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sfidAAR2: DAoS, Patriarcato di Aquileia

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Dark_Angel_Of_Sin, 25 Settembre 2010.

  1. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Trebisonda - 22 Giugno 1794
    il Patriarca stava togliendosi l'armatura cerimoniale, usata nella trionfale entrata a Trebisonda, il suo segretario entrò
    "salve, eccellenza" iniziò "è arrivata la persona che aspettavate, la faccio entrare oppure aspetto che finiate?"
    "fallo entrare" rispose Raimondo "così potrò esibire un'pò della potenza patriarcale" sorrise
    il segretario quindi ritornò alla porta e rientrò con una persona "il generale Vicari" annunciò, prima di uscire
    "sedetevi generale, vi prego" disse Raimondo spostandosi verso la finestra dell'ufficio che fu del sovrano turco
    il giudice prese si sedette "eccellenza" cominciò "abbiamo riscontrato alcuni problemi nella soppressione dell'Ordine.."
    "cosa?" gridò Raimondo "è stato soppresso dieci anni fa!"
    "formalmente" corresse il generale "in realtà alcuni piccoli centri hanno resistito fino ad ora"
    "piccoli centri?"
    "abbazie sperdute, dove il loro ultimo gran maestro, Vittorio Gonzaga, ha trovato rifugio in questi anni, sfuggendo alle nostre ricerche"
    "vuol dire che l'avete trovato?"
    "si, si nascondeva in uno sperduto paesino del nord italia, ultimo loro baluardo"
    "insomma lo avete preso?"
    "purtroppo no" ammise Vicari "è per questo che sono qui"
    "fatela finita e ditemi tutto"
    "in sostanza è riuscito a sfuggire alle nostre guardie e si è rifugiato presso il vescovo di Milano; che è troppo potente e popolare per essere attaccato senza conseguenze."
    "dannazione" il patriarca sbattè il pugno, ancora guantato, sulla scrivania "questo non ci voleva"
    "secondo me dovremmo lasciarlo stare, ormai non può più nuocere"
    "è una questione di principio, generale"
    "e politica, no?" il generale sorrise
    "chiaro, come sapete il vescovo di Milano è il mio più feroce avversario e sta guadagnando molta simpatia presso gli altri vescovi ed il popolo.. Questo suo salvataggio gioverà più a lui che al Gonzaga" finalmente anche il Patriarca si sedette "lo convochi nel mio palazzo di Aquileia, tra due mesi." cominciò a scrivere "Nel frattempo tenetemi aggiornato sulla situazione interna"
    "certo, eccellenza" rispose il generale, alzandosi per prendere la lettera
     
    Palazzo Vescovile, Milano - 14 Luglio 1794
    "si?" chiese professore, guardando il suo diacono "che c'è?"
    "una lettera da Aquileia" consegnò un foglio "penso che questa volta l'abbiate combinata grossa"
    "uh?"
    "quel Gonzaga.. penso che dovevate lasciarlo nelle mani degli uomini del Patriarca. La sua presenza qui potrebbe rivelarsi nociva per noi e la nostra causa"
    "invece" rispose calmo Nicola Aldini "io penso che tenerlo qui ci aiuterà molto, dopotutto è stato il gran maestro del più importante degli ordini monastici, inutile non sarà" sorrise "vediamo che vuole Raimondo" aprì la lettera e cominciò a leggerla
    "ebbene?" chiese il diacono, dopo alcuni minuti
    "mi vuole a corte, tra un mese" gettò la lettera in un angolo, sbuffando "comincia ad avere paura"
    "a me sembra essere sicuro di se.. vi invita nel suo palazzo"
    "mi invita perché sa che deve convincermi a lasciare il Gonzaga a lui, dato non può prenderselo e, abituato come è a prendersi quello che vuole, la cosa gli dà sommamente fastidio"
    "chiaro"
    "del resto come procede la nostra" sottolineò il termine "espansione?"
    "dopo il vostro intervento al sinodo e la pubblicazione del contra ereticis la vostra popolarità tra le curie è salita di molto, anche a causa delle ripetute assenze del Patriarca, impegnato in guerre lontane. Ottima cosa, dato anche l'avvicinarsi delle elezioni per il vicario"
    "il suo candidato di quanti voti può disporre?"
    "non ha la maggioranza, dato il strisciante malcontento contro il suo protettore. Noi possiamo disporre, attualmente, di qualche voto in più.. ma ci sono ancora molti indecisi"
    "va bene" il professore si alzò "per oggi questo è quanto, avvisate il Gonzaga, voglio vederlo quanto prima"
    "sarà fatto" disse il diacono "e ricordatevi la promessa fatta"
    "chiaramente, non sarete tradito due volte"
     
    Località sconosciuta nelle vicinanze di Milano - 15 Luglio 1794
    "non potevate trovarmi una sitemazione migliore, vescovo?" chiese Vittorio Gonzaga
    "sono un'pò a corto di nascondigli" sorrise "ad ogni modo non è certo il peggiore rifugio nel quale voi siate mai stato"
    "in effetti non posso negarlo" disse il frate
    "ad ogni modo il Patriarca mi ha convocato il mese prossimo"
    "per me?"
    "per voi, esatto" si fermò "comunque non ho intenzione di farvi prendere, ma di offrirvi completo perdono"
    "in cambio di cosa?"
    "siete un buon conoscitore di uomini, eh?" il professore sorrise, ricordandosi di molti anni prima "bisogna assicurare allo Stato un Patriarca migliore, far finire la linea dei guerrieri; servire lo stato era il vostro principio, d'altronde"
    "già, d'altra parte non posso dire di amare Raimondo, quindi mi pare un ragionevole accordo, cosa dovrei fare?"
    "partecipare ad un sinodo, in qualità di mio segretario. Molto presto si terranno le elezioni per il vicario di Raimondo, ed io ho l'intenzione di vincerle"
    prese un foglio da una tasca "dovrete studiare ed informarvi su queste persone, sarete aiutato da alcuni dei miei più validi collaboratori. Più tardi verranno a prendervi per portarvi nella vostra nuova residenza, dove cambierete nome e saio"
    "mi sta bene, grazie"
     
    Palazzo Patriarcale, Aquileia - 28 Agosto 1794
    "vescovo Aldini"
    "eccellenza" il professore accennò un inchino
    "ho sentito dire che avete coperto la fuga di un noto criminale"
    "un criminale, e chi sarebbe?"
    "Vittorio Gonzaga da Torino, l'ultimo gran maestro di quel covo di eretici e spie che era l'Ordine Patriarcale"
    "ha abiurato nelle mie stesse mani" disse il vescovo "conoscete la parabola del figliol prodigo, no?"
    "non datemi lezioni di dottrina!" il Patriarca stava cominciando ad infuriarsi "dovete consegnarlo al braccio secolare, deve rispondere dei suoi crimini"
    "il Signore l'ha assolto, eccellenza"
    "ma cesare no" sbottò Raimondo "dovete consegnarlo, subito!"
    "non angustiatevi, eccellenza, obbedirei ai vostri ordini se l'avessi ancora in custodia.."
    "cosa?" la voce di Raimondo si fece stridula
    "qualche giorno dopo avergli dato l'assoluzione è stato visto lasciare il mio palazzo, per non farvi più ritorno" si scusò il professore "non ho davvero idea di dove sia finito"
    "dannazione" il Patriarca era veramente infuriato "sparite!"
    "si, eccellenza"
     
