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EU III COMPLETE AAR PISA

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da alberto90, 20 Giugno 2014.

  1. Carlos V

    Carlos V

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    Devi innanzitutto delineare una strategia chiara: o punti tutto sulla colonizzazione o tenti di diventare Imperatore. Non hai risorse sufficienti per dedicarti ad entrambe le imprese e si corre il rischio di essere dispersivo e poco incisivo in entrambe le situazioni.

    Per diventare un Principe Elettore devi innanzitutto trasformrti in una Monarchia, ma questa è la parte più semplice.
    Poi devi migliorare le relazioni con l'Imperatore (oltre 190) per sperare che ti possa conferire un posto come Elettore. E questo solo a patto che ci sia effettivamente un posto libero: gli elettori sono tradizionalmente 7, ma possono diventare anche 8 in alcune occasioni. La tua speranza è che un Elettore in carica venga destituito (possibile solo quando sono 8) o che venga annesso.

    Avere un seggio nell'Impero ti garantisce da subito 1 voto su 7 (voti per te stesso) :D.
    Poi devi spendere molti soldi per farti amici gli altri elettori, senza alcuna sicurezza che però in futuro voteranno per te: il voto è determinato da vari fattori, come l'appartenenza alla stessa cultura, la religione, il prestigio internazionale, ecc.
    La cosa migliore sarebbe vassallizzare gli Elettori (non annetterli!) in modo che votino sicuramente per te, ma questa strategia comporta tempo, denaro ed uno sperpero incredibile di risorse e di conseguenza non potrai colonizzare come dovresti. :)
    Ricorda che per diventare Imperatore ti bastano 4 voti su 7 (in caso di due candidati forti), oppure di 3 voti su 7 (nel caso di più candidati deboli), ma poi far passare le leggi imperiali è un'altra storia.
     
  2. SkySpace

    SkySpace

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    Ma no! Niente trucchi, cerca di ottenere il trono imperiale con onestà..ad esempio nel complete mi sembra che puoi vassallizzare gli elettori senza nessun malus e avresti così voti a tuo favore per sempre
     
  3. alberto90

    alberto90

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    Bè oddio .. io sono alleato con l' Austria da quasi un secolo e nessuno dei due ha mai tradito l' altro in caso di bisogno. Ho 200 di relazioni e se non ci fosse il limite credo saremmo ben oltre ..... purtroppo gli elettori sono 7 e non vedo speranze di diventarlo senza " barare ". Sarebbe comunque un " baro " decisamente poco incisivo ..... sempre meglio di quelli che usano i trucchi per avere tanti soldi o quelli per passare subito a livelli tecnologici avanzati.
     
  4. Carlos V

    Carlos V

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    Ha ragione SkySpace, non usare trucchi o perderai il gusto della partita.
    Se l'Imperatore non ne vuole sapere di creare un ottavo elettore (una cosa che comunque capita più spesso di quanto si possa pensare, ma io parlo di Divine Wind), allora "liberati" di qualcuno di quelli già esistenti. Vedi innanzitutto chi sia il più debole, magari monoprovincia, e architetta qualcosa per annetterlo tu stesso o per farlo annettere da terzi.
    Se proverai ad annetterlo tu stesso, probabilmente incorrerai nelle ire dell'Imperatore, che, nonostante sia tuo fedele alleato, ha il compito di difendere l'Impero dai pericoli e garantire la sovranità degli staterelli. Alleati quindi con il rivale/nemico dell'Elettore che hai scelto come obiettivo e scendi in guerra al suo fianco: lui avrà sicuramente un casus belli per giustificare l'aggressione.

    Ti porto un esempio pratico:
    - L'Elettore più debole è, poniamo, l'Arcivescovado di Colonia.
    - Ti rendi conto che il suo vicino Brabante è in pessimi rapporti con l'Arcivescovo.
    - Ti allei con il Ducato di Brabante e diventi leader della coalizione (primus inter pares).
    - Attiri altre nazioni, magari germaniche, nella tua coalizione.
    - Brabante dichiara guerra a Colonia; intervieni al suo fianco inviando truppe in Germania.
    - Il Duca di Brabante annette Colonia. Adesso un posto come Elettore è vuoto.
    - L'Imperatore, tuo amico ed alleato, di concede il privilegio di diventare un Principe Elettore (devi essere una monarchia!)

    Insomma, quello che cerco di dirti è di inserirti nei giochi politici e negli intrighi all'interno del Sacro Romano Impero e di sfruttare le rivalità degli staterelli a tuo vantaggio. :)
     
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  5. andry2806

    andry2806

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    se l'America e l'Africa sono occupate, perché non andare in Asia e in Australia?
     
