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[AAR] L'orso e la tigre

Discussione in 'Wargames - Generale' iniziata da Luigi Varriale, 19 Aprile 2022.

  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    26-27 marzo

    Il comando del distretto militare sud ucraino ha annunciato che una massiccia offensiva russa è in corso sulla città di Zaporizzja. Ininterrotti attacchi missilistici ed aerei si sono susseguiti allo scopo di indebolire le unità della difesa ucraina dislocate in città. Il comando ucraino ha definito la situazione come difficile in quanto uno dei reggimenti della difesa aerea è stato localizzato e neutralizzato dagli attacchi dei Russi portati con sistemi d’arma Iskander, ed aviogetti Su-24 e Su-34. Queste operazioni si inseriscono pienamente nel piano di Mosca si smantellare la difesa aerea ucraina allo scopo di conseguire la piena superiorità aerea. Il presidente ucraino ha fatto appello alla comunità internazionale ed in particolare ai paesi amici, affinché vengano forniti al paese sistemi d’arma che consentano la difesa dello spazio aereo ucraino e quelli necessari a rimpiazzare le perdite subite.

    I Russi, credendo di avere il totale controllo del cielo sopra la città, hanno iniziato la loro offensiva terrestre volta a conquistare la città, ed hanno appoggiato questo attacco con sciami di elicotteri d’attacco di ogni tipo. Anche con il sistema di difesa aerea degradato, gli Ucraini non solo hanno fatto ampio uso di missili spalleggiabili per opporsi agli elicotteri nemici, ma hanno anche fatto decollare una squadriglia di Su-27 da Dnipropretrovsk, che hanno abbattuto due velivoli nemici. Un terzo è stato abbattuto da uno Stinger. Nel contempo le forze aeree di Kiev, una volta consolidate le informazioni sull’asse dell’attacco, hanno proceduto a far decollare, questa volta dalla base aerea di Kiiv una sezione di 4 Su-24. Grevi di bombe pesanti a caduta libera, questi aviogetti hanno colpito duramente la 20a divisione dell’ 8a armata della guardia impegnata ad investire Zaporizzja da nordovest. Secondo il rapporto del comando 12° reggimento bombardieri, gli aerei ucraini volando praticamente incollati al terreno, riuscivano ad eludere la scoperta da parte degli aereo radar russo in volo sulla Crimea, e nella parte finale dell’approccio all’area del bersaglio, anche di quelli delle numerose batterie di S-400 presenti in zona. Si avventavano quindi sulla 20a divisione meccanizzata della guardia che avanzava verso Zaporizzja e ne disfacevano l' avanguardia con un attacco concentrato, contemporaneo e preciso, nonostante utilizzassero bombe a caduta libera ritardate. Secondo le fonti ucraine, il battaglione corazzato di testa veniva praticamente distrutto il che ha completamente smorzato l’impeto offensivo della divisione. Ciò ha fatto si che l’altra divisione russa impegnata da sud nell’attacco e cioè la 15a divisione meccanizzata, abbia dovuto attaccare senza l’appoggio della 20a momentaneamente attardata e disorganizzata dall’attacco aereo. I combattimenti alla periferia ovest di Zapporizzja sono risultati di conseguenza inconcludenti e la 15a è stata respinta con perdite, nonostante si avvalesse dell’appoggio di un reggimento del genio d’assalto ceduto apposta dalla 49a armata per il combattimento urbano. Il primo round della battaglia per Zaporizzja/Dnipropetrovsk è andato dunque agli Ucraini, che pure hanno avuto sensibili perdite tra le fila della loro 114a divisione della riserva. A difesa della città, gli Ucraini hanno la 114a divisione della riserva e la 95a brigata elitrasportaata. La città à anche la sede del comando del distretto militare sud.
     
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  2. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    certo, immagino si debba scegliere il sistema adatto!
     
  3. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Il comando del distretto militare sud ha annunciato in serata che nel settore di Dnipropetrovsk le truppe ucraine hanno sferrato una controffensiva di alleggerimento sul fianco sinistro dell’ 8a armata della guardia ad armi combinate, che ha registrato un sensibile successo. L’attacco è stato condotto dalle direttrici partenti dalla periferia nordest di Mikolaiiv e dalla località di Kremenchuk. L’operazione ha inciso sul fianco destro della 100a brigata esplorante aggregata all 8a armata della guardia, ma facente parte dell’organico della 58a armata ad armi combinate. La 109a divisione della riserva ucraina è riuscita alla fine dell’azione a spingere alcuni reparti sulla strada tra Mikolaiiv e Dnipropetrovsk bloccandola e rendendo problematico il rifornimento della 20a divisione fucilieri della guardia, all’estremo nord dello schieramento dell’ 8a armata della guardia.

    Il capo di stato maggiore russo, generale Maksim Gurenko ha annunciato l’imminente arrivo sul teatro ucraino di rinforzi facenti parte della compagnia privata di mercenari Shostakovic e di una brigata di fanteria scelta cecena. Secondo il ministero della difesa russo queste truppe saranno impiegate nelle prossime venture operazioni urbane per la conquista degli importanti centri abitati che permetterà alle forze russe di raggiungere i loro obiettivi e di porre di conseguenza fine alla campagna.

    Dal canto suo il portavoce del ministero della difesa ucraino Denis Petrov ha annunciato l’arrivo al fronte della 1a brigata internazionale; una formazione composta da volontari stranieri in maggioranza ex militari di etnia anglosassone con minoranze varie provenienti da altri paesi europei. Sembrerebbe che questa unità di recente formazione sia stata destinata al distretto militare est nel settore di Poltava, come riserva tattica. Sarebbe composta da un misto di ex veterani combattenti ma anche di reclute senza esperienza militare che hanno sentito il bisogno di contribuire alla causa della difesa dell’Ucraina.



    L’opinione dell’esperto

    L’ammiraglio Armando Pombini, ex vicecomandante del fianco sud della NATO, intervistato dalla rivista Difesa Nazionale, espone la sua visione degli eventi dell’ultimo mese in Ucraina.

    D: ammiraglio qual’è la sua interpretazione generale di quello che è accaduto in Ucraina a partire dal 24 febbraio.

    R: essenzialmente ci troviamo di fronte al tentativo russo di indebolire lo stato ucraino militarmente e politicamente, con l’idea di minarne la volontà a tal punto da renderlo un suo suo vassallo come la Bielorussia, magari facendo cadere l’attuale regime politico e sostituendolo con uno più congeniale allo standard di governo russo.

    D: un obiettivo dunque chiaro e definito.

    R: assolutamente! I Russi stanno seguendo alla lettera la dottrina di Clausewitz che piegare la volontà del nemico è meglio che conquistarne il territorio. Secondo me il Cremlino non vede di buon occhio lo stabilirsi di esperimenti democratici liberal occidentali ai suoi confini, specialmente se condotti da entità nazionali importanti come quellaucraina.

    D: quindi tutta la polemica dell’allargamento dalla NATO e delle colpe dell’occidente sarebbe una fantasia.

