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SfidAAR 2: Filippo I di S.G. - Gondwana: verso l'Olimpo

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Filippo I di S.G., 23 Settembre 2010.

  1. nirian

    nirian Guest

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    si capisce

    è molto raffinata l'idea di una narrazione epica in versi in stile omerico
     
  2. Filippo I di S.G.

    Filippo I di S.G.

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    Libro primo, parte VI
    1418-1419
    (testo originale inframmezzato da guide alla comprensione)

    Per la terza volta, da che
    rinsavito fu il divo Narsingh,
    venia del sole lucente
    la stagione, e gl'operosi
    contadini nell'abbondanza
    del raccolto viveano beati,
    ch'essi videro con lor occhi
    una lieta novella proceder
    con movenza di cavallo:
    audace, un fido messo giungea
    in Gondwana, seco recante
    notizia di riscatto. Fecesi
    strada tra l'attenta gente,
    fin in su la via reale e lungo
    le lunge gradinate, al cielo
    mostrando insegne di pace.
    Ivi venìa 'contro costui
    Narsingh piè veloce, mente
    divina, e inchinatosi innanzi
    il forestier a parlar prese:
    "Divino Narsingh, pastore
    delle tue genti, guerriero
    dall'indomita spada, cavaliero
    senza paura, con me messaggio
    di pace e alleanza porto.
    La di te grande fama giunse
    presso i nostri umili villaggi
    quand'eravamo del sultano
    di Delhi miseri schiavi,

    ora noi stessi abbiamo
    con la forza e con le armi
    fatta nostra la libertà,
    e giungiamo dinnanzi a te,
    con le nostre bandiere al vento,
    per porci sotto protezione
    sicura dei tuoi valenti cavalieri”
    'l caldo vento scompigliogli
    i capelli. Ed Ei acconsentì.


    Il 17 agosto 1419 il Punjab ci offre la sua alleanza. Anch'esso, come il Malwa, è nato dalle rivolte induiste contro il sultanato di Delhi, sempre più in crisi. Visto che è troppo lontano per farne un vassallo efficacemente, provvediamo ad accettare la sua proposta di alleanza. Che sarà gravida di conseguenze...
    Appena possibile nuovi aggiornamenti...
     
  3. Filippo I di S.G.

    Filippo I di S.G.

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    Libro primo, parte VII
    1419-1423
    (testo originale inframmezzato da guide alla comprensione)

    Grama fatal sorte d'indi

    ribelli bersaglio fatt'avea
    di sanguinosa vendetta
    de' nazioni musulmane.
    E poscia ch'ebber a lungi
    proclamata la di lor libertà,
    l'onda di gioioso trionfo,
    sospinta per le vallate verdi
    e lungo i navigabili fiumi,
    a lor tornò nera e sangugna,
    di cavalier e fanti composta.
    Di persia i primi, per lunghi
    archi e rapide frecce celebri,
    e d'altre nazioni minori
    in fama, ma non men feroci
    i secondi, copiosi in numero.
    Venivan a far dell'esempio
    di libertà esempio di morte.


    A tre mesi esatti dalla libertà e dall'alleanza con il regno di Narsingh, il Pujab viene aggredito da Persia, Nogai e Baluchistan. Di questi il più pericoloso è il terzo, ma il poeta, non avendo studiato molto (per non dire che non l'aveva proprio fatto) confuse le carte e attribuì ai persiani più di quel che si meritavano per le loro azioni. Ma per noi poco cambia.

    EU3_3.jpg
    EU3_7.jpg
    L'importante è la reazione di Narsingh. È il 17 novembre 1419.


    L'accorato appello rapido
    giunse al Gondico Narsingh,
    Piè veloce e mente divina,
    e più è il tempo che il verbo
    per varcar la soglia impiega
    di quel che a lui servì
    per così stabilire: “che non sia
    ancora giunta l'ora del riposo
    eterno e del conto della vita!
    Che gl'uomini le fredde armi
    da terra raccolgano: non oggi,
    gli dèi hanno della pace
    il giorno fissato! Con me!”


