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Carmelo Borg Pisani

Discussione in 'Età Contemporanea' iniziata da Solctis, 23 Novembre 2007.

  1. Solctis

    Solctis

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    Io invece vorrei segnalare un altro tipo di forca:

    [​IMG]
     
  2. ange2222

    ange2222

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    capisco il tuo ardore e mi spiace per la fine che ha fatto,
    però sei OT;
    non mi sembra che Pisani sia stato catturato in Libia negli anni 20-30.

    Allora in auge c'erano i due compagni di merende Graziani e Badoglio.
     
  3. Solctis

    Solctis

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    So di poter risultare fuori tema ma il mio era un gesto volto a far riflettere sul fatto che anche e soprattutto gli Alleati si sbizarrirono prima, durante e dopo il secondo conflitto mondiale.
    Un esempio? I campi di concentramento i Uganda per i maltesi dissidenti.
     
  4. Maglor

    Maglor

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    per ogni nuovo argomento va aperta un'apposita discussione altrimenti vien fuori un casino... non fatemelo ripetere tutte le volte...
     
  5. ange2222

    ange2222

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    parlacene!

    PS: ho letto qualcosa (mezza paginetta su Borg Pisani) in
    http://www.archivio900.it/it/libri/lib.aspx?id=1137
    so che era un irredentista, catturato dagli inglesi a Malta durante una missione di infiltrazione e spionaggio, impiccato come traditore;
    non so altro.
     
  6. Solctis

    Solctis

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    Questo è poco ma è qualcosa per iniziare; mi scuso per il ritardo ma domattina devo alzarm presto e non ho ocasione di collegarmi pirma di lunedì.
    Al di la dell'ideologia che non condividiamo, penso che personalmente, sia stato più uomo,patriota e soldato lui che tutti i grandi che si pasciono di termini come Patria e onore con cui francamente non hanno nulla a che fare. Italiano tre volte:
    1-Sfidò il capestro inglese e pur essendo nato a Malta e quindi 'legalmente' inglese, preferì arruolarsi in quella che per lui e per molti die maltesi dell'epoca era l'unica Nazione da chiamare Patria.
    2-Mostrò tutto il suo coraggio e il suo amor di Patria sfidando la sorte partendo volontario per una missione suicida.
    3-Affrontò con coraggio ed orgoglio, da vero italiano, ciò che gli inglesi avevano in serbo per il suo corpo e per la sua anima.
    Ebbero ragione del suo corpo e da 'veri signori' quali sono sempre stati durante tutte le loro scampagnate belliche, umiliarono ed offesero la sua memoria seppellendolo in una fossa comune con comuni delinquenti. Ciò che non riuscirono a fare però fu piegare il suo spirito che ieri come oggi ci (dovrebbe) ricorda(re) sempre come la libertà della gente di Malta, ed il dovere verso la Patria, superino qualsiasi morte fisica.
    Carmelo Borg Pisani PRESENTE!
    Saluti e buona lettura:



