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Regno delle due Sicilie: Regno povero, o terza potenza industriale?

Discussione in 'Off Topic' iniziata da Vlad12395, 23 Giugno 2015.

  1. auricaesar

    auricaesar

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    Da quale libro proviene?
     
  2. Silvan

    Silvan

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    Questo è il punto fondamentale che ti porta a considerare tutta la vicenda con un ottica, distorta. E me ne duole non per il tuo errore che è frutto solo di 150 anni di propaganda pervicace, ma perchè mi rendo conto che persino per chi studia e approfondisce la storia risulta ostico orientarsi.

    Quello che accadde non è solo brigantaggio. Uso parole non mie per specificare meglio il concetto:

    prof. Alessandro Barbero: “Il brigantaggio è stato al tempo stesso un fenomeno criminale, una rivolta contadina, repressa dall'esercito italiano con una violenza inimmaginabile e una guerra civile. Se cerchiamo di semplificarlo, riducendo tutto a una sola dimensione, non capiamo nulla di questo fenomeno del quale, per decenni, non si è mai più parlato”.

    Aggiungo poi che bisogna anche distinguere i fatti che avvennero sul continente da quello che avvenne in Sicilia e in parte in Calabria. Qui i moti contro i Piemontesi partirono subito, già nel 1860, e furono caldeggiati dalla nobiltà che capi subito che si era passati dalla padella (i Borboni erano invisi per motivi di prestigio) alla brace i Savoia.

    Sono noti per esempio i fatti di Castellammare del Golfo del 1862-63, contro i Savoia e spalleggiati dalla nobiltà.
    Del resto come potevano i briganti fra i monti e i contadini poverissimi creare tanti e tali di queli problemi da constringere i Piemontesi a mantenere al Sud una forza di occupazione che oltrepasso i 120.000 uomini?

    Per capire meglio la portata degli eventi e come questi non possono essere ridotti a una rivolta contadina:
    Alcuni giornali stranieri (la censura del governo al riguardo era rigorosa) pubblicarono delle cifre terrificanti nonostante fossero sottostimate: nel solo primo anno di occupazione vi furono 8.968 fucilati, 13.529 arrestati in gran parte deportati nei campi di concentramento e “rieducazione” al Nord, 6 paesi dati alle fiamme, 12 chiese saccheggiate. Complessivamente si parla di un milione di contadini uccisi e decine di villaggi rasi al suolo. (La popolazione nel regno delle due sicilie nel 1860 era di 7 milioni di persone!).

    Si parla tanto delle pessime condizioni dei contadini al sud. E' un fatto assolutamente riconosciuto che l'organizzazione sociale fosse di tipo feudale. Ma da qui alla fame c'è ne corre. Come mai prima del '61 non c'era l'emigrazione e questa invece esplode dopo?
    Si scappa dalla guerra, non dai briganti sulle montagne.
     
  3. Gamby

    Gamby

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    tutti questi dati da dove sono presi?
    poi scusa ma non ho capito una parte: 9000 fucilati circa e 13.500 arresti. Ora, anche ipotizzando che tutti gli arrestati venissero uccisi, per arrivare ad 1 milione ci voglio 40 anni. Un simile olocausto portato avanti così a lungo?
     
  4. Silvan

    Silvan

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    Ma cosa c'entrano gli arrestati e i fucilati con le vittime delle rappresaglie e delle stragi?
    Un milione di vittime è una stima riferita al ventennio 1861-1881 e significa una media di 50.000 morti l'anno.
     
  5. auricaesar

    auricaesar

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    A me sembra davvero improbabile... Ammazzano i pesci piccoli, che potevano essere utili nelle indagini come lo fu Giuseppe Caruso, e i pezzi grossi del calibro di crocco li lasciano non solo in vita, ma anche in grado di scrivere le proprie memorie?
     
