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L'Italia entra nella triplice alleanza

Discussione in 'Età Contemporanea' iniziata da Mauro92, 30 Novembre 2012.

  1. generalkleber

    generalkleber

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    A mio avviso (e ringrazio Rob per gli elogi) la scelta di una guerra a favore degli Imperi sarebbe stata disastrosa. La mobilitazione (quando? diciamo per l'inizio della primavera del 1915) non avrebbe potuto condurre ad impegnare l'Intesa da nessuna parte. I costi per trasporti e logistica sarebbero stati altissimi e i rifornimenti fortemente ridotti. Le colonie perse e il traffico navale praticamente chiuso. I piani navali italo-austriaci per un'azione coordinata di fatto non esistevano, stante la volontà austriaca di non usare navi fuori dall'Adriatico, neanche in caso di cessione del comando dell'intera armata navale congiunta ad un ammiraglio austriaco, di qui l'impossibilità pratica di azioni offensive di livello strategico. Inutile contare corazzate e incrociatori: non si sarebbe stati in grado di tagliare le linee navali francesi e nemmeno quelle inglesi mentre,ammesso anche di aver affondato qualche nave avversaria, questo non avrebbe consentito la riapertura definitiva e certa dei traffici italiani. Del resto con Suez e Gibilterra in mano avversaria, commerciare con chi? Con la Turchia nel Mediterraneo nord-orientale? In cambio, subito dopo i primi segnali di incrudelimento (Zeppellin e bombardamenti costieri tedeschi per provocare la R.N.) avremmo avuto migliaia di Km di coste esposte, con i Francesi che dalla fine dell'800 avevano considerato la possibilità di attacchi contro le città costiere. La Regia Marina aveva già dichiarato che era impèossibile difendere le coste. Immaginiamo un attacco, che so, a Cagliari (se la flotta è a Genova, oppure a Genova se la flotta è alla Maddalena) e poi uno a Livorno o altro obbiettivo indifeso, facile da raggiungere e difficile da proteggere (sono esempi: inutile discutere sugli esempi: sulle coste occidentali italiane non mancano i bersagli): mezz'ora di cannoneggiamento, non serve di più... dopo il secondo attacco il governo cade, l'ordine interno sfugge, ammiragli che litigano, Giolitti che prova a trattare... il caos nel caso migliore, un incubo nel peggiore.
    La scelta delle guerra fu un errore colossale (peggio: un crimine) ma stare dall'altra parte sarebbe stato addirittura folle.
     
  2. archita

    archita

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    la difesa delle linee di trasporto francesi non era altrettanto garantita, gli inglesi si sentirono obbligati a levare nel '14 due corazzate ( la invincible e la Inflexible ) dalla flotta in atlantico per contrastare la minaccia, così come era pecepita, della Goeben che secondo l'ammiragliato la flotta francese non aveva nulla di pagonabile da contrapporre. Inoltre i sommergibli austriaci, da soli e senza basi italiane sul piano storico, avevano fatto beffe delle difese attaccando addirittura l'ammiraglia della flotta quale era la Jean Bart e l'incrociatore Leon Gambetta e avevano ridotto sul piano storico in sostanza gli aiuti via mare nei balcani. Certamente non avrebbe tagliato le linee ma qualche grattacapo agli anglofrancesi sulla questione rifornimenti dall'africa ci sarebbe stato.

    Ovvio che tutto avrebbe richiesto una sincera coordinazione fra i comandi degli imperi centrali,cosa che effettivamente non c'era ( ha ragione perfettamente generalkleber ) e anzi gli austriaci e i tedeschi disprezzavano gli alleati italiani nonostante ci fosse stata la proposta italiana di mandare sul fronte renano 3 corpi d'armata di fanteria e 2 divs di cavalleria e in più la questione di Valona rese aspri i rapporti fra i due paesi nonostante la facciata della Triplice Alleanza.
     
  3. rob.bragg

    rob.bragg

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    Quando lo Schlachtkreuzer Goeben e l'incrociatore leggero Breslau raggiunsero Costantinopoli, e furono trasferiti alla Marina Turca (16 agosto 1914), la R.N. smise di preoccuparsene (le due navi operarono per il resto della guerra solo nel Mar Nero). L'Inflexible tornò in Atlantico (Falklands e Jutland), l'Indomitable anche (Dogger Bank e Jutland), l'Indefatigable invece pure (Jutland - affondato). I tre BCS (Battlecruisersquadrons, con i loro 9 BCs) furono riuniti nella Grand Fleet, mentre nel Mediterranean Sqn. rimasero solo quattro vecchi incrociatori protetti.

