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Post fata resurgo: L'Impero d'Oriente

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Eferthad, 30 Giugno 2014.

  1. andry2806

    andry2806

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    annetti pure l'ultimo brandello di terra ottomana, e poi ara il Qara Konylu.
     
  2. Eferthad

    Eferthad

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    Regno di Michele X Angelo - La Fenice Risorge! O forse no...

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    A differenza della madre e della zia -delle due Irene, insomma- Michele X, cresciuto presso lo zio Ivan il Terribile in Russia, sarà un sovrano alquanto tradizionalista, nei costumi e nei metodi. Durante il suo regno, ogni vestigia di occidentalizzazione sarà abbandonata, in favore di costumi più ortodossi (nel vero senso della parola), e la cultura greco-ortodossa tornerà a farla da padrona nell'Impero dei Romani, così come nella Russia Angelina.

    Grazie al rapporto stretto fra Michele e suo zio Ivan, i due Imperi vissero entrambi un periodo di particolare prosperità e di relazioni più che amichevoli fra loro, cosa che fece affermare al Patriarca Michele II di Costantinopoli che "Gli Angeli ascendono al fianco di Dio". E tanto stretto sarà questo rapporto che Costantino, erede di Ivan IV di Russia, crescerà proprio alla corte di Costantinopoli, come protetto di Michele X, assieme al figlio di questi, l'infante Despota di Morea Marco Angelo. Tutti gli atti di Michele e di Ivan saranno, dunque, concordati anzitempo in ogni passaggio, e sempre nel solco di un disegno preciso: portare tutto il mondo ortodosso sotto la dinastia Angelide. In questo senso si può leggere la sottomissione pacifica del Principato di Armenia, avvenuta nel gennaio del 1590, ma anche il completamento del progetto di Irene II, sempre attraverso la Santa Romana Inquisizione, della conversione totale dell'anatolia e dei popoli turchi -fatto salvo il Dulkadir, ancora in mano agli Osmanli- alla fede Ortodossa. Il dicembre del 1594 vedrà, difatti, i festeggiamenti nella basilica di Santa Sofia per la restituzione al patriarcato ecumenico di tutti gli antichi giudicati, festeggiamenti cui parteciperanno non solo greci, ma anche georgiani e turchi, uniti dalla fede comune.

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    Altro episodio degno di nota è certamente la guerra combattuta contro la Tripolitania, intervenuta in favore del sultanato ottomano al momento della dichiarazione di guerra da parte dell'Impero bizantino, che durerà due soli anni -dal febbraio del 1595 all'aprile del 1597- e terminerà con l'annessione degli ultimi territori in mano agli Osmanli da parte dell'Impero. Grandi saranno i festeggiamenti in Costantinopoli, ove una lunga parata militare, sotto le insegne imperiali della Croce Tetragrammata ereditata dalla casa dei Paleologi -ed adottata ad araldica imperiale-, dell'aquila bicefala e della più recente fenice dorata su sfondo porpora. Persino i turchi ortodossi, ormai del tutto integrati nel tessuto sociale dell'Impero, festeggeranno la cacciata degli ultimi sunniti sotto il dominio ottomano.

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    Successivamente, si registreranno le annessioni per via diplomatica delle dipendenze bizantine di Armenia, Siria e Kurdistan -in mano agli ex-khan di Ak Koyunlu- nell'amministrazione imperiale, dipendenze che saranno immediatamente riorganizzate in appositi Themata affidati a nobili locali -onde non alienarsi le simpatie della pur Ortodossa popolazione locale-. Fu così che ad Antiochia, ormai reclamata e convertita all'ortodossia, sarà reinstallato l'omonimo patriarcato ortodosso, sotto benedizione del Patriarca ecumenico, primo passo verso la restaurazione dell'antico sistema pentarchico della fede cristiana.

