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Je Maintiendrai: La Repubblica del Nord

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Mac Brian, 8 Giugno 2014.

  1. Mac Brian

    Mac Brian

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    Statolderato di Frederick Hendrik van Haspinga Parte 3 - Una mossa inaspettata

    Portrait of a man, possibly Nicolaes Hasselaer 3.jpg Wimpel_Nederland.png
    Finita la guerra con il Portogallo, i Paesi Bassi vissero una serie di situazioni molto particolari, che stravolsero completamente l’assetto economico della nazione. Se durante la guerra infatti la Repubblica era stata scossa dal crack finanziario causato dalla speculazione sui bulbi dei tulipani, ora, con l’acquisizione delle rotte commerciali portoghesi e con il rafforzamento del consenso nel governo centrale di van Haspinga, che per sfruttare al massimo l’acquisizione degli avamposti portoghesi decise di istituire una serie di ambasciate commerciali sparse in tutta l’Asia Orientale, incredibilmente l’economia olandese raggiunse e superò i livelli precedenti alla crisi. A questo si sommò poi un fortunato raccolto, che venne registrato alla fine del 1618 e consentì ai beni di prima necessità di evitare il contraccolpo inflazionistico della crisi, garantendo cibo a prezzi ragionevoli a tutte le città olandesi.

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    Questo ritrovato dinamismo economico permise a van Haspinga di riprendere le sue ambizioni di gloria in politica estera, dove, in accordo con gli Stati Generali, assentì all’ingresso della Repubblica nell’Unione Evangelica, un’alleanza militare tra i paesi europei di confessione non cattolica sorta a causa dell’aggressiva espansione dei cattolici, sia nell’Impero, dove i luterani erano stati estirpati in zone come Brandeburgo e Pomerania, un tempo centri della predicazione di Lutero, ma anche con i musulmani, contro cui i cattolici, guidati dalla Francia di Luigi XIII Van Brabant, stavano portando a compimento un'umiliante campagna nei balcani turchi.

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    A tal proposito, vista la concentrazione di truppe francesi nei Balcani, all’inizio del 1619 van Haspinga cominciò a maturare l’idea di attaccare in modo improvviso la Francia, per ottenere finalmente la gloria che aveva sempre ricercato. Tuttavia per muovere l’esercito egli aveva bisogno dell’autorizzazione degli Stati Generali, che approvarono l’idea a patto che la dichiarazione di guerra non pervenisse prima del 1620, in modo da permettere l’espansione dell’esercito con nuova artiglieria, in vista degli assedi e l’ammodernamento dell’armamentario della cavalleria, grazie all'introduzione di un nuovo tipo di carabina.

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    Infine, con la guerra con gli Ottomani ancora in corso e la flotta da guerra olandese già in posizione nel Mar Ligure, la dichiarazione di guerra venne fatta pervenire a Parigi esattamente il primo Gennaio del 1620: la Spagna appoggiò gli olandesi, mentre da parte della Francia scesero in campo Ungheria, Irlanda (che non parteciparono mai direttamente al conflitto) e Baviera.

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    Il potere navale francese venne subito annichilito, con la distruzione della flotta militare nel Mar Ligure e di quella commerciale nel Mare del Nord. Dopodiché si prosegui con l’invasione del nord della Francia, facilitata dal gran numero di pezzi di artiglieria utilizzati negli assedi, alla quale la Francia, che poteva ancora contare su un totale di 100000 soldati, senza contare i migliori strateghi militari del mondo (non sto esagerando), reagì concludendo la guerra nei Balcani, con l’obbligo da parte dei turchi di riconoscere la nascita di uno stato bulgaro.

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    Se si esclude una scaramuccia con i bavaresi nel Marzo del 1620, a cui seguì l’introduzione di una serie di tasse avvallate dagli Stati Generali e generalmente appoggiate dalla popolazione, che capì l’importanza strategica di quei provvedimenti, il primo ingaggio diretto con i francesi avvenne a Calais nel Luglio dello stesso anno, quando i francesi tentarono senza successo di riprendere il controllo della città.

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    A quel primo scontro ne seguì uno ben più importante a Mons, dove Luigi XIII in persona attaccò direttamente l’esercito olandese, che fu costretto a raggrupparsi interamente per respingere l’offensiva, a caro prezzo per entrambe le parti.