  6. generalkleber

    generalkleber

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    @Silvan. Naturalmente io posso tranquillamente essere in errore. Del resto il Risorgimento non è epoca che mi interessi particolarmente. Quindi, che io possa aver travisato qualcosa, ci sta. E non presenta problema alcuno. Cosa completamente diversa è, però, parlare di "150 anni propaganda pervicace". Propaganda pervicace fatta da chi? E' questo il punto fondamentale: che vedi un enorme complotto organizzato da qualcuno per mettere sotto silenzio qualcosa...che sanno tutti!
    Verso il Sud il governo di Torni (e poi Firenze e poi Roma) ha commesso una serie di gravissimi errori. Lasciamo stare se potevano essere evitati o meno, il dato è che i fatti sono questi. Colossali, tragiche, conseguenze. Ma questa è una cosa che nessuno nega, a partire dalla Commissione di inchiesta parlamentare di Massari (a lungo collaboratore di Cavour) del 1863, passando per Ferrara, economista siciliano e ministro dell'Economia che lo illustrava nel 1866, e poi via via, sino a Gramsci, Rocco Scotellaro ...sino a Fanfani, che sperava nella Cassa del Mezzogiorno e via sino ai giorni nostri, passando per tanti storici (cito dalle edizioni che ho io: Barbagallo: Mezzogiorno e questione meridionale, 1980; Galasso (a cura di), Brigantaggio, lealismo e repressione nel Mezzogiorno, 1984; Gramsci, La questione meridionale, 1970; Hobsbawn, I ribelli, 1974; Piccioni (a cura di), Il Brigantaggio, 1969; Salvadori, Il mito del buongoverno: la questione meridionale da Cavour a Gramsci, 1960; Villari, Il Sud nella storia d'Italia, 1984. Tutti testi di case editrici "popolari" e quindi non per gli addetti ai lavori. Immagino che un esperto potrebbe citare tonnellate di libri). L'argomento è stato centrale negli studi storici italiani per decenni. Questa cosa della "propaganda pervicace" non sta in cielo nè in terra. Almeno due volte agli esami di maturità l'argomento del tema è stata proprio la Questione meridionale. Sia il Pci, che fece del problema del Mezzogiorno un cavallo di battaglia negli anni '70, sia il Msi (Reggio capoluogo!) utilizzarono più o meno retoricamente i problemi del Sud collegandoli con la mancata modernizzazione d'Italia e ho già citato Fanfani. Insomma, forse possiamo dire che il Sud sia stato trattato male ma non che non se ne sia parlato o che si sia cercato di nascindere qualcosa.
    Per quanto riguarda il Brigantaggio, mai pensato che fosse un fenomeno semplice. Forse mi sbaglio e forse (certamente!) dico cose incomplete ma avevo già rilevato che avesse varie dimensioni di cui quella "criminale" è probabilmente la minore. Un brigantaggio "crininale" contro il latifondo e lo sfruttamento, che è endemico forse da secoli; un brigantaggio reazionario ad uso degli interessi della nobiltà; uno politico ad uso dei Borboni e e degli ecclesiastici nostalgici; uno sociale dopo le mancate riforme...e così via. La sua esplosione avviene dopo il 1860 (ma personalmente alzerei di un paio d'anni) allorchè i movimenti contadini, repressi dalla durezza della nuova borghesia agraria (che dopo la fallita riforma agraria si erano impossessati delle terre) si saldarono al legittimismo borbonico a sostegno di una politica antiunitaria. Era una protesta esclusivamente politica? No di certo. Così però fu trattata dalle nuove autorità. La lotta interessò il Meridione con violenza sino al 1870, con i vertici negli anni, secondo Piccioni, tra il 1860 e il 1864 (ma a mio avviso 1862-1866). Una lotta che cessa con l'emigrazione. Vogliamo usare il termine "guerra civile"? Possiamo farlo. Il termine non mi piace perché mancava un progetto politico coerente: si trattò di sollevazioni spontanee, di carattere anarchico, priva di obiettivi politici e di una leaderschip precisa, ma se vogliamo dare un'enfasi alla cosa possiamo anche usarla. Semmai si potrebbe usare (Gramsci) il termine "rivoluzione", solo