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[Multy AAR] HOI3 Motherland

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da agent_45, 18 Settembre 2012.

  1. agent_45

    agent_45 Guest

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    Gli alleati non muoveranno un dito, ma l'olonda deve rimanere dove sta e le truppe sul confine francese rimosse.
     
  2. bacca

    bacca

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    L'asse accetta le richieste inglesi , ma chiede la smobilitazione dell'esercito inglese e francese come segno di distensione.
     
  3. gianandrea doria

    gianandrea doria

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    La Russia conferma che la dichiarazione di guerra all'italia è un tragico errore diplomatico un pò per pigrizia e lentezza della burocrazia italiana un pò per la fretta dettata dalle necessità dell'Unione Sovietica...
     
  4. bacca

    bacca

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    E' un natale buio quello che si festeggia nel '38 in europa, la nascente comunità europea (asse) è fortemente preoccupata.
    Nell'ultimo anno infatti, la Francia ha mostrato al mondo la violenza di cui è capace, invadendo i popoli del Belgio e del Lussemburgo e ponendo un governo fantoccio alla guida dell'Irlanda. Dall'altro lato del continente l'orda Russa stà espandendo i suoi confini, dopo aver vinto in Bessarabia infatti i Soviet si sono presi la Finlandia. La spirale di violenza sembra non volersi arrestare, e nonostante tutti i tentativi fatti dall'asse per evitare un conflitto questo ormai sembra inevitabile.
    In Asia, il Giappone è riuscito a riappacificare i popoli cinesi unendoli in una sola bandiera.
    L'asse ormai è pronto.
     
  5. Aranos92

    Aranos92

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    Cronache dal Giappone

    Siamo oramai arrivati alla fine del 1938 ed è arrivato il momento di raccontare anche i fatti e gli avvenimenti succedutisi nell'Estremo Oriente.

    Il 1936: la calma prima della tempesta

    Durante il 1936, il Giappone promuove un rapido sviluppo industriale, economico, nell'ambito dell'istruzione e in quello legislativo per favorire sempre più il benessere del popolo nipponico.
    Sul fronte esteri invece si decide di portare avanti una politica di pace e di cooperazione con tutti gli stati vicini e confinanti tant'è che in attuazione a questa politica viene portato soccorso alle popolazioni della Manciuria soggiogate dalla Cina. Esse sono liberate e viene creata per loro una nazione libera il Manchukuo nella quale essi possano riconoscersi.
    Tutte le nazioni accolgono calorosamente le proposte di pace e i patti di non aggressione proposti dal Giappone, tranne una nazione: la Cina dei Nazionalisti.
    Incomincia così un periodo di forti contrasti diplomatici e le relazioni vanno via via deteriorandosi fino a portare in breve tempo alla guerra. Il Giappone inizia così ad organizzarsi e a studiare piani per una invasione del paese schierando in particolare unità al confine con la Manciuria.
    Il clima di pace instaurato dal Giappone viene però scosso da un evento pericoloso per il mantenimento dello status quo: nascono dissidi con l'URSS per alcune dispute riguardo il confine.
    Il governo giapponese risponde però immediatamente a questa situazione di tensione creatasi, individuando i responsabili e costringendoli al suicidio (così da mantenerne intatto l'onore altrimenti perso per via dell'impiccagione).
    I rapporti tra l'URSS e il Giappone vengono così rimessi in sesto tant'è che lo stesso Stalin invia a Sua Maestà Hirohito una lettera nella quale gli rinnova l'amicizia ed inoltre dichiara di voler portare a scadenza il patto di non aggressione sottoscritto.
    Si arriva così al 1937, anno nel quale i già tesi rapporti diplomatici con la Cina arrivano alla completa rottura a seguito dell'incidente del ponte di Marco Polo. Sua Maestà si trova così costretto agli inizi di luglio a firmare la dichiarazione formale di guerra alla Cina nazionalista e ai suoi alleati (Shanxi, regione Comunista Cinese, Xibei Sian Ma, Sinkiang, Yunnan e Guangxi Clique).

    L'inizio delle ostilità con la Cina

    I piani per l'invasione della Cina prevedevano l'apertura di tre fronti: a nord sul confine con la Manciuria, a nord ovest con lo sbarco a Shanghai e a sud con l'invasione del Guangxi Clique.

    [​IMG]

    L'esercito del nord invade prontamente la Cina conquistando Pechino e proseguendo la sua inesorabile anche se abbastanza lenta discesa verso il sud del paese, di slancio si riescono a invadere anche lo Shanxi e la regione Comunista Cinese formalmente annessi all'Impero nipponico, salvo poi però perdere slancio e attestarsi lungo un fronte che andava dai confini dello Xibei Sian Ma e arrivava a pochi kilometri a nord della penisola di Qindao.
    A Shanghai invece dopo il successo dello sbarco purtroppo le divisioni incominciano a perdere slancio e si decide di attestarsi attorno ai confini della regione di Shanghai approntando un cordone di sicurezza trincerato tutto attorno.
    A sud invece l'invasione del Guangxi si rivela essere un completo successo culminante con la formale annessione dello stesso all'Impero e si predispongono i piani per una avanzata nello Yunnan e verso Guangzhou in mano ai Cinesi; ma purtroppo queste operazioni vengono condotte in malo modo tant'è che il QG perde i contatti con le divisioni inviate nello Yunnan (più tardi si saprà che esse furono annientate dopo essere state circondate dai miliziani dello Yunnan) e oltretutto non predispone linee di comunicazione e di rifornimento con il grosso dell'esercito del sud che entrato trionfalmente in Guanghzou si ritrova ad essere pressochè isolato rischiando di essere circondato; il rischio di essere annientato per l'esercito del sud era davvero grosso e si rischiava di gettar via quanto di buono si era fatto con l'annessione del Guangxi.