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    Contemporaneamente, oltreoceano, la situazione era altalenante: per quanto riguarda le Americhe, visto l’annientamento della presenza francese nel commercio caraibico, gli olandesi decisero di istituire una Compagnia delle Indie Occidentali la quale, al contrario della sua sorellona orientale, più che di commerci si occupava di azioni di pirateria nei confronti delle navi coloniali francesi e inglesi; al contrario ad Oriente la pressione fiscale sfociò in una serie di rivolte delle comunità portoghesi dei territori da poco conquistati, con cui il governo di Amsterdam fu costretto a trattare, vista l’impossibilità di inviare truppe.

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    Tornando in Europa, dopo la Battaglia di Mons, la guerra proseguì con l’occupazione olandese della Piccardia, a cui i francesi risposero espugnando le mura della fortezza di Treviri. Quando però, il 27 Gennaio del 1622 Parigi si arrese all’artiglieria olandese, Luigi XIII decise di concludere la guerra una volta per tutte e lanciò l’intero esercito francese all’attacco, intercettando gli olandesi in una cittadina delle Ardenne chiamata Rethel.

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    Inizialmente la battaglia, nonostante la superiorità numerica degli olandesi, sembrò a sfavore di quest’ultimi, poiché i francesi, che pure erano costretti a superare un fiume e a infilarsi nella boscaglia per attaccare, potevano contare su una superiorità tattica e su una disciplina di reggimento nettamente superiore rispetto agli olandesi, che al contrario basavano la loro forza d’urto principale sulla moderna artiglieria che tuttavia, senza un adeguata copertura da parte della fanteria, sarebbe stata presto decimata.

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    Per evitare il peggio, che avrebbe significato probabilmente l’annullamento di tutti i progressi finora ottenuti e forse la sconfitta totale, gli Stati Generali decisero di giocare il tutto per tutto e ordinarono l’arruolamento in fretta e furia di tutte le bande mercenarie fiamminghe e vallone presenti nella zona, che venne fatte convergere al centro della battaglia, a protezione degli sbarramenti di artiglieria.

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    eu4_39.jpg Grazie a questa azione disperata, gli olandesi riuscirono a mantenere la posizioni e a ricacciare indietro l’esercito della coalizione francese. Ad ogni modo però sul campo erano stati lasciati più di 80000 uomini ed entrambi i paesi ora desideravano raggiungere la pace.

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    Sebbene una parte della società olandese avrebbe voluto continuare la guerra con la Francia in modo da poter dettare condizioni più dure, in particolare una questione preminente era la volontà di liberare i ricchi territori del Nord Italia dal dominio francese, alla fine prevalse la linea più conservativa e nel Maggio del 1622 vennero intavolate le trattative. Nella Tregua di Parigi, poi sottoscritta dalla Pace di Breda, i francesi acconsentirono alla cessione delle provincie di confine di Cambray, Artois e Calais, da tempo nel mirino degli irredentisti fiamminghi, e al pagamento di una parte delle spese belliche sostenute dai Paesi Bassi, tuttavia rifiutarono categoricamente di ritirarsi da Milano, Genova e Ferrara.

    The_Ratification_of_the_Treaty_of_Munster,_Gerard_Ter_Borch_(1648).jpg

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    Ora i Paesi Bassi, usciti vincitori, dovevano però confrontarsi con un sentimento di ribellione diffuso contro il governo centrale, che spirava dai territori appena acquisiti fino alle foreste del Borneo.

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    Ultima modifica: 12 Ottobre 2014
  2. alberto90

    alberto90

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    Ehi .... chi ti ha autorizzato a usare in questo AAR il dipinto che ho usato nel mio????? XDDDDD
     
  3. Mac Brian

    Mac Brian

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    E' la Guerra dei trent'anni, un classico :D.
     
  4. alberto90

    alberto90

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    Ahh .. non mi risulta che sia la firma della pace di Acquisgrana.
     
  5. Mac Brian

    Mac Brian

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    Dovrebbe essere la pace di Munster, aka Pace di Westphalia, almeno l'ho presa per quello :ROFLMAO:.
     
