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I Caledor

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da ruten_ita, 10 Luglio 2013.

  1. alberto90

    alberto90

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    In realtà il nome italiano di Poppo è Poppone .... fa schifo ma è esistito storicamente. Mi pare che fosse un Patriarca di Aquileia ... credo intorno al 900 dopo Cristo.
     
  2. ruten_ita

    ruten_ita

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    ok è partita la guerra civile per il trono della Confederazione voi per chi parteggiate? Per il Bistrattato Sergonis oppure per il piccolo Alvydas e la sua onnipresente madre? Magari con il vostro supporto una delle due fazioni vincerà XD
     
  3. alberto90

    alberto90

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    Alvydas .... che il cristianesimo si diffonda nelle gelide terre del nord.
     
  4. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    Sergonis!

    per alberto90: sicuro nel 900? mi sembra che il Patriarcato di Aquileia sia nato nel 1077 (fonte wikipedia, quindi probabilmente hai ragione tu...)
     
  5. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Viva Sergonis!
     
  6. alberto90

    alberto90

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    In realtà non ho ragione .. il patriarca Poppone ( 1019 - 1042 ) consacrò la basilica di Aquileia nel 1031, quindi hai ragione tu.
     
  7. ruten_ita

    ruten_ita

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    Alvydas I ( nato Alvydas Aleris Caledor) della Confederazione polacco-prussiana detto “Il Drago Bastardo”
    (Brandeburgo 8 gennaio 969/ Altmark 26 novebre 1030)

    Figlio quintogenito di Arelis II e della concubina poi regina Khuntha di Boemia, salì al trono ad appena 4 anni lasciando ovviamene tutto il potere nelle mani della reggenza tenuta da sua madre. Dopo il funerale cristiano il feretro venne condotto non senza attriti a Marienburgo ove venne tumulato nel complesso tombale di famiglia, alcuni dicono con rito pagano.

    Un anno esatto dopo la morte del re si erano formate a corte due fazioni ben distinte

    • I lealisti formati per lo più dai nobili polacchi convertiti, i quali sostenevano i diritti di Alvydas al trono; comandati dalla regina madre Khuntha
    • I restaurazionisti comandati da Ulitis Caledor e formati da quasi tutti i nobili prussiani che si erano convertiti al cristianesimo per amore del loro re ma che ora rinnegavano la nuova religione tornando alle vecchie tradizioni e sostenendo il principe Sergonis come reale detentore del titolo del trono della Confederazione

    Ovviamente la situazione precaria non sarebbe durata, sarebbe bastata un'inezia per scatenare la guerra; ciò avvenne nel 973 quando le guardie di Sergonis fermarono un sicario che torturato rivelò di essere stato assoldato da Budzibuwj Lechoswicz Duca della Bassa Polonia e braccio destro della regina.

    Ulitis Caledor inviò un ultimatum a corte con la richiesta di destituzione di Alvydas a favore di Sergonis; richiesta prontamente respinta dalla regina: era guerra.
    Gli schieramenti erano così formati:
    Lealisti:
    Budzibuwj II Lechoswicz Duca della Bassa Polonia
    Zygmut I Lechoswicz Duca della Grande Polonia
    Bonzca I Sieradzki Duca di Kuyavia
    Glande I Lach Duca di Slesia
    Territori regi (conti e baroni)
    Truppe cristiane

    Restaurazionisti:
    Ulitis II Aenarion Caledor Duca di Prussia
    Dagonis I von Seidlitz Duca di Pomeralia
    Nomedas I von Gandsk Duca di Macleburgo
    Vajone I Regina delle tribù di Lituania e Curlandia
    Truppe fedeli di Sergonis Ultis

    Il primo anno di guerra vide una rapida avanzata delle truppe pagane dalla Prussia verso il cuore della Confederazione, puntando verso il Brandeburgo, sfruttando l'iniziale disorganizzazione delle truppe regie.
    Ulitis e Sergonis riuscirono ad arrivare sino alle porte di Brandeburgo, ma nemmeno dopo 3 settimane d'assedio il grosso dell'esercito confederato arrivò in loco obbligando i pagani a muoversi rapidamente per evitare lo scontro. In verità il contingente principale dell'esercito prussiano si stava muovendo verso Cracovia per cingere d'assedio i territori polacchi, fermandosi però a Plock, antica capitale del regno di Prussia ed ora difesa dal conte Golding I Caledor detto “la montagna” fedele alla corona.

