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Africa Settentrionale Round 3

Discussione in 'The Operational Art of War' iniziata da Luigi Varriale, 17 Novembre 2017.

  1. blubasso

    blubasso

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    La cosa interessante sarebbe vedere, se gli inglesi venissero decapitati davvero (intendo: "catturare lo Stato Maggiore", non: "tagliare la testa ai soldati"), cosa cambierebbe a livello di piani e decisioni belliche: se da Londra mandassero un nuovo Stato Maggiore ma meno efficiente (o più efficiente) del vecchio, che cambierebbe a livello di gameplay
     
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    Ultima modifica: 31 Marzo 2018
  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Mi pare che adesso comincino anche loro a risentire della fatica e delle perdite; ma potrei sbagliarimi
     
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  3. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Sarebbe interessante si. Invece Toaw ha solo un' AI, che però devo dire, mi sta stupendo turno dopo turno, specialmente se comparata alle AI di prodotti similari.
     
    Ultima modifica: 31 Marzo 2018
  4. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    24 gennaio 1942


    Nella giornata del 24 Heinrich Von Prittwitz perde il contatto radio con le sue unità dipendenti, e la 15^ rimane senza ordini operativi.

    Von Liebner segnala sempre la presenza di cannoni anticarro schierati lungo la Balbia. Avremmo potuto e dovuto muovere i nostri cinque panzer d’appoggio sulla destra per tentare l’aggiramento di quelle posizioni; ma non riuscimmo a metterci in contatto con il comando divisionale, che pure era a cinque chilometri da noi, allo sbocco est dell’Halfaya. Mandai una staffetta con un camion, ma tornò indietro riferenco che il Generale Von Prittwitz al comando non c’era e che l’intera baracca era nella più grande confusione.


    Il X ed il XX corpo coordinano gli sforzi per ridurre il XXX corpo britannico e distruggerlo sul posto. Attacchi ripetuti, specialmente della divisione Bologna dalla Ridotta Capuzzo, confinano il nemico in una piccola sacca fortificata presso Emr Eivallis. Il Sergente Scala ricorda con estremo dispiacere l’ordine di arrestarsi ad est della posizione. Avevamo i carri sulla destra come appoggio diretto, ed essi avevano fatto un magnifico lavoro fino ad ora per far alzare le chiappe al nemico. Nella giornata precedente, sotto i cingoli avevano macinato di tutto; indiani con e senza turbante, civili inglesi addetti alla costruzione di linee ferroviarie, ed ogni altro rimasuglio possibile di un corpo d’armata in sfacelo. L’ordine di arrestare la divisione proveniva direttamente dal generale Marghinotti, e così facemmo; ci arrestammo a tremila metri dai parapetti nemici e cominciammo a scavare.


    il plotone del sottotenente Glube era stato assegnato alla destra della compagnia shultzen che difendeva le posizioni a nord del forte Maddalena: compito ingrato e pericolosissimo, dato che il suo fianco destro era culo all’aria ed il 3° battaglione della Legione Straniera tentava di aggirarlo. La situazione si stava facendo disperata, ricorda Glube; i Wespe, esaurite le munizioni, non sparavano più ed avevano cominciato a ritirarsi per evitare di essere triturati nell’attacco nemico. Con loro se n’era andato anche il comando del reggimento di artiglieria, e quando sostenemmo il primo assalto, con noi rimanevano solo quelli della 841 con i loro 37mm. L’attacco dei Francesi fu assolutamente devastante. Dalla destra una mucchio di legionari, che riconoscevamo dal caratteristico berretto bianco, venivano avanti sfruttando ogni piega del terreno. Le loro mitragliatrici ed i loro mortai non ci davano tregua. Al contrario della nostra, l’artiglieri nemica sparava, e non dico che grandinasse, ma comunque i morti ammazzati c’erano ed i mutilati pure. Di fronte, mi giungeva notizia di fanteria sudafricana all’assalto del grosso della compagnia (sulla carta ancora un battaglione). Per la destra tentava di aggirarci un altro battaglione di fanteria francese. Noi combattemmo come leoni e sostenemmo molte perdite. Ma di Francesi abbiamo fatto scempio. All’utimo momento, quando la 841 si ritirò sotto la grandine nemica, noi lanciammo le ultime bombe a mano, che i Francesi erano così vicini da essere a tiro, e quelli si ritirarono, lasciando il campo coperto di cadaveri e feriti agonizzanti. Fummo costretti a lasciarli crepare tutti, perché mitragliere e mortai dei legionari continuavano a battere il campo e rifiutavano un cessate il fuoco.


    Adesso, io non credo che potremmo resistere ad un altro attacco di questo tenore, a meno che le nostre truppe d’appoggio non vengano rifornite, riorganizzate e riportate sulla nostra posizione. Altri dicono he i camerati italiani dell’Ariete saranno qui a giorni a salvarci il culo.


