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sfidAAR2: DAoS, Patriarcato di Aquileia

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Dark_Angel_Of_Sin, 25 Settembre 2010.

  1. nirian

    nirian Guest

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    anch'io sono malato d'influenza :piango:
    comunque vi leggo tutti
     
  2. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il patriarcato di Antonio II - parte 2a

    Nei primi mesi del 1500 un'altra importante riforma della marina fu completata; nello stesso periodo fu anche rinnovata l'alleanza con Bisanzio.
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    L'anno successivo trascorse tranquillo, tuttavia, nell'aprile del 1501, venne ritrovato in un antico monastero croato un manoscritto. Questo codice era una raccolta di diplomi imperiali, risalenti al periodo immediatamente successivo a Carlo Magno, per l'area balcanica. I monaci dell'Ordine, che per primi erano riusciti a mettere le mani su questo, si affrettarono a mandarlo al loro Maestro, convinti che il prestigio dell'Ordine stesso sarebbe stato accresciuto da questa nuova acquisizione. Circa un mese dopo il volume arrivò finalmente tra le mani del professore che, divorato dalla curiosità, si mise a leggerlo; dopo poche pagine fece una scoperta rilevante; un diploma di Ludovico I asseriva, infatti, che la provincia del Banato era indissolubilmente legata al possesso
    delle provincie croate: un casus belli perfetto per attaccare il regno d'Ungheria, possessore illegittimo della provincia.
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    Così il professore corse ad informare il Patriarca, che colse al volo l'occasione ridimensionare l'antico rivale. Questa fu la genesi della seconda guerra tra Aquileia ed Ungheria: dalla parte di Antonio II si schierarono, fedeli alleati, Bisanzio e l'Austria; con il re d'Ungheria il Brandeburgo, la Danimarca e la Baviera. Subito dopo le armate patriarcali ricevettero l'ordine di marciare verso le terre del nemico.
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    Nel giro di pochi mesi le truppe aquileiesi giunsero a cingere d'assedio Nis, Pecs, Bulgaria, Szolnok, Banat ed Oltenia, praticamente indisturbate dato che il grosso dell'esercito ungherese era impegnato nell'epica battaglia di Pecs. Anche gli austriaci colsero delle sfolgoranti vittorie, avanzando rapidamente nel nord dell'Ungheria e verso la Baviera.
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    Nel dicembre dello stesso anno le provincie di Pisa, Romagna, Osijek e Bosnia vennero ufficialmente riconosciute come parte del dominio Patriarcale. Il mese successivo vide la sconfitta delle truppe di Antonio II nella battaglia di Pecs, sconfitta che, tuttavia, non suscitò grande clamore in quanto le truppe aquileiesi avevano tenuto testa ad una forza di gran lunga maggiore per molto tempo, permettendo così alle altre armate di avanzare indisturbate nel resto del paese ed a conquistare il Banato; nello stesso periodo avvenne anche una grande insurrezione dei nazionalisti serbi e fu siglata una pace bianca con la Danimarca, che non voleva più essere coinvolta in dispute lontane dalle proprie terre.
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    Qualche mese dopo anche la Baviera chiese la pace al Patriarca che la costrinse a cedere la provincia di Schwaben all'Austria. Nel frattempo le vittorie patriarcali continuavano; l'ungheria era quasi ridotta allo stremo.
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    Nel marzo dello stesso anno, però, si ebbe la prima defezione nell'alleanza patriarcale: l'Austria chiese, ed ottenne, una pace separata; mentre le truppe di Antonio II continuavano di vittoria in vittoria. Il Patriarca non prese molto bene questa defezione, primo sintomo di un deterioramento dei rapporti austriaco-aquileiesi.
