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L'Onore d'Italia

Discussione in 'Strategici - Generale' iniziata da Luigi Varriale, 10 Febbraio 2019.

  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    maremma, speriamo di no!
     
  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Questo di sicuro sarebbe interessante
     
  3. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    I Tedeschi hanno avuto la loro Matapan. Divergenza temporale Maaaaacroscopica.
     
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  4. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    22 dicembre 1939

    Invitato alla cena di gala dello stato maggiore del Regio Esercito. Presenti tra gli il Duce, il Conte Ciano ed il generale Favagrossa, commissario generale per la produzione bellica. Gran sfoggio di vestiti lussiosi ed uniformi immacolate. Si mangia si beve e si guardano un po' di femmine, devo dire bruttine e bassine, ma qua tutti sono piuttosto bassi. E' stupefacente la differenza nelle dimensioni delle persone comparate con quelle dei giorni nostri. L'atmosfera è gioviale e distesa. Si ignora o si finge di ignorare che c'è una guerra in corso e che prima o poi il paese ne verrà coinvolto. Il Duce è l'unico che ha la certezza che questo avverrà, insieme con un ristretto entourage di collaboratori che ne conoscono bene le intenzioni; ed anche questi sperano, Badoglio in testa, che alla fine il capo del governo cambi idea. Da parte mia, so benissimo che questo non avverrà, e sono venuto preparato. Alla fine dei bagordi e andatesene a casa orchestra e ballerine, mi ritiro insieme al Duce, al Generale Favagrossa, al ministro degli esteri ed il capo di stato maggiore in una delle sale operative dell'ufficio pianificazione; niente più di una stanzona con mappe sparse dei vari continenti, Stati Uniti inclusi.

    Con noi c'è anche il segretario particolare del Generale Badoglio che redige il verbale della riunione.

    Il Conte Ciano, elegante in smoking da pinguino, introduce la situazione generale, riassumendo i rapporti dei vari ambasciatori assegnati alle capitali che contano.

    Essenzialmente il ministro degli esteri spiega che tutti gli stati balcanici temono la potenza militare della Germania. Il modo veloce con cui la Wehrmacht si è sbarazzata della Polonia ha lasciato una profonda impressione su tutte le cancellerie dell'Europa dell'Est, a cominciare dalla Finlandia, la quale è sotto attacco da parte dell'Unione Sovietica per la cessione di territori che dovrebbero migliorare la posizione strategica di Stalin nell'eventualità di un conflitto con la Germania.

    Romania, Bulgaria e Ungheria sembrano inclini a cadere decisamente sotto la sfera di influenza del Reich, allo scopo di evitare guai peggiori, e lo stesso si può dire della Jugoslavia, dove la situazione è più incerta data la ritrosia del governo di quel paese ad allinearsi apertamente con Berlino; e questo in aperto contrasto con la monarchia, che invece vedrebbe di buon occhio tale atteggiamento.

    L'unica eccezione a questo quadro roseo per l'asse, è costituita dalla Grecia. Il paese, pur governato praticamente da una dittatura militare, ha rifiutato ogni avance dell'Italia a schierarsi più apertamente dalla parte delle potenze dell'asse. Avance dalla Germania pare non ne abbia proprio ricevute, in quanto che sembra che i Tedeschi non abbiano alcun interesse, per ora, al settore Mediterraneo, che considerano, a dire dell'ambasciatore Attolico, area di influenza nostra.

    Il conte Ciano afferma che questo bubbone nel mezzo di un corpo sano, andrebbe estirpato quanto prima, anche perché si sospetta che la Grecia segretamente simpatizzi con la causa alleata, il che costituisce un brutto esempio per la cordata dei paesi balcanici ed influenza molto negativamente l'atteggiamento della Turchia. Di conseguenza, afferma il Conte Ciano, se al momento della nostra entrata in guerra, aprissimo le ostilità con un poderoso attacco alla Grecia, sullo stile di quello che ha fatto la Germania con la Polonia, ne ricavermmo una serie di vantaggi:

    "Per prima cosa" cinguetta il Conte con la sua vocina un po' fru fru, "verrebbe ripristinato il nostro prestigio offuscato dai mesi di non belligeranza, dove i successi militari sono stati registrati tutti dai Tedeschi. In secondo luogo, controbilanceremmo l'influenza della Germania sugli altri paesi balcanici; per ultimo, miglioreremmo consistentemente la nostra posizione strategica, venendo in possesso di un gran numero di basi per la lotta contro la Gran Bretagna nel Mediterraneo. Nostri aerei partenti da basi cretesi per esempio, potrebbero costituire un pericolo costante per la flotta nemica basata ad Alessandria e dintorni".

    Naturalmente io so che quello che dice Ciano sono un cumulo di cazzate, come pure che ci troveremmo in grave difficoltà di fronte ad un Esercito Greco che non è poi così inferiore al nostro, ma devo stare zitto e muto, primo perché sono solo una spia e non un consigliere, e secondo perché non è bene che si dica che noi non saremmo in grado di batterci con i Greci. A viverla dal vero, l'atmosfera che aleggia tra i massimi vertici dello stato, si capisce benissimo più che da molti libri di storia, come abbiamo intrapreso tante operazioni inutili ed irrealistiche nella linea temporale standard. C'è una tale area di convinzione diffusa sul valore militare delle forze armate italiane, che sembra quasi impossibile ed assolutamente inopportuno, parlare contro questa convinzione. Certamente nessuno qui sospetta che un'operazione militare contro la Grecia si risolverebbe in un disastro di prima grandezza.

    Mussolini, il quale come vi ricordo, ha già emesso una direttiva di massima sulle operazioni da condurre una volta che l'Italia dovesse entrare in guerra, è nondimeno affascinato dall'esposizione del genero ed accenna a gesti di approvazione delle minchiate che il ministro degli esteri va dicendo.

    "Certo un'operazione del genere andrebbe condotta d'estate" si intromette il Duce. "Affrontare operazioni in clima avverso su un terreno come quello greco sarebbe controproducente."

    L'unico che pare perplesso dall'eventualità di un attacco alla Grecia pare Badoglio, che se dipendesse da lui, schiererebbe tutte le divisioni in difesa e aspetterebbe il nemico per resistere ad oltranza sul Piave.

    In un momento di stasi nelle discussioni, mi permetto di chiedere al Duce la parola. Quello mi guarda un po' sorpreso però me la concede. Tutte le facce da scemi nella stanza si rivolgono nella mia direzione.

    "Concordo senz'altro con quello che ha detto l'eccellenza Ciano", mi affretto a puntualizzare. "Vorrei fare inoltre notare che l'obiettivo da lui indicato di indurre la Grecia ad allinearsi con gli altri stati balcanici, potrebbe essere raggiunto rivolgendo i nostri sforzi contro l'Egitto. Se schiantassimo gli Inglesi nelle loro posizioni in Nord Africa, non credo che ci sia il minimo dubbio che i paesi che ancora esitano a scendere nel nostro campo, verrebbero indotti a sciogliere tutte le riserve."