    Una precisa incursione aerea di stuka e bombardieri in quota, affonda le ultime navi minori inglesi nei pressi di Sollum. Le forze della RN che erano assegnate alle operazioni controcosta non esistono più. Resta da vedere se gli Inglesi ci manderanno nuove tinozze da affondare.


    Nel rapporto del Ten Col Peter Frieke leggiamo che i suoi velivoli hano affondato due cacciatorpedinere, un terzo è stato colato a picco dai bombardieri Ju 88 che partecipavano all’incursione, mentre l’incrociatore leggero a cui si dava la caccia oramai da settimane, pare sia stato centrato da due bombe da cinquecento chili lanciata da bombardieri italiani. L’incrociatore è esploso in un milione di pezzi, quando uno degli ordigni ha raggiunto la santabarbara di prora.
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    Ultima modifica: 31 Marzo 2018
  5. Prostetnico

    Prostetnico

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    "qualcuno dice che non si fermerà..." ;)
     
  6. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Hey Prostenico, mi fa piacere sapere che stai ancora seguendo questa campagna africana.
     
  7. Prostetnico

    Prostetnico

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    Veramente non perdo una riga! :approved:
     
  8. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    31 gennaio 1942


    Si registrano giorni di indecisione al comando del generale Messe circa l’impiego delle sue forze.

    Innanzi tutto viene costituito un nuovo corpo d’armata denominato Corpo Corazzato Italiano. Questa nuova grande unità è formata dalle divisioni Ariete e Littorio. Al comando viene richiamato dall’Italia il generale Gambara, la figura più adatta a comandare un corpo di siffatta natura. Il Corpo Motorizzato Italiano perde quindi l’Ariete e rimane solamente con le divisioni Trento e Trieste sempre al comando del generale Zingales. Al comando divisionale della Trento si sorride assai di essere chiamati divisione, quando si considera il fatto che la Trento è al momento formata da un comando tattico agli ordini del colonnello Fabrizi, i resti del comando reggimentale del 61° ed una compagnia motociclisti con sei motorette e due autoblindo. Il generale comndante della divisione Luigi Nuvoloni è a Tripoli perché il suo comando tattico non ha abbastanza mezzi per spostarsi fino al fronte. I soldati però a piedi devono andarci tutti i giorni!


    Sull’impiego delle truppe è gran conciliabolo tra Rommel e Messe. La 90^ e la 21^ sono concentrate a sud. Il Tedesco vorrebbe disimpegnarle per riunirle all’Halfaya ed usarle come maglio per scardinare la posizione costiera degli Inglesi. Rommel dice che è ora di picchiare duro; gli Inglesi sono indeboliti e disorganizzati. Il Problema è che disincagliare le due divisioni è tutt’altro che facile: primo i beduini hanno fatto affluire a sud, in appoggio alla Legione Straniera, la ricostituita 22^ brigata delle guardie. Secondo la 21^, colta di sorpresa da questa manovra, è in riorganizzazione e non può ricevere ordini per il turno che viene. Il fronte in questa critica zona meridionale, è il solito casino “a strati” tipico delle battaglie su queso teatro: un primo strato costituito dai gruppi da combattimento della 21 ^ e della 90^, poi le forze Francesi appoggiate dal battaglione sudafricano, poi i corazzati della 21^ che circondano i Francesi, e per finire la brigata guardie, che circonda il reggimento carri della 21^. Come ho detto, il solito casino.


    La 15^ a nord ha fatto un tentativo per sfondare sulla Balbia nei confronti del gran misto zinne culo, per dirla come diirebbe il Postuma, di reparti britannici rifugiati. La manovra era anche cominciata bene, ma un disperato contrattacco sul fianco dei beduini, usando anche una manciata di carri del 3° RTR, hanno interrotto le velleità di Von Prittwitz.


    Sul fronte della Trieste, ancora una volta la maledetta ed immortale divisione neozeladese abbozza un contrattacco, e lo abbozza bene, perché va a sbattere per caso contro un comando tattico della 21^, lo dispede ai quattro venti, e poi si impantana contro l’artiglieria arretrata del XXI corpo. La situazione nel settore Trieste rimane pericolante, dato che gli Inglesi hanno portato in zona un mezzo reggimento ricostituito della 1^ corazzata, e precisamente il 9° lancieri.


    Il Genererale Messe, ascoltati i rapporti serali, prende alla fine la sua decisione: non appena l’Ariete avrà finito di rastrellare gli Inglesi vaganti per il deserto a ovest del forte Maddalena, lei a la Littorio, appoggiate dalle due divisioni germaniche a sud spazzoleranno la ricostituita brigata guardie, con obiettivo di secondo tempo l’aggiramento della scarpata di sofafi e la formazioone di un ennesima grande sacca su Sidi Barrani.