  6. Carlos V

    Carlos V

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    Bella la guerra a sorpresa contro la Francia! :)
    E' stata una vittoria più politica, che militare, in quanto hai inflitto un'umiliante sconfitta ai Francesi (guadagnando prestigio internazionale), ma non sei riuscito ad imporre condizioni di pace partiolarmente dure. Inoltre la guerra ha messo in luce il divario (piccolo, ma comunque presente) tra l'esercito olandese e quello francese, anche se la scelta di schierare molta artiglieria, perfettamentei il linea con le tattiche dell'epoca, si è rivelata decisiva.

    Ora dovresti espandere i tuoi domini coloniali: il primo bersaglio potrebbe essere il Borneo, su cui hai già posto un piede, oppure la Malesia con annessa città di Singapore, importante snodo commerciale di tutta l'Indonesia e centro strategico per il controllo delle rotte da e verso il Mar Giallo.

    Van Haspinga potrebbe sfruttare questo suo momento di popolarità per modificare lo Statuto Olandese in senso autoritaristico, conferendo maggiori poteri allo Statholder: unendo la sua influenza sul Consiglio di Stato (che fin'ora ha approvato ogni sua iniziativa) alle sue ricchezze personali, potrebbe corrompere i parlamentari e farsi approvare una legge che restituisce allo Statholder il comando delle forze armate e la facoltà di aggirare il veto del Consiglio nelle situazioni d'emergenza.
    In seguito, potrebbe crearserla da lui una situazione d'emergenza, spingendo ad esempio per dichiarare guerra a qualche nazione, per far approvare al Consiglio nuove leggi autoritaristiche.
    Attenzione, Van Haspinga non diventerebbe un dittatore, ma uno Statholder con ampi poteri.
     
  7. alberto90

    alberto90

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    Ma lasciate perdere repubbliche e statolderati .... sono così noiosi .... sai quando inizi e sai quando finisci. Ma che tristezzaaaaaaaa
    Voglio la monarchia olandese.
     
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  8. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Secondo me prima o poi la fortuna girerà e la Francia ti farà un mazzo tanto :D
     
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  9. Mac Brian

    Mac Brian

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    Se l'IA sapesse usare la marina come si deve forse, pur tenendo presente che con tutti i boost commerciali che ho tra idee e centri di commercio sparsi ovunque ho un ricavo lordo mensile di 220 ducati contro i 100 francesi (i secondi della lista), purtroppo in realtà temo che inizieranno a farsi delle colonie pure loro e inizieranno a spezzettare ancora di più il loro esercito, cioè più o meno quello che già fa la Spagna, che è incapace di sostenere una guerra in Europa (e lo ha dimostrato anche in quest'ultima occasione) perchè tiene 20000 soldati in Spagna e altri 50000 in Africa e America, ma poi non è capace di spostarli..
     
  10. Mac Brian

    Mac Brian

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    Felici o tristi che sarete con questa notizia, sappiate che l'ultimo capitolo arriverà probabilmente entro la fine della prossima settimana.
     
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  11. ronnybonny

    ronnybonny Moderator Membro dello Staff

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    Ultimo perchè ti sei stancato o perchè arriva il 1821?
     
  12. Mac Brian

    Mac Brian

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    Entrambe le cose + impegni vari + Art of War. Non vi preoccupate però, sarà una fine in grande stile (oddio, almeno lo spero :ROFLMAO:).
     
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    Ultima modifica: 9 Dicembre 2017
  13. Mac Brian

    Mac Brian

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    L'Europa e il Mondo nel 1795: Una storia di guerra, politica, commercio e rivoluzioni.

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    IL MONDO NEL 1795

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    Tra i 200 anni che intercorsero tra la Gloriosa Rivoluzione Olandese, che per la prima volta dimostrò la superiorità di un organo politico parlamentare su un monarca con prerogative assolutistiche e divine, e la presa di Roma da parte delle truppe della Francia Rivoluzionaria l'8 luglio 1795, quarantunesimo anniversario della Rivoluzione Francese dell'8 Luglio 1758, che rappresentò l’applicazione dei concetti illuministi di eguaglianza e razionalità sorti nella prima metà del XVIII secolo grazie a filosofi e pensatori come Rousseau, Voltaire e Diderot, almeno fino all’instaurazione di una impero dittatoriale guidato dal generale Jean Paul du Bosquet dopo la Campagna d’Egitto del 1787, il mondo era profondamente cambiato. Se infatti nel 1600 le nazioni europee cominciavano solamente ad affacciarsi ai porti commerciali orientali e davano il via ai loro primi insediamenti stabili in America, alla fine del XVIII secolo l’Europa era ormai diventata il fulcro dell’economia mondiale, principale snodo del commercio planetario nonché indiscussa elaboratrice di materie prime in prodotti finiti grazie all’inizio della rivoluzione industriale, in particolare del settore tessile di Paesi Bassi e Gran Bretagna. Il Vecchio continente rappresentava inoltre il perno della politica mondiale, grazie alle formazione, nei due secoli precedenti, di vastissimi imperi coloniali in America, Africa e Asia. Grazie al proprio dinamismo, sia esplorativo che economico, gli europei erano quindi riusciti a imporsi, trasmettendo le proprie innovazioni ideologiche e tecnologiche a tutto il mondo, e traendone un innegabile profitto.

