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Il giorno della Frattura

Discussione in 'Wargames da tavolo' iniziata da Luigi Varriale, 16 Dicembre 2017.

  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    12 luglio 2018

    Approfittando della battuta d’arresto subita dalla Pozzuolo del Friuli e dall’Ariete la scorsa settimana, l’alleanza medita una controffensiva in direzione di Verona. A tal uopo viene ordinato alla brigata di ferro (la Julia) di montare un attacco contro la brigata aeromobile governativa Friuli, con l’appoggio da Pavia della neocostituita 8^ brigata corazzata, equipaggiata con i residuati della guerra fredda M-47 ed M-60.

    Quando il comando governativo si avvede che la Julia lascia le sue posizioni fortificate di fronte a Bergamo, mette in allarme la Folgore, di cui si inizia il carico per scaglioni sui CH-47 del gruppo Antares. Il piano di volo è scaltramente studiato per minimizzare l’esposizioe degli aeromobili alla contraerea nemica, fittissima in val padana, ma la sfiga storica dei governativi in questa partita colpisce ancora: arrivati sull’esagono landing zone, nessuno riesce a scoprire i CH tranne all’ultimo momento i maledetti radar della base aerea di Piacenza. Gli Aspide cominciano ad arrivare a volume Katjusa e parecchi elicotteri carichi di Folgorini ci lasciano la pelle. Quello che rimane atterra e si unisce alla Friuli. E’ una Folgore menomata quella che si appresta alla difesa. Quando l’attacco giunge, Julia da nord ed 8^ corazzata da sud, per evitare perdite maggiori, che eliminerebbero la pedina Folgore o quella Friuli, le due brigata si ritirano su Verona, lasciando il campo all’avversario. Quivi la Folgore si mette in formazione di ricostituzione per riorganizzarsi dopo la batosta. La Friuli pure ha preso una bella strigliata dagli elicotteri Mangusta dell’allenza che sono intervenuti come di consueto nelle battaglie terrestri in val padana. Il gruppo Rigel di Mangusta governativi pure sono intervenuti, ma a perpetrare la sfiga governativa, a differenza dei Mangusta alleati non hanno colpito un accidente di niente, facilitando il compito agli attaccanti. Dalla parte delle notizie positive, nessun Mangusta è stato abbattuto dalle rispettive contraeree. Hanno partecipato alle operazioni le artiglierie del reggimento Torino per l’alleanza e Superga er i governativi. L’artiglieria viene usata ogni volta che lo scontro si svolge lontano dai centri abitati. Per ragioni tattiche le forze alleate vittoriose non incalzano il nemico fino a Verona ma si arrestano prima, nel tentativo di abbozzare una manovra di accerchiamento ai danni della brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli a nord di Parma. Il progetto non riesce perché la Pozzuolo, che ancora si sta riorganizzando dopo le operazioni fallite su Piacenza, ripiega in buon ordine su Reggio Emilia a sud del Po.

    A sud si completa l’accerchiamento di Napoli con la brigata Aosta che punta i suoi mortai ed i cannoni dei suoi mezzi sulla strada litoranea proveniente da Roma. Completano la cinta d’assedio il Reggimento S.Marco sugli appennini ad est della città e la brigata Pinerolo del Postuma a sud dalla parte di Pompei. I governativi però non ci stanno a subire tipo Sarajevo, ed organizzano una contro operazione condotta a termine dal Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri, che elitrasportati nelle campagne a nor del Gargano, si mettono a tendere imboscate ai convogli di rifornimento dell’Aosta e del S.Marco provocando a loro volta non pochi problemi alle truppe assedianti. Giunge notizia al lingotto di Torino, sede del governo provvisorio dell’alleanza che l’Austria ha richiesto una riunione del consiglio di sicurezza per la situazione che viene a crearsi a Napoli, con un milione di civili in immediato pericolo derivante dall’assedio militare dell’alleanza.

    Prosegue la guerra dei convogli con i governativi che riescono a farne trafilare uno attaverso il Mediterraneo Occidentale, con l’aiuto della fregata Maestrale e del Pattugliatore Bersagliere.