    CARMELO BORG PISANI E L’IRREDENTISMO MALTESE

    L’irredentismo maltese ebbe la sua punta di diamante in Carmelo Borg Pisani. Egli nacque il 10 agosto 1915 a Senglea ( vicino a La Valletta) nell’isola di Malta, inglese per usurpazione, ma culturalmente italiana.
    Fin da piccolo frequentò l’istituto Umberto I, centro culturale efficiente e bandiera di fervente italianità.
    Gli inglesi però non vedevano di buon occhio le organizzazioni e le associazioni italiane a Malta; finché, nel 1936, finirono per rompere ogni indugio, adottando una serie di provvedimenti contro di esse.
    A Malta il Partito Nazionalista era tenace assertore dell’indispensabilità della cultura italiana, mentre il Partito Costituzionale raccoglieva i voti e favoriva gli interessi dei conformisti piegati al servilismo nei confronti dell’occupante. Faro degli irredentisti maltesi era il prof. Avv. Carlo Mallia, illustre docente universitario, che apparteneva all’ala estrema del Partito Nazionalista, il quale si dichiarava irredentista; egli e molti altri maltesi vedevano nel fascismo il movimento che avrebbe potuto liberare Malta. Moltissimi maltesi erano affascinati da Mussolini e la sua popolarità aumentò dopo la conquista dell’Impero.
    Carmelo Borg Pisani, già a quattordici anni, correva il 1929, era iscritto alle OGIE (Organizzazioni Giovanili Italiane all’Estero), che avevano sede a La Valletta. Dopo quattro anni fu prescelto per partecipare ad un concorso di Capo Centuria a Roma, soprattutto per i suoi entusiastici sentimenti di italianità.
    Vivace com’era, fin da ragazzo amava scalare le scoscese scogliere a picco lungo la costa, spingendosi anche ad esplorare le caverne aperte dalla corrosione dei flutti. Conosceva tutti gli anfratti più reconditi dell’isola, che aveva ripreso in suggestive fotografie. Chiarisco, per chi non lo sapesse, che l’isola, generalmente, ha coste rocciose a picco sul mare.
    Carmelo amava molto la sua terra natale e nutriva un grande sogno: vedere la sua bella isola «restituita alla grande Madre Italia».
    Era perciò un fascista convinto; Italia e fascismo erano un tutt’uno inscindibile per Carmelo Borg Pisani, come avveniva per la stragrande maggioranza degli italiani.
    La sua avversione agli occupanti inglesi non poteva non aumentare col maturare degli eventi politici.
    Possedendo una estrosa e fresca vocazione artistica, aveva frequentato buone scuole di pittura a Malta, ma poté affinare la sua preparazione frequentando diligentemente ed entusiasticamente l’Accademia di Belle Arti a Roma.
    Egli non trascurava però l’attività politica; divenne presidente del “Circolo degli Amici della Storia di Malta” ed organizzò manifestazioni culturali e patriottiche. Si costituì a Roma anche il “Comitato d’Azione Maltese” sotto la presidenza del prof. Carlo Millia , dell’Università di Malta, che, perseguitato dagli inglesi, era stato costretto a lasciare l’isola.
    Più tardi Carlo Millia fu nominato Consigliere Nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni in rappresentanza dell’Arcipelago Maltese. Contemporaneamente fu pubblicato a Roma, direttore ancora Carlo Millia, il battagliero giornale “Malta”, che era stato soppresso dagli inglesi nell’isola pochi giorni prima del conflitto, avendo inscenato anche una rumorosa gazzarra, orchestrata da provocatori di osservanza albionica, che culminò nella devastazione della sede del giornale e nell’arresto del direttore Enrico Mizzi. Furono arrestati anche altri 49 maltesi fllo-italiani, poi insieme a Mizzi, che pure era parlamentare, deportati in Uganda. Tra essi l’altro parlamentare Arturo Mercieca, il prof. Giulio Cortis, dell’Università, mons. Alberto Pantalleresco, professore del Liceo, il Direttore del Museo Vincenzo Bonello, i professionisti Alberto Laferla, Herbert Ganado e Berto Gauci, ma si deve ricordare anche il giovane Alberto Baiona.
    Il 30 maggio 1940, poco prima dell’entrata in guerra dell’Italia, nel clima acceso ed effervescente della vigilia, Carmelo Borg Pisani aveva inviato a Mussolini un’appassionata lettera, mettendosi ai suoi ordini: « per il coronamento del mio grande ideale, quale è di vedere Malta resa all’Italia.».
    Il 7 giugno 1940 fu iscritto al Pnf. L’intervento dell’Italia in guerra lo trovò decisamente schierato:« Malta non è inglese che per usurpazione[1] ed io non sono suddito britannico che per effetto di questa usurpazione. La mia vera Patria è l’Italia. E’ dunque per lei che devo combattere».
    Tramite l’ambasciata americana , che curava gli interessi inglesi in Italia, rinunciò alla cittadinanza inglese e restituì il passaporto. Perciò “gli inglesi, considerandolo straniero,lo avevano legalmente esonerato dal servizio militare”.[2]
    Tre giorni dopo l’apertura delle ostilità andò ad arruolarsi volontario, ma fu respinto alla visita medica per la sua vista molto debole. Carmelo, assai amareggiato, però non si arrese. Insistette, bussò a molte porte, chiese potenti raccomandazioni per poter essere accettato in un corpo combattente.
