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What-If – L’Italia non entra in guerra il 10 giugno 1940

Discussione in 'Età Contemporanea' iniziata da Silvan, 10 Gennaio 2012.

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  1. Silvan

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    [FONT=&quot]Quale utente di NWI sono lieto di presentarvi con il consenso della moderazione la mia ucronia proposta nel titolo. Nonostante le molte lacune spero che questa sia un'occasione per conforntarsi e riflettere insieme su alcuni aspetti della Seconda Guerra Mondiale.

    Buona lettura.
    Silvan

    [/FONT]
     
  2. Silvan

    Silvan

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    Premessa – L’utile è il dilettevole

    Prima di avventurarsi in una ricostruzione ipotetica di un evento tanto complesso come la Seconda Guerra Mondiale bisogna darsi delle regole, definire dei criteri.
    [FONT=&quot]Io penso che ci possano essere tre approcci diversi alla preparazione di un’ucronia tutti con recinti metodologici differenti e scopi differenti.[/FONT]
     
  3. Silvan

    Silvan

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    [FONT=&quot]What-If storici[/FONT][FONT=&quot].
    Si tratta di ricostruzioni ipotetiche che si basano sul principio del possibile”.
    Le ipotesi considerate quindi, che spesso si materializzano in scelte e decisioni dei protagonisti delle vicende sotto studio, si basano sulle reali condizioni del tempo e sulle reali possibilità che si dispiegavano agli occhi degli attori di quel periodo sulla base delle loro reali conoscenze.
    Un what-if storico presuppone un'approfondita conoscenza dei fatti che si vuole ricostruire e ha come scopo la revisione critica del comportamento di questo o quel personaggio attraverso lo studio delle conseguenze che determinate scelte e decisioni avrebbero potuto avere sullo svolgimento degli avvenimenti successivi.
    Modificare virtualmente le decisioni prese e ricreare i possibili scenari che da questa decisione possono scaturire permette di entrare nel merito (direi dal di dentro) delle stesse decisioni, cioè ci consente di formulare un giudizio critico motivato sull'operato dei personaggi oggetto di studio. La colonna portante di tutto l’impianto critico è proprio la ricostruzione ipotetica di cosa sarebbe potuto accadere se si fosse deciso di operare diversamente.[/FONT]
     
  4. Silvan

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    [FONT=&quot]Inoltre la comprensione dei processi decisionali fatta dal punto di visto dei protagonisti della storia ha anche un valore didattico, ci permette infatti di comprendere meglio la storia e i suoi perché, le sue infinite sfaccettature le infinite trame che intrecciano uomini, fatti, idee, scelte, occasioni, errori ecc.
    Una delle conseguenze principali di questo approccio e che l'analisi va condotta "a priori", cioè fissato il momento che vogliamo studiare dobbiamo sforzarci (e di sforzo si tratta perché non è affatto semplice) di non includere idee o conoscenze che derivano dalla conoscenza dei fatti che si svolsero dopo.[/FONT]
     
  5. Silvan

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    What-If virtuali
    Si tratta di ricostruzioni ipotetiche che si basano sul principio del "realizzabile".
    La lista delle possibili scelte include tutto quanto è fisicamente realizzabile nelle condizioni umane e materiali del periodo, qui sono escluse le limitazioni ideologiche o di opinione che dipendono dal modo di pensare dei protagonisti o dal loro specifico punto di vista che avevano.
    [FONT=&quot]La libertà di analisi quindi aumenta, le informazioni disponibili includono anche le conoscenze che derivano dal conoscere lo svolgimento successivo dei fatti. Questo tipo di analisi quindi non si limitano a valutare le scelte possibili dal punto di vista dei protagonisti ma le scelte possibili dal nostro punto di vista.
    Questo è il tipo di analisi piu' naturale e piu' comune. A mio avviso con analisi di questo tipo non si può fare critica storica, ci si può però divertire parecchio.
    Infatti i what-if virtuali sono spesso oggetto di discussioni infinite sui forum di giochi di strategia storici proprio come questo.
    Poichè sono un accanito giocatore di wargames da lunga data consentitemi a questo punto una piccola traslazione:
    quando parliamo di what-if storici ci riferiremo alle decisioni prese da questo o quel personaggio storico,
    quando parliamo di what-if virtuali ci riferiremo alle decisioni prese da questo o quel giocatore.[/FONT]
     