    Il Generale Rommel concorda ma racomanda di mantenee le masse di manovra abbastanza compatte e forti, da far fronte ai reparti di pronto intervento che gli Inglesi dovessero scagliare contro le branche avanzanti.
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  9. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    4 febbraio 1942


    Il generale Bitossi entra in battaglia con immenso fragore con la sua divisione carri Littorio. Apre uno squarcio nelle linee britanniche a Sidi Suleiman ampio quindici chilometri ed il suo 133° reggimento carri medi travolge tutto davanti a sé. Una compagnia mecanizzata ed il comando della 7^ divisione corazzata inglese sono spazzati via dai carri del X e del III battaglione. Gambara, appena giunto al suo posto comando tattico del CCI a sheferzen, fa le capriole di gioia; il suo corpo corazzato è protagonista dell’offensiva. Il suo piano: radunare anche l’Ariete a sud, continuare l’offensiva della Littorio a nord, e spazzare l’intera scarpata di confine fino ad El Hamra.


    Messe ordina a Zingales di tenera alla mano il suo corpo d’armata allo scopo di fissare il 9° lancieri ed i rimasugli di fanteria indiana di fronte alla Trieste, allo scopo di favorirne l’accerchiamento da parte di Gambara.


    Il X Corpo riceve la resa di Horrocks ed Cunningham ad Emr Eivallis; i due generali si avviano alla prigionia. Con loro si arrendono gli ultimi rimasugli del XXX corpo britannico, incluso uno squadrone del 3° Royal Tank Regiment.

    Nota dell'autore: la cattura di Horrocks mi fa particolarmente piacere: a mio personale modo di vedere, inutile piumino da cipria capace di perdere pure battaglie dove ha la superiorità di 3 a 1 (attacco contro il X corpo italiano nella III battaglia di El Alamein), nonché uno dei principali responsabili della disfatta nell'operazione Market Garden. Il classico generale inglese senza palle e tutto boria finta e costruita.



    Il SIM dà la notizia che il Generale Wiliam Warvik è giunto all’aeroporto del Cairo per prendere il comando dell’8^ armata, che senza dubbio ha bisogno di una urgente reorganizzazione.


    La 15^ panzer si apre la strada a suon di sberle sulla strada costiera ad est dell’Halfaya. I progressi sono limitati ma innegabili. I beduini tentano di contrastare questa mossa con tutto quello he riescono a raggranellare e lo mettono sotto il comando tattico di una brigata indiana non identificata. Su questo fronte sono però in arrivo rinforzi di una certa consistenza, e Von Pritwitz dovrà agire con cautela per evitare un eccessivo logorio della sua divisione, che ricordiamo è ancora priva del reggimento panzer, distrutto durante la battaglia di Tobruk e scontri seguenti.


    Unica preoccupazione di Messe e di Rommel è la 21^ panzer, con cui si sono persi momentaneamente i contatti e che rischia di avere il reggimento carri circondato e distrutto dalla rediviva 22^ guardie. Messe ordina immantinente a Gambara di distaccare l’Ariete per una ricognizione in forze nell’area di forte Maddalena, per tirare fuori dai guai la divisione di Ziegler. La 90^ desta anche preoccupazioni minori, non essendo riuscita fino ad ora ad incidere in maniera determinante sugli scontri nel settore del DAK.


    A proposito del DAK, l’OKW a Berlino, riporta Messe nel suo diario, non è assolutamente soddisfatto di come sono state impiegate le truppe tedesche sul fronte africano; il Generale Halder afferma che, parole sue, la cretineria di Rommel ha sciupato l'elevato potenziale di combattimento delle divisioni tedesche, permettendo agli Italiani di fare la parte dei protagonisti nella controffensiva del 1941, nella presa di Tobruk, ed anche nella lunghissima battaglia dei confini. A Berlino si medita, oltre che sulla ricostituzione delle divisioni germaniche, anche sulla sostituzione del generale Rommel; ma queste per il momento sono solo voci. Il fatto che Halder sia incazzato come una belva però non sono affatto voci, e sono confermate dall'addetto militare italiano a Berlino.


    Nella zona tropicale delle oasi, la Sabratha, dopo lunga lotta sulla pista Gialo – Giarabub, ha avuto ragione delle truppe speciali inglesi, che ha finalmente sconfitto, e dirige adesso il suo sforzo offensivo sull’oasi di Giarabub propriamente detta, dove con l’appoggio di quanto rimane della fanteria leggera tedesca delle oasi, ha l’obietttivo di spazzare via tutti i Britannici presenti nell’area.


    Le cose vanno dunque bene per le forze dell’asse in Africa, anche se il servizio informazioni prevede l’arrivo di non trascurabili rinforzi britannici in teatro per mitigare gli effetti delle recenti sconfitte subite.