    Vogliamo parlare di strategia, potere navale e controllo dei traffici marittimi ?

    Considerazioni :

    a) La Francia non aveva nessuna necessità 'vitale' di proteggere i traffici nel Mediterraneo, perchè sia la madrepatria sia le colonie potevano essere rifornite (ed i trasporti nei due sensi), nel peggiore dei casi, dai porti atlantici. O con una rotta poco esposta Tangeri/Orano-Gibilterra-Bordeaux, o spostando uomini e merci con la ferrovia Tunisi-Algeri-Orano-Tangeri-Casablanca ed usando le rotte Casablanca-Rabat-Bordeaux. Ovviamente la grandissima parte delle importazioni dalle colonie, dall'Impero Britannico, dagli USA e dal resto nel mondo, arrivava direttamente nei porti atlantici.

    In ogni caso la sola Francia disponeva, nell'agosto 1914, di 131 navi maggiori, contro solo 101 di una eventuale alleanza Italia/A-H. Se la R.N. avesse - come conseguenza della scelta italiana - rinforzato la Marine Nationale, con qualcuna delle prime (meno recenti) Dreadnoughts ed una decina di pre-Dreadnoughts, oltre a naviglio esplorante e di scorta, l'esigua flotta italiana, come già ben spiegato da 'generalkleber' - avrebbe avuto enormi difficoltà anche solo a difendere le coste metropolitane da incursioni anglo-francesi. G.B. e Francia avrebbero potuto scegliere se affrontare e distruggere le flotte italiana-austriaca e 'liberare' il Mediterraneo al traffico alleato o più semplicemente sigillarlo.

    b) l'Italia invece sarebbe rimasta tagliata fuori da ogni commercio marittimo. L'Italia durante la guerra, nonostante le misure draconiane e il controllo/crollo dei consumi civili, importò il 60% del ferro, il 60/70% del carbone (e quasi il 50% complessivo dell'energia) e circa il 40% dell'acciaio (per un totale di parecchi milioni di ton. di merci). Vista l'impossibilità di superare Gibilterra e Suez, queste importazioni sarebbero venute completamente a mancare, con effetti devastanti sull'economia di guerra (produzione di armi, cannoni, munizioni ed anche navi), sui movimenti ferroviari (ed anche navali), ecc.ecc. Lo stesso discorso, forse ancor più grave, vale per le importazioni di carne e grano.

    Il Regno d'Italia quanto sarebbe sopravvissuto ? Nella II G.M., con la Francia sconfitta, la guerra 'parallela' italiana durò un semestre e la produzione di armamenti fu - mutatis mutandis - inferiore a quella della Grande Guerra; l'Italia dipese del tutto dai rifornimenti di carbone, ferro (e petrolio) concessi dai tedeschi. Ma nella I G.M. la Germania non era assolutamente in grado di fornire alcunchè, visto che era già impegnata a mantenere in vita il sistema economico dell'Impero A-H e la produzione di carbone subì (a causa della mobilitazione) un crollo drammatico.

    Operazioni 'anfibie' italiane ? Mi sembrano ipotesi molto azzardate, molto poco plausibili. Soprattutto considerando il contesto, le tecnologie, le possibilità militari della I G.M. L'unica operazione anfibia della Grande Guerra ('Dardanelli') fu un tragico fallimento, nonostante la totale superiorità navale alleata. Pensiamo che la Regia Marina ed il Regio Esercito avrebbero avuto maggior successo, senza nemmeno la superiorità navale ? Come ? Dove ?

    . . .

    Tanto per chiarire, un pò di numeri

    (fonti : J.Ellis & M.Cox, The WW1 Databook e Conway's All the Worlds Fighting Ships - 1906-1921)

    Non ho considerato la Flotta Russa, per semplicità.

    G.B. + FRA :

    Dreadnoughts = 30 + costruzioni '14/'18 = 16 - Totale = 46 + 16 USA = 62
    PreDreadnougts = 54 + costruzioni '14/'18 = 0 - Totale = 54 + 23 USA = 77
    Battlecruisers = 9 + costruzioni '14/'18 = 5 - Totale = 14
    Armored/Prot.Cruisers = 114 + costruzioni '14/'18 = 0 - Totale = 114 + 34 USA = 148
    Light Cruisers = 35 + costruzioni '14/'18 = 54 - Totale = 89
    Destroyers = 302 + costruzioni '14/'18 = 335 - Totale = 637 + 88 USA = 725
    Submarines = 143 + costruzioni '14/'18 = 123 - Totale = 266

    da ripartire, a scelta ed in funzione degli scenari, nei diversi teatri.

