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Violenza: dall'anarchismo al relativismo e al populismo

Discussione in 'Off Topic' iniziata da SkySpace, 5 Febbraio 2017.

  1. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Beh, che andasse in giro con la spilletta di Che Guevara dimostra solo che era un idiota anche da giovane.

    Cerchiamo di non fare confusione. Il comunismo è nato dalla Rivoluzione d'Ottobre, che aveva come obiettivo la fine del massacro imperialista e coloniale della prima guerra mondiale e la fine dello sfruttamento capitalistico. Il fascismo è nato prendendo a randellate lavoratori e socialisti, distruggendo i diritti dei lavoratori e celebrando l'imperialismo e il colonialismo. Che poi il comunismo abbia commesso dei crimini va bene, ma c'è un enorme differenza tra spedire uno nei campi di concentramento per delle idee e spedirlo in un campo di sterminio perché è nato così: sono entrambi atti violenti e criminali, ma nel secondo caso non c'è proprio via d'uscita.

    Nel caso cinese, la maggior parte dei morti che gli storici di destra imputano al cattivone Mao sono dovuti ad una carestia dovuta ad una gestione miope e stupida certo, ma non certo ad un genocidio premeditato. Nel caso venezuelano parliamo di populismo di sinistra, non certo di comunismo, e non capisco quali "crimini" potrebbero aver commesso Chavez o Maduro se non quelli di difendere il proprio paese dal saccheggio neoliberista (ancora per poco mi sa).

    P.S. Non voglio giustificare Stalin o Mao, ma semplicemente evitare di assimilarli ai nazisti o ai fascisti.
     
  2. Prostetnico

    Prostetnico

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    Solo qualche antipatica considerazione, come se un Vogon...

    Interessante, quanto è distante il dire dal fare, i cattivi maestri dagli esecutori? Chi ha ancora voglia di sperimentarlo?
    Il pensiero di Voltaire è plausibile col presupposto-limite della disponibilità da parte di tutti a *cambiare idea*, col dialogo, ragionando, sulla base di dati per quanto possibile oggettivi. Ma il dialogo, il ragionamento, richiede delle doti ultimamente, come dire, cadute in disgrazia. Grossolanamente: è ragionevole predicare la superiorità di una razza o di una nazione o l'ugualglianza a tutti i costi o al limite "tifare" per una squadra? (badate che non è affatto necessario un interlocutore estremista) Io credo, e non so se qualcun'altro volesse esprimere questo concetto, che ciò che distingue l'uomo dalla bestia è proprio la possibilità alla ragionevolezza, che *non* è scontata: gli irragionevoli per definizione non hanno accesso al dibattito in quanto non lo concepiscono, negandolo a priori.
    Chiaramente tutto 'sto palco sta in piedi una volta definito cosa può essere ragionevole e cosa non lo è, il che porta dritto dritto a cosa abbia valore e cosa ne sia privo, avendo l'accortezza che nel dubbio, non va scelta una strada tra le tante, magari a maggioranza (...), ma vanno lasciate percorribili tutte: tolleranza. Non che sia facile, i "valori" sono dinamici e tanto più lo sono tanto meno sono facilmente accettabili, tollerare è un'operazione che affatica e temo che molti, se non l'hanno già fatto, stiano pensando a rinunciarci: l'alternativa, la legge della giungla, è molto più semplice, primitiva ma in tal caso mi arrendo.

    Altra cosa: vedo spesso tirato per i capelli il "pensiero scientifico", le "certezze della scienza", lo "scientismo". Io non so se tra di voi c'è qualcuno che con quel mondo ha a che farci; ribadisco che "scientifico" non ha nulla a che vedere con le certezze e con i dogmi, ha invece tutto a che vedere con il dubbio, l'incertezza, la costante messa alla prova proprio per trovare le falle! E se ci fate caso quelli che avversano questo "relativismo" sono proprio coloro con le più granitiche convinzioni, religiose, politiche, complottiste, culturali, fate voi. E' un argomento che porterebbe molto lontano, mi auguro solo che quando lo si voglia prendere in considerazione lo si faccia con un minimo di cognizione di causa.

    Del resto se oggi l'essere "gender" implicasse cagare oro e pisciare benzina, domani banche e distributori chiuderebbero.
     
