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Strategie militari italiane nel '900

Discussione in 'Età Contemporanea' iniziata da Felipe, 27 Ottobre 2011.

  1. MrBrightside

    MrBrightside

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    La K.u.K. Kriegsmarine era quasi pari alla Regia Marina nel 1915, anche aggiungendo i due incrociatori tedeschi di cui al momento non ricordo il nome e che scapparono in Turchia le cose non sarebbero cambiate molto; aggiungendo le altre forze dell'Intesa gli austriaci erano senza speranze in tutti i settori, esclusa l'aviazione navale in cui erano relativamente numerosi e in gamba. Quindi hanno fatto bene a non muoversi quasi mai, nelle poche occasioni in cui lo hanno fatto hanno colpito piuttosto duro.
     
  2. Vestinus

    Vestinus

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    per le teorie militari ottocentesce...quella italiana non dovrebbe essere sulla falsa linea delle teorie Jominiane?
     
  3. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Nel Mediterraneo: bisogna passare dall'Adriatico. L'Adriatico è pieno di sottomarini e motoscafi italiani e cmq la Regia Marina dista solo pochi chilometri (l'Adriatico è mediamente largo 150 km), arrivare fino allo stretto di Otranto sarebbe stato uno stilicidio di navi. E a Otranto cosa avrebbero trovato? Ancora più sottomarini e motoscafi, sbarramenti di mine, navi inglesi giunte da Alessandria d'Egitto e francesi da Marsiglia... non avrebbe giovato a nulla uno scontro decisivo in Adriatico, e pericoloso ed inutile anche bombardare le coste italiane. Meglio tenere le navi di scorta per eventuali momenti più favorevoli, o anche per il dopoguerra, che nessuno pensava sarebbe stato così devastante per gli Imperi.
     
  4. Lister

    Lister

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    avete un po' travisato il mio (non chiaro) commento.
    Speranze per l'IR marina in uno scontro nell'adriatico-mediterraneo non ve ne erano (o erano pochissime). La strategia adottata, sottomarini (soprattutto tedeschi), navi di basso tonnellaggio e fulminee incursioni, era l'unica adottabile. Anzi, in ogni scontro si sono mostrati estremamente professionali e combattivi, e anche la qualità dei mezzi (tranne i sommergibili) era notevole.
    Mi chiedo del perchè non cercare uno scontro nell'estate del 1918. La disciplina iniziava a incrinarsi, si creavano soviet e collegi nazionalistici sulle navi, o almeno vi erano le prime avvisaglie. La guerra iniziava ad andare male. Perchè non cercare la gloria in una grande battaglia? Era un enorme azzardo, ma tanto... La storia del risparmiare vite umane non ha senso farla (siamo o no durante la IWW?) e pure il discorso di preservare la flotta per sedersi al tavolo delle trattative un po' più forti lascia il tempo che trova. Gli alleati erano consci di poter bloccare tutta la flotta asburgica nell'Adriatico, quindi...
     
  5. MrBrightside

    MrBrightside

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    Non me ne intendo molto, ma all'atto pratico quand'è che le avremmo messe in pratica?

    Per essere precisi, veramente gli Austriaci sono arrivati al canale d'Otranto, o sono usciti dal porto per farlo, a quanto mi risulta ventisette volte dal 1915 al 1918, affondando alcune decine di navi dell'Intesa, le più importanti delle quali furono un paio di cacciatorpediniere. La maggior parte erano pescherecci requisiti. Niente di decisivo comunque. Anche i bombardamenti contro le nostre coste e le infiltrazioni di commandos furono abbastanza numerose. Risultati zero, o quasi.

    Anche gli italiani a Lissa sono usciti in mare senza sapere esattamente cosa fare, ma "tanto per fare qualcosa, qualsiasi cosa". Con ottimi risultati. A parte tutto, mi sfuggono i vantaggi pratici di una simile azione: l'unica volta in cui le corazzate moderne sono uscite dai porti, una è affondata.
     
  6. Lister

    Lister

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    Me ne rendo conto, ma che utilità ha avuto creare una marina comunque notevole, una flotta d'alto mare, e non utilizzarla MAI. Capisco, come detto, all'inizio del conflitto... ma quando l'ago della bilancia iniziò a pendere dalla parte dell'Intesa perchè non cercare una battaglia risolutiva? Discorso che si può allargare, a maggior ragione, alla Hochseeflotte...
     
