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[SfidAAR 3]: E' 'na Cambogia!

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da zethani, 18 Giugno 2012.

  1. zethani

    zethani

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    The Arrow Itself

    Riassunto delle puntate precedenti: gli Khmer dichiarono guerra al Cham Pa sfruttando un pretesto.

    I primi ad affrontare il battesimo del fuoco furono gli uomini al comando di Bao Samnnang.
    Il confine fu superato senza incidenti. Solo dopo essere penetrati per una ventina di kilometri all'interno del Cham Pa all'armata khmer venne sbarrato il passo, nei pressi dell'altura di Ngol Grong. Al comando delle forze ostili vi era Savarash, influente patriarca del clan cham dei Dao. Questi aveva inizialmente ricevuto l'ordine di mantenere la difensiva e attendere rinforzi da parte del suo Re ma, insofferente a direttive così poco virili da parte del suo superiore, aveva deciso di affrontare gli invasori in campo aperto malgrado gli khmer contassero circa il doppio dei seimila uomini che aveva a disposizione.

    Messo al corrente del buon margine di superiorità numerica sugli avversari, Samnang decise di non perdere ulteriore tempo in indugi e di attaccare, prevedendo la possibilità di avere ragione molto rapidamente dell'opposizione nemica. Il generale khmer non aveva però considerato con attenzione la generale inesperienza dei suoi uomini, in buona parte contadini e artigiani coscritti in possesso solo di un rudimentale addestramento. Nel confronto con gli armigeri Dao, veterani induriti dalle battaglie nella giungla contro i viet e i lao, la fanteria cambogiana non poteva che risultare perdente. Sfruttando la migliore organizzazione della sua catena di comando e la forza dirompente della carica della manciata di elefanti che aveva portato con sè, Saravash riuscì a rintuzzare ogni assalto dei soldati khmer e a lanciare pericolosi contrattacchi verso i lati scoperti del fronte.

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    I Dao si preparano alla carica dei coscritti Khmer

    Dopo tre giorni di combattimenti, le numerose perdite subite (nonchè il crescente malcontento) costrinsero Samnang a desistere dal suo intento di forzare il passo per ritirarsi verso Labansiak. Sul terreno lasciava qualcosa come quattromila uomini e un migliaio di cavalieri. Fortunatamente per i cambogiani non meno leggere furono quelle sostenute dagli uomini di Savarash, che fu costretto a non inseguire l'invasore in rotta e a attendere rinforzi da parte di Jaya V. L'importante vittoria ottenuta a Ngol Grong non aiutò il clan Dao ad accattivarsi le simpatie del re cham: questi preferì infatti non alimentare il fuoco della popalarità di Savarash presso le tribù. Conscio che le forze dei Dao erano ormai troppo esigue per sostenere un offensiva in profondità nella Kambuja centrale, il re ordinò a Savarash di presidiare i passi mentre si dirigeva nel Panduranga per fronteggiare la minaccia della seconda armata khmer agli ordini di Narayana.

    Questi aveva nel frattempo occupato la provincia arrivando ad assediarne la capitale, Panduranga. L'inverno del 1407 e i primi mesi del 1408 videro una serie di schermaglie fra le truppe reali cham e i khmer che non portarono ad alcun concreto vantaggio per nessuna dei due schieramenti. La caduta di Panduranga, avvenuta in aprile, risollevò il morale degli invasori e consentì a Narayana di riorganizzare le sue truppe e respingere i cham nel Kauthara. Quindi si attestò sulle colline che segnavano il confine fra le due regioni, conscio che un ulteriore avanzata avrebbe richiesto un prezzo troppo sanguinoso da pagare.

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    Il Palazzo Reale di Oudong, noto come Casa del Tuono, iniziato sotto il regno di Barrom Reachea II verrà concluso solo negli anni 20' del XV secolo

    Il 1409 si aprì con una situazione di stallo sul fronte. A nord, le ripetute incursioni dei Dao e dei loro alleati erano volte perlopiù a disturbare gli khmer e ad impedirne la riorganizzazione. A sud, entrambi gli schieramenti non avevano forze sufficienti ad affrontarsi in campo aperto confidando in una probabile vittoria. L'equilibro poteva essere rotto soltanto con l'ingresso di un nuovo attore sul palcoscenico: il Lan Xang, frustrato nelle sue mire espansionistiche nel passato dal coraggio dei cham e desideroso di rivincita.

