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Sfida AAR 2: Purfa, Austria. A.E.I.O.U.

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Purfa, 23 Settembre 2010.

  1. nirian

    nirian Guest

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    è a tua discrezione postare qualche save

    carina la mappa con l'area di pesca esclusiva austriaca tra Madeira e Capo Verde
    e soprattutto la scritta "Mio" che è rivoluzionaria nella semiotica della cartografia :)
     
  2. Purfa

    Purfa

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    M.I.O. sta per "Motoscafi Imperiali Only" :asd: :asd: :asd:

    scerzi a parte, come si fa a vedere il bianco dell'Austria sul bianco del mare senza fare così? :)
     
  3. paul

    paul

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    prima di postarle le colori di un altro colore (le tue zone)
     
  4. Purfa

    Purfa

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    ci stavo pensando stamattina: le coloro di nero. Però l'area dei motoscafi imperiali dove la mettiamo?
     
  5. Purfa

    Purfa

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    Chronica de Historia Austriae
    Capitolo VIII - L'Esplorazione Atlantica, la Guerra del Mali e l'Imperio Novo

    1451 - 1463


    In seguito alle sfolgoranti vittorie riportate contro i Francesi e contro i Turchi, Re Alberto d'Austria decise finalmente che era giunto il tempo della pace e della diplomazia. Dall'Italia si stava diffondendo per tutto il dominio d'Asburgo una profonda attenzione per la cultura e per il suo sviluppo: venivano finanziate imponenti cattedrali in tutto il reame, veniva promossa l'arte scultoria, letteraria, pittorica e della musica. Era, in fin dei conti, il periodo cui da molto tempo anelavano il popolo austriaco e quelli uniti sotto la corona di Alberto d'Asburgo. In questo lungo periodo di pace, alcuni grandi studiosi italici andavano formando una nuova scuola di pensiero: costoro affermavano che il mondo non era piatto, come la comun ragione credeva, bensì tondo. V'era dunque, secondo quelli, una strada percorribile per giungere alla ricchezza e alle spezie delle Indie differente da quella tradizionale, attraverso i territori arabi: veleggiando verso ponente sarebbe stato possibile giungere nell'estremo oriente agevolmente. Sempre questi, la cui corrente di pensiero venne etichettata col nome di "esplorazionismo", sostenevano che, qualora si fosse trovata la fine del continente africano verso Sud, allora lo si sarebbe potuto circumnavigare e giungere nelle Indie, se la via d'Occidente fosse stata impercorribile perchè troppo lunga.

    Anche Sua Maestà Alberto venne convinto dalle tesi di questi sapienti, ma tuttavia egli si rifiutò di armare una spedizione che andasse alla cieca passando attraverso il grande oceano; ritenne più saggio veleggiare verso le coste meridionali del Marocco e scoprire quali terre si frapponevano tra l'Europa e l'India. Venne dunque armata una Caracca, la Austria Imperare, nel porto di Pisa, capitanata dal famoso lupo di mare Francesco della Vedova, affiancato dal esplorazionista Andrea da Milano, e venne diretta, col consenso della Regina di Castiglia, al porto di Cadice. Da qui, quella veleggiò verso Meridione, scoprendo al largo del Marocco due arcipelaghi di isole, battezzati Arcipelago di Madeira e delle Canarie dai marinai. Sempre costoro si spinsero ben più a Sud, scoprendo un ulteriore arcipelago, chiamato Capo Verde a causa della sua rigogliosa flora, e attraccando sulle coste del continente africano. Vennero qui in contatto con un popolo prima sconosciuto, i Maliani, uomini primitivi e maomettiani. Ai naviganti venne permesso di rimanere alcune settimane sul luogo, venendo a conoscenza della presenza di grandi miniere d'oro nell'interno del paese del Mali, oro di cui si fecero subito indicare la posizione su una carta approssimata dell'Africa conosciuta. Dopo questa sosta nel paese infedele, la Austria Imperare fece rotta verso il porto di Genova, dove i suoi marinai e il suo capitano vennero accolti come eroi dalla folla festante.