    Chiaramente lo seguiamo in guerra: non possiamo permettere che il nostro nuovo alleato sia schiacciato dalla soverchiante potenza avversaria! Se non fosse che contemporaneamente ci troviamo interessati da un'altra guerra offensiva del nostro alleato di vecchia data Bihar (contro Bengala, Delhi, Kazach e Sind) e da una ribellione di un pretendente che si oppone alla nostra spinta verso la centralizzazione. Ma che volete che siano questi problemi per uno che è in sintonia con gli dei?


    L'arma lucente, limpida
    la corazza di Narsingh
    Piè veloce e mente divina.
    Tant'insidiosi avversari
    quante le stagioni della vita:
    i vecchi nemici dell'antichi
    alleati, i recenti nemici
    del nuovo nordico fratello,
    l'immediato oppositore
    al divin disegno sovrano.
    E pur tuttavia niuno
    di fermarlo in grado,
    e la cavalcata furiosa
    per valli e pianure
    snodasi rapida e vittoriosa.
    In patria le militar
    strutture rafforzate1,
    seguì 'l divo Narsingh
    a ritroso la strada di colui
    che novello Prometeo
    a Poro guerra moss'avea
    nei tempi che perdonsi
    in memoria dimenticata.
    Aprironsi nuove vie, e valli
    mai pria con gl'occhi
    vedute, innanzi al prode
    esercito. E col proceder
    de' fatti d'arme avanti
    venìa 'l bellicoso fronte,
    fin sulla de' beluchi
    terra natìa, in sul venire
    del di guerra terzo anno.
    Giunsegli ivi dalla lontana
    patria nuova lieta,
    che finia, in quel mentre,
    di fender l'aria respiro
    velenoso di sì odiato
    primo insidioso nemico:
    né mai più di Deccan
    s'abbia da dire2. E spronati
    dalla copiosa letizia
    nuova forza ne' cuor
    de' gondwani riversossi,
    e nullo muro lor impeto
    più frenare potè, sebbene
    aspro e lungo ancora
    il cammino fosse: un anno,
    e poi'altri due mesi passare
    dovetter pria che si potesse
    tregua decantare, lieti
    d'aver della minaccia
    nuov'occasion di gloria fatta.
    E sol di gloria pago,
    tornonse a ritroso
    il divo Narsingh3 .




    1. Viene approvato l'Atto della Milizia (1° gennaio 1421)
    EU3_8.jpg
    2. Vogliamo qui ricordare il giorno della rivincita finale: il 24 febbraio 1422 viene annesso il Deccan, sfruttando la pace appena siglata con lui dal Vijayanagar, che lo ha ridotto a monoprovincia (guardacaso avevamo il casus belli di conquista, ricordate?); Il primo nemico storico è definitivamente sconfitto.
    EU3_10.jpg
    3. La pace che firmiamo con il Baluchistan è generosa anche in considerazione del fatto che non ci conveniva prenderci alcunché, visto che sarebbero state terre staccate, troppo lontane dal resto del regno. In compenso ci prendiamo un po' di prestigio, paghi di aver accumulato tradizione militare.
    EU3_13.jpg
    Il 26 maggio 1423 viene dunque firmata la generosa pace con il Baluchistan, che dopo essere stato respinto dal Punjab dall'ormai leggendaria armata di Narsingh (anche se un certo merito andrebbe anche ai soldati punjabesi, ma va beh... non sono loro i protagonisti del poema!) vede le sue terre a poco a poco invase, e i suoi alleati dileguarsi (buon per loro!). Con Delhi & Co abbiamo invece fatto una pace bianca. C'è da dire che subito (neanche un mese dopo) siamo chiamati in causa dall'Assam per combattere ancora, tuttavia ormai avevamo la tregua con gli islamici quindi a malincuore abbiamo dovuto rinunciare...
    EU3_14.jpg
    Al prossimo aggiornamento!!