    R: sarà anche parzialmente fondata la polemica, ma non credo che la Russia seriamente tema un’invasione militare dell’Occidente. Teme piuttosto un’erosione graduale del consenso dell’opinione pubblica.

    D: sul campo l’applicazione del principio da lei citatodi piegare la volontà ucraina come la si vede?

    R: la si vede osservando lo sforzo militare russo diretto caparbiamente sull’unico obiettivo di distruggere una gran parte delle forze armate ucraine sfruttando la loro infelice disposizione geografica nel Donbass. I Russi sono interessati, come dicono loro, a proteggere le popolazioni russofone della regione. I loro attacchi sono circoscritti geograficamente all’accerchiamento di tutte le forze ucraine in quell’area e alla loro distruzione o capitolazione in maniera da portare l’Ucraina al tavolo negoziale a fare concessioni politiche e magari anche territoriali. Per concessioni territoriali intendo innanzitutto il riconoscimento dei territori già incorporati de facto come la Crimea e poi quello che potrebbero pretendere come extra in caso di successo delle operazioni militari. Se avete notato le truppe russe che circondano l’enorme saliente del Mare di Azov, come del resto anche quelle nel settore di Kiev e di Sumy sono state sin dall’inizio delle operazioni vigili ma inattive. Il loro unico scopo è quello di fissare un certo numero di forze ucraine sul posto impedendogli di intervenire nei settori minacciati. La Russia ha dato e sta dando un esempio mirabile, da studiare a fondo in futuro, di concentrazione di tutte le forze e volontà in un punto focale.

    D: come le vede lei le operazioni militari correnti.

    R: innanzi tutto devo dire che non mi aspettavo, ma del resto nessuno se lo aspettava, che gli Ucraini sarebbero stati in grado di resistere così a lungo. Infatti ad oggi stanno ancora resistendo, contrattaccando ed in generale stupendo il mondo intero.

    D: e le forze armate russe?

    R: le forze armate russe sono le forze armate russe: massa, brutalità, concentrazione degli sforzi e lungimiranza operazionale. In mancanza del valore e della sorprendente capacità ucraina di combattere, questa campagna sarebbe già finita da un pezzo. Certo i Russi non hanno la consistenza numerica dell’ex esercito sovietico, ma l’impronta operativa non è cambiata e la potenza d’urto delle loro divisioni pesanti nemmeno.

    D: dove gli Ucraini l’hanno impressionata maggiormente?

    R: devo dire soprattutto nell’uso del potere aereo. Pur combattendo in condizione di assoluta inferiorità quantitativa e qualitativa, molto peggio che a terra, hanno inflitto colpi pesantissimi alla più blasonata ed equipaggiata aviazione russa. Le operazioni degli ultimi giorni sono state emblematiche. Gli Americani stessi hanno sempre nutrito dubbi sulla capacità di penetrare un sistema IADS russo integrato e stratificato anche utilizzando assetti di 5a generazione. Gli Ucraini invece sono riusciti a penetrare la munitissima difesa aerea della Crimea per ben due volte, con vetusti bombardieri degli anni ottanta. Quindi o il sistema IADS russo non è così buono come lo si descrive o gli Ucraini sono eccezionalmente capaci di superarlo.

    D: si riferisce all’incursione su Sebastopoli?

    R: mi riferisco all’incursione su Sebastopoli e a quella dei giorni scorsi ad ovest di Dnipropetrovsk, per rallentare l’attacco russo sulla città. Quella zona è pure sotto la difesa del consistente ombrello aereo che si estende della Crimea, e mi creda si tratta di un sistema temibile. I Russi non sono mai riusciti a compiere operazioni così spregiudicate di fronte ad una difesa aerea ucraina che pure è meno sofisticata. Il sistema di difesa aerea ucraino è ben meno valido di quello russo, eppure l’aviazione di Mosca ha avuto difficoltà e sopportato serie perdite nell’arduo compito di degradarlo.

    D: ma i russi dovrebbero avere materiale di volo più sofisticato. A cosa imputa lei questa differenza di rendimento.

    R: secondo me deve essere per forza una questione di addestramento. Credo che Americani ed Inglesi abbiano addestrato il personale delle forze armata ucraine, certo non solo dell’aviazione, in maniera da rendere possibili delle prestazioni da parte degli Ucraini che francamente nemmeno loro si aspettavano. In un certo senso hanno potuto osservare usando personale e mezzi non loro la bontà delle loro tattiche in funzione anti russa.

    D: da cosa deduce che nemmeno loro si aspettavano tali risultati dalle prestazioni dei loro assistiti?

    R: dal fatto che hanno invitato il presidente ucraino a scappare nelle prime ore delle ostilità.

    D: secondo lei la campagna a che punto è ?

    R: ad un punto potenzialmente decisivo. I Russi pur faticando sono avanzati di 150 chilometri fuori dalla Crimea, nonostante l’ispirata difesa degli Ucraini. Sono a 40 chilometri dal loro obiettivo principale Dnipropetrovsk, per lo meno con la tenaglia sud e hanno mezzo smantellato il sistema di difesa aerea ucraino che fino ad ora aveva prevenuto il dilagare delle forze aeree russe. La 1a armata corazzata della guardia a est ha avuto meno successo, ma ha assorbito una quantità enorme di forze ucraine per la difesa. Tenga conto che per tenere, gli Ucraini hanno quasi completamente sguarnito il distretto militare ovest. Se ai Bielorussi venisse mai in mente di intervenire, non so come l’Ucraina difenderebbe la parte occidentale del paese. Inoltre se la difesa aerea ucraina viene definitivamente meno, addio patria! Infine se Dnipropetrovsk dovesse cadere, la situazione logistica nel saliente del Mare di Azov si farebbe di colpo critica per tutte le truppe ucraine presenti al suo interno. Credo che in quel caso gli Ucraini dovrebbero ricorrere ad una precipitosa quanto avventurosa ritirata fuori dal saliente o essere distrutti sul posto con conseguenze incalcolabili.

    D: secondo lei, alla luce di quello che si è visto finora, gli Stati Uniti lasceranno che i Russi vincano?

    R: francamente l’unico modo e anche quello in cui la NATO potrebbe aiutare gli Ucraini sarebbe quello o di rafforzare la difesa aerea in teatro. Questa guerra verrà decisa nell’aria anche se le operazioni principali sono a terra. Naturalmente la fornitura di equipaggiamenti militari all’Ucraina è anche indispensabile, sia in termini di ripianamento delle perdite con sistemi equivalenti da parte dei paesi NATO ex satelliti dell’URSS, sia eventualmente con forniture di sistemi occidentali come valore aggiunto alle già buone capacità operative dimostrate dalle forze armate di Kiev.

    D: rafforzare la difesa aerea in teatro significherebbe la guerra con la Russia !