  7. MrBrightside

    MrBrightside

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    Stiamo andando OT, dovremmo parlare degli italiani e non degli austriaci.
     
  8. generalkleber

    generalkleber

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    La questione riguardava le tattiche italiane (non la strategia, pertanto). IL fatto è che una guerra come la I G.M. non se l'era aspettata nessuno, per cui ad essere impreparati furono un po' tutti. Tedeschi compresi. Vero che dall'agosto del 14 al maggio del 15 ci sono quasi 10 mesi ma occorre considerare che le strutture militari dell'epoca erano, tutte, assai rigide e restii a cambiare, cosicché 10 mesi non sono poi moltissimi. Del resto imparare che? Nella primavera del 15 quasi tutti pensavano che si potesse riprendere un'offensiva e chi non ci pensava, Falkenhayn, era meglio ci avesse pensato: Verdun finì per logorare i tedeschi più dei francesi. Quiondi non era facile che in Italia, CAdorna potesse aver compreso più di tanto. Consideriamo il cambio di comandante, il cambio di alleati, il cambio di fronte su cui combattere: si dovette improvvisare moltissimo con una struttura industriale modesta assai. I limiti di Cadorna, che inizia l'offensiva e si ferma perché non vede austriaci, aggravarono le cose. Ma nessuno aveva ancora appreso a come superare il vantaggio della difesa sull'offesa in campo tattico. Cosicché a parte le scelte scellerate delle spallate reiterate là dove il nemico è più forte (e non dove è più debole) sul piano tattico non è che si potesse fare molto di più. Avevamo, anzi, un corpo addestrato alla montagna e questo non è poi pochissimo. Ci immaginiamo, che so? gli inglesi sulle Alpi invece che sulla Marna? Imparare dai resoconti è diverso che imparare sul campo e i tedeschi furono decisamente più abili di tutti a farlo. Ma anche loro ci misero del tempo. Infine consideriamo una cosa: che oggi noi sappiamo, perché tutta la storiografia punta lì, che in Francia la guerra di trincea era quello che era. Ma in tutti gli altri fronti, compresa in fondo Gallipoli visto che poi gli inglesi se la filarono, la guerra ebbe notevoli fasi di movimento. Non era quindi detto che nel 1915 l'unica cosa da imparare fosse far funzionare bene la guerra di trincea. In fondo l'assedio di Port Arthur aveva già dimostrato la superiorità della difesa ma nessuno aveva pensato di apprendere qualcosa. Insomma, eravamo come gli altri, con debolezze che derivavano dalle nostre radici sociali più che dall'insipenza (che pure c'era: ma anche quella un prodotto sociale) dei generali. L'offensiva di Caviglia nel 1918, con un fiume da passare, poteva dare molti punti a molte avanzate inglesi, americane e francesi nello stesso periodo.
     
  9. generalkleber

    generalkleber

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    Veramente l'intenzione di Horty, assunto il comando, era proprio questa. E' che non riuscì a farlo. E un po' fu merito della nostra marina!:)
     
  10. Lister

    Lister

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    Più che non riuscì non ebbe la volontà (coraggio) di proseguire... a par mio
    Vedo sempre le grandi flotte oceaniche, per i paesi che avrebbero dovuto conquistare il controllo dei mari, uno spreco immane di risorse e denaro... Mi rendo conto degli enormi pproblemi e delle disastrose conseguenze di un fallimento, ma, ad esempio, tra autoaffondarsi a scapa flow o rischiare uno scontro, anche in inferiorità, militarmente parlando non ci sono paragoni
     
  11. andy

    andy

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    Beh la Leonardo da Vinci e la Benedetto Brin pare le abbiano affondate loro.
     
  12. MrBrightside

    MrBrightside

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    E' possibile, ma mancano le prove definitive. Comunque se è stato, non si tratta di azioni di guerra eseguite indossando la propria divisa. Io avevo in mente l'attacco al porto di Ancona, il bombardamento di Porto Corsini...
     

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