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sfidAAR2: DAoS, Patriarcato di Aquileia

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Dark_Angel_Of_Sin, 25 Settembre 2010.

  1. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    ecco a voi la situazione europea! (al 01.01.1475)

    Europa Nord Est
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    Europa Nord Ovest
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    Europa Centro
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    Europa Sud Est
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    Europa Sud Ovest
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    Mondo
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    saluti
    DAoS
     
  2. Purfa

    Purfa

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    Bella la Super Lituania, ma tieni d'occhio il macchione blu sopra di te, con la missione del core in Lombardia può diventare moooolto pericoloso
     
  3. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    mi occuperò anche di loro :si sfrega le mani con fare sospetto: muahahahah (risata malvagia)
    non posso anticipare nulla però! XD

    saluti
    DAoS

    p.s.
    anzi dato che paradoxplaza continua ad incastrarsi farò la seconda parte di Niccolò! a tra poco!
     
  4. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il patriarcato di Niccolò II - seconda parte

    Situazione territoriale del patriarcato nel giugno del 1485.
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    Durante gli ultimi mesi dell'anno, grazie alle maggiori libertà concesse ai cittadini, si assité ad una massiccia emigrazione dalle campagne croate alla capitale; tutto questo non giovò al clima politico, ché le strade erano piene di contadini inurbati in cerca di lavoro. Tuttavia nel lungo periodo, riflettè il patriarca, tutto questo avrebbe portato dei benefici, come ad esempio, una più ampia classe di operai per realizzare le opere di cui la piccola città aveva bisogno per diventare la grande capitale di uno Stato che correva lungo tutto l'adriatico.
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    Il mese successivo vide il tentativo boemo di conquistare la Mazovia degenerare presto in una guerra, in quanto il gesto non era passato inosservato né al Brandeburgo né alla Polonia, che oltre a garantire il piccolo Stato, temevano un'espansione della Boemia. Per contrastare i nemici, la Boemia chiamò a raccolta il piccolo Anhalt, l'Ungheria ed il Patriarcato: tutti accettarono. Il patriarca, tuttavia, non aveva la minima intenzione di contribuire fattivamente ad una guerra così lontana dai propri domini, accettando solamente per spiare le tattiche ungheresi e tener buoni i boemi.
    La guerra, anche senza l'intervento aquileiese, proseguì vittoriosamente per i boemi che annetterono la Mazovia nel marzo del 1486 e, pochi mesi dopo, tolsero la provincia di Ratibor ai polacchi. Mentre gli eserciti battagliavano al nord, il patriarcato raccolse numerose vittorie in campo religioso, convertendo gli eretici in Serbia e Gafsa. Tuttavia, le vittorie dell'alleanza boema non impedirono al Brandeburgo di annettere l'Anhalt nel giugno del 1486; nello stesso periodo i brandeburghesi chiesero, ed ottennero, una pace bianca col Patriarcato.
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    Durante l'anno successivo il Patriarca, ben consigliato dall'Ordine, decise di portare avanti il processo di centralizzazione dello Stato; tuttavia questo causò delle massicce rivolte nelle provincie di Serbia e Treviso che furono sconfitte solamente dopo alcuni mesi di sacrifici e battaglie.
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    Durante l'anno successivo Bisanzio annetté Naxos e dichiarò guerra all'Achea, senza tuttavia piegarla. Nel frattempo procedeva speditamente la creazione della nuova flotta e, nel maggio del 1488 venne finalmente completata e varata durante una grande cerimonia, presenti anche gli ambasciatori di Paesi esteri, tutti allibiti da questa prova di forza del Patriarcato.
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    Nel corso dello stesso anno, si assité alla definitiva conversione della provincia di Hum, che divenne parte integrante del dominio Patriarcale, otlre a ciò venne anche siglata un'alleanza con il Pontefice, a dimostrazione della grande influenza goduta dallo Stato patriarcale in seno alla Santa Sede; e con la Repubblica di Ragusa, appena liberatasi dal giogo turco. L'anno successivo, il 1489, vide una grade esplosione nel mecenatismo patriarcale, che culminò con la realizzazione di importanti opere d'arte, segno del definitivo ingresso del Patriarcato nel novero delle grandi potenze.
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    Il resto dell'anno trascorse tranquillamente, avvennero solamente alcune battaglie navali contro i pirati, pagati dai napoletani, in cui la nuova flotta patriarcale dette il meglio di sé, sconfiggendo gli avversari in modo rapido e definitivo; e una rivolta in Gafsa da parte dei musulmani non convertiti, che venne presto sedata.
    Un evento degno di nota accadde nel maggio del 1490, quando il Patriarca, dietro pressioni del nuovo Maestro dell'Ordine, decise di aprire due importanti centri manifatturieri a Venezia ed Udine per aumentare le entrate patriarcali, visti i progressi nel campo della produzione, ed anche per impiegare la gran massa di contadini disoccupati che ancora affollavano le strade della capitale.
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    Nel luglio dell'anno seguente fu eletto Alberto II d'Olanda come imperatore, carica che, però, tenne meno di un mese in quanto morì nell'agosto dello stesso anno. Tuttavia la corona imperiale rimase al suo successore, Alberto III. Nello stesso anno Milano pose fine all'esistenza di Ferrara quale libero stato.[​IMG]