    Alla notizia della partenza delle navi governative vuote da Livorno, il Caccia De La Penne ed il solito Todaro si mettono su una rotta convergente con il convoglio. Il primo ad arrivare sulla scena è il sottomarino che però arriva tardi per un attacco col siluro. Con qualche difficoltà, perché il convoglio e la sua scorta si schermano dietro le Isole Baleari rendendo difficile l’uso dei sensori. Nonostante ciò, il Todaro riesce ad individuare la squadra governativa e mette fuori l’ESM per informare il De La Penne. Questi a tutta forza, riesce ad incrociare il convoglio sul meridiano di Ibiza, aspettandolo qundo è costretto a sbucare in Mediterraneo aperto attraverso Capo de La Nau. Il Caccia alleato, ancora fuori dal raggio radar delle fregate di scorta, ma usando i dati di tiro Forniti dal Todaro scocca una salva di Otomat, che le fregate riescono a neutralizzare col fuoco contraereo, ben disposte in linea di fila a sud del convoglio. Non avendo un rilevamento preciso, Maestrale e Bersagliere rispondono con una salva di Otomat bearing only, registrando zero colpi a segno. Approfittando della sarrabananda, il convoglio sfila fuori Gibilterra e quindi la marina governativa ha raggiunto il suo scopo. Ma l’ammraglio Radice, comandante la task force governativa non è contento del risultato e prende la decisione di andare a ricercare il De La Penne, visto che oramai il convoglio è in sicurezza. Inutilmente il capitano del Maestarle, su cui l’ammraglio di divisione è imbarcato cerca di dissuaderlo, argomentando sul miglior armamento ed equipaggiamento elettronico del caccia avversario. Il Maestrale naviga dunque nel pomeriggio del 11 luglio a tutta forza rotta 60° ma sul radar non appare nulla. Il Maestrale prosegue e si fa precedere anche dal suo elicottero AB-212, fino a quando il nemico si materializza sotto forma di una seconda salva di Otomat. Cacarella generale ed azione aerea a prua. I Dardo, fantastici riescono ad abbattere i due missili antinave ed immediatamente dopo appare la sagoma del De La Penne dritta di prora, sia a vista che sugli schermi radar, una volta che si è bucato il disturbo elettronico nemico. Si ingaggia il duello con l’artiglieria ed il Maestrale lancia anche due missili, ma senza risultato. Ancora interviene la proverbiale sfiga quando il De La Penne mette a segno una serie di colpi misti da 76 e 127 sul Maestrale che subisce considerevoli danni. Intanto il Bersagliere arranca, e magari, se riesce a mettere a segno la sua salva di Otomat la battaglia navale di El Marsa può ancora ribilanciarsi. Qui dobbiamo dire la sfiga governativa ha operato, ma pure la stupidità dell’ammiraglio Radice ci ha messo del suo. Se magari non avesse mandato il Maestrale contro una nave armata il triplo della fregata governativa, adesso la sua tinozza sarebbe ancora tutta d’un pezzo. L’ammiraglio si giustifica dicendo che è facile giudicare col senno di poi. Avendo l’occasione di menomare una nave maggiore del nemico aveva agito alla Nelson. Gli chiedo poi come mai non ha coordinato l’azione con il Bersagliere che aveva ancora la sua salva di Otomat da sparare. Mi risponde che il Bersagliere entrerà in azione nel prossimo turno.
    Mah!
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  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    16 luglio 2018

    L’impressione è che in val padana si vada stabilizzando una linea che corre pressapoco dove correva quella iniziale del mese di maggio, dopo la prima offensiva governativa e la controffensiva dell’alleanza. Le forze governative sono riuscite a formare un fronte che va da La Spezia, grossomodo fino a Verona. Il punto debole di questo dispositivo sembra essere la zona di Reggio Emilia, presidiato da un’esausta brigata Pozzuolo del Friuli, le cui perdite subite nei turni precedenti, non sono ancora state ripianate. Non avendo l’alleanza ancora forze sufficienti o sufficienti rifornimeni per cominciare un’offensiva a fondo verso est, per il momento si è concentrata sul rastrellamento dalla costa ligure, dove reparti assortiti per operazioni speciali hano ingaggiato gli incursori del Col Moschin e li hanno fatti sgomberare da Savona. Gli incursori sono in ritirata verso il confine francese.

    Il giorno 15 si è avuta la prima azione commessa da un gruppo paramilitare contro il governo. Un commando di armati non in uniforme, ha occupato per alcune ore il comune di Padova, armi alla mano facendo prigionieri alcuni vigili urbani e dichiarando l’indipendenza della città dal governo di Roma. Elementi della brigata aeromobile Friuli provenienti d’urgenza da Verona con l’appoggio da est di un battaglione del genio, hanno organizzato un rastrellamento della città, ma prima che potessero arrivare ad attaccare o arrestare i facinorisi, questi si ereano già dileguati, probabilmnte nella zona pre alpina a nord di Vicenza.