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    Mentre la guerra infuriava al nord, la provincia di Gorizia passò in mano ai protestanti. Questo fu imputato al Vescovo di tale città, considerato troppo tenero nei confronti degli eretici, che venne quindi rimosso e rimpiazzato da un vescovo più duro. Qualche mese dopo, per tentare di arginare la massiccia conversione dei più umili al protestantesimo, il Papa decise di tenere un concilio a Gibilterra, per contenere l'espansione eretica; durante gli stessi giorni la provincia di Szolnok venne conquistata.
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    Successivamente caddero la Bulgaria, Walacchia e Nis; tuttavia queste vittorie furono bilanciate dal successo della rivolta nazionalista in Serbia, che vide il patriarca costretto a togliere alcune armate dal fronte per spedirle a sconfiggere i rivoltosi.
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    Nei mesi successivi gli ungheresi tentarono di contrattaccare lungo tutto il fronte ma non riuscirono mai ad impensierire le armate aquileiesi che, nonostante i ripetuti attacchi nemici, riuscirono a conquistare Pecs, Transylvania, Partium e Walacchia; nonché togliere la Serbia dalle mani dei nazionalisti; nonostante la gran parte dell'Ungheria fosse sotto il controllo patriarcale, Antonio II era ben deciso ad impartire una seria lezione agli
    ungheresi, cercando di renderli inoffensivi.
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    L'avanzata aquileiese parve davvero inarrestabile; infatti gli ungheresi furono ben presto ridotti a controllare due sole provincie al nord, per di più tenute sotto assedio dai patriarcali. Tuttavia anche la situazione interna al Patriarcato era in continuo movimento; infatti la Slavonia si convertì al protestantesimo, Verona fu ricondotta alla vera fede e un'altra riforma dell'amministrazione diede i suoi frutti. In quegli anni, oltre alla diffusione del protestantesimo, anche un altro avvenimento scosse il mondo cattolico: Napoli conquistò Roma, costringendo il Papa a fuggire in germania, precisamente nell'Anhalt; in aggiunta a questa notizia poco felice, il Patriarca ricevette anche la comunicazione che la cavalleria era stata annientata dai ribelli di Pecs e che una nuova rivolta era scoppiata in Serbia.
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    Ad ogni modo nel Novembre dello stesso anno l'Ungheria fu costretta alla pace; i termini della resa non furono particolarmente duri: cessione di Warmia e Plock ai bizantini, di Oltenia e Banato agli aquileiesi; inoltre gli ungheresi vennero costretti a lasciar cadere le loro mire su Cracovia ed a liberare la Bulgaria, che venne affidata ad un metropolita amico di Aquileia e Bisanzio.
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    Durante lo stesso giorno il Patriarca decise di abbracciare la nuova fede riformata; per così avere degli strumenti migliori nella lotta alle eresie. Tuttavia questa scelta non fu ben vista, per motivi diversi, da entrambe le fazioni principali dell'agone politico del Patriarcato: l'Ordine temeva la concorrenza dei Gesuiti, mentre i 'nuovi' conservatori non vedevano di buon occhio un cambiamento così repentino nella religione di stato, soprattutto perché approvato da un Papa tedesco.
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    Le armate furono così richiamate in patria per sonfiggere i ribelli; cosa che fecero nell'arco di pochi mesi. Dopo questa parentesi rivoltosa lo Stato patriarcale passò i due anni successivi rafforzandosi all'interno, grazie ad ulteriori riforme dell'amministrazione ed all'annessione dell'ordine dei gesuiti a quello del professore, ed all'esterno, instaurando buoni rapporti con il resto delle nazioni europee. Tuttavia i Napoletani si erano fatti sempre più minacciosi dopo l'annessione di Roma, così nell'aprile del 1507 il Patriarca ordinò la falsificazione di alcuni documenti del nemico per poter così giustificare una guerra preventiva agli occhi degli alleati.
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    ...
    tbc
     