    Durante l'anno successivo la Gran Bretagna, che era in lotta col Patriarca per il controllo della Santa Sede, fece scomunicare il re di Francia, favorendo così le mire di quanti ambivano a spartirsi il suolo francese. Tuttavia, pochi mesi dopo accadde un fatto ancora più importante, anche se al momento non sembrò tale: i genovesi decisero di espellere i mercanti aquileiesi dalla loro città.
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    L'importanza dell'avvenimento venne avvertita dai genovesi solamente il giorno dopo quando il Patriarca, per salvare l'onore della Nazione, dichiarò guerra alla repubblica ligure, che venne subito supportata da Milano, Napoli, Savoia ed Olanda; degli alleati del Patriarca, solo Austria e Boemia scesero in campo.
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    I primi mesi di guerra furono un susseguirsi incredibile di vittorie per gli aquileiesi, che giunsero a porre d'assedio, dopo aver letteralmente annientato l'esercito napoletano, tutti i possedimenti napoletani nei Balcani, e poi anche Verona, Mantova, Ferrara ed Ancona. Le armate patriarcali furono fermate solamente nella battaglia degli Abruzzi, tuttavia riuscirono a tenere i napoletani lontani dalle provincie assediate, togliendo così loro la possibilità di veder arrivare dei rinforzi.
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    Allo scadere dell'anno Janina, Kosovo, Verona e Ferrara caddero in mani patriarcali; visto ciò i sovrani di Napoli e Milano chiesero una pace bianca ma il Patriarca fu fermo nel rifiutargliela. Nel febbraio 1493, tuttavia, i milanesi tentarono di resistere all'avanzata verso ovest delle truppe patriarcali presso Parma mentre i napoletani cercavano di sfondare ad Ancona. Questa battaglia vide i due sovrani, Carlo V di Napoli ed il patriarca Niccolò II, faccia a faccia: dal sanguinoso confronto uscì vittorioso il patriarca.
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    Durante i mesi successivi Ancona, Albania, Macedonia e Modena caddero, liberando così preziose truppe che vennero mandate contro Genova, ad ovest, e di nuovo in patria per una breve pausa dopo aver conquistato tutti i balcani napoletani, ad est.
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    Tuttavia queste vittorie in italia non trovarono riscontro a nord, dove la Boemia fu duramente sconfitta dagli Olandesi che liberarono la Silesia.
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    Il 5 maggio 1494 anche Parma cadde; il re di Milano si vide quindi costretto ad accettare la pace patriarcale che prevedeva la cessione di Brescia all'Austria, e quella di Modena, Ferrara e Verona al Patriarcato, che così realizzò il tanto sospirato collegamento terrestre delle provincie italiane con quelle balcaniche. La guerra tuttavia continuava contro Genova, Savoia, Napoli e l'Olanda.
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    Pochi mesi dopo il Patriarca, viste le numerose rivolte scoppiate negli ultimi tempi e sconfitte con difficoltà, data la lontananza delle truppe, decise di chiedere la pace ai napoletani, per liberare preziose truppe da impiegare per contenere i ribelli interni. Anche Napoli, d'altro canto, aveva bisogno delle sue poche truppe per tenere a bada i ribelli; così la pace di Ancona fu stipulata il 27 luglio del 1494.
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    La conclusione della guerra contro Napoli, tuttavia, non fu in grado di liberare abbastanza truppe per sedare tutte le rivolte; la Romagna cadde nelle mani
    dei nazionalisti urbinesi poche settimane dopo.
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    Nei mesi successivi venne eletto Guglielmo V d'Olanda come nuovo imperatore, la Romagna ripresa dalle truppe patriarcali e Genova fu ridotta a vassallo del patriarca, nonché costretta a rinunciare alle sue rivendicazioni su Piemonte e Corsica; restavano ancora in armi solo la Savoia, quasi tutta occupata dalle armate austriache, e l'Olanda.
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    Nei mesi successivi l'esercito fu richiamato in patria e cominciò la sua riorganizzazione, per poter sorvegliare al meglio i nuovi confini meridionali. La guerra contro l'Olanda e la Savoia venne perciò lascia in mano agli austriaci
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  5. bacca

    bacca

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    veramente brutta la Francia così, cmq anche Austria e Ungheria sono seri pericoli, bisognerebbe occuparsi prima di loro....
     