    GER :

    Dreadnoughts = 15 + costruzioni '14/'18 = 6 - Totale = 21
    PreDreadnougts = 22 + costruzioni '14/'18 = 0 - Totale = 22
    Battlecruisers = 5 + costruzioni '14/'18 = 5 - Totale = 10
    Armored/Prot.Cruisers = 24 + costruzioni '14/'18 = 0 - Totale = 24
    Light Cruisers = 16 + costruzioni '14/'18 = 14 - Totale = 30
    Destroyers = 90 + costruzioni '14/'18 = 107 - Totale = 197
    Submarines = 31 + costruzioni '14/'18 = 346 - Totale = 377

    nel Mare del Nord ed in Atlantico

    ITA + A.H. :

    Dreadnoughts = 9 + costruzioni '14/'18 = 4 - Totale = 13
    PreDreadnougts = 13 + costruzioni '14/'18 = 0 - Totale = 13
    Battlecruisers = 0 + costruzioni '14/'18 = 0 - Totale = 0 + Goeben 'turco'.
    Armored/Prot.Cruisers = 23 + costruzioni '14/'18 = 0 - Totale = 23
    Light Cruisers = 5 + costruzioni '14/'18 = 5 - Totale = 10
    Destroyers = 51 + costruzioni '14/'18 = 33 - Totale = 84
    Submarines = 28 + costruzioni '14/'18 = 63 - Totale = 91

    solo nel Mediterraneo (difficilmente, sommergibili a parte, unità navali della Triplice Alleanza avrebbero potuto forzare Gibilterra, in entrambi i sensi).

    Se il grosso dei convogli alleati avessero deciso di evitare il Mediterraneo, perfino i sommergibili italiani e austro-ungarici sarebbero stati praticamente inutili. E difficilmente avrebbero potuto raggiungere basi (dove ?) dalle quali operare in Atlantico a fianco degli U-Boote.

    Questo, IMHO, è il quadro generale - terrestre (post precedenti) e navale - Sarebbe interessante valutare, se è possibile dimostrarne la plausibilità, ipotesi che, al di la di dettagli, siano significativamente contrarie a questo quadro.
     
  4. Lister

    Lister

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    Analisi spietata ma inconfutabile, come sempre da parte di rob.

    Risulta estremamente complesso poter valutare altri scenari possibili, vista l'intrinseca difficolta', che la posizione geografica implica, a un possibile utilizzo del RE nello scenario prospettato.

    Confine fra-ita: una manciata di divisioni più presidi e truppe territoriali potevano arrestare per un periodo indeterminato qualsivoglia velleita' offensiva.

    Fronte occidentale: ai tedeschi realmente servivano soldati su quel fronte? A fronte delle spese logistiche che vi sarebbero state per trasportare una decina di divisioni i costi erano superiori ai benefici. Vista anche la necessita' di addestrare a quella tipologia di guerra il fante italiano, a creare sinergie tra i comandi, ecc. (Considerando sempre il 1915 come anno in cui ingenti reparti italiani potessero essere schierati).
    Da specificare che una decina di div non erano poche, anzi, ma 10 divisioni italiane quante div tedesche valevano? Gli italiani avrebbero accettato comandi condivisi e la possibilita' di alternare reparti italiani a tedeschi? Quanti km di fronte avrebbero affidato i tedeschi a una div italiana e quindi quante divisioni si sarebbero potute liberare?

    Fronte interno (italia e isole): vista anche la non indifferente RM il presidio della penisola non lo vedo impossibile o dispendioso. Truppe territoriali, e reparti in zone strategiche erano sufficienti a impedire colpi di mano. Sul confine francese una decina di div?

    Altre possibilita': aiutare l'austria_ung contro i russi. Secondo me possibile logisticamente e anche militarmente sarebbe stato più alla portata che il fronte occidentale, ma politicamente impossibile. Non me la vedo proprio vienna dare l'ok a una 15ina di div ita di transitare sul loro territorio. Restava sempre spalancato il problema del comando.

    Restano curiose le possibilita' di impiego di corpi di spedizione in zone 'esotiche', libia, penisola arabica? Ma di influenza sul conflitto praticamente nulla
     
  5. metalupo

    metalupo

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    Considera che il sistema ferroviario Austriaco non era quello Tedesco, non riusci a gestire neppure il dislocamento delle forze imperiali, le nostre avremmo finito per doverle dislocarle a piedi sul tronte Russo.
    Ammesso e non concesso, si riuscisse a coordinarsi con gli A-H.
     