    Rimanete in linea per gli sviluppi dell’offensiva.
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  10. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    7 febbraio 1942


    Battaglia della scarpata; così è stata battezzata dal comando dell’armata d’Africa la complessa operazione tendente allo scardinamento dell’intero dispositivo britannico a difesa della scarpata di Sofafi. Grandi unità coinvolte: il CCI, il XX Corpo del generale Tavullo Di Colleferro, e parte del DAK, che attacca sulla costa con la mirabolante divisione di Von Prittwitz. Gambara con il suo CMI partecipa pure marginalmente all’azione con la percussione della Trieste e dei resti (pochi) della Trento, nei confronti dei lancieri inglesi che ancora si ostinano a resistere nel cosiddetto saliente di Sheferzen. Le divisioni del X e la Pavia vengono tenute al guinzaglio, nell’affannoso tentativo di riordinarle e prepararle per nuove operazioni.


    Cominciando dalle operazioni di Gambara, l’Ariete accerchia il comando della 1^ sudafricana. Il Postuma chiede la resa al generale Daniel Pienaar, ma questi rifiuta. Reparti di carri veloci e due battaglioni di semoventi provvedono quindi ad accerchiare il complesso nemico e si preparano ad annientarlo. La Littorio cala da nord come Attila, ed il suo 133° carri medi, unico reparto impegnato a fondo in combattimento oltre all’artiglieria divisionale, scompagina alcune unità nemiche della 7^ corazzata, che tentano invano di arrestare la divisione italiana prima he si profili l’accerchiamento della 22^ guardie. La ricognizione del XII battaglione carri medi rileva la presenza di forze nemiche della consistenza di una brigata circa nella zona di El Hamra, ragion per cui Bitossi raccomanda prudenza al focoso comandante del 133° Colonnello Massimo Spartaco.


    In attesa che l’Ariete possa intervenire riunita in battaglia, la 21^ panzer e la 90^ leggera si sistemano temporaneamente a difesa al forte Maddalena, mantenendo il blocco dei francesi liberi a Bir El Scegga, la cui situazione ricorda molto da vicino quella delle loro controparti storiche a Bir El Hacheim. Questi, senza viveri ed acqua da quasi due settimane, sono oramai alla canna del gas, e sia Messe che Gambara ne meditano la distruzione quando l’Ariete avrà completato il rastrellamento ad ovest delle posizioni Francesi. Il Colonnello Bach, della 21^ ha invero chiesto la resa ai legionari, ma questi gli hanno risposto con insulti poco cavallereschi. La propaganda francese martella sul fatto che tutti i legionari, specialmente quelli di nazionalità tedesca verranno passati per le armi non appena si arrendono, e quindi i Francesi non si arrendono manco per il cazzo. Il Ten Col Ziegler, comandante del 5° panzer, ha schierato i suoi carri all’estremo sud, fronte alla 22^ guardie, che si limitano appunto a fare la guardia senza abbaiare; volevo dire attaccare. Per la verità un paio di timidi tentativi li fanno, ma messi alle strette dai Panzer di Ziegler, che ne tagliano spessi un paio di plotoni, rinunciano per il momento ad ogni velleità.


    Sul ciglione di Sofafi, avanza baldanzosa la Bologna, che ha avuto il via libera dal comandante del XX corpo, l'eccellenza Tavullo, per sfruttare il successo creato dalla Littorio. Nel pertugio aperto tra la scarpata ed il ciglione dal generale Bitossi, la Bologna ci si infila a razzo manco fosse una divisione corazzata; sostiene ben due combattimenti contro elementi della 2^ brigata di fanteria beduina della 7^ corazzata che sconfigge, ed occupa saldamente Sofafi con il 40° reggimento, che arriva colà lingua in terra e scarpe distrutte. Addirittura, il generale Marghinotti, colto da impeto stile vittorio veneto, si lancia all’attaco con un’aliquota del reparto comando divisionale all’inseguimento di reparti sbandati nemici. E’ costretto ad arrestarsi dieci chilometri ad est di Sofafi, quando le motorette da ricognizione gli segnalano che un intero battaglione indiano di consistenza sconosciuta, si frappone tra lui ed il limite della scarpata di Bir Emba. Il Generale Marghinotti si rende conto solo allora di essere il reparto più avanzato di tutto lo schieramento italo tedesco. La sua risposta al comandante delle motorette da ricognizione; sta minchia !! Non viene annotata nel diario divisionale.