  6. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    l'austria è alleata storica (relazioni fisse a +200 da praticamente cent'anni), e l'ungheria le prenderà molto presto (anche perché l'accerchierò diplomaticamente) quindi no problem da quel versante, anche la francia non è ancora un problema perché non ci confino.. XD


    Obbiettivo finale: entrare nel novero delle potenze europee, controllando anche 5/10 provincie per continente (nord america, sud america, africa, asia&oceania)

    Obbiettivi a lungo termine (scadenza 1600):
    1) controllare tutta l'italia odierna
    2) espandermi nei balcani
    3) espandermi nella mitteleuropa
    4) cominciare a colonizzare

    Obbiettivi a breve (verifica)
    1)espandersi nella penisola italiana (minimo 4 provincie) SI
    2)espandersi nel magreb SI
    3)aumentare il prestigio SI

    Obbiettivi a breve (nuovi)
    1)espandersi nella penisola italiana (minimo 4 provincie)
    2)espandersi in africa
    3)espandersi nell'europa centrale
    4)aumentare il prestigio

    saluti
    DAoS
     
  7. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    post scriptum

    per rendere un'pò più movimentato l'aar, vi chiedo, su cosa volete il prossimo update narrativo?
    tempo fino a domenica sera! si dia il via alle danze! XD


    saluti
    DAoS
     
  8. nirian

    nirian Guest

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    un tema classico della narrativa medievale è "la morte e la fanciulla"

    dalla leggenda romantica al pulp horror più estremo (per esempio una spia vampira ungherese che si infiltra nel convento-quartiere generale del prof come suora aquileiana e...) :sbav:
     
  9. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    dai ragazzi, dite la vostra! sennò mi tocca sul serio fare un capitolo 'gotico' :D

    saluti
    DAoS
     
  10. nirian

    nirian Guest

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  11. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    ringrazio! XD
    comunque domani tirerò su l'update narrativo, stasera vi tocca un altro di gameplay che, coprendo il lustro 1495-1500, sarà breve! :D

    saluti
    DAoS
     
  12. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il patriarcato di Antonio II - parte 1