    R: se la NATO riuscisse a confinare le operazioni in Ucraina, non la vedrei come un’evoluzione totalmente negativa. Qualcuno prima o poi deve far capire alla Russia che c’è un limite a quello che l’Occidente è in grado di tollerare. Continuare con un atteggiamento eccessivamente timido nei confronti della Russia ritarderebbe solo la resa dei conti e la renderebbe sempre meno evitabile. Se il Cremlino si convincesse che la NATO lascia fare, la guerra diventerebbe vieppiù inevitabile. Non mancano gli esempi storici. Una campagna localizzata della NATO per sconfiggere i Russi all’interno dell’Ucraina, senza minacciare il territorio russo propriamente detto, potrebbe funzionare politicamente. Le incursioni in territorio russo dovrebbero essere strettamente limitate ad obiettivi militari, condotte con armi di precisione e dirette solo contro quelle forze che supportano lo sforzo bellico russo in Ucraina. Per il resto i Russi dovrebbero essere affrontati e sconfitti in Ucraina. Non sarebbe neppure necessario che la NATO impieghi forze terrestri in Ucraina; quelle di Kiev sono giù più che sufficienti. Con l’appoggio delle forze aeree NATO l’Ucraina conseguirebbe il risultato di stroncare l’offensiva russa e di ricacciare le truppe di Mosca da dove sono venute. Se poi la Turchia autorizzasse l’ingresso di assetti navali NATO nel Mar Nero, per i Russi diverrebbe più buio della notte.

    D: quando parla di ricacciare le truppe russe intende anche dai territori occupati nel 2014?

    R: questa è una questione politica delicata. Se fossi io a decidere, come segno di equilibrio e di buona volontà anche agli occhi del cittadino russo comune, mi fermerei una volta raggiunte le linee precedenti al 24 febbraio 2022, facendo chiaramente capire alla Russia che quelle sono e sono state le linee di massima tolleranza da parte dell’Occidente: la cosiddetta linea rossa.

    D: non pensa che tutto ciò rischierebbe di diventare una guerra prevalentemente della NATO?

    R: secondo me la Russia va fermata adesso che la crisi forse è ancora localizzabile. Non credo che l’Ucraina possa fermare la Russia da sola, né tanto meno riconquistare i territori perduti in questo mese. Occorre inoltre dare un segnale forte alle altre potenze potenzialmente obbiettrici dell’ordine internazionale; in particolare la Cina. Se gli Stati Uniti vogliono mantenere la loro posizione di leadership devono far capire ai ribelli che è più conveniente conformarsi all’ordine che metterlo in discussione tramite l’uso della forza.
     
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  4. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Questa città è bellissima. Noi ignoranti non abbiamo idea di quanto una città in uno sconosciuto paese straniero possa essere bella. La brigata iternazionale di volontari è stata messa in riserva qui a Poltava e la nostra compagnia è stata dotata di veicoli civili fuoristrada ed elevata al rango di “compagnia d’allarme”. Abbiamo provveduto a verniciare di verde marcio i veicoli in maniera che non siano troppo visibili da lontano. Ognuno dei tre battaglioni è stato dotato di una compagnia di allarme, “motorizzata”, cosa che per il nostro nucleo di armi pesanti è particolarmente gradita. Dalla parte degli svantaggi, niente uscite serali per noi e niente locali notturni e belle ragazze ucraine. La motorizzata è di guardia permanente, pronta a rispondere a qualunque richiesta di aiuto che provenga dalle forze in prima linea. In caso di guai, i primi ad andare saremmo noi. Il resto delle forze seguirebbe immediatamente dopo appiedato. “Radio Trincea” dice che i Russi sul fronte orientale per ora si sono dati una calmata e che si combatte invece duramente sul fronte occidentale nei pressi di Dnipropetrovsk, dove "i nostri" hanno in corso una controffensiva.

    Il 28 marzo i Russi hanno lanciato massicci attacchi aerei condotti utilizzando missili da crociera contro Leopoli e contro la capitale Kiev. Al solito gli Ucraini lamentano l’attacco indiscriminato contro le loro città, ma i Russi avevano precisi bersagli sulle loro liste di priorità, consistenti soprattutto in postazioni missilistiche antiaeree del nemico, dislocate all’interno e attorno i centri abitati interessati.

    La missione contro Leopoli è stata una penetrazione a lunghissimo raggio condotta da una squadriglia di Sukhoi 34 decollati dalla base di Voronez ed armati con missili di precisione a lungo raggio. Secondo fonti ben informate dell’intelligence americana questa incursione sarebbe stata scoperta sulla verticale di Homel dalla rete radar intorno a Kiev. Lo scramble del 14° gruppo intercettori ucraino basato a Vinnicja è stato immediato nel caso, in effetti verificatosi, in cui le batterie di S-300 non fossero riuscite ad abbattere gli incursori. Questi ultimi infatti scampavano con manovre ardite, un misto di contromisure elettroniche tarate apposta sui relativamente obsoleti missili ucraini ed un profilo di volo molto basso. Secondo il rapporto di missione del comandante della sezione di Mig-29 ucraini levatisi all’intercettazione, essi ricevettero quasi immediatamente sulle fusoliere il segnale del radar volante russo orbitante sopra la Crimea, dalla cui forza si dedusse che il nemico doveva averli scoperti subito dopo il decollo. Abbandonata quindi ogni precauzione la squadriglia dei Mig-29 si gettò a piena potenza militare verso l’incursione dei bombardieri nemici sotto il controllo dei nodi radar guida caccia di Kiev, Zytomyr e Lutzk che intanto continuavano a tracciare con precisione la posizione dei Russi. I caccia ucraini riuscivano ad arrivare a tiro dell’incursione nemica quando questa era a circa 200 chilometri dall’obiettivo. Sempre secondo il rapporto di missione dell’ufficiale ucraino in comando, due dei Su-34 virarono violentemente ed all'unisono per fronteggiare gli intercettori, presumibilmente dopo essersi liberati del carico bellico. I russi lanciarono missili abbattendo due dei Mig-29, ma i superstiti coraggiosamente serrarono la distanza con i due incursori che avevano proseguito lungo la rotta di attacco e li ingaggiarono a loro volta abbattendoli entrambi. A corto di carburante gli ucraini, ed esaurito lo scopo della missione i Russi, entrambi i partiti virarono in direzione delle rispettive basi. Un altro giorno sanguinoso sui cieli dell'Ucraina.
    Estratto dell’articolo “Flying Circus over Ucraine” dalla rivista “International Military Aviation”.

    A questa missione ne seguiva una molto massiccia su Kiev, portata da un reggimento di Sukhoi 24 allo scopo di colpire con missili da crociera il locale reggimento di missili antiaerei che difendeva la città e i suoi dintorni. Non potendo decollare i Su-27 di base a Dnipropetrovsk dal momento che le truppe russe sono troppo vicine all’aeroporto e si rischia di farsi abbattere durante il decollo, gli Ucraini dovettero subire l’attacco dei missili da crociera lanciati da fuori dell’inviluppo dei missili difendenti la capitale. Secondo le fonti russe tutte e tre le batterie di lanciatori ucraini sarebbero state distrutte. Gli Ucraini non hanno confermato né smentito.
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    Ultima modifica: 30 Maggio 2022
  5. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    28-29 marzo 2022

    Ore 23:19 ora locale. Nella tranquillissima notte di Sebastopoli non vola una foglia e tutto è calmo. C'è solo il rumore soffuso dei bar e di locali intorno al porto in piena attività anche se con illuminazione ridotta per uno spirito di precauzione oramai fuori epoca; i moderni bombardieri ognitempo non hanno bisogno di luce.
    Improvvisamente e senza nessun preavviso, cinque fortissime esplosioni scuotono il porto. Il Moskva, L’Adm. Makarov, una nave anfibia e due petroliere vanno irreparabilmente a fondo nel giro di secondi nelle acque stagnanti. L’Adm. Makarov è spaccato in due e non potrà essere nemmeno riparato. Il Moskva ne ha per anni di riparazioni ed è meno costoso trasformarlo in lamette da barba. Le petroliere grazie a Dio erano vuote e la nave anfibia non farà più sbarchi.