    Nel frattempo a Malta altri studenti, ritenendo imminente la presa dell’isola - secondo una logica deduzione, sostenuta, tra gli altri strateghi, anche dal generale Cavallero[3], ma che purtroppo non trovò conferma nella realtà - avevano pensato di organizzare la prima accoglienza dei paracadutisti italiani, che, se fossero stati lanciati sull’isola avrebbero potuto, come spesso accade, atterrare in posti sparsi quà e là, e quindi essere facile preda degli inglesi prima di essersi riuniti in una unità organica. Perciò essi avevano organizzato una rete di case amiche dove i parà italiani avrebbero potuto essere accolti clandestinamente in un primo momento, se fosse stato necessario nascondersi.
    Non contenti di ciò, come ci testimonia G.Olivier de la Scerri :« Passato un altro mese senza che accadesse nulla, pensai di scrivere un volantino dal titolo”A Frenchman’s Advise” (Consiglio di un francese). In cui un francese immaginario, vista la recente esperienza che dimostrava come gli inglesi abbandonassero con facilità i loro alleati, spiegava ai maltesi come i britannici, una volta partiti, non avrebbero mancato di bombardare Malta [......] l’idea era di invitare i maltesi a non cooperare con gli inglesi.» [4]
    Un altro giovane congiurato, Dino Borg volle ritoccare il testo del volantino che fu affidato a Enrico Briffa per farlo stampare clandestinamente da un altro camerata rimasto ignoto. Appena pronto fu affisso in posti strategici, fu anche distribuito, non solo per posta, ma pure a mano. Avvenne così che lo studente Antonio Xerri - facente parte di un gruppuscolo filo-nazista, collegato con i fascisti clandestini - infilò una busta contenente il volantino nella cassetta della posta di un suo collega che egli conosceva come simpatizzante, scrivendoci l’indirizzo a mano. Questo tale, invece, decise di consegnare il volantino alla polizia e spinse la sua delazione fino a riconoscere la calligrafia sulla busta in quella di un quaderno del suo compagno di scuola Antonio Xerri. Fu subito arrestato Xerri e, dopo qualche giorno vennero scoperti anche gli altri quattro del gruppuscolo filo-nazista, compreso il loro capo Karl Schranz. Gli inglesi avevano fatto, e continuarono a fare, perquisizioni nelle abitazioni degli studenti del liceo “Umberto I” che si erano messi in luce come fascisti. A casa di Enrico Briffa furono trovati molti volantini e altro materiale compromettente; finirono arrestati anche Dino Borg e G. Olivier de la Scerri, poi condannati a quattro anni di lavori forzati. E gettati nella prigione di “Corradino” di Paola ( a sud di La Valletta). Successivamente furono deportati tutti in Uganda.
    Va osservato che la mancata occupazione dell’Arcipelago Maltese fu un grave errore. «Mussolini ne fu dissuaso dal generale Rommel, imbaldanzito dalla sua avanzata in Egitto e per questo forte presso Hitler.».[5] Altro errore fu bombardare l’acipelago da subito e con accanimento, poiché i maltesi, che prima erano in maggioranza favorevoli all’Italia fascista, delusi, divennero ostili. In questo quadro va letta la vicenda del fascismo clandestino maltese.
    Carmelo Borg Pisani intanto a Roma continuava le sue richieste di raccomandazioni per ottenere di essere arruolato, come avevano fatto anche altri ferventi giovani fascisti maltesi.
    Finalmente, il 16 aprile 1941, per l’autorevole intervento della Direzione Generale degli Italiani all’Estero, riuscì ad essere arruolato nella MVSN. Fu inviato a Brindisi in forza alla 112° legione CC.NN. pronta ad imbarcarsi. Il primo maggio partecipò all’occupazione di Cefalonia col suo reparto. Da quì scrisse una semplice cartolina ai camerati rimasti a Roma, il cui pur sintetico testo, giunto fino a noi, ci fa intuire l’entusiasmo che animava questo patriota: « Dalla terra conquistata, fascisticamente vi saluto».
    Alla fine della campagna di Grecia pur sofferente di un’infermità contratta in zona d’operazioni, rinunziò all’intervento che lo avrebbe guarito e , senza perder tempo, corse a frequentare un corso della Scuola Allievi Ufficiali della MilMart ( Milizia di Artiglieria Marittima per la difesa delle coste e dei cieli) a Messsina. Divenne sottocapomanipolo [6]. Frequentarono la stessa Scuola Allievi Ufficiali altri irredenti maltesi che ritengo doveroso citare: oltre Carmelo Borg Pisani, Antonio Cortis, Paolo Frendo, Ivo Leone Ganado, Roberto Mallia, figlio del consigliere nazionale, Manoel Mizzi, Antonio Vassallo, Joe d’Ancona e Carlo Liberto. Tutti assunsero nomi di copertura.
    Intanto si stava preparando intensamente lo sbarco a Malta [7]; Carmelo Borg Pisani sentì prepotentemente il bisogno di partecipare in prima linea, volle contribuire alla preparazione di quella operazione che lo avvinceva profondamente. Si offrì di tornare clandestinamente nell’isola per dare un valido contributo di informazioni, ma anche per riprendere i contatti con i camerati isolani che avevano frequentato i corsi di cultura italiana e con persone i cui sentimenti fascisti non erano stati obnubilati dalle vicissitudini belliche.
    Era ben conscio del rischio a cui si sarebbe esposto e quindi volle scrivere il suo testamento spirituale: un atto purissimo di appassionato amore per la sua Malta e la sua Italia.