    L'intervento italiano e la ripresa dell'iniziativa

    Ma in soccorso all'alleato nipponico arriva un aiuto quasi insperato: quello italiano.
    In Italia il re Vittorio Emanuele III era stato costretto ad abdicare e al suo posto si era insediato suo figlio Umberto che prese il nome di Umberto II
    Appena salito al trono decise immediatamente di riformare il partito fascista e di destituire Benito Mussolini, formando al suo posto un governo guidato da un quadrumvirato composto da: Italo Balbo, Emilio de Bono, Dino Grandi e da Galeazzo Ciano.
    A seguito di questi profondi cambiamenti avvenuti in Italia, Sua Maestà Hirohito decide di stringere un patto di alleanza con il re Umberto II che prevedeva l'invio in Cina di alcune divisioni del Regio Esercito a supporto di quello giapponese.
    Pochi giorni dopo l'invasione della Cina tale patto divenne effettivo e subito il re Umberto II invia le divisioni in Cina.


    In questo raro documento fornito dall'istituto Luce possiamo vedere la consegna delle drappelle ad alcune divisioni in partenza per la Cina.

    Le divisioni vengono così dislocate: una parte viene inviata a supporto dell'esercito del sud nel Guangxi, una parte a Shanghai e una parte viene tenuta di riserva nell'isola di Taiwan.
    Per quanto riguarda il fronte sud si decide per l'evacuazione completa e le divisioni italiane forniscono copertura e supporto all'imbarco di quelle giapponesi, in seguito imbarcatesi anche quelle italiane esse vengono ridislocate sulla costa ovest della Cina andando ad occupare e difendere le città di Xianmen e Fuzhou.
    A Shanghai invece si riprende completamente l'iniziativa e si varcano i confini della regione arrivando fino ad attestarsi nella città di Nanjing e ad estendere l'area del cordone di sicurezza.


    In questo documento visivo ritrovato nell'archivio di guerra di Tokyo possiamo vedere la famosa marcia dei soldati nipponici dopo l'occupazione della città.

    Le divisioni italiane poste in riserva a Taiwan vengono inviate nella penisola di Qindao che riescono ad occupare facilmente operando inoltre un ricongiungimento con il fronte nord oramai arrivato a ridosso della penisola. Di conseguenza dopo una successiva avanzata il fronte nord viene ricongiunto con quello di Shanghai formando un unico grande fronte esteso da Shanghai fino ai confini dello Xibei Sian Ma e con le città di Xianmen e Fuzhou occupate sulla costa.

    La caduta della Cina nazionalista

    Oramai i Cinesi si rendono conto di non aver più possibilità di fermare l'inesorabile discesa dell'esercito nipponico che in poco tempo arriva a conquistare le città di Wuhan e di Nanchino e a circondare quasi interamente la nuova capitale cinese di Chonqging.
    Il governo cinese oramai in condizioni disperate decide di chiedere la resa incondizionata e Sua Maestà si ritrova così ad essere padrone di tutto il territorio della Cina nazionalista.
    Intanto la guerra prosegue con l'invasione dello Xibei Sian Ma al nord e dello Yunnan al sud dopo aver distrutto le sacche di resistenza delle divisioni rimaste accerchiate in territorio cinese.
     
  6. Purfa

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    La Francia, viste le crescenti tensioni con l'asse, decide per la sicurezza di tutti i popoli democratici di occupare il Belgio e il Lussemburgo. Le truppe francesi che vanno ad occupare le posizioni difensive lungo il canale Alberto e il Reno incontrano pochissima resistenza dopo la dichiarazione di guerra, essendo molti dei belgi stessi convinti ad unirsi alla Francia per evitare la dittatura tedesca.

    Al contempo l'Irlanda, la quale stava pericolosamente militando verso un governo fascista, rappresentava un problema che per le potenze alleate e dunque la Società delle Nazioni permise all'Inghilterra l'invasione e la sostituzione del governo con un momentaneo presidente ad interim filofrancese (ed inglese).

    Per il resto la Francia è pronta: la linea Maginot sta venendo allungata al nord, lungo le posizioni difensive delle Ardenne, le armate di terra e dell'aria sono pronte. I Francesi non vogliono la guerra, ma difenderanno la patria da ogni invasore e impediranno alle forze rivoluzionarie comuniste di contaminare l'Europa Occidentale.
     
  7. bacca

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    dimenticavo.... anche la Poloniao_O , la Romania e Cuba:eek: sono entrate nell'asse.
     
  8. bacca

    bacca

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