti, che sono usati per accerchiare il nemico e costringerlo verso la potenza di fuoco del reggimento 'standard'.

    La cavalleria
    Le armate di cavalleria sono, come quelle di fanteria, divise su quattro, oggi cinque, reggimenti; con le stesse divisioni organizzative. Tuttavia la cavalleria non è mai stata molto usata in combattimento, anche a causa della scarsità di equini dei primi anni, ma ha ottenuto sfolgoranti vittorie negli scontri contro i ribelli o piccoli contingenti di truppe nemiche, sfuggiti alla fanteria.

    Le truppe d'assedio
    Queste due armate, per quanto ne so non sono mai state di più, vennero create per la guerra in Egitto e, a quanto scrive l'Arieti nelle sue 'memorie di un generale', specificatamente per la presa di Alessandria d'Egitto. Dopo questi fatti d'arme, che ne dimostrarono i limiti in battaglia, le armate non furono usate, se non in casi eccezzionali, come in quello dello sfondamento dell'Orda d'Oro, di cui così dettagliatamente parla il Vittori. Ad ogni modo queste erano formate da uno reggimento di fanteria, ora due, con funzioni di protezione e comando, e da tre di artiglieria pesante, adatta all'assedio ma poco mobile sul campo.
     
  11. Carlos V

    Carlos V

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    Sei già arrivato al 1820? :cautious: O ti sei inventato tutti gli avvenimenti dal 1700 in poi? :cautious:
    Continua questo AAR, che mi sta appassionando! :approved:

    Certo che Aquileia sta davvero facendo la parte del leone, conquistando tutti modello "rullo compressore". Io in genere quando in una partita arrivo ad un livello di potenza ragionevole, mi diverto a creare equilibri internazionali piuttosto che arraffare tutto. Mi spiego meglio: sfruttando il fatto che nessuno si metterebbe mai contri di me (nel caso fossi una superpotenza come la tua Aquileia) mando garanzie a Stati per me vitali, che uso come cuscinetto o come corridoio per le truppe.
    Avverto altre nazioni di non dichiarare guerra a nessuno, altrimenti dovranno vedersela contro i miei potenti eserciti :contratto:. Infine cerco di aiutare la crescita di Paesi amici con prestiti o aiuti in caso di guerra, magari girando a loro le province conquistate (un po' come hai fatto tu con la Grecia). Con questa politica del bastone e della carota (aiutiamo un po' tutti, ma chi sbaglia paga) determino lo sviluppo della situazione internazionale.

    Poi, se proprio ho voglia di azione, inizio ad asfaltare tutto e tutti.

    P.S. A prescidere che sia una SfidAAR, perchè non continui questa partita su Victoria II? Ti procuri il convertitore di salvataggi e continui a guidare Aquileia fino a 1935. :approved:
    Immagina il tuo Ordine Patriarcale alle prese con la Rivoluzione Industriale, i progressi in campo culturale e le grandi rivoluzioni. ;)
     
  12. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    IN permette di arrivare fino al 1836.. io sono arrivato al dicembre 1821 :D ad ogni modo ringrazio, è sempre bello scrivere qualcosa di decente! XD
    Del resto io ho provato ad aiutare qualche alleato e/o vassallo, vedi appunto i bizantini (dandogli provincie), la georgia (liberandola ed aiutandola ad espandersi contro Ottomani, Orda d'Oro ed Aq Konlyu (non so se ho scritto giusto)) più tardi ed alcuni paesi del sud est asiatico (che mi facevano da barriera contro i maledetti indiani) nel 1800. Ma questi non restano MAI in alleanza, nemmeno se vassalli.. ingrati maledetti! con un sistema migliore, tipo Victoria o HOI lo farei volentieri (e nel mio aar col Sarawak lo faccio) ma sinceramente non mi va che questi stati creati da me si mettano per le proprie a caso! uff.. gli unici che son sempre rimasti fedeli sono i grossi alleati, tipo Francia o Gran Bretagna, ma loro si espandono da soli :D
    Comunque negli anni successivi mi sono espanso solamente fuori dall'europa, che è praticamente rimasta in pace fino alla fine (tranne le mie guerre contro gli spagnoli o quelle dell'Austria contro qualche stato inutile del SRI o ad est quelle contro la Lituania).
    Per quando riguarda la conversione devo pensarci, al momento ho solo il primo victoria, per il due starò ad aspettare che raggiunga la giocabilià del primo capitolo.
    spero di aver risposto a tutte le tue domande, e con questo post colgo anche l'occasione di augurare un felice anno nuovo a tutti i miei lettori!

    saluti
    DAoS

    p.s.
    comunque penserò alla storia della conversione..
     