  6. alberto90

    alberto90

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    Carlos, hai ragione ... solo che non mi garantisce nessuno che annesso Colonia il suo posto venga dato a me.
    Tecnicamente potrei anche farmi dichiarare guerra da uno degli elettori, magari rivendicando il trono o cose simili ..... ma poi non ho alcuna certezza che l' imperatore mi darà l' onore di essere un elettore. E io VOGLIO diventare elettore. Quindi, o impersono l' imperatore il tempo necessario per affidarmi il posto comunque, oppure uso il trucco .... ci vuole ben altro per farmi passare la voglia di giocare ..... dovrebbe sorgere una coalizione composta da Francia, Inghilterra, Spagna, Impero e Russia tutti contro di me per farmi decidere di mollare prima di essere ridotto al nulla ... ma è improbabile se non impossibile che accada.

    Andry, l' oriente al momento è assolutamente irraggiungibile per me, dovrei circumnavigare l' Africa col rischio di finire nelle mani dei pirati o distrutto da qualche tempesta. Dovrei avere una base già in Africa ( magari il Capo o il corno ) e anche un punto d' appoggio in arabia. Allora si che potrei puntare all' India e allargarmi li.
     
  7. alberto90

    alberto90

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    Principe d' Italia
    GIOVANNI CYBO, 1595 - 1603

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    Il governo del generale, 1595 - 1596
    Mentre Giovanni Sforza tentava in tutti i modi di restare aggrappato al proprio scranno per un secondo mandato, il Consiglio di Stato scelse tra i suoi membri più illustri i tre nomi da candidare per succedere all' ambizioso milanese.
    Il primo tra i tre era il lucchese Giovanni Cybo, duca di Massa e marchese di Sarzana, mentre gli altri due erano rispettivamente Francesco Colonna, duca di Paliano e Carlo Emanuele Doria, principe di Oneglia.
    Mentre il duca di Paliano faceva parte della vecchia nobiltà romana e poteva vantare tra i suoi avi persino alcuni pontefici, il principe di Oneglia discendeva direttamente dal celebre ammiraglio genovese Andrea Doria e la sua famiglia era forse ancora più antica e di nobili origini rispetto al Colonna.
    Entrambi però erano sotto ai 30 anni e ritenuti troppo giovani e inesperti per guidare la repubblica, mentre il duca di Massa aveva maturato un' esperienza considerevole alla testa dell' esercito repubblicano e sembrava il candidato ideale per governare lo stato.
    Il 19 settembre 1595 fu infatti eletto, nonostante Giovanni Sforza cercasse fino all' ultimo di resistere. Alla fine, sconfitto ma non domo, tentò rovesciare il neonato governo e, scoperto, fu bandito dallo stato. Tornò a Milano e si pose al servizio degli odiati dominatori francesi giurando vendetta ....

    Il nuovo principe, nato a Lucca nel 1561 dal duca Odoardo Cybo e da Maddalena Orsini, era cresciuto circondato da militari e soldati e dunque maturò molto presto la passione per le armi. Educato nelle migliori accademie militari della repubblica aveva iniziato la sua carriera militare servendo nell' esercito italiano come aiutante di campo. All' età di 17 anni era già comandante di reparto nella cavalleria e a 21 era già generale in seconda.
    Divenuto generale d' armata a 29 anni poteva vantare parecchie vittorie sul campo e un paio di successi durante gli assedi e a 34 anni era il generale più vittorioso della repubblica.
    Essendo un militare, Giovanni Cybo impostò il suo governo adeguandolo alle sue esigenze e alle sue capacità, creando nuove leggi per favorire l' arruolamento, stabilì un codice di comportamento per ogni reparto e non dimenticò di sostenere la flotta repubblicana che, a onor del vero, non aveva mai mostrato di essere particolarmente potente pur disponendo di poderosi velieri e parecchie galeazze.
    Il 30 maggio 1596 morì l' imperatore germanico nonchè arciduca d' Austria e ovviamente si accese subito la disputa per eleggere il suo successore. Il principe Cybo assistette alla contesa tra il figlio del defunto e il re di Francia ( sostenuto dalla maggioranza degli elettori ) sperando in cuor suo di riuscire a strappare al nuovo imperatore l' onore di rango di principe elettore dell' impero, valendosi degli ottimi rapporti con l' Austria e la Francia.
    Il 12 giugno, Gastone I di Borbone re di Francia, fu eletto Sacro Romano Imperatore e subito Cybo gli inviò un messaggio di felicitazioni, mostrando forte interesse per un' eventuale alleanza tra l' Italia e la Francia. L' imperatore rispose cortesemente ringraziando per gli auguri ma respingendo l' offerta italiana.