    Il colpo per la marina russa è durissimo. Le agenzie di stampa di tutto il mondo vanno in arresto cardiaco. Gli Ucraini negano categoricamente di avere qualcosa a che fare con l’accaduto. Il portavoce della difesa ucraina Denis Petrov dichiara apertamente che le forze armate ucraine non sarebbero in grado di portare a termine una tale operazione e negano quindi ogni responsabilità, arrivando addirittura ad accusare la Russia di avere compiuto una clamorosa operazione false flag.

    In una conferenza stampa il portavoce della difesa americana Isaac Labury dichiara la mattina del 29 che il Pentagono cade dalle nuvole e che avvierà urgenti consultazioni con tutti i servizi di informazione alleati.

    Sempre nella giornata del 29 il generale Gurenko, comandante in capo delle forze armate russe dichiara che i sabotatori autori dell’atto di pirateria, perché di sabotatori deve trattarsi, verranno trovati e con loro i loro mandanti, e che quando ciò avverrà le ritorsioni saranno più che proporzionate chiunque sia il governo o i governi che hanno promosso, preparato ed autorizzato un tale atto di guerra nei confronti della Federazione Russa.
     
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    Ultima modifica: 31 Maggio 2022
  6. Iscandar

    Iscandar

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  7. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    30 marzo 2022

    Il governo russo inoltra una dura protesta al Consiglio di Sicurezza dell’ONU sostenendo che uno o più paesi non formalmente coinvolti nella guerra con l’Ucraina (in questa realtà alternativa la Russia non ha mai negato di stare conducendo una guerra e non un’operazione militare) hanno lanciato un vero e proprio attacco a tradimento alle forze navali russe nel mar nero. L’ambasciatore russo al palazzo di vetro Igor Kuminov ha nominato tre paesi sospettati dal governo di Mosca di aver organizzato l'operazione: “una vera e propria Pearl Harbour moderna” l’ha definita Kuminov durante la sua arringa. I tre paesi su cui cadono i sospetti del Cremlino sono Francia, Israele ed Italia, indicati senza mezzi termini dal diplomatico russo come gli unici tra gli occidentali in grado di montare un’operazione del genere. “Dal momento che Israele ha condotto una politica equilibrata nei confronti della Federazione Russa durante questa crisi, il cerchio dei sospetti si restringe” ha concluso Kuminov.

    Gli ambasciatori di Francia e Italia hanno sdegnosamente rispedito le accuse al mittente, in particolare l’ambasciatore italiano Francesco Gallo Manzino si è concesso anche dell’ironia rispondendo al suo parigrado russo.

    “Certamente il mio paese si sente lusingato dall’apprezzamento russo a riguardo delle sue capacità militari, ma credo purtroppo che l’ambasciatore Kuminov sia rimasto alquanto indietro nei tempi nello studio delle stesse. L’italia capacità del genere le esercitava negli anni quaranta, quando aveva una politica ben diversa e si trovava in guerra dalla parte dell'aggressore; ma adesso siamo in un altro secolo e mi meraviglia che su molti punti la Russia non si sia resa conto di ciò. La Russia parla ormai da settimane di nazisti, di vassalli e conduce operazioni militari ben degne degli anni quaranta. Tengo a ripetere all'ambasciatore Kuminov ed il suo governo che il resto del mondo vive in un altro secolo. Inoltre devo farmi portavoce, anche se non richiesto, di una serie di potenze che potrebbero offendersi di non essere nella lista dei sospettati, in quanto le loro capacità militari sono ben note”. Poi ridiventando serio l'ambasciatore italiano ha concluso il suo intervento in maniera spiccia: “Invito infine il mio stimato collega Kuminov a portare le prove di quello che afferma, prima di permettersi di rivolgere infamanti accuse ad un paese tradizionalmente pacifico come l’Italia”.

    Sulla scia del duro colpo subito dai Russi a Sebastopoli, quasi fosse un’azione concertata, gli Ucraini hanno proceduto ad una controffensiva del tutto inaspettata su entrambi i fronti di battaglia che era stata preparata evidentemente da molti giorni. Un’operazione così certo non si improvvisa.

    Davanti a Dniprorpetrovsk uno sforzo combinato della 95a brigata d’assalto aereo, appoggiata dal 16° reggimento del genio combattente operante da Zaporizzja, e della 25a brigata paracadutisti operante da Dnipropetrovsk, hanno inferto un tale colpo alla 20a divisione motorizzata della guardia russa, che questa ha dovuto essere ritirata dalla linea di contatto per essere ricostituita. C’è da dire che la grande unità russa era già stata messa a dura prova nei giorni precedenti dalle offensive aeree ucraine che abbiamo esaminato nei rapporti precedenti ed ulteriormente indebolita da offensive e controffensive per eliminare il saliente che gli ucraini avevano piantato alle sue spalle con l’operazione di alleggerimento da Kremenchuk. Merito quindi al comando ucraino di aver precisamente individuato il momento di massima debolezza della 20a divisione. Si tratta di un’altra sciagura per i Russi, non tanto per il terreno riguadagnato dai paracadutisti ucraini ad ovest di Dnipropetrovsk, quanto per il fatto che non è chiaro se la 20a della guardia potrà tornare in operazione in questa campagna. Gli Ucraini dichiarano di aver inflitto circa 2500 perdite al nemico, includendo ovviamente feriti e prigionieri, che sempre secondo fonti ucraine sono caduti copiosi nelle loro mani. In un’intervista rilasciata alla CNN, una pellaccia di capitano dei paracadutisti di Kiev ha dichiarato che è solamente grazie ad una brigata meccanizzata russa che si è precipitosamente portata sul luogo dello sfondamento che la situazione ha potuto essere controllata. “Non avessimo trovato quella brigata sulla nostra strada” ha testualmente detto l’ufficiale, ci saremmo ricongiunti ai fratelli che combattono a Cherson”.

    Ed infatti pare che la 136a brigata di fucilieri motorizzati russi sia riuscita a mettere una pezza al mezzo disastro e ad arginare la controffensiva delle truppe di Kiev. Sul destino della 20a divisione motorizzata dell’ 8a armata della guardia, i Russi non hanno fatto commenti, ma fonti dell’intelligence britannica riportano che la divisione è stata distrutta. Al risultato pieno sembrerebbe che abbia contribuito anche il 3° battaglione delle forze speciali ucraine, il quale avrebbe teso imboscate anticarro alla divisione russa durante il suo ripiegamento.