che una condizione rivoluzionaria in Italia non è mai esistita e Romeo (Risorgimento e capitalismo, 1952) rileva come un eventuale successo delle istanze rivoluzionarie sarebbe stata una catastrofe per lo sviluppo. Discutibile Romeo? Certo, ma poiché il termine rivoluzione non lo hai usato lascio cadere la cosa. Quanti morti? A me risultano 5000 fucilati con processo. Sono 9000? Forse sì: in realtà le violenze furono tante e così atroci che il numero è certo assai elevato, on tale da giungere però a 50 mila l'anno (o un milione in complesso), che è cifra che non riesco a far tornare in nessun modo. Villaggi incendiati o devastati, chiese distrutte ... tutto vero. Ma, nuovamente, è una cosa che non nega nessuno.
    In questi termini è anche, tutto sommato, questione marginale rispetto al problema iniziale: Il Regno delle Due Sicilie era una potenza capace di modernizzarsi? Era presente l'84% di analfabeti (90% in Basilicata): questo come risultato di una scelta deliberata dei sovrani di Napoli che solo una plebe ignorante avrebbe risparmiato problemi di ordine e garantito la stabilità. certo, l'analfabetismo perdura a lungo anche con lo Stato unitario ma si tratta non di una scelta deliberata ma della carenza di capacità: lo Stato provò subito ad estenedere la Legge Casati ma le difficoltà ne impedirono l'applicazione effettiva ... in certi casi sino agli anni '50 dello scorso secolo! L'agricoltura eradominata dal latifondo e dalla manomorta: impossibile e indesiderato qualsiasi progresso capitalistico: il che significa povertà permanente. La povertà rimase (e peggiorò!) con l'unificazione, sino alla riforma delgli anni 50-60 del secolo scorso (anche epr le errate rifome italiane) ma si avviò lo sfruttamento capitalistico delle campagne e comunque non era un obiettivo desiderato. La pellegra e la malaria erano diffusissime, non c'erano acquedetto e l'acqua mancava praticamente dappertutto, nè erano favoriti comportamenti igienici. Il governo unitario si sforzò anche in questa direzione. Ferrovie? 217 km nello Stato della Chiesa e nel Regno di Napoli su 1761 km del Regno d'Italia nel 1859. Sviluppo urbano? Nel REgno di Napoli erano presenti 1800 centri abitati: di questi 1600 erano privi di qualsiasi strada, erano cioè isolati del tutto e privi di comunicazione. Ospedali, scuole, ponti, acquedotti, fabbriche... assenti fuori dai centri principali. A fronte di questo il fatto che il tesoro del Regno fosse consistente (e lo era: a Vienna, 1815, il sovrano, per ritornare sul trono, versò in nero a Taillerand e a Metternich, 7 milioni in oro -3 e 4 rispettivamente- presi dal tesoro) appare più come un dato scandaloso che come un segno di cui gloriarsi.
    Veniamo alla flotta. Ignoravo che avesse 9000 bastimenti. Mi sembra cifra alta ma è cosa possibile e non la contesto. Solo che il commercio di questi bastimenti era in mano alla GRan Bretagna per Sicilia, alla Gran Bretagna, alla Spagna e alla FRancia per la parte contimnentale. Il regno aveva una commercio estero squilibratissimo con debiti immensi con la Gran Bretagna. E gli Inglesi discussero a lungo se permettere a GAribaldi di giungere in Sicilia: avrebbero preferito un'Italia divisa in 3 parti e tra i motivi che spinsero ad accettare il fatto, oltre a quelli economici (Torino appariva decisamente più saldo di Napoli) fu il timore che tutta la penisola finisse un satellite francese. A questo punto dire che si trattò di un complotto massonico è davvero poco esplicativo. Intendiamoci, sicuramente CAvour (ignoravo che fosse un massone) sapeva fare i suoi affari (...ma era anche quello che titubava di più sulla spedizione) ma ridurre le scelte politiche a interessi di due-tre personaggi è una soluzione che la storiografia ha abbandonato da tempo.
    Caspita: vedo che mi sono allargato parecchio...prometto che questo è l'ultimo mio intervento sul tema, promesso: continuerò però a leggere gli altri. :)
     
