1. Questo sito utilizza i cookies. Continuando a navigare tra queste pagine acconsenti implicitamente all'uso dei cookies. Scopri di più.

Sfida AAR 2: Purfa, Austria. A.E.I.O.U.

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Purfa, 23 Settembre 2010.

  1. Purfa

    Purfa

    Registrato:
    22 Febbraio 2010
    Messaggi:
    1.379
    Località:
    Mogliano, Italy
    Ratings:
    +122
    Guarda, a livello di rivolte rido, perchè se necessario posso mobilitare oltre 90000 uomini da un mese ad un altro. Anche mi attaccasse il mondo intero, gli unici danni che potrei subire sarebbero nelle colonie, perchè in Europa ho abbastanza terre con core da poter resistere tranquillamente.

    Tra l'altro, continuando per altri 10 anni circa, ho portato il numero dei soldati in questo ordine: Europa: 60000; Africa: 25000 (circa); America: 30000 (circa)

    La flotta è la seguente: Europa: 25 caracche e 5 galee catturate; Africa: 10 caracche e 15 cog; America: America: 40 caracche e 15 cog
     
  2. Purfa

    Purfa

    Registrato:
    22 Febbraio 2010
    Messaggi:
    1.379
    Località:
    Mogliano, Italy
    Ratings:
    +122
    Visto che ci sono voglio fare la solita summa degli obbiettivi (la faccio solo per quelli a lungo termine e a lungo - medio, per quelli inferiori è inutile)

    Compiuti o da portare a termine:

    - ottenere l'egemonia nei balcani: Egemonia totale, da annettere mancano solo poche regioni ottomane, la Serbia, la Bosnia, la Valacchia e 3 piccoli regni adriatici

    - unificare i Tedeschi: Per circa metà sono sotto la corona d'Austria

    - unire il Nord Italia: l'Italia è ormai quasi tutta riunita sotto la corona asburgica

    Nuovi obbiettivi:

    - diventare la prima potenza coloniale mondiale

    - scacciare i turchi dall'Europa e ottenere delle basi in Turchia da cui avviare un'invasione delle terre mussulmane

    - lavorare diplomaticamente per ottenere la corona di qualche altro regno
     
  3. Purfa

    Purfa

    Registrato:
    22 Febbraio 2010
    Messaggi:
    1.379
    Località:
    Mogliano, Italy
    Ratings:
    +122
    Chronica de Historia Austriae
    Capitolo XI - Austria Nova


    1478 - 1496



    Il periodo passato alla storia come La Lunga Reggenza fu essenzialmente un lungo tempo di pace per l'Austria: in America i nativi venivano cristianizzati dai missionari dominicani e francescani che vi si trasferirono, l'oro affluiva a Vienna come il Danubio stesso, grandi fette di popolazione italica e tedesca venivano inviate nel nuovo continente per creare da zero un'amministrazione efficiente. In breve, ben 13 anni di pace stabilizzarono il paese e le sue conquiste. Durante questo periodo, l'Imperatore Leopoldo Giovanni cresceva tre chiodi fissi in testa: l'esplorazione, la colonizzazione e la sottomissione degli inferiori nativi americani, arretrati tecnologicamente e culturalmente, oltre che pagani.



    leopoldo VIII Giovanni.jpg


    Sua Altezza Imperiale, Leopoldo II Giovanni d'Austria



    Quando all'età di sedici anni, nel 1491, Leopoldo Giovanni potè avere tra le sue mani il vero potere decisionale, trovò un Impero forte e pronto a nuove conquiste. Suo primo atto fu di spronare migliaia e migliaia di tedeschi ad andare a vivere nelle isole del centro America, battezzate Antille da Francesco della Vedova, in modo che il clima favorevole in quelle regioni permettesse la coltura delle nuove coltivazioni scoperte nel Nuovo Continente, in particolare di zucchero e tabacco, che allora cominciavano ad essere scoperti nel Vecchio Continente. Con lo stabilimento del porto di Santa Lucia, abitato da coloni torinesi salpati da Nizza e passati dalle Azzorre, partì la corsa alle isolette caraibiche che segnò la politica di 20 anni d'Austria.



    Oltre a questa colonizzazione tutto sommato pacifica, l'Austria mostrò l'altro suo volto con i popoli del continente, che vennero ridotti in quasi totale schiavitù e costretti a lavorare nelle miniere d'oro e nelle piantagioni. Nel nord del continente, che stava venendo esplorato proprio allora, venne scoperta una grande confederazione tribale di nativi che si facevano chiamare Sciounì (Shawnee nella loro lingua), che vivevano principalmente d'agricoltura e di pastorizia. Le loro terre vennero descritte nel libro di Wilhelm von Jugert, nobile tirolese diventato esploratore per passione, come "rigogliose lande fertili e vergini" che "altro non aspettano che l'arme d'Asburgo".



    Il libro dell'esploratore tirolese venne pubblicato in madrepatria nel 1485 e fu uno dei preferiti dell'Imperatore all'epoca. La gran quantità di benessere che l'Europa asburgica stava allora ottenendo dai commerci con le nuove colonie spinse la Reggenza a preparare una grande flotta e un'altra armata per sottomettere le terre nordamericane, ma i piani andarono a rotoli in seguito alla III Guerra Greca.



    A causa del loro rinnovato vigore, gli Ottomani tornarono alla ribalta dichiarando guerra per la seconda volta all'Albania, volendo riottenerla. Anche stavolta l'Austria, garante dei popoli balcanici, intervenì ad aiutare il Re d'Albania, inviando 30000 uomini a ributtare al di là del Mar di Marmara i Turchi; questi ultimi s'erano preparati all'intervento austriaco, ma nulla poterono contro le superiori armi germaniche e italiche, che facilmente li batterono nei pressi di Adrianopoli. Scacciati per la terza volta dalla Tracia, il sultano Ottomano richiese la pace, proponendo come prezzo la cessione della Bulgaria e delle isole egee al Regno di Macedonia, nonchè la rinuncia a tutte le terre in Europa al di là del Peloponneso, della Silistria e della Tracia.