    quest for the new world.jpg


    Il titolo del libro considerato essere il manifesto dell'Esplorazionismo




    Appena giunse notizia di queste terre scoperte e dell'oro che esse nascondevano, Alberto I decise di inviare coloni negli arcipelaghi al largo delle coste, per farne delle basi logistiche per la futura, già pianificata dalla sua mente aggressiva, invasione del Mali. Fu così che coloni austriaci e italici andarono ad abitare i tre Arcipelaghi, nei quali riuscirono a raggiungere l'autosufficienza dalla madrepatria nel giro di 4-5 anni, grazie alle ondate migratorie inviate dal Re.




    eu3-20101010-140617.jpg


    Una mappa di navigazione dell'epoca




    Imbaldanziti da queste nuove scoperte, diversi altri avventurieri decisero di seguire le tesi esplorazionistiche, dirigendosi sia a Sud, sempre più in profondità, sia ad Occidente, alla ricerca delle Indie; alcuni tra quelli che vagarono nell'Oceano trovarono un arcipelago proprio al suo centro, battezzato arcipelago delle Azzorre, come venne chiamato dal nostromo portoghese della nave Asburgica. Anche queste isole furono fatte colonizzare dal Reame, che sempre più si convinceva della ragione degli esplorazionisti. Con questa base d'appoggio, fissata nel 1458, altri esploratori si avventurarono per mare, ma nessuno di loro trovò ad Occidente altro che un'infinita distesa d'acqua; a Sud invece proseguiva la ricerca del capo d'Africa, ma le esplorazioni si arenarono all'altezza dell'arcipelago di Fernando Po, dal nome dell'esploratore portoghese assoldato dalla corona d'Austria che le scoprì, perchè nessuno ebbe il coraggio di proseguire a causa dell'aggressività dei popoli nativi di quei luoghi, come i barbari del Benin e dell'Hausa.




    Frattanto in Europa, il conte di Baden, decise da un giorno all'altro di staccarsi dal Sacro Romano Impero e di nominarsi Re di Baden. Ovviamente ciò fece infuriare l'Imperatore, Alberto d'Austria, che ne comandò la fine: le truppe austriache attaccarono il novello Re senza dichiarar guerra nel 1458, e tagliarono la testa del ribelle in seguito alla battaglia di Stoccarda, nella quale venne catturato. Le terre del ribaldo sovrano non vennero però ricongiunte con quelle del Sacro Romano Impero, bensì vennero annesse al Regno d'Austria, cosa che fece a sua volta scalpore all'interno del Sacro Romano Impero, i cui principi elettori stavano in segreto decidendo di non rinnovare la fiducia alla casata d'Asburgo alla morte dell'Imperatore Alberto. Vinto questo piccolo nemico interno, Re Alberto, chiamato dal popolo Il Navigante, tornò a concentrare i suoi sforzi nella preparazione dell'invasione delle terre del Sultanato del Mali. Ben 15000 uomini si imbarcarono nel porto di Pisa all'inizio del 1459 e, dopo oltre un mese di viaggio, si ritrovarono a sbarcare, armi in pugno, in terra d'Africa. L'invasione dei primitivi era dunque cominciata; le modernissime truppe austriache ebbero vita facile, essendo i nemici sì moltissimi, ma indisciplinati e male equipaggiati all'ennesima potenza, e riuscirono ad occupare buona parte del paese mussulmano nel giro di un mese. Delegazioni del Sultano corsero allora verso l'arcipelago di Capo Verde, nell'intento di ottenere la pace con gli "invasori bianchi". Gli Austriaci, sfidando le ire del sovrano, si dimostrarono clementi, ed accettarono la pace; in cambio però il Reame ottenne buona parte del territorio del loro Paese, pur non guadagnando le miniere d'oro tanto agognate.