    Senza titolo-2.jpg La Campagna d'Egitto con ritratto del generale Jean Paul du Bosquet, poi Imperatore dei Francesi.​

    EUROPA

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    Dopo la fine dei conflitti religiosi tra Cattolici, Luterani e Calvinisti, che avevano dominato la scena politica per tutto il cinquecento e parte del seicento, i confini territoriali Europei definiti dalla Pace di Breda del 1622 rimasero sostanzialmente immutati. Grazie infatti all’accettazione del pluralismo confessionale europeo da parte di nazioni più intransigenti come la Francia e l’Austria e la creazione di una prima sorta di diritto internazionale, i conflitti sul suolo europeo si ridussero drasticamente, in favore di guerre coloniali in America e Asia, che divennero sempre più frequenti e numerose. Inoltre, dopo l’occupazione turca di Vienna del 1631, gli europei, scandalizzati, riuscirono finalmente a coalizzarsi contro il comune nemico ottomano, il cui dominio sull’Ungheria e i Balcani venne eroso dalle numerose leghe sante che favorirono il dominio degli Asburgo su quelle terre e di riflesso ridussero le guerre dinastiche tra Van Brabant e Asburgo. La situazione politica europea venne comunque sconvolta alla fine del XVII secolo quando nel giro di pochi anni accaddero numerosi eventi destinati ad avere un peso molto rilevanti nel secolo successivo: la fine della dinastia dei Van Brabant in Francia, che si estinse in favore del ramo cadetto dei von Wettin, già duchi di Baviera, che tuttavia non ebbero una visione politica a lungo termine come quella dei van Brabant e trascinarono la Francia in guerre inutili e dispendiose, sia in termini economici che di vite umane. Esse culminarono con l’umiliazione della Guerra Franco-Olandese del 1745, che si concluse quattro anni dopo con il ritiro francese da importanti territori italiani come Firenze e Venezia e che con le sue devastazioni e successiva incapacità del sovrano di ristabilire l’ordine portarono alla Rivoluzione del 1758.

    bonus 3.jpg La Guerra Franco-Olandese

    eu4_8.jpg La proclamazione della Repubblica Rivoluzionaria l'8 Luglio 1758.​

    La Rivoluzione fu un altro degli elementi determinanti che contribuirono a rendere l’Europa e il mondo ciò che era all’inizio del XIX secolo. Essa ad ogni modo venne recepita in modo diverso. In alcuni paesi, come Spagna, Gran Bretagna e Russia essa non portò praticamente nessun effetto politico, ma per motivi diversi: mentre le isole britanniche avevano già affrontato uno scontro tra il re e il Parlamento che si era concluso con la creazione di una monarchia costituzionale, su modello olandese, ma con il mantenimento del sovrano, che rendeva quindi la Gran Bretagna inerte al germe della rivoluzione, d’altro canto Spagna e Russia, due monarchie assolute mai toccate dal vento illuminista e ben ancorate alla propria religione di stato, mancavano totalmente di quello strato sociale borghese che aveva dato il via ai tumulti in Francia e pertanto non subirono sconvolgimenti politici. Al contrario due entità politiche vennero colpite dal vento rivoluzionario: l’Impero e i Paesi Bassi. Per quanto riguarda l’Impero, i tumulti rivoluzionari si inserirono nella disputa al trono imperiale tra gli assolutistici Asburgo e i più liberali von Wettin. Vista la violenza delle rivolte contadine e borghesi gli elettori decisero di porre fine al secolare dominio degli Asburgo, eleggendo il protestante Augusto II di Sassonia, il quale fu così abile da riuscire a convincere pochi anni dopo i principi imperiali, riuniti nella Dieta di Salisburgo, a rendere la carica imperiale ereditaria all’interno della casata von Wettin, in modo da favorire il rafforzamento dell’Imperatore contro le istanze rivoluzionarie. Egli cercò anche di spingersi oltre, facendo pressioni perché i principi rinunciassero alla propria libertà politica in favore della creazione di un’unica compagine politica imperiale, tuttavia questo progetto venne abbandonato per il rifiuto dei principi ad abbandonare la secolare indipendenza e mai più ripreso fino alla fine del 1700.