    Per quando i preparativi furono ultimati di nuovo, l'Imperatore era ormai diventato maggiorenne, e fu così che lui ordinò d'invadere le terre degli indiani del nord, così battezzati da Della Vedova perchè, quando sbarcò in America, pensò di trovarsi nelle Indie Orientali. Le truppe austriache sbarcarono sul suolo d'America in Primavera nel 1494, portando la civiltà europea ai selvaggi americani, che la volessero o meno. Nel giro di un anno vennero soggiogata l'intera confederazione degli Shawnee, e i capi tribù furono tutti costretti a giurare fedeltà all'Imperatore d'Austria Leopoldo, cedendo le loro terre e tutti i loro averi a lui. Il contingente europeo in Nord America era composto da ben ventimila uomini, contro i centomila totali abitanti di quelle lande, un numero più che sufficiente per tenere a bada qualsiasi selvaggio ribelle.



    Shawnee pace.png


    Il testo del giuramento fatto giurare ai capi tribù Shawnee



    Tuttavia l'Imperatore era poco propenso a fidarsi dei capi tribù, e comandò alle sue truppe di fortificare delle posizioni in quelle regioni in modo che i coloni europei avessero la possibilità di andarle ad abitare senza mischiarsi con la feccia indiana.



    Altre potenze europee s'affacciavano tuttavia sul panorama americano: Castiglia e Portogallo infatti, seguendo le orme austriache, avevano cominciato a colonizzare parte del continente, nell'estremo nord e nel rovente Sud. Gli esploratori castigliani esploravano sempre più in profondità le coste americane, ma l'onore di circumnavigare per primo il continente spettò a Giacomo d'Arezzo, fiorentino, che partì da Santa Lucia e, in un unico viaggio, superò la Terra del Fuoco, come lui la chiamò, ossia l'estremo sud dell'America, per giungere nel porto austriaco di Guatemala, dall'altra parte del continente.



    Il grande prestigio raggiunto dall'Austria in questa corsa all'America portò l'Imperatore Leopoldo a creare il regno d'Austria Nova, che comprendeva tutte le terre austriache americane, di cui fece cingere la corona a suo fratello Giuseppe. Era questo il primo stato americano figlio d'Europa che venne posto da stati civili, e, come vedremo molto più in là, l'unico a sopravvivere fino al giorno d'oggi, inglobando tutte le Americhe al suo interno.



    Termina qui il Capitolo XI della Chronica de Historia Austriae; in allegato troverete la consueta mappa e l'appendice riguardante i diari di Wilhelm von Jugert, pubblicati in Europa all'epoca e ora ripropostivi.

    EU3_MAP_HAB_1496.9.6_1.jpg

    Ho omesso il save perchè sono andato avanti e l'ho sovrascritto per sbaglio; non ho nemmeno parlato di alcune cose come la conquista di Firenze e della Romagna, nonchè dell'espansione coloniale in Africa, perchè ne parlerò in futuro :)
     
  4. nirian

    nirian Guest

    Ratings:
    +0
    Satira politica? Giacomo d'Arezzo = Licio Gelli, aretino, primo navigatore dei mari massonici e antidemocratici che avrebbero fondato l'attuale nostra Repubblica? Fra l'altro visse in Argentina a lungo e Santa Lucia, vi offendo a parlarne, è notissima come l'unica isola offshore in cui i ministri, a gentile richiesta, fanno i nomi di chi sta dietro le società offshore. Peraltro io nel multy Risveglio d'Europa vendei Santa Lucia ben due diverse volte a peso d'oro allo stesso giocatore francese che se l'era persa, è proprio un'isola che induce in tentazione :D
     
  5. Purfa

    Purfa

    Registrato:
    22 Febbraio 2010
    Messaggi:
    1.379
    Località:
    Mogliano, Italy
    Ratings:
    +122
    E' un mero caso purtroppo, ma comunque la tua idea satirica è veramente ispiratrice. L'AAR satirico mi sa che in futuro lo farò, ora che m'hai dato lo spunto :asd:
     
  6. Purfa

    Purfa

    Registrato:
    22 Febbraio 2010
    Messaggi:
    1.379
    Località:
    Mogliano, Italy
    Ratings:
    +122
    Chronica de Historia Austriae


    Capitolo XII - Re di Grecia e di Troia


    1496 - 1499



    Era dall'epoca dell'Imperatore Alberto che l'Austria non viveva un periodo di così intensa espansione, sia economica, tramite la colonizzazione, sia militare. Di fatti, la spada d'Asburgo continuava a intingersi col sangue d'indiani e d'infedeli, non disdegnando neanche quello fratello tedesco.


    Tuttavia questo perenne stato di guerra aveva i suoi frutti: i cristiani di Georgia, ultimo regno ortodosso sopravvissuto ai turchi, erano sotto costante minaccia delle orde dei mussulmani; solo l'Impero d'Austria si ergeva a loro baluardo, benchè questi fossero eretici ortodossi, ma erano sempre fratelli di fede. Nel nome di Cristo le liete armi d'Austria intervenivano continuamente per salvaguardare il Regno di Georgia; per la quarta volta nel giro di quarant'anni gli infedeli mussulmani dichiararono guerra alla Georgia, e per la quarta volta l'Austria si unì nella difesa contro il nemico.



    (omissis)


    Testo della dichiarazione di guerra dei Turchi ai Georgiani



    Ventimila soldati si riunirono nel porto di Pisa e, imbarcati dalla Flotta del Tirreno, si diressero verso il Caucaso, solcando il mare il più velocemente possibile. Quando la flotta cristiana attraversò il Mar di Marmara, il sulano turco pensò ad un attacco a sorpresa senza dichiarazione di guerra, ma quando s'avvide che questa passava oltre il Bosforo senza fermarsi, tirò un profondo sospiro di sollievo.