    Il 22 marzo dell'anno del signore 1495, venne eletto il nuovo patriarca, Antonio II. Anche lui era un Patriarca 'neutrale', cioè candidato favorevle per tutte le fazioni del consiglio. Pochi giorni dopo una rivolta di contadini nella provincia di Osijek fu stroncata dalla cavalleria.
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    Tuttavia le rivolte continuarono per ancora un paio di mesi in Croazia, ma vennero tutte stroncate sul nascere. Negli stessi giorni, viste le grandi vittorie ottenute dagli austriaci nel nord europa, il nuovo Patriarca decise di imporre le condizioni di pace all'Olanda, così richiedette la liberazione delle Fiandre, installando un vescovo cattolico amico.
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    Il mese successivo vide una battaglia navale contro i pirati, pagati dai napoletani, nel golfo di Venezia. Lo scontro fu vinto facilmente dai vascelli aquileiesi, grazie alla superiorità tecnica e numerica. Il resto dell'anno trascorse tranquillamente, tuttavia gravi tensioni agitavano sotterraneamente il Patriarcato: prima fra tutte l'eresia valdese che, con le sue predicazioni, metteva in agitazione i contadini veneti. La poca attenzione concessa a questo problema fece si che gli eretici raggruppassero un forte esercito e cingessero d'assedio la città di Verona. La risposta patriarcale segì rapida con l'invio dell'Armata di Brescia; questo primo scontro, tuttavia, vide la vittoria dei ribelli; il Patriarca si vide constretto, quindi a mandare altre truppe, mobilitando la cavalleria e l'Armata di Ferrara
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    Grazie al massiccio impiego di truppe la rivolta valdese fu domata, ma ben presto un'altro problema religioso scosse l'europa: la diffusione del protestantesimo e l'adozione dello stesso come religione di Stato nel regno di Napoli, che si proclamò anche difensore di questa fede.
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    Qualche mese dopo, il Patriarca, per rispondere alla nuova minaccia portata da Napoli, e da quella sempre presente dell'Ungheria, decise di centralizzare l'esercito e di riformarlo su base statale, per garantire un maggiore afflusso di truppe. Questa decisione fu saggia in quanto permise la creazione di nuove armate che fronteggiarono egregiamente le rivolte indipendentiste urbinensi.
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    Oltre alla grande riforma dell'esercito, il consiglio patriarcale, su pressioni dell'Ordine e del suo Maestro, creò un'apposita commissione per modernizzare l'agricoltura. Questa commissione, che prese il nome dal suo relatore Ottaviano Sabbati, si mise a viaggiare in lungo ed in largo per la Nazione; alla ricerca delle migliori tecniche agricole da diffondere poi nel resto del Patriarcato.
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    Qualche mese dopo, nelle provincie venete, cominciò a diffondersi, a causa della permeabilità di quelle zone all'eresia, la falsa dottrina dei protestanti; una chiara mossa napoletana per sovvertire l'ordine costituito dalla vera fede cattolica. Il Patriarca, finalmente resosi conto della pericolosità delle idee protestanti, decise di intervenire subito, mandando uno tra i migliori vescovi a rieducare Verona, che era nel frattempo caduta nelle mani degli eretici. Tuttavia, in tutto il mondo cattolico, era sentita l'esigenza di una riforma della vera fede, per togliere argomenti agli eretici protestanti.
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    Così la Santa Sede, decina di mesi dopo, emanò un nuovo impianto dottrinale per il cattolicesimo, mettendolo così in grado di reggere il confronto con i predicatori protestanti. La prima Nazione ad accettare completamente questa nuova vera fede fu il regno di Milano, sotto il re Ottaviano I. Anche il Patriarca, avendo mandato dei delegati alla commissione papale, era interessato a queste nuove idee, e perciò chiese ai più eminenti teologi dello Stato di studiarla a fondo. Contro questa decisione, però, insorsero i vescovi più conservatori, che la vedevano come un tradimento; questa diatriba interna ai vescovi del patriarcato provocò presto una scissione politica della fazione episcopale: i 'riformisti' si schierarono con Antonio II, sanando anche le
    vecchie ferite con l'Ordine, mentre i 'conservatori' si arroccarono su posizioni di netto rifiuto, sentendosi traditi da quel Patriarca che avevano contribuito ad eleggere solo pochi anni prima.
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    Il 12 settembre dell'anno del signore 1498, il nuovo Maestro dell'Ordine, eletto pochi giorni prima, si recò dal Patriarca per ricevere l'investitura a cancelliere; dopo la cerimonia, tuttavia, il professore venne convocato da Antonio II nel suo studio personale, presso il palazzo patriarcale.
    "prego, sedetevi" disse il Patriarca non appena il professore fece il suo ingresso nella stanza "abbiamo materie importanti da discutere"
    "ditemi, monsignore"
    "ora come non mai il patriarcato ha bisogno del vostro Ordine, gravi tensioni, religiose e politiche, lo stanno sconvolgendo sotterraneamente"
    "alludete all'opposizione dei vescovi conservatori?"
    "esatto, la loro opposizione alla riforma è pregiudiziale ed empia. tuttavia le provincie da loro controllate li seguono fedelmente, non voglio che si creino le condizioni per una guerra civile" il Patriarca rabbrividì al suono di quelle sue parole
    "penso che i teologi riusciranno a smontare in breve tempo le loro futili argomentazioni"
    "lo spero anch'io" confessò il Patriarca "tuttavia nel frattempo bisogna trovare una soluzione, per fare in modo che non adeschino seguaci"
    "l'Ordine è sempre stato al servizio del Patriarca e dello Stato" cominciò il professore "sarà per noi un piacere ed un onore portarvi consiglio"
    "poche chiacchiere" tagliò corto Antonio II "ditemi che ne pensate della situazione, in pratica"
    "secondo il mio modesto parere, vista anche la storia della nostra Nazione, la miglior cosa da fare è togliere poteri alle autorità provinciali, per colpire indirettamente i conservatori che, date le loro posizioni, si ritroveranno nell'impossibilità usare le loro armi teologiche contro un'azione squisitamente politica"
    "dovreste trovarmi una giustificazione politica allora"
    "metterò in moto i miei consiglieri e vi farò avere una minuta dell'eventuale proclama tra pochi giorni"
    "ottimo, cancelliere" concluse il Patriarca "a rivedervi, presto spero"
    "sicuramente, monsignore"
    ...
    Due settimane dopo venne emanato il proclama 'Est Bona Res', che riduceva le autonomie provinciali per il bene dello Stato
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    Questo proclama, come ogni documento che andava a toccare i governi provinciali, suscito grande scontento tra i mai stanchi nazionalisti serbi e urbinensi che dettero vita a violente ribellioni, decisi a sconfiggere le forze patriarcali e dichiarare l'indipendenza. I loro forzi vennero, però, frustrati dal nuovo esercito patriarcale che domò le rivolte in pochi mesi.
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    Un altro anno passò in pace, tuttavia il Patriarca non rimase inoperoso in quanto gli storici nemici di Aquileia, Napoli ed Ungheria, erano ancora potenti; decise così di potenziare ulteriormente l'esercito e, dopo la morte sospetta di Ottaviano Sabbati, di intensificare le attività di controspionaggio, creando il Consiglio Cattolico per la Sicurezza del Patriarcato, dando, in pratica, al 'Rettorato per gli Affari Interni' dell'Ordine, una nuova veste, ufficiale.
    L'attività di questi frati portò presto alla cattura di molte spie nemiche, ed all'acquisizione di numerose mappe che permisero ai cartografi patriarcali di redigere mappe più dettagliate del mondo allora conosciuto.
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  13. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    riepilogo 1500