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  7. Gamby

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    Mi basavo sugli unici dati che hai portato circa i morti. Comunque, son serio, non è polemica: da dove hai preso tutti questi dati e numeri? Mi vorrei formare anch'io
     
  8. Tasso

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    perchè prima del 1876 non si tenevano statistiche (si stimano comunque 5-600.000 emigrati tra il 1800 e il 1876).
    l' esplosione demografica di fine XIX secolo(+7.5 milioni in 25 anni) ha impoverito le zone rurali, mentre l' industria non era in grado di assorbire il surplus. dei 5 milioni di emigrati tra il 1876 e il 1900 pero' solo il 40% era del sud. altri 9 milioni tra il 1900 e il 1914, anche questi più o meno uniformemente distribuiti tra nord e sud. l' unica differenza rilevante è che dal sud migravano principalmente in America dal centro-nord in Europa.
     
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  9. Silvan

    Silvan

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    "Da 150 anni ci raccontano la barzelletta del Sud liberato dai Savoia per portarvi libertà, giustizia e progresso. Errore: la crisi del sud è cominciata proprio con l’Unità d’Italia, imposta col sangue e governata con l’aiuto della mafia, dopo una brutale guerra di conquista: stragi e deportazioni, da cui la tragedia dell’emigrazione, prima sconosciuta."

    "L'Italia è stata interessata dal fenomeno dell'emigrazione soprattutto nei secoli XIX e XX. Il fenomeno ha riguardato dapprima il Settentrione (Piemonte, Veneto e Friuli in particolare) e, dopo il 1880, anche il Mezzogiorno. In particolare, dai porti del Mar Mediterraneo partirono molte navi con migliaia di italiani diretti nelle Americhe in cerca di un futuro migliore."

    Ci sono diversi libri in cui se ne parla. Ma qui secondo me entriamo in un altro capitolo. La guerra dei numeri e delle fonti.
    Su questo vorrei scrivere qualcosa più tardi se ho tempo, ma una premessa la faccio subito.
    E' un dato di fatto che il modo con cui un essere umano elabora le informazioni è filtrato dalle proprie idee preconcette.

    Il punto è la sottovaluzione della guerra avvenuta nel Sud e le conseguenze a cui ha portato che spesso si considerano esistenti anche prima di quella guerra. Non è l'unico caso nella storia di controinformazione. Tuttavia vi invito ha provare, provare si intende, a cambiare per un minuto punto di vista. E' probalile che cosi facendo vi rendiate conto, e quindi sarete portati anche a leggere i numeri in modo diverso, di come la liberazione del sud perchè era arretrato non si regge in piedi, manca proprio il nesso di casualità. Il sud si è opposto strenuamente a quel progresso, e piange ancora adesso le sue conseguenze. Causa effetto.


    La tesi che il brigantaggio fu contadino contro i nobili è senza senso. I contadini con la pancia vuota emigrano. Chi combatte cosi a lungo nonostante la repressione era organizzato e coordinato. Ma questa è un altra faccenda.
    La tesi che il sud fosse arretrato cozza con un altra realtà:
    Il regno delle due sicilie viveva un periodo lungo di pace,
    le casse straripano di denaro,
    i commerci sono floridi,
    i tassi dei titoli del regno delle due sicilie i migliori d'europa,
    l'industria è presente, l'artigianato floridissimo, nascono teatri, università ospedali, agenzie per il turismo!
    Ecc ecc. leggere qui: http://www.ilregnodelleduesicilie.com/primati.html.
    Si può obiettare che alcune cose fossero cattedrali nel deserto, altre non documentate, e altre ancora non pertinenti.
    Ma signori... il dubbio non vi viene? Come si può pensare che non vi fosse borghesia? Non c'era dopo perchè annichilità da ventanni di guerra. Come si può affermare che la nobiltà era immobile? Forse aveva idee diverse dal Nord, ritmi diversi, forse si trascusa il fatto che la nobiltà siciliana avversava i Borboni, ed infatti Garibaldi comincia da qui. Ma che non abbia recitato il ruolo principale e una colossale errore.
     
    Ultima modifica: 2 Febbraio 2017
  10. Silvan

    Silvan

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    "Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Non credo di aver fatto del male. Nonostante ciò, non rifarei oggi la via dell'Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio. "

    Giuseppe Garibaldi

    (da una lettera scritta ad Adelaide Cairoli, 1868)
     
  11. Tasso

    Tasso

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    dunque spiegami, ma con parole semplici, assumendo vera la tesi di una occupazione militare, guerra civile, con un milione di morti (secondo le tue fonti) tra il 1861 e il 1881 dal sud non emigra nessuno. A Malta/Tunisa ci si arriva in barca a remi.
    ora dal momento che pare, si dice, che tra il 1861 e il 1880 non ci sia stata emigrazione dal sud è probabile che non ci sia stata nessuna guerra con una intensità significativa nel periodo in oggetto. uno stà li per 20 anni, e solo dopo 20 anni prende e va?
    Alcuni, non tutti. fortunatamente l' umanità è un po' più variegata. e comuque la cosa vale anche per te.

    e non vuol dire niente di per se.

    si monete d' oro e d' argento, perchè i ricchi dell' epoca depositavano in banca il loro tesoro e a parte pochi spiccioli, tenevano in tasca delle lettere di credito, e per i pagamenti sostanziosi quelle usavano, non giravano certo con casse d'oro o argento. ma erano soldi di privati e non dello stato.
    bello il sito. prima riga e prima bufala? errore? non c'è stata nessuna esposizione universale a Parigi nel 1856. c'è stata nel 1855.(forse intendevano quella e si sono sbagliati?) beh all' esposizione del 1855 il regno delle delle Due Sicilie ha effettivamente partecipato. Nella sezione " Belle arti". Dal rapporto ufficiale redatto in copia francese e anche in quella americana, non figurano nel settore dell’Industria. Due diplomi furono consegnati a due napoletani. Uno per corde armoniche e l’altro per una stamperia galvanoplastica.
     