    Per motivi di prestigio i soldati di Sergonis cinsero d'assedio il castello assaltandolo più volte ed ottenendo sempre gravi perdite. La strenua difesa del fortilizio diede ai generali confederati il tempo di riorganizzarsi e marciare verso Plock; riuscendo a scontrarsi finalmente con l'esercito nemico.

    Fu una delle battaglie più sanguinosa avvenute nell'area, con ambo le parti decise a non mollare ed entrambe cariche di odio reciproco. I pagani sapevano che una sconfitta avrebbe decretato la fine delle antiche tradizioni oltre alla messa a morte di molti di loro; i polacchi combattevano per una rivalsa nei confronti degli ancestrali nemici prussiani e per difendere le loro case.
    La battaglia seguì fasi alterne con atti di eroismo da ambo gli schieramenti ma alla fine, con l'uccisione del Duca Zygmunt il morale dell'esercito regio cedette ed andò in rotta. La battaglia fu devastante per tutti; i cronisti dell'epoca sostengono che il numero di morti era tale che i sopravvissuti incespicavano sui cadaveri o scivolando nel terreno reso soffice dal sangue.

    Nonostante la sconfitta l'esercito restaurazionista non ebbe la forza necessaria per distruggere completamente le forze lealiste e si limitò a terminare l'assedio di Plock che capitolò poco prima dell'inverno; qui Sergonis ordinò l'installazione dei quartieri invernali in attesa dei rinforzi della moglie.
    Intanto il maresciallo del regno Balka dovette riformare le truppe e grazie ad ingenti fondi papali riuscì a reclutare nuove truppe mercenarie per rinfoltire i ranghi più velocemente dei nemici. Con una strabiliante marcia forzata portò il nuovo esercito a Plock. Sergonis e i suoi generali temendo lo scontro si ritirarono lasciando Plock in mano ai polacchi; superarono poi il confine attestandosi in Prussia. Balka insieme al Duca Budzibuwj della Bassa Polonia portarono le proprie forze oltre i confini della Prussia facendo retrocedere rapidamente i nemici, che per necessità si spostarono sempre più ad est in territorio Lituano andando incontro ai soldati di Svajone.

    L'esercito regio si fermò in Prussia e contro il parere contrario di Balka venne dato ordine di saccheggiare e distruggere a volontà. La devastazione epocale colpì tutta la Prussia e nulla fu risparmiato, nemmeno la tomba dei Caledor che venne saccheggiata e i corpi bruciati. Colmi di odio e rabbia i pagani attaccarono l'esercito cristiano nei pressi di Scambia ottenendo una magra vittoria riuscendo a respingerli fuori dai territori della Prussia. Tutti e due gli schieramenti erano stremati e Sergonis volutamente chiese un incontro in cui si sarebbe siglata la pace. Tale incontro avvenne lungo il confine fra Polonia e Prussia e si risolse con una pace bianca riportando lo status quo anteguerra (fu la prima volta che i due fratelli si viderero e anche l'ultima).

    Soddisfatta la Regina ordinò l'arresto di tutti duchi che vennero poi condannati a morte e le loro famiglie costrette alla conversione forzata. In tutta la Confederazione calò il silenzio rotto solo dal pianto delle vedove e dei parenti in cordoglio per le perdite dei loro figli e mariti. Di tutti i territori devastati il più vessato fu la Prussia che perse buona parte della sua popolazione, il suo amato duca e la sua stessa identità con la distruzione dei luoghi di culto principali: la Prussia passò quindi da prima regione della confederazione a mera zona di provincia semi spopolata.