    Si preparò quindi alla missione clandestina con il suo solito diligente e solerte impegno: allenamento e studio che si protrassero per mesi presso la base segreta di addestramento dei marinai dei mezzi d’assalto della Decima Flottiglia Mas alla foce del fiume Serchio. Un lungo tirocino in cui tra l’altro, acquisì dati tecnici per trasmettere e ricevere messaggi radiotelegrafici. Aveva assunto il nome di copertura Caio Borghi.
    Il complesso di severissime esercitazioni, denominato ”Operazione 110 e 111°, cui venivano sottoposti i volontari prescelti per sbarcare a Maltacon funzioni di informatori, era diretto dal capitano di fregata Max Ponzo dei servizi segreti della Marina.[8]
    Altri 34 irredentisti maltesi (12 ufficiali, 3 sottufficiali e 19 soldati ) contemporaneamente frequentavano il Centro Militare “G” di Soriano del Cimino (VT) per diventare guide da sbarco,[9] istruttore il cap. Cardenio Botti, espulso da Malta assieme a molti altri fascisti, nel 1933. Ma il Centro era diretto dal col. S.M. Edmondo De Renzi, collaborato dal cap. Lamberto Negri, che poi, a guerra finita, nel clima di manicheo revanscismo antifascista, tentò di far punire 32 dei 34 irredentisti maltesi.
    Finalmente nella notte tra il 17 e il 18 maggio 1942 si imbarcò ad Augusta sul MTSM 214 [10] della Decima Flottiglia Mas. La squadriglia di MTSM di base ad Augusta era posta al comando del T.V. Ongarillo Ungarelli e svolgeva incessanti attacchi nelle acque di Malta. Ungarelli volle accompagnare di persona il giovane “sabotatore-informatore”.[11] Data l’importanza della missione, il loro piccolo scafo, a cui si era aggregato un altro MTSM, il 218, fu scortato dalla torpediniera “Abba”, dai Mas 451 e 452 fino a distanza di sicurezza, quindi gli MTSM 214 e 218 proseguirono nella loro rotta d’avvicinamento con i motori al minimo. Per primo, dall’MTSM 218, fu sbarcato su un battellino gonfiabile il palombaro G..... Guglielmo, ottimo nuotatore, che si avvicinò alla costa rocciosa con il compito di esplorarla. Disgraziatamente questi, trascinato dalle correnti, non riuscì a ritornare sul suo MTSM e fu in seguito fatto prigioniero dagli inglesi.
    Nel frattempo l’MTSM 214 proseguì la sua rotta a lento moto fino a circa 150 metri dalla scogliera, nella cala di Ras Id Dawara.
    Il punto di approdo era stato scelto dallo stesso Borg Pisani: quella cala si apre sulla costa sud-occidentale dell’isola, un litorale roccioso e scosceso a sud di Casal-Dingli, (in vista dell’isoloto di Filpola); sotto la rupe si apre una caverna marina che Carmelo ben conosceva.
    Trasbordò sul battellino pneumatico e, la stessa notte, senza essere scorto, approdò all’interno dell’antro e scaricò su di un piccolo recesso pianeggiante, all’asciutto, viveri, acqua, armi, munizioni, radio rice-trasmittente, cifrario, batterie, medicine, benzina ecc.
    Ma il mare mosso aumentò di forza; un’onda anomala gli strappò via tutto, mettendo a repentaglio la sua stessa vita.
    Per due lunghi giorni tentò di trovare una via per arrampicarsi sulla parete a strapiombo, non aveva più il battellino, ma neanche a nuoto riuscì a ritrovare un accesso che gli permettesse di superare la parete a picco. Eppure ricordava di averlo percorso più di una volta nelle sue scorribande da adolescente. Evidentemente il mare aveva demolito una qualche sporgenza nel decorso degli anni.
    Era stremato,digiuno, arso dalla sete, distrutto dalla fatica.
    In pieno giorno, aggrappato ad uno scoglio, fu scorto da una motovedetta inglese in perlustrazione; raccolto in condizioni estreme, fu portato all’ospedale militare di Mtarfa. E fu lì che il capitano medico anglo-maltese Tom Warrington, che era stato suo vicino di casa e compagno di giochi a Senglea, lo riconobbe e lo denunziò, con l’esasperato rancore dei rinnegati, dando così certezza ai persistenti dubbi degli inglesi su questo strano “naufrago”. Iniziò allora per Carmelo Borg Pisani una tragica sequenza che lo portò, lentamente, alla morte. Dimesso dall’ospedale, fu condotto in una casa privata agli arresti domiciliari sotto strettissima vigilanza. Questi arresti domiciliari durarono quattro mesi, durante i quali gli inglesi, fingendo blandi provvedimenti, speravano di convincerlo a “collaborare”. Ma alla fine, perduta ogni speranza, gli inglesi lo trasferirono in carcere il 7 agosto.
    Si sono fatti paragoni tra Borg Pisani e Cesare Battisti e anche con analoghe tragiche vicende di altri Irredenti che si immolarono per la patria italiana. Sono riflessioni spontanee, suggerite dall’evidenza.
    Durante la prigionia nel carcere di Kordin (Corradino) di Paola, a breve distanza da La Vallletta, si incontrò con G.Olivier de la Scerri e studiarono assieme un piano di evasione, progettando pure una successiva fuga in Italia in barca a vela.
    Carmelo era stato interrogato a lungo, ripetutamente, anche dai più alti ufficiali del controspionaggio britannico, i quali speravano di poter ottenere da lui una qualche, sia pur vaga, indicazione, un’informazione, magari apparentemente insignificante, che potesse farli risalire a più importanti progetti , che si sapeva essere stati approntati.