    A nord di questi avvenimenti, mena come un fabbro ferraio il generale Von Prittwitz, con la sua 15^ panzer. Come è noto la divisione opera nel terreno sottostante la scarpata di Sollum, ed è stata la conquistatrice del passo dell’Halfaya, unico grande successo tedesco in questa campagna. il divisonario del DAK è spronato a frustate da Rommel in persona, che è costantemente presente tra i reparti avanzati della divisione, costringendo il buon Prittwitz a rischiare a sua volta la pelle in prima linea. Rommel è così eccitato che manca poco la divisione la comandi lui con tutto il suo intervenire a dare questa o quella disposizione alle unità della 15^. Prittwitz si incazza ma abbozza. Le divisione sbuca dalle propaggini dell’Halfaya con tutte le sue bocche da fuoco fiammeggianti, in una scena davvero dantesca. Divisa in tre colonne, 155° shultzen a sinistra, 2° mitraglieri al centro e 4° esplorante a destra, travolge nell’ordine uno squadrone del 3° royal Tank Regiment, che devasta a colpi di ottantotto e pak cinquanta frettolosamente messi in batteria, una compagnia del 3° Royals appartenente alla 70^ di fanteria, ed infine l’osso più duro, il 2° lancieri della 3^ brigata indiana. Con “l’aiuto” di Rommel, Prittwitz coordina benissimo le varie armi della della sua divisione, sempre priva lo ricordiamo del reggimento panzer, e sfascia i carri con gli anticarro, la fanteria con le autoblinde, e la fanteria concentrata grossa con un misto di granatieri, mitraglieri ed artiglieria. Alla fine dell’azione la 15^ si ritrova a cinque chilometri da Buq Buq fronteggiata da una squadra di marinai della della Francia libera armati solo dei loro cappellini con piumino rosso. Nel frattempo Rommel ha avuto un orgasmo autoindotto senza nulla toccare.


    La bella giornata viene turbata solamente dai soliti gufi del SIM che annunciano lo sbarco a Suez della 50^ divisione britannica: carne fresca da mandare al macello egiziano.
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  11. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    11 febbraio 1941


    Sulla scarpata di Sofafi la battaglia si fraziona in scontri isolati, dove ogni divisione combatte la sua guerra personale. Ai primi rapporti del 9 sera, si capisce subito che la resistenza del nemico si sta sbriciolando. Contribuiscono a questa convinzione le intercettazioni radio della famigerataa 661^ compagnia "tecnica" del capitano Karl Forster, orecchie segrete dell'Afrika Korps. Il Capitano Forster afferma che nelle comunicazioni radio degli Inglesi si diffonde via via un tono di panico per gli avvenimenti di questi giorni nelle sterminate lande desertiche egiziane.


    Mentre tutto ciò avviene, il X corpo continua il suo riposino di febbraio fin quando le circostanze lo consentono; la super eccellenza Messe dice che è importante far riprendere il più possibile le divisioni sfinite dai combattimenti precedenti. Tutte le unità non indispensabili vengono tenute a riposo fino a quando il nemico non obbligherà a fare diversamente.


    Il XX ha la Bologna a Sofafi ad osservare con i binocoli i progressi della 15^ mentre la Pavia è sul pianoro a vedersela con un reggimento antiaereo ed una compagnia di mitraglieri del XIII corpo inglese, unico momcone rimasto dell’8^ armata, fino a che non si possa ricostituire il XXX. Oh; diciamo la Pavia, ma in realtà stiamo parlando di due compagnie di camicie nere della IX legione, un battaglione del genio a mezzo organico ed il reggimento artiglieria divisionale.


    La Littorio prosegue la sua manovra di spianamaento della scarpata, distrugge un comando di brigata corazzata nemico, disperde uno squadrone di carri del County of London Yeomanry (manco fossimo alla battaglia di Agincourt; ma quanto sono ridicoli stì Inglesi) e si arresta momentaneamente di fronte alle posizioni tricerate di un battgalione sudafricano della 1^ divisione. Solo una ventina di chilometri separano oramai la Littorio dall’altra branca di annientamento; quella dell’Ariete. La divisione di Bitossi subisce tuttavia una inaspettata battuta d’arresto quando si manifesta improvviso un contrattacco niente po’ po’ di meno che dell' 11° reggimento ussari della 7^ divisione corazzata, i cosiddetti “Cherry Pickers”, dal colore delle loro uniformi durante la guerra di Crimea. Questo reggimento, che era scomparso dal teatro sin dai primi del ’41, riappare col botto proprio contro la Littorio in una carica di cavalleria leggera, opposta alla cavalleria media italiana. L’effetto sorpresa c’è tutto; i cavallegeri inglesi, provocano il temporaneo sbandamento del LII battaglione carri, a cui sfasciano ben cinque M13. Poscia le autoblinde disperdono il reparto comando del col Spartaco, che ripiega in disordine sul comando divisionale e l’artiglieria. Il generale Bitossi ed il colonnello Spartaco, colpiti nell’onore come Mimì metallurgico, meditano vendetta.