    Questa azione, rivendicata dal sedicente Gruppo Padano Giustizia e Libertà, ha messo in serio allarme la dirigenza politica e militare del governo, che ha già annunciato che non combattenti armati, che dovessero darsi alla banda armata durante lo stato di guerra, deliberato dal parlamento italaino in data 1° giugno 2018, verranno processati con il codice militare di guerra, e rischieranno di conseguenza l’ergastolo. Alcuni esponenti diciamo così estremisti del governo italiano sarebbero interessati al ripristino della pena capitale durante lo stato di guerra o emergenza nazionale. Il governo Grazino ha reso noto tramite un suo portavoce, che per qualunque combattente o patriota delle forze delle forze dell’alleanza che dovesse essere sottoposto alla pena di morte, l’alleanza risponderebbe immediatamente con l’esecuzione di un prigioniero di guerra governativo, nella misura di 1 a 1. Non so perché, ma ho il sospetto che la guerra si stia incarognendo.

    Secondo fonti governative, si sarebbe formato a Roma un nuovo battaglione di fanteria governativo. Secondo le stesse fonti, il battaglione, chiamato Latina e motorizzato alla meglio, si starebbe preparando a marciare in direzione di Napoli, dove la situazione potrebbe diventare grave, inquantoché l’alleanza è riuscita a trasferire la brigata di fanteria meccanizzata Sassari da Cagliari a Messina, e adesso questa unità starebbe marciano in direzione nord, presumibilmente diretta a rafforzare l’assedio alla città partenopea.

    Operazioni aeronavali di rilievo: il caccia Doria ha abbandonato la sua zona di pattugliamento nello canale di Otranto per andare a dare una mano nella caccia al Pelosi, individuato debolmente dagli ATR-42 dell’aeronautica di base a Sigonella. La missione antisom non ha avuto successo. La fregata Maestrale, dopo una serie di peripezie e di manovre ardite del suo comandante riesce a giungere gravemente danneggiata nel porto di Livorno, dove qualche ora prima aveva attraccato il convoglio proveniente dall’Atlantico, scortato dal pattugliatore Bersagliere, anche questo scampato alla caccia spietata al mercantile messa in atto dall’alleanza.

    Per finire, a sud, la brigata governativa Garibaldi, coadiuvata dai volontari della brigata di fanteria Napoli, ha ripreso a ricevere i rifornimenti da Roma e sta migliorando le sue posizioni all’interno dell’abitato del capoluogo campano. Per i governativi il problema si profila, come abbiamo detto in precedenza, con l'arrivo a rinforzo delle forze alleate della brigata Sassari, che presumibilmente sarà usata per l’attacco.
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  3. huirttps

    huirttps

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    Se l'Alleanza ha il controllo sul Piemonte - e penso di si,visto che la"capitale" é Torino - potrbbe riattivare i mezzi fermi nel deposito di Lenta:

    blindo pesanti Centauro B1
    artiglieria semovente M-109
    artiglieria semovente AA Sidam (scarsi contro velivoli, ma molto utili nel ruolo di supporto diretto)
    carri Leopard 1 e derivati (versioni gettaponte e recupero)
    veicoli esploranti Puma
    migliaia di M113 per una meccanizazione approssimativa dei reparti autocarrati

    http://laprovinciadibiella.it/attualita/anche-alberto-angela-nel-cimitero-dei-car

    Per quanto riguarda i governativi, pensi che richiedano l'attivazione dell'art 5 NATO e quindi truppe straniere?
    O anche solo una No Fly Zone sul territorio nazionale?

    AAR bellissimo!
     
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  4. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    18 luglio 2018

    Un colpo abbastanza grave al morale dell’alleanza veniva, passata la metà del mese di luglio, quando l’arma dei carabinieri si schierava definitivamente e sciogliendo ogni riserva dalla parte dei governativi. Il ragionamento dei vertici dell’arma, ed in particolare del suo comandante gen arm Gianfranco Castaldi, era che l’istituzione non poteva avallare in nessun caso un tentativo armato o extra costituzionale mirato al sovvertimento dello stato. Non negava, il generale che all’indomani delle elezioni, da parte del governo italiano vi fosse stato un comportamento ai limiti della legalità costituzionale per mantenere la continuità dello stato secondo principi forse anche opinabili, ma faceva altresì notare, il generale, che ciò non costituisse una ragione sufficiente a giustificare la ribellione armata delle forze militari della repubblica. Altri avrebbero potuto esseri i modi, ed in verità avrebbero dovuto essere i modi per comporre la pur grave situazione di crisi istituzionale.