    Facce confuse rivolte nella mia direzione incrociano gli sguardi tra di loro e con il Duce ed il suo delfino. Deciso a giocarmi il tutto e per tutto, proseguo.

    "Del resto la Germania per allineare Romania e compagni, non ha invaso questi paesi, ma ha stroncato la Polonia, che era il cardine principale del sistema di alleanze di Francia ed Inghilterra nei Balcani. Immaginate cosa accadrebbe se noi affondassimo un colpo risolutore addirittura ai danni dei nostri diretti rivali nel Mediterraneo, una potenza di primo rango. Conseguire un successo nel Mediterraneo contro l'Inghilterra, prenderebbe due piccioni con una fava", pausa imbarazzata; mi sono dimenticato che alla riunione partecipa anche il Favagrossa.

    "Primo ci metterebbe in condizioni di menomare seriamente l'Inghilterra, e secondo, vi assicuro che tutti i neutrali del Mediterraneo Orientale, Turchia compresa, ci cadrebbero in braccio. A quel punto avremmo anche controbilanciato le posizioni che i Tedeschi hanno acquisito nei Balcani. Tanto se entriamo in guerra, contro gli Inglesi ci dobbiamo combattere in ogni caso. Concentrando tutti gli sforzi contro di loro da subito, otterremmo una serie di risultati anche in altri settori."

    Silenzio imbarazzato di tutti i papaveri presenti nella stanza. Nonostante tutti i miei bizantinismi verbali, è chiaro che ho contraddetto la linea del ministro degli esteri. Interviene a salvarmi il culo proprio il Generale Favagrossa.

    "E' fuor di dubbio" sentenzia il responsabile per la produzione bellica, uno dei pochi che ha ben chiaro quale sia la reale situazione della preparazione militare del paese; "è fuor di dubbio che non esistono le risorse per eseguire entrambe le operazioni, quindi necessariamente si imporrà una scelta. Si tratta solo di decidere quale delle due ci darebbe più frutti."

    "La cosa è per il momento è ancora al di là da venire", sentenzia definitivamente Mussolini segnalando che è tempo di passare alle questioni più strettamente operative.

    si rivolge quindi di nuovo a me, che sono presente alla riunione in quanto suo informatore particolare per quanto attiene ai piani ed alle intenzioni delle potenze straniere.

    Mi faccio quindi avanti, questa volta chiamato in causa, e srotolo la carta della Francia che ho preparato in precedenza, con l'aiuto di due ufficiali di stato maggiore che il SIM mi ha messo a disposizione per aiutarmi nelle mie attività. Fisso la carta sull'apposito treppiede installato nella stanza e mi soffermo per qualche secondo ad osservare le facce incuriosite dei miei interlocutori, tra cui il Generale Guzzoni, comandante del gruppo di armate nord, direttamente interessato a questo teatro operativo.

    "Il Duce", comincio la mia esposizione, "mi ha incaricato di raccogliere tutte le informazioni a disposizione sulla situazione del fronte principale della guerra in corso. Abbattuta la Polonia, ho la certezza assoluta che la Germania si rivolgerà a risolvere la situazione sul fronte occidentale. Chi credeva che la guerra sarebbe finita dopo le offerte di Hitler, come avevo detto mesi fa, si sbagliava di grosso. La guerra continuerà perché gli alleati non si arrenderanno, e perché la Gran Bretagna non si arrenderà neppure se la Germania dovesse battere la Francia."

    "E cosa vi fa pensare che la Germania batterà la Francia", si affretta a puntualizzare il Maresciallo Badoglio. "Contro la Polonia è stata una campagna anomala; i Tedeschi hanno beneficiato in pieno del fattore sorpresa. Ma i Francesi sono preparati ad un attacco. Anzi hanno rifiutato le condizioni di pace offerte dal Fuhrer proprio perché sono sicuri di loro stessi. Al comando dell'armata francese, non c'è un nessuno qualunque, c'è il mio buon amico Gamelin che mi ha assicurato che la loro linea difensiva è imprendibile, e che i Tedeschi si sfasceranno le corna contro di essa. In più mi ha informato che gli Inglesi accorreranno in loro aiuto con un esercito come hanno fatto nella guerra mondiale. Credete pure signor....signor Donato, che i Francesi non saranno un osso morbido per i Tedeschi."

    "Signor maresciallo", rispondo io, non raccogliendo la provocazione del trombone piemontese ignorante, "concordo con voi che l'esercito francese sia un potente strumento di guerra e che gli Inglesi sono GIA' ACCORSI", sottolineo evidenziando l'ignoranza di Badoglio che queste informazioni ancora non le ha, "ad aiutare i loro alleati. Potrò anche essere più preciso per lor signori se essi vorranno seguire con me i dati che ho raccolto".

    "Magari ci farete anche la cortesia di spiegarci dove e come avete raccolto questi dati", interviene il Generale Guzzoni.

    "Questa questione è già risolta", si intromette risoluto Mussolini. "Donato è persona di mia fiducia che ha i suoi canali di informazione che io ritengo perfettamente affidabili".

    Guzzoni si resetta come un phalanx a cui si presentano troppi bersagli ed io posso continuare.

    "Il corpo di spedizione inglese è già schierato in Francia" evidenzio con un'asticella sulla carta che ho appeso al supporto in legno. "Come vedete è schierato qui tra Dunkerque e Lille, con due corpi d'armata. Il BEF vero è proprio è in riserva dietro ai corpi di copertura, ed il comando del BEF, affidato al Generale Gort è qui", punto l'asticella sulla città di Amiens."

    "Non solo", continuo proseguendo verso destra, "i Francesi hanno anche schierato le loro migliori truppe, vale a dire la III e la IX armata a difesa della frontiera con la Germania. Una di queste armate, la III, ha addirittura dato inizio a manovre offensive in territorio tedesco occupando alcuni territori della Saar; la cosiddetta manovra Pierrot. Ora, come vedete a presidiare quella che i Francesi credono sia la zona nevralgica del fronte, ci hanno messo le truppe migliori e cioè quelle inglesi. Le loro forze più potenti le hanno schierate al confine con la Germania, senza contare i reparti a presidio della loro famigerata linea Maginot. quello che i Francesi non sanno, ma noi invece sappiamo, in quanto le mie informazioni sono sicure, è che i Tedeschi non hanno nessuna intenzione di attaccare né nel settore inglese, né nel settore della frontiera: i Tedeschi attaccheranno invece, probabilmente a Maggio, nell'unico settore che i Francesi presidiano con truppe di seconda linea, perché questi ultimi credono che quel settore non possa essere utilizzato per un attacco, in quanto troppo accidentato per il movimento dei veicoli."

    Punto deciso la mia asticella sulla cittadina di Sedan.