    Palazzo dei Sinodi, Aquileia - 8 Novembre 1794
    "allora?" chiese il vescovo "che mi dite?"
    "dovremmo esserci, ho avuto modo di parlare con molti di loro, se non cambiano idea la vostra elezione è assicurata"
    "molto bene, saprò ricompensarvi per il vostro lavoro"
    "vescovo Aldini, monsignore, la pausa è finita, vi prego di rientrare" disse il ciambellano, avvicinandosi, l'altra persona si dileguò ed il professore seguì l'ufficiale dentro alla grande sala
     
    Palazzo dei Sinodi, Aquileia - 9 Novembre 1794
    "monsignori" il Patriarca si schiarì la gola "vi ringrazio per la presenza e la costanza nell'eseguire questo compito, così importante."
    "come al solito si perde in chiacchiere" disse il vescovo di Smirne, Tommaso Fitaci, seduto vicino al professore "lo detesto"
    "gli secca ammettere la sconfitta" aggiunse quello di Tunisi, Alessio Turri
    "già" constatò il Fitaci e, guardando il professore "congratulazioni, Aldini"
    "aspettiamo la proclamazione, prima" si difese
    "e quindi il voto di questo consiglio si è espresso a maggioranza per il vescovo di Milano, Nicola Aldini, che io nomino quale mio Vicario"
    "eccola, finalmente" disse Turri "congratulazioni, ma vedete di tenergli testa"
    "lo farò, non abbiate timore"
     
    Cappella Papale, Budapest - 21 Novembre 1794
    "Santo Padre" cominciò il Patriarca "sono stato lieto di essere presente alla vostra messa"
    "grazie a voi, Patriarca" replicò il Papa "voglio presentarvi una persona, seguitemi" si avviò verso una porta, al di là di questa si trovava un ufficio nel quale stava seduta una persona che, all'apparire del Papa si alzò "santo padre!" esclamò "quale onore"
    "sedetevi, vi prego" si voltò verso il Patriarca "Francesco Carlo II, re d'austria e sacro romano imperatore" guardò l'altro "il Patriarca Raimondo II ed il suo vicario, vescovo Aldini di Milano" tutti accennarono ad un inchino "è mio dovere" disse il papa sedendosi "di primo tra i cattolici di favorire la pace e la concordia tra i figli del Signore" guardò gli altri "e prego anche per la concordia tra i vostri due Stati" i due sovrani annuirono "sarebbe quindi necessario intavolare delle trattative per assicurarle, non credete?" ancora una volta i due annuirono
     
    Palazzo Papale, Budapest - 22 Novembre 1794
    "il Papa ha dato del filo da torcere al nostro caro Raimondo" disse il professore a Vittorio "credo potrebbe essere un buon alleato per noi"
    "potrebbe darsi, in effetti"
    "ad ogni modo penso che ti lascerò qui come ambasciatore, per tenerlo d'occhio"
     
  2. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Raimondo II - parte 4

    Il resto del 1794 vide numerose provincie, soprattutto arabe, diventare nazionali. Ma il più significativo evento fu, nel dicembre, la decisione della Georgia di uscire dall'alleanza. Questo strappo incrinò pesante l'immagine internazionale del Patriarcato; per risollevarla Raimondo II decise di impegnarsi in una guerra ad ampio respiro e l'obbiettivo, date le difficoltà incontrate contro gli Stati Uniti d'America, fu la Spagna. L'attacco ad un paese cristiano e cattolico, tuttavia, irritò notevolmente il papa, che condannò l'atto di guerra; per questo motivo il governo perse prestigio agli occhi della popolazione, mentre l'opposizione, facente capo al vescovo di Milano, crebbe nei consensi.
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    Le prime offensive contro la Spagna avvennero in Africa ed in America, dove Miami venne cinta d'assedio. Le armate spagnole vennero prese di sorpresa ed annientate a Bagamoyo e Rio de Oro, mentre il Benin fu teatro di una sanguinosa battaglia tra le armate patriarcali e quelle spagnole. Negli ultimi giorni di gennaio, mentre infuriava la battaglia nel Benin, caddero sia Miami che Rio de Oro; la presa di quella liberò subito delle truppe, che marciarono verso Ovest, cingendo d'assedio Kaskaskia.
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    Pochi giorni dopo cadde anche Bagamoyo e la battaglia del Benin vide le truppe patriarcali trionfare nuovamente. Nel frattempo l'ordine di avanzare arrivò anche nel Sud America e le armate patriarcali cominciarono ad avanzare, indisturbate, nei territori spagnoli, dove vennero cinte d'assedio Copiapo e Jujuy. L'offensiva riprese anche nel nord america dove le truppe di Raimondo raggiunsero l'Illinois, dopo aver conquistato Kaskaskia.
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    Nei giorni seguenti vennero assaltate e prese Copiapo, Illinois, Jujuy, Grao Para e Bonny, quest'ultima fu investita dalle truppe di stanza nel Camerun. In tutte queste offensive le armate nemiche non riuscirono a sostenere l'urto di quelle Patriarcali, ma ad ogni battaglia lo sforzo richiesto per vincere si faceva più intenso, segno che la macchina da guerra spagnola stava cominciando a partire. Il mese di aprile vide un'ulteriore rafforzamento dell'offensiva, che venne, finalmente, portata su tutti i fronti, in tre continenti.
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    Nei mesi successivi, tuttavia, l'offensiva si fermò in quanto le truppe spagnole riuscirono, occupando alcune provincie strategiche, a contenere l'avanzata patriarcale. Gli unici successi vennero dall'indifesa Africa Orientale, dove venne presa Kilwa nel giugno del 1795. Il mese successivo vide il tentativo spagnolo di portare aiuto alla provincia di Itenines, ma le soverchianti forze nemiche non riuscirono a sconfiggere le meno numerose, ma più combattive, truppe patriarcali.
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    I mesi successivi videro la caduta di importanti piazzeforti, già in mano a ribelli indipendentisti, nell'america settentrionale. Tuttavia queste piccole avanzate non incisero notevolmente sull'andamento della guerra, che rimase in una fase di stallo, tranne qualche sporadico attacco spagnolo, fino al giugno del 1796, quando il Portogallo firmò la pace di Lisbona, nella quale rinunciava alle rivendicazioni sulla provincia di Micmac. Nello stesso periodo scoppiarono alcune rivolte, specialmente nelle provincie di nuova acquisizione.
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    Vista la situazione di stallo della guerra, negli stessi giorni in cui veniva firmata la pace di Lisbona, i rappresentanti di Aquileia, Gran Bretagna e Francia si incontrarono con la controparte spagnola in un villaggio della neutrale Provenza. In quella sede agli spagnoli vennero imposte condizioni di pace particolarmente allettanti, per celare le disastrose condizioni della Francia, per porre fine ad una guerra impopolare nel Patriarcato e accontentare le mire inglesi sui rimasugli dell'impero coloniale spagnolo nel nord america, che la Spagna si affrettò ad accettare.
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    La gloriosa fine della guerra contro la Spagna, tuttavia, non bastò alla Gran Bretagna che, pochi giorni dopo la stipulazione della pace, dichiarò guerra agli Stati Uniti. Non pago delle conquiste nella precedente guerra, Raimondo II decise di imbarcarsi in quest'impresa, assicurando il suo appoggio all'alleato britannico, incurante del parere contrario di molti esponenti del consiglio e della popolazione.
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    Nonostante la presa di Conoy, nell'agosto del 1796, la Gran Bretagna impose una pace per nulla favorevole all'importante alleato, chiedendo per sè alcune provincie. Raimondo II, seppur molto amareggiato dalla conclusione della guerra, diede ascolto ai suoi consiglieri e confermò tutti i trattati di amicizia che lo Stato aveva con la Gran Bretagna, nonchè rinunciando ai territori britannici della Malacca e della Cayenne, rinsaldando l'alleanza. L'unica conseguenza positiva, per il Patriarcato, della guerra fu l'introduzione di tattiche ed equipaggiamenti militari più moderni ed efficienti.
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    Gli anni successivi videro il Patriarca focalizzare l'azione del governo sul fronte interno, dando grande enfasi alla conversione delle provincie infedeli e cercando di modernizzare la struttura burocratica che, seppur efficiente, era ormai molto datata. Quest'ondata riformista, che anche trovò il governo patriarcale stranamente unito, colse tutti gli aspetti della società, provocando un innalzamento dell'opinione del popolo riguardo al governo. Un altro importante evento fu la morte del papa, in quanto il suo successore era un uomo fidato del Patriarca. Questi promulgò poco dopo un editto nel quale conferiva al Patriarcato il titolo di difensore della fede, braccio armato della chiesa cattolica.
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    Lo sforzo profuso sul versante interno consentì al Patriarcato, negli anni seguenti, di raggiungere un notevole livello di pace interna, che portò, negli anni successivi all'ottenimento dello status di provincia nazionale da parte di un gran numero di territori, ormai perfettamente integrati nel Patriarcato.
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    Pochi giorni dopo, nell'ottobre del 1799, Francia ed Argentina decisero di uscire dall'alleanza con il Patriarcato; la prima per perseguire una politica di potenza nell'Europa continentale, la seconda per una vocazione indipendentista mai sopita.
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    Come conseguenza del tradimento francese l'attenzione del Patriarca si volse al sovrano austriaco ed alle parole del papa precedente. Per questo motivo nei mesi successivi si assistè ad un incremento nelle relazioni tra i due paesi che sfociò, nell'agosto del 1800, alla stipulazione di un trattato di alleanza tra i due paesi, in chiave nettamente antifrancese. L'Austria fece subito uso di quest'alleanza, chiedendo l'aiuto del Patriarcato nella guerra contro Cleves ed Amburgo; per non tradire il nuovo amico Raimondo II acconsentì ad entrare in una guerra duramente osteggiata da quasi tutto il consiglio patriarcale.
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    L'entrata in guerra fu foriera di cattive notizie per il patriarcato; infatti, a fronte di un inesistente impegno estero, l'esercito dovette affrontare numerose rivolte, tra cui molte della popolazione scontenta, oltre che alle solite di matrice religiosa od indipendentista. L'Austria, invece, mieteva successi contro i suoi nemici anche se, nell'aprile del 1801, l'anziano sovrano morì, lasciando il trono al figlio Alberto VI che assunse subito il titolo di imperatore del SRI.
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    Questo sovrano, meno pio del precedente, mise presto fine alla guerra, reclamando per l'Austria la provincia di Lubecca. La pace fece riportare l'attenzione di gran parte del popolo alle vicende interne, con esito fortemente negativo per il Patriarca, la popolarità del quale era in netto declino, in pari con l'avanzare della sua età.
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  3. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Espansione del Patriarcato (1730-1766-1800)