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  3. bacca

    bacca

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    Ecco dunque qual è il processo “paradossale e tragico” dello statalismo: la società crea lo Stato come suo strumento, ma successivamente lo Stato si sovrappone, e la società deve cominciare a vivere per lo Stato. Ben presto non è sufficiente sostenere lo Stato con gli uomini di quella società, e bisogna chiamare gli stranieri: prima dalmati, poi germanici. Gli
    stranieri diventano padroni dello Stato e coloro che restano del popolo iniziale devono vivere come schiavi, sotto gente con cui non hanno nulla a che fare. «A siffatte conseguenze – conclude Ortega – porta l’interventismo dello Stato: il popolo si converte in carne e pasta che alimentano il mero “artificio” o macchina che è lo Stato. Lo scheletro consuma la carne che gli sta intorno».
    (José Ortega y Gasset, La Ribellione delle masse, 1930)
    Da Tramedoro.eu
     
  4. maie

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    Non si prende in giro Casapau!!111!!ONE

    https://www.nextquotidiano.it/ragazzino-pestato-un-commento-facebook/

    ¯\_(ツ)_/¯
     
  5. mattia I visconti

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    Son fascisti, sai la novità
     
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  6. bacca

    bacca

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    io è una settimana che sono sgomento per questa frase altrochè
     
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  7. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    L'ipotesi storiografica che butta comunismo e fascismo nello stesso calderone è sbagliata: si chiama teoria del totalitarismo ed è stata portata avanti da Hayek, von Mises, Hannah Arendt, Popper e Ernst Nolte con intenti scopertamente conservatori e reazionari. Comunque per spiegarti la differenza: il fascismo è una cattiva teoria ben applicata, il comunismo una buona teoria mal applicata.
     
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  8. Mappo

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    Ma il sangue delle vittime degli uni e degli altri ha lo stesso colore.
     
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  9. mattia I visconti

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    Anche questo è candidato al prestigioso Premio GAC
     
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  10. bacca

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    Ora sono ancora più sconvolto
     
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  11. bacca

    bacca

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    mi fa sorridere il fatto che mentre il comunismo ha fallito praticamente ovunque , il nazismo ha funzionato anche troppo bene , con l'unico neo di aver perso una guerra.
    Mi rendo conto però che prima di tutto il successo di una "teoria" dipende da chi la mette in pratica, ecco perchè in germania o svezia funziona anche il socialismo , mentre in sud america o Italia non funziona nulla.
    Poi ovvio , io ho posizioni libertarie per cui mi trovo con Von Mises o Hayek (anche se non ce li vedo cmoe reazionari nel senso italiano del termine) e associo senza difficoltà comunismo e nazismo in quanto entrambe teorie che hanno calpestato la libertà individuale in nome di un "bene superiore".
    Solo che tra le due , se devo scegliere, preferisco quella in cui il bene superiore è la nazione, rispetto a quella in cui il bene superiore è la teoria stessa , cioè la promessa di un un mondo in cui fosse abolito il potere dell'uomo sull'uomo.
     
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    Ultima modifica: 17 Febbraio 2017
  12. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Non in tutte le teorie di comunismo teorizzate e teorizzabili calpestano le libertà individuali dell'uomo, anche perché se il comunismo deve emancipare l'uomo, distruggendone le libertà civili e politiche ha fallito di partenza.
     
  13. bacca

    bacca

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    E' la messa in pratica di quelle teorie che la calpesta

    Edit: la volontà di normalizzare le posizioni umane , in modo che nessuno sia più forte, impone una sola logica applicativa, la negazione delle libertà individuali per imporre uno standard unico a cui tutti sono sottomessi.
     
  14. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Ma dipende come vanno applicate certamente! Come ho già detto se annulli le libertà civili etc. non realizzi il socialismo. Va realizzato per via democratica e popolare non con rivoluzioni impopolari o colpi di stato (sebbene la rivoluzione ha sempre il suo fascino)
     
  15. bacca

    bacca

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    Quindi permettere attraverso la democrazia a una maggioranza (o minoranza) di limitare le libertà individuali di altri individui è emancipazione è libertà?

    Questo è il Caos modero a cui ha portato la diffusione di idee socialiste e la loro mitigazione per renderle sopportabili ad un sufficiente numero di persone da rendere stabile il potere.
    Questa non è libertà, questo è fascismo.

    Ma per combatterlo ci vuole cultura, bisognerebbe sapere che le leggi non si creano ma si scoprono, che la legge non serve per governare, e il governo si deve essere democratico a maggioranza ma limitato ampiamente da una costituzione che veda nel potere del governo il massimo pericolo per la libertà , ecc...
     
  16. Prostetnico

    Prostetnico

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    Definire "libertà" please
     
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  17. bacca

    bacca

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    bella domanda, ti rispondo con due rimandi alla dichiarazione dei diritti dell'uomo del 1789

    "1. Gli uomini nascono e rimangono liberi ed eguali nei diritti. ....

    2. Lo scopo di ogni associazione politica é la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell'uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all'oppressione.

    ....

    Art. 4 – La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri: così, l’esercizio dei diritti naturali di ciascun uomo ha come limiti solo quelli che assicurano agli altri membri della società il godimento di questi stessi diritti. ...."