  3. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il patriarcato di Antonio II - parte 2b

    Per questa nuova guerra venne mobilitato tutto l'esercito patriarcale, tranne la nuova cavaleria, che ebbe l'incarico di vigilare sulle provincie balcaniche. L'offensiva venne portata avanti su due fronti: quello greco e quello italiano. In grecia le armate patriarcali non incontrarono praticamente resistenza, l'unica forza napoletana, che contava un migliaio scarso di fanti, venne travolta dopo poche settimane dall'inizio della guerra; queste vittorie avvennero nonostante le truppe di Antonio II furono lasciate sole dall'ormai ex-alleato bizantino. Similmente, sul fronte italiano, le forze napoletane non furono in grado di instaurare una linea di difesa tra Roma e l'Abruzzo; vennerò così anche loro travolte dall'onda patriarcale e costrette ad arretrare in Puglia e Napoli.
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    Con l'arrivo di nuove truppe l'offensiva fu ripresa in Italia: all'aprile 1508 tutte le provincie della penisola risultavano o conquistate, o cinte d'assedio dalle forze aquileiesi.
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    La guerra si protrasse ancora per un anno, tempo necessario affinché tutte le provincie cadessero: così il re di napoli fu costretto a subire la pace del Patriarca, che prevedeva la cessione di Puglia, Abruzzo, Roma, Albania e Janina; le ultime due sarebbero poi state girate ai bizantini, per ingraziarne la nuova entrata nell'alleanza.
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    L'anno 1509 vide una nuova pace scendere sui territori aquileiesi, pace che portò molto presto importanti risultati come la creazione della figura del prefetto provinciale, utile per garantire la giustizia anche a livelli più bassi rispetto a quelli delle giurisdizioni dei tribunali di regione. Anche nel campo internazionale si assisté ad una politica dinamica con l'acquisizione della maggioranza, da parte aquileiese, in seno al consiglio Papale. Tuttavia, se per il patriarcato fu un periodo di pace, in europa si assistè a due importanti guerre: quella Franco-Austriaca, e quella, minore ma non meno importante per gli interessi di Antonio II, tra Bulgaria e Napoli.
    Grazie alla grande stabilità interna acquisita durante questo periodo il Patriarca decise di passare una nuova riforma di centralizzazione dello Stato che venne accolta, come prevedibile, da un lieve calo nella stabilità dello stato.
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    Pochi mesi dopo, temendo una vittoria francese contro l'Austria, i bizantini decisero di spostare la loro capitale ad Atene, più protetta di Costantinopoli, circondata dal nemico. Intanto la guerra tra Napoli e la Bulgaria era finita, con la cessione di una provincia ai bulgari; come anche quella tra Francia ed Austria, che vide il passaggio di metà della svizzera sotto il controllo asburgico. Pochi giorni dopo il piccolo stato di Mantova decise di espellere la delegazione patriarcale dal loro suolo nazionale. Questo fatto non mancò d'irritare Antonio II, che decise di dare una lezione al piccolo stato: tuttavia Mantova fu capace di creare in pochi giorni una grande coalizione anti-aquileiese con Napoli, Ungheria, Olanda e Milano.
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    Pochi giorni dopo l'esercito mantovano fu annientato dalle forze aquileiesi, che avanzarono anche in Calabria, Wallachia, Macedonia, Transylvania, Szolnok e Pecs; senza incontrare particolari resistenze da parte del nemico. Dopo 120 giorni cadde Mantova e lo stato venne annesso; nello stesso giorno l'esercito patriarcale riuscì a compiere anche un'altra gloriosa impresa: sconfiggere i napoletani a Napoli.