    Sbarcati nel porto di Batumi, i soldati austriaci si diressero alla battaglia nella terra d'Armenia, abitata da gente cristiana sotto il giogo mussulmano. Nei pressi di Yerevan, principale città armena, le truppe austriache incrociarono le armi contro i mussulmani, infliggendogli una così grave disfatta, che di fatti questi persero il controllo dell'intera regione. Continuando nella loro avanzata, gli austriaci si congiunsero ai georgiani nei pressi di Qarabagh, e presero la roccaforte mussulmana. Gli infedeli, sconfitti pesantemente, si videro costretti a chiedere la pace: alla Georgia spettò la regione di Qarabagh, mentre l'Austria pretese la liberazione del Regno d'Armenia come stato libero cristiano, protetto dalla Corona d'Austria; era l'anno del Signore 1497.



    pace nascita armenia.png


    L'atto di nascita dello stato armeno



    Tuttavia Iddio non volle dar pace alle povere membra cristiane, e infatti il Sultano Turco, avvedutosi della sconfitta dei propri fratelli di fede, dichiarò guerra ai regni cristiani orientali. Fu un grave errore per lui: i soldati austriaci ancora non s'erano ritirati dalla Georgia infatti, e scesero dai monti di Tiblisi portandosi dietro le armi; respinta l'armata d'invasione ottomana, gli austriaci, supportati dai georgiani e dagli armeni, nonchè supportati dal Principato di Moscovia, monarchia russa ortodossa, che stava già inviando a meridione quindicimila uomini attraverso le terre d'Austria, l'esercito cristiano contrattaccò, invadendo l'Anatolia.



    guerra georgia.png


    L'ennesima dichiarazione di guerra turca ai Georgiani



    Dall'altra parte del Sultanato, le truppe macedoni dell'Impero liberavano il Peloponneso dal regno mussulmano e, in capo a tre mesi, risalivano dalla Tessaglia per assediare la Tracia. Frattanto, altri regni ortodossi s'erano uniti nella lotta comune contro gli infedeli: tra questi il più meritevole fu il Regno di Valacchia, che conquistò la Silistria con soli quattromila uomini. Il Ducato di Serbia, servo degli infedeli, venne sconfitto in soli due mesi da truppe bosniache e ungheresi e costretto a separarsi dalle terre kosovare, cedute al Regno di Macedonia. L'armata greca austriaca mise sotto assedio, nel Luglio del 1498, Costantinopoli e Burgas, e si spinse anche al di là dello stretto dei Dardanelli, attaccando la regione di Bursa, nella quale giacevano sepolti chissà dove i resti delle bianche mura di Ilio.



    Il sultano ottomano, catturato dai greci mentre tentava la fuga da Costantinopoli, si vide costretto a richiedere la pace. Questa fu ceduta a caro prezzo: egli infatti doveva riconoscere la libertà dei regni cristiani caucasici, cedere l'intera Tracia, ad eccezione di Costantinopoli, e il Peloponneso al Regno di Macedonia e riconoscere all'Imperatore d'Austria il titolo di Re dei Greci; inoltre egli dovette cedere la Silistria al Regno di Valacchia e donare la regione di Ilio all'Imperatore d'Austria, riconoscendolo anche come Re di Troia.



    (omissis)


    Il testo dell'armistizio e quello della pace coi Turchi



    Termina qui il breve capitolo XII della Chronica de Historia Austriae. Stavolta non troverete alcun allegato al capitolo, data la sua brevità. In compenso subito dopo di questo troverete l'appendice riguardante i diari di Wilhelm von Jugert.
     
  7. Purfa

    Purfa

    Registrato:
    22 Febbraio 2010
    Messaggi:
    1.379
    Località:
    Mogliano, Italy
    Ratings:
    +122
    Chronica de Historia Austriae


    Approfondimento V


    "America: la selvaggia"


    di Wilhelm von Jugert




    2 Maggio 1483
    Dal porto di Genova salpammo, volgendo il timone verso ponente. L'esplorazione, finanziata direttamente dalla corona, è composta da quattro caravelle, ognuna recante centocinquanta anime e sette bocche da fuoco. La prima caravella è la "Roma Capta", il cui equipaggio è composto, come dal suo nome si può intuire, da gente di Roma e del Lazio; la seconda è la "Santa Chiara" che, insieme alla "San Francesco", trasporta il resto dell'equipaggio italico. Non d'ultima v'è la "Asburgica", di cui il sottoscritto è capitano, che è la più grande tra le quattro ed è governata da marinai dalmati. L'itinerario stabilito quando abbiamo levato le ancore prevede due fermate: una nel porto di Lisbona e una all'arcipelago delle Azzorre. Dopodichè dirigeremo le navi verso l'isola di Santa Lucia e da lì salperemo per esplorare prima le coste, poi l'interno del selvaggio nord del continente.



    6 Settembre 1483
    Dopo questa lunga traversata e la breve sosta a Santa Lucia, ora abbiamo gettato le nostre ancore nella baia della Florida, terra così chiamata a causa della sua rigogliosa flora costiera da un mercante fiorentino, che tuttavia ignorava l'estensione delle sue paludi interne. Proprio verso queste si dirigerà la nostra spedizione, costeggiandole per dirigerci poi verso l'ignoto Settentrione.



    22 Settembre 1483
    Oramai la nostra spedizione s'è inoltrata per oltre duecento e cinquanta miglia all'interno delle terre ingote. Abbiamo in questi tempi incontrato alcuni selvaggi locali, dei quali non comprendiamo tuttavia l'idioma. Continuiamo a dirigerci verso settentrione nella speranza di trovare una città degna di cotanto nome, magari come quelle azteche.



