Regno d'Inghilterra Enrico IV di Lancaster 1419-1435 Enrico V di Lancaster 1435-1440 Anno domini 1419. Il sogno di Enrico IV di dichiarare il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda non è mai stato così vicino, ma il malumore del popolo scozzese è crescente: in quelle terre, occupate con la forza, alcuni clan organizzano delle rivolte sfidando la Corona. L'esercito reale è costretto al massacro per ristabilire l'ordine e alcuni nazionalisti di Scozia vengono giustiziati pubblicamente, come monito verso ulteriori focolai indipendentisti. A parte i problemi interni, in politica estera il Re è piuttosto moderato e intensifica i rapporti con la Francia, cedendo ad una somma simbolica la provincia oltremanica di Calais, e con gli altri stati europei, tessendo una fitta rete di matrimoni reali. In questi anni viene rinforzato e addestrato l'esercito, in modo tale da migliorarne il morale, e viene costruita una flotta di vascelli per il trasporto. Ma il 9 luglio 1935 una notizia sconvolge la nazione: il Re Enrico IV di Lancaster viene a mancare nel suo letto. Sale così al trono il figlio primogenito Enrico V, rinomato condottiero. Proprio mentre viene onorata la memoria del defunto Re e festeggiata l'incoronazione dell'erede, un diplomatico norvegese si presenta a Londra, portando con sè delle richieste inaccettabili che, dati i tempi e i modi con cui vengono fatte pervenire al nuovo Re, si presentano come un insulto. È questo il casus belli che porta alla dichiarazione di guerra contro Danimarca e Norvegia, ed è proprio Enrico V in persona ad imbarcarsi con le sue armate. Il primo obiettivo sono le Isole Orcadi, da tempo considerate territorio britannico, che capitolano subito; in seguito la Royal Navy si dirige verso l'Islanda e il risultato è il medesimo. Quindi viene recapitata la proposta di pace al Re Federico I di Danimarca che, oltraggiosamente, rifiuta. Enrico V è furibondo e decide di invadere la penisola danese. In pochi mesi viene occupata tutta e questa volta il tavolo delle trattative risulta più accondiscendente: in aggiunta alle richieste precedenti, viene ceduta anche la provincia di Holstein. Il Regno d'Inghilterra è di nuovo sul continente. Rapporti diplomatici Castiglia Rapporti amichevoli. Borgogna, Francia Rapporti distesi. Ottomani, Venezia, Austria, Boemia, Polonia Rapporti neutrali. Giappone, Ming, Timuridi Sconosciuti. Moscovia Requiescat in pace.
Borgogna 1399-1440 Stemma Imperiale dei Valois-Borgogna La Borgogna sotto Jean II (1414-1432), contrariamente al regno del padre, non continuò l'opera di espansione diretta in territori germanici, ma si concentrò ad espandere l'influenza borgognone tramite vassallaggi e unioni dinastiche. La prima guerra del Duca fù per la conquista di Breda, che oltre alla conquista di essa portò al vassallaggio di Baden e Hesse. Alcuni anni dopo , purtroppo, si arrivò allo scontro armato per la legittima ricongiunzione di due rami della casata dei von Luxemburg, quello di Borgogna e quello di Brandeburgo. Basti sapere che il ramo di Brandeburgo si estinse con Jobst I von Luxemburg, il cui trono invece di passare leggittimamente a Jean II secondo la legge di primogenitura assoluta (legge di successione dei regni più moderni d'Europa) passò con un colpo di stato a un illegittimo von Mecklenburg. Colpo di stato che durò pochi anni, il tempo necessario a Jean II per organizzare la campagna militare, conclusasi con una marcia trionfale a Berlino Prima della sua morte, avvenuta il 12 Settembre 1432, il Duca si preoccupò di proteggere e consolidare l'influenza borgognona in Germania. A tal proposito furono necesssarie due guerre, una contro la Boemia per difendere la Turingia e una contro la Polonia, che in cambio del via libera per la conquista dei Teutoni garantì il riconoscimento dell'eredità del Brandeburgo Jean II di Valois-Borgogna, Duca di Borgogna e Margravio di Brandeburgo [FINE PRIMO TEMPO]
Missiva all'arciduca d'Austria La repubblica di Venezia accetta le richieste austriache e rinuncia all'espansione nei balcani in cambio della pace (se questo è ancora possibile)