  13. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Lodovico III - parte 2

    L'anno successivo vide gli inutili sforzi di Lodovico III di riguadagnarsi la stima del papa che, nonostante fosse nominalmente vassallo del Patriarca, continuava a perseguire una politica indipendente; nello stesso periodo la provincia di Nile entrò a far definitivamente parte dei domini patriarcali.
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    Pochi giorni dopo un grande avvenimento fece ritornare una parvenza di felicità nella corte del Patriarca; infatti alcuni grossi mercanti italiani decisero di contribuire alla grandezza dello Stato, chiedendo l'autorizzazione alla costruzione di nuove, più grandi, chiese nelle colonie. L'autorizzazione fu subito concessa, soprattutto per quanto riguardava la nuova chiesa di Gerusalemme, verso la quale il Patriarca aveva il più grande rispetto, avendo egli occupato la cattedra di quella precedente, molto più piccola ed oscura. Questa mossa contribuì grandemente ad aumentare il prestigio goduto dalla Nazione agli occhi delle altre grandi potenze cristiane.
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    All'inizio dell'anno successivo vennero scoperte altre provincie vicino alla prefettura dell'America meridionale, subito venne dato incarico di esplorarle al meglio ed, eventualmente, di cominciarne la colonizzazione. Oltre a ciò venne ordinato alla cavalleria coloniale di esplorare anche i territori a sud della prefettura, prevedendo un'espansione anche in quella direzione.
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    Durante l'anno successivo, nell'America del Nord, le colonie di Menominee ed Abitbi divennero città, mentre nel sud furono scoperte numerose provincie oltre il confine meridionale della Prefettura. Nonostante i grandi investimenti nella zona e la grande presenza militare le ribellioni dei nativi inca continuarono, ma vennero tutte presto sedate nel sangue.
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    Qualche mese dopo i territori irochesi dell'america del nord vennero finalmente riconosciuti come parte integrante dei domini patriarcali, contribuendo ad un maggiore flusso di persone verso quella ricca prefettura.
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    Nei mesi successivi si asssitè ad un grande colpo diplomatico del Patriarcato: fu siglata, infatti, un'alleanza con l'Austria. Questa fu decisa soprattutto per contenere la sua rinascente potenza ed assicurarsi contro ogni possibile ambizione francese sui territori italiani. Una volta siglato questo patto il Patriarca decise di impartire l'ennesima lezione ai Mamelucchi, dichiarandogli guerra. Con Lodovico III si schierarono quindi Castiglia, Austria e Francia.
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    L'avanzata patriarcale in Egitto fu inarrestabile: il Cairo fu cinto d'assedio, come anche le province di Massawa, Al Karak e Tabouk. In quest'ultima provincia il grosso delle forze musulmane s'incontrò con un armata patriarcale che, al comando del generale Luserna Bigliori, la sconfisse duramente.
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    Otto giorni dopo cadeva il Cairo e veniva cinta d'assedio la provincia di Tigre, che cedette all'inizio di dicembre, pochi giorni dopo la caduta di Massawa. All'inizio del 1659 fu presa anche Majerteen, tenuta dal lontano impero timuride. Quindi fu richiesta la pace, i termini della quale erano la cessione di Majerteen, che passava sotto la prefettura dell'Africa Orientale, il riconoscimento dei diritti patriarcali su Diamientia e la liberazione del Dulkadir nonché il pagamento di una somma in denaro. Il sovrano mamelucco fu stupito della mitezza della proposta e l'accettò subito.
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    La pace era stata richiesta insistentemente dal nuovo Maestro dell'Ordine Patriarcale, cui Lodovico III era molto legato, anche per contenere gli effetti negativi di un espansione territoriale, dato che l'Europa stava cominciando a non vedere di buon occhio le mire ambiziose di Aquileia. Per questo motivo egli consigliò al Patriarca di rivolgersi ad altri scenari e di iniziare ad usare altri mezzi per indebolire il nemico, specificatamente fomentando i ribelli della parte orientale di Java, allora controllata dal Brunei; un'azione del genere, in una località così lontana dall'Europa, non avrebbe di certo attirato l'attenzione e, nel contempo, avrebbe inferto un duro colpo a quella nazione ostile, favorendo la nascita di una più favorevole al Patriarcato. Per finanziare ciò venne assunto Bonifacio Moscati, che si mise subito al lavoro su una grande riforma fiscale, capace di generare nuove entrate. Durante l'anno successivo si continuò a supportare i ribelli, nonché a consolidare i domini patriarcali, anche promuovendo la colonizzazione delle provincie sudamericane, in una delle quali, Cuenca, si trovò un'importante miniera di rame. Nello stesso periodo l'Austria decise di abbandonare l'alleanza, non fidandosi né di Aquileia né di Parigi; pochi mesi dopo la provincia di Panama divenne stabilmente parte dei domini patriarcali, ottenendo il riconoscimento del suo status; oltre a questo si assistè alla conversione della provincia di Majerteen.
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    Alcuni mesi dopo i ribelli del Makassar controllavano tutta la parte orientale di Java, non restava altro che aspettare la proclamazione del nuovo Stato ed assicurarsi la sua fedeltà. Nello stesso periodo si iniziò la costituzione di alcuni reggimenti coloniali nelle provincie della prefettura d'India, in quanto il Patriarca, ed il suo consiglio speciale, stava considerando un'espansione in quella zona.