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  12. Silvan

    Silvan

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    Come si conciliano affermazioni di questo tipo:

    "Un Paese quindi molti diverso da quello vagheggiato da un certo nostalgismo: non un regno felice capace di rivaleggiare con le più grandi potenze dell'epoca, ma un vero e proprio girone infernale per milioni di sudditi costretti dalle irrazionali scelte (o non scelte) della classe dirigente a darsi all'elemosina o, cosa ancor peggiore, a metter mano al moschetto del brigante."

    "fino alla prima metà del 1860, i titoli di Stato delle Due Sicilie godevano ottima salute; prova ne sia che - oltre ad avere una rendita consolidata del 5% - alla Borsa di Parigi quotavano il 20% in più rispetto al loro valore nominale. Al contrario quelli del debito pubblico piemontese quotavano il 30% in meno. Esisteva, cioè, una forbice (adesso si chiama spread?!?) di ben 50 punti percentuali, quotando quelli delle Due Sicilie al 120% e quelli del Piemonte al 70% del loro valore nominale."
     
  13. Silvan

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    @Tasso
    Non ci fu emigrazione prima del 1860, e ci fu una forte emigrazione dopo il 1880.
    Non ci sono dati precisi su quello che successe in quel ventennio, ma è verosimile pensare che con la guerra in corso e lo stato d'assedio imposto dai Piemontesi non fosse facile tenere il conto. Si sa che in quel periodo mancano all''appello circa un milione di persone, probabile oltre ai morti e dispersi ci siano anche quelli fuggiti.
     
  14. Silvan

    Silvan

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    @generalkleber a proposito di Garibaldi

    "Nella capitale del Sud l’eroe dei due mondi, o dei due milioni, trovò denaro in abbondanza, e lo usò in modo sconsiderato, mentre i suoi seguaci si appropriarono indebitamente delle consistenti ricchezze personali di Francesco II e della dote di Maria Sofia. [...] Furono rubati tutti denari depositati nelle banche, tutti i preziosi custoditi nei musei, le opere d’arte nei palazzi reali e nobiliari, le armi negli arsenali e finanche beni personali nelle private residenze di molti cittadini».([16]) Ascoltiamo, a tale riguardo, due incontrovertibili testimonianze: quella di Vittorio Emanuele II, il quale, subito dopo l’incontro di Teano, così scrisse a Cavour: «...come avrete visto, ho liquidato rapidamente la sgradevolissima faccenda Garibaldi, sebbene – siatene certo – questo personaggio non è affatto docile, né così onesto come lo si dipinge e come voi stesso ritenete. Il suo talento militare è molto modesto, come prova l’affare di Capua, e il male immenso che è stato commesso qui, ad esempio l’infame furto di tutto il danaro dell’erario, è da attribuirsi interamente a lui che s’è circondato di canaglie, ne ha eseguito i cattivi consigli e ha piombato questo infelice paese in una situazione spaventosa...»"
    Gennaro De Crescenzo, “Contro Garibaldi. Appunti per demolire il mito di un nemico del Sud”, Il Giglio, Napoli, 2006, pag. 29.
     
  15. Silvan

    Silvan

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    Riflettere:

    È noto quale ideologia sia stata diffusa in forma capillare dai propagandisti della borghesia nelle classi settentrionali: il Mezzogiorno è la palla di piombo che impedisce i più rapidi progressi allo sviluppo civile dell’Italia; i meridionali sono biologicamente degli esseri inferiori dei semibarbari o dei barbari completi, per destino naturale”. Antonio Gramsci, nel 1926

    "Nel 1898 Alfredo Niceforo pubblicava L’Italia barbara contemporanea[1], abbozzo di una fisiologia dell’Italia meridionale, sostenendo con la verità dei fatti, quindi in contrasto con qualsiasi spiritualismo o misticismo, l’esistenza in Sardegna, Sicilia e nel Mezzogiorno di tre popoli primitivi. Popoli non evoluti, portatori di una civiltà barbara sicuramente inferiore a quella dei settentrionali; inferiorità che affonda le sue radici in una immodificabilità della razza. Così, attraverso queste considerazioni e costruzioni si arrivava ad indicare nell’eredità biologica la causa prima della condanna delle popolazioni meridionali ad un arresto di sviluppo nel cammino del progresso."