  6. Silvan

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    Cioè si può supporre di giocare una gigantesca partita a scacchi, dove i giocatori impersonano il ruolo di questo o quel personaggio storico, in questo caso le loro decisioni sono vincolate dal regolamento che ci siamo dati e non dalla storia. Il regolamento rappresenta il mondo virtuale nel quale si muove il what-if e deve essere in grado si modellizzare adeguatamente le condizioni umane e materiali in modo da consentire solo quanto fisicamente realizzabile.
    L'esercizio del what-if viene fatto migliaia di volte nella mente di un giocatore, ma a farlo è anche il producer di un gioco di strategia
    che vuole avere velleità di storicità e nella fase di definizione del regolamento vuole capire i possibili sviluppi a cui si va in contro e il loro grado di storicità.
    Questi what-if sono anche molto divertenti, è un po’ come leggere un libro di scacchi, e discutere e analizzare diverse linee di gioco con altri scacchisti.
    Anche in questo caso non è da trascurare il valore didattico del what-if.
    [FONT=&quot]In Italia purtroppo il settore dei giochi di strategia militare è relegato ad una sparuta minoranza di patiti, ma in altri paesi i giochi di strategia vengono valorizzati molto di più. Ad esempio si utilizzano nei documentari storici, persino in alcuni giochi televisivi, nelle scuole, nelle manifestazioni storiche ecc.
    Secondo me è un bel modo per imparare la storia divertendosi. Tra l'altro proprio attraverso i giochi di strategia ed il lavoro di ricerca fatto dai loro autori (che in alcuni casi non ho dubbi
    nel definirlo eccezionale) ho appreso sulla seconda guerra mondiale molti particolari inediti che difficilmente si trovano sui libri. [/FONT]
     
  7. Silvan

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    [FONT=&quot]Terza categoria di what-if sono le libere ricostruzioni piu' o meno ispirate a fatti storici.
    Qui non parleremo di questo, ma non perchè non abbiano pari dignità rispetto alle due precedenti categorie ma per una semplice scelta.
    Del resto le libere ricostruzioni sulla seconda guerra mondiale hanno popolato romanzi, film, telefilm, ecc., a volte opere di grande successo, non si tratta quindi per niente di una categoria inferiore o meno importante di altre.[/FONT]
     
  8. Silvan

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    Introduzione

    In questa discussione parleremo di un What-If storico che si basa sull’ipotesi che l’Italia fascista non scende in guerra il 10 giugno del 1940. E’ doveroso chiarire al di la di ogni dubbio o fraintendimento lo spirito con cui ho svolto questo studio.
    [FONT=&quot]Da molti ormai è sentita molto forte l'esigenza di scoprire la verità sul nostro ultimo
    conflitto e andare oltre i miti e le ricostruzioni fazione che ci sono state tramandate dalla storiografia ufficiale del primo, ma anche secondo, dopoguerra.
    Un’ulteriore spinta ad approfondire la nostra recente storia nasce da un rinnovato e timido orgoglio di essere Italiani.[/FONT]
     