    pacebaden.jpg guerra mali.jpg pacemali.jpg


    Il trattato di pace col Conte di Baden; la dichiarazione di guerra e la relativa pace col Sultanato del Mali




    Alberto I tuttavia non s'infuriò: era troppo vecchio per certe cose; nel 1461 egli compì ben 84 anni, e per l'epoca era un'età formidabile. Così vecchio, egli decise tuttavia di compiere due atti che segnarono l'Austria per sempre nei secoli a venire: in primis, promulgò l'Atto di Supremazia, col quale egli destituì il Papa da capo della Chiesa austriaca e al suo posto mise il Re d'Austria, cosa che scatenò le ire di mezza Europa, nonchè la minaccia di una scomunica; in secundis, il giorno di Natale del 1462 egli si fece incoronare dal Papa, comprato grazie ad una grande somma d'oro, Imperatore Romano d'Austria, spaccando per sempre l'unità del Sacro Romano Impero tra filo Austriaci e anti Austriaci.




    attodisupremazia.jpg imperod'austria.jpg


    Il testo dell'Atto di Supremazia e un dipinto dell'Incoronazione a Imperatore d'Austria di Alberto d'Asburgo




    Tuttavia egli non potè mantenere il titolo, guadagnato con tanto sangue e tanto onore, a lungo: infatti, colpito da una polmonite, si spense alla veneranda età di 86 anni il 15 giugno 1463, lasciando l'Impero Novo a suo figlio Giovanni Leopoldo d'Asburgo.




    Termina così l'ottavo capitolo della Chronica de Historia Austriae; tra le appendici troverete la consueta mappa dei domini asburgici dell'anno 1463.



    europa_filled_2817x2489.jpg africa esplorazioni.jpg
     
  6. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Alla fine ha ereditato l'erede i dominii sotto unione?
     
  7. Purfa

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    Solo la polonia :(
     
  8. Purfa

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    Chronica de Historia Austriae


    Capitolo IX - Giovanni Leopoldo I d'Asburgo, la III Guerra d'Occitania e la II Guerra Greca


    1463 - 1470



    Giovanni Leopoldo d'Asburgo.jpg


    Giovanni Leopoldo I d'Asburgo, Imperatore d'Austria



    Incoronato Imperatore d'Austria, Re d'Ungheria, di Boemia, di Polonia e di Macedonia, Signore d'Occitania e dei Lombardi, nonchè Duca di Turingia, il 19 Giugno 1463 Giovanni Leopoldo I d'Asburgo sedè sul trono imperiale austriaco, nella sua reggia a Vienna. Nelle sue mani era raccolto un potere immenso: controllava infatti alcune delle più ricche regioni del mondo conosciuto, aveva a sua disposizione il più vasto esercito d'Europa e il dominio più esteso. Per cementare ancor di più l'unità del suo paese, decise di unire le terre del Regno di Polonia a quelle austriache, applicandovi la speciale giurisdizione adoperata in quel di Danzica, feudo austriaco sin dalla gerra coi cavalieri Teutoni, oramai ridotti ad un'ombra di ciò che erano. Gli uomini di Polonia vennero riconosciuti come cittadini imperiali, con pari diritti e doveri di quelli austriaci e degli italici, tra i quali v'era il giuramento di fedeltà all'Imperatore.



    (Omissis)


    La legge che riconobbe tutti gli abitanti della Polonia come Cittadini Imperiali



    L'eccellenza dell'Imperio Novo, come lo definivano i contemporanei, non era solo di carattere militare ed economico: grazie alle straordinarie abilità dell'Imperatore Alberto infatti, l'Austria godeva di un apparato diplomatico formidabile, capace di intrattenere relazioni dai freddi ghiacci di Novgorod alle pianure riarse dal sole di Timbuktu; grazie ai formidabili uomini che ne costituvano l'organico, la Cancelleria Imperiale risolveva i peggiori incidenti diplomatici con la massima facilità, e riusciva a far passare per inezie persino la scomparsa di interi potentati, come nel caso del Ducato di Trieste e di Gorizia, le cui terre vennero levate al Duca in questione e prese in gestione diretta dall'Imperatore, insieme alle loro ricchissime miniere d'argento.