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    La guerra di successione di Mantova: sfida tra superpotenze, aprile 1599 - marzo 1602
    Nei tre anni trascorsi tra l' elezione imperiale e la primavera del 1599, la repubblica italiana crebbe economicamente grazie all' accorta politica finanziaria del governo e lo sviluppo dei commerci con le piccole enclavi coloniali in America, tanto da essere la terza potenza economica del vecchio continente, preceduta solo da Francia e Inghilterra.
    Nel frattempo il principe Cybo aveva combinato il matrimonio tra suo fratello Alessandro e l' unica figlia del duca di Mantova, Margherita Gonzaga garantendo così ai Cybo il futuro possesso del ducato.
    All' improvviso però, il 4 aprile 1599, il duca di Mantova morì a soli 56 anni lasciando il trono alla figlia ( e di conseguenza ad Alessandro Cybo ). Lo zio della giovane tuttavia, sposato con l' infanta di Spagna Anna d' Asburgo, rivendicò Mantova per il figlio 21enne Filippo sostenendo che, in base alla legge salica, le donne non potevano ereditare.
    Ovviamente il principe Cybo respinse le pretese del fratello del defunto duca e mandò un contingente italiano per scortare suo fratello a Mantova e metterlo sul trono accanto alla moglie.
    La Spagna naturalmente non prese affatto bene quel gesto e decise di ricorrere alle armi per ottenere Mantova, dichiarando guerra all' Italia.

    Gli schieramenti erano ben delineati: accanto all' Italia si schierarono ovviamente Austria, Mantova, Siria, Ragusa, Francia e Portogallo, recentemente alleatosi con la repubblica.
    Con la Spagna si dichiararono Inghilterra e Scozia.

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    Nonostante la grande estensione territoriale di Spagna e Inghilterra, il numero totale di uomini e navi che potevano mettere in campo era ridicolo se paragonato a quello dello schieramento Italiano e di conseguenza il risultato finale del conflitto era già praticamente deciso.
    Le operazioni belliche iniziarono subito con l' invasione combinata della Spagna da parte di Francia e Portogallo, mentre nelle colonie gli inglesi presero senza fatica Mobile e tennero testa ai franco-portoghesi nelle regioni degli Appalachi, infliggendo sconfitte ad entrambi gli eserciti.
    Gli Italiani, vista l' impossibilità di soccorrere le colonie minacciate, decisero di attaccare a fasi. Puntarono subito sulla Spagna, che già stava soccombendo all' attacco furioso dei lusitani e dei francesi, imbarcarono 20.000 uomini e, sfidando la flotta spagnola, riuscirono a sbarcarli presso Cadice ponendo la città sotto assedio ai primi di giugno.

    Alla fine dell' estate la Spagna era già in ginocchio. I francesi, dopo aver occupato quasi senza colpo ferire le principali città del nord, puntarono su Madrid prima che la città cadesse nelle mani dei portoghesi e, nei pressi del valico di Somosierra, sconfissero e distrussero le ultime riserve spagnole prima di avanzare sulla capitale e conquistarla d' assalto il 12 ottobre.

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    La battaglia di Somosierra, 10 ottobre 1599
    Lo stesso giorno della battaglia di Somosierra, la Scozia uscì dal conflitto firmando la pace bianca con l' Italia.
    Cadice resistette tenacemente all' assedio italiano fino al 3 novembre prima di aprire le porte ai conquistatori che, subito dopo, avanzarono verso sud ponendo sotto assedio la rocca di Gibilterra, difesa da soli 4.000 uomini.
    Mentre nelle colonie gli inglesi sembravano in grado di cacciare dalle americhe i francesi e i portoghesi, che stavano conquistando quasi tutti i territori coloniali della Spagna ( argentina sopratutto ), in Europa il conflitto era concentrato sulla penisola iberica dove francesi , portoghesi e italiani facevano scempio della povera Spagna, già costretta a rinunciare a tutte le coste mediterranee occupate dai ribelli aragonesi e dai mori di granada.
    Gibilterra cadde il 5 giugno 1600 e gli italiani avanzarono verso nord dove si congiunsero ai portoghesi presso Caceres il 3 febbraio 1601 dopo aver conquistato Siviglia, Huelva e Merida.
    A quel punto l' intera penisola era occupata e il re di Spagna, costretto dal governo, si dimise lasciando il posto alla repubblica e il nuovo governo, dopo essere riuscito a riprendere Cuenca ai francesi nell' aprile del 1601, cercò in ogni modo di porre fine al massacro. Alla fine, dopo mesi di trattative tra le parti, il 4 settembre fu firmata una tregua di 6 mesi tra Spagna, Italia, Portogallo e Francia. Francia e Spagna continuarono a trattare in separata sede e arrivarono a firmare la pace di Toledo ( 5 novembre 1601 ) con cui la Spagna concedeva l' indipendenza ai popoli sottomessi nel Messico e nelle pianure del nord America.
    Nel gennaio successivo, fu l' Inghilterra a uscire dal conflitto firmando con l' Italia la pace di Leeds con la quale l' isola lasciava liberi i Maya, i Cherokee, Loango e Congo, privandosi così di una bella fetta di dominio coloniale.
    I Cherockee firmarono poche settimane dopo un trattato di alleanza con l' Italia che si fece garante della loro indipendenza. I Maya li imitarono in febbraio.