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    Per quanto riguarda invece i Paesi Bassi, nonostante la monarchia fosse già stata abolita duecento anni prima, le tensioni politiche pre-esistenti favorirono lo scoppio delle tensioni rivoluzionarie. Dopo lo scontro tra la fazione repubblicana-mercantile (poi evolutasi nei liberali) degli Statisti e quella monarchica-militarista (poi conservatrice) degli Orangisti durante la prima metà del Seicento, si era infatti giunti ad un accordo che però scontentava entrambe le parti: da un lato gli Statisti accettarono la durata vitalizia della carica di Statolder, mentre dall’altra parte gli Orangisti acconsentirono all’indebolimento del potere centrale di Amsterdam, attraverso la cessione dell’amministrazione dell’impero coloniale orientale (che a metà settecento comprenderà già la quasi totalità del sub-continente indiano e l’Indonesia) alla Compagnia delle Indie Orientali, de jure controllata da migliaia di piccoli azionisti, ma de facto guidata da un ristretto numero di potenti banchieri e mercanti generalmente favorevoli alle politiche liberali degli Statisti. Ad ogni modo in occasione dello scoppio della rivoluzione, le cui azioni armate partirono da una rivolta di schiavi nelle Antille, per arrivare fino ad uno scontro diretto tra rivoluzionari ed esercito regolare nella capitale, le due fazioni guidate in quel periodo da Johan van Oldenbarnevelt (Statisti) e Frederick van Oranje-Nassau (appartenente alla famiglia aristocratica degli Oranje-Nassau che a inizio settecento aveva rimpiazzato gli Henegouwen alla guida degli Orangisti) giunsero ad un accordo che ridisegnò gli equilibri di potere olandesi e li proiettò direttamente nel XIX secolo.

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    I principali cambiamenti furono un ribilanciamento del potere delle cariche politiche, che garantì maggior potere agli Stati Generali, ormai un parlamento nel senso moderno del termine, eletto per suffragio su base censitaria ristretta, e la creazione di una nuova carica politica, il Gran Pensionario, una sorta di Primo ministro o Cancelliere, che ereditava parte del potere della precedente carica di Statolder ed aveva il compito di formare il governo dopo che gli Stati Generali e lo Statolder ne autorizzavano la formazione. Infine lo Statolder, che venne mantenuta una carica elettiva, ma che fu sempre esercitata da membri della famiglia degli Oranje-Nassau, perse gran parte del suo antico potere, non avendo più il controllo né dell’esercito, in mano agli Stati Generali, né della politica interna, in mano al Gran Pensionario, ma limitandosi a ruoli di vigilanza nell’operato delle altre istituzioni e rappresentanza diplomatica all’estero, nonché di rappresentazione vivente dello spirito nazionale, in cui gli olandesi potevano riconoscersi. Grazie a queste riforme, che dimostrarono al popolo la volontà politica di aumentare la partecipazione politica della borghesia, le rivolte si smorzarono in fretta, venendo represse laddove gli ultimi piccoli gruppi continuavano a lottare.

    Ed è dopo questi fatti che si arriva all’Europa di fine settecento, caratterizzata da due imperi agonizzanti, la Spagna e l’Impero Ottomano, incapaci di competere con le sfide poste rispettivamente da Paesi Bassi, Gran Bretagna e Francia da una parte e Austria e Russia dall’altra, uno stato solo di nome rivoluzionario, l’Impero di Francia guidato dall’Imperatore Jean Paul du Bosquet, resosi recentemente colpevole di un attacco diretto alla cristianità attraverso la conquista di Roma e la fuga del Papa a Vienna, due potenze marittime-coloniali, la Gran Bretagna, centro della rivoluzione industriale, e i Paesi Bassi, detentori del più grande impero commerciale della storia e l’Impero di Russia, sterminato impero ortodosso reazionario che minaccia contemporaneamente l’indipendenza di Lituania e Svezia in Europa e dell’Impero Ming in Cina.