  9. Silvan

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    [FONT=&quot]Ricordo bene il senso di umiliazione e vergogna che mi è stato inculcato sui banchi di scuola tutte le volte che si è parlato delle imprese delle forze armate italiane. Ma i dubbi e i se sono nati velocemente e tutto il resto è stato consequenziale.
    Un percosso di ricerca di questo tipo coinvolge, per forza, anche aspetti politici e morali. Ed è doveroso farne un accenno anche qui adesso.
    Il mio punto di vista a proposito è ben rappresentato dal discorso di Azelio Ciampi sul sacrario di El Alamein del 2002, la prima volta che un’ alta carica politica italiana si recava nel più importante cimitero militare italiano oltre confine: "Sono trascorsi 60 anni, il mondo è cambiato profondamente, lo ha cambiato la stessa generazione che si era combattuta a El Alamein. Noi sopravvissuti lo abbiamo giurato nei nostri cuori: abbiamo cercato di costruire un mondo diverso, più libero, più giusto. Ogni duna, ogni metro, di questo deserto furono aspramente contesi, con eroismo, con l'onore delle armi. Una lapide italiana dice che 'mancò la fortuna non il valore".
    Si tratta di riconoscere e rispettare questo "valore" senza dimenticare l'impegno a costruire un mondo migliore e quindi a riconoscere e condannare, con egual determinazione, gli errori che accompagnarono quel conflitto. Al primo posto le leggi razziali, la soppressione della libertà.[/FONT]
     
  10. Silvan

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    [FONT=&quot]Spero che questo spirito sia condiviso e che ci conduca insieme, giocando e studiando, a conoscere meglio la storia della seconda guerra mondiale.[/FONT]
     
  11. Silvan

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    PRIMA PARTE
    La Guerra della Germania. Dal 1 Settembre 1939 al 10 Giugno 1940

    Di seguito la sintesi degli aventi più importanti, o di rilievo per il prosieguo, nel periodo in oggetto. La cronistoria è fedele allo svolgimento storico dei fatti che invece si scosteranno dalla realtà storica a partire dalla seconda parte.
     
  12. Silvan

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    28/08/1939 - Europa
    Germania e Unione Sovietica siglano un patto di Non Aggressione.

    01/09/1939 – Polonia
    La Germania invade la Polonia con 60 divisioni, altre 3 sono dislocate in Germania e 49 sul confine occidentale. La superiorità numerica in mezzi corazzati ed aerei è netta a favore dei Tedeschi.

    03/09/1939 – Europa
    Inghilterra e Francia dichiarano guerra alla Germania.

    08/09/1939 – Polonia
    La 4ª Panzer Division raggiunge la periferia di Varsavia. L’assalto Tedesco ai sobborghi Ovest della capitale Polacca viene respinto con pesanti perdite.

    09/09/1939 – Polonia
    La 4ª Panzer Division insieme a nuovi reparti di fanteria motorizzata e artiglieria riprende l’assalto per entrare a Varsavia. Ancora una volta i Polacchi riescono a respingere i Tedeschi con pesanti perdite. La 4ª Panzer Division perde 80 dei suoi 220 carri inutilmente, un duro colpo per i Tedeschi che avrà conseguenze sulle scelte successive. Da ora in avanti l’assalto a Varsavia si trasforma in un assedio.

    10/09/1939 – Italia
    L’Italia dichiara la propria “non belligeranza”. Mussolini tenuto all’oscuro dall’alleato Tedesco sulle trattative con i Sovietici e sulle mire sulla Polonia si trovò impreparato. Per la politica Italiana comincia una nuova stagione, nelle settimane seguenti ci sarà il cosi detto “cambio della guardia”, una serie di rotazioni e sostituzioni di alte cariche dello stato e delle forza armate che avevano l’intento di iniettare energie nuove e più adeguate all’ipotesi di una imminente entrata in guerra.
     
  13. Silvan

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    10/09/1939 – Francia
    La BEF comincia a sbarcare in Francia.

    15/09/1939 – Pacifico
    Unione Sovietica e Giappone siglano un trattato di Pace.

    17/09/1939 – Polonia
    L’Unione Sovietica invade la Polonia come previsto nelle clausole segrete del patto di Non Aggressione.

    27/09/1939 – Polonia
    Varsavia si arrende ai Tedeschi.
     