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    La Spagna, ridotta all' impotenza, capitolò il 28 marzo 1602 con condizioni di pace terribili.
    Intanto rinunciava al trono di Mantova ( e il principe di assicurò che al termine del suo mandato il ducato divenisse parte del territorio repubblicano ), cedevano, o meglio restituivano al Portogallo le regioni già portoghesi di Castelo Branco, Viseu, Braganca e Vila Real, pagavano una somma pari a 10.000 fiorini d' oro a tutte la nazioni coinvolte nella guerra ( Francia, Italia, Portogallo, Mantova, Siria e Ragusa ) e, condizione peggiore di tutte, rinunciava alla propria indipendenza in favore dell' Italia.
    Il governo repubblicano di Madrid restava in carica ma formalmente vassallo di quello italiano.

    Era finita, dopo quasi 3 anni di massacri l' Italia si era assicurata la vittoria su una potenza di primo piano quale la Spagna ( anche se già in vistosa fase calante ), si garantiva il possesso entro un anno e mezzo di Mantova e otteneva nuovi forti alleati nelle Americhe, base per una futura espansione.
    Inoltre il successo nella guerra portava l' Italia a livelli di prestigio mai ottenuti prima e per quasi un anno dopo la vittoria la repubblica italiana fu la prima potenza d' Europa, anche se solo in fama e prestigio.
    Per tutto il tempo che restava alla fine del mandato, il principe Cybo si prodigò per alleviare nella popolazione il peso di un conflitto tremendo sopratutto economicamente e fu prodigo nel donare denaro ai più poveri tra i contadini della repubblica, finanziando ospedali, ricoveri e conventi, in modo che potessero garantire a tutti i bisognosi un pasto caldo, un tetto e cure mediche.
    Infine, il 15 settembre 1603 Giovanni Cybo lasciò la sua carica candidando al suo posto il giovane e intraprendente principe di Oneglia, che si era distinto durante l' assedio di Gibilterra manovrando egregiamente i cannoni italiani.
    Cybò morirà a Lucca il 2 dicembre 1621 all' età di 60 anni.

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    Il mondo nel 1602


     

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  8. alberto90

    alberto90

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    Principe d' Italia
    GIAN GASTONE FARNESE, 1603 - 1611

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    Il nipote del Papa, 1603 - 1605
    Sebbene la candidatura del principe di Oneglia caldeggiata dall' uscente governante fosse legale e sicuramente ottima, il Consiglio di Stato ritenne ancora troppo giovane l' ambizioso Doria, e cercò nel suo interno altri nomi di grande fama e dall' esperienza più che accurata in ogni ambito al fine di trovare un perfetto governante.
    Ottaviano Colonna, Pietro Orsini e Gian Gastone Farnese erano i tre membri più adulti e dall' esperienza in ambito governativo più ampia. Il primo, duca di Palestrina e governatore di Perugia, aveva guidato uno dei corpi d' armata dell' esercito per un decennio, sempre con discreto successo; il secondo, conte di Orbetello, Porto Santo Stefano, Porto Longone e duca dell' Argentario, poteva vantare tra i suoi avi parecchi pontefici ed era nipote del più influente cardinale di Santa Romana Chiesa, Girolamo Orsini.
    Il terzo, il più giovane, era invece duca di Parma e nipote del pontefice regnante.
    Era una terna di nomi illustri e scegliere tra di loro il nuovo principe era un compito sicuramente non facile, anche per uomini esperti come i membri del Consiglio di Stato. A complicare la situazione ci si mise anche il Doria che, irritato dalla sua esclusione e spalleggiato dai membri genovesi del parlamento, tentò di mettere fuori gioco tutti e tre i candidati facendo circolare la falsa notizia di rapporti poco leciti tra di loro.
    Era un tentativo che non aveva possibilità di successo e infatti il Doria, resosi conto che la sua posizione a Roma si era fatta pericolosa, fuggì prima a Genova e poi cercò rifugio a Nizza Marittima, possesso dei duchi di Savoia.
    A togliere dall' imbarazzo il Consiglio di Stato fu la morte improvvisa di Ottaviano Colonna avvenuta il 24 settembre 1503, i due candidati rimasti si accordarono tra di loro e Gian Gastone Farnese ebbe via libera per l' elezione, mentre Pietro Orsini sarebbe stato nominato suo successore. Il 30 settembre il nuovo principe si insediò e iniziò il suo mandato.

    Figlio di Alessandro Farnese, primo duca di Parma, Gian Gastone era nato nel 1572 ed era stato cresciuto in un ambiente legato alla Francia, paese di cui era stato ambasciatore presso la corte pontificia tra il 1593 e il 1601, quando era succeduto al padre nel ducato parmense.