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    Situazione Mondiale

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    Aquileia e Vassalli

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    Europa Nord Occidentale

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    Europa Sud-Occidentale

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    Europa Nord-Orientale

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    Europa Sud-Orientale

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  4. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    domani parto per le feste.. update quando torno!
    buone festività pasquali a tutti!

    saluti
    DAoS
     
  5. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Obbiettivi a lungo termine (scadenza 1800, verifica):
    1) espandermi in america del Nord OK
    2) espandermi in Asia OK
    3) espandermi verso oriente (turchia, arabia) OK
    4) essere avanti a tutti in almeno tre tecnologie (su 5) OK

    Obbiettivi a breve (verifica)
    1)espandersi in africa OK
    2)espandersi in asia OK
    3)espandersi in america OK
    4)aumentare il prestigio NO

    Obbiettivi a breve (nuovi)
    1)espandersi in africa
    2)espandersi in asia
    3)espandersi in america
    4)aumentare il prestigio

    saluti
    DAoS
     
  6. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Tratto dalle lettere dell'ambasciatore austriaco in Aquileia, Leopold Stiegl.
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che le trattative con il locale sovrano, patriarca Raimondo II, si stanno avviando verso una felice conclusione per i nostri due stati. Domani il Vostro dovrbbe avere un colloquio con il rappresentante di questi per definire le ultime clausole del trattato di amicizia, sarà quindi cura del Vostro farle pervenire a Voi il prima possibile.
    Deus Imperatorem Regemque Protegat
    Aquileia, 5 luglio 1800, indizione III
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che il trattato di amicizia di cui alla precedente lettera del 5 luglio, è ormai completo. Il Patriarca ha, quindi, richiesto la presenza di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome per la firma solenne, se la minuta che il Vostro allega sarà di Suo gradimento. Abbiate cura di informare il Vostro quanto prima della Vostra decisione in merito.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Aquileia, 6 luglio 1800, indizione III
     
    Alla cortese attenzione di Leopold Stiegl, ambasciatore di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome, presso il Patriarcato di Aquileia.
    La Vostra lettera è stata ricevuta e letta da parte di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome, che ha accettato la minuta da Voi spedita. Il trattato è quindi di Suo gradimento. Per la firma si consiglia di sentire il parere del Patriarca, per il giorno ed il luogo delle cerimonie.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Vienna, 10 luglio 1800, indizione III
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che ha avuto un colloquio con i rappresentanti del Patriarca. Questi ritengono che il giorno migliore per la firma del trattato sia il 24 agosto, giorno dedicato a San Bartolomeo Apostolo, venerato da entrambi i nostri Stati. Per il luogo affermano che il posto migliore sia il palazzo vaticano di Budapest, data la sacralità del trattato.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Aquileia, 14 luglio 1800, indizione III
     
    Alla cortese attenzione di Leopold Stiegl, ambasciatore di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome, presso il Patriarcato di Aquileia.
    La Vostra lettera è stata ricevuta e letta da parte di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome, che ha accettato le condizioni di data e luogo poste dal Patriarca, per tramite dei suoi rappresentanti. Ordina quindi di comunicare al Patriarca, questo Suo volere, per Vostro tramite.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Vienna, 20 luglio 1800, indizione III
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che ha ufficialmente informato il Patriarca Raimondo II delle volontà di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome. Data e luogo sono quindi fissati.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Aquileia, 14 luglio 1800, indizione III
     
    [omissis]
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che il Patriarca di Aquileia ha accettato di unirsi alle nostre gloriose armi nella nostra guerra contro i traditori di Amburgo e Cleves. Tuttavia ambienti vicini a Raimondo II, hanno espresso preoccupazione per la tenuta del governo, lacerato da lotte intestine. Sarà cura del Vostro tenerVi informati di ogni sviluppo di questa situazione.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Aquileia, 6 settembre 1800, indizione III
     