    8 Ottobre 1483
    Dopo lungo vagare, abbiamo deciso di stabilire da soli un nostro accampamento fisso in una terra fertile e ben difendibile. Il nostro nuovo villaggio viene cinto di un'alta palizzata e vengono erette alcune difese esterne, come un muro di pali e un fossato. Stanotte inoltre abbiamo catturato due selvaggi che stavano tentando di rubare il nostro cibo; la loro sorte è segnata: merce da scambio con il più vicino villaggio di nativi.



    9 Novembre 1483
    Sempre più stiamo cominciando a capire la lingua di questi selvaggi, apprendendo anche i segreti di questa terra, le cui lande sono fertili e vergini, non essendo infatti gli indiani agricoltori. Alle volte penso che non fanno altro che aspettare l'arme d'Asburgo per soggiogarle e civilizzarle. Tosto, siamo venuti a capo della situazione politica di queste tribù: esse sono tutte coalizzate in una grandissima confederazione, chiamata dai selvaggi "Sciounì"; essa è un'alleanza solamente di stampo militare difensivo, non conoscendo questi selvaggi l'arte della mercatura. Ciò è sicuramente da tener da conto, qualora si volessero soggiogare questi selvaggi, poichè ogni singolo indiano probabilmente difenderà la sua tribù fino alla morte.



    18 Febbraio 1484
    Dopo tanto tempo ed esplorazioni di queste terre, siamo stati oggi attaccati da una tribù sciounì, con la quale c'eravamo allegramente scambiati delle fucilate qualche giorno fa. Il risultato dell'assalto è stato disastroso: circa un terzo di quelli che erano rimasti di noi è perito nell'assedio, ma in compenso sono rimasti sul campo circa quattrocento indiani. Con soli sessanta uomini questo accampamento non è più da considerarsi difendibile. Ci ritireremo e torneremo alle nostre navi, pregando Dio che non siano state assalite e depredate da questi selvaggi. Tuttavia ripongo abbondante fiducia nei trenta cannoni della flottiglia, maneggiati dai sessanta marinai lasciati alle navi.



    15 Luglio 1484
    Infine, il ritorno alle terre d'Asburgo. Ho già in mente di parlare con fra Alberto di questo mio diario: stamattina m'è venuta l'idea di sfruttare la sua macchina da stampa per fare delle copie di questo diario e diffonderle in Europa. Chissà che sua maestà non lo legga...
     
  8. Purfa

    Purfa

    Registrato:
    22 Febbraio 2010
    Messaggi:
    1.379
    Località:
    Mogliano, Italy
    Ratings:
    +122
    Chronica de Historia Austriae
    Capitolo XIII - Ribadire l'Autorità



    1499 - 1510



    Dopo la vittoria in Grecia e la proclamazione del Regno, l'Impero visse alcuni anni di pace, durante i quali venne favorita in tutti i modi l'emigrazione delle masse popolari verso il nuovo continente, con l'intendo di colonizzare e occupare più terre possibili. Oltre a ciò, l'Imperatore Leopoldo decise di prendere le redini dell'esplorazione lui stesso, facendo un viaggio di ben due anni nelle sue nuove terre d'America, le quali erano ormai completamente pacificate e stavano venendo cristianizzate dalla Compagnia di Gesù. I fiumi d'oro che erano arrivati in patria in seguito alla conquista stavano venendo reinvestiti tutti su queste lande, che necessitavano di tutte le cose che ogni stato civile ha: dalle strade alle fortificazioni, dalla burocrazia a una flotta; proprio quest'ultima venne, in questi anni, aumentata a dismisura, toccando le sessanta caravelle e vario naviglio, per un totale di oltre centodieci tonnellaggi.



    Tuttavia l'apparente calma che regnava in Europa venne turbata nel 1506, quando il papa pretese che gli venisse riconsegnata la Santa Sede Romana, ritenendo che le terre donategli in Altmark non fossero sufficienti. A ciò l'Impero rispose con un giammai, che diede il via ad una profonda crisi tra le due potenze, sfociata poi in guerra: le truppe boeme dell'Impero varcarono il confine dello stato papale in primavera, portando la dichiarazione di guerra sulla punta delle picche.



    papaguerra.png


    La dichiarazione di guerra allo Stato Papale, portata sulle picche dei soldati imperiali



    La notizia della seconda guerra contro il Papa condotta dall'Austria non tardò a riecheggiare in tutta Europa, colpendo il cuore di molti principi imperiali: in primis il Conte palatino e il Duca di Meclemburgo decisero di sguainare le loro armi in difesa del Papa. Le loro truppe cominciarono ad invadere rispettivamente la Baviera e la regione di Lubecca, ma vennero facilmente respinte dalle guarnigioni austriache.


    Intanto in Altmark, il Papa fu costretto a fuggire dalle sue terre e a rifugiarsi a Liegi dalle truppe boeme, che assediavano la sua residenza. Fuggito il papa, la città cadde nel giro di tre giorni; l'Altmark venne ridotto a contea austriaca, e il papa costretto ad accettare le condizioni d'Asburgo. Ai principi imperiali del Palatinato e del Meclemburgo toccò pure pagare amaramente: il primo fu costretto a giurare fedeltà all'Imperatore d'Austria, il secondo a donare tutta la sua enorme tesoreria, comprendente oltre quattromila quintali d'oro, all'Impero austriaco.



    papapace.png palatinato pace.png meclemburgo pace.png


    I trattati di pace con i rispettivi tre stati nemici



    A seguito di questa breve guerra, durata solamente venti giorni, l'Impero potè godere di un altro lungo periodo di pace, durante il quale venne favorito il settore dell'artigianato in tutto l'Impero, grazie alla costruzione di imponenti centri artigianali e all'alleggerimento delle tasse per tutti coloro che conducevano un'attività in quel settore. Le casse dello stato vennero completamente drenate da queste immani spese, tanto che si diceva all'epoca che lo stesso imperatore avesse posto un'ipoteca sulla sua corona presso alcuni banchieri fiorentini, pur di riuscire ad ottenere dei soldi. L'Impero tuttavia potè permettersi di finanziare l'amico Regno di Georgia in una guerra che questo condusse contro uno stato persiano infedele, riuscendo a spuntarla, a seguito di due anni di combattimenti, nel 1510.