    Diplomazia eccellente.jpg Aquileia annessa.jpg


    Una lettera d'encomio al Ministro degli Esteri Francesco d'Oberg vergata dall'Imperatore e l'Ordinanza di annessione delle terre del Ducato di Trieste e Gorizia



    Tuttavia l'amministrazione austriaca subì il contraccolpo di queste annessioni territoriali: l'eccessiva estensione dell'Impero infatti non permetteva che fosse ben amministrato con un apparato simile, rendendo necessaria una riforma in tal senso. Tuttavia l'Imperatore non si curava molto di ciò, e decise dunque di lasciare mano libera ai suoi subordinati in tal senso. Tutto ciò non fece altro che causare disordine amministrativo all'interno dello stato, scompigliando l'intera amministrazione, per la gioia dei contadini e dei cittadini imperiali.



    sovraestensione.png


    Una delle innumerevoli lettere di protesta inviate al Ministero degli Interni a causa di problemi burocratici



    Un'altro colpo da maestro eseguito da Francesco d'Oberg, Gran Cancelliere dell'Impero, fu, nel 1467, il patto d'alleanza stipulato col Regno di Castiglia, che all'epoca era una delle tre maggiori potenze europee, assieme ai turchi e all'Austria. Guadagnandosi un fortissimo stato amico nell'Iberia, l'Oberg permise così all'Imperatore Giovanni Leopoldo di combattere un'altra volta i francesi. Il Re di Francia, infatti, era stato colpito da una scomunica in seguito al Massacro di Pamplona, nel quale egli fece sterminare buona parte della popolazione basca della città solamente perchè non francese. Sua Santità non potè tollerare ciò, così comandò ai più grandi stati cattolici, l'Austria e la Castiglia, di farla pagare cara al sovrano gallico.



    (Omissis) guerra francia.jpg


    Il testo del trattato d'Alleanza con il Reame di Castiglia e della dichiarazione di guerra congiunta al Regno di Francia



    Il 18 Maggio 1469 venne così portata la dichiarazione di guerra a Poitiers, nuova capitale del Regno di Francia, e cominciò la famosa III Guerra d'Occitania; le truppe austriache, comandate dal famoso condottiero italico Giovanni d'Agnotte e dal Principe Filippo d'Asburgo, attaccarono nell'Alvernia e nel Rossiglione, mettendo sotto assedio anche la roccaforte di Tolosa. La risposta francese non si fece tardare: ben 50000 uomini s'armarono in difesa delle loro terre, e riuscirono in un primo tempo a far battere in ritirata le armate imperiali. Tuttavia, quando anche il Re di Castiglia cominciò ad invadere i Pirenei, le forze francesi si disgregarono e più non furono in grado di respingere gli attacchi asburgici; nel giro di una stagione cadde tutta la Francia Meridionale, e il Re di Francia si umiliò implorando la pace lui stesso presso Vienna. L'accordo stipulato di comun accordo col Re di Castiglia previde la cessione del Rossiglione e del territorio di Tolosa all'Austria, completandone il dominio occitano, nonchè il pagamento di un'indennità di guerra ad entrambi gli stati vincitori.