  6. rob.bragg

    rob.bragg

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    Sono assolutamente d'accordo con Lister e con Metalupo. Soprattutto nel sottolineare le immani difficoltà logistiche che avrebbero avuto dei 'Corpi di Spedizione' italiani su lontani fronti (tenuto conto dello stato delle ferrovie 'imperiali', dei ridottissimi parchi autotrasporto su ruote e delle difficoltà di rifornimento oltremare, data l'acclarata superiorità navale alleata ed i mezzi dell'epoca).

    Il fatto che il BEF abbia sempre operato vicino alla Manica (anche nella II GM) non era dovuto SOLO alla volontà di tenerlo a portata dei porti per una possibile evacuazione, ma anche, (formalmente) SOPRATTUTTO, per rilevanti motivi logistici. E le quantità di viveri e munizioni da trasportare era veramente impressionante.

    Lister ha correttamente citato i paragoni tra le divisioni italiane e quelle tedesche.

    Al di là dell'addestramento, dell'armamento individuale, delle dottrine, dell'inquadramento e del comando, prendendo ad es. la struttura standard 1915 (nonostante in quell'epoca gli organici divisionali delle differenti nazioni si assomigliasero molto, per il numero ancora limitato di sistemi d'arma sui quali differenziarsi) si possono evidenziare differenze di dottrina abbastanza evidenti :

    la divisione 'regolare' italiana (1915) era generalmente su :
    2 brigate, 6 reggimenti, 18 battaglioni, 6 sezioni MG (ciascuna con 2 armi - totale = 12 armi), 4 batterie, ciascuna con 6 pezzi da 75mm (tot. 24 pezzi).

    la divisione 'regolare' tedesca (1915) era generalmente su :
    2 brigate, 4 reggimenti, 12 battaglioni, 4 compagnie MG (ciascuna con 12 armi - totale = 48 armi), 6 batterie, ciascuna da 4 pezzi da 7,7cm (tot. 24 pezzi) e 3 batterie da 4 pezzi 10,5cm (tot. = 12 pezzi).

    Rispetto alla divisione italiana, nel 1915 i tedeschi avevano già iniziato il processo rivolto alla riduzione del numero delle compagnie di fanteria e di quello dei fanti, con l'aumento del firepower, con MG da 24 a 48.

    L'artiglieria divisionale italiana non andò mai oltre i pezzi da 75mm, mentre quella tedesca disponeva anche di obici da 10,5cm ( e si sarebbero aggiunti anche 8 obici da 15cm e 4 cannoni da 10cm).

    L'arretratezza, tecnica e dottrinale, dell'artiglieria italiana è, purtroppo, un leitmotiv delle due guerre mondiali.
     
  7. Terminator

    Terminator

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    L' Italia avrebbe forse, dico forse, potuto unirsi agli imperi centrali solo se la Francia fosse stata in procinto di cadere per sedersi al tavolo dei vincitori (brutto vizio italico) ma concretamente come avete gia' detto in caso di proseguimento della guerra sarebbe durata ben poco....
    piccolo off topic
    secondo voi se l' Italia fosse rimasta neutrale e dopo la resa dell' Austria-Ungheria con la scusa di proteggere gli italiani del trentino e dell' istria le avesse occupate militarmente senza dichiarazione di guerra, gli alleati occidentali come avrebbero reagito? in fin dei conti nei balcani molti confini si sono poi decisi direttamente tra i contendenti (Grecia - Turchia x esempio)
     
  8. huirttps

    huirttps

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    Quanto dici conferma, quindi, la valutazione di Joffre del mio post sulle 10 divisioni liberate (6 territoriali + 4 regolari) per una stima di quanti? 100.000 uomini? :humm:

    Avevo postato,in una discussione a tematica incidentale, un articolo di Albert A. Nofi sul ruolo italiano all'interno dei piani tedeschi. L'articolo in questione dice che c'erano state delle commissioni di esperti che dovevano valutare la fattibilità logistica dell'intervento italiano in Alsazia,con relative tempistiche e treni necessari. Riporto tale spunto

    La convenzione militare del 1914

    Anche se i dettagli della nuova convenzione militare tra Italia, Germania e Austria-Ungheria, erano complessi, i termini generali erano abbastanza semplici.

    L'Italia si prestava a trasferire la sua terza armata, consistente in due divisioni di cavalleria e tre corpi d'armata - circa 150000 uomini - in Alsazia tra l'ottavo e il ventesimo giorno di mobilitazione, usando ben precise linee ferroviarie italiane, tedesche e autriache.

    Entro tre giorni dall'arrivo in Alsazia, la Terza Armata avrebbe cominciato le operazioni in collaborazione con l'esercito tedesco.