    Ma durante i sei mesi di prigionia, che dovette sopportare prima della condanna, Carmelo Borg Pisani, pur rivendicando l’orgoglio di sentirsi profondamente italiano e di aver combattuto per la sua vera patria, non fece trapelare nulla della sua missione, né fornì qualsiasi altra notizia di interesse militare o politico. E’ stato riferito che fu torturato per indurlo a parlare.[12] E gli inglesi, in verità, hanno dimostrato di essere molto raffinati in questo genere di cose, aggiungendo alla brutalità di certi popoli il più avanzato traguardo della tortura psicologica.
    Il processo iniziò il 12 novembre e fu celebrato a porte chiuse per evitare una eventuale, clamorosa reazione di fascisti e simpatizzanti, che avrebbe potuto turbare la giuria, composta unicamente da giudici togati maltesi di proclamata osservanza britannica. Fu anche proibito di integrare la giuria con i giurati popolari, che invece erano e sono tassativamente previsti dal codice maltese, sulla falsariga di quello britannico.
    Si ostinarono a considerarlo ancora suddito britannico, non si volle tenere in nessun conto la sua rinunzia alla cittadinanza ed al passaporto inglese, né l’acquisizione della cittadinanza italiana, consacrata dalla militanza nelle forze armate. Vollero incriminarlo perfino per aver combattuto contro la Grecia, che era alleata dell’Inghilterra.
    Il 19 novembre 1942 Carmelo venne condannato a morte per cospirazione contro il governo di Sua Maestà britannica e per tradimento.
    Nella cella della morte Carmelo Borg Pisani disse ai presenti: «Non mi spiace di morire, ma sono amareggiato per la mancata invasione di Malta da parte dell’Italia.».
    Sulla porta della sua cella aveva scritto col carbone:«I servi e i vili non sono graditi a Dio.».
    Credente, volle assistere alla messa celebrata prima dell’alba dai monaci dell’Arciconfraternita del Santo Rosario, preposti fin dal sedicesimo secolo al conforto dei condannati a morte.
    Venne impiccato alle ore 7,34 di sabato 28 novembre nel carcere di Corradino. E lì giace la Sua spoglia, ancora confusa nella fossa comune con i resti dei malfattori deceduti o giustiziati in carcere.
    Per poter dare una tomba ai suoi resti mortali si attende che passi quest’epoca ancora impregnata di manicheo odio ideologico e pertanto incapace di giustizia e civiltà. A Malta come in Italia.
    Sulla fossa fioriscono rigogliosamente gerani rossi.
    La notizia dell’esecuzione arrivò in Italia da un generico comunicato dell’agenzia Reuter; si pensò che fosse stato fucilato e così nella motivazione della Medaglia d’Oro che gli fu conferita alla memoria, si parla di «piombo del plotone di esecuzione».
    Ma per Carmelo Borg Pisani ci fu il capestro. Come per Cesare Battisti.
    Gli inglesi, che si dichiarano “i cavallereschi paladini dell’onor militare” lo avevano assassinato, nel vano tentativo di difendere la loro supremazia nel Mediterraneo e nel mondo.
    In Italia era accaduto che gli ufficiali maltesi della MilMart furono destinati ai compiti d’istituto della specialità, ma mordevano il freno; il sottocapomanipolo Ivo Leone Ganado, particolarmente insofferente, chiese ripetutamente di essere trasferito al fronte per essere impegnato direttamente in combattimento contro gli inglesi, pur sapendo di rischiare l’impiccagione in caso di cattura. Dopo molte insistenze fu accontentato; combatté in Africa Settentrionale. Ma se in Libia gli inglesi non riuscirono a catturarlo, non per questo rinunciarono a perseguitarlo nel dopoguerra, come vedremo.
    In Rsi fu intestato al nome del Martire maltese il “Battaglione Borg Pisani”, costituito nel novembre 1943 a Porto Maurizio con combattenti provenienti d’oltre confine. Non si fece a tempo a trasformare il battaglione in una “Legione d’Assalto Borg Pisani” con l’apporto degli oltre duemila Combattenti Rsi provenienti d’oltre confine.
    Alla Rsi aderirono tutti gli irredentisti maltesi che ne ebbero la possibilità materiale, “com’era logico e naturale”, almeno secondo il loro punto di vista. Cito tra essi il prof. Millia, i giovani sottocapomanipoli della Milizia Ganado e Camillo Bonanno.
    Cito in particolare la vicenda di Ivo Leone Ganado. Al suo ritorno a Malta, su richiesta del Tribunale, fu processato per alto tradimento e per altre imputazioni minori, tutto aggravato dall’aver aderito alla Rsi, cosa che fu documentata con la testimonianza di ex-partigiani fatti venire apposta dal Veneto; « Le loro biliose affermazioni non raggiunsero il segno e fu tale il disprezzo del pubblico che chiesero di essere protetti.....dalla polizia»[13] . Ma i tempi erano cambiati,ci fu una giuria popolare. I giurarti votarono tutti e nove per la piena assoluzione del fascista, nove palle bianche a favore di Ivo; ma poi si accordarono per mettere nell’urna una palla nera in modo che ognuno potesse affermare di aver votato in modo “politically correct”.
    Ganado fu preso affettuosamente in braccio dai maltesi che affollavano l’aula e portato in trionfo per il corso di La Valletta.
    Ci furono altri due processi; durarono 11 mesi, oltre venti imputati.
    Tutti prosciolti.
    Francesco Fatica
     