    L'inaspettata alleanza (sugellata dal matrimonio di Narayana con la principessa lao Hiyan) colse completamente di sorpresa il Cham Pa che fu costretto in fretta e furia ad ammassare truppe per fronteggiare l'offensiva del Lan Xang. Approfittando di ciò, Narayana approntò una nuova e più vigorosa offensiva delle sue forze: nell'estate del 1409 l'esercito khmer varcava nuovamente il confine del Gialai e marciava verso Pleiku. Lo scontro con le forze Dao si risolse con un vero massacro per i cham, che non poterono fare altro che ritirarsi disordinatamente.

    Nel mese di febbraio del 1410 riprese l'avanzata anche nel Kauthara occidentale, ai comandi del principe Nay Kan. La regione fu teatro di durissimi scontri fra gli invasori e i cham che si risolsero con la completa occupazione della regione solamente negli ultimi giorni di settembre. Nel frattempo, Narayana entrava trionfalmente a Pleiku in giugno, tagliando la principale arteria delle comunicazioni fra il Cham Pa settentrionale, messo a ferro e fuoco dai lao, e quello meridionale.

    Nella devastazione prodotta dal conflitto, il 1410 fu allietato da due nascite nel Kambujadesa avvenute a pochi giorni l'una dall'altra. Il 7 marzo era venuto al mondo il secondo genito di Nay Kan, un maschio, a cui venne imposto in onore di entrambi i fratelli del principe il nome di Narayana Reachea mentre il 22 aprile era nato il figlio del Re e della principessa Hiyan, Chettha.

    Messa al sicuro la successione al trono, il Re poteva quindi dedicarsi a impartire il colpo di grazia al Cham Pa. Benchè Pleiku fosse occupata, i cham erano ancora in grado di mantenere un certo coordinamento attraverso le strade costiere. Una nuova offensiva era necessaria per battere definitivamente il nemico e imporgli la resa. L'avanzata nel Gialai orientale si rivelò da subito più difficile del previsto: i clan Dao benchè fossero consci di avere speranze quasi nulle di vittoria misero in scena una feroce guerriglia che costò moltissime vite ai soldati khmer.

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    Narayana I Ramandhipati rappresentato sui bassorilievi del tempio di Angkor Wat.

    L'avanzata benchè rallentata fu inarrestabile. Il 18 dicembre del 1410 gli khmer entravano ad An Khé, ponendo di fatto fine alla guerra nel Gialai anche se questa non fu la sola cosa di cui venne decretata la fine. Una freccia, probabilmente scagliata da un arciere cham rimasto indietro appositamente a questo scopo, colpisce all'occhio sinistro re Narayana che cavalcava come sempre alla testa dei suoi uomini. Morirà dopo una breve agonia il 20 dicembre del 1410.
     
  2. zethani

    zethani

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    The Sword and The Crescent

    Riassunto delle puntate precedenti: dopo essere stati bullati dall'Ayutthaya, gli Khmer se la rifanno con gli innocui e indifese cham del Cham Pa. Mentre la guerra volge al termine, Narayana I è ucciso in battaglia.

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    La morte di Narayana precedette di soli 6 mesi la resa dei cham.
    Con la caduta di Vijaya nel luglio del 1411 e la pressione crescente del Lan Xang e del Dai Viet al nord, Jaya V fu costretto ad arrendersi cedendo il possesso delle regioni del Panduranga e del Kauthara. Questi territori entravano quindi di diritto all'interno della Kambujadesa dopo una guerra di oltre 4 anni. L'integrazione dei cham all'interno del tessuto sociale khmer non sarebbe stata facile: ci sarebbero voluti anni (e molte rivolte represse nel sangue) perché le orgogliose tribù cham accettassero il potere centrale di Oudong.