Impero Ottomano Problemi da oriente (1419-1440) Periodo di conquiste Correva il secondo ventennio del nono secolo dall'Egira del Profeta. Il Sultano del grande impero ottomano decise una guerra contro il piccolo stato di Morea. L'annessione del territorio greco fu veloce, e i numerosi stati italiani che si affiancarono alla piccola nazione erano troppo piccoli e frammentati per impensierire il gigante turco. Terminata una guerra, i soldati Ottomani non trovarono pace, vennero inviati a Nord, in attacco all'immensa Orda d'Oro. La guerra iniziò per distogliere alcune delle truppe dell'Orda dall'attacco della Moscovia, come parte di un'aiuto al principato russo coordinato tra Ottomani, Polonia e Borgogna. Il Sultano non si lasciò tuttavia sfuggire l'occasione di trarre profitto anche da questo conflitto: entrarono a far parte dell'Impero Ottomano il territorio di Kouban e il ricco centro di commercio di Astrakhan. La lunga guerra a Tamerlano Ma non tutto può andare al meglio, e pochi anni passarono prima che l'Impero Ottomano subisse un attacco dei più temibili, quello dell'immenso impero Timuride. Le armate di Tamerlano arrivarono in Turchia a decine e decine di migliaia. Nonostante una strenua resistenza, le truppe ottomane capitolarono, e i Timuridi iniziarono un'inesorabile marcia alla conquista dell'Anatolia. Il sultano si riorganizza, arruolando valorosi combattenti nei territori balcanici. La guerra in Anatolia tornò ad essere combattuta. Dopo lunghi anni di esiti incerti però una nuova, pessima notizia raggiunse il Sultano: Napoli, a capo di una cordata di stati italiani, decise di dichiarare guerra all'Impero Turco. Non irresistibili gli avversari, ma per gli Ottomani diventa una tenaglia inarrestabile: Tamerlano ad est e gli stati italiani ad ovest. Al Sultano non rimase che trattare pace con tutti i nemici, cercando di stappare le condizioni meno sfavorevoli che gli fosse possibile. La pace costo comunque all'Impero la perdita dei territori di Adana, Karaman e Kouban che, rimanendo di certo di cultura turca, andarono però ufficialmente a far parte dell'impero Timuride, che riuscì in tal modo a mettere un piede in Anatolia, forse due piedi... Gli indomabili bulgari Le brutte notizie per il Sultano Ottomano non erano finite. Approfittando dell'apparente debolezza del potere centrale, frotte di indipendentisti bulgari insorsero, e le armate imperiali faticarono non poco a spegnere le numerose ribellioni, riuscendovi definitivamente soltanto nel 839, il 1436 per gli infedeli occidentali. Uno sguardo ad oriente Finalmente un breve periodo di pace, con gli Ottomani che rimasero a guardare dall'esterno la titanica guerra che stava esplodendo tra due colossi orientali: l'Orda d'Oro e l'impero Timuride. Altre notizie ad oriente animarono i pensieri del Sultano: oltre ai due colossi n guerra, ancora più ad oriente di essi, un esploratore ottomano scorse l'appendice di un grande impero fino ad allora in bilico tra realtà e leggenda, la grande Cina retta dalla dinastia Ming.
Siccome domani esco e nn so se resto fuori a cena potrei non esserci. se qualcuno volesse sostituirmi mi può mandare un pm o farsi vedere su hamaci direttamente
Impero Ming 1419-1440 Ora è tutto più facile. La Cina è una grande nazione, con ancor più grande potenziale di crescita. Ben presto tutta l'asia continentale conoscerà il nostro nome. Un nome da amare e rispettare. Non pretenderemo molto di più, quando i popoli asiatici saranno nostri servi. Sono certo che quando i miei discendenti siederanno sul trono della vittoria, reggendo tra le mani lo scettro del dragone, non uno dei loro nemici oserà sfidarli in battaglia, preferendo la pace alla distruzione. In questi anni ho avuto modo di riposarmi un poco. Sono stati tempi pacifici, solo qualche piccolo conflitto per aiutare i nostri alleati nipponici e ricordare a coreani, mongoli e indocinesi chi è il solo e giusto dominatore e legittimo proprietario delle terre sotto i loro piedi. Il futuro riserverà però ancora molte sorprese. Un altro grande e famoso impero ha bussato alle nostre porte. I discendenti del nobile Tamerlano sono alle porte. Sulla strada della seta. Gaoxu I, celeste imperatore