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Legge elettorale, proposte e opinioni

Discussione in 'Off Topic' iniziata da Lorenzo '00, 26 Luglio 2014.

  1. Lorenzo '00

    Lorenzo '00

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    Ultimamente si sta parlando molto della legge elettorale, voi quale preferite e per quale motivo?
    E, se foste Presidenti del Consiglio, cosa proporreste? (anche vostre idee, non per forza quelle proposte dai politici)
     
  2. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Maggioritario puro con collegi uninominali, ballottaggio solo se nessuno dei candidati supera il 50% delle preferenze. Motivo: trovo assurdo il proporzionale e io devo poter scegliere chi mandare in Parlamento.

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  3. Lorenzo '00

    Lorenzo '00

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    E fra i sistemi proposti oggi?
     
  4. andry2806

    andry2806

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    Io sinceramente penso che in un paese in crisi come il nostro per i governanti la legge elettorale dovrebbe essere l'ultimo dei loro pensieri.
     
  5. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Ma è adatto ad un sistema dove comunque i politici sono legati ai partiti?
     
  6. Mac Brian

    Mac Brian

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    Meh, se un governo non ha i numeri per governare e deve quindi continuamente appoggiarsi a coalizione instabili per fare qualcosa perchè la legge elettorale non è bilanciata è difficile che riesca a mettere in campo azioni serie (e soprattutto politiche economiche durature, sconosciute in Italia) per far fronte alla crisi.
     
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  7. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Ogni sistema ha i suoi pro e contro. In un sistema maggioritario con collegi uninominali ogni partito presenta un solo candidato in un determinato collegio elettorale. Vince chi ottiene la maggioranza (ci può essere un eventuale doppio turno per il ballottaggio). A ciascun collegio è assegnato un solo "nome" per partito, una faccia, con vantaggi e svantaggi che ciò comporta:
    Pro:
    gli impresentabili (condannati, ecc) rischiano di essere trombati (non puoi "annegarli" in mezzo alle liste senza preferenze), per cui, almeno in teoria, i partiti dovrebbero prestare attenzione anche ai nomi e non solo al simbolo.
    Contro:
    elevato rischio di sistemi clientelari (il politico fa gli interessi del suo collegio elettorale e non del Paese).

    Non piace alla "Casta" perché rischieresti di avere il Berlusca o Dalema di turno che sono trombati nel collegio maggioritario e non rientrano con la porta del proporzionale, per cui non vanno in parlamento...

    Personalmente, pur essendo consapevole dei limiti di questo sistema, lo preferisco al resto. Non concepisco il proporzionale e la mancanza delle preferenze.
    Per me l'elettore *deve* avere la responsabilità della scelta (e non solo per le elezioni dei membri del parlamento, ma anche del PdC), con tutti i pregi e difetti che questo comporta.

    Saluti.
     
    Ultima modifica: 15 Agosto 2014
  8. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Ma, con il sistema comunque non bipartitico italiano, non rischi di non avere maggioranze in Parlamento?
     
  9. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Spiegati meglio, non capisco il perché dovrebbe essere peggio di un proporzionale...
    Il Porcellum è un sistema proporzionale (con enormi correttivi, tipo soglia di sbarramento e significativo premio di maggioranza), ed ha prodotto la situazione attuale: elettorato spaccato in 4 -> nessuna maggioranza in parlamento -> patto PD NCD per governare...
    Per me l'importante è che un elettore sappia chi sta votando e quali partiti lo appoggiano. Le alleanze vanno decise prima. Se l'elettorato è spaccato in quattro o le parti si alleano prima in due o più coalizioni o chi prende un voto in più degli altri si prende il seggio in una determinata circoscrizione...

    Ciao.
     
  10. Lorenzo '00

    Lorenzo '00

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    Concordo appieno. In un qualsiasi Paese fuori dalla crisi sosterrei un proporzionale puro*, ma in questo momento in Italia forse è necessaria una legge che permetta al Governo di avere una maggioranza e di perseguire gli obiettivi

    *soglia di sbarramento alla Camera=0,10%
    Proporzionale puro
    Soglia di sbarramento al Senato=4,00%
    Arrotondare i decimali per difetto, poi assegnarere questi punti e quelli dei partiti che non superano la soglia al primo partito

    Esempio elezioni Senato:
    Primo partito: 45,34%
    Secondo partito: 24,66%
    Terzo partito: 20,00%
    Quarto partito: 4,34%
    Altri: 5,66%

    Quindi:
    Primo: 52% dei seggi
    Secondo: 24% dei seggi
    Terzo: 20% dei seggi
    Quarto: 4% dei seggi
    Altri: 0% dei seggi
     
    Ultima modifica: 16 Agosto 2014
  11. Mac Brian

    Mac Brian

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  12. Lorenzo '00

    Lorenzo '00

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    Questo non è come il "Democratellum"?
     