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    Nel settembre del 1661 si assistè alla promulgazione di un altro editto sulle forme di governo delle prefetture, cercando una maggiore partecipazione del popolo all'amministrazione pubblica, nonché una ridistribuzione dei poteri tra i vari ministeri. Secondo i suoi promotori, al riforma nelle colonie doveva servire da banco di prova per una riforma generale dei sistemi rappresentativi del Patriarcato stesso. Nello stesso periodo vennero anche scoperte alcune provincie contigue alla prefettura nordamericana; per questo motivo Lodovico III ordinò al locale prefetto di mandare alcuni uomini ad esplorare meglio quelle zone, per una futura espansione ad est di quella prefettura.
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    Nel dicembre dello stesso anno il Patriarca si decise, finalmente, ad espandere la prefettura d'India a spese del debole Travancore, emerso pochi anni prima da una rivolta contro lo stato del Mysore.
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    Le truppe patriarcali ebbero facilmente ragione delle forze indiane, conquistando Calicut e Travancore nel giro di un mese. Spaventato dalla forza patriarcale il sovrano del Travancore chiese la pace, offrendo Calicut ed una piccola somma di denaro; la sua proposta venne accettata per liberare le truppe e mandarle a combattere sul più difficoltoso fronte con il Mysore.
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    Pochi giorni dopo moriva Pietro Caetani, uno dei consiglieri patriarcali più stimati; per sostituirlo venne chiamato Floris Nevers, un rinomato capitano di ventura francese, con l'incarico di presiedere ad una nuova riforma dell'esercito. Pochi giorni dopo le truppe di Ottaviano del Monte sconfiggevano quelle del sovrano del Mysore, Timmaraja III, nella battaglia di Mysore. In quest'occasione le truppe coloniali mostrarono appieno il loro valore, contribuendo in modo decisivo alla disfatta degli indiani. Preoccupato dalle notizie della poderosa offensiva castigliana, Lodovico III, accettò l'offerta di pace del sovrano del Mysore, che offriva il pagamento di una somma di denaro nonché al rinuncia alle loro rivendicazioni su Knogu, Madurai e Calicut.
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    I due anni successivi videro la messa in pratica di alcune riforme militari, di natura tattica, la buona riuscita delle nuove istituzioni amministrative nelle prefetture, nonché un generale miglioramento delle condizioni del Patriarcato. Nel corso del 1664 la provincia di Kongo divenne finalmente parte dei domini patriarcali, entrando anche a pieno titolo tra le maggiori provincie della prefettura omonima. L'anno successivo il Makassar divenne indipendente ma, prima che i messi patriarcali raggiungessero il nuovo stato, si alleò subito con i correligionari Mamelucchi. Quest'insuccesso diplomatico, unito anche all'inutilità delle grandi spese fatte per appoggiare i ribelli, convinse il consiglio speciale del Patriarca a chiedere a quest'ultimo, ed al consiglio generale, di dichiarare guerra ai Mamelucchi, per colpire indirettamente lo stato che il Patriarcato aveva contribuito a creare e che si era schierato con i loro nemici giurati.
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    L'offensiva patriarcale in Egitto incontrò pochissima resistenza, essendo i Mamelucchi impegnati anche in una guerra contro gli Ottomani, e portò a cingere d'assedio numerose provincie. In oriente, invece, si assistè ad aspri scontri nell'isola, a Surabaya e Demak, tuttavia le truppe patriarcali ebbero facilmente ragione dei difensori, cingendo d'assedio le provincie e relegando tutte le forze del Makassar nell'estremo orientale dell'isola.
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    Negli undici mesi successivi caddero, nell'ordine, Cairo, Tigre, Hawran, Massawa, Surabaya, Tabouk, Medina, Badiyat ash Sham e Mataram. Grazie all'occupazione di due terzi delle terre del Makassar, le forze patriarcali marciarono su Blambangan, la capitale di quello stato. La battaglia fu feroce, ma la superiorità schiacciante delle forze patriarcali fece in modo di assicurare, ancora una volta, alle armi europee la vittoria
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    Vedendo il suo esercito distrutto e praticamente tutto il regno occupato, il sovrano del Makassar si arrese senza condizioni. Queste vennero imposte da Lodovico III, e furono particolarmente dure: il passaggio di Mataram e Surabaya sotto la prefettura delle indie orientali, nonché la liberazione di Bali. Queste condizioni di pace segnarono la definitiva caduta di ogni ambizione da parte del sovrano del Makassar.
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    Sull'esempio del suo alleato, anche il sovrano Mamelucco chiese la pace; la ottenne pagando una piccola somma di denaro e cedendo le province del Cairo, di Tigre e di Massawa; i Mamelucchi ormai non controllavano più nulla in Africa.
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    Con la conquista di queste provincie ex-Mamelucche, si aprì la via verso l'interno dell'Africa. Via che fu presto esplorata e giudicata adatta all'insediamento; così Lodovico III, sempre ansioso di espandere il suo dominio coloniale, richiese i pareri dei suoi esperti in merito alla colonizzazione di quella parte d'Africa e diede ordine di inviare le truppe a preparare il terreno per una futura espansione. Nello stesso periodo veniva eletto Federico I di Brandeburgo come imperatore del SRI; costui tenne lo scettro per soli 25 giorni prima di morire e lasciarlo al suo successore Guglielmo Federico II di Brandeburgo.
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  14. Enok