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    La scelta del reggente
    Ritornata la pace c'era da sistemare la spinosa questione della successione al trono. Secondo le leggi in vigore nella Kambujadesa il nuovo re sarebbe dovuto essere Chettha, figlio del defunto Narayana, di appena un anno. Si rendeva quindi necessaria la nomina di un reggente, nell'attesa che il bambino raggiungesse la maggiore età; tradizionalmente la scelta sarebbe dovuta ricadere sulla madre, la regina Hiyan, ma ben più di un nobile si dimostrava perplesso a riguardo.

    Il timore peggiore era che il re del Lan Xang potesse sfruttare la reggenza della figlia come un pretesto per invadere la Kambujadesa e sottomettere gli khmer. D'altro canto, Nay Kan aveva dimostrato di essere un valente generale e aveva partecipato alla gestione dello stato sotto il regno del fratello maggiore: non erano pochi a suggerire di scavalcare l'infante Chettha e di offrire la corona a suo zio, malgrado questo sarebbe stato certamente interpretato come un insulto dal Lan Xang con il rischio di incorrere nei problemi che si sarebbero voluti evitare.

    Si giunse infine a un compromesso, conferendo a Nay Kan e Hiyan una reggenza congiunta: lo zio avrebbe regnato in vece del nipote, con il nome di Thomma Saok III, fino a quando questi non fosse stato abbastanza grande da condurre personalmente gli affari dello stato, la madre ne avrebbe nel frattempo controllato l'operato (coadiuvata da un consiglio di nobili) affinché non avesse a nuocere agli interessi del legittimo re. Una soluzione che aveva il pregio di accontentare e deludere tutti, in special modo il Lan Xang, ma che avrebbe retto piuttosto bene negli anni successivi, pur con inevitabili e spesso violente frizioni fra i sostenitori di Nay Kan e di Hiyan.

    Le riforme di Thomma Saok
    La prima mossa come reggente di Nay Kan fu di incentivare il commercio con i ricchi sultanati della Malacca e dell'Indonesia, in opposizione al tradizionale traffico sul Mekong diretto alla Cina e il Pegu. Principale crocevia di questi traffici divenne il porto di Panduranga, che prosperò come mai prima d'ora: attratti dalla crescente importanza della città un numero sempre maggiore di mercanti musulmani vi si stabilì, dando vita a una viva comunità musulmana accolta con benevolenza dal reggente.

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    Nay Kan si dedicò inoltre alla riforma dell'esercito, sul solco di quanto portato a termine da suo fratello. Con decreto reale fu stabilito che l'equipaggiamento dei coscritti sarebbe d'ora in poi stato a spese della nazione e non più degli stessi soldati. Il provvedimento era volto ad eliminare almeno in parte la differenza di prestazioni in battaglia fra l'elité dei Prak'ak Tao e i soldati semplici, che più volte si erano trovati in difficoltà contro i meglio corazzati armigeri dei cham. Il denaro necessario sarebbe stato ricavato da nuove tasse speciali imposte su popolo e nobiltà, in caso di guerra. Specialmente questi ultimi non accolsero con favore l'idea di venire privati di una parte dei loro averi per preservare la vita di qualche rozzo contadinucolo.

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    La legge sarebbe poi stata estesa esattamente un anno dopo, istituendo una serie di caserme nelle maggiori città del regno (fra cui Angkor, Prey Nokor e Khorat) dedicate all'addestramento e all'alloggiamento dei soldati. La successiva disposizione di un anno di leva obbligatoria per i cittadini fra i 18 e i 30 anni, aveva l'obiettivo di mettere a disposizione dei regnanti khmer un esercito organizzato e disciplinato. La nuova concezione venne subita messa alla prova da delle rivolte cham, rapidamente represse dai soldati di leva. Nello stesso periodo veniva completata la fortificazione dell'altopiano di Khorat, iniziata nel 1405 da Narayana.

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    Sul fronte economico, Nay Kan promose la creazione di un efficiente sistema di strade e la distribuzione delle terre comuni ai piccoli proprietari, che diventavano finalmente padroni degli appezzamenti che magari coltivavano da generazioni.