    "Vi dico che i Tedeschi attaccheranno in forze in questo specifico settore, fingeranno una manovra attraverso il Belgio per attirare le truppe inglesi in una trappola e poi le accerchieranno e le distruggeranno, puntando direttamente al mare. La I armata francese e questi due corpi satelliti che vedete qui", e indico truppe francesi immediatamente alla destra del BEF, "saranno pure loro coinvolti nella manovra aggirante e probabilmente distrutti."

    "Con tutto il rispetto per la considerazione di cui voi godete presso il nostro Duce, ma praticamente voi siete un indovino" rintuzza Guzzoni certamente considerando le mie, farneticazioni di un subnormale.

    "No generale, non sono un indovino, ma so come sapete oramai anche voi, che i Tedeschi operano in enormi masse concentrate di carri armati, che le usano in grandi unità indipendenti, che queste unità sono in continuo contatto con la loro aviazione che interviene a spianare loro la strada su richiesta, e che sono in grado, una volta ottenuto il minimo sfondamento, di sfruttare il successo per decine di chilometri al giorno. Lo hanno fatto in Polonia e lo faranno ancora, anche se noi crediamo che non sia possibile. Questa guerra è molto diversa dall'ultima, ed i Tedeschi ne hanno già dato prova pratica. Chi non vuole accorgersene con la logica, se ne accorgerà con i fatti ed a sue spese. Da ultimo, signor generale, conosco i piani dei Tedeschi e anche quelli degli alleati. Essi sono convinti che i Tedeschi ripeteranno la stessa manovra del 1914. Io so che non lo faranno."

    "Donato mi ha previsto la caduta rapida della Polonia, l'invasione dell'Unione Sovietica da est, e anche l'attacco alla Finlandia. direi che fino adesso ha sempre visto giusto", interviene il Duce a darmi manforte.

    "E quindi da queste informazioni, ammesso che siano corrette, noi cosa dovremmo ricavarne?" Rincara Guzzoni.

    "Che la Francia sarà sconfitta e che noi dovremo a quel punto concentrare tutte le nostre forze contro la Gran Bretagna." Mi affretto a concludere, sperando di rafforzare il mio intervento precedente.

    "Ma ammesso che la Francia ci faccia il piacere di cadere, non dovremmo partecipare anche noi alle operazioni?" chiede Badoglio, con un tono che fa capire che non crede ancora nella sconfitta della potenza transalpina; "non vorremo mica che i Tedeschi si prendano tutto il bottino e tutta la gloria di questa grande vittoria!"

    "Secondo me" azzarda il Conte Ciano, "non conviene arrivare a cose decise dagli altri. Se quello che dice Donato è vero, e la Germania attaccherà subito, noi non saremo ancora pronti per quell'epoca. Secondo me conviene aspettare fino a quando non siamo in grado di gettare nella lotta un peso decisivo e poi condurre le nostre operazioni, senza pretese su quelle degli altri."

    Per una volta, penso tra me osservando i gesti di approvazione degli altri, il Conte non dice cazzate.

    La riunione viene allora aggiornata sui seguenti presupposti:

    vigilanza sul fronte francese, preparazione delle forze per una grande operazione a sud, da scegliere tra attacco alla Grecia o espugnazione di Malta con prosecuzione dello sforzo in direzione dell'Egitto.

    Nel lasciare l'edificio, a notte oramai inoltrata, il Duce mi chiama da parte:

    "Donato"

    "Si Duce"

    "Usatemi la cortesia di non smentire i miei ministri durante le sedute ufficiali degli organi di stato. Limitatevi ad esporre i fatti; se avete dei suggerimenti, da ora in poi consideratevi libero di espormeli in separata sede."

    "Si Duce."

    E mi molla un dispaccio dell'addetto navale a Berlino. "Questa volta sono arrivato prima di voi" aggiunge gongolante.

    Butto l'occhio allo scritto:

    "Corazzata tascabile Deutschland affondato incrociatore leggero inglese Nord Atlantico."

    "Pare di tratti del Southampton" conclude Mussolini prima di congedarsi, infilandosi nella sua vettura di rappresentanza.
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  5. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    interessante! mi sembra che finora le differenze maggiori con la nostra linea temporale si verificano nel settore navale (quelle piccole differenze nella campagna di polonia mi sembrano molto minori e trascurabili). quest'ultima notizia del southampton è sicuramente una buona notizia per te, ma purtroppo non credo riesca a controbilanciare la perdita di deutschland e griesgnau. la flotta di superficie tedesca è già quasi in ginocchio, o almeno rischia di essere ad un livello tale che gli inglesi non avranno bisogno di capital ships in quel settore. case anton diventa fondamentale, non tanto per i tedeschi in maniera particolare ma per le operazioni mediterranee dell'italia. stando così le cose, ho paura che gli inglesi potranno concentrare le loro forze navali (almeno quelle più grosse e inutili contro i sottomarini) nel mediterraneo. questo per te sarebbe un grosso problema: se perdi il controllo del mare perdi il controllo di ogni cosa che non sia l'italia continentale e ti ritrovi semplicemente a dover difendere. prendere malta diventa fondamentale, ma fossi in te non sottovaluterei la possibilità di prendere anche gibilterra (magari promettendo di darla alla spagna in cambio di aiuto o cose simili). se gli inglesi mantengono il controllo sullo stretto potranno sempre rientrare a riprendersi malta (per non parlare di quando entreranno in guerra gli stati uniti).

    una domanda sul gioco: gli eventi quanto sono su binari? potrebbe capitare una situazione in cui gli stati uniti non entrano in guerra?
     
  6. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Sir Matt,
    concordo pienamente con quanto da te sostenuto. Il pericolo che i Britanni abbiano la libertà di concentrare più forze in Mediterraneo è un pericolo reale. Potrebbe però anche darsi il caso in cui decidano, specie se pressati, di assegnare quelle forze in sovrappiù al teatro Pacifico.
    Certamente la presa di Giblterra sarebbe un colpaccio, ma a mio modo di vedere priva di senso se non collegata ad un'entrata in guerra della Spagna o ad una sua occupazione di forza condotta dall'asse. Atrimento come hai fatto giustamente notare che le forze alleate potrebbero riprendersi Malta, con ancor più facilità potrebbero riprendersi Gibilterra. La verità è che in Meditrettaneo tutto dipende dal delicato equilibrio tra le forze navali e le ancillari forze aeree. Anche la più piccola oscillazione strategica apre scenari operativi vastissimi all'uno o all'altro contendente. Per questo negli anni ho sempre ritenuto la strategia della nostra marina della "Fleet in being" come valida ed accettabile, anche perché noi non potevamo e non possiamo neanche nel gioco, ripianare facilmente le perdite, mentre gli Inglesi possono.
    La questione delle divergenze temporali è interessante. Da una piccola divergenza, possono derivare perturbazioni più grosse nella linea temporale. Per esempio i Tedeschi potrebbero pensare che l'occupazione della Norvegia sia infattibile dopo la perdita dei due incrociatori da battaglia. Questo probabilmente cambierebbe il volto all'intero scacchiere Atlantico.