  7. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    NEll'articolo c'è scritto che "è stato riferito che fu torturato". Riferito da chi? E' venuto fuori da fonti inglesi o trapelate da testimoni dal carcere?

    Per il resto non lo trovo diverso dalle centinaia o forse migliaia che hanno fatto la stessa cosa, ovvero sopportare sofferenze indicibili per un ideale, giusto o sbagliato che fosse...

    Interessante per il fatto della rinuncia alla cittadinanza inglese e tutto il resto, ma da qui a considerarlo un eroe della patria boh, ce ne saranno altri che ne hanno più titolo penso.
     
  8. ange2222

    ange2222

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    è una figura interessante, soprattutto per la rinuncia alla cittadinanza inglese, che avrebbe dovuto fare di lui un prigioniero di guerra normale; PS: quando fu catturato era in borghese o in divisa?

    Quando partecipò all'occupazione di Cefalonia si sentì forse un po' "inglese"?
    Come si può essere irredentisti e orgogliosamente partecipare alla sottomissione di un altro popolo?
    Mi chiedo come visse quell'esperienza.
     
  9. ALombardi

    ALombardi

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    Borg Pisani era sicuramente un idealista, e la sua figura andrebbe ricordata, certo.

    Come andrebbe anche ricordato che fu mandato allo sbaraglio in una missione rischiosissima che avrebbe necessitato di una preparazione ben maggiore.

    Navigando, ho toccato anche Malta. Stanno benissimo così come sono, e certamente meglio che sotto la nostra Italietta tangentaro-berlusconiana, mafiosetta o cattocomunista-prodiana.

    Sugli eroi, dei quali ce ne sarebbero altri più meritevoli, meglio sorvolare. Dal golpista Borghese all'assassino Moranino, eroi ambedue per una parte e per l'altra, siamo messi già bene.
     
  10. Solctis

    Solctis

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    Sulle torture non ho avuto occasioni di trovare ulteriori notizie, ma ciò non toglie che sicuramente vessazioni più o meno accentuate verso di lui ci siano sicuramente state.
    Se permetti però io lo trovo assai diverso: era cittadino maltese di una terra irredenta e non aveva alcun obbligo a servire la sua Patria in armi (l'Italia). Poteva benissimo attendere la discesa dei paracadutisti italiani dalla sua casetta passando il tempo a dipingere.
    Lui invece passò le linee, rinnegò la cittadinanza inglese imposta con l'inganno sulla sua isola che sentiva giustamente italianissima, si arruolò volontario e davanti al rifiuto della sua domanda mosse mari e monti solo per avere l'occasione di dimostrare il suo valore in battaglia.
    Nonostante tutto questo e nonostante una salute non ottimale si offrì volontario per una missione suicida ed affrontò esemplarmente la forca.
    Se permetti io lo considero un Eroe della Patria certamente più meritevole di tanti 'eroi' dell'ultima ora oggi celebrati come fossero salvatori della Nazione.
     
  11. Solctis

    Solctis

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    Il suo popolo era quello italiano poichè, a ragione, riteneva Malta un'isola italiana dominata dallo straniero. Non vedo quale popolo doveva sottomettere?Per lui si trattava di riunire i suoi fratelli maltesi in ciò che considerava la sua Madrepatria, ossia l'Italia.
     
  12. Solctis

    Solctis

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    Sicuramente l'Italia attuale fa perlomeno pena e il meglio che si può sperare è il recupero dell'identità italiana degli abitanti dell'isola, cui ricordiamo, fu proibito arbitrariamente dal dominatore inglese l'uso della lingua madre, ossia l'italiano.
    Tu trovi che Pisani non sia un eroe?Be sentiamo chi secondo te è un eroe, dato che evidentemente le pene patite da lui non sono, per te, sufficienti per attribuirgli il titolo di eroe.
    Su Gemisto non ho molte informazioni; su Borghese mi limito a rispondere con:

    Capitano di Corvetta M.M. Al comando del sommergibile Sciré
    Medaglia d'oro al valor militare«Comandante di sommergibile, aveva già dimostrato in precedenti circostanze di possedere delle doti di ardimento e di slancio. Incaricato di riportare nelle immediate vicinanze di una munitissima base navale nemica alcuni volontari, destinati a tentarne il forzamento con mezzi micidiali, incontrava, nel corso dei reiterati tentativi di raggiungere lo scopo prefisso, le più aspre difficoltà create dalla violenta reazione nemica e dalle condizioni del mare e delle correnti. Dopo aver superato con il più assoluto sprezzo del pericolo e con vero sangue freddo gli ostacoli opposti dall'uomo e dalla natura, riusciva ad assolvere in maniera completa il compito affidatogli, emergendo a brevissima distanza dall'ingresso della base nemica ed effettuando con calma e con serenità le operazioni di fuoruscita del personale. Durante la navigazione di ritorno sventava la rinnovata caccia del nemico e, nonostante le dìfficilissime condizioni di assetto in cui era venuto a trovarsi il sommergibile, padroneggiava la situazione, per porre in salvo l'unità e il suo equipaggio. Mirabile esempio di cosciente coraggio, spinto agli estremi limiti di perfetto dominio d'ogni avverso evento.»
    Mediterraneo Occidentale 21 Ottobre - 3 NOvembre 1940

    A ciò vanno aggiunte:
    -Medaglia di Bronzo per le operazioni svolte durante la guerra Civile Spagnola al comando dell'Iride (8 Aprile 1939)
    -Medaglia d'oro al Valor Militare e Ordine militare di Savoia per il successo dell'operazione di asalto a Gibilterra ed Alessandria.