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    Nelle immagini il gap considerevole sia economico che militare accumulato dagli Khmer nei confronti dei propri, minacciosi, vicini

    La pace che aveva regnato per sei anni era destinata ad avere vita breve. Ad occidente il regno dei Thai restava una minaccia che non poteva essere tollerata benchè il nuovo re avesse promesso di non attaccare nuovamente la Kambujadesa. Il reggente sapeva bene che finchè la stella dei thai fosse rimasta in ascesa, gli khmer non avrebbero mai potuto dormire sonni tranquilli. Una guerra preventiva era però impossibile: erano ben vive nella memoria le immagini della devastazione provocata dai thai e l'esercito di Ayutthaya era ancora molto temuto. In secondo luogo, mai la regina madre Hiyan avrebbe potuto approvare un atto di guerra, timorosa che un successo potesse accrescere il già consistente supporto nei confronti di Nay Kan, scalzando suo figlio dal trono.
    C'era bisogno di un occasione troppo ghiotta per farsela sfuggire...

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  3. zethani

    zethani

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    Burning Ayutthaya

    Riassunto delle puntate precedenti: Thomma Saok III annette la parte meridionale del Cham Pa e persegue una politica di rafforzamento dell'esercito. Ad ovest i thai danno segnali di debolezza. E' giunto il momento di sfoderare gli artigli.

    Trionfa il caos
    Il 1416 non iniziò bene per il regno di Ayutthaya. Nel giro di pochi mesi tre consistenti rivolte squassarono il vicino occidentale della Kambujadesa. La prima sollevazione ad esplodere fu quella dei mon del Nakhon Si Thammarat (popolo cugino degli khmer) che cercarono di riconquistare l'indipendenza svenduta pochi anni prima dai loro deboli regnanti. Ancora provati dalla lunga guerra in bengala, i soldati thai reagirono con lentezza e non schiacciarono l'insurrezione. Approfittando della difficile situazione un cugino del re, tale Prajuk, decise di spodestare il parente. Per far fronte alle due rivolte, l'Ayutthaya fu costretta ad istituire una serie di tasse speciali che misero a dura prova i contadini, già duramente vessati dagli sforzi bellici del regno. Una terza rivolta ebbe quindi luogo nel Sukhotai, un piccolo esercito armato solo di forconi e rabbia mise a ferro e fuoco la regione.

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    Nay Kan intuì che quello era il momento giusto per colpire il rivale di sempre. Relazioni diplomatiche furono allacciate con i mon del Nakhon i quali non si fecero certo pregare per richiedere l'intervento degli khmer nella guerra civile. Messa con le spalle al muro, la regina madre non poté che acconsentire alla discesa in guerra delle truppe dell'Impero al fianco dei mon. Al comando di Nay Kan, venne rapidamente espugnata Chomburi mentre l'esercito alleato marciava verso nord per ricongiungersi con gli khmer.

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    L'intervento del Cham Pa
    Le operazioni subirono subito dopo una battuta d'arresto in quanto ci si trovò nella necessità di dover combattere su due fronti. Approfittando della guerra ad occidente, i cham aggredirono vigliaccamente la Kambujadesa mettendo sotto assedio il Kauthara. La speranza di riconquistare i territori perduti nella guerra precedente fu però di breve durata: l'armata di Nay Kan marciò a tappe forzate e fu in breve addosso all'esigue forze assedianti, catturando Jaya V e ponendo fine al revanscismo del Cham Pa.

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    Alcuni mesi dopo, Nay Kan colse una decisiva vittoria nei pressi di Thom Buri dove schiantò i resti dell'esercito lealista Thai e si assicurò mano libera su tutto il fronte orientale. Una dopo l'altra le roccaforti nemiche caddero nelle mani delle truppe khmer, che occuparono tutta la parte settentrionale dell'Ayutthaya mentre nel frattempo il Nakhon si impadroniva della parte meridionale. Il primo maggio del 1420, i rivoltosi capeggiati da Prajuk entrarono nella capitale,deponendo l'ormai anziano re Rama. Dimentico del fatto che il nemico occupava ormai due terzi del suo territorio, il nuovo monarca promise guerra senza quartiere agli invasori, chiamando a raccolta ogni thai in grado di imbracciare le armi.