    Francia pace.jpg occitani accettati.jpg


    Il testo della Pace di Vienna con la Francia e quello della legge che riconobbe tutti gli abitanti d'Occitania come cittadini imperiali



    Pochi mesi prima della pace con la Francia, l'Impero turco dichiarò guerra al Regno d'Albania, volendo riscattarsi dell'umiliazione subita nella I Guerra di Grecia. L'Austria, essendo garante dell'Albania, non esitò a scendere a fianco del proprio protetto, utilizzando i 18000 uomini dell'Armata di Macedonia presenti in loco e la Flotta Mediterranea Austriaca, composta da dodici squadroni di Caracche e da varia veleggiatura inferiore. Utilizzando uno strategemma preso in prestito dai Veneziani, la flotta austriaca bloccò il Mar di Marmara, impedendo al grosso dell'esercito turco di unirsi alla battaglia, e, grazie alla maggiore abilità dei soldati d'Austria, i mussulmani vennero sconfitti facilmente. Vedendo il nemico cristiano assedare Costantinopoli, il Sultano turco implorò la pace, che gli fu concessa a patto di rinunciare agli ultimi territori macedoni. In tutta l'area greca venne subito messo in atto un possente sforzo di cattolicizzazione degli ortodossi e di cristianizzazione degli infedeli, che immediatamente diede i primi frutti, aumentando drasticamente la percentuale dei cattolici greci.



    Ottomani pace.jpg


    Il testo del trattato di pace con i Turchi



    Termina qui il IX capitolo della Chronica de Historia Austriae; in allegato la solita mappa dei domini asburgici europei ed africani.



    europa asburgica.png africa asburgica.png
     
  9. Purfa

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    Vi predico questo:

    eu3-20101018-182531.jpg

    peccato per la reggenza... di 15 anni.
     
  10. ronnybonny

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  11. Lord Attilio

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    Questo AAR ha il mio voto in pieno... ma cosa sono quei prestiti che fai in continuazione?
     
  12. Pinky

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    mio voto assicurato:eek:
     
  13. Dark_Angel_Of_Sin

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    questo si che è fattore C!!!

    saluti
    DAoS
     
  14. Purfa

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    due fottutissime dimenticanze, ognuna da 2000 ducati (vado con un pareggio di bilancio annuale, quindi una minima spesa in più del dovuto e vado fuori)
     
  15. Purfa

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    Chronica de Historia Austriae

    Approfondimento IV - I Selvaggi d'Africa



    Diario di bordo della Austria Imperare, 14 Luglio 1449

    Cielo terso, vento favorevole di tramontana. Mattinata trascorsa tranquillamente; all'ora VI, continuando a Levante con la costa del marocco, vengono avvistate a Ponente delle isole in lontananza. Approssimativamente l'arrivo è previsto per la mattinata di domani.


    Diario di bordo della Austria Imperare, 15 Luglio 1449

    Qualche nube in cielo, mare calmo, vento debole meridionale. Due ore dopo l'alba la nave giunge a distanza di sbarco dalle isole; viene gettata l'ancora e Io, assieme a trenta uomini, scendiamo alle scialuppe ed esploriamo l'isola. Alcuni marinai battezzano le isole "Canarie" e quella dove si trovano ora "Gran Canaria" essendo essa apparentemente la più grande. Non vengono avvistati abitanti dell'isola. Poniamo il campo per la notte; si prevede di rimanere sull'isola per cinque giorni per riposarsi ed esplorarle.


    Diario di bordo della Austria Imperare, 18 Luglio 1449

    Tempo buono, bonaccia. Quest'oggi sono stati avvistati alcuni isolani; catturati due locali, a gesti i marinai si sono fatti indicare il loro abitato. Siamo entrati nel campo dei nativi all'ora IV, Io in testa, e siamo riusciti a parlare con il capotribù, che grazie a Dio conosce l'arabo. Il nostro interprete ci ha permesso di comprendere che i locali sono pacifici pescatori e raccoglitori. Prevedo nessun ostacolo qualora l'isola voglia venir abitata da popoli europei. La sera si torna al campo e si brinda la scoperta con un liquore veneto, la Grappa, che mi ha favorevolmente colpito.


    Diario di bordo della Austria Imperare, 21 Luglio 1449

    Oggi abbiamo levato il campo e siamo salpati in direzione meridionale. Tira un forte vento da Nord, ideale per veleggiare a Meridione. Nulla da segnalare per il resto della giornata.