    La guerra fu chiamata anche guerra dei due Draghi (per via del simbolo dei Caledor) e costò molto alla Confederazione facendole perdere alcuni territori a favore degli scandinavi.
    Il resto dell'infanzia di Alvydas fu tranquillo e a 18 potè sposarsi con la sua promessa sposa, la corpulenta Granduchessa di Lussemburgo e Bassa Lorena Eloine Karling. Il sovrano passò la vita a riparare ai danni di guerra e a recuperare i territori della confederazione riuscendo in entrambi gli intenti. Per il resto il suo regno fu abbastanza improntanto sull'evangelizzazione dei territori interni alla Confederazione.

    Famoso fu la firma fra la nobiltà polacca e Alvydas del trattato di Brandeburgo che siglava il passaggio permanente della corona polacca nelle mani dei Caledor. Respinse più volte razzie dei vichinghi tentando inutilmente la loro conversione.

    Verso la fine della sua vita riconquistò alcuni tratti della Sassonia perduti dal regno Germanico.
    Morì durante una battuta di caccia nell'Altmark a seguito di un trauma cranico dovuto ad una caduta da cavallo. Fu il primo reale Caledor a farsi tumulare nella cripta sotto la cattedrale di Cracovia

    Si Sposò con Eloine Karling ed ebbe 6 figli: 4 maschi e 2 femmine

    Dagonis Aenarion: primogenito deceduto a seguito di incedente
    Balka Ulitis: secondogenito erede del titolo di Ducato di Lussemburgo; fondatore della casa cadetta dei Caledor di Lussemburgo
    Auctune Arelis: terzogenito erede del titolo del Ducato di Bassa Lorena; fondatore della casa cadetta dei Caledor di Lorena
    Ulinniks Karl: quartogenito erede del titolo di Re della Confederazione polacco-lituana detto il “tedesco”
    Galedis: quintogenita
    Verla: sestogenita

    Tratti fisici: nessuno Tratti caratteriali: Tocco di mida, avido, appagato (poi perso) , calmo, casto, accidioso (poi perso) e gregario.

    Persona poco portata alla guerra, fu sempre sottovalutato da tutti, tratatto con superficialità dai suo pari e protetto da una castrante madre. Si dimostrò abile col denaro risanando anche i maniere poco ortodosse e invise al popolo l'economia della Confederazione dai danni della guerra e della madre.
    Attivo nel portare il verbo di Dio ai miscredenti pagani fallì quasi sempre e l'opera di evangelizzazione interna al paese portò solo timidi successi, specialmente nelle regioni del sud.

    Amante della vita mondana e delle feste, non tradì mai però sua moglie, nonostante l'aspetto non bellissimo della donna, riuscendo a portare a termine con profitto i suoi doveri coniugali. Recuperò i territori persi dalla Confederazione ma non si spinse in vaste opere di conquista tranne il timido recupero dei territori sassoni. Ulteriori conquiste furono ad opera esclusiva dei suoi vassalli.

    La confederazione dopo il trattato di Brandeburgo del 1 marzo 1024
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    La Confederazione alla morte di Alvydas I
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    P.S: Ringraziate il Papa XD
     
  8. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Buuuu, gli antichi dei torneranno di persona ad imporre il loro culto!
     
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  9. ruten_ita

    ruten_ita

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    Ammetto di aver giocato con i pagani per mettere sotto scacco i cristiani, il problema è che il papa gli ha dato dei soldi : / ed io mi son ritrovato contro un esercito di mercenari fresco a cui non sono riuscito a tenere testa.
     