    Per quanto riguarda la tua domanda, la risposta è molto semplice. Da quello che ho letto sul manuale sembrerebbe che diverse strategie possano influire ed anche di molto sugli eventi, inclusa l'entrata in guerra dei neutrali. Le diplomazia ha anche una grande influenza su questo. L'unica cosa che non è possibile, a meno di entrare nell'editor prima dell'inizio della partita, è alterare gli allineamenti delle potenze maggiori. Cioè, gli Stati Uniti sono dalla parte degli alleati e non sposteranno mai la loro posizione nell'altro campo.

    Ma il mio esperimento in questo maxi gioco è il seguente:
    1. Seguire pedissequamente le strategie adottate dai contendenti, senza nessuna variazione.
    2. Tranne l'Italia che è l'unico contendente che ha il lusso di conoscere in anticipo gli eventi e quindi di poter modificare la sua condotta della guerra con cose che abbiano senso.
    3. Introdurre quando costretto le modifiche necessarie alla strategia delle altre potenze, generate dalle deviazioni della condotta dell'Italia.
    4. Misurare e valutare quanto questa condotta diversa dell'Italia avrebbe influenzato la storia della guerra.
    5. Far divertire voi introducendo la difficoltà, il più realisticamente possibile, che anche una conoscenza quasi perfetta degli eventi avrebbe avuto nel modificare la condotta italiana, vista la qualità intellettuale della nostra classe dirigente politica e militare.
    Naturalmente tutto ciò diventerà sempre più complicato, man mano che le variazioni introdotte dalla divergente azione italiana porteranno come reazione variazioni da parte degli altri contendenti. Per esempio, e faccio solo un'ipotesi, il mancato schieramento dell'Afrika Korps nell'eventualità che gli Italiani, impiegando una strategia con un minimo di senso, non registrino immediati rovesci in Africa Settentrionale.

    Le deviazioni sulla linea temporale che avete potuto osservare fino adesso sono state provocate da eventi incidentali. Ad esempio Sharnhost e Gneisenau hanno avuto la sfiga di essere individuati e poi intercettati dalla home fleet mentre tentavano di sgusciare fuori dallo Skagerrak. E' naturale che sul mare tutto può accadere, basta pochissimo a cambiare l'esito di una battaglia navale. Molto di più ci vuole a cambiare l'esito della campagna di Russia.
     
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    Ultima modifica: 15 Febbraio 2019
  7. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    19 gennaio 1940 Potsdam Germania

    Ho ottenuto di poter accompagnare in veste di osservatore del ministero della difesa la nuova infornata di ufficiali carristi destinati in Germania per l'addestramento tattico ed operazionale delle truppe corazzate. Sono tutti ufficiali dell'Ariete.

    Freddo della madonna, ci saranno15 gradi sotto, sulla pista dell'aeroporto. Un vero miracolo che siamo atterrati sani e salvi considerata la quantità di ghiaccio che posso osservare sulle ali del SM 82 che ci ha portati fino a qui da Torino. Del volo posso dire che è stato un completo schifo: stipati come sardine su un velivolo stretto, rumoroso e puzzolente, le cui vibrazioni mi hanno addormentato metà del corpo. Le condizioni atmosferiche hanno poi contribuito a renderlo molto movimentato e mi sono pisciato addosso più di una volta volando a quota media in un'aria sconvolta dalle perturbazioni e dalle folate di vento e neve a partire da quando siamo arrivati sulle Alpi. Giuro che se riesco a tornare indietro da questa follia in cui mi sono cacciato, non mi lamenterò mai più della economy class sui confortevoli e silenziosi Airbus e Boing che prendo di solito.

    Come che sia, arriviamo tutti d'un pezzo alla scuola truppe corazzate di Potsdam sempre con la neve fino alle palle, e nevica ancora; nebbia tedesca del cazzo, è mezzogiorno e pare notte. Le luci del camion su cui viaggiamo a mala pena rendono la strada visibile. Dall'aeroporto al centro città ci mettiamo quasi quattro ore, a passo d'uomo con il rischio di metterci di traverso sulla strada innevata ad ogni metro. Giunti alla Panzertruppen Schule le cose migliorano ma di poco. Le caserme dei Germani sono dannatamente spartane ed austere, ma probabilmente il mio giudizio è influenzato dal divario temporale. Questa gente negli anni quaranta viveva in condizioni che sarebbero impossibili per la maggior parte dei fru fru abituati alla società contemporanea: riscaldamento inadeguato, vitto scarso e poco nutriente, ed una cosa che mi ha parecchio impressionato, la difficoltà a muoversi su distanze medio lunghe, che da un senso di perenne prigionia, per lo meno a me.

    Il gruppo di ufficiali italiani appena giunto, sostituisce quello precedente, che terminato il corso è di ritorno i Italia per prendere il comando di compagnie, battaglioni e reggimenti corazzati, che però a quanto mi risulta, in Italia non ci sono ancora, essendo l'Ariete ancora nulla di più di uno scheletro di divisione corazzata con neanche metà del suo organico di guerra, organico che andrà comunque modificato e rinforzato sul modello della divisione corazzata tedesca. Sono assolutamente fiero di essere stato la mente dietro all'idea di copiare i tedeschi in questo campo dove sono così all'avanguardia rispetto a chiunque. Si tratta della prima miglioria della strategia di guerra italiana in questa linea temporale. Se dobbiamo concentrarci contro gli Inglesi nel deserto, le nostre forze corazzate devono essere all'altezza. Gli Inglesi non sanno, e non sapranno per molto tempo ancora come impiegare le loro, con l'eccezione del Generale O'Connor che sarà bene catturare o ammazzare il più presto possibile.

    Alla cerimonia del cambio della guardia tra gli ufficiali dei due gruppi, un giovane maggiore italiano lungo lungo, con una faccia magra da faina e con un abbigliamento a dir poco fuori ordinanza, recita il commiato dagli istruttori tedeschi ed il messaggio di benvenuto a noi. Il suo accento pugliese e così pesante che a mala pena lo capisco, ogni due tre parole italiane ce ne ficca un foggiana, così che l'interprete tedesco è totalmente fuori gioco e pure io faccio fatica a seguire il discorso. Seduto in prima fila sulla pesante panca di legno dell'aula magna della scuola, chiedo al mio vicino chi sia quel cazzaro con l'aria da pezzente e com'è che è stato scelto lui per il discorso di commiato, visto che pare un analfabeta.

    Quello, un tenente colonnello carrista, mi sussurra che il buzzurro che sta Parlando è il maggiore Federico Postuma, pupillo dei Tedeschi e migliore del corso. I Tedeschi le ultime esercitazioni di guerra a livello reggimentale le hanno lasciate a lui, tanto avevano lo hanno in considerazione.

    "Parlare non sa parlare" conclude l'ufficiale che mi siede accanto, "ma dovreste vederlo in azione."