    PS. scusate se il ritmo di aggiornamento è lento, ma con gli impegni scolastici ho davvero poco tempo a disposizione per la stesura dell'AAR, abbiate pazienza!!
     
  4. Filippo I di S.G.

    Filippo I di S.G.

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    Libro primo, parte VIII
    1423
    (testo originale inframmezzato da guide alla comprensione)

    Grande ed oscuro mistero

    è per gli uomini degli immensi
    dèi la volontà. Vano e di disgrazie
    portatore è il desìo di conoscer
    quanto dato non fu a l'uomo
    mortal. Se vuolsi così, colà dove
    si puote ciò che si vuole, nulla
    rimane al terren da farsi,
    se non la grama vertà
    con speranzoso animo accoglier.
    Il fato comanda l'umana vita,
    tanto del prode guerriero
    cavalcatore di cavalli inquieti,
    dalla ferrea e sanguigna arma,
    quanto del pover pescator,
    che d'un lucido pesce più non vuole.
    Accadde che Narsingh, piè veloce
    e mente divina, un figlio avesse,
    intelligente e agile con la spada,
    e pronto di piede. Egl'era
    la luce degl'occhi divini,
    figlio degno di padre glorioso,
    il quale ritto tornando
    da foresti terre primamente
    a lui lo sguardo volgea,
    orgoglioso di veder la possanza
    sua in ciò che più di tutto suo era.
    E pur tuttavia avvenne
    ch'Egli, su montano valico
    giunto, col figlio suo prediletto,
    separato rimanesse dagl'altri
    della scorta sua. Neve e vento
    gelido l'acuta vista superarono,
    e nella nebbia lassaron il padre
    e l'amato figlio. Ah, è arduo
    dire cos'ei visse, che la vita
    sua scosse, e al sol pensier
    si rinova la paura. Tigre
    silenziosa, tra i ghiacci
    avanzò, non già animale,
    ma d'infidi uomini composta.
    Con saettanti frecce l'attacco
    portaron, e vili e feroci cani
    all'assalto sguinzagliaronno,
    di bottino regale speranzosi.


    È il 19 novembre 1423. Mentre sta effettuando un'escursione con il proprio figlio, Narsingh è aggredito da una banda di briganti. Per i banditi non c'è scampo, e non avrebbero potuto scegliere obiettivo peggiore (per loro), però l'accaduto è traumatico anche per Narsingh: Arjuna Simha, l'amatissimo erede, viene colpito a morte. Però gli dei non hanno abbandonato Narsingh.


    Possente di battaglia grido
    levossi dal divo Narsingh,
    poscia che infido dardo
    colpito ebbe il figlio amato.
    Colpito da una, da due,
    da tre acuminate frecce,
    in sé soffocando l'atroce
    dolore giuns'egli ove
    i dannati scoccati avean
    i mortiferi legni traditori,
    e senza più pietà alcuna
    con mani nude e ròccee
    le membra loro spezzò,
    come ogn'uom a cena
    il pane divide, e ad ognuno
    ne porge un pezzo. A tanto
    arrivò la bellicosa vendetta
    di chi tanto avea amato
    e così severamente fu
    da' fato ingiustamente
    punito. Innalzòlsi allor
    il lamento suo agli dèi
    che per losca e bruta mano
    la gioia sua strappata
    aveano dalle paterne
    e ampie sue braccia.
    Pietosi resi dall'accorato
    pianto, deciser color che
    posson ciò che vogliono
    di miracolosa vista
    confortare il lacrimoso
    suo sguardo. E dall'alto
    la voce loro discese a lui:
    Ecco il bambino, di luce
    vestito, che conforto
    per te, ed erede di ciò
    che tu sei sarà. Accoglilo
    tra le tue vuote stanze.
    Quello stesso nome
    che tu un giorno scegliesti
    sarà suo, ancora una volta”.
    Solo nella fresca neve
    brillava quasi di luce
    propria, sì piccolo, indifeso,
    eppure giocondo. Sì grande
    l'incredulità nel Narsingh,
    che le ferite sue non s'accorse
    che magicamente curate eronsi.
    E coll'infante in braccio
    discese a valle, mormorando
    il nome suo, che era stato
    del figlio caduto: “Arjuna Simha,
    figlio delle montagne e dell'uomo,
    a te l'eredità del passato,
    a te l'incognita del futuro,
    sempre nel nome degli dèi
    agirai, così come nel di loro
    segno a me sei giunto”.