    La Germania sarebbe stata responsabile per le linee di comunicazione e la sicurezza sui fianchi mentre gli italiani avanzavano in Francia. Dal momento che il settore italiano includeva le fortezze di Epinal e Belfort, i tedeschi avrebbero prestato otto batterie di obici da 210mm.

    Ulteriori clausole obbligavano l'Italia a ridurre di 5 giorni, entro il 1 aprile 1915, i tempi di preparazione per le operazioni in Alsazia e anche di studiare il possibile aumento della forza della Terza Armata.

    La riduzione del contingente italiano dai cinque corpi d'armata previsti nel 1888 a tre corpi d'armata, era il risultato del continuo impegno in Libia.
    Comunque la riduzione non era grande come sembra, tra il 1888 e il 1914 la forza di un battaglione italiano era passata da 800 a 1040 uomini con un proporzionale aumento delle altre armi.

    Di conseguenza i tre corpi d'armata del 1914 erano quasi equivalenti a quattro corpi del 1888.

    L'accordo del 11 marzo 1914 ristabiliva la partecipazione italiana sul fronte occidentale e dava inizio a una frenetica attività tra Roma, Vienna e Berlino. Nel corso dei mesi seguenti ci furono altri incontri e gli stati maggiore italiano, tedesco e austriaco svilupparono un gran numero di piani e proposte. Pollio offrì diverse volte truppe italiane per i fronti della Galizia e della Serbia, e gli austriaci presero molto sul serio questa proposta tanto da farne oggetto di studio sui dettagli tecnici.

    Pollio propose anche che le due restanti divisioni di cavalleria italiane, fosse mandate nella prussia orientale ma uno studio tedesco mise in evidenza sei problemi tecnici per questa mossa.

    Si parlò anche della possibilità di una guerra preventiva. Tutte queste proposte fanno capire come gli italiani avessere presente la difficoltà di una offensiva sulle Alpi e della poco meno pericolosa operazione anfibia in Provenza.

    Intanto gli staff studiavano il modo di trasportare le truppe italiane in Alsazia.

    logistica.jpg
    La conclusione del nuovo patto militare italo-tedesco nel 1914 ristabiliva la fiducia tedesca nella vitalità della Triplice Alleanza ma non portava altri cambiamenti alle modifiche fatte da Moltke al piano Schlieffen. Come scriveva Moltke a Conrad pochi giorni dopo la conclusione del nuovo accordo:

    sotto i termini del piano Schlieffen le operazioni offensive sarebbero iniziate dal giorno M+16, mentre gli italiani non sarebbero stati pronti in Alsazia prima di M+22.

    Nonostante l'accordo la campagna sarebbe iniziata col presupposto che gli italiani non sarebbero arrivati in tempo per avere un ruolo decisivo, ma Moltke scriveva "non è importante per me se l'Italia manda un forte contingente in Germania. Quel che importa è che l'Italia entri in guerra a fianco dei suoi alleati".

    La crisi del luglio-agosto 1914

    L'uccisione di Francesco Ferdinando il 28 giugno 1914 mise in moto la ben documentata sequenza di eventi che portò in modo quasi automatico allo scoppio della Grande Guerra. Assegnare la responsabilità della guerra è stato da allora una delle principali occupazioni degli storici.

    Al di là di tutto non ci sono dubbi che l'alto comando tedesco, nelle persone di Moltke il giovane e del ministro della guerra von Falkenhayn, ebbe un ruolo determinante.

    L'occasione di uno scontro decisivo con la Francia in quel momento era benvenuta in Germania. Tra i fattori che spingevano a desiderare la guerra vi erano i continui miglioramenti nell'esercito russo, il previsto aumento di quello francese, il deteriorarsi delle relazioni tedesche con le potenze minori e il timore per il futuro dell'Austria-Ungheria. A questo va aggiunta la convinzione che l'Italia sarebbe stata al fianco dei tedesco in base agli accordi del 1914.

    Ma questa convinzione fu un errore fatale perché l'alto comando tedesco non comprese che in Italia il potere militare era fermamente sottoposto all'autorità civile, a differenza di quanto accadeva in Germania.

    Lo sviluppo della crisi dell'estate del 1914 aumentò da parte tedesca la valutazione sbagliata dell'impegno italiano. Il 23 luglio, l'Austria-Ungheria spedì il suo ultimatum alla Serbia ed entro cinque giorni i due paesi erano in guerra.

    Entro un'altra settimana anche le principali potenze europee erano in guerra. Tutte a parte l'Italia.