    Alla cortese attenzione di Leopold Stiegl, ambasciatore di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome, presso il Patriarcato di Aquileia.
    La Vostra lettera è stata ricevuta e letta da parte di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome, che ha espresso preoccupazione per la situazione interna dell'alleato. Egli chiede quindi di venire informato senz'altro di ogni sviluppo; siete quindi liberato dagli impegni di ambasciatore per seguire meglio la situazione come nostro osservatore ed agente.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Vienna, 10 settembre 1800, indizione III
     
    [omissis]
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che oggi, 29 novembre, ha avuto un colloquio con l'ambasciatore aquileiese presso la Santa Sede. Questi pare bene informato sulle dinamiche interne alla lotta di potere in corso nel Patriarcato. Pare che il Vicario, e vescovo di Milano, Nicola Aldini, sia a capo di una fazione avversa a quella del Patriarca. Tuttavia la loro linea politica è, al momento, alquanto confusa, almeno secondo la fonte, seguiranno ulteriori dettagli.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Budapest, 29 novembre 1800, indizione III
     
    [omissis]
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che ha avuto l'occasione di entrare alla corte del vescovo di Milano. Il Vostro ha subito cominciato ad indagare sulle sue posizioni e sui rapporti di forza all'interno del sinodo patriarcale, il loro organo politico per eccellenza. Da queste ha notato che la fazione del vescovo di Milano è fondamentalmente progressista in campo sociale e religioso; anche se non è ancora pericolose per la nostra Monarchia, in quanto minoranza nel detto consiglio, chiede un aumento di uomini e denaro per monitorare e gestire al meglio la situazione.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Milano, 6 gennaio 1801, indizione IV
     
    Alla cortese attenzione di Leopold Stiegl, agente di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome, presso il Patriarcato di Aquileia.
    La Vostra lettera è stata ricevuta e letta da parte di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome, che ha espresso la Sua contrarietà a fornirVi ulteriori aumenti in quanto la situazione interna, dai rapporti dell'ambasciatore, pare abbastanza stabile; oltre a ciò Egli non vuole contrariare il Suo principale alleato più di quanto la diplomazia non consenta. Ad ogni modo i Vostri rapporti sono ben considerati ed Egli si aspetta di riceverne altri, più approfonditi, prima di agire in qualsiasi direzione.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Vienna, 16 gennaio 1801, indizione IV
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Francesco Carlo, secondo nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che, dopo aver ricevuto la Vostra lettera del 16 gennaio, ha provveduto ad informarsi meglio per quanto riguarda la persona del Vicario e delle posizioni della sua fazione. Per quanto riguarda il primo argomento, purtroppo, il Vostro non è riuscito a sfondare la fitta cappa di segreto che avvolge il vescovo, in quanto tutti i documenti sono secretati. Per il secondo, invece, ha avuto maggiore fortuna, in quanto è riuscito a parlare con alcuni diaconi a lui vicini, nonché con il vecchio vescovo di Roma, principale sostenitore del Vicario. Da questi incontri ha saputo che il programma di detta fazione mira soprattutto ad ingraziarsi il popolo, mediante riforme agrarie e commerciali, nonché ad espandere la potenza economica di questa nazione. Oltre a questo il Vostro Vi informa che il Vicario si è mostrato latentemente ostile verso il nostro Paese.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Roma, 20 febbraio 1801, indizione IV
     
    [omissis]
     
    Alla cortese attenzione di Leopold Stiegl, agente di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome, presso il Patriarcato di Aquileia.
    La Vostra lettera è stata ricevuta e letta da parte di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome, che ha deciso di aumentare gli sforzi per contenere la minaccia rappresentata dal Vicario di Aquileia per gli equilibri politico-sociali dell'area. Per questo motivo vi affiancherà un altro agente, il nome del quale vi verrà comunicato in seguito, e di ulteriori somme di denaro. Vi ordina, inoltre, di presentarvi presso di Lui il giorno 30 di maggio.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Vienna, 29 aprile 1801, indizione IV
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che, dopo aver ricevuto la Vostra lettera, conferma la sua presenza presso la residenza di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome, nel giorno concordato. Il Vostro esprime inoltre le sue felicitazioni per l'ascesa del nuovo monarca.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Aquileia, 5 maggio 1801, indizione IV
     
    [omissis]
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che quest'oggi il Patriarca Raimondo II è rimasto a letto, colpito da una misteriosa malattia. I medici hanno assicurato al Vostro che la malattia del Patriarca non dovrebbe essere particolarmente grave: il Patriarca dovrebbe recuperare in pochi giorni. Questa sua malattia gli ha impedito, inoltre, di presenziare al sinodo che ha eletto, nuovamente, il vescovo di Milano come vicario del Patriarca. Per questo motivo è intenzione del Vostro rimanere ad Aquileia: ha intenzione di osservare meglio le mosse del Vicario, che ora è al timone del Patriarcato, data la temporanea indisponibilità del Patriarca.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Aquileia, 9 novembre 1801, indizione IV
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che il Patriarca Raimondo II, contrariamente a quanto affermato nella precedente lettera del 9 novembre, versa in gravi condizioni. Suggerisce quindi di considerare ulteriori opzioni, per impedire al Vicario di prendere decisioni anti austriache.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Aquileia, 19 novembre 1801, indizione IV
     
    [omissis]
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che oggi il Patriarca Raimondo II è stato chiamato a Dio. Questo tragico evento, purtroppo, spianerà la strada alle ambizioni del Vicario, che ha già provveduto a fissare la data del sinodo elettivo al 3 agosto 1802, se non si riuscità a trovare un candidato decente per avversarlo nel sinodo elettivo.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Aquileia, 10 febbraio 1802, indizione V
     
    Alla cortese attenzione di Leopold Stiegl, agente di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome, presso il Patriarcato di Aquileia.
    La Vostra lettera è stata ricevuta e letta da parte di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome, che vi ordina di indagare sui possibili candidati alla carica di Patriarca a noi più favorevoli, e di inviare i Vostri resoconti quanto prima.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Vienna, 20 febbraio 1801, indizione V
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che ha provveduto a contattare i più eminenti vescovi Aquileiesi. Tra questi il Vostro ha incontrato il più fedele seguace di Raimondo II, il vescovo di Zagabria, Giovanni Gonzaga, il quale, tuttavia è piuttosto inutile ai nostri scopi, in quanto inviso alla maggioranza degli altri prelati, per la sua rapida ascesa da generale a vescovo. Un candidato migliore, ad avviso del Vostro, è il nuovo vescovo di Costantinopoli, Manuele Zimisce, il quale ha fama di riformatore, il che potrebbe togliere persone dalla fazione del Vicario, ed è, segretamente, dalla nostra parte. Un altro candidato, seppur non famoso come il Zimisce, è il vescovo di Tunisi, Francesco Boscoverde, il quale è molto più fedele alla nostra nazione, essendo nato in una provincia di confine, e discretamente più conservatore dell'altro. Questi due ultimi vescovi sono a capo di due fazioni abbastanza numerose da garantirci una buona possibilità di vittoria.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Aquileia, 1 marzo 1802, indizione V
     