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    Il suo appello restò inascoltato. Il conflitto si trascinò inutilmente per altri due anni prima che l'avvicinamento minaccioso alla capitale dell'armata comandata da Nay Kan convincesse Prajuk a sedersi al tavolo delle trattative. I negoziati disegnerano un regno Thai molto ridimensionato: agli khmer fu ceduta la provincia di Phitnasulok nel nord-est con tutti i suoi proventi (venendo contestualmente riconosciuta la sovranità perpetua della Kambujadesa sulle regioni del lago Tonlè Sap e dell'altopiano dell'Isan), al Nakhon Si Thammarat fu concessa l'indipendenza e le regioni del Nakhon e del Petchaburi. Fu una vittoria totale per gli khmer. Nay Kan venne accolto in trionfo ad Angkor, dove entrò ricoperto da un armatura d'oro massiccio, in sella ad un elefante da guerra.

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    La prima guerra fra Lan Xang e Cham Pa
    L'inchiostro del trattato non fece in tempo ad asciugarsi che questo venne subito disatteso. Rivolte filo-thailandesi esplosero nel luglio del 1422 nel Petchaburi e l'Ayutthaya non si fece certo pregare per intervenire, inviando truppe a sostegno della ribellione. La guerra divampò nuovamente fra il Nakhon e i thai, ma questa volta gli khmer non intervennero. Hiyan si rifiutò di controfirmare la dichiarazione di guerra, adducendo come motivo il fatto che il conflitto fosse del tutto interno alla nazione mon. Nay Kan fu costretto a desistere. Il protarsi della guerra (che vedrà vittoriosi gli ex vassalli) prosciugherà le casse del regno thai che il 1 ottobre del 1423 fu costretto a dichiarare la bancarotta.

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    Ad oriente nel frattempo si combattevano furiosamente il Lan Xang e il Cham Pa. Dopo otto mesi di battaglie sanguinose, il regno lao si assicurava il possesso della regione costiera di Bo Chinh, acquisendo uno sbocco sul mare. Per limitare l'espansionismo laotiano, gli khmer si dichiararono protettori del piccolo regno hindu, professandosi pronti a versare il sangue del proprio popolo per difenderne l'indipendenza.

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    Il banchetto dei corvi
    Ed altro sangue presto sarebbe stato versato.
    Città spopolate, campagne devastate, forzieri vuoti e con persino le guardie personali del sovrano in aperta rivolta: in cerchi sempre più stretti gli avvoltoi volteggiavano sopra il gigante abbattuto. Nell'agosto del 1424, venti di guerra spiravano sull'Ayutthaya. Il Pegu si preparava a invadere il dominatore incontrastato di un tempo e richiedeva il supporto degli alleati khmer. Malgrado il trattato di pace, il consiglio di reggenza della Kambujadesa fu concorde nella necessità di impartire il colpo di grazia: la tregua fu violata ed i confini superati da migliaia di uomini in armi.

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    Chomburi e Thom Buri caddero senza colpo ferire. Le truppe del Pegu avanzavano parimenti senza incontrare resistenza, affondando come un coltello in un panetto di burro. Non fu una guerra, fu un massacro, una corsa a chi per primo avrebbe raggiunto Ayutthaya, la città dorata.

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    A vincere furono gli Khmer.




    Chissà se qualcuno coglierà il riferimento nel titolo :cautious:
     
  4. zethani

    zethani

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    Come penso si sarà notato l'AAR è momentaneamente in pausa, causa ultimo esame da fare (fatto), laura triennale da scrivere (ancora non ci siamo), corredata dal seguire i primi 4 corsi della specialistica (seeeee). Il prossimo post sarà narrativo e racconterà la caduta di Ayutthaya e la distruzione del regno thailandese. Negli episodi successivi dell'AAR conto di ritornare ad un approccio prevalentemente narrativo, come nei primi post, con uno speciale sulla Cina. Stanno succedendo cose davvero interessanti là su al Nord.

    Fra l'altro mi chiedo, ma tutti gli AAR della Sfida sono in pausa? Siamo spariti un po' tutti ragazzi, non molliamo altrimenti la sezione di EU£ rimane vuota. Ed è un peccato.
     

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