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Referendum: hanno un senso?

Discussione in 'Off Topic' iniziata da Alessandro Argeade, 4 Ottobre 2016.

  1. metalupo

    metalupo

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    Mi pare evidente che una parte, non irrilevante, dei non votanti appartenga al "non gli frega niente" e che venga sfruttata dalla fazione del no, che infatti solitmente invita ad astenersi dal voto non andare e votare no.

    Restando in argomento facci notare che nella nuova riforma è stato affrontato il tema, a mio parere in modo comunque poco coraggioso.
    Inserendo i referendum di indirizzo senza quorum, se non ricordo male, e la variante per i referendum abrogativi, che prevede, nel caso di 800.000 o + firme raccolte, il quorum sia calcolato sui votanti delle ultime politiche e non sul totale degli aventi diritto.
     
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  2. generalkleber

    generalkleber

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    Penso sia necessario distinguere tra il piano giuridico, quello morale e quello politico.
    L'astensione è una scelta, indubbiamente. Non necessariamente (direi quasi mai) una scelta di disinteresse. Ci sono stati alcuni referendum, in Italia, nei quali chi non ha votato lo ha fatto per con lo scopo esplicito di vanificare quel referendum. E qualcuno lo ha già spiegato. Dunque è possibile astenersi compiendo una scelta politica approfittando di una questione giuridica. E' meglio (o peggio) cambiare regola giuridica? Questo è un tipo di problema che, pur importante, non mi sembra decisivo. In generale gli elettorati sono stanchi di un ricorso eccessivo o inutile a consultazioni che non cambiano poi molto. Possiamo aggiustare i cavilli come ci pare ma la questione resta. Il livello giuridico, cioè, non è decisivo su quello politico. Analogamente non lo è quello morale: siamo tutti (credo) irritati per i privilegi di una classe politica largamente mediocre (e forse questo è uno dei motivi per cui non si vota più) ma questo non sposta una virgola dei problemi che ci troviamo ad affrontare.
    Occorrerebbe allora considerare se il sistema della democrazia formale (che è quello che ci ha salvato dal fascismo e dalle guerre in Europa) sia, oggi, un sistema realmente democratico. O, per porla diversamente, se votare in genere sia ancora un modo per influenzare le scelte politiche.
    Comincio a temere che la risposta sia negativa a entrambe le questioni. Un secolo e passa fa il marxismo aveva già posto chiaramente la questione giungendo però a conclusioni disastrose: ad esempio la Scuola di Francoforte aveva concluso che democrazia borghese e fascismi erano tutto sommato la stessa cosa e fosse inutile distinguere, con i risultati che sappiamo. Il '68 e il terrorismo rosso hanno riproposto tesi analoghe con risultati altrettanto folli. Resta però la questione dei limiti democratici della democrazia formale. Il mio timore è che la gran parte delle questioni oltre ad essere al di là della portata della comprensione dell'elettorato (ad esempio di me!) siano, soprattutto, al di là della possibilità di azione dell'elettorato che può, al massimo, manifestare un parere di carattere morale ed emotivo. Un parere di cui però il sistema (uso un termine generico deliberatamente per evitare precisazioni di cui io stesso non sono sicuro) può allegramente non tener conto o manipolare con relativa semplicità.
    Non intendo dire che le elezioni o i referendum siano per definizione una perdita di tempo. Ne abbiamo avuto in Italia uno decisivo e importantissimo, quello sul divorzio che, molto più della legge votata dal parlamento, ha cambiato la cultura e la società. Ma si tratta di casi che avvengono in momenti di trasformazione e che sono assai rari. Del resto i margini di scelta politica sono così miseri anche per i governi è difficilissimo aprire spazi di autonomia, foguriamoci per i cittadini...
     
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  3. Alessandro Argeade

    Alessandro Argeade

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    Scusatemi, ma solo @generalkleber ha capito il discorso che volevo fare :)

    Non ho mai parlato di quorum nel post iniziale. Quello di cui volevo parlare è se il referendum, strumento di democrazia diretta per eccellenza, non stia perdendo di senso dato che fallisce nel suo scopo principale: essere espressione diretta della maggioranza dei cittadini.