    Diario di bordo della Austria Imperare, 18 Agosto 1449

    Cielo terso, vento da Ponente. Seguendo gli sconosciuti lidi dell'Africa abbiamo incontrato un nuovo gruppo d'Isole, sul quale ho intenzione di sbarcare. Per oggi ci limitiamo a guardarlo da lontano, la risacca non permette un buon ancoraggio nell'isola più grande.


    Diario di bordo della Austria Imperare, 19 Agosto 1449

    Cielo terso, bonaccia. Attracchiamo sull'Isola dell'Arcipelago che ho deciso di chiamare Capo Verde, a causa della sua vegetazione lussureggiante. Fa un caldo degno della tana di Satana, e c'è un'umidità da non far respirare. Gettiamo il campo a circa un terzo di miglio dalla costa; la giornata passa tranquilla. Verso il tramonto mando due uomini in esplorazione per essere sicuri che nulla sia presente in torno al campo. Non ritornano; do ordine di tenere pronti i moschetti e le spade e raddoppio il numero delle sentinelle.


    Diario di bordo della Austria Imperare, Notte del 19 Agosto 1449

    A Mezzanotte siamo stati attaccati da una tribù di isolani. Col favore delle tenebre si sono avvicinati al nostro campo, ma grazie alle ottime sentinelle che vegliavano abbiamo salva la vita. Siamo stati svegliati per tempo e, Dio sia benedetto che avevo fatto preparare le armi!, abbiamo aperto il fuoco sui selvaggi, che palesavano un chiaro atteggiamento da guerra. Dopo una prima scarica di fucileria ci hanno caricato in corpo a corpo, ma siamo riusciti a far fuoco una seconda volta e quelli sono battuti in ritirata. Sul capo rimangono ben 25 negri; rimaniamo tutta la notte in attesa di un altro attacco, ma questo non avviene.


    Diario di bordo della Austria Imperare, 21 Agosto 1449

    Grazie al febbrile lavoro di ieri siamo riusciti a trovare il campo dei selvaggi. Probabilmente si aspetteranno un attacco, dunque dobbiamo aspettare il favore delle tenebre. Vendicheremo la morte di Mattia e Franz, i due esploratori uccisi dai barbari.


    Diario di bordo della Austria Imperare, 22 Agosto 1449

    Grande successo! Abbiamo assaltato il campo nemico nottetempo e abbiamo ottenuto la nostra vendetta. Grazie al nostro armamento superiore siamo riusciti a sconfiggere i negri, che ci superavano per numero di svariate volte. Dio salvi l'Arsenale d'Austria! Comunque, sul campo sono rimasti 5 italici e 2 provenzali dalla nostra parte, e 43 guerrieri negri dall'altra. Abbiamo inoltre catturato 12 uomini, 41 donne e 11 bambini; vedremo se lungo la costa troveremo modo di sbarazzarcene o di venderli.


    Diario di bordo della Austria Imperare, 23 Agosto 1449

    Cielo terso, mare calmo, vento debole meridionale. Salpiamo all'alba in direzione della costa. Entro sera siamo in vista della terra e per domattina dovremmo poter attraccare.



    Diario di bordo della Austria Imperare, 26 Agosto 1449

    Il nostro campo è stato oggi raggiunto da alcuni negri che parlano arabo; questi ci hanno invitato a raggiungere il loro paese assieme agli schiavi per venderli. Domani partirò assieme a 20 uomini e ai negri; spero di capire qualcosa di più da costoro, che parlano arabo in modo un po' strano.



    Diario di bordo della Austria Imperare, 30 Agosto 1449

    Tre giorni con questi uomini sono stati molto educativi. In primis siamo riusciti a liberarci degli schiavi e abbiamo ricevuto in cambio una montagna d'oro. Abbiamo chiesto da dove provenisse il prezioso metallo, e quelli hanno risposto che all'interno ci sono favolose miniere, ricchissime. Questa sarà un'informazione che piacerà moltissimo all'Imperatore; domani ripartiremo da queste contrade e ritorneremo a Pisa.