    La Trieste, avendo avuto sgombrati i fianchi dal ripiegamento di quegli Inglesi che hanno avuto il buon senso di alzare i tacchi dal settore di Sheferzen, si preparano ad occuparsi di chi questo buon senso non ce l’ha avuto: immantinente è organizzato il movimento di accerchiamento del famigerato 9° lancieri ed insieme a lui, del comando della 2^ brigata carri della 1^ divisione corazzata. Cattiva idea da parte degli Inglesi di incaponirsi nel saliente.


    L’Ariete, dopo aver costretto alla capitolazione il comando di Pienaar, che ci ha pure lasciao la pelle, si avventa contro la 22^ brigate delle guardie. Il Postuma, che viaggia alla testa del Nizza Cavalleria, a movimento concluso si accorge che i battaglioni nemici sono solo due sui quattro in organico alla brigata, ché il terzo si è eclissato ad est senza essere notato, mentre il quarto lì non c’è mai stato, visto che qualche ora dopo e per puro caso, il Postù apprende dal traffico radio della 15^ panzer, che il 1°Buff regiment è comparso davanti alle posizioni del battaglione shultzen di Prittwitz di fronte a Buq Buq.


    Il battaglione “eclissato”, lo scopre invece il reparto da ricognizione della Littorio, i Lancieri di Novara, in ricognizione nel profondo e rovente sud del fronte. Fuori dalla sacca rimane per puro culo anche il comando della brigata inglese, per un errore di manovra del Nizza che ha virato a nord troppo presto, mancando in pieno il circo del generale John Marriot. Il Postuma non può nemmeno bestemmiare in greco ortodosso come il suo solito, dal momento che gli ordini al Nizza li stava dando lui stesso, mentre il Ten Col Joly, disoccupato, dormiva in un'autoblinda in corsa. Con il concorso del 5° pamzer e della fanteria della 90^, venivano comunque intrappolati il 3° reggimento coldstream guards con i loro cappelloni neri e lunghi, ed il 1° reggimento Sherwood, in cui militava pure un discendente di Robin Hood. Prossimo imperativo categorico: distruggere questi due reggimenti.


    La 15^ procede circospetta fino a Buq Buq con il comando dell’8° panzer, dotato dei suoi cinque Panzer III H, e con il battaglione shultzen. Queste forze si arrestano all’apparire del suddetto 1° Buffs della 22^ guardie. Mitraglieri e reparto esplorante, dopo aver disperso il comando della 3^ brigata indiana si fermano per riorganizarsi. Vengono spediti in ricognizione a sud est in direzione di sofafi mezzi blindati del comando del reggimento shultzen, che rivelano la presenza di una compagnia meccanizzata non identificata e poco altro. In Rommel comincia a farsi strada il pensiero che gli Inglesi sotto il ciglione non abbiano più nulla, e sopra il ciglione quasi più nulla. Solo la Bologna dai binocoli del 39 reggimento, scrutando le immensità desertiche ad est di Sofafi, riferiscono di fanteria nemica in circa una brigata mal contata ed artiglieria varia. Queste forze, gravitanti tra Bir Emba ed il pianoro di “Oxford Circus” sembrerebbero le uniche che possano al momento costituire una preoccupazione per le truppe dell’asse.


    Come si svilupperà l’offensiva ? E’ quello che vedremmo nelle prossime puntate.
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  12. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Camerati chiedo un minuto di silenzio.

    Il 13 febbraio 1941, a seguito di un attacco a sorpresa di uno squadrone di Blenheims inglesi sul comando divisionale dell'Ariete, perdeva la vita il Generale di Brigata Federico Postuma.
    Voglio ricordare a tutti i lettori dei diari dell'armata d'Africa quanto questo valoroso ufficiale abbia contribuito alle sorti di questa campagna. Il Generale lascia la madre quarantacinquenne, ed il fratello minore capitano dei bersaglieri in Grecia.
    E' stato proposto per la medaglia d'argento "postuma" al valore militare, con la seguente motivazione:

    Splendido ufficiale di campagna, giovanissimo e già con comando di lungo corso, si distingueva nella campagna nordafricana come valente e fondamentale ufficiale delle truppe corazzate. Sempre in prima linea a guidare i suoi, già da quando aveva il comando di un semplice battaglione di carri indipendente, veniva in seguito assegnato alla divisione Ariete, nella quale, a suon di azioni spettcolari e temerarie, spesso coronate dal successo, risaliva tutta la gerarchia divisionale, da comandante di battaglione al comando dell'intera divisione. Terrore del nemico quando in azione, ed esempio fulgido di attaccamento al servizio ed ai suoi subordinati, onorava la divisione Ariete con la sua etica di puro soldato.

    Ragazzi, il Postuma è andato: sono stato davvero tentato di fermare la campagna, cambiare gioco e mai più concentrarmi su personaggi in particoare. Il mitico Postù mi mancherà tantissimo nella pedina del comando divisionale dell'Ariete, che ieri attaccata in interdizione da un maledetto squadron di Blenheims ha perso la sua squadra comando. Ho anche tirato un dado da 1 a 6 perché non ci volevo credere. 123 andato 456 sopravissuto. risultato:1
     
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  13. blubasso

    blubasso

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    Era un soldato, è morto da soldato. RIP. La guerra però continua, anche senza di lui, e dovresti continuarla anche tu, Luigi.
     