    Situazione nell'europa Nord-Orientale
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    Situazione nell'europa Nord-Occidentale
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    Situazione nell'europa Sud-Orientale
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    Situazione nell'europa Sud-Occidentale
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    Sfere Commerciali
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    Mappa Diplomatica
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    Mappa Religiosa
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    Mappa del Patriarcato
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    Aquileia e vassalli
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    Il mondo nel 1500
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  14. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    update narrativo stasera(forse) o domani (più probabile)!
    stay tuned

    saluti
    DAoS
     
  15. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Udine, 9 novembre 1499

    Era una mattina fredda e piovosa ed il professore se ne stava seduto nel suo studio, guardando le fiamme bruciare nel caminetto, si versò dell'altro vino e riprese la lettura delle bozze secondo libro delle 'cronache aquileiesi' che lui stesso aveva scritto; ad un certo punto qualcuno bussò alla porta, il professore si mise subito in guardia, in quanto non aspettava nessuno, e chiese ad alta voce chi fosse
    "Maestro, sono Giacomo, ho notizie importanti per voi" gli venne risposto
    "entrate pure, fratello" rispose il professore, chiedendosi quali notizie avesse il frate, che entrò, stranamente asciutto, dopo pochi istanti
    "salve Maestro" disse
    "sono moderatamente imnpegnato adesso.. spero che abbiate notizie abbastanza importanti"
    "certamente, posso sedermi?"
    "fate pure"
    il frate si sedette e prese dalla sua borsa un cilindro di terracotta, da cui estrasse un rotolo di carta "riguardano il caso Sabbati"
    "uh? nuove prove?"
    "già, con l'autorità ora concessa dal Patriarca possiamo permetterci di indagare seriamente, non nascosti nell'ombra come prima" il frate si fermò un istante "cioè si nell'ombra ma più autorevolmente" aggiunse Giacomo, ridendo
    "capisco.. ma non potevate agire in autonomia, portandomi solo i risultati?"
    "queste novità faranno tremare persone importanti" rispose il frate "è meglio che le vediate in anticipo" Giacomo passò il foglio al professore "guardate nella lista"
    il professore la scorse rapidamente, rimanendo stupefatto "oserei dire, molto bene!" appoggiò il foglio e si fregò le mani, tuttavia dopo essere stato un'pò a riflettere chiese "siete assolutamente certo di queste informazioni?"
    "ovviamente, il rettorato..ehm.." s'interruppe "il Consiglio Cattolico eccecc, non sbaglia mai!"
    "allora mi sa che dovrete agire, i colpevoli vanno puniti, e vista la caratura di questi bisogna anche informarne il Patriarca; deve sapere di avere vicino delle serpi"
    "io aspetterei di avere un'pò più riscontri" disse il frate "appunto per la caratura dei personaggi coinvolti vorrei avere almeno la doppia certezza"
    "dipende dal tempo, se Sabbati era una prova come dite, dobbiamo agire in fretta"
    "sono venuto qui per questo"
    "in che senso? cosa volete fare?"
    "entrare nel palazzo del personaggio che sapete e controllare se e dove ha nascosto il veleno; tuttavia, per evitare complicazioni, sarebbe meglio che il suddetto personaggio fosse assente.. dovreste quindi farlo invitare ufficialmente da qualche parte, uh?"
    "in effetti ci sarebbe una messa solenne, tuttavia ci sarà anche il Patriarca, non potrebbe essere pericoloso?"