    Il generale Castaldi faceva notare che l’arma dei carabinieri si conformava di conseguenza a questo principio e che i suoi reparti territoriali e mobili non avrebbero preso parte a nessun tentativo di sovvertire lo stato italiano con la forza; al contrario avrebbero operato per la sua conservazione, ed avrebbero appoggiato qualunque tentativo, proveniente da qualunque direzione, per favorire una risoluzione negoziata della crisi. Detto questo tutte le forze sotto il suo comando sarebbero state poste a disposizione del comando supremo governativo, in conformità a quanto già fatto dai reparti di carabinieri per le operazioni speciali, che fin dall’inizio delle attività ostili erano stati inquadrati nel comando governativo per le operazioni speciali.

    La reazione dell’alleanza era immediata. Le caserme dei battaglioni mobili dei carabinieri che si trovavano in territorio alleato vennero rapidamente neutralizzate ed indotte alla resa. Solamente in un caso, quello di Torino, la guarnigione del castello di Moncalieri, oppose resistenza agli alpini del Montercervino ed a elementi speciali della polizia di stato. Ma si trattò di brevi combattimenti che indussero comunque i carabinieri a deporre le armi in breve tempo, se non altro perché i battaglioni leggeri mobili, non erano attrezzati per condurre operazioni contro forze militari regolari isolatamente e senza nessun appoggio proveniente dell’esterno. Il governo dell’alleanza intimava inoltre alle forze territoriali dell’arma presenti sul suo territorio a continuare le loro attività di polizia giudiziaria od in alternativa a deporre le armi ed a sciogliersi. Nessun atto ostile nei confronti delle forze militari od altre installazioni alelate sarebbe stato tollerato. Il comando generale dell’arma, invitava i reparti territoriali posti sul terreno occupato dall’alleanza a conformarsi alla prima ipotesi, sino a quando il territorio stesso non fosse stato recuperato alla sovranità del governo legittimo.

    Allegate carte della situazione aggiornata dalla presa di posizione dell'arma dei carabinieri.
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  5. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Informazione preziosa per le forze terrestri, e che verrà tenuta nel debito conto dal comando dell'alleanza.

    Hai qualche informazione analoga riguardante possibili aeroplani per entrambe le parti ? Tutt'e due sono terribilmente a corto di aeromobili da guerra sia ad ala fissa che rotante, con i governativi un po' più favoriti dal fatto che la comunità internazionale è al momento meglio disposta verso di loro. Anche così però, la possibilità di costruirsi aeromobili in proprio sarebbe di inestimabile valore.
    La situazione territoriale è riportata nelle carte della situazione allegate turno per turno. Secondo te chi ha il controllo degli stabilimenti in grado di produrre aerei ?

    Sul fronte navale: data la distribuzione territoriale, chi controlla i maggiori cantieri ? Se osservi le carte, l'alleanza controlla Genova e Savona, i governativi Livorno, Civitavecchia, ecc. Sono in grado i cantieri di entrambe le parti di costruire piattaforme avanzate senza la collaborazione della tecnologia straniera ? Fermo restando che i governativi potrebbero godere dell'assistenza dell'industria straniera, sempre per motivi diplomatici. Che tipo di naviglio secondo te l'alleanza potrebbe produrre in proprio senza assistenza di programmi congiunti ? Corvette, vedette veloci, pattugliatori. La nostra elettronica da sola sarebbe all'altezza ?

    Fermo restando che esistono già forze straniere sul nostro territorio (quelle verdi nelle carte della situazione), I governativi l'hanno già richiesto (vedi non ricordo quale post precedente). Ma molti stati europei hanno fatto orecchie da porco, mentre gli Stati Uniti, sono ancora in una fase di vigile attesa. Per quanto riguarda la no fly zone, non vi sono ancora stati gli estremi per imporla. Entrambe le parti, viste le lezioni di situazioni similari passate, hanno fatto un uso estremamente giudizioso delle forze aeree e comunque ad alta concentrazione distruttiva, come l'artiglieria. I lanciarazzi non sono addirittura mai stati impiegati neppure in campo aperto. Mai queste armi sono state utilizzate fino ad ora in operazioni in centri abitati. Le operazioni all'interno di questi centri sono stati fino ad ora condotte o da forze di fanteria leggera o al limite di fanteria meccanizzata. Intensi invece gli sforzi per neutralizzare le forze aeree avversarie sulle loro basi o in combattimenti aerei; e qui si sono verificate grosse perdite, specialmente per i governativi.
    Ricordo infine che la Russia simpatizza per l'alleanza e già adesso la sta appoggiando con approvvigionamenti di materie prime, gas, petrolio ecc, che la marina mercantile alleata va a prendersi nel Mar Nero e ritorno.