    Termina qui il capitolo XIII della Chronica de Historia Austriae; in allegato riavrete la consueta mappa del mondo del 1510.



    EU3_MAP_HAB_1510.2.3_1.jpg
     
  9. Purfa

    Purfa

    Registrato:
    22 Febbraio 2010
    Messaggi:
    1.379
    Località:
    Mogliano, Italy
    Ratings:
    +122
    Vi faccio un piccolo anticipo per il prossimo capitolo: è scoppiata la riforma protestante e, a seguito di una grande guerra nell'Impero, ho superato il limite d'infamia, arrivando a 40 (di 37 che era il massimo che potevo). Il save lo dovrò omettere perchè, sia nel capitolo precedente che in questo, già sono passato oltre, arrivando fino al 1518 (mi pare).
     
  10. Purfa

    Purfa

    Registrato:
    22 Febbraio 2010
    Messaggi:
    1.379
    Località:
    Mogliano, Italy
    Ratings:
    +122
    Chronica de Historia Austriae


    Capitolo XIV - La Riforma Protestante e la Guerra Civile Imperiale


    1510 - 1514



    Le grandi spese sostenute dall'Imperatore Leopoldo VIII per favorire la crescita del settore dell'artigianato in Madrepatria avevano del colossale: non solo ogni singolo soldo ricavato dalle tasse veniva reinvestito, ma fu addirittura necessario conquistare le miniere d'oro dell'Impero del Mali per poter aver abbastanza liquidi da evitare la bancarotta. Le truppe imperiali del Fiume d'Oro, o Rio de Oro, come lo chiamano in Spagna, vennero mobilitate e, a Settembre del 1510, mossero guerra al decadente impero africano, ridotto all'ombra di se stesso dall'Austria e da un altro impero negro, il Songhai. I soldati austro - italici ebbero vita facile contro i selvaggi negri che altr'arma non avevano che il loro coraggio, ed occuparono tutta la regione, catturando e riducendo a schiavo l'Imperatore Maometto.



    guerra mali.png


    Il testo dell'ordine di guerra contro l'Impero del Mali



    Nel pieno dell'espansione economica dell'Impero austriaco avvenne però un grave fatto: un monaco sassone di stanza a Zurigo, nel ducato di Svizzera, chiamato Martin Lutero infatti propugnò, nel 1510, una risurrezione della religione cristiana tramite il ripudio dell'autorità papale e delle modifiche strutturali al credo romano. Le sue idee eretiche fecero rapidamente presa sul cuore di moltissimi, catturandone gli animi e convertendoli a questa nuova dottrina, definita dalla Curia Papale "protestante". I prosetili si contavano a decine di migliaia: nelle Fiandre, in Austria, in Ungheria, in Scandinavia, in Germania, in Francia, rapidamente s'espandeva la fede eretica. Rapidamente l'Europa precipitò in un intestino conflitto religioso, che si palesò in modo particolare nell'Impero d'Austria. In quest'ultimo moltissimi, in particolare nella capitale Vienna, s'andavano convertendo a questa nuova fede; in seguito ad alcuni incidenti occorsi tra cattolici e protestanti, fu necessario l'intervento dell'Imperatore per alleviare queste turbolenze religiose.



    protestanti.png turbolenze religiose.png


    Il manifesto degli eretici protestanti



    "Non più verranno tollerate siffatte rivolte: ogni cristiano deve professare la sua fede sempre e nel modo che meglio crede, sia che voglia chinar la testa a Sua Santità, sia che non lo voglia. Con ciò Ordiniamo il ritorno alla pace; chiunque verrà scoperto a fomentare gli animi gli uni contro gli altri, chiunque scatenerà incidenti, chiunque insulterà, ferirà, ucciderà, o anche solo torcerà un capello ad un altro cristiano, venga gettato dietro le sbarre e la sua sorte decisa secondo le leggi sulle blasfemie". Con queste ferme e pesanti parole, l'Imperatore Leopoldo d'Asburgo pose fine alle turbolenze religiose all'interno dell'Impero Austriaco. Come per ribadirne l'autorità su tutti i cristiani dell'Impero, a dicembre del 1512 Leopoldo VIII Giovanni d'Asburgo venne eletto dalla dieta imperiale Sacro Romano Imperatore, riunificando i due grandi imperi centrali nell'unica figura di un Asburgo sovrano.



    fine turbolenze religiose.png srimperatore.png


    Il testo dell'Ordinamento Relgioso Austriaco e il verbale della dieta d'elezione dell'Imperatore



    Come primo compito, in nuovo Sacro Romano Imperatore si pose di garantire la libertà di culto a tutti i cristiani imperiali, punendo i suoi sottoposti scomunicati che illgetittimamente guidavano il popolo cattolico. Oltre a promulgare diverse leggi per ufficializzare questa posizione, l'Imperatore ordinò anche al Marchese di Cleves di rinunciare al suo diritto alla terra da lui governata, in nome della sua scomunica. Quando questi si rifiutò, Leopoldo VIII fece parlare le armi; tuttavia egli non s'aspettava una risposta così pesante come fu invece.



    guerra cleves.png


    Il testo della dichiarazione di guerra al Marchese del Cleves



    Solamente i Principi elettori volevano gli Asburgo nuovamente sul trono imperiale; al contrario, gli altri signori del Sacro Romano Impero s'opponevano fortemente al ritorno degli austriaci. Da ciò si può comprendere facilmente che questa posizione autocratica dell'Imperatore Asburgico spinse l'Arcivescovo di Vurzburgo, coi suoi confratelli di Munster e Colonia, il Duca di Brunswick, il Duca d'Assia, il Conte d'Oldenburgo, il Duca d'Olanda e il Re di Prussia a intervenire in favore del Marchese di Cleves. In totale i principi ribelli erano riusciti ad ammassare uomini per un totale di oltre novantamila anime, che dovevano fronteggiare sessantamila agguerriti soldati dell'Impero d'Austria, guidati da due abilissimi generali: Giuseppe d'Hohenzollern, Duca di Berlino, e Filippo da Monaco, grande condottiero bavarese.