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  14. Prostetnico

    Prostetnico

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    These dust covered sand dunes
    are home now for me
    but my home is the Apulia
    and always will be...
     
    Ultima modifica: 6 Aprile 2018
  15. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    spettacolo!!
     
  16. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    21 febbraio 1942

    Cerimonia funebre per il Generale Postuma tre giorni fa presso Sofafi, dove si è verificato l’attacco aereo inglese che è costato la vita al nostro. Il generale aveva indicato nelle sue volontà che avendo combattuto per tutta la sua carriera in Africa, a parte la parentesi spagnola, avrebbe voluto essere seppellito sul campo di battaglia africano, se lì fosse perito. Il Generale aveva anche indicato l’iscrizione da mettere sulla sua lapide:

    Queste dune di sabbia coperte di polvere
    Sono adesso per me casa
    Ma la mia casa è la Puglia
    E sempre lo sarà.


    Alla cerimonia, volto di pietra che mal trattiene le lacrime sta di fronte a tutti il Colonnello Montemurro, che assume ufficialmente il comando dalle divisione, ed il suo giuramento ai soldati è che porterà l’Ariete per prima, invitta in terra d’Africa, ad Alessandria oppure alla morte. Attende per altro il colonnello la sua promozione a Generale di brigata. Tutti gli ufficiali comandanti di divisione, hanno lasciato la loro unità ai vice per partecipare alle esequie del Postuma. Nella fredda mattinata "foschìosa" di questo febbraio desertico, c'è il Generale Messe in prima fila, e poi tutti i cavalieri teutonici, a partire da von Prittwitz, Ziegler und Vettern, il generale Max summerman, comandante della 90^ e natualmente il generale Rommel; tutti a rendere gli onori a questo guerriero che ha rappresentato l’Italia così degnamete di fronte al nemico.

    Il 21 l’armata si rimette in movimento. Davanti a tutti Ariete e 21^ panzer. La divisione italiana fa piazza pulita tra Sofafi e Oxford Circus, dove alla fine di violente scorribande tra reparti nemici mezzo sfasciati, va a schierarsi a sud di Bir Emba, dove pare che l’ultimo baluardo britannico si erga a difesa della scarpata; il Cape Town Regiment della 1^ sudafricana. Il Nizza del ten col Franco Joly è avanzatissimo, lanciato alla carica sul meridiano di Zawyet Shammus, in caccia del comando della 4^ brigata corazzata inglese.

    Sulla stessa latitudine agisce la 21^ panzer, giunta a Bir el Qatrani all’estremo sud del fronte e che si prepara a convergere a nord.

    Messe ha finalmente attivato il X corpo assegnandogli il compito di rinforzare la 15^ panzer nel suo attacco di sfondamento sulla strada costiera. Il generale Gioda per il momento ha deciso di impiegare solo la Brescia ed ha dato gli ordini esecutivi al generale Zambon. L’eccellenza Gioda ha ritenuto per il momento di poter assecondare l’intendimento strategico del comandante dell’armata con una sola delle sue divisioni, essendo la Savona ancora in riordino nei pressi di Sollum.

    La ricognizione aerea segnala che su tutto il fronte gli Inglesi sono in fase di liquefazione, che sulla scarpata di Sofafi non vedono più nessuno, e che gli Inglesi stanno preparando una linea difensva all’altezza di una piccola località chiamata El Alamain. Adesso si tratta di interpretare se tale linea difensiva è solamente precauzionale, intendendo il nemico difendersi comunque in battaglia manovrata ad occidente di questa località, oppure se egli vuole davvero arretrare sino a questa liena, il che avrebbe due ordini di vantaggi per lui: primo allungherebbe in maniera esponenziale le linee di rifornimento dell’asse con conseguenti ed ulteriori problemi logistici che già ce ne sono che la metà basta. Secondo, si tratta del punto più difendibile, in quanto incontra presto a sud una vasta depressione che praticmante annulla qualunque tentatico di aggiramento per la destra, schema classico in questo teatro. La linea da difendere qui è lunga solo una cinquantina di chilometri, con eveidente vantaggio per un’eventuale difesa statica.

    Su questa linea, la ricognizione strategica ha individuato elementi di una divisione indiana, di una brigata forse greca o forse francese, e soprattutto di una nuova e completa divisione di fanteria inglese, che si dice sia la 50^ di nuova costituzione nel Regno Unito. Bisognerà confermare se queste truppe verranno davvero dermate su questa linea o se proseguiranno per il fronte avanzato.
    L'avanzata per il omeno prosegue, e i comandanti dell'asse dovranno gestirla al meglio.