    Politicamente puoi pure ritenerlo una merda;militarmente le sue azioni vengono studiate ancora adesso nelle Accademia Militari americane.
    Belin!






     
  13. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    Tutto vero, niente da dire. L'unica cosa che gli contesto è l'effettiva mancanza di un impresa che abbia portato a dei risultati concreti... Sul piano delle motivazioni non c'è dubbio che sia stato uno che ha creduto fermamente in qualcosa.

    Tuttavia.... una sola azione, per di più chiaramente suicida, per di più dal dubbio significato militare, per di più fallita quasi subito...... Insomma....... :shy:

    Riguardo alle torture non mettevo in dubbio il fatto che ci siano state però ero curioso di sapere quali e quante e se c'erano fonti.

    QUanto a Borghese, l'hai detto tu: militarmente rilevante, politicamente lo sai come la penso :D:D:D
     
  14. ange2222

    ange2222

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    Cefalonia!

    hai scritto che partecipò all'occupazione di Cefalonia, non si sarà sentito "invasore"?
    anche Cefalonia è italianissima?

    PS: sulla medaglia ricevuta da Borghese per la guerra di spagna ci sarebbe parecchio da verificare, visto che i sommergibili italiani attaccarono navi sovietiche mentre l'italia non era in guerra con l'urss.
     
  15. Solctis

    Solctis

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    L'articolo da me postato, era stato rilevato a tarda ora della sera in penose condizioni mentali!:D
    No, scherzi a parte, l'evento di Cefalonia è riassumibile a mio parere con l'esperienza bellica personale cui partecipò.
    Parliamo dell'Italia fascista ed a quel tempo Impero era altamente confuso con Imperium, con volontà di potenza, con redenzione, con 'guerra di potenza'.
    Attualmente sarebbe tutto un altro discorso e personalmente non ho mai ritenuto cefalonia italianissima; al massimo assimilabile come protettorato nel'ottica di un controllo dell'Adriatico e per via del controllo storico esercitato da venezia sull'isola. Stringendo però ritengo ovviamente Cefalonia come greca.
    P.S. Legittimo il tuo intervento; ciò non toglie che l'azione militare fu evidentemente giudicata degna di decorazione. Non conosco bene la dinamica di quella campagna di navigazione ma ritengo, da ignorante dell'argomento, che l'azione fosse legittimata dalle contingenze belliche.
     
  16. ange2222

    ange2222

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    mi metto nei panni di Borg Pisani, lui si sente italiano, vive in una terra che è colonia inglese, lascia la sua terra per una sua convinzione e si arruola, con fatica nelle FFAA di quello che ritiene il suo paese.
    La prima operazione bellica a cui partecipa lo trasforma da irredentista a occupante.
    A me la cosa avrebbe puzzato.

    Poi sul discorso di Malta italianissima possiamo discutere fino a notte fonda.

    Cosa che adesso non ho voglia di fare :p
     
  17. metalupo

    metalupo

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    Su Malta c'è solo una cosa da dire, apparteneva al Regno delle Due Sicilie fino all'occupazione Britannica, successiva a quella Francese, durante il periodo Napoleonico.
    Il Sovrano Militare Ordine di Malta, che la amministrava, infatti poteva disporre dell'isola a patto di versare a Napoli un tributo, che per vari motivi era solo figurativo in quanto corrispondeva ad un falcone, inteso come volatile, all'anno.
    Da cui la leggenda del falcone maltese, ma questa è un'altra storia.
     
  18. ALombardi

    ALombardi

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    "Gemisto", ossia Moranino, era un Cte partigiano comunista, responsabile dell'uccisione di alcuni agenti dell'OSS, partigiani non comunisti e delle loro mogli.

    La mia osservazione su lui e Borghese, era mirata a far capire che chi è "eroe" per qualcuno può essere un "golpista" per un altro, come Moranino, "killer comunista" per qualcuno, per l'ANPI è ancora "un eroe perseguitato".

    Ti ringrazio per le info su Borghese, ma penso di saperne qualcosina, visto che con la mia Ass. www.italialhg.net studiamo la FM italiana, compresa la Xa, e che abbiamo pubblicato la prima biografia del Cte Bardelli, e le memorie del Ten. del Btg. Barbarigo, Cte Cp. Mitr., Generale Giorgio Farotti, recentemente scomparso. Dello stesso autore, uno degli artefici del primo cimitero di guerra dei Caduti della RSI in carico ufficialmente all'EI, il Campo della Memoria, abbiamo pubblicato un volumetto con DVD sulla storia del Campo della memoria. Abbiamo poi curato la ristampa anastatica del raro fascicolo di propaganda "Questa è la Decima" e della memoria di Chiarissi "Con il Barbarigo a Nettuno", rarissima perchè edita nel 1944, a guerra in corso. Stiamo per ripubblicare le memorie del Ten. medico Del Bono della Xa "di mare" e pubblicare le memorie inedite di Tajana, Cte 4a Cp. Mortai del Barbarigo.