    Il suo primo atto fu ordinare l' arresto del Doria il quale però, dopo essere rimasto a Nizza Marittima solo un paio di settimane, era andato in Francia e si era posto al servizio dell' imperatore Gastone I. Ottenerne il rimpatrio era dunque molto difficile e dopo tre mesi di tentativi falliti il principe Farnese rinunciò.
    All' inizio del 1604 l' Italia fu nuovamente coinvolta nelle guerre dell' Austria contro gli infedeli ( Algeri, Ak Koyonlu e Persia, con tutti i loro alleati ), ma Farnese non era un filoaustriaco e non fece nulla per impegnarsi attivamente in un conflitto in cui non aveva nulla da guadagnare, se non morti e feriti.
    Fino al 1605 il principe non fece quasi nulla, ne in politica estera ne in quella interna, limitandosi alle solite donazioni per opere pie e concedendo sgravi fiscali per i commercianti delle colonie.


    La rivolta della Sardegna, febbraio - aprile 1605
    Sul finire del 1604 una parte del parlamento regionale sardo, scontenta della dominazione italiana, invocò l' intervento di Filippo de' Medici esule in Spagna, con l' intento di proclamarlo re, dopo aver scalzato il principe Farnese e instaurato la monarchia in Italia.
    Il pretendente accettò, si imbarcò su due golette messe a disposizione del governo spagnolo ( vassallo di quello italiano ma complice del complotto ) e, ai primi di febbraio del 1605 sbarcò nei pressi di Alghero e nel giro di pochi giorni aveva ai suoi ordini 2.000 sardi.

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    Nell' isola erano di stanza 10.000 uomini dell' esercito italiano i quali, dopo aver sconfitto una prima volta i ribelli presso Ittiri a fine febbraio, li assediarono nel loro campo eretto subito fuori Porto Torres. Il 25 marzo, durante l' ultimo assalto italiano, il pretendente fu ferito ad una gamba e dopo una settimana di ulteriore resistenza decise di arrendersi. Il 3 aprile fu catturato e inviato a Roma dove, al termine di un incontro con il principe, Filippo de Medici ripartì per la Sardegna di cui era stato fatto governatore in cambio di un giuramento di fedeltà alla repubblica.

    Lo smacco del 1608
    All' inizio del 1607 il duca di Savoia venne a mancare e l' arciduca d' Austria, suo genero, rivendicò il trono sabaudo per il figlio, sposato con l' erede del duca.
    Ma a sua volta " l' imperatore " bizantino, sposato con la seconda figlia del duca, rivendicò il titolo per se e la guerra fu inevitabile. L' Italia scese in campo assieme all' Austria, con l' unico scopo di strappare ai bizantini le terre greche di Epiro e Tessaglia.
    La campagna del 1607 iniziò subito bene per l' Italia che riuscì a porre sotto assedio le due capitali prima degli austriaci garantendosele per le trattative di pace e le conquistò nel giro di pochi mesi mentre gli austriaci occupavano l' isola di Creta e assediavano la capitale dello stato, Naxos.
    Quando ormai gli italiani stavano per terminare le trattative con i bizantini per la pace separata, l' Austria prese la capitale il 24 marzo 1508 e costrinse l' imperatore alla pace. L' Austria otteneva l' unione personale con la Savoia. All' Italia fu negato persino il possesso dell' Epiro e della Tessaglia, conquistate militarmente.
    Lo smacco e la delusione furono grandissime e i rapporti tra il principe e l' arciduca si raffreddarono parecchio. Al principe fu rimproverata la leggerezza e la perdita di tempo che avevano causato lo smacco e da quel momento Farnese perse molto del suo prestigio personale.

    L' acquisto della Lombardia, 23 gennaio 1609
    Per rimediare alla delusione dell' anno precedente, Farnese si impegnò al massimo per conquistare la Lombardia senza entrare in conflitto con la Francia.
    L' imperatore e re sapeva benissimo che la Lombardia, in quanto unica terra italiana in suo possesso, era una provincia troppo importante e militarmente indispensabile per potersene privare con leggerezza, ma la necessità di rimpolpare le casse dello stato, costantemente vuote nonostante gli enormi introiti derivati dalle colonie, lo convinse ad accettare la generosa offerta italiana di acquisto.
    Farnese inviò a Parigi il suo ministro dell' economia con una forziere contenente 500.000 ducati in monete d' oro e una cassa con gioielli e quadri del valore di ulteriori 50.000 ducati. 550.000 monete d' oro per la Lombardia e Milano erano un' offerta praticamente irrinunciabile e, seppure a malincuore, Gastone I si decise a vendere.
    Il 23 gennaio 1609 fu firmato il contratto di vendita e lo stesso giorno a Milano cominciarono i festeggiamenti di coloro che ambivano all' ingresso nella repubblica italiana.