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  17. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    25 febbraio 1942


    Le truppe dell’asse corrono a perdifiato per il deserto, lanciate verso i loro obiettivi sotto la stretta direzione del generale Messe, che manovra i suoi corpi d’armata col duplice intento di impadronirsi dell’importante base logistica di Marsa Matruh e quello di scacciare gli Inglesi da El Alamein prima che possano consolidarsi troppo. Su questo secondo obiettivo Roma cerca di calmare i bollori dell’impetuso Messe, che ha già scaraventaato in avanti il corpo d’armata motorizzato dell’eccellenza Zingales con obiettivo Fuka. Ai due corpi di fanteria viene lasciato l’incarico di rastrellare le rimanenti truppe nemiche dalla scarpata di Sofafi, mentre tutte le forze motorizzate vengono scagliate in avanti. C’è perfetta identità di vedute tra il generale Messe ed il Generale Rommel, che non si fa certo pregare per proiettare in avanti tutto il suo corpo corazzato, per prendere contatto col nemico prima che diventi troppo forte. Si conferma la presenza di una divisione fresca di fanteria inglese, ma per ora poco più è arrivato al nemico come rinforzi.


    La speranza e l’intento dei generali dell’asse: colpire per scardinare anche la linea di El Alamein e cacciare gli Inglesi dall’Africa, arrivando a Suez ed al Alessandria.
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  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    4 marzo 1942 Movimento per il contatto


    Rapido aggiornamento sulla situazione all’inizio del nuovo mese:


    due petroliere cariche di carburanti per l’armata sono state colate al picco in Mediterraneo. Messe incazzato tanto per cambiare.


    Il X ed il XX corpo completano l’annientamento delle ultime truppe nemiche sulla scarpata di Sofafi; per la cronaca l’ultimo reparto nemico ad arrendersi è un reggimento antiaereo del XIII corpo britannico.


    I corpi motocorazzati avanzano alla massima velocità possibile verso quella che oramai viene chiamata la linea di El Alamein. Vedere la cartina allegata per la posizione delle truppe.


    L’aviazione è stata completamente rischierata sui nuovi aeroporti avanzati per dare un appoggio più efficace alle prossime operazioni.


    Messe avanza il suo posto di comando a Marsa Matruh, liberata dalla Trento, e si precipita al comando avanzato di Rommel a Fuka, per stabilire le linee generali dell’operazione Dosenoffner, come il generale Rommel ha voluto chiamarla; lo scardinamento della posizione britannica in Egitto.


    Rommel propone di usare il DAK per attaccare direttamente la cittadina di El Alamein, che non è nemmeno una cittadina, ma un misero nodo stradale con una stazioncina ferroviaria. Comunque è connessa con la strada costiera per Alessandria e va dunque attaccata. In un primo tempo il CMI avrebbe il compito di fissare le truppe britanniche sistemate a difesa fino alle propaggini dell’immensa depressione di Qattara. In un secondo tempo, il CCI di Gambara interverrebbe a sostegno del DAK, piegando poi a sud per accerchiare i Britannici, mentre il DAK sfrutta il successo su Alessandria. In un terzo tempo arriverebbero le truppe dei corpi appiedati a ripulire quanto rimane del nemico.


    Messe guarda di sottecchi il subordinato, sospettando, a ragione he questo piano sia studiato apposta per consegnare la parte dell’avanzata gloriosa su Alessandria ai Tedeschi. Dopo averlo osservato per un decina di secondi gli risponde: Generale Rommel; mi piace il suo piano e lo approvo di cuore. Propongo – e dà particolare peso alla parola per far capire al Tedesco che non era una proposta ma un ordine: propongo uno scambio di divisioni tra i corpi corazzati in mome del nostro oramai consolidato cameratismo; lei cede la 90^ al Generale Gambara, che le darà in cambio l’Ariete. Lei mette l’Ariete in testa al suo corpo d’armata, prima o dopo lo sfondamento ad El Alamein, lascio a lei la decisione. Pro---pongo anche che la prima divisione ad entrare ad Alessandria sia l’Ariete, che però farà parte del corpo tedesco d’Africa; così il corpo tedesco d’Africa sarà il liberatore della città.


    Vi dico la mia ragazzi: ad Alessandria ci dobbiamo ancora arrivare ed a El Alamein dobbiamo ancora sfondare. Non è che sti due ci portano sfiga con tutto sto litigare su chi entra per primo dove ?

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  19. Daniel Morrison

    Daniel Morrison

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    Non esser troppo ottimista che fai la fine di Mussolini, volato in Africa per entrare ad Alessandria sul suo cavallo bianco! :p
     
  20. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Mah; io sono neutrale e guardingo; sono i due gallonati dell'armata che gufano.
     
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