    Enok

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    Imageshack la converte da BMP in PNG.
     
  15. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Europa Nord-Occidentale
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    Europa Nord-Orientale
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    Europa Sud-Occidentale
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    Europa Sud-Orientale
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    Situazione Politica Mondiale
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    Aquileia, Colonie e Vassalli
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    Grafici Vari
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    Relazioni Amichevoli
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    Relazioni Ostili, parte prima
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    Relazioni Ostili, parte seconda
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  16. SkySpace

    SkySpace

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    esiste veramente la conversione??
     
  17. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    de che?
    comunque su imageshack si, da eu3 a vic2 non ne ho idea ma così pare :p

    saluti
    DAoS
     
  18. nirian

    nirian Guest

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    dov'è emigrato il Patriarca di Roma? Nelle relazioni amichevoli leggo che il suo Stato esiste ancora

    e i "lombardi" Corsi non anelano il ricongiungimento al Patriarcato? :sbav:
     
  19. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    è vassallo del patriarca di aquileia XD (pagina precedente, post 167 :p)

    i corsi che si attacchino! non mi interessa un'isola inutile, con il rischio di tirare in guerra gli imperatori del SRI e trovarmi dentro una terribile serie di alleanze incrociate e simili, soprattutto alzando l'infamia troppo :(

    saluti
    DAoS
     
  20. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Obbiettivi a breve (verifica)
    1)espandersi in africa OK
    2)espandersi in america OK
    3)unire la prefettura dell'africa orientale con quella dell'africa settentrionale NO :(
    4)aumentare il prestigio NO :(

    Obbiettivi a breve (nuovi)
    1)espandersi in europa
    2)espandersi colonialmente
    3)unire la prefettura dell'africa orientale con quella dell'africa settentrionale
    4)aumentare il prestigio

    saluti
    DAoS
     

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