    "lo controlleranno le sue guardie, non ha da temere in luoghi pubblici; sono abbastanza certo che il nostro amico ci proporrà di nuovo la stessa tecnica che ha usato con Sabbati."
    "è stato lui in persona?"
    "a quanto mi risulta si, nessun sicario; ha preferito sporcarsi le mani"
    "maledetto, ad ogni modo va bene, siete incaricato della perquisizione; io provvederò a fare in modo che, almeno lui, non sia in casa"
    "grazie, Maestro"
    "riferitemi l'esito quanto prima; sarò presso il duomo"
    ...
    Quella notte frate Giacomo da Bondo e due suoi confratelli, Anselmo da Verona e Guglielmo da Livorno, si avvicinarono lentamente al palazzo del sospettato, fermandosi presso un boschetto poco lontano "è circondato da alte mura" constatò Anselmo "non sarà facile!"
    "e sarà anche pieno zeppo di guardie! un personaggio della sua caratura dovrebbe averne molte, almeno" aggiunse Guglielmo
    "zitti!" imprecò Giacomo "non facciamo del disfattismo, eh? Anselmo, hai la mappa?"
    "si" Anselmo estrasse una mappa, facendo in modo di illuminarla con la luce lunare
    "su che lato è il suo studio?"
    "occidente" indicò una stanza sulla carta "siamo sicuri che lo nasconda lì?" chiese Anselmo
    "non può fidarsi di nessuno, è abbastanza ovvio che lo tenga nei suoi appartamenti"
    "probabile. hai già un piano?" chiese Guglielmo
    "ci arrampichiamo là del balcone" disse Giacomo tirando fuori un rotolo di corda "io prendo lo studio, tu" indicò Anselmo "i suoi appartamenti che, se la mappa non erra, sono sullo stesso piano; e tu, Guglielmo, sosterai qui" indicò un punto sulla mappa "a controllare che nessuna guardia disturbi la nostra missione"
    "sempre a me il lavoro sporco" si lamentò Guglielmo, sistemando i suoi pugnali "non è giusto!"
    "mhm.." mormorò Giacomo "sei il migliore, quindi non rompere; la missione è importante quindi vediamo di trovare ciò che ci serve e non fallire. che si dia inizio alle danze!"
    i tre cominciarono a muoversi nella boscaglia, diretti al palazzo; dopo pochi minuti giunsero indisturbati al muro di cinta che, grazie alla corda, riuscirono a superare con facilità, nonostante il loro saio, nero per l'occasione. Giunti in cima stettero un attimo a guardare il giardino del palazzo, ombre nere nella notte "bello, nevvero?" chiese Guglielmo
    "ach" gli rispose Anselmo assicurando la corda e calandosi giù
    "che?" chiese Giacomo
    "ach" rispose Guglielmo, calmo "ha detto 'ach'"
    "e quindi?"
    "niente" l'esile frate fece spallucce e si calò giù
    "ma con chi devo lavorare?" si chiese Giacomo, calandosi
    Appena giunti a terra cominciarono a muoversi con circospezione verso il palazzo; fatto qualche metro si appostarono dietro un'aiuola: lo spiazzo davanti al balcone era presidiato da due guardie
    "maledizione" imprecò Giacomo "Anselmo, quante guardie ha questo palazzo?"
    "venti per turno. fuori otto, due per lato; dentro quattro per piano"
    "sai qualcosa sui turni di guardia?"
    "questi hanno appena iniziato; dovremmo avere tempo fino a mattutino"
    "Guglielmo ce la fai con due contemporaneamente?"
    "dovrei, ma non è meglio distrarli ed entrare in velocità?"
    "dubito che sia possibile" guardò gli altri "preghiamo per la loro anima"
    dopo qualche minuto una saetta metallica raggiunse una guardia in mezzo agli occhi, l'altra stava per gridare quando un altro coltello lo raggiunse alla gola
    "ottimo lavoro Guglielmo" disse Giacomo "ora muoviamoci" i tre frati raggiunsero rapidamente i corpi "quiescitis in pacem" disse Anselmo, chiudendogli gli occhi
    "oh, smettila" disse Guglielmo, ripulendo i suoi arnesi sull'erba "lavoravano per il demonio, dopotutto" ridacchiò il frate
    "finitela voi due! dobbiamo andare" ingiunse Giacomo lanciando la corda sul balcone e, dopo un paio di tentativi, i frati raggiunsero le loro posizioni, cominciando la ricerca
    ...