  13. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Mah, comunque è sempre difficile sommare governabilità e rappresentanza quando hai tre partiti equivalenti antitetici di cui uno ostile per principio ad alleanze e gli altri due costretti obtorto collo.

    Sull’uninominale rimango comunque molto scettico. Falsa notevolmente la reale volontà degli elettori, assegnando valore zero a partiti diffusi su tutto il territorio ma non maggioritari in nessun collegio mentre sovrastima fortemente il peso di partiti locali maggioritari esclusivamente nel loro territorio. Per fare un esempio in Francia il Front National ha tra il 10% e il 16% dei consensi, ma ottiene solo 2 seggi su 577. Praticamente gli stessi che in Italia prende il SVP con il 0,4% dei consensi.

    In questo momento di crisi potrebbe portare al proliferare di partiti locali interessati esclusivamente a mantenere il potere nella loro zona senza programmi di portata nazionale.


    Alle elezioni del 2008 si era arrivati ad una situazione finalmente stabile: con PDL e PD che si dividevano da soli il 70% dei consensi si poteva finalmente fare un maggioritario secco, il partito che prende più voti si prende la maggioranza assoluta e governa 5 anni. Ora con il M5S e la frantumazione della destra il sistema è saltato e qualsiasi sistema finirebbe per sfavorire di molto la rappresentanza o la governabilità.
     
  14. Eferthad

    Eferthad

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    E Berlusconi non l'ha fatto perché il Porcellum, grazie alla Lega Nord, gli garantiva una non-vittoria al Senato quasi matematica delle sinistre per i collegi settentrionali.

    Io, ad ogni modo, ritengo che si debba optare anzitutto per un sistema nella sua forma pura, proporzionale o maggioritario che sia. Entrambi hanno criteri diversi di legittimazione popolare, il primo sul partito ed il secondo sul candidato, ed ogni forma spuria o di compromesso fra i due sistemi finisce irrimediabilmente per inquinare il criterio legittimante di base.

    Ad ogni modo, personalmente sono per un maggioritario uninominale, con doppio turno aperto a quattro partiti -soluzione per la situazione italiana- di cui due possono fare un passo indietro al ballottaggio in cambio di un premio di tribuna. Diciamo che sono per la "dottrina Sartori". ( "Siccome non sono cattivo come ho la fama di essere, anni fa proposi un addolcimento. In primo luogo il passaggio al secondo turno sarebbe consentito ai primi quattro. Dopodiché, al secondo turno i due partiti minori (dei quattro) hanno la scelta di ritirarsi e così di fruire di un «premio di tribuna», mettiamo, del 20 per cento dei seggi; oppure di combattere le elezioni, perderle, ma così facendo perdendo anche il proprio premio di tribuna." [cit. Sartori] )

    Comunque, siccome non ho molto tempo ancora, mi limiterò, per il resto delle considerazioni, di auto-citarmi (si tratta di un articolo che scrissi qualche tempo fa per un quotidiano online):

     
  15. metalupo

    metalupo

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    La mia idea è forse un po' più complessa ed è una via di mezzo tra l'uninominale ed l proporzionale.

    Niente coalizioni.
    Una circoscrizione per ogni seggio in parlamento.
    Tre candidati per ogni partito in ogni circoscrizione, che risiedano nel o nei comuni della circoscrizione da almeno 7 anni.
    Primo turno scheda con simboli dei partiti e tre caselle numerate indicanti i tre candidati, voto di preferenza obbligatorio.
    Se un partito a livello nazionale prende più del 50% ottiene il 55% dei seggi, i restanti seggi vengono divisi proporzionalmente tra i partiti restanti che abbiano preso più del 5% a livello nazionale.
    Se nessun partito prende più del 50% si va al ballottaggio tra i due partiti che hanno più voti a livello nazionale, quello che prende più voti riceve il 55% dei seggi, i restanti seggi vengono divisi proporzionalmente, sulla base dei risultati del primo turno, tra i partiti restanti che abbiano preso più del 5% a livello nazionale nel primo turno.
    Secondo turno scheda senza voto di preferenza con i soli simboli de partiti.
    I seggi, per ogni partito, vanno assegnati in base hai voti ricevuti, nel primo turno, da ogni candidato.

    Dovrebbe garantire un discreto equilibrio tra governabilità e scelta dei rappresentanti da parte degli elettori, Ammetto che forse è un po' utopica.
     
  16. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Articolo interessantissimo, @Eferthad!

    Poni giustamente un aut aut e ti appoggio, anche io sono per le soluzioni nette e considero i mischiotti farina del diavolo. Purtroppo metà dei nostri politici, data la provenienza dalla 'società civile' (matrice sia di Berlusconi sia di Grillo sia di ogni partito attuale che non sia il PD e in parte SEL), non hanno la minima idea di cosa tu stia parlando e per loro la legge elettorale è solo un contentino da dare al popolo accontentando i demagoghi o un sistema per garantirsi la rielezione, pazienza se il governo dopo farà lo stesso.