    È stato citato il referendum sul divorzio del 1974: lì andò a votare l'87% dei cittadini e pertanto fu chiaro qual era l'opinione della maggioranza degli italiani. Ma se a referendum su argomenti di largo respiro, come quello sui migranti ungherese e soprattutto quello sulle Farc in Colombia, non partecipa la maggioranza dei cittadini, come interpretare la volontà di quella maggioranza silenziosa? Bisognerebbe parlare, trovare equilibri, sentire opinioni di rappresentanti politici... in pratica il normale lavoro parlamentare! A questo punto non varrebbe tenere la discussione all'interno dell'aula parlamentare fin dall'inizio?
     
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  4. bacca

    bacca

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    Il referendum resta un buonissimo strumento.

    Vedi l'ultimo referendum sul nucleare in italia, vinsero i no in maniera assoluta.

    Sui temi minori , chenonglienefreganienteanussuno tipo piattaforme off shore il quorum è difficiel da raggiungere e rappresenta un limite all'espressione della volontà politica di chi invece è interessato al tema.
    Per questo il quorum è il maggiore limite dello strumento, va abolito .
    Che poi vanno a votare in 10 e decidono loro per tutti è un problema di chi non ci è andato!

    Poi ci sta che il sistema è così e ognuno tira acqua al suo mulino.
    Ci sta vincere con ogni mezzo. Ma così muore la fiducia però!
    Pensare che chi resta a casa lo faccia per dire no è sbagliato.
    Molti restano a casa perchè sono al lavoro, in ferie , a roie o cmq non gli frega nulla del quesito, e non li porteresti a votare nemmeno se facessi un voto con urne aperte da mesi o online. Ma questi non possono essere usati dal "no" come schermo.

    L'aspetto che mi ha sempre più infastidito però è quando un referendum vince , ma il parlamento poi fa orecchie da mercante e sostituisce la vecchia legge con una nuova.
     
  5. metalupo

    metalupo

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    Appunto per il discorso quorum non è facile percepire la reale % di elettori interessati al quesito referendario.
    I comitati del no in genere inviatano al non voto così da sfruttare la % di disinteressati per non far raggiungere il quorum.
    Indi per cui qualsiasi interpretazione del risultato del voto, al di fuori del mero si/no al quesito posto, risulta arbitraria, perchè lavora su dati non completi e non completabili.
    Da qui l'impossibilità di rispondere in modo oggettivo alla tua domanda, restano i pareri soggettivi.
     
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  6. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Ecco, più che del quorum che sinceramente non me ne frega una mazza, credo che l'utilizzo del referendum stia peggiorando.
    Guardando il referendum sulle trivelle in misura minore, ma enormemente più visibile nel referendum costituzionale, questo voto assomiglia più ad una elezione di mid-term su Renzi che realmente ad un Refere sulla Riforma Costituzionale. Da destra e da sinistra chi dice "no" lo fa per mandare a casa Renzi. Quindi Forza Italia, M5S e Lega, ma anche SEL. Invece per il sì sono ovviamente il PD ma anche i nuovo-demo-popolar-centro-liberali-destra-cretèn di Verdini e Alfano. Stessa cosa fuori dai partiti: CGIL, FIOM e ANPI sono contro mentre la CISL è per il sì.
    Reichlin ha detto la stessa cosa sull'Unità e si pronunciato per l'astensione.
    Cosa ne pensate di questa strumentalizzazione?

    E riguardo al quorum invece, vorrei dire che ha mandato all'aria il referendum di Orban sulla questione dei rifugiati, quando invece stava vincendo il Sì per il 98%.
     
  7. metalupo

    metalupo

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    Il punto è che non puoi affermare che vincevano i si, specialmente perchè erano il 98% dei votanti, e ciò significa che praticamente tutti i no non sono andati a votare per cui non sappiamo a quanto ammontassero.

    In parte è davvero una mid-term su Renzi, lo ha impostato così lui con le sue affermazioni, convinto così di rafforzarsi e garantire la vittoria del si, solo dopo si è accorto di aver fatto una cretinata e provando a fare marcia indietro.
    Le opposizioni semplicemente gli sono andate dietro e ne hanno approfitato cavalcando l'onda.
    Comnsiderando però che Renzi ha già ripetuto, piu volte, che non si dimetterà in caso di vittoria del no, viene da domandarsi perchè le opposizioni continuino su queata linea, ma qui divaghiamo troppo.