    Alla cortese attenzione di Leopold Stiegl, agente di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome, presso il Patriarcato di Aquileia.
    La Vostra lettera è stata ricevuta e letta da parte di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome, che vi ordina di prendere contatto con il vescovo di Tunisi, Francesco Boscoverde, e di invitarlo presso la Sua residenza di Vienna, quanto prima.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Vienna, 25 marzo 1801, indizione V
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che ha provveduto a contattare il vescovo di Tunisi, il quale ha accettato di presentarsi presso la corte di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome, verso la fine di maggio. Sarà cura del Vostro informarVi quanto prima sulla data esatta di arrivo.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Tunisi, 29 aprile 1802, indizione V
     
    [omissis]
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che quest'oggi è cominciato il sinodo elettivo. Ieri ha avuto un incontro con il vescovo di Costantinopoli, e lo ha persuaso ad appoggiare la candidatura di Francesco Boscoverde a Patriarca, promettendogli quanto concordato nella precedente lettera. Il sinodo è molto polarizzato, quindi si aspetta notizie nei prossimi giorni.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Aquileia, 3 agosto 1802, indizione V
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che a tutt'oggi il sinodo elettivo non è ancora riuscito ad eleggere un Patriarca. Pare che alcuni vescovi della fazione del Vescovo di Costantinopoli abbiano deciso di passare con il Vescovo di Milano, equilibrando la situazione. Cercherà, quindi, di contattare quanti più indecisi possibile, offrendogli adeguate ricompense in caso di voto favorevole.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Aquileia, 10 agosto 1802, indizione V
     
    Alla cortese attenzione della cancelleria di S.A.I. e R. Alberto, sesto nel nome.
    Il vostro umile servitore, Leopold Stiegl, ha l'onore di informarVi che oggi il sinodo elettivo ha eletto il vescovo di Milano, Nicola Aldini, come nuovo patriarca di Aquileia, con il nome di Niccolò IV. L'operazione è quindi naufragata. Chiede quindi ulteriori ordini.
    Deus Imperatorem Regemque protegat
    Aquileia, 17 agosto 1802, indizione V
     
  7. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    mancano
    2 update di gameplay
    1 update di intermezzo
    2 update di statistiche
    2 update narrativi

    la fine si avvicina!!!

    saluti
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    p.s.
    prossimo update domani
     
  8. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Niccolò IV - parte 1

    Dopo la morte di Raimondo II, un breve sinodo, solo quattordici giorni, elesse il nuovo patriarca, nella persona del vescovo di Milano ed ex-vicario patriarcale, Nicola Aldini, con il nome di Niccolò IV; preferendolo agli altri soprattutto per le sue abilità diplomatiche. La sua prima azione fu la creazione del governatorato della Crimea Occidentale, formato dalle due provincie ad ovest di Kaffa.
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    Lo spirito riformatore del Patriarca si esplicò perfettamente durante il suo primo anno di regno, quando vennero compiuti importanti passi nello sviluppo di nuove tecnologie navali, produttive e nuovi sistemi burocratici. Oltre a questo vennero anche riformate le strutture produttive locali, che passarono quasi del tutto in mano ai privati. Nonostante queste riforme, tuttavia, le tensioni sociali all'interno del Patriarcato, lasciate da Raimondo, non accennarono a diminuire.
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    Il primo, grande, evento del patriarcato di Niccolò IV fu la richiesta di aiuto da parte dell'Austria, impegnata in una guerra in India. La richiesta fu accettata, nonostante il fatto che il re d'Austria avesse cospirato con i vescovi nemici dell'attuale Patriarca durante il sinodo del 1802.
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    Pochi mesi dopo, nell'ottobre del 1803, morì il vecchio re d'Austria ed imperatore del SRI, subito succeduto, in entrambe le cariche, dal figlio, che assunse il nome di Ferdinando V. Questo sovrano fu ancora più duro del suo predecessore nei rapporti con Aquileia, arrivando alla completa rottura durante i primi giorni dell'anno successivo, quando il Patriarca firmò una pace bianca separata con gli stati indiani.
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    La rottura con l'Austria portò di nuovo alla creazione di un asse tra Parigi ed Aquileia. Questa riformata alleanza fu messa alla prova l'anno successivo quando Niccolò IV decise di sfruttare il periodo negativo della Spagna per espandersi in Africa ed America. La seconda guerra Aquileiese-Spagnola vide quindi il Patriarcato, la Francia e la Gran Bretagna fronteggiare la Spagn, il Portogallo e l'Haasa. Tuttavia la popolazione patriarcale vide con ostilità questa nuova guerra, generando nuove tensioni.
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    Le prime azioni si ebbero nei caraibi, con lo sbarco di tre armate a Cuba, e nell'africa centrale dove venne posta sotto assedio la provincia di Timbuctu. La situazione rimase stabile per circa un mese prima della caduta di Guantanamo.
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    Poco dopo l'offensiva in sud america portò alla caduta di Maranhao, sulla costa nord, e di Jujuy e Copiapo, a sud. Il mese successivo l'intera isola di Cuba fu occupata e le truppe vennero sbarcate nell'isola di Hispaniola, dove venne subito occupata la parte orientale. Nello stesso periodo vennero anche occupate alcune provincie africane. Sempre in africa si assistè ai primi scontri tra truppe patriarcali e spagnole; i brevi scontri mostrarono l'evidente superiorità patriarcale. Nonostante le grandi vittorie esterne, la situazione interna andava peggiorando, si ebbero infatti, numerose rivolte, subito soffocate nel sangue.
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    Successivamente vennero occupate alcune provincie nell'area andina, nonché la provincia di Tortuga, nell'isola di Hispaniola. Nello stesso periodo, nel tentativo di tagliare i rifornimenti alle truppe patriarcali, una flotta spagnola si scontrò con le navi del Patriarcato; la battaglia, durata molti giorni, si risolse favorevolmente per Aquileia, che perse solo tre navi leggere, a fronte dell'annientamento della squadra nemica. Dopo questo scontro, il Patriarca decise di ordinare nuove navi, per assicurarsi il predominio sul mare, e proteggere così meglio le colonie d'oltremare.