    Dopo un frugale pranzo (tardo) in refettorio, io ed un tenente colonnello dei bersaglieri che comanda il distaccamento italiano, un tale Montemurro, ci rechiamo nell'ufficio del comandante della scuola, il quale ci mostra il programma intensivo di quattro mesi che i nostri uomini seguiranno. Lo trovo molto interessante ed assolutamente a livello con quello che sarebbe un corso moderno per truppe corazzate in una scuola di oggi. Oltre alle nozioni tattiche, sono previste molte giornate di esercitazioni sul campo con mezzi corazzati tedeschi (Panzer I e carri cecoslovacchi) per instillare negli ufficiali la cosiddetta mentalità carrista, che è un modo di pensare più che una dottrina; può essere sviluppata solamente con la pratica, ci dice il generale delle truppe corazzate comandante della scuola.

    Mi aspetto molto da questo progetto, e sono convinto che metterà un bello spartiacque tra le prestazioni delle nostre forze in questa linea temporale e quella originale. E'un bene che il Duce tenga segreto il fatto che l'idea è stata mia, perché i gretti e mentalmente chiusi ufficiali della Regia Marina, non hanno digerito di dover addestrare reparti specializzati tedeschi alle tecniche dell'assalto navale, ed operazioni navali speciali. spero solo che ai livelli intermedi siano meno carogne che nelle alte sfere e che si stabilisca, come del resto qui a Potsdam un ambiente di professionale collaborazione tra noi ed i Tedeschi. Gli imbecilli agli alti comandi non hanno idea di quanto questa collaborazione possa essere importante per il futuro.
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  8. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    2 febbraio 1940 Villa Pariana Roma

    Dalla mia residenza privata, nella mia continua osservazione delle rotte dell'Atlantico mi sono accorto che alcuni giorni fa la corazzata tascabile Graf Spee deve aver rinunciato alla caccia ai convogli provenienti dal Sud Africa.

    Siamo nel pieno del periodo della risacca nella guerra ai convogli, quando una serie di piattaforme tedesche devono tornare alla base per rifornirsi, riarmarsi e riparare i danni della lunga crociera. La Graf Spee è in mare da sei mesi è una delle navi che ha bisogno di riguadagnare un porto amico.



    Sulle tracce della Graf Spee, già da tre settimane vi è un gruppo francese formato dal sommergibile Surcouf, dall'incrociatore pesante Tourville, e dalla corazzata Paris, vale a dire da una forza più che in grado di affrontare ed affondare la corazzata tascabile tedesca.



    Il piano del Capitano di Vascello Hans Langsdorff sembra sia quello abbandonare la rotta dei convogli alleati nel tratto tra Dakar e Monrovia e di virare di bordo alla volta della costa brasiliana, probabilmente con l'idea di risalire l'Atlantico verso le Azzorre e cominciare poi il pericoloso viaggio di ritorno passando a nord delle isole britanniche. Al momento della virata della Graf Spee, il gruppe de chasse francese si trova subito a sud delle Canarie. Giunto all'altezza delle isole di Capo Verde, la task force francese vira a destra, come se fosse a conoscenza della posizione approssimativa del nemico.



    Io credo proprio che in qualche modo i Francesi fossero davvero a conoscenza della rotta della Graf Spee, perché il punto esatto della virata dei Francesi, li porta a tagliare a nord la rotta della nave tedesca, nel giro di di meno di un giorno di navigazione.



    Il primo vascello francese ad avvistare la Graf Spee è il sommergibile Surcouf, che viaggia in avanscoperta. Il suo comandante si dispone subito in agguato dovendo solamente operare qualche minimo aggiustamento alla sua rotta. Alle 15.39 del primo febbraio il Surcouf scocca una coppiola di siluri alla volta della nave tedesca. Il primo passa oltre senza fare danni, ma il secondo coglie la Graf Spee a prua. Immediatamente la preda perde diversi nodi di velocità con la prua lacerata che imbarca tonnellate di acqua. Impunito il Surcouf emerge e segnala via radio la posizione. La corazzata Parigi, scortata dal suo cane da guardia, l'incrociatore Tourville si appropinquano al luogo dell'agguato.



    La Graf Spee, mezza azzoppata e nettamente inclinata a prua, si prepara all'inevitabile battaglia. quando le vedette avvistano il gruppo di superficie con la bandiera francese al vento, ed identificano le navi, si capisce subito che il destino della corazzata tedesca è segnato. Ciò nonostante Langsdorff da l'ordine di prepararsi al combattimento, che viene sostenuto alla distanza di 10.000 metri.



    La questione viene risolta nel giro di mezz'ora: sopraffatta dalla superiorità numerica e di artiglieria delle unità francesi, la Graf Spee viene colata a picco, colpita diciassette volte in pieno dai grossi calibri della Paris. Coraggiosamente, la nave tedesca riesce a danneggiare entrambe le navi francesi, prima di andarsene al diavolo. L'incrociatore Tourville raccoglie i naufraghi della Graf Spee, una scena alla quale assisto personalmente tramite l'osservazione satellitare.

    Direi che tutta la strategia atlantica della Krigsmarine va riveduta. Da un punto di vista tecnico non vi è grossa differenza con la linea temporale standard: se le navi tedesche vengono sorprese in mare dagli alleati, vengono semplicemente affondate. E' chiaro che la strategia dei raiders sta fallendo in questa come nella originale linea temporale. Vedremo se anche qui La Germania cercherà di trasferire il peso principale della lotta sull'arma sottomarina.

    La Graf Spee, completamete demolita, affonda lentamente nelle acque dell'Atlantico Meridionale
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  9. Daniel Morrison

    Daniel Morrison

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    Questa disfatta totale della Kriegsmarine pensi sia normale? Nel senso, non ti sembra eccessiva? Potrebbe essere un limite del gioco?
     
  10. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    A me pare che la Kriegsmarine sia stata semplicemente oltremodo sfigata fino adesso. Sempre sprpresa da forze enormemente superiori e probabilmnte pure mal comandata (da me).

    Dal punto di vista simulativo, nulla da dire. I due incrociatori da battaglia si sono scontrati con forze doppie; lo Scharnhost ce l'avrebbe pure fatta, se non ci fosse stato un sommergibile ad attenderlo al limite della piattaforma del Baltico. La Graf Spee si è scontrata con forze più che doppie: una corazzata (vera) ed un incrociatore pesante, per altro dopo essere già stata azzoppata da un siluro: non ha avuto scampo.

    Tra un po' arrivano la Bismark, l'Admiral Hipper ed il Prinz Eugen. Si vedrà di usarli in modo più prudente, sfiga permettendo. Ma non vi è dubbio che la flotta di superficie tedesca nella II guerra mondiale, nelle condizioni di svantaggio in cui si trova ha bisogno di comandanti specialmente capaci. Ogni minimo errore lo si paga caro.
     
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  11. Iscandar

    Iscandar

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    Forse l'ideale era usare la flotta di superficie come la nostra flotta e via di u-boote...
     