    “Gli orchi scappavano come cani bastonati” ha dichiarato un operatore del battaglione a volto coperto, ma che non è riuscito a coprire il tono emozionato. “A noi non è rimasto che dare l’ultimo calcio alla baracca marcescente”.

    Gli Ucraini hanno tentato anche di far intervenire un gruppo di Sukhoi 25 proveniente da Kiev, ma la contraerea russa ne abbatteva due, prima che gli altri decidessero di mollare l’osso. Quindi parziale sconfitta anche per gli Ucraini in questa operazione.

    Ben più vasta anche se meno decisiva la controffensiva organizzata dalle truppe di Kiev con dovizia di mezzi e rifornimenti sul fronte di Charkiv, che evidentemente gli Ucraini non si sono ancora rassegnati a lasciare nelle mani del nemico. Un poderoso complesso di sei brigate pesanti, appoggiate da un reggimento del genio d’assalto e da due intere brigate di artiglieria, hanno scatenato una controffensiva su un fronte di circa duecento chilometri; un’operazione del calibro di quelle che i Sovietici conducevano durante la seconda guerra mondiale. La porzione più a nord di quest’offensiva ha avuto apparentemente pieno successo, causando gravi perdite al 7° reggimento separato motorizzato della guardia russo, il quale ha dovuto alzare i tacchi dalla zona boscosa a nord est di Charkiv e ritirarsi precipitosamente per evitare di essere smantellato. Nel ripiegamento si è trascinato dietro a fatica la brigata lanciarazzi dell’11° corpo. L’ 81a brigata d’assalto aereo ucraina ha riguadagnato il confine tra i due paesi a nord ovest del grande centro ucraino.

    A sud est di Poltava, la 53a 54a 92a e 93a brigata dell’esercito ucraino appoggiate dal 91° reggimento del genio combattente e dalla 44a brigata di artiglieria, hanno sferrato a loro volta una poderosa controffensiva in direzione di Charkiv. Questo attacco si è trovato però di fronte la ben più coriacea 47a divisione motorizzata della guardia facente parte della 1a armata corazzata della guardia, che ha bloccato l’impeto degli ucraini combattendo valorosamente ed intelligentemente (opinione espressa dal generale ucraino comandante della 93a brigata meccanizzata). “Comunque siamo riusciti ad infliggere alla 47a divisione sensibili perdite”, ha dichiarato lo stesso ufficiale ucraino.

    A consuntivo dell’operazione si apre uno spiraglio per l’eventuale riconquista di Charkiv da parte degli Ucraini; operazione certo non facile ma a questo punto fattibile anche se i Russi hanno una divisione motorizzata in città e parecchie riserve della 1a armata corazzata della guardia intorno ad essa. Però resta il fatto che quelle riserve erano state ammassate dal comando russo come gruppo operativo di manovra per l’offensiva su Dnipropetrovsk da est, e adesso dovranno forse essere impiegate per contenere la controffensiva degli ucraini, come minimo scompaginando i piani dei Russi.

    La situazione piega dunque a favore degli Ucraini in questa sesta settimana di guerra e vi sono già alcune voci da parte del servizio di informazioni di Kiev che i Russi stiano facendo preparativi per il trasferimento di truppe aggiuntive dal distretto militare est per far fronte alle impreviste esigenze.
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  8. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Et si hoc facit.
    Viva la gloriosa Marina da Guerra Italiana. Sempre!
     
  9. StarUGO

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    :eek:
    Luigi Rizzoschenko o Durand Dellpennowsky?
     
  10. StarUGO

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    Mi ricorda una citazione simile a proposito di marcescente....:shifty:
     
  11. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Adolf Hitler, a proposito della Russia nel 41
    Per quanto riguarda le tue tendenziose affermazioni nel tuo post precedente, l'ambasciatore Gallo Manzino respinge sdegnosamente anche le tue illazioni!
     
  12. ITAK_Linus

    ITAK_Linus

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    Sono sbronzo. Premessa.

    Ma non trovi che giocare contro te stesso rovini la faccenda?
    Dico spassionatamente, per anni io medesimo ho giocato a WITE contro me stesso ma è un gioco molto simile agli scacchi, mentre mi pare tu sia in ben altri ambiti.

    Secondo me sarebbe interessante fare ste simulazioni contro un umano con un umpire.
     
  13. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    sono pienamente d'accordo con te.
     
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    Ultima modifica: 2 Giugno 2022
  14. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    31 marzo 2022
    Il comando supremo delle forze ucraine ha annunciato oggi la costituzione di un nuovo quartier generale del distretto ovest, agli ordini di un ufficiale che ha rimpiazzato il generale Danylo Kriuchenko caduto in combattimento nei giorni scorsi. Nella zona occidentale del paese, nella città di Leopoli si stanno inoltre concentrando rinforzi e rifornimenti di armi provenienti da paesi alleati. Alcune batterie di S-300 sono state per esempio fornite dalla Bulgaria e forse anche dalla Grecia. Gli Ucraini hanno richiesto urgentemente armi ai loro partner occidentali, in special modo moderni veicoli da ricognizione e batterie antiaeree, entrambi sistemi tra i quali hanno subito notevoli perdite.

    Dal canto suo l’alto comando russo ha ufficializzato l’autorizzazione al trasferimento di rinforzi provenienti dal distretto militare est. Sono in transito attraverso il ponte di Kerc le truppe della 35a armata ad armi combinate, le quali si stanno secondo fonti dell’intelligence statunitense raccogliendo nella zona di Sebastopoli per essere impiegate sul fronte sud. Gli analisti si aspettavano di vedere i rinforzi andare ad alimentare la spinta della 1a armata corazzata della guardia e del 22° corpo d’armata sul fronte nordest, più distanti dai loro obiettivi finali, ma è evidente che l’alto comando russo ha deciso altrimenti.

    Secondo le osservazioni satellitari e la ricognizione ucraina, le truppe della 35a armata ad armi combinate si vanno concentrando ad est di Melitopol in appoggio alle forze già sul posto della 58a armata ed in particolare alla 19a divisione di fucilieri motorizzati. Le riserve, ammontanti pare a due brigate, vengono schierate in secondo scaglione nei pressi dei ponti gittati sul canale di Crimea, come si ricorderà, nei primi momenti dell’invasione russa. Le stesse osservazioni della ricognizione rivelavano che il resto delle truppe russe tra i fronti di Dniproptrovsk e Cherson, preparano posizioni difensive, probabilmente in vista di una pausa operativa per riorganizzare le forze e soprattutto per scoraggiare gli Ucraini dal proseguire nella loro controffensiva mentre i Russi assorbono le unità della 35a armata ad armi combinate nello schieramento. La 136a brigata della 58a armata, che è quella che era intervenuta ad arginare l’offensiva ucraina da Dnipropetrovsk, con l’aiuto di un reggimento di genieri prepara addirittura postazioni fortificate; probabilmente non perché abbia ordine di passare sulla difensiva indefinitamente ma perché al momento si trova nella posizione più esposta ed a rischio di essere schiacciata dalla 45a brigata paracadutisti ucraina e le forze schierate davanti a Cherson.