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    L'anno nuovo, anche grazie alle battaglie combattute, vide una generale riorganizzazione dell'esercito patriarcale. Le riforme vennero quindi messe subito in atto, contribuendo in modo determinante alle successive battaglie, che si conclusero con l'assedio e la presa di numerose provincie spagnole, in america ed africa.
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    La guerra, devastante per gli spagnoli, fu conclusa nel settembre del 1806, con la pace di Madrid. La Spagna fu costretta a lasciare tutti i possedimenti nel sud america, che andarono divisi tra i nuovi stati delle repubbliche del Paraguay e del Cile, nonché del regno del Brasile. Oltre a questo dovette consegnare ad Aquileia alcune provincie dell'Africa ed a rinunciare a molte delle rivendicazioni territoriali sugli Stati Uniti d'America.
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    Poco dopo la fine della guerra la Gran Bretagna richiese l'aiuto patriarcale per una guerra in India; Niccolò IV si vide costretto ad accettare ma, poco dopo, concluse una pace bianca con gli indiani. Nello stesso periodo venne introdotta un'epocale riforma dell'esercito, mirante ad innalzare il grado, già elevato, di disciplina nelle file delle forze patriarcali. La pace portò anche alla stabilizzazione della situazione interna, che ritornò, grazie ad interventi mirati, ad alti livelli. La stabilizzazione degli equilibri interni alla nazione riportò l'attenzione del Patriarca, e del suo consiglio, all'ex alleato georgiano. Dato che a tutti i livelli della società si guardava al loro abbandono dell'alleanza come ad un atto di tradimento, fu facile giustificare l'intervento patriarcale del novembre 1807. I soliti alleati patriarcali risposero all'appello, mentre gli stati sudamericani preferirono restarne fuori, mentre con la Georgia si schierarono Bisanzio e Mosca.
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    La prime battaglie, ad Imereti e Kartli, videro l'annientamento delle truppe georgiane. La città di Imereti cadde poco dopo, nel dicembre di quell'anno, consentendo alle truppe patriarcali di avanzare in territorio georgiano. Alcuni giorni dopo queste armate entrarono in Armenia, trovando l'armata reale georgiana ad attenderle. La battaglia fu furiosa, ma le truppe patriarcali riuscirono a prevalere, riuscendo a porre sotto assedio la provincia. L'irresistibile avanzata patriarcale, tuttavia, lasciò scoperti alcuni passi montani, dai quali le truppe georgiane riuscirono a raggiungere, e ad assediare, la provincia di Alania.
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    Le città georgiane caddero ad una ad una, fino alla stipulazione della pace, nel marzo del 1808. Questo trattato vide il passaggio di Imereti sotto giurisdizione patriarcale, per congiungere il governatorato dell'Asia Minore a quello della Crimea Orientale, nonché il pagamento di una forte somma di denaro e la rinuncia ad alcune rivendicazioni territoriali. Tuttavia Mosca e Bisanzio restavano in armi.
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    Immediatamente dopo la fine della guerra il Patriarca decise di unire i governatorati dell'Asia Minore e della Crimea Orientale, fondando un nuovo governatorato, con capitale a Trebisonda, che venne chiamato Asia Eusinica, data la sua posizione. Pochi giorni dopo Bisanzio chiese ed ottenne una pace bianca, seguita a ruota da Mosca, che poco aveva da guadagnare in una simile guerra. La pace vide quindi la continuazione dell'opera di nazionalizzazione e di conversione delle nuove provincie, molte delle quali divennero nazionali e cattoliche. Situazione simile, tuttavia, non si riscontrò in Francia, dove le truppe, ritornate dalla guerra e stremate dagli sforzi, alzarono la testa, spodestando il re e proclamando la repubblica. Alla notizia della caduta di Parigi il Patriarca fece buon viso a cattivo gioco, confermando l'alleanza con il paese rivoluzionario. Dopo la potenza patriarcale, tutti gli stati europei riconobbero pacificamente il nuovo governo.
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    Nel novembre dello stesso anno venne dichiarata guerra allo stato Khmer, subito aiutato dai cinesi. La nuova guerra portò ad un innalzamento dello scontento popolare che, tuttavia, non degenerò quasi mai in aperta rivolta. L'avanzata patriarcale cominciò senza eccessive resistenze, soprattutto per quanto riguarda le truppe cambogiane, subito annientate; tuttavia in dicembre l'esercito dell'imperatore cinese si scontrò a Dali con le truppe del generale Moscati, che riuscì a respingerle.
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    La Cambogia capitolò completamente nel febbraio del 1810, quando tutte le sue provincie vennero occupate. Tuttavia il sovrano cinese impedì a questo stato di firmare la pace, convinto com'era di riuscire a vincere la guerra.
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    Nei mesi successivi vennero presi i territori cinesi meridionali, tuttavia il grosso delle terre cinesi rimaneva oltre il confine giapponese. Per questo motivo una spedizione navale venne inviata a Tokio per chiedere un trattato di accesso militare. La squadra riuscì nel suo intento e le armate patriarcali presero ad avanzare in territorio giapponese, dirette al cuore del Manchu.
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    Le truppe cinesi si batterono con onore ma nulla poterono contro le preponderanti forze patriarcali che, nel giro di pochi mesi, riuscirono ad occupare gran parte dei territori del Manchu.
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    Vista la situazione della guerra estremamente sfavorevole, il sovrano cinese, Tolo I, miracolosamente scampato alle varie disfatte subite dal suo esercito, chiese di iniziare le trattative di pace, che si risolsero con la cessione di tre quarti delle provincie del Khmer, originario motivo della guerra, nonché di due provincie a sud, una delle quali venne poi girata al Taungu, stato cuscinetto e vassallo patriarcale.
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  9. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    I governatorati istituiti da Niccolò IV