    Dopo i fatti di Sarajevo era sembrato tanto improbabile lo scoppio di una guerra, che l'Italia era rimasta senza capo di stato maggiore per quasi un mese. Il 1 luglio 1914 il generale Pollio, principale sostenitore della cooperazione con la Germania, era morto per un attacco di cuore.

    Non si avvertì particolare urgenza nel rimpiazzarlo. Il 10 luglio il generale Luigi Cadorna fu nominato per il posto vacante e la conferma arrivò solo due settimane dopo. Fu formalmente approvata il 27 luglio, quattro giorno dopo l'ultimatum austriaco e un giorno prima dell'inizio della guerra.

    Al pari di Pollio, Cadorna supportava le strette relazioni militari con la Germania. Appena fu confermato come capo di stato maggiore, cominciò a lavorare all'attuazione dei termini della convenzione militare.
    Il 29 luglio chiese al ministero della guerra di approvare il "preallarme", un comando che annunciava "imminente pericolo di guerra", simile al Kriegesgefahr tedesco.

    Il 'preallarme' permetteva alle truppe di presidiare posti avanzati e fortificazione sulle Alpi e autorizzava il trasferimento di artiglieria pesante alla frontiera francese. Permetteva anche a Cadorna di fare spese straordinarie per accumulare importante materiale militare, di avviare le misure di mobilitazione e di spedire ordini preliminari per l'invio della terza armata in Alsazia.

    Tutte queste misure erano necessarie se l'Italia voleva adempiere ai suoi obblighi secondo la convenzione militare, perché doveva mobilizzarsi allo stesso tempo della Germania.

    Ogni giorno perso avrebbe guastato la tabella di marcia prevista dai tedeschi per il fronte occidentale. Con l'Austria e la Serbia già in guerra, con l'ingresso della Russia imminente e con la mobilitazione tedesca in corso, Cadorna non poteva fare altrimenti.

    La risposta del ministero della guerra fu veloce: Cadorna ebbe l'approvazione.

    Mentre venivano prese le misure preliminari in base al 'pre-allarme', Cadorna studiava anche altri modi di assistere il suo alleato tedesco. Decise subito che il previsto sbarco in Provenza non era una impresa realistica. Nel migliore dei casi l'Italia avrebbe impiegato almeno 60 giorni per trovare il naviglio necessario. Data l'idea prevalente che la guerra sarebbe stata breve - i precisi calcoli di Schlieffen specificavano che la vittoria sul fronte occidentale sarebbe arrivata tra il 37simo e il 42esimo giorno dalla mobilitazione - due mesi erano troppi per tenere da parte un terzo dei corpi d'armata italiani.

    Cadorna suggerì a Moltke che tra due e sei corpi d'armata potevano essere mandati di rinforzo alla Terza Armata. Questo significava spedire sul Reno più della metà dell'esercito italiano.

    Al capo della sezione trasporti dello stato maggiore italiano fu assegnato lo studio della possibilità di fare questo spostamento. La sua conclusione fu che altri corpi d'armata potevano essere spediti in Alsazie da cinque a dieci giorni dopo il completo invio del contingente originale, cioè tra M+24 e M+29. Il trasferimento di ogni corpo richiedeva circa cinque giorni, con la cooperazione delle autorità tedesche e austriache.

    Anche mentre Cadorna proponeva di rafforzare l'aiuto italiano sul fronte occidentale, gli eserciti europei si stavano mobilizzando e le controparti tedesche e austriache di Cadorna stavano diventando sempre più interessate alla volontà italiana di adempiere ai propri obblighi.

    Mentre gli eserciti marciavano, Moltke scrisse le sue congratulazioni a Cadorna per la sua nomina a capo di stato maggiore e gli ricordò gentilmente gli obblighi italiani secondo i termini della convenzione militare.

    Anche Conrad gli scrisse, aggiungendo alle congratulazione la richiesta che l'Italia mandasse al più presto truppe in aiuto dell'Austria-Ungheria.

    Non sembra ci siano dubbi che Cadorna fosse d'accordo con i suoi colleghi tedeschi e austriaci, il 31 luglio chiese al Re di dichiarare la mobilitazione completa, di autorizzare il movimento della Terza Armata in Alsazia e il permesso di farla seguire da ulteriori sei corpi d'armata. Ma quello stesso giorno il consiglio dei ministri italiano decise che l'Italia sarebbe rimasta neutrale dal momento che "non c'è niente nel testo e nello spirito della Triplice Alleanza che ci obblighi a seguire la Germania e l'Austria-Ungheria su tale questione".>>

    Ora, appurato che lo sforzo era stato correttamente valutato ed approvato, bisogna capire se questa mole di treni la avessimo a disposizione o no.
    Non ho dati su cui basarmi,quindi mi affido a chi ne ha.