    NEG5.jpg

    Un dipinto di un negro di Capo Verde che suona il flauto, XVI secolo, ingoto pittore toscano
     
  16. Purfa

    Purfa

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    Chronica de Historia Austriae


    Capitolo X - L'Impero su cui non tramonta mai il sole


    1470 - 1478



    Dopo la vittoria nella II Guerra di Grecia, l'Imperatore d'Austria Giovannì, ispirato dai risultati ottenuti dalle spedizioni finanziate dal padre, continuò a inviare uomini alla ricerca di nuove terre, sia in Africa, sia verso l'Oceano Ignoto. Un di, Francesco della Vedova, esploratore già famosissimo per i suoi viaggi in Africa, partì dalle isole Azzorre in direzione del Ponente. Dopo due mesi di navigazione nel più immenso nulla, la vedetta urlò al mezzogiorno "TERRA!!!". Erano le Indie!!! In realtà poi si scoprì che loro gettarono le ancore nei pressi dell'Isola di Cuba, la maggiore del mar dei Caraibi. Tuttavia la portata di tale scoperta non potè essere sminuita da ciò. Al suo ritorno in Austria, egli venne celebrato quasi come l'Imperatore, e Giovanni decise di fargli dedicare una grande statua di marmo nel porto di Pisa, sua città natale. Subito la notizia della grandissima scoperta sconvolse l'intera Europa; il Regno di Portogallo, in particolare, seguì l'esempio dell'Austria, scoprendo ulteriori terre a Nord e riuscendo per primo a colonizzare delle terre nelle Indie Occidentali e a conquistare il Regno pagano africano del Benin.



    Per due anni continuarono le esplorazioni di Della Vedova e di altri esploratori italo austriaci nel Mar dei Caraibi, fino a quando questi, sbarcati sul continente vero e proprio, entrarono in contatto con degli uomini di un grande impero locale, l'Impero Azteco. Esso era l'unico stato monarchico delle Indie conosciuto e i suoi cittadini erano molto civilizzati, per essere dei barbari pagani; inoltre, nuotavano letteralmente nell'oro. I racconti riportati da Dalla Vedova a Vienna riguardo quest'oro azteco indussero l'Imperatore Giovanni a far quanto fece suo padre col Sultanato del Mali. L'unica differenza era che lui voleva fare le cose molto più in grande.


    atzechi.png


    L'approssimativa mappa vergata da Dalla Vedova durante la sua prima esplorazione


    Vennero apprestati 20000 fanti italiani, avvezzi alle grandi calure estive, e, caricati su delle navi nel porto di Pisa, vennero spediti verso destinazione ignota. Dopo aver fatto tappa in un'arcipelago austriaco, i fanti si rimbarcarono e, dopo 2 mesi di viaggio, sbarcarono sul Nuovo Continente; qui, guidate da Luigi d'Asburgo, cugino dell'Imperatore, essi cominciarono a sottomettere le popolazioni locali. La distanza tecnologica era talmente enorme, che gli indi li guardavano come divinità, soprattutto quando, caricandoli con superiorità numerica schiacciante, si ritiravano urlanti a seguito della seconda salva di moschetteria degli austriaci.



    guerra aztechi.png


    Il messaggio diffuso nell'Impero riguardo l'invasione degli Atzechi



    Dopo un'intero anno passato a massacrare i guerrieri atzechi, finalmente le truppe conquistatrici entrarono nella loro capitale, Tenochititlan, catturando l'Imperatore Montezuma e costringendolo a cedere ogni suo avere, ogni sua terra, ogni suo uomo all'Imperatore d'Austria. Ebbe così inizio la dominazione austriaca sul suolo americano, con un atto di sangue che segnò per sempre la politica coloniale dell'Impero, che mai riconobbe in seguito la cittadinanza agli indigeni delle terre colonizzate.