    La cosa curiosa è che mi viene lo sciagurato evento della morte dell'amato erede, e tuttavia dalla mia scelta ne esce un altro erede con esattamente lo stesso nome (ma caratteristiche leggermente migliori!!).
    l'erede ritrovato.jpg
     
  5. Filippo I di S.G.

    Filippo I di S.G.

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    Libro primo, parte IX
    1423-1428

    (testo originale inframmezzato da guide alla comprensione)


    L’inquiete tenebre del destin
    Oscuro il cuore e la mano

    Capace e sagace di Narsingh

    Piè veloce e mente divina

    Opprimevan, con loro insidioso

    Dubbio nel seminar divisione

    In sull’indica peninsula seguitavan.

    Perso e ritrovato l’amato figlio

    Per divin capriccio, giunse

    Il Divo a bellicosa volontà:

    Che di nuovo alla carminia guerra

    Le genti sue si preparassero,

    Al fin di schiacciare sotto

    L’ombra benevola di miglior

    Governo le genti ch’ancora

    Le giungle avean trattenuto

    Oltre i limiti della di Narsingh

    Volontà; ed Ei produsse cose nuove,

    e spinse all’armi uomini che mai

    tenutele avean, e in tutti loro

    infuse del guerriero il vigor.


    7 settembre 1427: Narsingh promuove riforme militari (l’atto della milizia) e organizza l’invasione del Bengala, reclutando altre truppe. Si aspetta prima la fine della tregua, poi che il Bihar ci faccia pace. Infine, il 7 dicembre, attacchiamo il piccolo potentato musulmano. È una guerra lampo: il Bengala è infatti annesso già il 4 febbraio. In seguito a questo la cultura bengalese diviene accettata, anche se ora ci troviamo in guerra anche con i lontanissimi ottomani, difensori della fede sunnita.

    Di trombe l’eco e di uomini le grida

    S’udirono come prima della tempesta

    I tuoni, allorché s’approssimarono

    Del divo Narsingh l’armi gloriose

    Alla fine delle terre libere,

    Presso le foreste vergini

    Che allora vedevano l’ultima alba

    Illuminare il volto dell’oppressor

    Su quelle terre. Ed Ei arrivò,

    Alto, forte e divinamente vigoroso,

    Tanto che in molti nuovamente

    Rapido sorse se umana fosse

    Tanta prestanza il dubbio.

    E il silenzio quesitorio finì

    In un gesto, e le porte dell’oblio

    Si aprirono con l’ingordigia

    Dell’orco su coloro che ancor

    Osaron opporre umano vigor

    A’ divino voler: e battaglia

    Non fu più, né singolar tenzone,

    Ma solo sanguinolento incedere

    Del ferro nelle carni. Maggiore

    Tra gli ostacoli fu la senile

    Debolezza, ancor più del vigor

    Nemico. E fu sera e fu mattina,

    E niuno oltre rimase in piedi

    A bloccar il passo alle armate Sue,

    Cinte del verde alloro.

    Solo l’orizzonte rimase ostile:

    Ogn’altra parte del mondo

    In ginocchio si trovava.


    (un’esagerazione poetica inserita dal poeta per onorare un sovrano giunto alla fine dei suoi giorni: Narsingh morirà, infatti, di lì a poco, il 2 aprile 1428, all’età di 44 anni, lasciando all’infante Arjuna Simha di appena 4 anni, un’eredità notevolissima, oltre 10 volte quella che aveva lui stesso ricevuto 30 anni prima).