    Tornado al punto è difficile dire se si è abusato del referendum, si entra in una questione di fiducia in chi è stato eletto per legiferare, dopo tutto in linea teorica un referendum abrogativo è una mozione di sfiducia, relativamente ad una specifica norma, nei confronti del parlamento a cui sono chiamati ad esprimersi i cittadini.
    Si sta abusando della mozione di sfiducia oppure il parlamento che si sta scollando dal sentire della base?
    Forse entrambe le cose, forse nessuna.

    N.B. Il referendum del 4 dicembre non rientra nella seconda parte del discorso in quanto referendum costituzionale ossia obbligatorio e non richiesto con raccolta firme.
     
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  8. ronnybonny

    ronnybonny Moderator Membro dello Staff

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    Comunque accantonando per un attimo il discorso quorum vorrei affrontare un altro argomento:
    Hanno senso dei referendum "tecnici", ossia referendum in cui i quesiti richiedono un certo grado di competenza e di comprensione del problema? In un paese come il nostro, dove, stando alle statistiche, abbiamo un'enorme quota di analfabeti funzionali, come si può credere che la maggior parte dei votanti compia una scelta pienamente informata e consapevole? IMHO è più realistico pensare che le votazioni si facciano più per partito preso che per una propria opinione personale.
    Io ritengo che io referendum dovrebbe solo riservarsi per questioni morali, come matrimonio e inizio/fine vita.

    Tra l'altro il 4 dicembre nel quesito referendario non saranno elencate le varie proposte di modifica, quindi al cittadino è richiesto che si informi autonomamente. Che fosse il caso di mettere un breve quiz per vedere se chi vuole votare conosce davvero quali sono le proposte?
     
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  9. bacca

    bacca

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    è un problema enorme, a cui io rispondo con un atto di fede (nel prossimo).
    Son il primo a dire che la democrazia è un problema, anzi io affermo che il feudalesimo è meglio! Ma se dobbiamo vivere in democrazia e vogliamo viverci penso tutti allora credo si debba avere fede nel principio universalistico.
    Indipendentemente dalle competenze di chi vota, quindi, ogni referendum, ogni quesito va bene .
     
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  10. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Beh, mi ricorda molto i britannici che si informarono dopo il referendum sulle conseguenze dell'uscita dalla UE...

    E comunque il quiz c'è già, l'ha prodotto il Partito Democratico :D
    https://costituendum.partitodemocratico.it/
    È più un giochino, ma informa bene. O quasi.

    @bacca il funny è per l'affermazione sul feudalesimo :lol:
     
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  11. Tasso

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    non ha mai detto che non si dimetterà. ha detto che non si esprime, su indicazione del guru,nel corso della campagna elettorale, sulla questione sue dimissioni.

    direi la seconda: e ripetutamente: vedi a) referendum sull' acqua aggirato nello sblocca italia b) primarie PD: nelle regioni "rosse" Renzi ha preso il 60% dei voti in più rispetto ai voti nei circoli: segno evidente che l' ultimo grande partito strutturato è andato da una parte, la base da un altra. c) sondaggi sulla fiducia degli italiani nel parlamento. d) al referendum sulle trivelle i voti per il si sono stati superiori a quelli ricevuti alle ultime politiche dalla coalizione che sostiene la maggioranza...
     
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  12. Darksky

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    OFF topic: ho letto alcuni degli interventi in questa discussione (non faccio nomi) e mi hanno ricordato perche' e' valsa la pena anceh questa volta, esattamente 1 ora fa, rinnovare il dominio nonostante io non giochi praticamente piu ai giochi a cui e' dedicato NWI. ;)
     
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  13. DistruttoreLegio

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  14. mattia I visconti

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    Che palle sti extracomunitari fanno sempre quel che gli pare.
     
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  15. cohimbra

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    Legge costituzionale

    Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione.

    (pubblicato su Gazz. Uff. n. 88 del 15 aprile 2016)

    http://media.wix.com/ugd/14a30c_9dd527489fa24d648ca3b33c6913e1db.pdf
     
  16. DistruttoreLegio

    DistruttoreLegio

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  17. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Cioè ? Adesso fai i disegnini delle barzellette ancora prima di raccontarle di modo che tutti quelli a cui le racconti ridano prima di sentirle ? ,,, <--- ho dimenticato le virgole...
     
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  19. Gamby

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    A ridere fa ridere, però è di una disinformazione assurda. Metà delle cose scritte non hanno senso.
     
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  20. DistruttoreLegio

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    La gente che crede a ste cose ha diritto di voto
     

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