    Sul fronte di Charkiv, appare una nuova unità russa; la 3a divisione di fucilieri motorizzati della 20a armata ad armi combinate, che manovra nello spazio tra la città e la località di Sumy con il non tanto velato obiettivo di cadere sul fianco sinistro della 81a brigata d’assalto aereo ucraina, la quale ha preso parte alla controffensiva in direzione di Charkiv guadagnando come abbiamo visto parecchio terreno nei giorni precedenti.

    Tuttavia, nonostante questi rischieramenti e movimenti preparatori di successive offensive, i Russi nei due ultimi giorni del mese non attaccano; si limitano a lanciare operazioni aeree in profondità per cercare di disarticolare definitivamente il sistema di difesa aerea nemico e se possibile degradare le sue capacità di comando e controllo. Ricordiamo che tale sistema di difesa aerea sta essendo messo a dura prova dalle continue incursioni dei Russi e che se dovesse definitivamente cedere consegnando la totale supremazia aerea a questi ultimi, l’esito finale della campagna per gli Ucraini sarebbe quasi sicuramente segnato. Questa è la ragione per cui da Occidente ci si sta sforzando di ripianare al più presto le perdite subite in questa categoria di armamenti.

    Pesanti attacchi aerei si registrano sulla località di Donetsk dove un reggimento di Su-24 ed uno di su-34 si alternano per quasi 36 ore in svariate sortite d’attacco per colpire il locale reggimento antiaereo ucraino stanziato in città. Le missioni sono per la quasi totalità scortate dalla caccia russa, in quanto con lo sblocco della base di Dnipropetrovsk, il 22° gruppo caccia ucraino è ridiventato attivo e...pericoloso. Una seconda incursione sullo stesso obbiettivo partente dalla base di Rostov completa la distruzione del 38° reggimento antiaereo ucraino, che pur essendo dotato di obsoleti SA-6 e SA-8, era pur sempre meglio che niente.

    Tutte queste incursioni vengono portate utilizzando armamento stupido, che comunque in situazioni di basso contrasto contraereo o in presenza di sistemi antiaerei già degradati è sempre in grado di dare i suoi frutti.

    La 6964a divisione bombardieri, su due reggimenti di Su-24 organizza con partenza dalla base di Kursk una missione di penetrazione a lungo raggio con armi stand off a grande portata sulla città di Lutsk, dove gli Ucraini hanno la base di un reggimento di S-300 del distretto militare ovest. Se si dà una rapida occhiata alle carte, si vede che si tratta di una missione al limite del raggio d’azione dei Sukhoi di base a Kursk. I bombardieri si avvalgono della scorta di un gruppo di Su-27 della 6961a divisione da caccia dell’aviazione frontale. Tale scorta di rivelerà non necessaria in quanto i Mig-29 ucraini del 12° gruppo di volo sono ancora in fase di revisione dall’ultima missione di intercettazione e non riescono a decollare. La città viene dunque pesantemente bombardata ed il reggimento SAM colà ospitato viene praticamente distrutto prima che possa inquadrare gli incursori sui radar e reagire. I Russi stanno per certo cogliendo in aria quei successi che stanno sfuggendogli a terra.

    Gli Ucraini interrompono la loro offensiva sul fronte sud ma non quella nei pressi di Charkiv, dove un complesso misto di brigate dei distretti militari est ed ovest prosegue la spinta verso la città. A sbarrare loro la strada c’è ancora la 47a divisione corazzata della guardia. Il comando della 1a armata corazzata della guardia attiva la riserva di settore per rinforzare le posizioni attaccate e fa intervenire nel combattimento anche la 27a brigata motorizzata della guardia. Si accende dunque un combattimento in grande stile tra i boschi a sud di Charkiv, dove l’obiettivo degli Ucraini e senza mezzi termini quello di riprendersi la città. Le artiglierie di entrambe le parti intervengono con abbondanza e spirito devastatore, avendo entrambi i contendenti concentrato parecchie bocche da fuoco nel settore. I combattimenti sul fronte nord est assomigliano sempre di più per violenza e consistenza numerica a quelli della seconda guerra mondiale avvenuti in queste stesse zone. Interviene alla disperata un reggimento di bombardieri della 7000a divisione aerea in appoggio alla difesa russa, che cerca di prendere di mira gli Ucraini che avanzano. Dopo sette ore di scontri ininterrotti, I Russi ripiegano per precauzione, in buon ordine e con sensibili perdite dietro allo schermo difensivo di ultima istanza della 1a armata corazzata costituito dalla 2a divisione motorizzata della guardia. Due brigate meccanizzate ucraine, coperte da un reggimento del genio combattente, arrivano alla periferia sud di Charkiv.

    Nelle ore successive a questa operazione si diffonde a Mosca un certo nervosismo, ancorché la seconda città Ucraina sia ben presidiata da una divisione di fanteria meccanizzata e vi siano molte truppe disponibili nelle vicinanze per la sua difesa. Ciò non di meno non era questo il quadro operativo che il comando russo o peggio l’autorità politica russa si era fatto circa l’andamento delle operazioni. Come minimo questa controffensiva ucraina ha sconvolto totalmente i piani offensivi russi, imponendo perdite, disorganizzazione ed una buona battuta di arresto e come massimo deve aver provocato una pesante ondata di frustrazione al Cremlino.
     
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    Ultima modifica: 3 Giugno 2022
  15. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Le giornate del primo e due aprile sono giornate decisive per lo sviluppo e l'esito delle operazioni militari in Ucraina. Il portavoce della difesa di Kiev aveva annunciato che l’inizio del mese sarebbe stato determinante per porre le basi della sconfitta delle forze russe e le azioni sul campo non hanno smentito queste prese di posizione.

    Da parte russa di assiste ad una riorganizzazione delle forze nell’enorme saliente della Crimea, dove finalmente si palesa la destinazione delle forze da combattimento della 35a armata ad armi combinate: la propaggine nord del saliente, in appoggio all’attacco dei resti dell’ 8a armata della guardia su Dnipropetrovsk. I Russi stanno indubbiamente affrontando complicati problemi logistici e di ingorghi stradali nel cercare di organizzare quattro diverse armate in uno spazio non molto ampio rispetto alle forze impiegate, ma si destreggiano nel limite del possibile. Secondo fonti dell’intelligence ucraina il generale Latulin, comandante del fronte della Crimea avrebbe ricevuto precise direttive da parte del comando supremo di riorganizzare bene le sue truppe prima di sferrare l’offensiva decisiva, per cui vengono osservati movimenti retrogradi della 100a brigata esplorante per portare l’unità a sud del fiume fove potrà essere riordinata. Sempre secondo le fonti ucraine, anche la 15a divisione di fucilieri motorizzati dell’ 8a armata della guardia avrebbe bisogno di essere riorganizzata, ma questa non può essere per il momento spostata dalle sue posizioni avanzate in quanto lascerebbe scoperta una parte delicata del fronte. Gli Ucraini osservano tutti questi movimenti senza interferire, perché sono impegnati nell'ultimare i preparativi per la liberazione di Charkiv.