    eu4_17.jpg L'ingresso di Bosquet a Roma.​

    AMERICA DEL NORD

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    L’America del Nord di fine settecento riflette sostanzialmente l’equilibrio di potere tra gli imperi coloniali europei. La più grande nazione del continente è senza dubbio la colonia olandese di Nuova Olanda, che nell’ultimo secolo ha acquisito, attraverso le numerose guerre coloniali contro Gran Bretagna, Spagna e Francia, gran parte dei territori centrali del continente. Essa è senza dubbio la nazione più economicamente e militarmente florida dell’America, tanto che più di una volta nell'ultimo secolo ha osato sfidare apertamente l’autorità dell’Aia, pur senza mai arrivare all’aperta rivolta. Nonostante la sua apparente forza, lo colonia è tuttavia preda di numerose tensioni sociali, soprattutto a causa delle differenze culturali tra gli spagnoli cattolici del sud, i norvegesi protestanti del nord e gli inglesi anglicani del Texas nei confronti della maggioranza calvinista olandese, tensioni acuite anche dal dibattito sulla schiavitù, abolita in tutti i territori dei Paesi Bassi nel 1794 da Oldenbarnevelt, ma ancora legale e praticata nel sud dello stato americano, nonché l’avanzamento dei coloni olandesi nelle terre dell’Ovest, abitate principalmente da bellicose tribù indigene. Per il resto il continente vede principalmente la presenza degli insediamenti inglesi del Newfoundland e del Texas, di quelli portoghesi del Messico e dell’Oregon e di quelli norvegesi di Vinland, oltre ad alcuni avamposti spagnoli e francesi.

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    L'abolizione della schiavitù nei territori dello Statolderato.​

    AMERICA DEL SUD

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    Il Sud America rappresenta invece, al contrario del nord, gli equilibri coloniali di inizio seicento, in quanto fu raramente soggetta a mutamenti politici dopo quel periodo, vedendo la maggioranza di insediamenti spagnoli e portoghesi, ancora direttamente dipendenti dalle corone iberiche, ma pronti ad approfittare della debolezza delle due monarchie, attualmente in guerra con la Francia di Bosquet, per dichiarare la propria indipendenza.

    AFRICA

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    Anche l’Africa non ha subito sostanziali modificazioni territoriali, in quanto numerose spedizioni europee nell’entroterra hanno dimostrato difficoltà nella creazione di insediamento stabile alternativo agli avamposti commerciali costieri attualmente esistenti. Il nord del continente è dominato dagli spagnoli ad ovest e dai turchi ad est, mentre numerosi sono gli avamposti commerciali olandesi (tra cui la piccola, ma importante isola di Zanzibar), inglesi, portoghesi e in misura minore, francesi e spagnoli.

    ASIA

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    L’Asia vede l’incontrastato dominio di due imperi coloniali: quello olandese e quello russo. Attraverso la conquista militare (accompagnata nel caso degli olandesi, da un imposizione dei traffici commerciali verso Amsterdam, grazie alla Compagnia delle Indie Orientali, a sua volta divisa nei vari nodi commerciali di competenza) le due nazioni hanno infatti acquisito immensi territori e altrettanto immensi bacini demografici che hanno permesso loro la formazione dei due più grandi eserciti del mondo (nel caso olandese anche della più grandi marina, sia mercantile che militare, del mondo). Portogallo, Francia e Gran Bretagna hanno anch’essi avamposti in Oriente, ma nulla che possa rivaleggiare con questi due imperi. Per quanto riguarda i vecchi imperi regionali, nella fattispecie Cina e Giappone, il primo, dopo un tentativo di ricompattazione all’inizio del 1700, venne definitivamente reso innocuo dall’inizio del progetto espansionistico dei Rurikovich che, dopo aver inglobato l’un tempo orgoglioso Khanato di Kazan, diedero il via ad una sistematica conquista dei territori cinesi, a partire dalla Kashgaria e dalla Mongolia; il secondo fu invece scosso da una guerra civile durata oltre un secolo, iniziata quando i portoghesi diedero il proprio appoggio al daymio Uesugi del nord contro l’Imperatore giapponese di Kyoto e proseguita con il subentrare degli olandesi ai portoghesi, che garantirono il loro appoggio militare agli Uesugi, che nel frattempo si autoproclamarono Shogun (cioè capi militari) del Giappone, in cambio dell’esclusiva dei commerci nella nazione nipponica. Di fronte all’esercito olandese, l’Imperatore giapponese non riuscì, seppur difeso anche dai Ming, a resistere all’espansione degli Uesugi e il suo ultimo baluardo, l’isola di Okinawa, cadde sotto il controllo dello Shogunato filo-olandese nel 1770.