    Ei fu. Siccome immobile,

    Dato il mortal sospiro,

    Stette la spoglia immemore,

    Orba di tanto spiro,

    Così percossa, attonita

    La terra al nunzio sta,

    Muta pensando all’ultima

    Ora dell’uom fatale;

    Né sa quando una simile

    Orma di piè mortale

    La sua cruenta polvere

    A calpestar verrà.

    Dall’Himalaya ai minareti,

    Dal Gange all’Indo,

    Di quel securo al fulmine

    Tenea dietro al baleno;

    Scoppiò da’ Persia al Bengala,

    Dall’uno all’altro mar.

    Fu vera gloria? Ai posteri

    L’ardua sentenza, nui

    Chiniam la fronte al Massimo

    Fattor, che volle in lui

    Del creator suo spirito

    Più vasta orma stampar.


    FINE del libro primo.
     
  6. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    back with style!
    ottimo lavoro!

    saluti
    DAoS
     
  7. Purfa

    Purfa

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    Finale epico! Chapeau!
     
  8. Filippo I di S.G.

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    Eh spero in questi giorni di riuscire ad andare avanti un po', in realtà è da un po' che sono andato avanti in game... ;)
     
  9. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    eh siamo tutti nella stessa barca :D io ho 150 anni di differenza XD
    keep on writin' !!!

    saluti
    DAoS
     
  10. Filippo I di S.G.

    Filippo I di S.G.

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    Come se non bastasse ci ritroviamo pure con una bassa legittimità! Non tutti avevano creduto alla strana storia del bimbo trovato nella bufera... se non altro si preannuncia un gran sovrano!
     
  11. Filippo I di S.G.

    Filippo I di S.G.

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    [FONT=&quot]Libro secondo, parte I[/FONT]
    [FONT=&quot]prefazione, [/FONT][FONT=&quot]
    1428[/FONT]
    [FONT=&quot]
    (testo originale inframmezzato da guide alla comprensione)[/FONT]


    [FONT=&quot]Cantami, o diva, di colui che erede
    [/FONT]
    [FONT=&quot]Di Narsingh piè veloce e mente divina
    [/FONT]
    [FONT=&quot]Contra l’ansia e la perfidia dello spergiur
    [/FONT]
    [FONT=&quot]Confratello l’arma infausta dovette
    [/FONT]
    [FONT=&quot]Anzitempo afferrar, e con mani
    [/FONT]
    [FONT=&quot]Di candor giovanil ancora coverte
    [/FONT]
    [FONT=&quot]Il rosso calice di Kalì riempir dovette.

    [/FONT]
    [FONT=&quot]Preparatevi, cari lettori, questa sarà una delle pagine più sofferte della storia del Gondwana: si narrerà di come finì l’amicizia tra gli indiani, e di come, a malincuore, il vecchio amico divenne l’ultimo dei nemici, di come il sangue prese a scorrere copioso non per volere degli dei, ma per la debolezza degli uomini.[/FONT]


    [FONT=&quot]Cantami, di quell’infante figlio dei monti[/FONT]
    [FONT=&quot]Che il sogno di un padre, nel carme[/FONT]
    [FONT=&quot]Dei secoli entrato di merito, per sì poco[/FONT]
    [FONT=&quot]Tempo cagnosciuto, cinse spontaneo[/FONT]
    [FONT=&quot]Coll’arti suoi leggeri di bimbo[/FONT]
    [FONT=&quot]Con amore e speme suprema, [/FONT]
    [FONT=&quot]E tanto magnifica quanto maledetto[/FONT]
    [FONT=&quot]L’animo de’ genti mostrò essere.[/FONT]
    [FONT=&quot]Rifiutò l’uomo il messia delle genti,[/FONT]
    [FONT=&quot]Rifiutò di conoscerlo per ciò ch’Ei[/FONT]
    [FONT=&quot]Pur era, e s’apriron le porte dell’Orco,[/FONT]
    [FONT=&quot]E mille vi si riversarono, poi altri mille,[/FONT]
    [FONT=&quot]quindi altri cento, e poi di nuovo mille,[/FONT]
    [FONT=&quot]senza apparente fine. E con essi[/FONT]
    [FONT=&quot]L’armi infedeli ch’ancora ai tempi sui[/FONT]
    [FONT=&quot]Le mani manevano su’ campi[/FONT]
    [FONT=&quot]Dorati e su’ prati e su’ giungle[/FONT]
    [FONT=&quot]Di quest’indico paradiso.[/FONT]
     
  12. Filippo I di S.G.

    Filippo I di S.G.