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    Qualche mese dopo anche Milano chiedeva la pace, offrendo la rinuncia alle loro mire su Verona e Siena; pace che fu accettata dal Patriarca che ebbe così il modo di spostare le truppe impegnate in quel fronte e di dare un chiaro segnale di stop alle ambizioni austriache sull'italia del nord, cosa che non mancò di scontentare il sovrano asburgico.
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    Nei mesi successivi le armate aquileiesi, austriache e bizantine non incontrarono grande resistenza nemica e furono capaci di prendere Ersekujvar, Macedonia, Napoli, Walacchia, Calabria, Partium e Transylvania senza che venire costretti ad una battaglia campale. In sostanza la guerra stava procedendo alla grande; tuttavia la situazione interna era presto degenerata a tal punto da indurre il patriarca a chiedere la pace a Ungheria e Napoli. Grazie alla posizione di forza acquisita con le vittorie precedenti fu facile per i diplomatici aquileiesi costringere il sovrano ungherese a cedere Walacchia e Transylvania al Patriarcato e Moravia agli austriaci, come riparazione per la perdita di Milano, poi furono costretti a riconoscere la sovranità aquileiese sulla provincia
    del Banato ed a pagare delle indennità di guerra.
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    Lo stesso giorno anche Napoli scese a patti, concedendo la Calabria e la Macedonia agli aquileiesi, e rinunciando alle loro mire espansionistiche su gran parte dell'Italia. Qualche giorno dopo la provincia di Macedonia venne girata ai bizantini, come pegno d'alleanza.
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    Grazie alle due vittoriose guerre il Patriarcato occupava ora una vasta porzione d'europa; per questo motivo gli anni successivi vennero impiegati per adeguare le strutture amministrative delle nuove provincie agli standard patriarcali; oltre a questo numerose riforme vennero attuate per far abbandonare i particolarismi locali e far abbracciare ai cittadini l'idea di appartenere tutti ad un'unica Nazione. Per rinforzare le riforme, e fronteggiare i nemici, venne anche cominciata una grande campagna di reclutamento per l'esercito.
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    Nel novembre dello stesso anno, mentre nel patriarcato si continuava a riformare per trovare una nuova unità nazionale, si assistè alla proclamazione della regina d'Olanda ad imperatrice del SRI: un caso unico e destinato a creare pericolosi precedenti.
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    L'anno seguente passò in relativa calma, mentre il 1514 vide grandi progressi: primo tra tutti la Dichiarazione di Indulgenza. Questa permetteva, finalmente, ai non cattolici libertà di culto ed anche l'accesso a tutte le cariche civili e militari: le ultime vestigia di medioevo cattolico venivano così spazzate via dal progresso aquileiese.
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    Nel marzo dello stesso anno accadde l'impensabile: il monarca austriaco decise di rompere la secolare alleanza con Aquileia, stufo di vedersi negata l'espansione in italia. Per tutelarsi, dopo la perdita del più fidato tra gli alleati, il patriarca decise di rivolgersi ad un'altra potenza allora in piena espansione: la cattolicissima Lituania, che accettò l'accordo avendo anch'essa mire sull'Ungheria.
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    Definitivamente il 1514 fu l'anno delle riforme; dopo la Dichiarazione di Indulgenza, venne approvato una riforma che consentiva l'istituzione di università degli studi, sul modello di quelle italiane; poi venne anche promulgato l'atto di uniformità: che mirava ad unificare la Chiesa, anche attraverso l'uso di un libro di preghiere e riti standard
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  4. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    prossimo update prossimamente..in un paio di giorni, spero!