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    La Lombardia entra nella repubblica italiana, 23 gennaio 1609

    La prima guerra delle colonie e morte del principe, giugno 1510 - settembre 1511
    Spentosi l' entusiasmo per l' acquisto della Lombardia nella repubblica e terminato il viaggio del principe in visita alle nuove terre, Farnese ritenne fosse giunta l' ora per cominciare l' espansione coloniale e, con la scusa di aiutare gli alleati indiani minacciati dai canadesi indipendenti da poco a spese di Spagna, Inghilterra e Portogallo, dichiarò guerra proprio ai canadesi alleati con Liegi e la Scozia.
    Il conflitto fu molto sanguinoso anche se privo di eventi di rilievo e i canadesi si rivelarono nemici ben più agguerriti del previsto. Comunque nonostante tutto gli italiani e i loro alleati indiani riuscirono a strappare alcune città e a battere più volte i canadesi anche se a prezzo di perdite non indifferenti.
    Ma il principe Farnese non riuscì a vedere la conclusione della guerra perchè morì improvvisamente il 4 settembre 1511, dieci giorni appena prima del termine del mandato.
    Un' indagine condotta nei mesi immediatamente successivi rivelò che la causa della morte fu causata da avvelenamento e naturalmente si sospetto subito che il mandante fosse il giovane principe di Oneglia, ma non furono trovate prove concrete e Doria evitò una quasi certa pena capitale.
    Il futuro stava per rivelare una sorpresa davvero inaspettata, per lui, per l' Italia e, forse, per il mondo intero.


     
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  9. Diacons

    Diacons

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    Come hai fatto a "comprare" la Lombardia?:confused:
    Ad ogni modo ottimo aar!
     
  10. andry2806

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    quale sorpresa sarà mai?
     
  11. alberto90

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    In realtà Diacons, nel gioco non è previsto l' acquisto di regioni, ma solo la vendita. Basta salvare, impersonare il regno che possiede la provincia che ti interessa e poi metterla in vendita al regno con cui stai facendo l' AAR ..... tutto qui. Credo sia legale anche se non proprio corretto ... ma purtroppo è una pecca del gioco .... la necessità aguzza l' ingegno.

    Andry ... se te lo dico che sorpresa è?
     
  12. alberto90

    alberto90

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    Principe d' Italia
    CARLO EMANUELE DORIA, 1611 - 1614

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    Il colpo di mano, settembre 1511
    Saputa la notizia della morte del suo nemico, il giovane principe di Oneglia tornò in Italia e, raccolti aiuti militari dai genovesi, entrò a Roma il 12 settembre recandosi subito al palazzo dei principi ( attuale palazzo del Laterano ) e imponendo la sua elezione al Consiglio di Stato, che già stava per eleggere Pietro Orsini. Quest' ultimo cercò di opporre resistenza ma fu ucciso durante lo scontro armato che si ebbe nella città quel giorno e, morto lui, la resistenza ebbe termine. Il giorno seguente il Consiglio di Stato, sempre sotto la minaccia delle armi dei genovesi, elesse all' unanimità Carlo Emanuele Doria principe d' Italia.
    Nessuno poteva sospettare che sarebbe stato anche l' ultimo.

    La guerra nelle colonie: ultimo atto della repubblica, ottobre 1611 - febbraio 1613
    Assunto il potere supremo il nuovo principe, nato a Genova nel 1579 primogenito del fratello di Andrea Doria ( morto nel 1560 ), prese in mano la incerta situazione bellica nelle lontane Americhe e si prodigò per mandare in aiuto ai 10.00 uomini di stanza a Mobile e attualmente impegnati nell' assedio di alcune città in mano ai canadesi, altri 10.000 uomini col compito di attaccare questi ultimi da ovest e occupare più provincie possibili nel tentativo di costringere i canadesi all' omaggio di vassallaggio.
    Nel frattempo però, mentre la flotta da guerra viaggia verso le coste americane con i rinforzi, i coloni italiani approfittarono della rivolta dei nativi dell' isola Trinidad, che portò alla cacciata dei dominatori spagnoli, fondando un villaggio sulle coste orientali dell' isola e finendo con occuparla militarmente entro il 1612. L' Italia aveva una nuova colonia, questa volta testa di ponte verso l' America del sud.

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    La colonia di Trinidad, gennaio 1612
    La guerra nel frattempo andava avanti e i nuovi rinforzi permisero l' occupazione di alcune città sulla costa oceanica. Il 2 febbraio 1512 il Canada si arrese e cedette all' Italia tre sue provincie: Chiaha, Santee e Cheraw. Ma agli italiani interessava solo quella di Santee perchè era sulla costa. Le altre due furono donate agli alleati indiani con un trattato firmato a Mobile il 13 maggio.