  14. Silvan

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    05/10/1939 - Polonia
    La Campania di Polonia finisce. Unione Sovietica e Germania si spartiscono il controllo della Polonia.

    07/10/1939 – Francia
    La BEF completa lo sbarco in Francia. 158.000 uomini e 25.000 Veicoli.

    18/10/1939 – Russia
    L’Unione Sovietica invade l’Estonia.

    30/11/1939 – Russia
    L’Unione Sovietica attacca la Finlandia.

    12/03/1940 – Russia
    La Guerra tra Unione Sovietica e Finlandia finisce. La Finlandia cede territorio ma le perdite dei Sovietici sono altissime, la reputazione dell’Armata Rossa ne soffre.

    07/04/1940 – Scandinavia
    La Germania invade la Norvegia e la Danimarca.

    14/04/1940 – Scandinavia
    Truppe alleate sbarcano a Harstad, Norvegia.

    10/05/1940 – Francia
    La Germania invade l’Olanda, il Belgio e il Lussemburgo, a inizio l’operazione Fall Gelb la Campagna di Francia.
     

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  15. Silvan

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    12/05/1940 – Belgio
    Battaglia di Hannut. La 1° Armata Francese entra in Belgio e va incontro ai Tedeschi, il Corps De Cavalerie Francese forte di circa 700 mezzi corazzati si scontra ad Hannut con il XVI Panzer Corps Tedesco forte anch’esso di circa 700 mezzi corazzati. La battaglia tra carri è la più imponente mai combattuta fino adesso e prosegue anche il 13 maggio. Alla fine i Francesi cedono il campo ai Tedeschi subendo comunque meno perdite. La battaglia è una vittoria tattica dei Francesi che sono riusciti in questo modo a fermare i panzer tedeschi il tempo necessario alla 1° Armata di prendere posizione, ma anche per i Tedeschi si tratta di una vittoria in quanto sono riusciti a distogliere la 1° Armata ed il suo temibile corpo meccanizzato da Sedan dove invece si combatteva lo scontro decisivo per la Campagna di Francia.

    13/05/1940 – Francia
    I Tedeschi sfondano sulla Mosa all’altezza di Sedan il fronte Francese.

    14/05/1940 – Francia
    L’Olanda si arrende.

    17/05/1940 - Francia
    I Tedeschi catturano Bruxell.

    21/05/1940 – Francia
    I corazzati di Guderian raggiungono la manica isolando completamente la BEF e numerosi divisioni Francesi.

    21/05/1940 – Francia
    Battaglia di Arras. La BEF contrattacca con i suoi reparti corazzati nel tentativo di rompere l’accerchiamento Tedesco. Gli Inglesi colgono di sorpresa i reparti Tedeschi e arrivano ad un soffio dallo sfondare le linee nemiche. Solo l’intervento di Rommel che ha ordinato l’impiego dei pezzi antiaerei da 88mm ha permesso ai Tedeschi di salvare la giornata.
     
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    24/05/1940 – Francia
    I Tedeschi fermano la loro avanzata vicino Dunkerque. Hitler non è più disponibile a rischiare le sue preziose Panzer Division in situazioni a rischio. Goering assicura che l’annientamento delle forze alleate a Dunkerque verrà completato dalla Luftwaffe.

    26/05/1940 – Francia
    L’evacuazione da Dunkerque comincia.

    27/05/1940 – Norvegia
    Forze alleate catturano Narvik.

    28/05/1940 – Francia
    Il Belgio si arrende.

    03/06/1940 - Francia
    L’evacuazione da Dunkerque finisce. La riuscita dell’evacuazione trasforma una sconfitta militare in un successo psicologico.

    05/06/1940 - Francia
    Comincia la battaglia di Francia.

    09/06/1940 – Norvegia
    Le ultime truppe Alleate abbandonano Narvik. La Norvegia è in mano Tedesca.