    Analizzando invece l'arrivo delle truppe italiane in Alsazia, c'è da dire che Cadorna fu molto reattivo. Nominato ufficialmente il 27 luglio, in 4 giorni ha ottenuto il preallarme e richiesto la mobilitazione completa, cercando di smentire quindi la visione tedesca che ho sottolineato nel testo

    Nonostante l'accordo la campagna sarebbe iniziata col presupposto che gli italiani non sarebbero arrivati in tempo per avere un ruolo decisivo, ma Moltke scriveva "non è importante per me se l'Italia manda un forte contingente in Germania. Quel che importa è che l'Italia entri in guerra a fianco dei suoi alleati".

    Se quel 31 luglio si fosse deciso per la mobilitazione completa in favore della Triplice, entro la seconda metà di agosto la nostra 3^ armata sarebbe stata pronta in Alsazia?

    Dalla lettura di questo articolo sembrerebbe di si.

    IMO si può ragionevolmente supporre che il distogliere circa 100.000 francesi dal fronte occidentale, aggiungendo 150.000 italiani dall'altro lato, avrebbe avuto un certo peso sull'andamento della battaglia.

    quindi per rispondere a queste affermazioni

    Si, direi proprio di si.

    No, o almeno non con certezza assoluta. 6+4 divisioni francesi in meno da una parte e la 3^ armata italiana in più dall'altra non danno matematicamente il risultato della conquista di Parigi.
     
  9. rob.bragg

    rob.bragg

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    Partiamo da questo punto. Il mancato ingresso in guerra italiano consentì alla Francia di dirottare il Alsazia e Lorena le 4 citate divisioni regolari (delle quali 3 però formate da riservisti - quelle con numerazione > 50) presenti sul fronte alpino. Le divisioni 'territoriali' (III schiera) erano quelle di più basso livello, formate da 'classi anziane', da inquadrare ed ri-addestrare, e male armate. Non ho idea del perchè nel 1927 un ambasciatore (con quale cognizione di causa) abbia 'dato i numeri' sul Figaro; ma non ci furono mai nè 10 divisioni nè 350.000 umini assegnati all'eventuale 'Front des Alpes'.

    Solo 11 divisioni 'territoriali' furono radunate in agosto (e altre 4 tra settembre e novembre), ma di queste, a parte la 91e, mandata ad organizzarsi sulle Alpi, 4 furono assegnate al GMP (Gouvernment Militaire de Paris - soprattutto per l'ordine pubblico nella zona della capitale), mentre le altre rimasero in riserva e addestramento, tra GQG (Gran Quartier General - Riserva) e GDT (Group de Division Territoriales), fino ad ottobre.

    Quindi alla fine, il vantaggio del mancato intervento italiano può essere quantificato SOLO nelle 4 regolari (di cui due bruciate nella 'Battaglia delle Frontiere') e FORSE, ma è molto opinabile, perchè non sappiamo quali fossero quelle destinate al teatro italiano, nelle 4 territoriali del GMP (che avrebbero contribuito, nel caso, alla difesa di Parigi; non all'offensiva sulla Marna).

    1) Se Cadorna avesse avuto, il 31 luglio, l'autorizzazione a mobilitare, le prime truppe italiane sarebbro arrivate, NELLA MIGLIORE DELLE IPOTESI (ma io dubito fortemente ... nessun piano si realizza mai nei tempi indicati e le Reichsbahn erano già fortemente sotto stress) +22 = il 22 agosto. Momento dal quale sarebbe stato possibile l'INIZIO dell'avvicendamento delle truppe tedesche. Ma il 5 settembre l'offensiva germanica si arrestò, per crisi logistica e per sfinimento delle forze dell'ala destra; non c'erano i tempi tecnici per un fattivo contributo italiano, almeno in quei termini.

    2) comunque, al di là dei buoni propositi, i tedeschi alla fine di agosto non avevano risorse ferroviarie per spostare unità dall'ala sinistra a quella destra ...

    immaginiamoci per spostare tre CdA italiani in Alsazia e poi le divisioni tedesche ivi stanziate verso la Marna ;

    3) il 6 settembre iniziò la controffensiva alleata nell'area della Marna, con una superiorità di 30 a 20

    il mancato contributo di quattro divisioni regolari (peraltro in Alsazia / Lorena) avrebbe pesato ? Non penso in modo determinante.