    Tuttavia, per quanto stimi i combattenti della Xa, dei quali ne ho conosciuti molti, e di molti mi pregio della loro amicizia, sarebbe inutile nascondersi dietro un dito: c'erano anche i Mai Morti (poi si può distinguere che erano una quarantina e non un Btg, e che furono cacciati dalla Xa dopo un paio di mesi, al contrario di quel che afferma Sarti a teatro), c'era Bertozzi e l'Ufficio "I", ci furono rappresaglie, etc. Poi si può far notare come le rappresaglie della Xa furono, anche a cercarle nel sito dell'ANPI, meno di una dozzina, a fronte di più di diecimila marò transitati nella Divisione Xa, etc ma sarebbe stupido negarle o ometterle tout court.

    Borghese aveva contatti con Wolff, fece patti con tutti e il contrario di tutti, compresi i partigiani (e ciò, per es. dopo l'uccisione di Bardelli, gli mise contro Uff.li e marò del Barbarigo. Alcuni Uff.li, dopo che Borghese autorizzò la fucilazione di Oneto da marò e partigiani, andarono a denunciarlo al Duce). La Xa "pagò" la sua indipendenza dalla MNR con la dipendenza, non solo logistica, ma anche talvolta operativa, dall'Alto Comando delle SS e Polizei in Italia. Era poi un Cte carismatico, e uno dei migliori Cti di Smg. Ma a metterlo solo in coppa all'altarino delle MOVM, MAVM, Ordini di Savoia, etc, omettendo il resto, non ci sono abituato. Spero che mi perdonerai questo limite.

    Il mio "sorvolare" sugli altri eroi più meritevoli, non era vs Borg Pisani, ma sugli altri esempi che si possono fare per agone ideologico.

    Sugli eroi, io non posso dire nulla; non vivo in tempi di eroi.

    Posso lasciar parlare qualcun altro, che ne ha più titolo di me:

    "Se dovessi parlare di noi del Lupo, non direi che siamo degli eroi; spenderei una parola troppo grande. Direi che qui, sugli argini del Senio, combattono soldati italiani. Sono pochi, sono soli, ma da soli riempiono un vuoto ch'è più doloroso del loro sacrificio"

    Fronte del Senio, tra Alfonsine e Fusignano, 27 gennaio 1945.

    Tenente Attilio Bonvicini, invalido al 100% in Albania, volontario nel Btg Lupo della X MAS. Ferito il 28 gennaio 1945, morirà per le ferite riportate il 20 luglio 1945.
     
  19. Solctis

    Solctis

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    Ho letto chi era Gemisto ma, dato il perosnaggio, non mi sono mai interessato più di tanto della sua vita.
    A rileggere la tua osservazione ho compresoquale fossero le tue intenzioni ma a sentirmi dire che Pisani, e come lui altri irredentisti, non è un vero eroe mi vengono i fatidici 5 minuti.
    Conosco la tua Associazione ed ho più volte visitato il vostro sito e non era di certo mi intenzione aprire un dibattito sulla rappresaglie operate dalla Decima durante la guerra civile.
    Il mio giudizio personale non c'è bisogno che lo dia dato che, come si può facimente notare dal mio avatar, la mia posizione è chiara e inequivocabile.Evito quindi di dilungarmi in pericolosissime discussioni su chi abbia provocato chi e su chi fosse il giusto e chi quello in errore. Tornando più prettamente a discussioni su 'eroi' non è certamente mia intenzione l'arrogarmi prerogative di datore di aptenti di eroe o simili, quanto semplicemente secondo il mio personale metro di giudizio un uomo della capacità militari, tattiche, politiche, sociali ed economiche di Borghese può ampiamente essere annoverato fra la schiera degli eroi. Questo al di la dell'ideologia che per fortuna o purtroppo ha visto la Decima dalla parte degli sconfitti.
    Ho capito a chi ti riferissi e lascerò, similarmente a quanto fato da te precedentemente, che sia qualcuno di ben più meritevole ed onorevole di me a rispondere per il sottoscritto:

    Noi siamo stati e siamo dei soldati e come tali abbiamo combattuto gli invasori per riscattare l'Onore della nostra Patria: ma voi insistete nel chiamarci fascisti. Ebbene: se amare la Patria, volere l'Onore della Bandiera, volere Trieste italiana, singifica essere fascisti, allora io grido in faccia a voi: io sono fascista e lo sarà mio figlio, ed il figlio di mio figlio!

    Nino Buttazzoni C.te Battaglione Nuotatori Paracadutisti
    al Processo improntatogli dalla Repubblica Italiana

    Terminando con una frase che ritengo drammaticamente vera:

    Quando comincia una guerra la prima vittima è la Verità.
    Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate, quelle dei vincitori, diventano storia.
     
  20. limes

    limes

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    Due righe al volo: sull'italianità di Malta credo ci sia poco da discutere, non vedo come si possa dubitarne... Pisani fa parte, indubbiamente, di quella schiera di eroi troppo presto dimenticati per motivi di opportunità politica...
     

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