    10/06/1940 – Italia
    L’Italia non entra in guerra. Mussolini preso atto del parere negativo dei vertici militari decide di proseguire la linea della non-belligeranza.
     
  17. Silvan

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    SECONDA PARTE
    La situazione Italiana nel Giugno del 1940.

    In questa seconda parte dell’ucronia si parlerà del contesto in cui il Governo Italiano, con a capo Mussolini, decise di entrare in guerra. Analizzare la situazione politica, militare ed economica dell’Italia seguire il percorso che la porto in guerra con quali prospettive, in quali condizioni, con che spirito ci consentirà di ipotizzare, con cognizione di causa, cosa avrebbe potuto cambiare quella decisione e valutarne gli impatti sugli eventi successivi.
    Per capire perché l’Italia entro in guerra il 10 giugno 1940 contro la Francia e l’Inghilterra bisogna fare un passo indietro e spendere qualche considerazione sulla politica internazionale tenuta dall’Italia a partire dalla sua unificazione, capirne le velleità e la visione strategia nel quadro geopolitico del Mediterraneo.
    Fin dall’Unità d’Italia, l’Italia ha cercato di crearsi uno spazio tra le potenze mondiali e una reputazione di grande nazione. La situazione interna presentava delle debolezze intrinseche che imponevano alla giovane nazione una condotta prudente e opportunista. L’Italia si presentava con un’economia debolissima un apparato industriale gracile e arretrato, l’unificazione era stato un processo lungo e sofferto che aveva portato all’unificazione politica e amministrativa ma quella sociale e morale era tutta da costruire.
     
  18. Silvan

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    Quelli tra il 1861 e la prima guerra mondiale furono anni di intenso fervore nazionalistico di tumultuosi cambiamenti sociali ed economici. Sulla scia degli ideali Risorgimentali e del nuovo irredentismo italiano il giovane stato mosse i primi passi in un contesto internazionale difficile dove affermare la propria identità e rivendicare il ruolo di grande potenza. Il primo passo fu la creazione delle colonie e il rafforzamento dell’influenza nazionale nel mare Mediterraneo.
    [FONT=&quot]Nel 1869 venne aperto il canale di Suez permettendo cosi la nascita di nuove rotte per le Americhe e per capo di Buona Speranza per collegare l'Estremo Oriente con i mercati dell'Europa. Il mediterraneo quindi riacquisto importanza e di conseguenza era anche aumentata l’importanza dell’Italia che grazie alla sua posizione geografica esercitava una certa influenza sulle rotte per il canale di Suez. La rilevanza strategica di questa posizione era tuttavia parziale e si sarebbe compiuta solo con il controllo, anche limitato dell’Africa nord-occidentale.[/FONT]
    [FONT=&quot]Nel 1881 con un colpo di mano la Francia si era impadronita della Tunisia, nonostante la presenza su quel territorio di una numerosa comunità italiana, i Francesi approfittarono della debolezza della posizione diplomatica italiana, e della compiacenza britannica che aveva tutto l’interesse che le due sponde del canale di Sicilia fossero occupate da due potenze diverse. L'unico territorio strategicamente utilizzabile per chiudere il passaggio fra i due bacini (Mediterraneo Occidentale e Mediterraneo Orientale) restava la Libia, dato che l'Egitto era sotto stretto controllo britannico, dopo aver stabilizzato l’intera area con la definitiva conquista del Sudan. Nel mentre l’Italia, per consolarsi della perdita della Tunisia, nel 1884 veniva conquistata Massaua dopo aver comprato la Baia di Assab dalla Compagnia Rubattino. Nel 1890 nasce la Colonia Eritrea nello stesso anno fu acquistato il possedimento della Somalia che passo sotto l’amministrazione del governo nel 1908.[/FONT]
    [FONT=&quot]Le ambizioni Italiane portarono addirittura l’Italia ad intervenire in Cina nel 1899-1901, durante la Rivolta dei Boxer, con un corpo di spedizione, al fianco delle altre Grandi Potenze; alla fine del conflitto, il governo cinese concesse all'Italia una piccola zona del porto di Pechino. [/FONT]
     