    Non posso che ringraziarti per l'incoraggiamento e cogliere l'occasione per chiedere a tutti quelli che leggono di seguire il tuo esempio ed arricchire lo scenario con informazioni, suggerimenti ed idee che potrebbero renderlo più interessante.
    Le regole usate sono, come ho già detto quelle del gioco Gulf Strike, edito da Mark Herman negli anni ottanta. Per me, ancor oggi il miglior regolamento operazionale/strategico per l'epoca moderna.
    Ma gli avvenimenti politici, dipolomatici, e strategici che influenzano il teatro sono aperti al suggerimento di chiunque di voi. Come ho già detto in un precedente post, a tutte le opzioni suggerite verrà assegnato un livello di probabilità, ed ad ogni turno, (come da regole standard di Gulf Strike) tiro un dado da uno a dieci ed in caso di 10, una delle opzioni diventa operativa
    restate in linea per gli sviluppi della campagna
     
    Ultima modifica: 4 Febbraio 2018
  6. Iscandar

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  7. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Pare solo aerei civili da quello che leggo sul tuo link.
    Da qui qualche vedetta per l'esplorazione e la sorveglianza ci può uscire.
    Un grazie al contributo di Iscandar.
     
  8. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Muggiano e Riva Trigoso sono entrambi in grado di costruire navi militari di grandi dimensioni ma non so se tutti gli equipaggiamenti necessari siano prodotti nel territorio dell'alleanza. Inoltre i tempi di produzione sarebbero comunque incredibilmente lunghi, il conflitto terminerebbe probabilmente prima dell'entrata in servizio delle nuove produzioni.
     
  10. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Il ritmo delle operazioni navali è serratissimo, per la difesa dei convogli. Al momento per esempio i governativi hanno sia il Bergamini che il Maestrale in riparazione. Solo il Bersagliere rimane per il servizio Antisom, cosa per la quale peraltro non è neppure ben attrezzato. Tecnicamente, tramite gli elicotteri, anche il Fulgosi ed il Foscari hanno una limitata capacità Antisom, ma davvero solo in casi estremi, che peraltro potrebbero presentarsi presto. Fino ad ora però la bestia nera della marina governativa, il Todaro, è sempre riuscita a farla franca ed a provocare danni.

    Ognuna delle due fazioni ha 9 punti produzione per turno per la spesa totale per turno . Questo numero è raddoppiabile in caso di conversione totale ad economia di guerra, che però impone penalità al morale della fazione ogni turno, da compensare con altri successi.
    L'alleanza riceve 6 di questi VIA MARE ongi turno, se la sua attività di convogli è indisturbata, i governativi 3. Da qui l'importanza strategica dei convogli.

    Con questi punti si paga tutto in Gulf Strike, dalle operazioni alle riparazioni.

    Mie regole per riparare unità navali (house rules)
    il costo per turno è variabile per turno e dipende da un lancio di dado da 20. Una volta lanciato il dado, se troppo oneroso, si può rinunciare e tentare il prossimo turno (simulando l'elevato tempo per le riparazioni). Il processo va ripetuto per ogni punto danno da riparare. Ogni turno dura 3 giorni.
    Per esempio, la Fregata Bergamini che ha da riparare 2 danni, in 2 mesi di scenario ne ha riparato solo uno, vuoi perchè i punti produzione servono anche per altro, vuoi per tiri dadi sfortunati e vuoi che alcune spese te le impone l'avversario costringendoti a combattere con unità aeree e terrestri in difesa delle sue operazioni.
    Naturalmente il mio sistema è artigianale e lontano dall'essere realistico soprattutto per cià che attiene alla tempistica, ma permette di incorporare nello scenario scelte economico strategiche che il regolamento originale non prevede.

    Per quanto riguarda la produzione di nuove unità, la mia idea era quella di usare lo stesso procedimento, ma aggiungere anche un "punto danno da riparare" per ogni punto di componentistica. Esempio nave Bergamini
    Artiglieria 4
    SAM 5
    SSM 7
    ECM 6
    ASW 5
    Scafo 3 (raddoppiato a 6 per la bassa segnatura radar/sonar)
    Totale costo nave: 33 punti, ognuno dei quali con costo variabile.