    tbc
     
  16. bacca

    bacca

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    certo che nella tua partita le tre super potenze Francia Spagna e Inghilterra sono a pieno regime, hanno già cominciato a prendersi a scornate?
     
  17. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    la castiglia sta ancora cercando di annettere l'aragona, ma intanto sta colonizzando un'pò tutto quello che le capita a tiro; francia ed inghilterra (che se non ricordo male era diventata regno unito) se le son suonate in irlanda qualche tempo fa, adesso se ne stanno tranquille anche perché la francia dovrà presto fronteggiare l'austria che sta cercando di espandersi ad ovest (ad est mi espando IO :D )

    saluti
    DAoS
     
  18. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Udine, 9 novembre 1499

    Giacomo ed Anselmo avevano appena cominciato a cercare quando Guglielmo, sentì le guardie avvicinarsi alla sua posizione. Subito egli si chiuse nello studio, che comunicava direttamente con la camera da letto, e fece cenno agli altri due di rimanere in silenzio. Dopo qualche instante sentirono i passi allontanarsi ad il vocio delle guardie spegnersi, la ricerca venne quindi ripresa e, dopo una buona mezz'ora, Anselmo emise un urlo soffocato "che c'è?" chiese Giacomo, avvicinandosi
    "guarda qui" Anselmo gli passò un grosso libro "e stupisciti"
    Giacomo cominciò a sfogliare il libro "una bibbia protestante, e con ottime miniature tra l'altro. uh" s'interruppe "c'è anche una dedica"
    Anselmo lo guardò "di chi? al nostro uomo?"
    "del vescovo di Napoli" i due si guardarono "comunque si, proprio a lui. si dimostra sempre più simpatico..è una spia, oltre ad essere un assassino" continuò
    Giacomo "tienila, che ci potrà tornare utile..tuttavia non è questo che cerchiamo" si voltò nuovamente verso lo studio "dove diavolo avrà messo il veleno?!?" e tornò alla sua ricerca.
    Dopo qualche minuto, Giacomo scoprì un piccolo forziere chiuso da un pesante lucchetto; cercò un momento nel suo borsello gli arnesi e cominciò a lavorarci intorno, per forzarlo; alcuni istanti dopo riuscì ad aprirlo e dentro vide qualcosa che premiò i suoi sforzi "Anselmo! vieni qui" esclamo "l'ho trovato! insieme a indicazioni varie su come usarlo, tutte in forma di lettera; ci riuscirà facile smascherarlo dopo questo ritrovamento"
    "già" gli rispose Anselmo "vado a chiamare Guglielmo, così possiamo finalmente andarcene" stava per aprire la porta e chiamare l'altro quando venne sbattuto a terra dalla stessa porta, spinta da Guglielmo che aveva una gran fretta di entrare nella stanza; dopo aver richiuso la porta si portà un dito sulle labbra "sst!" sibilò "arrivano"
    "poco male, il nostro lavoro è finito. possiamo andare" gli rispose Giacomo; però, dopo aver detto quelle parole, videro la porta aprirsi lentamente; evidentemente le guardie avevano intenzione di perlustrare anche le stanze.
    "maledizione" gemette Anselmo "che facciamo ora?"
    "combattere o fuggire?" chiese Guglielmo
    Giacomo valutò rapidamente le opportunità "dietro la porta, combattere se ci scoprono, uno a testa, via!" i tre frati si mossero e si posizionarono dietro la porta, in attesa.
    Una candela illuminò la stanza all'entrata della prima guardia "qui non c'è nessuno" disse "tu hai le allucinazioni!"
    entrò anche una seconda "ti giuro che ho sentito dei passi, magari nella stanza da letto?"
    "proviamo" disse la prima "tu, Eberardo" guardò fuori dalla porta, evidentemente parlando con la terza guardia "resta là, noi andiamo a controllare"
    "ehi!" esclamò ad un tratto la seconda guardia "la finestra è aperta! sarà meglio dare l'.." non riuscì a finire la frase che la grossa mano di Anselmo gli chiuse la bocca mentre il suo coltello gli tagliava la gola; all'altra guardia non andò meglio, in quanto Giacomo gli affondò il pugnale nella schiena; ma non era ancora finita. Sentendo rumori la terza guardia entrò ma fu subito sopraffatta da Guglielmo che gli piantò senza tanti complimenti lo stiletto nel cuore.
    "uff, e siamo a cinque, mi sa che dovremo pregare per un bel pò" disse Giacomo, sorridendo "ad ogni modo dobbiamo andarcene" guardò gli altri "svelti!" ordinò; in pochi minuti furono di nuovo nel giardino, e corsero verso il muro di cinta. Un quarto d'ora dopo raggiunsero le loro cavalcature, lasciate nel boschetto poco lontano dalla villa "ci sarà un putiferio lì, tra qualche momento" sentenziò Anselmo
    "ma noi saremo ben che lontani" gli rispose Guglielmo salendo in sella "dove hai detto che dobbiamo andare?" chiese a Giacomo
    "duomo.. via noi!" gridò il frate, al vento.
    ...
    quasi un'ora dopo i tre cavalieri arrivarono in città, lasciando i cavalli ed i loro sai neri presso la stalla dell'Ordine e, quindi, si diressero a piedi verso il duomo. Pochi minuti dopo giunsero in vista della chiesa, "niente luci, niente chiasso..pare che non ci sia nessuno" constatò Anselmo "la messa sarà già finita"
    "mhm" mormorò Giacomo "aspettatemi qui, vado a chiedere al sagrestano" così dicendo si mosse verso il portone della chiesa; bussò e gli venne aperto "sono dell'Ordine" disse il frate al sagrestano "cerco il Maestro ed il Patriarca"