  19. Silvan

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    [FONT=&quot]Nel 1911 l'Italia era alleata con la Germania e Austria-Ungheria nella Triplice Alleanza, tuttavia manteneva anche ottimi rapporti diplomatici con la Gran Bretagna e la Russia, mentre le relazioni con la Francia erano altalenanti. Al contrario la situazione diplomatica della Turchia era molto meno brillante, dato che, in perenne contrasto con la Russia, si stava allontanando dall'alleanza franco-inglese (1909) per allinearsi con gli Imperi Centrali.[/FONT]
    [FONT=&quot]Giolitti colse le condizioni favorevoli e con una serie di abili manovre politiche riuscì a dichiarare guerra alla Turchia e cominciò la conquista della Libia.[/FONT]
     
  20. Silvan

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    La guerra italo-turca porto al controllo della Cirenaica e della Tripolitania e l’Italia si annesse anche le isole del Dodecanneso conquistate ai Turchi.
    Con lo scoppio della prima guerra mondiale l’Italia si trovo proiettata in uno scontro durissimo tra le maggiori potenze europee. Il Paese usci vincitore da quella prova tremenda, il dolore e le difficoltà di quegli anni insieme alla sempre viva propaganda nazionalista, basti ricordare D’annunzio, cominciarono a dare i primi frutti. Per la prima volta la penisola italiana unificata si senti unità in quella vittoria e in quell’ideale di Patria che tanti sacrifici aveva chiesto. Dal punto di vista internazionale l’Italia aveva ottenuto prestigio e poteva finalmente sedere da pari al tavolo delle grandi potenze europee e mondiali. I panni che vestiva in realtà le andavano ben più che larghi ma pur di non rinunciare a quel ruolo tanto agognato non si esito minimamente a far ricorso alla dissimulazione pur di convincere, e forse anche auto convincersi, della titolarità del nuovo ruolo acquisito.
    Gli anni seguenti al Primo conflitto mondiale furono di nuovo anni difficilissimi per l’Italia attraversata da una profonda crisi economica e sociale che sfociarono con la presa del potere del Fascismo che abilmente sfrutto a suo vantaggio il nascente sentimento nazionale unito al malcontento generale.
    Con la presa del potere Mussolini si trovo a condurre le redini di un paese scosso all’interno ma che godeva di una buona reputazione internazione quale potenza coloniale vincitrice del conflitto mondiale. Mussolini nella sua azione di governo segui due direttrici: una di politica interna volta a rafforzare il tessuto economico sociale e morale del paese e una di politica estera che nel solco tracciato dalla prima esperienza coloniale proseguiva la politica di espansionismo e di rafforzamento del ruolo di potenza mondiale. Mussolini ebbe sempre a lamentarsi per la spartizione delle colonie tedesche tra Francia e Inghilterra e promise che ci saremmo rifatti, l’occasione si presento nel 35-36 con la guerra di Etiopia che termino con la conquista dell’Impero Etiope e la nascita del vicereame dell’Africa Orientale Italiana. Finalmente il sogno coloniale dell’Italia viene realizzato, la volontà di affermarsi come potenza mondiale diviene realtà anche contro l’avversione internazionale in particolare di Francia e Inghilterra. La popolarità del regime raggiunse il culmine il paese intero partecipò all’impresa coloniale: i vertici politici e militari, ma anche gli industriali e le banche in vista dei lucrosi affari della guerra e delle opere pubbliche da realizzare nei nuovi territori. Ma il vero problema dell’Italia cioè il controllo del Mare Nostrum rimaneva inalterato, l’Italia si sentiva soffocata ad Est da Suez e ad Ovest da Gibilterra e Mussolini non nascose mai le sue ambizioni a proposito.
     
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