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    Successivamente alla restaurazione del patriarcato di Antiochia, si registrano le due brevi guerre combattute da Michele X contro i khanati di Crimea e del Qara Qoyunlu, che frutteranno le province di Dagestan, Shirvan e Qarabagh. In particolare, le prime di queste tre province caucasiche erano da tempo nel mirino dello Tsar Ivan IV, cosa che convincerà Michele ad agire anzitempo giacché, sebbene i rapporti tra lui ed il cugino fossero più che ottimi, temeva comunque le ingerenze della nobiltà russa -molto più forte della controparte romana-, decidendo dunque per la fissazione di un confine definitivo con la potenza settentrionale.
    Sempre in questo periodo, inoltre, l'antiquato sistema agriculturale adottato dai latifondisti in Muntenia (Valacchia) sarà rivoluzionato, consentendo un maggiore introito di denari sia ai latifondisti stessi sia, ovviamente, alle casse imperiali, ormai sempre più ricche.

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    Gli eventi certamente più interessanti del regno di Michele X si registrano, tuttavia, nel periodo che va dal 1610 al 1623, quello delle "Guerre italiche". Questo periodo ebbe inizio con l'invasione da parte dei francesi -che detenevano le province d'Italia centrale- del papato: il re Luigi, difatti, pareva intenzionato ad estendere i propri domini alla città di Roma. Sebbene Bisanzio vedesse questo atto come un affronto -e fosse sull'orlo di dichiarare guerra all'alleato francese-, l'entrata in guerra della Spagna -altro alleato bizantino- al fianco del papato mosse alcuni ingranaggi politici non indifferenti. Difatti, Michele X puntava alla riconquista dell'italia centro-meridionale, ritenuta De Jure dipendenza romana, e la guerra Franco-Ispanica si presentava come un'occasione decisamente ghiotta. Fu così che Michele, inviando un contingente di ventottomila uomini sotto il comando del Generale Teodosio Gabras nel meridione d'Italia, assistette l'alleato francese nella guerra per circa cinque anni, fino alla pace di Roma del primo di febbraio del 1615, che sancì la disfatta ispanica. Roma, evidentemente invasa come specchietto per le allodole, rimase nelle mani del papato, mentre la Sicilia diventava nuovamente indipendente dalla corona Spagnola, che pagava un indennizzo molto pesante alla corona francese.

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    Michele rimase, in realtà, molto deluso dalle trattative di pace, che avevano frustrato i suoi disegni sul meridione: egli aveva, difatti, da tempo forgiato documenti che provavano le pretese bizantine sul meridione e l'alleato, di fatto, non le aveva rispettate, nonostante lo sforzo bellico dei greci, che avevano occupato l'intero meridione più le isole e bloccato tutti i porti d'Iberia. Ciò convinse sempre più -ad ogni modo- l'Imperatore della necessità di agire in Italia prima che i francesi la reclamassero per intero, lasciando per ora perdere il confine levantino con il colosso Timuride. Successivamente alle trattative di pace, un potente nobile di Messina, Achille di Trastàmara, cugino del sovrano spagnolo, si ribellò al Re Achille Borghese di Sicilia, proclamando un regno indipendente nell'est -basandosi sulle pretese dinastiche dei Trastàmara sul trono di Napoli- e facendosi incoronare Re di Sicilia Citeriore. In pratica, a Messina, rinasceva il regno di Napoli. Paradossalmente, i Trastàmara di Spagna non vollero riconoscere le pretese del cugino, che furono invece immediatamente appoggiate dai bizantini, che fecero del neonato regno di Napoli un proprio vassallo, con la dignità di "gran principe". Achille, dunque, divenuto "Gran Principe di Neapolis", procedeva ad annunciare le pretese del principato su tutta la Sicilia Citeriore. Insomma, su tutto il meridione d'Italia.

    Due anni dopo, tuttavia, una tragedia colpiva l'Impero: il ventinovenne erede Marco Angelo, difatti, il due marzo 1617, moriva in un incidente di caccia in Tracia occidentale.

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    Insieme a Marco, si estingueva la progenie del Ramo Principale degli Angeli di Grecia, sopravvivendo ormai solo il ramo cadetto russo. Per il momento, tuttavia, l'Imperatore non volle esprimersi, immerso nel dolore, circa la successione.
    Tre anni dopo, dopo aver cercato inutilmente di procreare un altro erede, sia con la moglie Beatrice di Valois sia con alcune concubine, uno sfiduciato Michele X si gettava a capofitto nella seconda guerra italica, che proclamò contro la Spagna -adducendo, quale giustificazione, le pretese bizantine sulla Calabria- aiutato da un sovrano francese che vedeva nella crisi dinastica bizantina la possibilità di estendere a dismisura i suoi domini, e che dunque non intendeva contrariare il Basileus, nella speranza, in quanto fratello della Basilissa, di essere nominato erede al trono dell'Impero Romano.