    stay tuned!

    saluti
    DAoS
     
  5. Dark_Angel_Of_Sin

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    Europa Nord-Orientale
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    Europa Nord-Occidentale
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    Europa Sud-Orientale
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    Europa Sud-Occidentale
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    Il mondo
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    Aquileia e vassalli
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  6. bacca

    bacca

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    a mio parere, sembra un'azzardo l'alleanza con la LItuania, sopratutto dopo che lo vista cadere e sparire nel giro di pochi mesi. E' grande ma anche molto debole. Non riesci piuttosto a trovare amici a Madrid o Parigi?
    Forse ti dovrebbe arrivare a breve la quarta idea, gov 17, perchè non tentare l'invasione in America e battere sul tempo la Spagna?
     
  7. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    la lituania l'ho vista abbastanza bene.. negli anni successivi (fino al 1530) si è sempre rivelata utile, soprattutto in chiave anti-ungherese.. alla peggio se si infognano in qualche guerra inutile lascio perdere l'alleanza! XD
    Per quanto riguarda Parigi, sto cercando di portare le relazioni in alto ma essendo scomunicati decrescono più in fretta di quanto io le alzi :( comunque cercherò di farcela, può tornare utile contro l'Austria (anche se nella guerra precedente le hanno prese) ma c'è il conflitto in algeria; la Castiglia anche potrebbe essere utile, finora non ci ho pensato in effetti XD
    per il gov17 ho preso un'altra idea; lo scopo principale, per ora, è espandermi in europa; la prossima idea, però, sarà sicuramente quella coloniale (anche se ho intenzione di arrivare al corno d'africa asfaltando i mamelucchi!)


    saluti
    DAoS
     
  8. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    domani, o lunedì, metto su l'ultima parte di Antonio II, 1515-1530

    saluti
    DAoS
     
  9. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Mi sono letto tutto questo AAR solo adesso e devo dire che è fantastico: l'unica cosa che non capisco è il tuo chiedere provincie in favore di alleati come Bisanzio o l'Austria: non bisogna mai lasciare crescere stati come l'Austria.

    Comunque anche io avevo fatto una bellissima partita col Patriarcato, solo che a differenza tua mi ero concentrato solo sull'Italia.
     
  10. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    innanzitutto: grazie!!!
    per quanto riguarda l'austria, la provincià là se l'è presa perché non mi sono accorto che, nella pace, andava a loro :( cmq la riprenderò (assieme a Trento), con le buone o le cattive, eh!
    per quanto riguarda bisanzio: sono provincie che non mi interessano, dovevo solo toglierle ai napoletani; quindi ho optato per dargliele in modo da fare un'pò di role-playing ;) (una bisanzio controllata dal pc non è praticamente mai un problema; adesso infatti le ha prese dalla Francia.. O_O )

    saluti
    DAoS
     
  11. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Patriarcato di Antonio II - parte 3a