  10. ruten_ita

    ruten_ita

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    Ulliniks I (Nato Ulliniks Karl Caledor) della Confederazione polacco-prussiana detto "il Tedesco"
    (Brandeburgo 5 novembre 1019 ; Kyrki (Podslasie) 22 marzo 1041)

    Dopo la revisione delle leggi confederate, Ulliniks potè fregiarsi del titolo di "Principe di Polonia" e per dare maggior risalto alla cosa venne creato duca di Pomerania. Alla morte del padre salì al trono dimostrando subito un carattere ambizioso e aggressivo. Pochi mesi dopo essere stato incoronato marciò contro ciò che rimaneva della Grande Moravia, ormai completamente disgregata per le lotte intestine. Pezzo per pezzo tutti i territori vennero conquistati ed al terzo anno di guerra anche Praga cadde nelle mani della Confederazione. Purtroppo durante le ultime battute dell'assedio un difensore ferì il Re con una freccia al braccio; la ferita portò ad un'infezione con conseguente amputazione dell'arto sino a metà avambraccio. Nonostante la menomazione lo spirito del sovrano non fu ferito ed anzi mostrò baldanza nel mostrare quello che riteneva il suo trofeo "più bello".

    Nonostante la verve militare fu comunque buono e magnanimo coi boemi sconfitti lasciando a coloro che si erano arresi il controllo dei loro feudi. Nonostante le sue richieste però non potè fregiarsi del titolo di Re di Boemia per via degli attriti dei polacchi che mai avrebbero permesso a degli stranieri di equipararsi al loro livello. Ufficialmente quindi Ulliniks divenne "Protettore di Boemia e Moravia". Si prodigò subito per la ricostruzione elargendo grandi somme di denaro per le vedove e gli orfani di ambo gli schieramenti ricevendo gratitudine per i suoi buoni gesti.

    Paco dei successi militari avviò una pesante riforma interna con l'intento di esautorare i nobili dai loro poteri, riuscendoci in parte. Nel 1036 respinse una grande invasione scandinava sulle coste prussiane, ricacciando indietro gli invasori. lo stesso anno il Ducato di Grodno si staccò dal Regno di Lituania per attriti con la nuova casata regnante. Ulliniks colse l'attimo e mosse l'esercito verso il ribelle venendo in breve a capo delle misere milizie del piccolo duca pagano. Il Re di Lituania e cugino Makadis Caledor però marciò subito per riprendere le terre di suo legittimo possesso. Ulliniks mandò un piccolo contingente delle sue truppe per sviare il grosso dell'esercito lituano per darsi tempo e terminare l'assedio a Grondo, ma il piano fallì e i due sovrani si scontrarono sul campo di battaglia.

    Durante la pugna il giovane Re della Confederazione si lanciò insieme alla sua guardia verso il centro nemico tentando di raggiungere suo cugino, rimanendo pericolosamente isolato. Makadis lanciò tutte le sue riserve nel tentativo di uccidere il parente e i suoi uomini mentre su tutto il campo di battaglia il peso delle armate confederate stava avendo ragione dell'esercito lituano. Alla fine dopo una furiosa resistenza Ullinkis venne abbattuto, spogliato dei suoi paramenti reali mentre la sua testa impalata su una picca venne alzata sul campo di battaglia come monito ai cristiani.

    L'azione volta a rompere il morale delle fila confederate fece invece accendere un furioso rancore ed odio per la morte di un sovrano amato dal popolo. Un ultimo attacco portò alla rottura dello schieramento lituano che si disperse. Alla fine la vittoria arrise ai polacco-prussiani e il ducato di Grodno fu annesso al demanio ma al prezzo della vita del re stesso.

    Il corpo di Ullinkis non fu mai ritrovato così come la sua testa non potendo quindi essere sepolto nel sepolcro famigliare a Cracovia. Papa Urbano VIII lo proclamò martire e beato.

    Sposò la principessa Anna Yngling di Norvegia ed ebbe un maschio e una femmina.

    Budo Aenarion: primogenito erede ai titoli di Re della Confederazione polacco-prussia e Protettore di Boemia e Moravia
    Mila: secondogenita

    Tratti fisici: nessuno; Tratti Caratteriali: Abile stratega, iracondo, ambizioso, buono, caritatevole, coraggioso, superbo e duellante.