    No. Non sono d'accordo. Da parte alleata circa 4 (+ FORSE 4 'territoriali') divisioni in meno; da parte germanica 6+2 (due di fanteria per corpo + 2 di cavalleria ?) divisioni italiane, pronte, per una offensiva, forse da (?) metà settembre (trasporto, disinbarco, assegnazione, preparazione scorte, ecc.ecc. - conosciamo i 'tempi italici').

    Gli alleati nella 'storia reale' iniziarono un'offensiva, con una superiorità di 10 divisioni e soprattutto con linee di rifornimento 'corte' e truppe non 'sfinite', ricacciando i tedeschi. Al massimo, sarebbero rimasti sulla difensiva e si sarebbe determinato, prima che nella realtà, lo stallo, con la 'corsa verso il mare'. Non penso che Parigi sarebbe caduta, perlomeno non in quel frangente. Le armate germaniche avevano subito un'enorme salasso, in termini umani e logistici. Non esistevano forze mobili e la 'difesa' era in vantaggio sull' 'offesa', in quel 1914/15.

    Poi, più i fatti divergono dalla OTL, più diventano opinabili.

    Per ultimo, la presenza delle divisioni italiane avrebbe forse indotto Moltke a trasferire in Prussia (com'era nei suoi intendimenti) più dei due corpi effettivamente inviati.

    ciao

    . . .

    PS

    al 15.9.14, dal confine svizzero alla Manica, erano schierate :

    88 divisioni di fanteria (incluso 4 'territoriali' francesi, nella Riserva GQG - evidentemente le 4 incluse nel GMP non venivano contate come unità combattenti) e 11 divisioni di cavalleria alleate, contro

    72 divisioni di fanteria (+ 6 div. 'Ersatz' e 17 brigate Landwehr, usate per il controllo delle zone occupate) e 8 divisioni di cavalleria tedesche.
     
  10. huirttps

    huirttps

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    Dunque sembrerebbe che sia Joffre nel 1919 sia Barrere nel 1927 abbiano dato delle cifre gonfiate quasi da panegirico, lodando l'intervento italiano oltre i reali meriti. La cosa mi sembra plausibile dato che, in particolare per l'articolo su Le Figaro, si tratta di una commemorazione. Rebus sic stantibus , i soldati francesi eventualmente distolti non sono poi molti e quindi, dopo aver letto che

    direi che effettivamente 4 divisioni in meno (non 10 divisioni e neppure 350.000 uomini come riportato dalle mie fonti) su 88 non spostano di molto la bilancia.

    I miei conti avrebbero portato a 78+11 alleate contro 82+10 italo-germaniche perchè le divisioni di fanteria italiana inviate sarebbero state 10, seguite da altri 6 CdA nei giorni seguenti per un totale di almeno 18 su 35, infatti nel documento riportato in precedenza si afferma

    Cadorna suggerì a Moltke che tra due e sei corpi d'armata potevano essere mandati di rinforzo alla Terza Armata. Questo significava spedire sul Reno più della metà dell'esercito italiano.

    Al capo della sezione trasporti dello stato maggiore italiano fu assegnato lo studio della possibilità di fare questo spostamento. La sua conclusione fu che altri corpi d'armata potevano essere spediti in Alsazia da cinque a dieci giorni dopo il completo invio del contingente originale, cioè tra M+24 e M+29. Il trasferimento di ogni corpo richiedeva circa cinque giorni, con la cooperazione delle autorità tedesche e austriache.

    Su questo ci sarebbe da capire quanto potesse essere realistico il piano logistico che ho postato.

    Lì si parla di due divisioni di cavalleria pronte in Alsazia già il giorno M+13, mentre i 3 CdA di fanteria arrivano in Alsazia il giorno M+19, pronti ad iniziare le operazioni in tre giorni, cioè M+22. Queste truppe si portavano scorte fino a M+27.

    Però lo stesso documento dice

    The movement of an Army Corps in 1914 required about 120 trains, comprising a total of 6000 wagons. The Italian Third Army required some 450 trains, for a total of about 22500 wagons. From M+27 their resupply would require eight trains a day, for about 400 wagons. Italy was not capable of supplying all of the necessary rolling stock.​


    E quindi queste commissioni di esperti cosa avevano calcolato? Se non avevamo treni per spostare le unità promesse, nè potevano darcene austriaci e/o tedeschi, come pensavano di inviare le truppe in Alsazia? Avrebbero scaglionato ulteriormente gli invii?

    Assolutamente d'accordo con l'ultima frase, se poi consideriamo che a conti fatti le divisioni italiane avrebbero al massimo "pareggiato i conti" con quelle alleate e che, forse, non avevamo nemmeno i treni per portarle in teatro operativo...:applauso:

    un saluto :)
     

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