    Naturalmente per unità più piccole e meno sofisticate, meno spese, meno tecnologia, meno tempo.
     
  11. PPCT

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    Qual è la scala temporale, 1 turno equivale a un mese?
     
  12. Willy il Peyote

    Willy il Peyote

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    considerati gli scontri navali avvenuti sinora e l'importanza dei convogli, entrambe le fazioni potrebbero convertire le proprie flotte da unità medio-grandi a piccole unità stile MAS per la caccia al convoglio
     
  13. Iscandar

    Iscandar

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    c'è uscito questo
    http://www.vulcanair.com/p68-tc-observer

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  14. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    mezza settimana
    questa è in'ipotesi molto probabile se le perdite navali diventano superiori alle capacità dei cantieri di supplire.
    Il combattimento ad alta inensità è dannatamente letale nell'epoca nostra. Comunque finché navigano sottomarini del calibro del Todaro, sono cazzi per la parte che non ce l'ha.
    se l'alleanza prende Napoli, potrebbe costruire qualcuno di questi cosi, da utilizzare come droni pilotati, una volta che missili aspide e SIDAM dovessero rarefarsi. Alcune unità terrestri sono dotate pure di stinger, ma non tutte.
    Al momento l'alleanza ha in animo, come detto qualche post fa di riattare la linea degli AMX e di intensificare la produzione di Macchi 346. Ma bisogna risparmiare punti produzione, o ottenere aiuti economici dall'estero
     
  15. PPCT

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    Impossibile produrre FREMM in 3-4 mesi, come minimo ci vorrebbe un anno e mezzo. A questo punto mi sembrerebbe più plausibile cercare di rimettere in servizio vecchie navi ormai in disarmo, ad esempio quella bellissima bestiola che è nave Vittorio Veneto, magari con qualche piccolo aggiornamento:happy:.
     
  16. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    diciamo un anno correndo parecchio...96 turni...azz...è sempre un'eternità.
    Attualmente, con le dovute riduzioni di scala (1-2 per le portaerei, incrociatori da battaglia tipo Kirov e SSBN, 1-4 per le navi medie e sottomarini 1-10 per le motovedette e simili),
    le due flotte sono come segue:

    Marina Governativa

    Task Force 12 (Amm Div. Sandro Ventura)
    SS Pelosi cap corv Cesare Ragazzoni
    FFG Bergamini (In riparazione)
    FFG Bersagliere

    Task Force 14 (Amm Div. Giorgio Radice)
    FFG Maestrale (In riparazione)
    CO Minerva

    Task Force 21
    P Cigala Fulgosi
    P Foscari
    P Staffetta

    Task Force S
    M Lerici
    LPD S.Marco

    Amm sq Dino De Foulger – Capo di stato maggiore marina alleanza

    8^ Div Incrociatori
    DDG Doria (contramm Eugenio Lazard)
    DDG De La Penne
    LPD S.Giorgio

    COMSUB
    SS Todaro – Capt Corv Massimo Fiore

    9^ Div Torpediniere
    P Cassiopea
    P Spica
    M Termoli

    CVL Cavour (Deattivata a La spezia equipaggio arrestato)
    8° gruppo CBN AV8+ (Deattivati a La spezia equipaggi arrestati)

    Già adesso, col Bergamini ed il MAestrale in bacino, la marina governativa ha problemi a scortare i suoi mercantili nel mediterraneo occidentale, specialmente se vuole al contempo offendere i convogli alleati da e per il mar nero.

    Tra l'altro; qualcuno sa dove sono queste vecchie navi (le maestrale non aggiornate, le vecchie lupo, le rimanenti minerva ecc.). Sono ancora da qualche parte gli intrepido armati di standard ? Magari qualcuna di queste vecchie tinozze le abbiamo vendute ?
     
    Ultima modifica: 4 Febbraio 2018
  17. PPCT

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    I caccia classe audace sono ormeggiati a la Spezia, ridotti praticamente a un cumulo di ruggine ma ancora stanno a galla.
    A Taranto dovrebbero esserci i due Soldati radiati di recente.
    Gli impavido dovrebbero esser stati demoliti.
    Alpino e Carabiniere non so se siano recuperabili, sono messe talmente male che hanno deciso di demolirle in loco (a La Spezia).
    2 Minerva dovrebbero essere ad Augusta.
    Maestrale è a La Spezia e dovrebbe essere in condizioni decenti, Aliseo è stata disarmata a settembre dell'anno scorso quindi è perfettamente recuperabile.
    Il Da Vinci, di classe Sauro II si trova a La Spezia dal 2010.
     