    Africa Occidentale 1815-1821 (Whydah)
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    Congo 1815-1821 (Luanda)
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    Crimea Occidentale 1802-1808 (Georgia)
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    Asia Eusinica 1808-1821 (Trebisonda)
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  10. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    updato domani ;D

    saluti
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    1 update di gameplay
    2 update di statistiche
    2 update narrativi

    la fine si avvicina!!! :D
     
  11. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Niccolò IV - parte 2a

    L'anno successivo, data l'instabilità sistemica dell'Orda d'Oro ed il malcontento ancora serpeggiante tra le truppe, il consiglio patriarcale decise di impegnarsi in una nuova, facile guerra, contro i mussulmani del nord. A questo proposito vennero inviate spie nella loro capitale, Sarai, con l'incarico di trovare materiale per fornire un adeguato casus belli. Questo venne rapidamente trovato e, l'8 marzo 1811, scoppiò la seconda guerra tra Aquileia, affiancata da Francia e Gran Bretagna; ed Orda d'Oro, alleata con Ryazan, Iraq ed Hedjaz.
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    L'offensiva patriarcale al sud puntò su Hawran, che venne occupata il 31 marzo, e sui territori dell'Hedjaz; mentre a nord si procedette verso Azov, Kouban e Kharkov. Tuttavia, mentre le truppe avanzavano l'Orda d'Oro tentò, con innumerevoli truppe di sfondare in Alania, difesa da solo un armata. Questa stava per capitolare se l'arrivo di un'altra non avesse portato adeguati rinforzi e contribuito a sconfiggere il nemico.
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    Dopo la vittoria di Alania caddero Azov, Kouban e Lugansk, consentendo così alle truppe patriarcali di spingersi ancora più all'interno di domini dell'Orda d'Oro. Nello stesso periodo, al sud, caddero Basra ed Al Jafw, per questo motivo l'Hedjaz chiese la pace, rinunciando alle sue rivendicazioni su Najd ed offrendo una considerevole somma di denaro.
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    Poco dopo veniva piegato anche l'Iraq, che fu costretto a cedere Basra; in questo modo il Patriarcato si ritrovò a controllare la più grande base navale del golfo persico, nonché importante centro commerciale.
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    Il giorno successivo, viste le numerose vittorie nella guerra, e le disperate condizioni dello Stato, il sovrano dell'Orda d'Oro, Devlat Berdi I, decise di chiedere la pace, che vide il passaggio dell'enclave di Hawran sotto la sovranità patriarcale e la rinuncia, da parte dell'Orda, a numerose rivendicazioni territoriali.
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    L'anno successivo fu impegnato a consolidare la situazione interna e ad aumentare l'efficenza produttiva e fiscale del Patriarcato, per evitare i moti rivoluzionari. In questo periodo, oltretutto, numerose provincie divennero nazionali e quasi altrettante si convertirono alla vera fede. Seppur evitato ad Aquileia, in Europa lo spettro della rivoluzione continuava ad impaurire i sovrani ed a rovesciare i troni.
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    Nonostante la politica di pacificazione interna, il Patriarcato continuò ad affermare una politica estera interventista ed espansionista. Poco più di un anno dopo la caduta dell'Orda d'Oro, l'attenzione patriarcale fu attratta dal Cile, che occupava illegalmente la provincia di Jujuy. Dopo vani tentativi di accordo, al guerra scoppiò all'alba del 1814, e vide nuovamente Aquileia, Francia e Gran Bretagna affrontare la Spagna, oltre che al Cile, al Paraguay, agli Stati Uniti ed al Palatinato. La nuova guerra, tuttavia, non suscitò molte simpatie all'interno della nazione, che voleva godersi il periodo di pace.
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    Le truppe così cominciarono ad avanzare in America del Nord, in quella del Sud ed in Africa. Tuttavia i primi scontri si ebbero sul suolo statunitense, a Kanawha ed a Conoy. In entrambi i casi le truppe patriarcali, seppur inferiori di numero, riuscirono a sconfiggere il nemico, grazie all'equipaggiamento migliore ed alla guida dell'Eroe di Alania, il generale Luserna Bigliori, e ad un altro astro nascente, il generale Franchi.
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    A sud, invece, l'attacco contro Jujuy e Copiapo non incontrò resistenza; mentre l'avanzata nel Paraguay fu frenata dalle truppe nemiche che diedero battaglia nella provincia di Chaco Austral, anche se non ottennero altro che frenare l'offensiva patriarcale.
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    I mesi successivi videro la caduta di Xeres, in Paraguay, quella di Copiapo, in Cile, e quella di Kanawha, negli Stati Uniti. Grazie a queste conquiste l'offensiva in quegli stati ebbe nuovo vigore; nel fronte africano, invece, l'offensiva patriarcale riprese vigore, consentendo l'avanzata in Mozambico ed a Calabar; nel resto del fronte si videro solamente alcune battaglie, in cui gli spagnoli ebbero sempre la peggio. In agosto si ebbe il primo scontro con le forze cilene a Catamarca, subito sconfitte.
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    In settembre il Paraguay chiese la pace bianca, non riuscendo a sostenere lo sforzo bellico. Il governatore locale fu tentato di respingere la proposta ma, su consiglio di generali che chiedevano la chiusura di un fronte per potersi meglio dedicare all'altro, decise di firmare il trattato.
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    La pace con il Paraguay consentì di impiegare altre due armate sul fronte cileno, in stallo da lungo tempo. Un mese dopo venne conquistata Conoy, e chiesta la pace agli Stati Uniti, che accettarono di cedere Kanawha ad Aquileia e Tarasco alla Gran Bretagna. Mentre veniva siglata la pace alcuni ribelli cercarono ribellarsi a Badiyat Ash Sham, dove vennero subito sconfitti, ed a Sus, dove riuscirono a cingere d'assedio la città.
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    Pochi giorni dopo cadde Calabar, ma questa importante conquista non venne seguita da altre azioni sul fronte africano, diventato molto stabile. Un mese dopo la flotta spagnola, intercettata nel golfo di Valencia, venne annientata da quella patriarcale. A queste notizie positive fecero da contraltare quelle arrivate da Jujuy, dove l'armata locale era stata quasi sconfitta da una sortita degli assediati.
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    Il 6 dicembre cadde Catamarca e, pochi giorni dopo la Francia decise di siglare una pace separata, seppur molto onerosa, con la Spagna. Questa pace consentì alle truppe patriarcali di avanzare un'pò in Africa, ponendo sotto assedio due provincie. Nell'america del Sud, si decise, finalmente, di inviare rinforzi alle truppe di Jujuy, per prendere la città nel minor tempo possibile, per chiudere quella guerra.
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    Jujuy venne finalmente presa il primo febbraio 1815; subito dopo venne chiesta la pace al Cile, il quale accettò senza problemi la richiesta patriarcale di cedere quella provincia e di pagare una moderata somma di denaro quale indennizzo. Lo stesso giorno venne anche chiesta la pace alla Spagna, anch'essa molto provata dalla guerra. Le condizioni furono la cessione di Calabar, l'abbandono di molte rivendicazioni territoriali e, su esempio francese, la liberazione di Granada.
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    Il resto dell'anno fu impiegato per stabilizzare la situazione interna. Questa campagna di stabilizzazione portò presto i suoi frutti; infatti la stabilità della nazione subì un incremento. Oltre a questo venne assunto il filosofo Fabrizio Savoldi, autore di alcuni importanti testi, alla corte patriarcale; Niccolò IV, infatti, era sicuro che la presenza di un tale consigliere avrebbe giovato all'immagine esterna, e forse anche interna, del suo governo.
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    Il 1817, grazie alle scelte compiute l'anno prima, vide il raggiungimento della pace sociale all'interno del Patriarcato, nonché la conversione di molte provincie alla vera fede. Questi fattori portarono ad un incremento delle condizioni di vita dei cittadini patriarcali, abbassando così di molto le probabilità che questi si ribellassero. Questa pace interna, tuttavia, non rispecchiava la situazione europea: infatti l'Austria si impegnò, all'inizio dell'anno in una rapida guerra contro la Lituania, allora impegnata contro la Moscovia. Stretta tra due fuochi la Lituania non durò che pochi mesi prima di soccombere alle truppe austriache, cedendo tre provincie a Vienna, mentre le truppe moscovite dilagavano nel paese.
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  12. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Niccolò IV - parte 2b

