L'autoaffondamento della flotta tedesca ebbe luogo nella base della Royal Navy britannica di Scapa Flow, in Scozia, in seguito alla conclusione della prima guerra mondiale. La Hochseeflotte (Flotta d'alto mare) era stata infatti internata nella zona in adempimento ai termini dell'armistizio, in attesa che fosse decisa la sorte delle navi. Temendo che le unità venissero divise tra le marine militari delle potenze vittoriose il comandante tedesco, ammiraglio Ludwig von Reuter, decise di far autoaffondare la flotta. Il 21 giugno 1919 gli equipaggi iniziarono l'autoaffondamento: le navi britanniche presenti nella base riuscirono a far arenare in acque basse un certo numero di navi, non riuscendo comunque ad evitare l'affondamento di 52 unità su 74. Molti dei relitti vennero recuperati negli anni successivi e demoliti. I pochi rimasti sono tuttora frequentati siti di immersioni Affondamento di 10 navi da battaglia, 5 incrociatori da battaglia, 5 incrociatori e 32 cacciatorpediniere
Verso le 10:00 del 21 giugno, von Reuter segnalò alla flotta internata di tenersi pronta in attesa del segnale di autoaffondamento. Circa alle 11:20 venne inviato con le bandiere il segnale: "A tutti gli ufficiali comandanti e capi delle torpediniere. Paragrafo 11 della data di oggi. Ricevuto. Il capo dello Squadrone internato". Il messaggio venne ripetuto anche con segnali luminosi. L'autoaffondamento iniziò immediatamente con l'apertura delle valvole delle navi e la rottura delle condutture interne. Inoltre vennero lasciate aperte le paratie stagne e allentati gli oblò, mentre in alcune unità erano stati praticati dei buchi tra i diversi settori per facilitare e velocizzare l'ingresso dell'acqua. Fino a mezzogiorno queste operazioni non ebbero effetti visibili; a questo punto la Friedrich der Grosse iniziò a inclinarsi fortemente a dritta, mentre tutte le unità innalzarono la bandiera tedesca sull'albero maestro. Gli equipaggi iniziarono quindi ad abbandonare le navi.
Delle 74 unità navali tedesche internate a Scapa Flow, 15 delle 16 navi principali, 5 degli 8 incrociatori e 32 dei 50 cacciatorpediniere affondarono. Il resto delle navi o non riuscì nell'autoaffondamento o venne fatto arenare dalle unità britanniche presenti. Queste ultime unità vennero in seguito ripartite tra le marine militari vincitrici, mentre le navi affondate vennero inizialmente lasciate al loro posto, visto che il costo stimato di recupero era troppo alto rispetto alla richiesta di scarti ferrosi, soddisfatta dall'alto numero di navi già avviate a demolizione. Dopo una serie di lamentele delle autorità locali che facevano presente come i relitti fossero un pericolo per la navigazione, nel 1923 venne formata un'impresa per il recupero, che procedette alla rimozione di quattro cacciatorpediniere
Possiamo scrivere un libro su quello non sai @Daniel Morrison È un enciclopedia su quello che mi sorprende Voleva essere uno spunto di riflessione e magari far nascere un discorso
La mia no io non scherzo mai ... Hanno già fatto un libro su quello che io non so si chiama "grammatica per le elementari" Tornando argomento ... I tedeschi hanno aspettato fino a che i britannici non se ne sono andati a fare un esercitazione per mettere in atto la loro mossa
Bene, alloraraccolgo lo spunto: qualche settimana fa ho visto in rete una discussione in cui si cercava di fare un parallelismo fra l'affare di Scapa Flow, l'autoaffondamento della flotta francese a Tolone nel novembre del '42 e il comportamento tenuto dalla Regia Marina nelle tragiche vicende dell'8 settembre del '43. Voi che ne dite?