  18. Willy il Peyote

    Willy il Peyote

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    Che si requisisca lo yacht a Briatore, un po’ di lamiere e qualche batteria di missili e la corvetta è servita
     
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  19. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    20 luglio 2018

    Per la prima volta, e con orrore dell’alto comando della marina governativa, un convoglio in uscita da Livorno non riesce a passare e deve tornare indietro con considerevoli danni: due mercantili colati a picco ed il Pattugliatore Bersagliere mezzo sfasciato. Tutto ad opera dei soliti siluri del sottomarino Todaro e della solita sagacia del suo comandante cap corv Fiore, che oramai in questa guerra si è fatto una certa reputazione: lo chiamano il macellaio di La spezia e lui, che ha già gravemente azzopato la fregata Bergamini, e che oggi può aggiungere il danneggiamento del Bersagliere e l’affondamento di una nave container e di una petroliera, di questo non va perticolarmente fiero. L'ennesima carneficina di marinai italiani civili e militari da lui compiuta nelle prime ore del 20 luglio, lo porteranno, dopo aver messo a rischio la sua nave per soccorrere il più alto numero possibile di naufraghi ed affidarli al largo di Palma di Maiorca alle autorità spagnole, a chiudersi nella sua cabina ed a redigere una lettera di dimissioni dalla marina militare. Il caso è molto complicato, di cui presumibilmente si occuperà la magistratura militare.

    Dall’altra parte del canale di Sicilia, i convogli dell’alleanza continuano invece a sguazzare felici tra Taranto e l’Egeo, dove proprio il 20, un altro gruppo di navi alleate riesce ad entrare nonostante la presenza in zona del sottomarino governativo Salvatore Pelosi. L’entrata non avviene peraltro prima che il Pelosi abbia passato una serie di brutti quarti d’ora prima ad opera di un opera degli ATR-42 antisom basati a Sigonella e poi del cacciatorpediniere Doria, che riesce a piazzare anche un siluro, lanciato da un NH-90 navale, sul battello governativo. Grazie alla buona sorte l’ordigno fa danni limitati in quanto l’angolo di impatto non è stato favorevole; il sottomarino riesce a rientrare a Napoli dopo varie peripezie. Fortemente impegnato dai mezzi antisom della marina alleata, il Pelosi non è mai riuscito a farsi un’idea precisa della posizione del convoglio. L’alleanza, ha la dotrina, i mezzi e la volontà per difendere a fondo il suo traffico mercantile ha dichiarato l’ammiraglio De Foulger.

    Il 36° stormo CBO tenta di forzare le difese del porto di Venezia, dove sono ancorate tutte le forze navali leggere governative. Queste unità sottili vorrebbero uscire per andare a svolgere missioni utili nei due bracci del mediterraneo, ma sono in verità imbottigliate nel mar adriatico, ed il tappo della bottiglia è rappresentato dal cacciatorpediniere De La Penne che fa azione di blocco nello stretto di Otranto pronto con i suoi radar, i suoi Otomat e la sua considerevole artiglieria ad affondare qualunque cosa che provi ad uscire dal braccio di mare adriatico contro la sua volontà.
    Forte del fatto che queste navi sono praticamente bloccate nel loro porto, il 36° predispone una missione di attacco Hi-lo-Hi, al limite dell’autonomia. Assegnati due aerei: quello del maggiore Ardito con un altro velivolo della sua squadriglia. Obiettivo sfasciare quante più navi possibile adesso che sono ferme nei porti, stile notte di Taranto nel 40. I Tornado IDS, carichi di bombe RET, arrivano ululanti dal mare, sollevando non poca acqua praticamente sbarbando i flutti. Quando appaiono subito sopra l’orizzonte della laguna, la reazione della contraerea è rabbiosa ed anche fortunosa, visto che un singolo radar skyguard riesce ad agganciare all'ultimo momento gli aviogetti, evitando ai governativi una violenta sorpresa. Una valanga di Aspide lanciati da almeno 3 diversi battaglioni si abbatte sulla coppia di Tornado, prima che una volta vistasi individuata, la coppia potesse invertire la rotta. Il tornado del maggiore Ardito viene colpito in pieno ed esplode in mille pezzi che impattano le onde immediatamente data la quota del velivolo. Il maggiore Amanda Ardito ed il capitano Massimo Urbinati perdono la vita. Il maggiore lascia il Marito ed una bambina di quattro anni. Il secondo Tornado, constatato che non è giornata, vira di bordo e torna difilato in Puglia.