    Il 1515 portò buone nuove dal fronte africano; infatti il deposto sovrano di Tunisi morì, concedendo agli aquileiesi la rivendicazione della Tripolitania.
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    Così il Patriarca decise di usare questa rivendicazione per espandere i suoi domini in africa a spese di Tripoli e del Marocco, sul quale pendeva la crociata papale, suo alleato. Così, il 5 luglio 1515 venne dichiarata la guerra contro Tripoli, Marocco, Kanem Bornu e Swahili; subito i lituani ed i bizantini risposero all'appello aquileiese.
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    Pochi giorni dopo la dichiarazione di guerra le armate patriarcali cominciarono ad avanzare verso Tripoli, in quanto il piano era di mettere fuori gioco prima loro, per poi concentrare l'attenzione sul Marocco; gli altri due stati africani non rappresentavano un problema, in quanto molto lontani.
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    Anche questa guerra vide grandi successi per il patriarcato; infatti nel giro di due settimane l'esercito tripolino, sotto il comando del sovrano Ali II, fu annientato in una serie di battaglie sulla costa della cirenaica, mentre Tripolitania e Gabes venivano cinte d'assedio. Il 20 dicembre cadeva Gabes, consentendo alle armate patriarcali di continuare l'offensiva, attaccando Sirt; mentre un'armata mercenaria, appena sbarcata a Tunisi cominciava l'avanzata verso il Marocco, cingendo d'assedio Biskra. Qualche mese dopo un'altra armata mercenaria venne spedita nel magreb, per portare avanti l'offensiva contro i marocchini; questa volta, tuttavia, il Patriarca riuscì ad ingaggiare anche dei pezzi d'artiglieria, che sarebbero presto stati testati contro la piazzaforte di Aures.
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    Pochi giorni dopo cadevano Tripolitania e Biskra, gli eserciti di Antonio II poterono così avanzare ancora in territorio nemico; verso la Cirenaica e Aures. Le province tripoline non resistettero ancora a lungo, dopo pochi mesi entrambe le città, infatti, cadderò in mano aquileiese, avendo sotto controllo tutto il loro territorio Antonio II si affrettò a chiedere la pace ed a chiudere il fronte, chiedendo Gabes, Sirt e Cirenaica.
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    Qualche giorno dopo, sotto i colpi dell'artiglieria patriarcale, cadeva pure Aures; così anche il Marocco fu obbligato a chiedere la pace. Vennero chieste Aures e Biskra, e il sovrano marocchino fu ben lieto di concludere la guerra in quanto impegnato anche contro gli Ottomani. Tuttavia Swahili e Kanem Bornu restavano in armi.
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    Nell'agosto del 1517 anche gli ultimi stati africani chiesero una pace bianca; così Antonio II si ritrovò ancora in pace, tuttavia la provincia della Tripolitania resisteva in mani nemiche: fu quindi approntato un piano per riprenderla prima possibile, mandando sempre più reclute ad ingrossare le file delle armate africane. Tuttavia, l'arrivo della pace esterna non portò anche una conseguente pace interna; in quanto i napoletani erano sempre attivi a fomentare i ribelli, che riuscirono a conquistare la Calabria, subito stretta d'assedio dalle forze patriarcali, che sconfissero, durante l'epica battaglia degli abruzzi, le forze ribelli.
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    I due anni successivi videro un intenso lavoro, da parte dei generali aquileiesi, per riformare l'esercito; questo si completò nel settembre del 1519, con l'introduzione di svariati accorgimenti tattici, avrebbero dovuto permettere alle truppe patriarcali di combattere meglio i nemici della fede. Questi nuovi accorgimenti si dimostrarono fondamentali nelle battaglie di Walacchia ed Oltenia contro i nazionalisti rumeni, che vennero annientati.
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    Nel marzo del 1520, un drappello di esploratori nell'africa nord-occidentale scoprì una nuova provincia, non reclamata da nessuna potenza; così il Patriarca decise di mandare dei coloni ad occuparla, e stabilire un collegamento tra le terre patriarcali ed i domini marocchini, per facilitare l'avanzata delle truppe aquileiesi nell'imminente guerra. A questo scopo fu il generale Fabrizio Mancini fu assunto a corte come consigliere, vista la sua esperienza sui campi di battaglia.
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    Nel giugno dello stesso anno il primo insediamento coloniale nella provincia di Tuat fu completato; vennero quindi inviati altri coloni, per espanderlo. In patria, però, la situazione era peggiorata con i nazionalisti urbinesi che avevano preso il controllo di Roma, e sconfitto ripetutamente le forze aquileiesi mandate a contenere la rivolta. Tuttavia, dopo un'anno di scaramucce l'esercito regolare riuscì ad avere ragione dei ribelli ed a riconquistare la città eterna. Nello stesso periodo s'iniziò a coltivare grano nella nuova provincia di Tuat e la provincia di Tripoli venne finalmente riconosciuta parte integrante del patrimonio di Antonio II. Grazie a questo consolidamento il Patriarca decise di sferrare il colpo decisivo contro Tripoli, essendo la tregua appena scaduta.
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    Nel giro di pochi mesi le truppe patriarcali catturarono la Tripolitania, ponendo così fine al dominio musulmano sulla regione. Tuttavia sul fronte occidentale le situazione si presentò subito sfavorevolmente, con la conquista marocchina di Tuat ed il conseguente sterminio dei coloni. Quest'azione fece arrabbiare non poco Antonio II che mandò subito tutte le truppe disponibili ad affrontare le truppe del sultano Mammi III, sconfiggendol facilmente e riconquistando Tuat nel giro di un mese.
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    Tuttavia la marcia delle truppe verso il fronte africano occidentale fu ostacolata da rivolte di fondamentalisti musulmani nelle provincie africane, che vennero facilmente sedate. Nel frattempo il Patriarca proseguì la sua opera di centralizzazione, supportato dal nuovo Maestro dell'Ordine e delle frange più moderate dei vescovi-cardinali.
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  12. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Patriarcato di Antonio II - parte 3b