    Le operazioni militari si svolsero su tre fronti: il primo, quello ungherese, dove le milizie bizantine sconfissero più volte quelle del Re d'Ungheria Ladislao d'Asburgo; il secondo, quello Franco-Ispanico, dominato dai francesi a più riprese; il terzo, quello italiano, dove le forze bizantine, ebbero gioco facile ad occupare l'intero meridione d'Italia, le isole ed a bloccare i porti.

    Nel 1522, la guerra vedeva il suo primo sconfitto: il Regno d'Ungheria siglava, difatti, la pace con l'Impero, cedendo le provincie di Slavonia e Zagreb, che sarebbero state successivamente cedute dall'Impero al duca Ladislao, che giurò di servire l'Impero come duca di Croazia.

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    La guerra, ad ogni modo, continuò un altro anno e mezzo, fino all'ottobre 1623 quando una Spagna ormai sfinita -il cui entroterra era stato ormai occupato per circa il 50% dalle forze francesi- si arrese, acconsentendo a consegnare ad Achille di Trastàmara, Gran Principe di Napoli, gli antichi territori dell'omonimo regno. Era questa, per l'Impero, una delle più grandi vittorie di sempre. Certo, Luigi di Francia ebbe a lamentarsi per non aver ottenuto alcun beneficio da quella guerra, ma gli fu rapidamente ricordato, in una missiva, che altrettanto aveva fatto nella precedente guerra italica, cosa che lo costrinse al silenzio, giacché ancora sperava di essere nominato erede dell'Impero.

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    Tuttavia, le mire del francese furono ben presto disattese: nel luglio del 1624, difatti, l'Imperatore nominò suo nipote, lo Tsar Costantino I di Russia, cresciuto tra le altre cose proprio a Costantinopoli, erede al trono imperiale. Non essendo riuscito a generare un erede, Michele X preferì unificare i due imperi ortodossi sotto un'unica dinastia, quella degli Angeli, piuttosto che vedere Roma subire un periodo di guerre civili per la successione. Fu così che, sei anni dopo, il 6 gennaio del 1630, quando Michele X si spense nel suo letto dopo ben trentacinque anni di regno, Costantino I di Russia fu nominato "Basileus ed Autocratore dei Romani", col nome di Costantino XII.

    Stupendo tutti, Costantino scelse di governare il suo impero da Mosca, preferendo la città russa a Costantinopoli, cosa che ebbe a provocare parecchie tensioni fra lui ed il senato, che ritenne questo gesto inaccettabile. I governatori dei Themata, che Costantino ritenne di sostituire con strategoi di origine russa, si rifiutarono di rimettere il proprio mandato -giacché esso durava fino alla morte degli stessi-, proprio mentre il Principe della potente Nobile Repubblica di Svezia, che pure aveva un legame dinastico con la corona imperiale, dichiarava -coadiuvato dalla Recszpospolita Polacco-Lituana- guerra alla Moscovia, intendendo installarsi sul trono imperiale. Inutile dire che il Senato non accettò le pretese al trono del gran principe, schierandosi momentaneamente a favore di Costantino di Russia. Tuttavia, le truppe bizantine, al comando di Teodosio Gabras, non parevano essere in procinto di unirsi alle russe nella guerra, e gli strategoi greci dei themata non furono più rimossi, a causa del conflitto appena scoppiato. Le potenze a nord in guerra, Costantino rifiutatosi di governare da Costantinopoli, il Senato tramava...

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  3. andry2806

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    non c'è una famiglia nobile bizantina che possa sostituirsi agli Angeli?
     
  4. andry2806

    andry2806

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  5. Eferthad

    Eferthad

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    Ricomincio ad aggiornarlo a settembre. Devo giocare altre sessioni, ma il laptop qui in villeggiatura s'infiamma quasi.
     
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