    Sulle alpi liguri, continua il letale gioco a mosca cieca tra reparti di fanteria leggera delle due parti per il controllo della costa, che oramai è totalmente nelle mani dell’alleanza. C’è da dire che i governativi non hanno fatto nemmeno sovrumani sforzi per perpetrare il loro controllo di quest’area, essendo la loro base logistica nella zona tutta da costruire. Comunque, reparti misti del battaglione Montecervino, e reparti speciali della polizia di stato hanno dato la caccia per quattro giorni a nuclei di incursori che si aggiravano nella zona di confine tra Italia e Francia nell’area Cesio – Pieve di Teco. La partita a nascondino è durata fino a quando gli incursori dell’esercito sono riusciti a tendere un’imboscata alle truppe nemiche che conducevano il rastrellamento, da posizioni accuratamente camuffate. Prima il fuoco di cecchini isolati, poi accompagnato da quello di veri e propri nidi di resistenza preparati in posizioni praticamente invisibili, hano indotto gli alpini a fare un passo indietro ed a ritirarsi con perdite sensibili. Il giorno seguente, gli incursori del 9° battaglione col Moschin sono stati evacuati via elicottero e tramite un largo giro sul mar ligure, riportati a Pisa, non avendo la zona di confine più nessun valore bellico al momento per i governativi. Un portaavoce dell’alleanza, in un bollettino ufficiale ha invece parlato di importante vittoria per le forze alleate che hanno finalmente ripulito l’intera costa ligure da truppe nemiche che potevano rappresentare un pericolo per la sicurezza del Piemonte e della capitale.

    Sul fronte partenopeo, entrambe le parti cercano di rinforzare le loro posizioni per l’attesa ed annunciata operazione dell’alleanza per la conquista di Napoli. Questo sarebbe il primo duro colpo politico portato ai governativi. La propaganda alleata ha molto martellato sul fatto che i governativi non hanno il pieno controllo delle loro città, specialmente i grandi centri, ma ancora non si è fatto nulla per dare concretezza a queste affermazioni. La brigata meccanizzata aosta ha di nuovo la strada per Roma a portata dell’artiglieria e pattuglie di bersaglieri hanno posto blocchi stradali. I rifornimenti alla città partenopea sono di nuovo bloccati, ma il comando govenrativo ha già messo in atto le misure per spezzare questa linea di assedio. Un battaglione di carabinieri ed uno di fnteria sono in marcia per riprendere il controlo della autostrada, sempre che l’attacco alleato su Napoli non si materializzi prima.

    Il consolato americano è entrato in stato d’allarme massimo ed è iniziata l’evacuazione delle famiglie dei militari americani stanziati a Napoli. Anche le famiglie dei funzionari consolari stanno essendo evacuati tramite ponte aereo e navale e fanno ritorno negli Stati Uniti. Militari della brigata speditiva dei marines USA garantisce la sicurezza nelle zone di evacuazione, con i soldati in pieno assetto da guerra. Il segretario di stato americano ha rilasciato una nota di avvertimento ufficilamente a tutte le parti in conflitto ma in pratica al comando dell’alleanza, che rende noto che gli Stati Uniti d’America prenderanno molto sul serio la situazione dei loro connazionali che per qualunque motivo si dovessero trovare costretti nelle zone di operazioni. Un velato avvertimento all’alleanza che si sta preparando ad investire Napoli con tutte le forze terrestri dipendenti dal comando sud.

    Il ministro degli esteri dell’alleanza MAssimo Cacciani ha prontamente replicato che la sicurezza dei civili americani nonché quella del loro personale militare, sarebbe meglio garantita se gli americani accelerassero le procedure di evacuazione e cominciassero quelle di smantellamento delle loro installazioni militari in Italia; cosa che dovranno fare comunque una volta che l’alleanza si troverà alla guida dell’Italia, in quanto il nuovo governo italiano è fermamente intenzionato a rivedere sia il trattato di pace del 47, definito oramai anacronistico, che i trattati bilaterali sulla presenza di personale militare americano in territorio italiano.
    Nubi si addensano sui raporti USA-Alleanza.
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  20. PPCT

    PPCT

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    L'Alleanza sta tirando troppo la corda con gli Stati Uniti, è pazzesco che non si sia già spezzata.
     

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