    Pochi mesi dopo il sultano del marocco morì, lasciando il trono al figlio Hashim I, che, tuttavia, fu facilmente sconfitto a Tuat e Figuig, che venne posta sotto assedio. Nel frattempo i lituani erano sbarcati sulla costa occidentale.
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    Con la conquista di Figuig da parte delle armate patriarcali venne conclusa anche questa guerra; il sovrano marocchino, infatti, riconobbe il dominio aquileiese su quella provincia.
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    L'anno successivo passò in relativa calma, solo un paio sporadiche rivolte scossero l'equilibrio dello Stato. Nel luglio dello stesso anno venne effettuata una riforma del sistema commerciale, sperando di generare così nuovi introiti per le casse del patriarcato, particolarmente esauste dalla guerra in africa e dalle due guerre intraprese per aiutare Bisanzio contro Creta e la Lituania contro l'Ucraina e la Moldavia.
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    Qualche mese dopo, grazie al servizio segreto patriarcale, vennero scoperti dei piani di costruzione di un nuovo tipo di grossa imbarcazione: la caravella. Il patriarca, su consiglio degli esperti dell'Ordine, diede subito incarico ai cantieri di Venezia, Trieste e Zagabria di cominciare la costruzione di queste nuove imbarcazioni, per rinforzare la flotta. Verso la fine dell'anno un nuovo scienziato venne chiamato alla corte, Geronimo Sfondrati, per occuparsi della degli opifici statali.
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    Durante l'anno successivo Creta e la Moldavia cessarono di esistere, mentre l'Ucraina fu costretta a pagare un forte tributo alla Lituania. Sul fronte interno fu un anno abbastanza tranquillo, vennero anche completate tre caravelle, che furono subito assegnate alla flotta. Nel dicembre del 1525 Sfondrati venne brutalmente ucciso da sicari stranieri, l'indagine venne affidata, come al solito al servizio segreto dell'Ordine; al suo posto fu chiamato Pagano Caracciolo, di Ancona, con lo stesso incarico. Qualche mese dopo, nel febbraio 1526, i monaci scoprirono importanti documenti, che indicavano come responsabili dell'uccisione del consigliere patriarcale, dei sicari che dipendevano direttamente dall'Ungheria. Quest'occasione venne colta al volo da Antonio II, che dichiarò immediatamente guerra agli ungheresi, subito la Lituania e Bisanzio dimostrarono la loro fedeltà all'alleanza, mentre Baviera, Ragusa, Brandeburgo e Boemia si schierarono con il nemico.
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    Le prime fasi della guerra videro sfolgoranti vittorie da parte delle armate di Antonio II, aiutate da contingenti bizantini, che riuscirono ad annettere Ragusa nel giro di un mese; anche sul fronte ungherese si assistè a numerose vittorie da parte delle forze Lituano-Aquileiesi, che riuscirono a porre sotto assedio la gran parte del paese, sconfiggendo ripetutamente le forze ungheresi.
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    Nei mesi successivi caddero Szolnok e Partium, senza che l'esercito patriarcale incontrasse alcuna resistenza. Le truppe ungheresi, tuttavia, si erano ritirate nella capitale e vennero subito attaccate dal grosso dell'esercito patriarcale, per impegnarle e consentire così al resto dell'esercito di conquistare il resto del paese. Sul fronte interno si assisté anche ad altre vittorie, contro i ribelli napoletani che vennero duramente sconfitte negli abruzzi.
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    Qualche mese dopo la Baviera e la Boemia chiesero ed ottennero una pace bianca. Durante gli stessi giorni venne conquistata Budjak e vinta la battaglia di Pecs.
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    Nei mesi successivi l'Ungheria fu piegata e costretta al trattato di Pecs, che vide il passaggio di un gran numero di provincie ungheresi alla coalizione Lituano-Aquileiese ed il conseguente tramonto della potenza ungherese
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    La guerra, tuttavia, aveva lasciato una grande scia negativa; le casse dello stato erano quasi vuote e la reputazione della nazione era terribilmente bassa; oltre a questo nuove rivolte, sia religiose che nazionaliste scoppiarono con allarmante frequenza; si prospettava quindi un periodo lungo di pace, per rimettere in sesto lo Stato.
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    Così l'anno successivo passò in relativa calma, il Paese si stava lentamente ristabilendo dalla lunga guerra; in questa visuale, con decreto Patriarcale del 5 dicembre 1527 si diede la completa cittadinanza ai serbi, che formavano la più grande minoranza del paese. In questo periodo anche la provincia di Gafsa entrò a far parte delle provincie nazionali aquileiesi.
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    Anche l'anno successivo trascorse in pace, l'unico evento di rilievo fu l'introduzione dell'artiglieria nelle armate patriarcali.
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    Tuttavia il processo di stabilizzazione dello Stato incontrò numerose resistenze, che ebbero il loro culmine nel 1530, quando alcuni importanti vescovi si schierarono apertamente con i protestanti, provocando così la reazione del Patriarca, che mandò l'esercito a risolvere la situazione.
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  13. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Obbiettivi a breve (verifica)
    1)espandersi nella penisola italiana (minimo 4 provincie) OK
    2)espandersi in africa OK
    3)espandersi nell'europa centrale OK
    4)aumentare il prestigio OK