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    Il trattato di annessione firmato dall'analfabeta Montezuma



    A seguito della grande conquista, l'Imperatore mantenne la pace nell'Impero per ben 7 anni, spendendo le immani quantità d'oro proveniente dalle conquiste del Nuovo Continente per creare una rete infrastrutturale e difensive in America, così chiamata dal nome dell'esploratore italiano Amerigo Vespucci, che per primo navigò tutte le coste orientali del Continente, e per favorire l'espansione dell'artigianato urbano in Europa, grazie all pesante investimento nella creazione di centri artigianali locali.



    La pace durò fino a quando, vedendo l'avanzamento del Portogallo nelle esplorazioni, l'Imperatore Giovanni comandò l'invasione delle terre del Congo, piccolo dispotismo tribale dell'Africa centrale, col chiaro intento di ottenere una posizione predominante nella colonizzazione del continente, ma soprattutto volendo ottenere la fetta maggioritaria nella compravendita degli schiavi negri, che già cominciavano ad essere importati nelle colonie americane. Cinquemila uomini della guarnigione del Mali salparono dal porto di Cayor in direzione della maggiore città, se così può esser definita, congolese, Loango. L'invasione cominciò col massacro di 15000 guerrieri negri, che sacrificarono inutilmente le loro vite per difendere la loro terra, e terminò con la cattura e la riduzione a schiavo dell'Imperatore del Re del Congo. Tuttavia, proprio lo sconfitto sovrano fu la causa della morte dell'Imperatore: fattolo diventare suo assaggiatore personale, questi versò del veleno nella coppa del vino di Giovanni Leopoldo, e così lo uccise il 12 marzo 1478; scoperto, egli venne decapitato pubblicamente il ventiquattresimo giorno dello stesso mese. Tuttavia l'Imperatore era morto, e il suo giovane figliolo, giusto un neonato, Leopoldo Giovanni d'Asburgo, venne incoronato Imperatore d'Austria; tuttavia, essendo egli incapace di regnare, venne organizzato un consiglio di reggenza composto dai maggiori nobili dell'Impero, provenienti da tutti i regni che lo costituivano.



    Il primo provvedimento preso dalla Reggenza fu uno dei più clamorosi colpi di mano della storia: i nobili stabilirono la fusione amministrativa di tutti i regni che costituivano l'Impero sotto la comune egida dell'Austria. In questo modo essi fecero della casata d'Asburgo quasi una famiglia di dei, avviando una campagna di esaltazione dei valori asburgici di Forza e Fedeltà, dei quali l'Imperatore bambino era simbolo e il possssssspolo il portatore. Fu quello l'inizio di quello che in seguito l'Imperatore bambino Leopoldo Giovanni definì "L'Impero su cui non tramonta mai il sole".



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    La legge del Grande Impero Austriaco



    Termina qui il X capitolo della Chronica de Historia Austriae. In allegato troverete la canonica immagine dei domini asburgici e, per la prima volta, un'appendice con un libro che racconta la precisa situazione nel 1478 dell'Impero.



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  17. Mac Brian

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    O..O Grande!!
     
  18. bacca

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    la cosa più fastidiosa adesso è l'overtensione e le rivolte.... sono proprio fastidiosi, sopratutto quando non muoiono subito e continuano a correre di qua e di la......
     
  19. Purfa

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    già, ma io adesso ho visto che con 50000 uomini tengo pacificata tutta l'europa. Per il resto ne ho 15000 in america e altri 15000 in africa
     
  20. bacca

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    sembrano pochini 50.000, ti dico che io ne ho 200/250 solo in Europa, se ti dovesse attaccare un'alleanza forte riusciresti a fronteggiare anche le rivolte?
    io ho risolto mandando la culture tradition alle stelle e prendendomi due gran bei contabili, -0.20 di inflazione sono tanti soldi, anche se non hai tanti core....
     

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