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    ricapitoliamo dunque gli obiettivi;

    obiettivi principali della partita:
    1. distruzione di ogni nazione islamica;
    2. conquistare la Germania settentrionale, in particolare Berlino;
    3. mettere piede in America.

    obiettivi immediati:
    1. sopravvivere; raggiunto
    2. crescere; raggiunto
    3. ottenere uno sbocco sul mare. raggiunto

    nuovi obiettivi immediati:
    4. togliere di mezzo i restanti musulmani in India;
    5. ridurre all'impotenza gli altri principati indiani;
     
  13. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    occhio alle armate di Muscovny sull'elba XD

    saluti
    DAoS
     
  14. Filippo I di S.G.

    Filippo I di S.G.

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    Libro secondo, parte II
    1428-1430

    [FONT=&quot](testo originale inframmezzato da guide alla comprensione)[/FONT]

    [FONT=&quot]Viscida serpe, tra i legni strisciante,[/FONT]
    [FONT=&quot]Freddo il veleno tuo, che’l core [/FONT]
    [FONT=&quot]Retto de’ onorevoli uomini [/FONT]
    [FONT=&quot]Con subdola e maledetta azione[/FONT]
    [FONT=&quot]Ruinò, e anzitempo all’orco[/FONT]
    [FONT=&quot]Per mano dell’amato fratello[/FONT]
    [FONT=&quot]Gettò. Erano costoro coloro [/FONT]
    [FONT=&quot]Che primamente aveano in Narsingh[/FONT]
    [FONT=&quot]Piè veloce e mente divina presagio[/FONT]
    [FONT=&quot]Di riscossa con arguzia veduto,[/FONT]
    [FONT=&quot]Erano costoro coloro che con dorato[/FONT]
    [FONT=&quot]Metallo primamente al Gondico[/FONT]
    [FONT=&quot]Venuti erano in contro, e poi [/FONT]
    [FONT=&quot]Con ferrea arme sempre primi[/FONT]
    [FONT=&quot]Nelle schiere sue si ponevano.[/FONT]
    [FONT=&quot]Dannata serpe, che semini discordia[/FONT]
    [FONT=&quot]Col morso tuo velenoso Essi[/FONT]
    [FONT=&quot]Misi contro del loro redentor[/FONT]
    [FONT=&quot]Il figlio ancora infante prodigioso.[/FONT]
    [FONT=&quot]E niuna razional cagione poteron[/FONT]
    [FONT=&quot]Portar, che non fosse penosa[/FONT]
    [FONT=&quot]Invidia pei frutti dolci raccolti[/FONT]
    [FONT=&quot]Dall’agricoltor che con più tenacia[/FONT]
    [FONT=&quot]Una terra ostile seppe coltivar.

    [/FONT]
    [FONT=&quot]Questa è la fine della grande coalizione indiana: il 29 ottobre 1430, appena due anni dopo la morte di Narsingh Rai Gond, il Vijayanagar, potente principato indiano, che controlla l’intera parte meridionale della penisola, ci dichiara guerra. I nostri alleati si schierano con noi (mitici!) ma la situazione appare critica, in quanto l’esercito nemico, numericamente, è molto superiore al nostro: mentre la nostra intera armata conta circa 10mila uomini, il solo esercito principale nemico ne vanta 18mila, senza contare altri piccoli corpi da 1000-2000. È essenziale, di conseguenza, evitare attentamente scontri campali: una sconfitta potrebbe pregiudicare tutta la guerra, e il futuro stesso del Gondwana.
    [/FONT]
    [FONT=&quot][​IMG]