    Obbiettivi a breve (nuovi)
    1)annullare la minaccia napoletana
    2)annullare la minaccia ungherese
    3)espandersi in africa
    4)aumentare il prestigio

    saluti
    DAoS
     
  14. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Status 1530

    Europa Nord-Orientale
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    Europa Nord-Occidentale
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    Europa Sud-Orientale
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    Europa Sud-Occidentale
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    Grafici Vari
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    Mondo
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    Relazioni amichevoli
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    Relazioni ostili
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    Aquileia e Vassalli
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  15. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    stamattina sono andato avanti fino al 1559.. però devo chiedervi un consiglio.. creo o non creo l'Italia (non cambia nulla con gli obbiettivi, solo così avrò dei core su un'pò di provincie e una bandierina più simpatica XD)?
    e soprattutto qualcuno sa se posso cambiare tipo di governo, avendo una teocrazia? e se si con quale livello di tecnologia di governo?

    saluti
    DAoS
     
  16. Purfa

    Purfa

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  17. bacca

    bacca

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    io l'Italia l'ho creata per il core su Venezia, ma personalmente la ritengo brutta , sia per bandiera che colore, e antistorica. L'ho fatta solo perchè sapevo che di li a poco sarei passato a impero....
    Per la teocrazia mi sa che devi aspettare il livello 27, indipendentemente da tutto, con la monarchia assoluta.

    http://www.paradoxian.org/eu3wiki/eu3wiki_images/b/b3/GovernementsHTTT41b.png
     
  18. nirian

    nirian Guest

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    Quoto pienamente bacca sull'Italia, brutta e antiludica. Mi piacerebbe vedere sventolare il blu patriarchino fino al 1821. Magari -ma anche no, vedi tu- a livello 27 (milleseicentoqualcosa) il prof può fare un colpo di stato e sbarazzarsi della cupa atmosfera conventuale che lo circonda.
     
  19. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Decisamente d'accordo con voi, io giocando con stati come Urbino o Aquileia ho dovuto a forza creare l'Italia per avere i core. E poi sposta anche la capitale a Roma, io voglio come capitale Udine, la mia città!
     
  20. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    questo è su httt.. funziona anche per IN? spero di si! XD

    viste tutte le terre che controllo è brutto restare un arcivescovado (anche perché controllo stabilmente Roma).. meglio sarebbe proclamarsi papa ma dubito che sia possibile e la monarchia amministrativa mi piace! comunque ho tempo fino al livello 27, vedremo come si evolverà l'AAR..

    io voglio spostarla da udine per lo stesso motivo :p Trieste RuLeS! in realtà tecnicamente il patriarcato non aveva una capitale vera e propria (si spostava spesso nei suoi domini con tutta la corte e la cancelleria), e se c'era era Aquileia e non Udine LoL

    cmq in un test ho provato a passare all'Italia, ma non mi dava i casus belli per i core (non so perché) quindi resterò Aquileia!
    urrah!

    saluti
    DAoS

    p.s.
    stasera update narrativo, ho voglia di scrivere un'pò!
     

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