    Un paio di domande dato che te ne intendi:
    1) Un sistema maggioritario uninominale non porta necessariamente a maggioranze parlamentari, giusto? Teoricamente M5S, PD e FI potrebbero aggiudicarsi 1/3 dei collegi a testa, no?
    2) Nel proporzionale puro sono possibili le preferenze o sono esclusivamente per un sistema maggioritario?
     
  17. Eferthad

    Eferthad

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    Grazie mille, @Pandrea , felice che l'articolo ti sia piaciuto. Purtroppo, come ben dici, molti pensano che le leggi elettorali siano, tutto sommato, materia semplice e di facile manipolazione; pochi, invece, sanno che esiste una branca della politologia, Ingegneria Elettorale, molto sviluppata nei paesi anglosassoni, che studia proprio gli effetti delle leggi elettorali a livello di orientamento del voto e di output elettorali.

    Per rispondere alla tua domanda:

    -1) certamente, può produrre un risultato privo di una maggioranza chiara, si veda l'attuale governo inglese. Ma a questo si può ovviare prevedendo un secondo turno: se il 75% dei seggi si assegna a tutti i candidati vincenti, e si tiene un 25% per riequilibrare coi migliori perdenti (fissando un tetto alla prima lista al 53-55% dei seggi, chiaramente), si riesce a formare una maggioranza nel 99% dei casi. Comunque, è altamente improbabile. Quello che dici tu può succedere solo dove un dato partito sia molto radicato in un dato territorio: paradossalmente, questo favorirebbe, per dire, più la lega che il MoVimento.

    -2) in un proporzionale, il metodo d'assegnazione del seggio è secondario: essendo il focus dato sul risultato del partito, l'assegnazione può essere conferita con lista bloccata, preferenza singola, preferenza multipla, ecc. Chiaramente in collegi con più candidati: non si può mischiare il proporzionale con il collegio uninominale, perché ci sarebbero vincitori esclusi e, dunque, una delegittimazione di molti eletti. Quando Sartori dice "ogni sistema non basato su collegi uninominali è proporzionale" intende proprio questo. Che dove non è la vittoria del singolo a legittimare il seggio, ma il dato nazionale del partito, lì si è in presenza di una legge proporzionale.
     
  18. Pandrea

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    Sempre interessante.

    Stando così le cose, preferirei il maggioritario. Purtroppo però lo vedo come adatto a partiti dalla struttura molto diversa da quella attuale di molti partiti italiani, incentrata sulla scala gerarchica, sull'accentramento e su un ristretto numero di grandi personalità che spopolano a livello nazionale e trainano tutto il resto del partito. L'unico partito veramente attrezzato per un maggioritario sarebbe il M5S.
     
  19. Eferthad

    Eferthad

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    In realtà è un po' il contrario: il sistema maggioritario, essendo il voto espresso direttamente in favore del candidato scelto nel territorio, chiaramente è fortemente influenzato dal candidato e dalla sua personalità, non a caso il 75% maggioritario della Legge Mattarella fondamentalmente favoriva i partiti di centrosinistra perché, all'epoca, più radicati sul territorio rispetto ad una FI nata da poco. Anzi, essendoci un collegio per ogni seggio, il maggioritario favorisce i partiti che hanno più di un candidato forte, piuttosto che quelli con poche punte di diamante, che brillano come capilista in grossi collegi.
     
  20. Pandrea

    Pandrea Guest

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    E’ quello che intendo: nel maggioritario quello che conta è il candidato e il partito esiste per supportarne la corsa alla vittoria. Nel proporzionale quello che conta è il partito e i candidati esistono in funzione del partito. In pratica quello che dicevi tu sulla legittimazione. I partiti italiani odierni, chi più chi meno, si basano su un gruppo centrale di grandi personalità che in un maggioritario otterrebbero solo il pugno di voti delle proprie circoscrizioni influendo relativamente sulle altre.


    Ma per capire, quanto sarebbero grandi i collegi elettorali del maggioritario?


    Inoltre non c’è molto da discutere: gli italiani hanno scelto nel 1993 il maggioritario. O si fa un nuovo referendum o si fa un maggioritario puro, in barba soprattutto ai tanti santoni dellaGGente che difendono il proporzionale proprio per difendere la volontà del popolo.


    Altra domanda: ragionando per assurdo il maggioritario non può sfasare di molto rappresentatività e volontà reale dell’elettorato? Se i candidati di un partito prendono tutti il 51% dei voti e tutti quelli di un secondo partito prendono tutti il 49%, avremo un Parlamento al 100% di un partito anche se il Paese per metà-1 sostiene l’altro.
     

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