    A partire dalla formazione degli stati nazionali (Francia, Spagna, Inghilterra, Russia e Repubblica Frisona), proseguendo per la Riforma Protestante, le guerre di religione, gli sconvolgimenti politici, l’assolutismo, le rivoluzioni parlamentariste, quelle borghesi e il colonialismo, il mondo era cambiato profondamente nell’arco di 3 secoli e mezzo, ciononostante i semi del passato erano ancora pronti per germinare un'altra volta, scatenando la più ancestrale delle azioni umane: la guerra.

    FINE?​
     
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  14. alberto90

    alberto90

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    Scusa una cosa .... ma hai saltato la narrazione di oltre un secolo ..... E' voluta come cosa?
     
  15. Mac Brian

    Mac Brian

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    Sì, era impensabile riuscire a far uscire capitoli precisi come quelli fino ad ora fatti in così poco tempo, considerando che oltre a dover giocare e scrivere ho anche la vita da portare avanti :ROFLMAO:, e Art of War esce alla fine del mese, rendendomi impossibile continuare la partita con l'espansione. Questo capitolo è appunto un riassunto di tutte le cose importanti che sono successe nel periodo che ho saltato.
     
  16. Carlos V

    Carlos V

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    Molto bene, @Mac Brian sei riuscito a portare a termine la partita, nonostante la noia che sopraggiunge quando si diventa troppo potenti e gli impegni della vita quotidiana, cosa abbastanza rara. :)
    Capisco la tua scelta di concludere questa bella avventura in maniera riassuntiva: avresti impiegato troppo tempo a narrare un secolo e mezzo di avvenimenti storici e sei ormai proiettato verso il nuovo DLC, che promette di offrire nuove interessanti sfide (in particolare in ambito extra-europeo). Devo dire che, nonostante l'evidente necessità di chiudere tutto nel migliore dei modi, il risultato è piacevole: un racconto chiaro, limpido ed esaustivo.

    Cosa dire, se non che continuerò a seguirti appena tornerai in pista (e potrei tornare anche io nel mio Giappone... ;)), magari con il nuovo DLC mi piacerebbe vederti all'opera con qualche nazione asiatica, africana o mesoamericana.

    Unico dubbio: sei arrivato al 1795 o al 1821?
     
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  17. Mac Brian

    Mac Brian

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    L'idea era di finire qui con il 1821, ma la presa di Roma del 1795 mi ha dato un interessante spunto per l'ultimo capitolo vero e proprio, che spero di scrivere prima del 30 ottobre.
     
  18. alberto90

    alberto90

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    Comunque, caro Mac, il tuo è davvero uno degli AAR meglio scritti di sempre. Mi hai anche dato l' idea per chiudere definitivamente quello sull' Italia ( sono arrivato a metà settecento quasi, ma non ho più troppa voglia di fare capitoli esaustivi. Magari ne faccio uno lungo in cui narro fino al punto in cui sono arrivato e poi chiudo ).
     
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  19. Mac Brian

    Mac Brian

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    Niente da fare, o provato a ricreare in-game una coalizione reazionaria contro la Francia stile guerre napoleoniche, ma è un po' una ciofeca perchè nonostante la Francia sia pur sempre le Francia è fin troppo facile sconfiggerla quando tutta l'Europa le è contro. Speravo di fare qualcosa del genere per l'ultimo capitolo, ma al momento non c'è praticamente nessun flavor per le nazioni rivoluzionarie. Sperando in Art of War e tutte le sue promesse, vi ringrazio per aver letto fin qui e vi dò appuntamento al prossimo AAR, adesso vado in letargo per un anno se non vi dispiace :sleep:.
     
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  20. Alessandro Argeade

    Alessandro Argeade

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    Faccio i miei complimenti a Mac per uno dei migliori AAR del forum :)
     
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