    Nonostante il breve regno grazie alla sua grande ambizione conquistò vasti territori in breve tempo; inoltre fu il primo a fregiarsi del titolo di SAR (Sua Altezza Reale, poi usata sempre dai suoi successori) a livello europeo grazie ad una dispensa papale. Il suo obiettivo era di rendere la Confederazione uno stato al pari dei regni dell'europa centrale, strappando il potere dalle mani della vanagloriosa nobiltà, accentrandolo nelle mani dei Caledor; non sapremo mai se avrebbe avuto successo o no data la prematura morte.

    Fu comunque compianto dalla popolazione per il suo animo gentile e premuroso verso il volgo tanto bistrattato dai signorotti, che al contrario festeggiarono la morte di un sovrano tanto pericoloso.

    Sua Altezza Reale Budo I (nato Budo Aenarion) della Confederazione polacco-lituana e Protettore di Boemia e Moravia
    (Brandeburgo 13 novembre 1038; Brandeburgo 8 maggio 1055)

    Molto attaccato al padre, fu traumatizzato nel sapere della morte del genitore. Venne quindi rapidamente incoronato a Cracovia mentre i nobili polacchi e prussiani si contendevano la reggenza del sovrano di una delle più grandi potenze d'Europa; tale corsa venne vinta dal Duca della Grande Polonia Kazimierz I che divenne reggente.

    Budo comunque crebbe in una specie di prigione idilliaca, in cui ogni suo desiderio veniva esaudito ma in cui in pratica era segregato dato che non gli era permesso nemmeno di uscire fuori dalle mura del castello se non per visite ufficiali. Verso i 12 anni iniziò a mostrare alcuni segni alquanto preoccupanti per un sovrano del suo rango: egli difatti si era attorniato di un gruppo di giovani cortigiani e figli di vassalli con cui "giocava" durante le notti nei suoi appartamenti in cui a nessuno era permesso entrare.

    Adottò comportamenti sempre più depravati come l'uso di travestirsi da dama truccata e agghindata, andando in giro per il castello e facendo arrestare chiunque non si inginocchiasse subito alla sua persona.
    Rifiutò ogni proposta di fidanzamento con principesse di varie casate europee portando i sovrani a minacciare ritorsioni per tali affronti ( aveva chiamato la figlia del re di Lotaringia e Germania balena con le trecce). I suoi gusti omosessuali vennero palesati a tutti quando istituì una sottospecie di bordello privato a suo uso e consumo, con dentro solo i ragazzi da lui scelti personalmente. Si dimostrò inetto ed incapace; totalmente diverso dal padre in ogni aspetto. Fu odiato dal popolo e dai nobili in special modo per i suoi comportamenti inaccettabili per un Re.

    Durante un'uscita per la caccia al falcone con il suo amante e scudiero venne colpito da una serie di frecce vaganti, morendo dopo ore di agonia in solitudine. Venne ritrovato alcune ore dopo dal guardiacaccia rimasto assente per qualche tempo e che venne giustiziato per questo.


    Alla sua morte era ancora nubile.

    Tratti fisici: nessuno Tratti caratteriali: Spendaccione, omosessuale, lunatico, crudele, lussurioso e codardo

    Pessimo sovrano e uomo; portò scompiglio nel regno con i suoi modi e le sue uscite sempre più strane ed assurde. Non fece nulla di eclatante a parte morire in maniera miserevole, venendo sepolto in tutta fretta senza una grande cerimonia. Molti sostengono che fosse malato mentale o comunque il trauma subito da piccolo lo avrebbe influenzato negativamente durante la sua vita. Scialacquò le casse statali in lussuose feste ove orge e narcotici esotici erano la prassi.

    Il regno alla morte di Budo I e all'incoronazione di Mila I
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  11. alberto90

    alberto90

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    Che brutta immagine che dai del povero Budo ..... era gay e allora? deve per forza essere crudele, pazzo e drogato? XDDD
     

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