    Infatti all’alba del 2 un poderoso complesso di forze ucraine formato da cinque brigate ed appoggiato da abbondante artiglieria e genio, da inizio all’assalto della città. I Russi che evidentemente non si aspettavano un attacco così in grande stile in così poco tempo, reagiscono con disperazione. Evidentemente i comandanti della 1a armata corazzata della guardia e del 11° corpo d’armata, una divisione del quale presidia fisicamente la città, sono ben consci di quale sarebbe il loro destino se gli Ucraini infliggessero alla madrepatria l’umiliazione della perdita di Charkiv, unico successo di prestigio colto dall'armata russa fino a questo momento.

    I Russi ricorrono quindi a tutto quello che hanno a disposizione per fermare o almeno stemperare l’attacco degli Ucraini che hanno riunito in loco brigate del comando est e di quello ovest. Partecipa all’attacco anche un battaglione del genio d’assalto, particolarmente addestrato agli attacchi ai centri abitati. La 18a divisione motorizzata della guardia non è peraltro il tipo di unità più adatto a difendere una zona urbana, in quanto la sua fanteria pesante abituata ad agire in stretta cooperazione con i suoi veicoli da combattimento e con i suoi carri armati, non è particolarmente adatta a combattere in zone densamente urbanizzate.

    In ogni caso come detto, i Russi fanno intervenire tutto quello che hanno a disposizione e lanciano sugli attaccanti un torrente di fuoco indiretto, ricorrendo anche al lancio di missili da crociera Iskander direttamente sulle truppe avanzanti. Ne fa le spese la 14a brigata meccanizzata che fiene fatta segno di questo tiro piuttosto preciso. Sulla stessa brigata si abbattono poi in successione due reggimenti di Su-24 russi, il primo dei quali viene respinto con perdite dal reggimento antiaereo del comando militare ovest. Il secondo reggimento invece riesce a passare e a fare ulteriori danni sull’ala sinistra ucraina che subisce gravi danni e si sbanda prima di venire a contatto col nemico.

    Nonostante questo temporaneo rovescio, il comandante ucraino coraggiosamente dà l'ordine di proseguire l’offensiva e le rimanenti brigate di Kiev, appoggiate dal genio e da un’artiglieria ben guidata da droni e da un battaglione esplorante in posizione avanzata, entrano in città più o meno alle 0900. Tra l’altro va detto che gli Ucraini non esitano a scatenare un vero e proprio tiro di spianamento con la 44a e 55a brigata di artiglieria, pur sapendo che stanno tirando contro una loro città occupata da loro civili. Si accendono furiosi combattimenti tra le avanguardie della 18a divisione di fucilieri motorizzati e la 24a brigata meccanizzata, appoggiata da una brigata d’élite d’assalto aereo e dal battaglione di pionieri. I Russi subiscono gravi perdite, ma resistono caparbi perdendo solo alcuni edifici alla periferia sudovest della grande città. Secondo alcuni ufficiali ucraini presenti, il comando dell’ 11° corpo russo avrebbe organizzato vere e proprie squadre di punizione alle spalle dei difensori addette a falciare i soldati russi sorpresi a ritirarsi dalle loro posizioni difensive, come a Stalingrado 80 anni fa. Tutto ciò la dice lunga sulla necessità dei Russi di mantenere la città e sulla ferocia dei combattimenti del 2 aprile.

    Quando l’attacco ucraino finalmente perde di intensità e di impeto, i Russi sono ancora padroni della città, ma la 18a divisione di fucilieri è mezzo sfasciata. E’ il caso che i Russi trovino subito i mezzi per rilevarla o non è affatto garantito il mantenimento di Charkiv.
     
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  16. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Considerazioni conclusive

    Sulla presente situazione di stallo, dopo 19 turni di gioco e 9 settimane di guerra simulata, possiamo tentare di azzardare qualche significativo verdetto.

    In questa simulazione così come nella realtà I Russi non sono riusciti a conseguire i loro obiettivi in un tempo ragionevole da “Operazione Militare Speciale”. Tali obiettivi occorre precisare sono stati allo stesso tempo ben più ambiziosi di quelli che il Cremlino si è riproposto con la “seconda fase” dell’operazione reale, ed allo stesso tempo ben meno dispersivi di quelli che i Russi si erano dati all’inizio della campagna e cioè la rapida capitolazione dell’Ucraina ed il cambiamento di regime allo scopo di instaurare uno stato vassallo.

    E’ ancora una volta il caso di fare i complimenti a Mark Hermann ed al suo sistema di wargame moderno concepito alla metà degli anni 80 per simulare vari scenari di un possibile conflitto nel Golfo Persico, anche con l’intervento diretto delle allora DUE superpotenze. A mio avviso, ad oggi non c’è un sistema migliore per simulare i combattimenti moderni a livello operazionale, anche includendo la serie “Next War”. Forse per trovare qualcosa di comparabile occorrerebbe avere accesso ad una versione commerciale, ammesso che venga mai realizzata di “Assassin Mace” del direttore della sezione wargaming del corpo dei Marines Colonnello Tim Barrick.
    Non per niente nel 1990 il sistema di Mark Hermann “Gulf Strike” fu usato dal Pentagono per simulare la campagna finalizzata alla cacciata di Saddam Hussein dal Kuwait. Da tale simulazione scaturì la decisione di portare lo schieramento terrestre americano a livello di armata e quello inglese a livello divisionale. Il sistema a quel tempo predisse una campagna terrestre con un numero accettabile di perdite, cosa che poi si verificò nella realtà.

    Tornando a noi, nella simulazione dell’operazione russa, Gli Ucraini sono riusciti alla fine ad alleggerire la pressione su entrambi i lati dell’offensiva nemica, una volta che questa è culminata, tramite due manovre che hanno sorpreso i Russi, i quali senza dubbio hanno commesso errori in primo luogo logistici che più di una volta li hanno messi in posizione di svantaggio sul fronte terrestre.

    I Russi hanno anche avuto difficoltà di coordinamento delle forze soprattutto sul fronte della Crimea, dove hanno dovuto manovrare un sacco di truppe di unità diverse e che collaborano scarsamente tra di loro.

    Dal punto di vista dei progressi territoriali, nonostante una strategia accorta e di concentrazione delle forze, I Russi sono riusciti solamente a conquistare territori fuori dalla penisola della Crimea ed a prendere la città di Charkiv, che però gli Ucraini adesso contestano di nuovo da vicino. Partendo dalla Crimea e facendo i confronti con la campagna reale, le forze russe si sono espanse verso nord a non verso est ed ovest una volta sboccati dalla penisola, con il chiaro intento di puntare tutte le loro forze su Dnipropetrovsk e lasciando perdere Cherson, Mariupol, Melitopol ecc. I risultati però non sono stati visibilmente migliori di quelli che si stanno vedendo nella campagna reale, con la differenza che grazie all’adozione di una strategia più mirata, I Russi hanno subito meno perdite in questa simulazione che nella campagna reale ammesso che le perdite russe annunciate nella la campagna reale siano veritiere.