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    Sistemata la faccenda con il Canada, il principe decise di colpire Liegi ( piccolo arcivescovado imperiale divenuto regno con vasti domini in America Latina ) e per l' occasione spedì 20.000 uomini dalle loro basi appena conquistate verso le coste nemiche, prive di difensori.
    Lo sbarco avvenne senza problemi a metà giugno e dopo un breve e vittorioso scontro con le truppe di Liegi vicino a Caracas l' avanzata fu molto rapida. Le poche città provviste di mura resistettero al massimo qualche settimana agli assedi mentre la maggior parte dei villaggi si arrese subito senza combattere.
    Entro l' anno quasi tutti i domini di Liegi nella zona erano in mano italiana e il 3 gennaio 1513 iniziarono le trattative di pace. Dopo un mese di incontri si giunse finalmente alla firma della pace, che fu decisamente pesante per Liegi, costretta a cedere il 75 per cento dei suoi territori coloniali agli italiani.

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    Le nuove terre furono ribattezzate " Nuova Italia ", ma il principe ordinò che la nuova colonia venisse chiamata Venezuela e vi mandò come governatore il fratello maggiore, Cosimo.

    La fine della repubblica, marzo 1614
    Nel settembre del 1613 il principe decise di rinunciare alla possibilità di annettere diplomaticamente la Spagna ( le notizie delle rivolte sempre più frequenti nelle poche colonie rimaste in mani agli iberici e sopratutto la terribile situazione economica del paese vassallo erano più che serie ) e, come gesto di distensione, firmò un decreto con il quale liberava la Spagna dal vassallaggio restituendo la piena indipendenza agli spagnoli.
    Nell' inverno il principe diede inizio alle manovre per eliminare una volta per tutte le trame politiche del Consiglio di Stato, ormai corrotto e facilmente comprabile da chiunque fosse ben ammanicato. Troppi uomini ambivano al potere e fomentavano continue divisioni all' interno del consesso nobiliare decretandone la debolezza.
    Il 30 febbraio il principe decretò lo scioglimento del Consiglio di Stato e plasmò il Consiglio dei Nobili facendone una sorta di corte repubblicana. Scelse i membri più illustri di quest' ultimo e, dopo aver spiegato loro il suo piano, fece in modo che ottenessero dagli altri il consenso. Una volta ottenutolo radunò il Consiglio dei Nobili e si proclamò sovrano assoluto con potere illimitato chiedendo ai nobili di ratificare la nascita della monarchia.
    Il 14 marzo 1614 Carlo Emanuele Doria fu proclamato " re d' Italia, di Napoli, d' Albania e principe di Macedonia per grazia di Dio ".
    Era la fine della repubblica.



     
  13. andry2806

    andry2806

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    diamine...io tifavo per la repubblica...vabbe, una domanda: come diavolo è potuto succedere che Liegi sia diventato una potenza coloniale?
     
  14. Diacons

    Diacons

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    Ah ecco mi pareva strano, comunque non mi avrebbe sorpreso molto dato che ho imparato i comandi solo giocando e perdendo, dato che il tuturial spiega poco.
    Comunque complimenti!
     
  15. alberto90

    alberto90

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    Sai Andry ... me lo sono chiesto anche io. Lo stato della Chiesa ha colonizzato tutta la regione di Capo Buona Speranza ... e ci sono ribelli colombiani persino in Canada. Credo che di questo passo troveremo i cinesi al posto dei californiani ... XDDDD

    Grazie Diacons ....
     
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  16. alberto90

    alberto90

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    CAPITOLO 3 - Gli esordi di una monarchia
    1614 -

    Re
    CARLO EMANUELE I, 1614 - 1617

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    L' incoronazione, 10 settembre 1614
    Roma, 10 settembre 1614

    La folla in visibilio affollava le strade acciottolate della capitale del nuovo regno, accalcandosi quanto più possibile per godersi un pezzo del grandioso spettacolo che stava iniziando in quella mattia limpida di fine estate.
    Il lungo corte di nobili, re, principi, vescovi, cardinali, ambasciatori e relativi accompagnatori si era messo in moto molto presto e, dal colle del Campidoglio dove era avvenuta la cerimonia " laica " di assunzione del potere regio da parte del nuovo sovrano, stava muovendo verso la basilica del Laterano dove sarebbe avvenuta la cerimonia religiosa e l' incoronazione solenne, dalle mani del primate d' Italia inviato apposta dal Pontefice.
    Lungo il tragitto del corteo le strade erano state ricoperte di fiori e alle finestre facevano mostra di se drappi colorati, le facciate dei palazzi nobiliari erano infestonate con porpore e broccati dorati, le case più povere avevano solo i teli più belli appesi sopra le porte, o stesi dai balconi e dalle altane.
    Le urla della folla in festa riempivano l' aria e in tutta la città vi erano squilli di trombe e scampanii.
    Carlo Emanuele I, re d' Italia, avanzava al centro del corteo cavalcando un magnifico esemplare di baio dal mantello nero come la pece e lucido indossando, sopra ai sontuosi abiti, un lungo mantello di broccato rosso bordato di ermellino tenuto fermo sullo sterno da uno spettacolare fermaglio in oro sbalzato a mano e impreziosito da rubini, smeraldi e diamanti.
    Il suo baio era bardato con una gualdrappa altrettanto preziosa e i suoi finimenti erano tutti in argento.
    All' ingresso nella piazza del Laterano, gremita di cittadini, trenta trombettieri vestiti con l' abito di gala rosso, bianco e verde, diedero fiato alle trombe e altrettanti tamburini fecero rullare i tamburi da battaglia e la folla ammutolì di colpo, proprio mentre il sovrano e il corteo entravano solennemente nella basilica, accolti dalle note di un organo imperioso e dal suono di altre trombe.