    I principi ribelli dell'Occidente, non disponendo di una grande coordinazione tra le loro armate, guidarono la campagna in modo approssimativo e perciò furono facile preda dei feroci soldati d'Austria, che li sconfissero pesantemente nella battaglia di Colbenza, mettendone fuori gioco oltre la metà delle forze armate. Di li, il cammino per Filippo da Monaco fu facile, e fece cadere in un anno circa ogni singola città ribelle tedesca ed olandese. I principi ribelli, morti o catturati, dovettero subire, oltre all'umiliazione pubblica, il sequestro di ogni loro bene nell'Impero e di buona parte delle loro terre, in favore dell'Imperatore asburgico. Sul fronte prussiano le cose erano meno facili per Giuseppe d'Hohenzollern: infatti la disparità di forze era di circa uno a due, e dovette inizialmente adottare una tattica difensiva, che lo vide attestarsi dietro la Vistola in attesa del nemico. Sconfitto il Re di Prussia, ex Hochemeister dell'Ordine Teutonico, il Duca di Berlino avanzò con metà del suo contingente in Polesia e Prussia meridionale, catturando due famosi roccaforti nemiche. Vedendo il nemico avanzare, il Re di Prussia gettò nella mischia i suoi ultimi uomini e, nei pressi di Konisgberg, vicino al villaggio di Hatsen, la battaglia venne attaccata. Gli oltre quarantamila soldati prussiani non riuscirono a battere quindicimila austriaci e si videro costretti alla fuga. Dopo la battaglia di Hatsen, il Re di Prussia si vide costretto a chiedere la pace, che gli fu generosamente concessa col trattato di Varsavia dall'Imperatore Leopoldo in cambio della cessione della Polesia all'Impero.



    pace prussia.png pace cleves.png pace munster.png


    I testi di alcuni dei trattati di pace coi vari principati ribelli



    Terminata nel sangue la guerra civile imperiale, Leopoldo d'Asburgo dovette dimostrarsi degno della corona di Sacro Romano Imperatore nel gestire tutte le tensioni religiose che si andavano creando sia nell'Impero germanico che in quello Austriaco, tensioni che ebbero fine solamente un secolo dopo la sua morte.



    Termina qui il XIV capitolo della Chronica de Historia Austriae. Per stavolta niente mappa, perchè ho raccontato solo una parte di quanto ho giocato; prego i lettori di accontentarsi della mappa surrogata che allegherò.



    Guerra civile tedesca.png


    In rosso i territori austriaci, in oro quelli dei vassalli austriaci, in azzurro le terre conquistate dall'Austria durante la guerra civile e in blu le terre rimaste ai principi ribelli
     
  11. Purfa

    Purfa

    Registrato:
    22 Febbraio 2010
    Messaggi:
    1.379
    Località:
    Mogliano, Italy
    Ratings:
    +122
    Chronica de Historia Austriae


    Capitolo XV - Gladius vincit omnia


    1515 - 1518


    Se portare l'ordine nel Sacro Romano Impero tramite le armi aveva portato ad una apparente pace, non aveva però fermato l'allargarsi a macchia d'olio del protestantesimo, anzi, sempre più nuove sette si creavano e andavano a scindere il cristianesimo occidentale: una di queste fu quella che si chiamava "Riformata", che credeva che solamente Dio poteva decidere se mandare un'uomo in Paradiso o all'Inferno, indipendentemente dalle azioni che questo compiva sulla Terra.



    riforma.png


    Il libro considerato il Manifesto dei Riformati: "De reluctantia fidei Dei"



    Tuttavia l'Impero Asburgico era ora più che mai nel pieno delle sue forze, reggendosi in piedi sulla figura dell'Imperatore unificatore e pacificatore dei cristiani. Tuttavia l'Imperatore Leopoldo era tutt'altro che un pacificatore: semmai era un profondo guerrafondaio, che cercava di raggiungere il meglio per l'Austria e la sua dinastia; e questo significava ottenere la supremazia assoluta su tutti i popoli del mondo conosciuto.



    Il disegno già concepito dall'Imperatore Alberto I alla sua epoca stava per essere messo in pratica dal nipote del nipote: mettere le mani sulla ridente terra sicula, cingendone la corona. Per mettere in pratica ciò, l'Imperatore Leopoldo sfruttò il famigeratissimo sistema di spionaggio austriaco, riuscendo, come già fu fatto dai suoi avi, a ricreare un documento falso per cui solo a lui sarebbe spettata la corona di Re di Sicilia; il sovrano siculo ovviamente si rifiutò di cedere il suo regno all'austriaco, segnando la sua fine: l'Imperatore Leopoldo infatti, vedendo rifiutarsi la corona, dichiarò guerra alla Sicilia, facendo attraversare lo stretto di Messina da ben trentamila fanti lombardi, supportati dalla Flotta Tirrenica imperiale. La scarsa resistenza sicula nulla potè contro l'armata imperiale, e il regnante dell'isola fuggì da Palermo nel Novembre del 1517, rifugiandosi in Portogallo. Qui egli ottenne il supporto del sovrano de Avis, che intervenne in guerra in favore del Regno di Sicilia; tuttavia non tenne in conto che le sue colonie in America, allora limitate a delle semplici cittadine costiere, non erano assolutamente difese da eventuali attacchi: l'esercito dell'Austria Nova infatti potè velocemente far sventolare la bandiera d'Asburgo sulle palizzate di questi insediamenti, una volta conquistati. Nel giro di due mesi il Portogallo aveva perso le sue poche colonie in Nord America, stava perdendo quelle del Sud, e subiva un pesantissimo blocco dei commerci da parte della marina austriaca, che stava strangolando l'economia lusitana. Il Re di Portogallo allora comprese la gravità della sua situazione e non potè che rinunciare ad ogni diritto sull'America del Nord e consegnare la testa coronata del sovrano siculo a Leopoldo d'Asburgo, da allora Re di Sicilia.