    Sotto i Borbone sorsero il Museo Archeologico, l’Orto Botanico, l’Osservatorio Astronomico, l’Osservatorio Sismologico Vesuviano, la Biblioteca Nazionale, l’Accademia delle Belle Arti, l’Accademia Militare la Nunziatella. Scuole pubbliche e conservatori musicali erano presenti in ogni città. In moltissime città e paesi c'era una banca. L’Università di Napoli divenne, al pari della Sorbona di Parigi, il più grande polo culturale dell’Europa. Sorsero le prime agenzie turistiche italiane. Nasce l’Accademia di Ercolano che diede l’avvio agli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano. Il teatro San Carlo, uno dei più importanti al mondo, viene ricostruito.
     
  16. MrBrightside

    MrBrightside

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    Più che altro, buttare lì un numero qualsiasi, grande o piccolo, senza aggiungere la stazza limite oltre la quale un bastimento è considerato "merchant ship/vessel" e non più "coaster" lo rende privo di significato. Voglio dire, solo a Torre del Greco nel 1850 facevano base oltre 700 barche... che si dedicavano esclusivamente alla pesca ed alla lavorazione del corallo nel Golfo di Napoli.
     
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  17. Tasso

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    tutto è possibile. basta sparare alto senza nemmeno rendersi conto che è la stessa enormità della cifra a renderla sospetta . nel 1861 la royal Navy aveva, sulla base della lista ufficiale del 20 giugno 1861, 398 navi da guerra tutto compreso (92 in costruzione). nel 1859 la marina francese ne aveva 142. in "navy of the world" pubblicato nel 1859 Hans Busk nemmeno nomina la marina del Regno delle Due sicilie...eppure una marina con 9000 basimenti .. https://archive.org/details/naviesworldthei01buskgoog

    è vero che aveva la più grande flotta commerciale del mediterraneo, ma nel 1859 la marina da guerra consisteva in: due navi da battaglia (vesuvio e monarca, 80 e 86 cannoni) 4 fregate da 50 cannoni, 1 corvetta, un vascello d' assedio, 5 brigantini da 18 cannnoni. a cui vanno aggiunte a vapore 1 fregata (Borbone) 11 fregate da 10-12 cannoni (7 costruite in inghilterra, in origine mercantili, armate dai ribelli siciliani nel 1848) 13 corvette e cannoniere da 4-8 cannoni. una fregata a vapore, la "veloce" da 10 cannoni ha disertato e si è unita a Garibaldi partecipando alla battaglia di Milazzo
     
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  18. Silvan

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    @Tasso .... ottimo hai colto in pieno il significato del messaggio!
    @MrBrightside ... se erano 8000 cambia il senso del discorso? Qual'è la soglia per cui il SUD era arretrato e quale quella per cui sei disposto a riconoscere che c'era un'economia fiorente?
    @generalkleber ... due mi piace, tutto qui?

    Esiste una allegra schiera di benpensanti che si ritiene più vicino a Dio degli altri e che quindi è autorizzato a conquistare, civilizzare ed in fondo disprezzare quelli diversi da lui.

    Al tempo delle crociate si mandavano a morire i contadini europei in palestina per liberare la terra santa dagli infedeli, gente abietta dedita alla sodomia, alla poligamia ... i Turchi mangiavano i bambini. Noi europei cristiani e civili... andavamo fin la ad ammazzare gli arabi creature inferirori. Era giusto, doveroso e necessario!

    Nel '500 tocco agli Spagnoli farsi carico dell'ingrato ma doveroso compito di portare il verbo, la civiltà e la morte nel Sud America, terre selvagge popolate da selvaggi pagani.