    Sull' altare, all' ombra di una imponente baldacchino di broccato rosso trapuntato di stelle d' oro e tempestato di diamanti, il celebrante in abiti pontificali attendeva in piedi circondato da una marea di prelati e cardinali.
    Il sovrano, sceso da cavallo sul sagrato, avanzò nella navata dalle cui pareti pendevano gli stendardi di tutte le provincie del nuovo regno e una volta giunto ai piedi dell' altare si inginocchiò al cospetto del celebrante, il quale col segno di croce diede inizio alla messa solenne.


    Al momento del Gloria, le campane di tutta la città presero a suonare a distesa mentre nella basilica le note dell' organo e le voci dei coristi riempivano la vasta navata salendo verso il magnifico soffitto a cassettoni.
    La cerimonia di incoronazione iniziò subito dopo l' omelia e fu annunciata dal Veni Creator.


    Al termine il cardinale decano prese la parola.
    - prometti - chiese - di servire la nazione al meglio delle tue capacità operando sempre affinchè giustizia, pace, prosperità e concordia regnino in essa? -
    Carlo Emanuele, il re Carlo Emanuele, tese la destra e la poggiò sulle Sacre Scritture.
    - Profiteor - disse. Prometto.
    Subito dopo il cardinale unse il sovrano tre volte sul capo e sulle mani e, subito dopo, il cuscino di seta rossa su cui era poggiata la corona ferrea gli fu avvicinato. Il porporato la prese, la sollevò sul capo del re e gliela poggiò sui capelli corvini. Porse al nuovo re lo scettro del potere e, per concessione dell' imperatore, il globo d' oro sovrastato da una croce incrostata di pietre dure.
    Infine, mentre il re sedeva sul suo trono, il cardinale parlò di nuovo.
    - Possa Iddio onnipotente confermarti su questo trono e poi Cristo concederti di governare con Lui nel Suo regno eterno -
    Un araldo si fece avanti e gridò - il tre volte glorioso e augusto re Carlo Emanuele è incoronato e intronizzato. Viva sempre il re -
    E mentre la folla acclamava il nuovo re e il coro intonava il Te Deum, fuori 100 cannoni spararono a salve da Gianicolo annunciando la mondo la notizia.


    Nella basilica erano presenti e assistettero alla gloria del giovane re tutte le teste coronate del continente, imperatore in prima fila, e i rappresentanti di decine di nazioni ( Russia, Portogallo, Svezia, Norvegia, Spagna, Francia, Baviera, Assia, Polonia, Ungheria, Savoia ...... ).
    Mancavano all' appello i re di Scozia e Inghilterra ( in quanto protestanti ) e il doge di Venezia.
    Ma chi fu presente tornò nel proprio paese portandosi dietro il ricordo di quella giornata di gloria e ne parlò con tale entusiasmo da ispirare i maggiori artisti d' Europa per le loro opere.

    Quella sera il cielo di Roma fu rischiarato da mille fuochi d' artificio mentre le vie e le strade risplendevano di torce. Il re, affacciato dal balcone del palazzo Laterano, ricevette gli omaggi del suo esercito schierato e del popolo in delirio, che inaugurava il colossale banchetto offerto dal sovrano.

    Ora il giovane Doria, nipote del più grande ammiraglio genovese, cittadino di una secolare repubblica ( anche se ormai morta ), sedeva sul trono di una grande nazione, costruita col sangue e la fatica in un secolo di guerre e aspre lotte. Ora era un re incoronato da Dio, re per grazia di Dio, circonfuso di gloria e adorato, idolatrato quasi, da un popolo fiero e forte.
    L' Italia entrava in una nuova era. Era l' inizio di una nuova storia.







     
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  17. alberto90

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    Vi consiglio caldamente di ascoltare tutti i brani. Con gli occhi chiusi e con impressa nella mente " l' incoronazione di Napoleone " del David. Poi mi dite se la mia narrazione è degna o no di un grande sovrano e di una grande, potente nazione.
     
  18. andry2806

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    ottimo capitolo. Questo Carlo Emanuele I Doria sembra essere davvero un grande capo, almeno così si capisce dalle ultime frasi...
     
  19. alberto90

    alberto90

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    In realtà il meglio lo ha dato nelle vesti di Principe .... Ha regnato troppo poco per essere considerato un grande re.
     
  20. andry2806

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    C'è già un erede?
     

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