    [/FONT]
    [FONT=&quot]Tuttavia, nonostante non abbia ancora compiuto sette anni, Arjuna Simha dimostra una calma e un sangue freddo emblematici della sua grande intelligenza:[/FONT]
    [FONT=&quot]
    [/FONT][FONT=&quot]Grande frastuono, ansia sussultante,[/FONT]
    [FONT=&quot]Sull’ali terrene come il vento[/FONT]
    [FONT=&quot]Veloce viaggia, la nefasta novella[/FONT]
    [FONT=&quot]Del traditore dell’amicizia fraterna.[/FONT]
    [FONT=&quot]Giunsegli innanzi travagliato messo,[/FONT]
    [FONT=&quot]E terror gl’occhi di lui colmava,[/FONT]
    [FONT=&quot]Già che difficil nella mente sua sonava[/FONT]
    [FONT=&quot]Della vittoria portatrice di gioia il sono,[/FONT]
    [FONT=&quot]‘Che l’amato Narsingh lasciati [/FONT]
    [FONT=&quot]Avea tutti loro senza dote apparente.[/FONT]
    [FONT=&quot]Alsossi dallo scranno l’infante reale,[/FONT]
    [FONT=&quot]E degnissimo verbo imperoso[/FONT]
    [FONT=&quot]A calmar nel cor i presenti profuse,[/FONT]
    [FONT=&quot]Tal da meravigliar l’animo loro.[/FONT]
    [FONT=&quot]“Perché temete” domandogli[/FONT]
    [FONT=&quot]“L’anima del padre mai lasciommi,[/FONT]
    [FONT=&quot]Ed Ei nel mio silenzio giunge[/FONT]
    [FONT=&quot]Ancora innanzi alla figura mia,[/FONT]
    [FONT=&quot]E illustrata mi ha diva soluzione[/FONT]
    [FONT=&quot]All’impeto del traditore nostro,[/FONT]
    [FONT=&quot]Che la bruta forza userà, ma[/FONT]
    [FONT=&quot]Sarà sconfitto con arma minuta,[/FONT]
    [FONT=&quot]Così come l’enorme elefante[/FONT]
    [FONT=&quot]È messo in crisi dal piccolo topo”.[/FONT]
    [FONT=&quot]“Davvero parlò così? Ed Ei è qui!”[/FONT]
    [FONT=&quot]L’uomini dubbiosi interrogaron, [/FONT]
    [FONT=&quot]Ed Ei tacque, e l’occhi sui chiuse,[/FONT]
    [FONT=&quot]Ed alzate le piccole infanti mani,[/FONT]
    [FONT=&quot]In preghiera rimase. Ed aprì gl’occhi,[/FONT]
    [FONT=&quot]E in alto volò il guardo suo, e con [/FONT]
    [FONT=&quot]Lui tutti alla volta miraron. [/FONT]
    [FONT=&quot]Splendida, magnifica fenice,[/FONT]
    [FONT=&quot]Di cangianti e sconosciuti colori,[/FONT]
    [FONT=&quot]Rossa e dorata entro volteggiò, [/FONT]
    [FONT=&quot]E di nuovo fuori, e dipartì verso[/FONT]
    [FONT=&quot]L’orizzonte. Ed essi tutti crederono.[/FONT]
    [FONT=&quot]
    [/FONT]

    [FONT=&quot]Poco dopo aver nominato Hirade Sahi Kambli, uno dei più esperti veterani delle guerre di suo padre, generale dell’esercito, il piccolo Arjuna si ritirò nelle sue stanze. Qui, diede il giusto compenso agli uomini che avevano manovrato l’uccello finto che era stato fatto entrare ed uscire con dei cavi molto sottili (e non visibili dal basso) attraverso le finestre più alte della sala al momento giusto. Poi andò a dormire, da bravo bambino.

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