    Il raggiungimento della stabilità sociale all'interno della nazione consentì al Patriarca di imboccare nuovamente la via dell'espansione. Questa volta, tuttavia, si decise di guardare ad est, verso la Cina, per non rischiare seri contraccolpi interni. Per questo motivo si decise di dichiarare guerra allo stato Wu, alleato di Giappone e Manchu; come sempre con Aquileia si schierarono Francia e Gran Bretagna.
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    Tutte le truppe del governatorato indocinese vennero subito mobilitate e quelle più a nord cominciarono un'offensiva ad ampio raggio contro il nemico, tutte guidate dai più esperti generali del Patriarcato.
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    A novembre si assistè alla prima battaglia della guerra, Ottobuono Luserna Bigliori, con un'armata, incontrò le forze del sovrano Manchu, che contavano ventunmila uomini. La battaglia infuriò per parecchi giorni ma, alla fine, le truppe patriarcali uscirono vincitrici da questo confronto.
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    Pochi giorni dopo cadeva lo Yunnan e le truppe patriarcali vincevano, nuovamente in pesante inferiorità numerica, contro quelle giapponesi a Guangxi. Liberando così il sud della cina dalla presenza di truppe giapponesi
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    I mesi successivi videro un fronte abbastanza stabile, si ebbero solo la presa di Wenshan e Liangshan, entrambe sottratte al dominio Wu. Mentre le truppe su quel fronte riprendevano l'offensiva, a sud i giapponesi tentarono nuovamente di sfondare le linee patriarcali; tuttavia anche questa volta vennero duramente sconfitte a Jiangmen, riportando pesantissime perdite.
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    Nonostante la sconfitta i giapponesi riuscirono ad avanzare in territorio patriarcale, ma vennero ripetutamente sconfitti dalla truppe riserviste, che li annientarono il 20 aprile. Nello stesso giorno cadeva anche Kachin e il Wu veniva costretto alla pace, perdendo gran parte dei suoi territori.
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    Pochi mesi dopo cadde Guangxi e, in settembre, Bozhou; questo liberò alcune armate, che vennero mandate a rinfocolare l'offensiva nel sud della cina. Questa nuova offensiva portò, nel gennaio del 1820, alla caduta di ben quattro provincie: i domini giapponesi erano ora di molto ridotti.
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    Il mese successivo vide altre vittorie che, finalmente, riuscirono a piegare la resistenza cinese. Venne così chiesta la pace ai sovrani Manchu, che si videro costretti ad accettare la perdita di numerose provincie nel sud, che passarono sotto Aquileia, e nel nord, prese dalla Gran Bretagna.
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    La fine della guerra portò nuovamente stabilità nel Patriarcato; questa fu foriera di molte buone notizie, prima fra tutte la conversione di molte provincie ex-cinesi, nonché l'introduzione di nuove riforme della pubblica amministrazione, che la resero più snella ed utile alla popolazione.
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    Si provvide poi anche ad istituire, su consiglio del giudice Aldini, numerose corti provinciali, con lo scopo di diminuire il carico di lavoro per i tribunali centrali e per assicurare meglio la giustizia.
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    Questo slancio portò anche, nell'agosto 1821, alla ratifica di sostanziali modifiche alla carta dei diritti, che divenne molto più ampia, consentendo alle minoranze di vivere più prosperosamente
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  13. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Obbiettivi a breve (verifica)
    1)espandersi in africa OK
    2)espandersi in asia OK
    3)espandersi in america OK
    4)aumentare il prestigio OK

    Obbiettivo finale: entrare nel novero delle potenze europee, controllando anche 5/10 provincie per continente (nord america, sud america, africa, asia&oceania) <- URRAH!


    saluti
    DAoS
     
  14. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    update domani, epilogo in vista!


    saluti
    DAoS
     
  15. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Duomo, Aquileia - 31 dicembre 1821
    La messa era finita, ed il Patriarca, dopo aver impartito la sua benedizione ai presenti, stava dirigendosi verso la sagrestia, per cambiarsi d'abito e ritornare al suo palazzo, quando venne interrotto dal suo assistente, Fabio Severi, che correva verso di lui
    "monsignore" disse trafelato "gli ambasciatori francese e britannico chiedono udienza!"
    "adesso?"
    "dicono che è urgente"
    "null'altro?"
    "no, nient'altro"
    "allora che aspettino, sono molto stanco"
    "d'accordo, riferirò immediatamente, monsignore" disse Severi, allontanandosi
    il Patriarca, dopo questo colloquio proseguì verso la sua meta, si cambiò d'abito e cominciò ad aprire la pesante porta che immetteva nel lungo cunicolo, voluto da Pagano III, suo predecessore, che portava dal Duomo al Palazzo patriarcale.
    pfui pensò se fosse stato veramente importante sarebbero venuti personalmente invece di chiamare quell'inetto di Severi
    La porta si aprì con un cigolio, ed il Patriarca accese una torcia per illuminare il passaggio, che essendo sotterraneo, era alquanto oscuro; subito dopo essere entrato richiuse la porta, e cominciò a scendere le scale.
    Dopo qualche minuto giunse alla porta che permetteva di entrare nel palazzo e, toltosi di nuovo le chiavi, la aprì; davanti a lui si parò, come ogni volta, la scena della sala blu, che conteneva numerosi arazzi dei suoi predecessori, da lui usata come ufficio. Andò quindi subito dal sergente di guardia, per assicurarsi che tutto fosse a posto, prima di ritirarsi nei suoi appartamenti privati.
    Così, dopo aver interrogato la guardia, si avviò verso la sua stanza da letto e, raggiuntala, si coricò.

    Località imprecisata - data sconosciuta
    Nel dormiveglia cominciò a sentire delle voci
    professore, professor Biagio!
    non capiva cosa stesse succedendo, intravedeva, da sotto le palpebre una strana luce
    si riprenda per l'amor del cielo!
    quelle voci fluttuavano nella sua testa, non aveva la forza di aprire gli occhi per controllare
    oh, eccola dottore.. per favore faccia qualcosa, ha perso conoscenza
    quando aprì gli occhi vide delle faccie conosciute, remotamente, e non fu subito in grado di identificarle
    "un semplice svenimento, una botta" stava dicendo un uomo "si riprenderà in fretta, niente di grave"
    "grazie dottore" disse un altro uomo, più grosso e peggio vestito "ha aperto gli occhi"
    il primo uomo si chinò nuovamente su di lui "riesce a sentirmi?"
    il professore scosse la testa, affermativamente

    Centro Congressi, Udine - 11 maggio 1971
    "sa dove siamo?" proseguì il medico
    il professore fece un cenno di diniego, questa volta
    l'uomo tornò a guardare gli altri "è ancora unìpò confuso, ma si riprenderà. portatemi un bicchiere d'acqua, e cerchiamo di farlo sedere"
    il professore venne preso e spostato su una sedia, gli venne quindi portato un bicchiere dal quale bevve avidamente
    "professor Biagio" disse Mario Rossi "mi riconosce"
    i suoi ricordi cominciarono a riaffiorare "si, Mario" riuscì a dire
    "sta già meglio, vede" disse il medico "tuttavia penso che sarà meglio annullare la presentazione"
    "sto bene, dovrei farcela" disse, con un supremo sforzo di volontà, il professore
    "Lei sarà anche laureato" disse il dottore "ma non in medicina, quindi adesso si faccia riaccompagnare a casa, ha bisogno di riposo"
    "ma la sua presentazione è molto importante, dottore"
    "mhm" mormorò il medico "andrò a vedere che si può fare, comunque non deve sottoporsi a stress per un bel pò"
    "ma.." cominciò Mario
    "niente ma!" chiuse il medico, allontanandosi
    "come si sente, quindi?"
    "mhm.. sono un'pò confuso, effettivamente" rispose il professore
     
  16. coluicheregna

    coluicheregna

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    fantastico!!!!
     
  17. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Europa Nord-Orientale
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    Aquileia & Vassalli
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    Panoramica generale
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    Panoramica sulle finanze
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    Panoramica sulle forze armate
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    Panoramica sul governo
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    non è ancora finito! XD comunque grazie, grazie mille :D
     
  18. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    update ed epilogo penso domani...


    saluti
    DAoS
     
  19. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    dal librone in game :D


    Pagina 1 - Statistiche Nazionali
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    Pagina 2 - Tecnologie Nazionali
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    Pagina 5 - Imperatori del SRI
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    Pagina 6 - Armate
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    Pagina 7 - Flotte
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    Pagina 10 - Patriarchi
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    Pagina 15 - Grafici Vari
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    Pagina 16 - Panoramica Tecnologie
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    Pagina 28 - Relazioni Amichevoli
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    Pagina 29 - Relazioni Ostili
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  20. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    per l'epilogo lascio la suspance ancora per un'pò :p


    saluti
    DAoS
     

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