  12. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Mah...la strategia standard è usare la flotta di superficie per la caccia ai mercantili. Non condurre le operazioni in modo energico potrebe essere solo giustificato da una pianificata invasione dell'Inghilterra. Ma in questa partita, solo all'Italia è consentito deviare dalla strategia standard. Reader era decisissimo ad usare la flotta di superficie in maniera molto energica, come dimostra il fatto che fu quasi interamante distrutta.
     
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  13. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    ma quindi tu hai il controllo di tutte le forze dell'asse? questo non l'avevo capito, credevo fossero controllate dall'IA!
     
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  14. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Per forza, non voglio che l'AI usi una strategia diversa da quella reale
     
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  15. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    15 marzo 1940

    Tutta la mia attenzione è concentrata sulle frontiere occidentali della Germania. La massa di uomini e mezzi che si stanno concentrando al confine con Francia, Belgio ed Olanda è impressionante. I campi d'aviazione sono stipati di apparecchi di ogni tipo, saranno migliaia. Zoomo vorticosamente alla ricerca dei comandi tedeschi, ma chi riesce a trovarli nel casino generale di truppe! Corro ansioso lungo al frontiera a nord della cintura fortificata della Maginot per vedere se trovo concentramenti di carri armati, e pronto, nella zona di Colonia e di Dusseldorf, me ne appaiono una caterva. Stipati scafo contro scafo, ben visibili sullo sfondo ancora parzialmete innevato della pianura tedesca, una moltitudine di carri, molti dei quali nuovi di pacca del tipo Panzer III. Passo alla visuale obliqua per cercare di identificarne il corpo di appartenenza. I distintivi sono principalmente tre: quelli del IV, del III e del V corpo Panzer. Veicoli appartenenti al XII corpo d'armata sono a nord di questa massa corazzata, quindi consultando Wikipedia, deduco che la 4a armata sia stata schierata con obbiettivo Olanda. A sud dei carri, La 10a e la 14a armata, facenti parte del gruppo di armate B di Von Klucher. I corpi panzer, se tanto mi da tanto, devono essere inquadrati nel gruppo di armate A al comando di Von Rusnstedt, e sono schierati esattamente come da linea temporale standard, pronti a dare una mazzata definitiva alle forze francesi schierate allo sbocco delle Ardenne, al riparo della Mosa. C'e una sostanziale differenza con lo schieramento che conosco io: la 3a armata francese occupa ancora la regione mineraria della Saar, che aveva occupato in inverno con la manovra Pierrot. I tedeschi, contrariamente alla linea temporale standard, non sono riusciti a ricacciarla oltre frontiera. Ma questo aggrava la posizione dei Francesi, in quanto questa grande unità si trova ancor più esposta ad un aggiramento, di quanto non si trovasse nell'estate del 40 standard. Dietro alla massa corazzata, una sterminata fascia di veicoli tedeschi a motore, attendono fermi e disposti in maniera tedescamente precisa. Sono le truppe motorizzate e meccanizzate del XIII, VIII e XVIII corpo d'armata, quindi, consultando i miei dati, della 3 armata, sempre inquadrata nel Gruppo di armate A. Quale sorpresa attende i mangia lumache!.



    Scrollo la mappa verso nord, con mani sudaticcie, e la fanteria tedesca, per lo più a piedi, con artiglierie a traino, si estende su fino al Mare del Nord, lungo la frontiera con l'Olanda. Vado a destra e sul gigantesco aeroporto di Brema, individuo una gran massa di Ju-52, segno inequivocabile della presenza della 7a divisione paracadutisti del Generale Student. Sulla verticale del porto di Kiel, una masnada di sommergibili, intorno ai quali ferve il lavoro di rifornimento ed aggiustamento, e sola soletta, ben protetta da reti anti-siluro e circondata da batterie antiaeree la Admiral Sheer. Ancor più a destra, nel porto più piccolo di Stettino, cacciatorpediniere assortiti. Sto cercando i segni della preparazione dell'operazione contro la Norvegia, ma non vedo nulla. Niente truppe al confine con la Danimarca, niente aerei negli aeroporti del nord. Niente di niente. La cosa mi preoccupa non poco. Mi viene l'atroce dubbio che ,avendo la Kriegsmarine subito mazzate con buon anticipo rispetto alla linea standard, Hitler abbia cancellato, o meglio nemmeno pianificato questa operazione. Questo costituirebbe una deviazione profonda rispetto alla storia conosciuta, ed una seria debacle per la strategia tedesca.



    Mi affretto a copiare tutti i dati su una grande carta aperta sul tavolone del soggiorno, il briefing con lo stato maggiore del Regio Esercito mi aspetta a mezzogiorno. Non sono entusiasta di incontrare super checca Badoglio, ma fa parte delle mie funzioni. Non vedo l'ora che il Duce lo siluri in favore di Cavallero, senza dubbio persona più cazzuta e risoluta, ma c'è il rischio che se riesco a convincere il Mussolini a lasciar stare la Grecia, "Pietro il Piccolo" possa rimanere sulla sua poltrona a lungo. Allora come oggi, per gli Italiani, la poltrona è più importante delle sorti della patria.



    Mentre mi preparo ad uscire di casa, uno dei miei aiutanti, il Maggiore Scotti del Servizio Informazioni Militari, si precipita da me e mi srotola sul tavolone una carta della Cina: mi comunica che i Giapponesi hanno operato uno sfondamento su Changsha e minacciano di accerchiare un'intera armata cinese nel fronte centrale. Changsha è uno dei principali centri industriali della Cina ed una delle città che Chiang Kai Shek aveva promesso non sarebbe mai stata presa dai Giapponesi. Duro colpo per i nazionalisti. Fino ad ora non ho prestato nessuna intenzione al teatro pacifico. Ma se i Cinesi dovessero subire un grosso rovescio, dovrò cominciare ad occuparmi anche di quello.
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  16. Daniel Morrison

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    O.T.
    Come fai a giocare senza counters? :ROFLMAO: Io impazzirei!
     
  17. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Il gioco prevede anche i counters, dal prossimo screen shot li uso
     
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  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    12 aprile 1940

    Ho guadagnato molti punti nei confronti di Supercomando, l'organismo che fa direttamente capo al Duce e che è da lui presieduto. Mussolini va pavoneggiandosi di avere il migliore servizio di informazioni del mondo, attribuendosi il merito di averlo personalmente organizzato. E' un accordo che c'è tra me e lui, una piccola bugia che permette a lui di guadagnare parecchio credito tra le alte sfere del comando militare, della burocrazia statale e degli ambienti dell'industria e della finanza.

    Il credito deriva dal fatto che avevo annunciato che il 9 aprile i Tedeschi avrebbero attaccato ed occupato Norvegia e Danimarca, e puntuali come un orologio, i Tedeschi hanno dato inizio a queste operazioni esattamente all'alba di tre giorni fa.