    "sono andati via" gli rispose
    "via dove?"
    "al palazzo"
    "che palazzo?"
    "quello del Patriarca" disse calmo il vecchio prete
    "quanto tempo fa?" Giacomo moriva dalla voglia di tirare un pugno a quel dannato vecchio
    "un rosario fa"
    "grazie. pax vobiscum" gli rispose Giacomo, allontanandosi in fretta
    "et cum spiritum tuum" gli replicò il prete domandandosi che cosa avesse quello sconosciuto
    pochi istanti dopo Giacomo raggiunse gli altri due "sono andati al palazzo patriarcale, mi sa che dovremo raggiungerli"
    "perché così di fretta?"
    "il Maestro mi ha ordinato di riferire il prima possibile" rispose Giacomo, piccato "il che vuol dire 'subito'; quindi muoviamoci!"
    i tre frati si rimisero in marcia e, fortunatamente, pochi minuti dopo arrivarono nei pressi del Palazzo Patriarcale, che era illuminato "luci e fumo che esce dai comignoli: segno di presenza umana" sentenziò Anselmo "speriamo che la presenza sia quella giusta!"
    "speriamo" gli fece eco Giacomo "ehi!" gridò verso un confratello minore che si stava avvicinando "c'è il Maestro?"
    "si, è dentro... anzi" il minore li squadrò "siete voi fratello Giacomo?"
    "si. hic sunt leones"
    "ottimo. il Maestro mi ha appena mandato al Duomo per avvisarvi"
    "meglio tardi che mai" gli disse Giacomo "accompagnaci da lui, in fretta"; i quattro frati si mossero velocemente verso il palazzo, nel quale entrarono dopo qualche minuto e, scortati dal minore, si sistemarono in una stanzetta, in attesa del Maestro; qualche tempo dopo la porta si aprì per lasciare spazio al professore "allora?" chiese
    "trovato" disse Giacomo
    "più del necessario oserei dire" aggiunse Anselmo porgendo la bibbia al professore "guardate"
    il professore sfogliò il libro "ottimo, ottimo. il nostro amico ha vinto un viaggio di sola andata verso il rogo" squadrò i tre frati "veramente ottimo lavoro; sono fiero di voi. adesso seguitemi ché dobbiamo avvisare il Patriarca, prima possibile" detto questo uscì dalla stanza, dirigendosi verso la grande sala in cui, qualche minuto prima, il Patriarca stava colloquiando con gli ospiti. Tuttavia, quando il professore entrò, non vide Antonio II "ho un brutto presentimento" disse ai suoi collaboratori "non vedo il Patriarca" continuò a lanciare sguardi intorno "manca anche lui.." disse Giacomo "oddio, non saranno mica insieme?!?" esclamò Anselmo, dopo quelle parole il professore corse, sempre tallonato dai tre, verso il ciambellano "dov'è il patriarca?" chi chiese con foga "è andato nel suo studio con monsignor.."
    "maledizione" lo interruppe il professore "corriamo, abbiamo poco tempo!"
    "ma signori" gli gridò dietro, sconsolato, il ciambellano "è una riunione privata.. l'etichetta!"
    mentre i quattro salivano velocemente le scale il Patriarca era a colloquio con la spia, due bicchieri di vino erano posati sul tavolo
    "ebbene Enrico?" chiese Antonio "dovevate parlarmi di quel problema con le decime"
    "si, monsignore" lo guardò negli occhi "posso sedermi? il racconto prenderà molto tempo"
    "sedetevi pure" disse il Patriarca, voltandosi a guardare fuori dalla finestra "cominciate pure"
    "ecco, monsignore" Enrico si alzò lentamente e, sempre parlando si apprestò a versare il veleno nella coppa del Patriarca "i contadini.."
    la porta si aprì con violenza, troncando il suo discorso, "fermo dove sei traditore!" urlò il professore
    Enrico restò immobile dallo stupore; il Patriarca, invece, si girò, pronto ad apostrofare il Maestro, quando vide Enrico chinato sulla sua coppa, tenendo in mano un piccolo sacchetto "che stai facendo?" gridò all'altro
    "ti ammazzo!" gridò il vescovo che, raccogliendo le forze, lasciò andare il sacchetto, estrasse un pugnale e si avventò sul Patriarca, cercando di colpirlo e spingerlo oltre alla finestra, per sicurezza; però fu presto fermato da Guglielmo che, tuttavia, non riuscì ad impedire il suicidio del vescovo di Treviso.
    "qualcuno vuole spiegarmi che succede?" gridò il Patriarca
    "monsignore, come avrete capito" disse il professore "costui era un traditore. abbiamo le prove che era al soldo dei napoletani, e che fu lui ad uccidere Sabbati"
    il patriarca guardò disgustato al corpo del vescovo "maledizione" esclamò "voi" disse alle sue guardie, sopraggiunte nel frattempo "fate sparire questo empio spettacolo" poi, rivolgendosi al professore "che volesse uccidermi mi pare ovvio, ma avete delle prove per supportare quanto dite?"
    "eccone qui una" gli rispose porgendogli la bibbia "dategli anche il resto" ordinò a Giacomo
    così il patriarca si sedette, dopo aver sfogliato la bibbia, a leggere il carteggio del defunto vescovo; "vi debbo la vita" disse, dopo pochi istanti, ai quattro
    "è nostro dovere" rispose il professore
    ...

    the end :D
     
  19. nirian

    nirian Guest

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    +0
    molto noir e pulp, con sangue che gronda anche lontano dai campi di battaglia

    scelta originale
     
  20. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    domani, causa influenza, riprendo con il gameplay!

    saluti
    DAoS
     

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