    Ossia il principio di non aggressione = Libertarismo​

    ".... Questi limiti non possono essere determinati che dalla Legge.

    5. La Legge non ha diritto di vietare che le azioni nocive alla Società. Tutto ciò che non è vietato dalla Legge, non può essere impedito e nessuno può essere costretto a fare ciò che essa non ordina.

    6. La Legge è l'espressione della volontà generale. Tutti i cittadini hanno il diritto di concorrere personalmente o per mezzo di loro rappresentanti alla sua formazione. Essa deve essere la stessa per tutti, sia che protegga, sia che punisca. Tutti i cittadini, essendo uguali ai suoi occhi, sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti ed impieghi pubblici, secondo la loro capacità e senz'altra distinzione che quella della loro virtù e del loro ingegno."

    Ossia la società , la legge , la volontà generale, il bene superiore sono sopra il diritto individuale = inizio del fascismo / socialismo​

    EDIT : so benissimo che è necessaria , sopratutto in certi contesti storici, una diminuzione delle libertà personali a favore di quelle collettive. Ciò che trovo inconcepibile è che questa diminuzione sia per garantire le stesse libertà personali che vengono negate (ti nego la proprietà per garantirti la proprietà) con l'unico risultato di un appiattimento in gergo "compressione" dei diritti verso il basso.
     
    Ultima modifica: 17 Febbraio 2017
  18. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Allora forse bacca non ti è chiaro. Se partiamo col presupposto di limitare qualsiasi tipo di libertà (anche tramite la democrazia), non stai realizzando il socialismo che voglio io.
    Col capitalismo, sebbene non come nei regimi totalitari e autoritari, non tutte le libertà vengono rispettate.
    Col socialismo e il comunismo che è stato applicato fin'ora, nemmeno.
    Io voglio qualcosa di diverso.
    Non voglio dittature del proletariato o lotte di classe, purtoppo mal si adattano al XXI secolo, ma la democrazia, lo strumento politico predominante negli stati capitalisti, perché non può essere usato per raggiungere il socialismo?
    Se la maggioranza in uno stato democratico vuole il capitalismo, in forme più o meno attenuate dalla presenza di uno stato sociale assistenziale, così sarà.
    Ma se vuole il socialismo, non può. "Annulla le libertà individuali". Evidentemente.
    Intanto l'unico caso in cui si sarebbe potuto vedere uno stato socialista per via democratica sarebbe stato il Cile di Allende.
    Un Cile che dopo l'intervento dei militari, come si è visto, ha ripristinato tutte le libertà individuali distrutte precedentemente da Allende.

    Attenzione! L'ultima riga presenta un forte contenuto di ironia
     
  19. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Ma se in un dato periodo storico, come quello prima della Rivoluzione d'Ottobre, le nazioni coloniali europee mandano alla mattanza il meglio dei loro giovani per pura volontà di potenza, non si può certo chiedergli gentilmente di andarsene perché stanno nuocendo ad altri: e se queste nazioni appena hai vinto ti circondano e finanziano i tuoi nemici non puoi certo continuare a rispettare la libertà di tutti (ovviamente non sino alla paranoia di Stalin). Il concetto di libertà è talmente astratto che enunciato così da solo fornisce di solito semplicemente una giustificazione per conquistare chi ne è ritenuto privo.

    Inoltre, sembra che tu ritenga il socialismo intrinsecamente collettivista. In realtà è il Fascismo che dice che libertà è nulla e che valgono solo la comunità di sangue e suolo. Secondo Marx la futura società socialista è quella in cui uno lavora qualche ora e poi può ascoltarsi una sinfonia o coltivare le sue passioni come meglio crede: per quanto ritenga stucchevole questa utopia, non si può negare che non tenga conto dell'individuo! Semplicemente lo fa in maniera diversa dall'individualismo astratto del liberalismo, che astraendo dall'individuo concreto ne fa solo una proiezione dell'uomo bianco borghese e proprietario (come tu stesso puoi vedere nell'art 2, il diritto alla proprietà).

    Non parliamo poi del neoliberismo di Von Hayek e Von Mises, che esaltano Inghilterra e Stati Uniti dell'Ottocento come patria della libertà quando invece nell'una si mandavano i disoccupati in case di lavoro o a morire in marina e nell'altra si trattavano i neri e gli indiani come spazzatura.
     
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  20. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Dipende, il socialismo populista dell'America Latina (Venezuela, Equador, Bolivia) sta sostanzialmente tentando di realizzare ciò che tu dici. Comunque il più grande ostacolo all'ulteriore diffusione di un sistema simile è il progressivo svuotamento della democrazia da parte dei ceti dirigenti (post-democrazia) e il controllo capillare dei media e dei mezzi di produzione. Per cui anche il raggiungimento di questo socialismo democratico richiederà molta fatica e forse anche violenza.
     
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