    Mussolini ha avuto una conferma delle mie capacità di predizione, che lui definisce divine, ma soprattutto la cosa ha fatto un'impressione enorme sui comandi militari che per la prima volta hanno avuto una prova concreta dei "super poteri del Duce". Delle mie funzioni specifiche sono a conoscenza solamente Pricolo, Cavagnari e Badoglio. Il resto dei loro subordinati mi conosce solo come consulente politico militare del capo del governo e suo personale rappresentante presso le forze armate.



    Per quanto riguarda l'aspetto militare, dal Lenovo non è proprio ben chiaro come sia stata eseguita questa operazione Weserbung, ma la mia impressione è che ci troviamo di fronte ad un'altra variazione sulla linea temporale standard: a me pare di vedere truppe paracadutiste tedesche un po' su tutta la Norvegia. Ad occhio, sembrerebbe che l'operazione sia stata prevalentemente aviotrasportata nella zona centrale e settentrionale del paese, e anfibia nella zona meridionale. Probabilmente questo è dovuto alle perdite che la Kriegsmarine ha subito nei mesi precedenti. Evidentemente Von Falklenost non se l'è sentita di mettere a rischio il resto della Marina Militare tedesca contro una Royal Navy nettamente superiore ed i Tedeschi hanno costituito almeno due divisioni di paracadutisti che hanno impiegato contro la Norvegia. L'operazione di invasione della Danimarca è invece stata esattamente la stessa scampagnata domenicale del 1940 standard. Come che sia i due paesi nordici vanno ad aggiungersi alla Polonia come paesi occupati definitivamente dalla Germania in questa guerra, con grande scorno di Mussolini che smania per entrare in guerra.



    Ho detto al Duce che i Tedeschi stanno per attaccare l'occidente in meno di un mese, e quello nemmeno par un attimo ha espresso alcun dubbio sulla questione. Ha avuto un paio di sfoghi di rabbia sul fatto che Hitler non lo informa mai sulle operazioni che sta per intraprendere, un evidente segno di malafede dei Tedeschi, va dicendo a destra e a manca. Io gli consiglio di mantenere la calma e la lucidità, tanto siamo in possesso di tutte le informazioni comunque ed in anticipo.



    "Al momento buono" vagheggia Mussolini, "ci giocheremo le nostre carte".



    Oggi, io, il Duce ed il Generale Badoglio siamo a Genova dove è stato trasferito il nuovo super corpo corazzato battezzato "Corpo d'Armata Mobile" CAM che sarà presto imbarcato per l'Africa Settentrionale.

    Gran discorso del Duce sulla potenza militare italiana che si sta preparando ad ogni evenienza come testimonia la costituzione del CAM.



    Il Duce e raggiante, io un po' meno, osservando che i carri armati, ben 500, sono L3 e M 11/39. Il corpo d'armata è stato messo agli ordini del Generale Gastone Gambara, ufficiale che ha frequentato per primo la scuola truppe corazzate di Potsdam ed ha seguito un corso di cinque mesi tenuto dal Generale Guderian in persona. E' ritornato al colmo dell'esaltazione, con la convinzione che se attacchiamo l'Egitto con i mezzi che sono stati promessi, arriviamo fino in India. A mio modo di vedere invece, la situazione non è così rosea. Le risorse spese per mettere insieme questo corpo d'armata, formato dalle divisioni Ariete, Littorio e Trieste, hanno pregiudicato i fondi di stanziamento per la ricerca proprio sui mezzi corazzati, così che la realizzazione in serie dell'M13/40 è ancora in alto mare, essendo stato realizzato solo la settimana scorsa il primo prototipo. Se continuiamo così, il carro si chiamerà M13/41, e comunque uscirà già superato. Il Panzer III tedesco, già in linea è ben superiore come velocità, armamento e corazzatura rispetto al nostro M13, per non parlare dell'M11. Bene avere un corpo d'armata interamente corazzato e conoscere le più moderne dottrine d'impiego. Siamo però in ritardo sulla qualità dell'equipaggiamento. Apprendo poi dal comando dell'Esercito, che non è ancora stata messa in cantiere la costituzione della divisione paracadutisti Folgore, sulla quale contavo molto per un primo colpo di maglio su Malta. Siamo ancora fermi ai battaglioni di paracadutisti coloniali ed un battaglione sperimentale nazionale sotto il comando del Colonnello Frattini. I mezzi d'assalto anfibi ancora non ci sono, la Marina li sta ancora studiando, e l'aviazione è ancora ferma al corpo di bombardieri medi su SM 79 primo tipo, comandato dal Conte Ciano ed al corpo caccia, con i nuovi Macchi 200, che sono già superati dallo Spitfire britannico e dal 109 E tedesco, consegnato in massa già da un mese. Il 109E equipaggia oramai tutte e tre le Luftflotten di cui l'aeronautica tedesca dispone. Vi comunico per inciso che la Luftwaffe è arrivata a 3.500 apparecchi, contro i nostri 1.000.



    Il Generale Favagrossa, che vede il mio muso lungo, nell'aria di generale euforia di Genova, mi chiede quali siano le mie preoccupazioni ed io glie le espongo.



    "Lo so" mi risponde quello. "La smania del duce per la costituzione del corpo corazzato ha condizionato parecchie cose ed imposto scelte precise nella filiera della ricerca e della produzione. Stiamo perfezionando vari tipi di autocarri e mezzi cingolati per le armi di supporto che siano effettivamente in grado di cooperare con i carri sul campo di battaglia, come da dottrina tedesca. Abbiano anche dovuto intensificare le risorse destinate alla logistica, per essere in grado di mantenere in teatro di guerra siffatta grande unità. Le altre cose sono state per il momento messe in secondo piano. Dobbiamo vincere la guerra in Africa no?"
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  19. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    15 maggio 1940

    Cinque giorni fa, in perfetto orario come al solito, I Tedeschi hanno dato inizio all'operazione Caso Giallo. Siamo rintanati negli uffici dello stato maggiore del Regio Esercito e tutti pendono dalle mie labbra. Ogni sera torno a casa, nella mia villa da parassita nei pressi del Quirinale, metto mano al tablet ed aggiorno le mappe cartacee per il giorno dopo.

    I tedeschi attaccano contemporaneamente Belgio, Olanda, Lussemburgo e Francia, secondo il piano standard. In Olanda la fanteria tedesca sommerge la parte nord del paese, appoggiata da un intero corpo di Stukas, che svolazzano liberamente sulla parte settentrionale. Un corpo di fanteria tedesco avanza così rapidamente che travolge il campo principale d'aviazione olandese e ne cattura o distrugge al suolo tutti gli apparecchi. L'aeronautica olandese non fa nemmeno in tempo a decollare. La 7a divisione paracadutisti, viene aviolanciata su Amsterdam ed ingaggia combattimento con la guarnigione della città, che travolta ripara sul porto, dove riesce a impedire che le navi da guerra della Marina Reale cadano in mano nemica. Più a sud, la 4a armata tedesca avanza sull'Aja ma qui la decisa resistenza dell'armata principale olandese ne arresta l'avanzata con l'aiuto delle opere di inondazione prontamente messe in atto. Si tratta, a mio avviso di un successo temporaneo, dal momento che la 4a armata tedesca è arrivata comunque fino alla località di Arnhem che occupa saldamente e perché comunque la capitale è minacciata da nord da un reggimento di paracadutisti tedeschi distaccato dalla 7a divisione. L'armata Olandese, se non si ritira sulla capitale immediatamente, rischia l'accerchiamento ed il conseguente annientamento.