    In questa simulazione gli Ucraini hanno forse avuto accesso a più aiuti di quelli di cui hanno beneficiato nella campagna reale da parte dei loro partner occidentali. Più volte le loro brigate meccanizzate sono state rimpolpate da veicoli corazzati provenienti da paesi NATO in possesso di tale materiale ex sovietico. Da rimarcare però che l’entità degli aiuti occidentali nella campagna reale rimane oggetto di pura speculazione nonostante tutte le notizie che ci pervengono con apparente trasparenza. Anche da rimarcare è il fatto che i rinforzi giunti ad unità professionali ucraine siano stati considerati come “professionali anch'essi” sin dal loro arrivo all’unità. Ciò nella campagna reale sembra non si sia verificato, in quanto secondo fonti di milblogger ucraini spesso le perdite tra i combattenti ucraini sono state così elevate che non si è riusciti ad amalgamare i nuovi arrivati con nuclei superstiti di veterani in maniera da mantenere il livello di professionalità del reparto anche dopo la sua ricostituzione. Questo nella simulazione io non l’ho fatto, quindi una brigata di fanteria professionale ha sempre ricevuto rinforzi “professionali”. Credo che la cosa sia stata in qualche modo controbilanciata dal modo di procedere analogo nella ricostituzione delle forze russe.
    A proposito di questo punto, la differenza nella simulazione nell’addestramento medio delle forze delle due parti ha spesso fatto, come nella realtà, una rimarchevole differenza in combattimento. La preponderanza di mezzi da parte dell’esercito russo non sempre ha adeguatamente compensato il vantaggio degli Ucraini in fatto di addestramento e dottrina. Durante i 19 turni del gioco, mai gli Ucraini hanno perso la loro migliore capacità di manovra, di guerra elettronica, di interoperabilità tra reparti diversi ed in ultima analisi di superiore capacità di trarre il massimo dalle loro relativamente limitate risorse.

    Per quanto riguarda le operazioni aeree, l’esperimento ha dimostrato che se i Russi schierassero forti aliquote della loro arma aerea in teatro, darebbero grossi problemi al nemico. L’aviazione ucraina, sicuramente capace di colpi di mano ed exploit spettacolari una tantum, non può reggere il confronto con la la superiorità quantitativa e qualitativa dell’aviazione frontale russa e con capacità russa di dispiegare missili balistici che sussidiano l’azione dell’aviazione là dove una missione si presenti troppo rischiosa o ardua. Tramite l’impiego massiccio ed ostinato, dopo 19 turni il sistema di difesa aereo ucraino è stato decisamente degradato e ridotto a dipendere dalla disponibilità dei partner a rinforzarlo per assicurarne la continuità di azione; cosa che non so se avverrebbe nella realtà.

    Le operazioni navali non sono state come ovvio data la natura del conflitto particolarmente infuluenti. Un tentativo di sbarco a Odessa all’inizio della campagna è fallito così come probabilmente è successo per un analogo tentativo nei pressi di Mariupol nella campagna reale. Non vi è dubbio che l’aspetto navale della guerra tra Ucraina e Russia si giochi sul piano strategico della libertà di navigazione nel Mar Nero e degli aspetti giuridici centrali portati dal trattato di Montreaux. Sarebbe interessante in futuro condurre una simulazione di una eventuale operazione ONU di corridoio alimentare attraverso il Mar Nero garantito da uno schieramento difensivo navale di scorta ai mercantili ucraini in uscita dal porto di Odessa. Magari un futuro progetto su questi schermi. Sarebbe altresì interessante quali paesi e con quali piattaforme garantirebbero lo svolgimento di una siffatta operazione.

    Infine un cenno alle operazioni speciali: nella campagna reale ovviamente non sappiamo nulla in merito alla condotta di tali operazioni, e nella simulazione mi sono attenuto al silenzio nella stessa misura. Ad esperimento concluso posso dire che in generale le operazioni speciali non sono state favorite a causa della marcata difficoltà di infiltrare tali reparti tramite l’uso dell’ala fissa e dell’ala rotante dovuta all’efficacia degli apparati contraerei delle due parti. Le regole sulle operazioni speciali sono state da me modificate rispetto alle regole standard di Mark Hermann in maniera da andare molto più in profondità negli aspetti operazionali di tali azioni strategiche, che nel sistema Gulf Strike hanno ricevuto a mio modo di vedere un trattamento superficiale. La consistenza di tali reparti in dotazione ai contendenti non ha mai superato le quattro compagnie per i Russi e le tre compagnie per gli Ucraini. In Polonia è stato anche schierato uno squadrone di truppe speciali britanniche, mai utilizzato in operazione. Una compagnia di Spetznaz navali ha svolto un’azione diretta nei confronti di una batteria missilistica antinave ucraina nei pressi di Odessa, neutralizzandola ed ha condotto alcune missioni di ricognizione e marcamento obiettivi in supporto ad un certo numero di raid aerei russi contro reparti di SAM nemici, sempre nella zona di Cherson-Odessa-Mikolaiv.

    Dalla parte Uraina, si sono registrati più insuccessi che successi, non tanto in termini di operazioni fallite sul campo, quanto in termini di difficoltà ad infiltrare i reparti via aerea o in zone presidiate da un’alta densità di reparti combattenti russi a difesa della loro struttura logistica. In più di un'occasione le operazioni ucraine hanno dovuto essere abortite o perché i reparti sono stati compormessi prima di arrivare agli obiettivi o per oggettiva difficoltà nell'infiltrarli via aerea.

    L’azione spettacolare è stata condotta – ed i sospetti russi erano assolutamente corretti – da una aquadra mista COMMANDO HUBERT - COMSUBIN all’interno del porto di Sebastopoli. Gli operatori ed i loro equipaggiamenti classificati sono stati infiltrati dal sottomarino Delfinul della classe Kilo, nella realtà indicato come non operativo, ma che io ho considerato invece come ancora attivo nella marina Romena. Questa operazione ad altissimo rischio specialmente in caso di cattura di uno o più operatori, ha avuto pieno successo e non vi sono state perdite. La si può definire l’operazione di questo genere più riuscita della storia navale.

    Non mi resta che ringraziare tutti quelli che hanno seguito questa simulazione e dare a tutti appuntamento al prossimo progetto.

    luigi varriale
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  17. StarUGO

    StarUGO

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    AH!!! :shifty:
    AH? :cautious:
    Finisce cosi'?
     
  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Pedine e tutto sono ancora lì, e probabilmente contimuerò qua e là i combattimenti. Lo scopo dell'esperimento è essemzialmente esaurito però. Mi ero riproposto di capire se i Russi potevano ottenere migliori risultati con una strategia diversa; quella che avrei usato io se fossi stato al comando.
    Non pare che sarebbe cambiato molto, almeno in termini di risultati finali.
    Come ho detto potrei anche cominciare un progetto specificamente dedicato al Mar Nero.
     
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