    documenti sicilia.png guerra sicilia.png


    Il testo documenti falsi utilizzati per giustificare la conseguente Dichiarazione di guerra, e le parole di quest'ultima



    pace portogallo.png pace sicilia.png


    I trattati di pace con il regno lusitano e quello siculo



    Frattanto, a Nord, la città imperiale di Amburgo richiese l'intervento del Sacro Romano Imperatore austriaco: il Regno di Danimarca infatti aveva dichiarato guerra alla città stato imperiale a Febbraio del 1517, volendo mettere le mani sulle sue ricchezze; questo atto era assolutamente intollerabile per un Sacro Romano Impero più forte che mai, dalla sua fusione con l'Austria, e dunque l'Imperatore Leopoldo non potè non far intervenire la sua Armata del Baltico, di stanza a Lubecca, forte di oltre venticinquemila uomini e venti bocche da fuoco pesanti. L'esercito danese venne sbaragliato dalle truppe imperiali nei pressi della cittadina di Kiel, e costretto a ritirarsi nell'arcipelago dello Jutland. Messisi sulla difensiva i Danesi, gli austriaci approfittarono per occupare l'intera penisola dello Jutland e per mettere sotto blocco navale l'Oresund. Ormai sotto scacco, il Re danese implorò la pace, che gli fu concessa a patto della rinuncia ad ogni territorio imperiale detenuto illegalmente, cioè la regione dell'Holstein. Il trattato di pace, coi termini suddetti, venne firmato ad Amburgo il 15 Settembre 1517.



    aiuto amburgo.png pace danimarca.png


    Il testo dell'accorata richiesta d'aiuto all'Imperatore e quello della pace col Regno di Danimarca



    Il vero motivo per cui le mire austriache sullo Jutland s'erano arrestate al solo Holstein era facilmente comprensibile: in Anatolia, l'Impero Ottomano aveva dichiarato guerra per l'ennesima volta al regno cristiano di Georgia, che a sua volta aveva richiesto l'intervento dell'Austria in sua difesa.



    aiuto georgia.png


    L'ennesima richiesta d'aiuto da parte del Regno di Georgia



    Ovviamente l'occasione di poter difendere altri cristiani dai mussulmani e di mettere le mani sul Bosforo non fecero che spingere per l'intervento Leopoldo I, che, in qualità di Re di Grecia, inviò l'armata greca presso Costantinopoli: la città si arrese al primo giorno d'assedio, poihè il sultano era fuggito preventivamente e le poche guardie rimaste non ebbero il coraggio di affrontare i cannoni di fattura italica dell'armata greca. Caduta Costantinopoli, la flotta dell'Egeo mise sotto blocco navale ogni singolo chilometro di costa ottomana, permettendo l'attraversamento del Bosforo all'armata greca e, il mese successivo, a quella d'Ungheria. Giunti a Novembre del 1517, le truppe austro-greche tenevano sotto assedio Nicomedia e avevano occupato l'intera costa dell'Asia Minore, cominciando a procedere verso l'interno della penisola anatolica. Nel Caucaso, i Georgiani stavano vendendo cara la pelle, respingendo ripetutamente enormi armate mussulmane, grazie al territorio favorevolissimo per i difensori. Dopo altri sei mesi di guerra, giunti ormai alle porte dell'estate, il sultano turco, vedendo che le sue armate nulla potevano contro le superiormente equipaggiate truppe austro-greche, decise di firmare la pace. Mantenendo come punto cardine quello di non perdere la città di Costantinopoli, che lui s'ostinava a chiamare illegittimamente Istanbul, egli fu costretto a cedere l'intera Bitinia all'Austria, e a rinunciare al dazio del Bosforo per coloro che volessero raggiungere il Mar Nero.



    pace ottomani.png


    L'atto di rinuncia al dazio del Bosforo e della consegna della Bitinia



    Termina qui il XV capitolo della Chronica de Historia Austriae, si allega al testo la consueta mappa delle terre del mondo conosciuto all'epoca, e come appendice troverete la seconda Chronica de rebus gestis populi Europae.



    EU3_MAP_HAB_1518.9.15_1.jpg
     
  12. Purfa

    Purfa

    Registrato:
    22 Febbraio 2010
    Messaggi:
    1.379
    Località:
    Mogliano, Italy
    Ratings:
    +122
    Chronica de Historia Austriae


    Approfondimento VI - Chronica de Rebus Gestis Populi Europae



    Royamme de France



    In seguito alle tre guerre d'Occitania, nelle quali venne ripetutamente sconfitta, la Francia si trovò ad essere un'ombra di se stessa, terra di conquista delle altre potenze europee: infatti, dopo le sconfitte con l'Impero d'Austria, seguirono a ruota le invasioni da parte del Regno di Borgogna, proclamatosi indipendente in seguito alla I Guerra d'Occitania, e da quello d'Inghilterra, che comportarono per la Francia la perdita di tutto il Nord dello stato e la riduzione alle sole terre d'Aquitania e Nemours, essendo stati costretti a rilasciare i principati di Orlean e di Berry. Attualmente la Francia si trova in guerra con il Regno d'Inghilterra, che dai suoi possedimenti della Bretagna ha già occupato l'intera Aquitania, e sta aspettando la ratificazione della pace dal Re francese, fuggito a Nancy.





    Regnum Burgundiae


    Dopo la vittoria nella I Guerra d'Occitania e la separazione dalla Francia, il Regno di Borgogna è diventato una grande potenza europea, controllando la ricchissima regione fiamminga. Oggigiorno è uno degli stati più avanzati tecnologicamente d'Europa, forte di un lunghissimo periodo di pace di oltre sessant'anni.