    In Belgio cade la Fortezza di Eben Emael, vittima di un reparto di pionieri paracadutisti di non so bene quale divisione aviotrasportata tedesca, ma con gente che ha uniformi diverse da quelle della 7a divisione, appoggiati nella tarda giornata del 10 maggio da fanteria probabilmente dell'VIII corpo indipendente. Il XVIII corpo avanza sino a Bruxelles. Anversa resiste ancora ma è minacciata da due lati dai summenzionati corpi di fanteria tedeschi.

    Più a sud, sul confine francese, scattano in prima schiera, attraverso le Ardenne il III Corpo Panzer e la 10 armata motorizzata, entrambi del gruppo di Armate A. La 10 armata attraversa un un lampo il Lussemburgo e si presenta sulla Mosa appaiata ai camerati del corpo corazzato più a nord. E' proprio il III Panzer che tenta l'attraversamento del fiume, esattamente come nella linea temporale standard, ma quivi viene trattenuto dalla fanatica resistenza della 9a armata francese. Sull'eroica 9a si abbattono torme di Stukas, sempre in aumento, man mano che le divisioni corazzate chiedono aiuto all'aviazione che copra l'attraversamento della loro fanteria su canotti e zattere. La prima ondata di Stukas è colta di sorpresa da un cero numero di squadriglie di Spitfires inglesi che decollano da un aerodromo a sud di Parigi. Che sia stramaledetto se riesco ad identificare di che corpo aereo inglese facciano parte. La seconda ondata si presenta quindi scortata da una masnada di Messershmittd 109, i quali ingaggiano tremendi combattimenti aerei contro la caccia britannica che compie altre missioni di superiorità aerea. Da quassù mi pare che le perdite siano consistenti da una parte e dall'altra, ma grazie al sacrificio dei piloti inglesi, di Stukas sulle posizioni della 9a armata non ne arriva nemmeno uno. La sera del 12, l'armata francese è ridotta ad uno straccio, ma sulla riva sinistra della Mosa non c'è nemmeno un carro tedesco, anzi Gamelin, accortosi del pericolo, fa accorrere truppe dalla riserva centrale ad Amiens. Alla destra della 9a, il Primo corpo francese si prepara anch'esso a respingere i tentativi di attraversamento che probabilmente verranno intentati dalla 10a armata motorizzata.

    Sulla Maginot, non si combatte affatto.

    Siamo in piena deviazione rispetto alla linea temporale standard. La RAF ha cominciato i suoi miracoli prima che nella linea storica, impedendo a prezzo di credo elevate perdite in Spitfires, l'attraversamento della Mosa. Siamo al 15 maggio e i Tedeschi cozzano ancora le corna contro le difese sulla sponda sinistra. Secondo me, a guardare da quassù, potrebbero anche aver perso il fattore sorpresa. Sono fermi appena fuori dalle Ardenne da cinque giorni, ed gli alleati potrebbero accorgersi che lo sforzo principale è su Sedan. D'altra parte, se i Tedeschi dovessero vedere la mala parata sul fronte delle Ardenne, potrebbero sfruttare il successo su Anversa e tentare di aggirare per la sinistra le forze alleate eventualmente accorrenti sulla Mosa, in una affrettata riedizione del piano Schliffen, visto che tra Bruxelles e Ypres pare ci sia il vuoto siderale. Sarà da vedere quanto in fretta ed in che direzione reagirà il BEF.

    Qui al comando italiano c'è misurato ottimismo nei confronti delle operazioni tedesche. Badoglio fa notare che i Tedeschi hanno cominciato bene, ma del resto avevano cominciato bene anche nell'altra guerra. Gambara dice che se i Francesi non prendono provvedimenti immediati a Sedan, rischiano che le loro forze siano tagliate in due ed annientate. Io invece so benissimo che l'offensiva tedesca, in queste prime battute e ben lontana dall'aver registrato i successi di quella originale. Vedremo cosa succede nei prossimi giorni.
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    Ad aggiungere danno a beffa, la Kriegsmarine subisce un altro rovescio: la corazzata tascabile Lutzow, viene sorpresa dal Renown mentre cerca di riguadagnare i porti di casa. Probabilmente errore del Capitano Thiele, che tiene una rotta troppo vicina alle isole britanniche, informato dal comando che nel mezzo del canale operano sommergibili inglesi. Il Renown intercetta la Lutzow l' 11 maggio intorno alle 2100 seguendola al radar per circa mezz'ora. Poi, alle 2117 l'incrociatore da battaglia inglese apre il fuoco con tutta l'artiglieria brandeggiata di lato. La corazzata tascabile tedesca è presto inquadrata e riceve parecchi colpi a segno. Thiele da ordine di rispondere al fuoco, ma la lotta si rivela subito impari. Il Renown riceve, e vero, qualche colpo da 280 a bordo che ne interrompe momentaneamente l'azione, ma quando riprende il fuoco, anche se non sostenuto come all'inizio, pare che per la Luzov non ci sia più scampo. Poi improvvisamente, ed inaspettatamente, appare da sud a tutto vapore un'altra nave tedesca: è la Admiral Sheer, che avvertita dall'ammiragliato tedesco, esce a razzo dal canale di Kiel e si precipita a soccorrere la gemella Lutzof oramai alla mercé del nemico. Gli operatori radar del Renown non si avvedono in tempo della minaccia, e l'incrociatore da battaglia britannico riceve in rapida successione sei colpi in pieno che lo costringono nuovamente ad interrompere l'azione. La battaglia è ancora in corso: la Lutzow è un rottame, ma anche il Renown è pesantemente danneggiato. Sulla scena ho visto per un brevissimo tempo un periscopio. Da vedere se tedesco o inglese. Ora tutto dipende da quante e quali navi alleate riusciranno ad accorrere sulla scena prima che i Tedeschi si dileguino. C'è la Home Fleet a Scapa Flow, e ci sono unità franco inglesi assortite al largo della Norvegia che tendono agguati ai mercentili che trasportano il ferro per la Germania. Secondo me, le corazzate tedesche ci lasciano le penne tutte e due, e poi Reader, prima di far uscire qualcosa che non sia un sommergibile dal Baltico, dovrà pensarci due volte. La battaglia per il momento è tutta da seguire.
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  20. Daniel Morrison

    Daniel Morrison

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    Per quanto riguarda la componente navale, ho fatto una piccola partita di prova. La Royal Navy è praticamente imbattibile, è inutile tentare ogni sortita, le navi coleranno in qualche modo sempre a picco senza che si riesca a fare nessun grosso danno all'avversario. Forse è troppo sbilanciato il gioco in questo senso.
     

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