    Nel '800 gli Indiani d'America... i Pelle rossa... ebbero la sfortuna di imbattersi nel'uomo bianco. Ne hanno scritto di tutto pur di giustificare il massacro di interi popoli che da secoli vivevano in armonia con l'ambiente circostante e che sviluppo una cultura, anche se non scritta, tra le più affascinanti ed equilibrate. Gli indegni, incivili indiani furono perseguiti fino agli anni '70 '80 ... (1970-1980.... non XIX secolo!) con i programmi di sterilizzazione!
    "Alla radice di questo programma di sterilizzazione forzata, ci fu senz’altro la eugenetica. All’inizio del XIX° secolo, prima del darwinismo , le tendenze razziste e sessiste influenzarono fortemente la scienza, e rafforzarono la credenza nel monogenismo, secondo il quale tutti gli umani discendevano da Eva, degenerando poi in diverse razze imperfette. Secondo i monogenisti, ‘ovviamente’ la razza bianca era la più pura, e le persone di colore erano quello più lontane dal piano divino originale."
    Eh già ci sono sempre uomini di scienza e cultura illuminati pronti a battere un pacca confortante sulla spalla del boia... non sia mai gli venga un rigurgito di coscienza.

    Nel 1860 furono i moderni, industrializzati e civili savoia a farsi carico di unificare l'Italia ai danni del Regno delle due Sicilie,... medioevali, analfabeti, e.... infine anche geneticamente inferiori.
    Bhe il Regno delle Due Sicilie non era certo un Eden, pieno di tenzioni sociali per com'era e con una organizzazione ancora troppo simile a quella medioevale. C'erano poi quelle canaglie dei Borboni che forse, e dico forse, l'unico errore che commisero fu quello di tenersi fuori da guerre e giochi di potere, poverini non pensarono a costruire galeoni da guerra ed armare migliaia, molte migliaia di soldati, ma si lasciarono traviare con cose come l'Arte, le Università, i Teatri, il Turismo e altre amenità moderne.
    @Tasso forse per questo non avevano tante navi da guerra, ed in effetti questa è una prova lampante della loro inferiorità celebrale perchè non armarsi in una europa in cui si combatteva di contiuono una qualche guerra è da folli.

    Il Sud era semplicemente diverso, e stava seguendo una sua lenta strada diversa da quella degli altri, di cui non si curavano e a cui non rompevano i coglioni. Ma si sa i diversi non sono capiti e se sono anche deboli vengono sopraffatti.

    Ultimo esempio di questa carrellata in cui sicuramente mancano moltissimi altri casi di luminosa esportazione di civiltà, è la guerra in Libia! Anche in questo caso la propaganda è stata abile ad anestetizzare le masse parlando della ferocia del dittatore Gheddafi (ma chi? quello che porto la Libia al più basso tasso di mortalità infantile e con la più bassa percentuale di spese militari dell'africa... si proprio lui!), e a come fosse moralmente impellente e necessario liberare quei popoli e democratizzarli, sulla scia di quanto già successo in Somalia, in Iraq, in Afganistan...tutte terre dove l'export democratico aveva funzionato bene e non passa giorno che qualcuno non ci ringrazi lasciandoci la pelle.

    C'e sempre qualcuno che si ritiene migliore di qualcun altro e se gliela mette in culo trova pure la faccia tosta di dirgli che è per il suo bene!!
     
  19. Gamby

    Gamby

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    Può apparire polemico, ma tant'è. Nota però il fatto che fino a qualche post si fa di discuteva mediante Numeri, dati e fatti circa la situazione del Regno di Napoli. Quando questi fatti sono stati "smontati", ecco che me la di butta sul filosofico e spirituale. Prima lo si sosteneva affermando che in realtà fosse uno dei principali colossi economici, quando poi si è fatto notare che non ci sono fatti a sostegno di ciò, ecco che il regno di Napoli è diventato una povera vittima che finanziava l'arte invece delle armi. Il discorso generale perde di serietà forse?
    È comunque ti chiedo, dato che non so: mi porti qualche dato circa il fatto che il Regno di Napoli concentrasse la sua economia sul mencenatismo e la cultura?
    Ps. Qualche post fa ti chiedevo la fonte del milione di morti tra il '61 e l'81. Confermo la domanda
     
  20. andy

    andy

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    Silvan, da ariano Trentino biologicamente e razzialmente superiore (spero si colga l'ironia) ti posso dire che fino agli anni '70 il Nord-Est era poverissimo, quindi non credo che vi fossero chissà quali teorie razziali in voga nell'opinione pubblica né sicuramente la propaganda piemontese le ha mai spacciate e propagandate come tali, specie visto il "compito unificatore" assurto dai Savoia.
     
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