    Kingdom of England


    Dopo la guerra civile inglese e la sconfitta subita da parte dell'Irlanda, l'Inghilterra riuscì a tirar nuovamente su la testa, a sconfiggere i nemici interni e, con due diverse guerre, a reimporre la propria supremazia sulle isole Britanniche, riducendo la Scozia a un piccolo regno delle Highlands e l'Irlanda alla sola regione di Londonderry. In seguito, la rediviva Anglia tentò un'ulteriore sbarco sul suolo francese, sconfiggendo l'indebolito nemico e strappandogli l'intera penisola di Bretagna. Trovatosi in guerra col Regno di Portogallo, l'Inghilterra optò per strappare terre europee al regno lusitano, ingrandendo il proprio dominio; infine, dopo quindici anni di tregua con i francesi, un'ulteriore guerra è ora in corso con i mangiarane, che attualmente controllano la sola regione di Nancy, lontana dal resto del dominio del Re di Francia.





    Reino de Castilla y León


    Dopo la prima tentata invasione del Marocco, il Regno di Castiglia tentò di nuovo l'impresa venti anni dopo, riuscendo stavolta a sbaragliare il nemico marocchino e ad annetterne lo stato; pochi anni dopo, venne portata a termine un'ulteriore guerra contro gli emirati di Algeria e Tunisia, risultando nella loro competa annessione al Regno di Castiglia. Cristianizzate queste terre, la Castiglia volse il suo sguardo sui fratelli aragonesi, indeboliti da una guerra persa contro l'Impero d'Austria, dichiarandogli guerra e strappandogli importantissimi territori. Pochi anni dopo, la guerra venne ripetuta, riducendo il Regno d'Aragona alla sola Catalogna, che tuttora controlla. Ottenuto il predominio sulla penisola iberica, la Castiglia cominciò la colonizzazione del Nuovo Continente, continuamente ostacolata dal suo alleato - rivale, l'Impero Austriaco.





    КняжествоМосковское


    (Principato di Moscovia)


    Dopo una lunghissima guerra con la Repubblica di Novgorod, che aveva portato alla quasi totale scomparsa di questa, il Principato di Moscovia riuscì ad ottenere quella forza a cui da tempo anelava per contrastare la potentissima Orda d'Oro mongola. Di comun accordo con il Granducato di Lituania, venne condotta una guerra contro i mongoli, che portò alla pesantissima sconfitta degli stessi e al riottenimento di grandi distese di terra russa. Tuttavia, sebbene avessero vinto, i moscoviti non furono fedeli agli alleati: dopo pochi anni dalla vittoria sui mongoli infatti, dichiararono guerra alla Lituania, sconvolta dalla guerra civile, per ottenere l'egemonia in Russia. Vinto anche questo conflitto, il Principato russo godè di un lungo periodo d'assestamento, durante il quale vide avvicendarsi all'Orda d'Oro il Kanato di Astrakhan, futuro obbiettivo della Moscovia. Attualmente il Principato si trova in guerra con i mongoli di Astrakhan e, grazie alla strabiliante superiorità tecnologica di cui gode, sta letteralmente disfacendo l'odiato nemico tartaro.




    საქართველოსსამეფო


    (Regno di Georgia)


    Una storia travagliata è quella del Regno di Georgia: ultimo erede della cultura bizantina, stava lentamente soccombendo a causa dei nemici tartari e turchi, fin quando il neonato Impero d'Austria non ne garantì l'indipendenza e, intervenendo ripetutamente in suo soccorso, riuscì a saldare l'amicizia che ora lega i due popoli. Ben cinque guerre l'Austria combattè al fianco della Georgia prima che questa riuscisse a diventare veramente indipendente dal soccorso austriaco; attualmente i georgiani stanno effettuando una campagna di conquista di un piccolo stato tartaro, cercando di ampliare i propri territori e di liberarsi dal giogo del supporto austriaco.
     
  13. Purfa

    Purfa

    Registrato:
    22 Febbraio 2010
    Messaggi:
    1.379
    Località:
    Mogliano, Italy
    Ratings:
    +122
    Ma c'è qualcuno che legge? A me sembra sempre più di scrivere solo a fine edonistico xDDD
     
  14. SkySpace

    SkySpace

    Registrato:
    26 Agosto 2009
    Messaggi:
    3.866
    Ratings:
    +196
    certo che si legge questo bell'aar! ^^
     
  15. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

    Registrato:
    14 Novembre 2006
    Messaggi:
    2.339
    Ratings:
    +30
    siamo in due :D

    zu Sieg, für den Kaiser und König! ;)

    saluti
    DAoS
     
  16. nirian

    nirian Guest

    Ratings:
    +0
    la giuria, o almeno un terzo di essa, legge tutto :contratto:

    non interviene spesso per correttezza istituzionale
     
  17. Purfa

    Purfa

    Registrato:
    22 Febbraio 2010
    Messaggi:
    1.379
    Località:
    Mogliano, Italy
    Ratings:
    +122
    cioè?
     
  18. nirian

    nirian Guest

    Ratings:
    +0
    se dessimo suggerimenti qualcuno potrebbe ritenerci non imparziali

    ma più che altro mi piaceva scrivere una frase da Presidente della Repubblica :D

    se da grandi vi fanno deputati votate per me al Quirinale, mi raccomando :sbav:
     
  19. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

    Registrato:
    14 Novembre 2006
    Messaggi:
    2.339
    Ratings:
    +30
    faremo in modo.. fare il deputato è sempre stato il mio sogno segreto :D

    saluti
    DAoS
     
  20. Purfa

    Purfa

    Registrato:
    22 Febbraio 2010
    Messaggi:
    1.379
    Località:
    Mogliano, Italy
    Ratings:
    +122
    penso sia quello di molti italiani :asd: domani metto su il prossimo capitolo
     

Condividi questa Pagina