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[HoI2DD:ARMA] Germania Vs Resto del Mondo

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Intruppoman, 18 Novembre 2011.

  1. Intruppoman

    Intruppoman

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    No ay problemo chico :approved:
    Posso prendere lo screen da un salvataggio a settembre '45, spero vada bene lo stesso ;)
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  2. coluicheregna

    coluicheregna

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    numeri mostruosi!io al massimo arrivo ad averne un centinaio complessivo di aerei,perchè preferisco focalizzarmi sull'Heer.
    e poi io prefeisco fare il furbacchione con le sacche in russia XD
     
  3. Intruppoman

    Intruppoman

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    Dovendo affrontare tutto il mondo insieme è necessario avere questi numeri mostruosi, altrimenti non vai da nessuna parte :cautious:
     
  4. Intruppoman

    Intruppoman

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    1946

    Anche stavolta ho poco tempo, la raccolta delle olive è impegnativa :shy:

    guerramondiale110.jpg
    Si continua la passeggiata in russia. Dall'inizio di Barbarossa ho scelto di non distruggere più armate sovietiche, nè di fare sacche. Rullo compressore e basta, le armate russe saranno solo spinte verso est. A momenti ci sarà l'annessione dell'Estonia.

    guerramondiale111.jpg
    Le difese costiere non riescono più a reggere, gli americani sfondano a Lisbona, in mare si avvistano flotte mostruose composte da sole CV :cautious:
    Gli americani verranno ributtati in mare, ma questa piccola batosta mi convincerà a creare davvero la Fortezza Europa. Dai fiordi norvegesi fino alle più remote coste della penisola arabica, viene varato un immenso piano di costruzione di difese costiere. Ogni provincia costiera sarà potenziata al massimo.

    guerramondiale113.jpg
    Il fronte si è esteso di parecchio. Prima di proseguire serve un piccolo aggiustamento del fronte.

    guerramondiale114.jpg
    Dopo l'aggiustamento il rullo compressore riparte, più aggressivo di prima viste le temperature calde ;)

    guerramondiale115.jpg
    Si rulla anche in Persia :contratto:

    guerramondiale116.jpg guerramondiale121.jpg guerramondiale124.jpg
    La Fortezza Europa inizia a prendere forma.

    guerramondiale117.jpg
    Manitù mit uns!!!

    guerramondiale118.jpg
    L'invasione russa procede spedita, Moska è moolto vicina.

    guerramondiale119.jpg
    E' giunta l'ora della Persia, sarà annessa a giorni.

    guerramondiale122.jpg
    L'Afghanistan è troppo debole, annetterlo è più facile che bere una banana [cit. Zio Adolf]

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    Altra flotta americana avvistata sopra l'Irlanda, sembra che producano portaerei come se fossero noccioline.

    Il 1946 si chiude con l'annessione di Estonia, Lettonia, Persia e Afghanistan.
     
  5. Padre_Mariano

    Padre_Mariano Guest

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    Ma non si avanza più?
     
  6. Intruppoman

    Intruppoman

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    Avanza avanza ;) quando ho iniziato a scrivere questo aar ero già ad agosto del '49.
    Ho da raccontare, ma ci vuole un pò per scriverlo.
     
  7. Caius Caesar

    Caius Caesar

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    é davvero un aar stupendo complimenti!! Visto che la caduta della russia mi sembra molto vicina, che piani hai per il futuro?? una batosta agli USA o magari le colonie africane??
     
  8. Intruppoman

    Intruppoman

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    1947-1948

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    1 Gennaio 1947, Quartier Generale della Heer, Berlino.


    Sono passati otto anni dall'inizio di questa follia, che ha scaraventato il mondo nella voragine della Guerra e della distruzione.
    Otto anni lunghi di sacrifici e sangue, anni che hanno visto l'ascesa e rinascita della più grande potenza militare del mondo e forse della sua intera storia.
    La Germania ha ormai ridotto in cenere i suoi nemici della porta accanto, dando fondo attutte le sue riserve per armare un popolo che non teme confronti e la cui volontà trionfa ovunque il suo sguardo si posi.
    La sicurezza francese è stata infranta in pochi giorni, pochi quanti ce ne sono voluti alla formidabile Wermacht prima per vanificare la tracotante opera difensiva del signor Maginot ed infine per sgretolarla sotto i colpi dei terribili obici, battezzati dalla forgia del dio Odino.
    La Polonia ha visto il suo sogno di libertà infrangersi sulle fulgide corazze dei panzer germanici, così come la sciocca speranza ispanica di tenersi in disparte e non incrociare mai lo sguardo del temibile fante tedesco.
    Dove l'uomo ha fallito con le sue ingegnose fortificazioni, anche la natura ha dovuto piegarsi alla marea nera nazista; Così le divine Alpi non hanno salvato l'Italia dalla sua impietosa sorte, pian piano ogni resistenza è stata costretta al silenzio e per una volta ancora la città eterna ha conosciuto l'umiliazione della conquista.
    L'Europa tutta ha chinato il capo di fronte al suo nuovo dominatore, financo l'imprendibile isola dei britanni, scoglio superbo che mille e più conquistatori ha respinto nella storia, ora giace sommessa sotto il lucido stivale teutonico.

    La Germania domina, dal mediterraneo al polo nord, dalle colonne d'ercole alle steppe della nevosa Russia; laddove ormai si addensano, come nubi di tempesta, armate immense e mezzi ingentissimi da ambo le parti.
    Non vi è dubbio quindi, il 1947 sarà l'anno decisivo, l'anno dell'Invasione dell'unione sovietica!


    Febbraio 1947, Bordate nel baltico, la kriegsmarine in azione !

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    Nonostante i fondi dedicati in bilancio alla Marina rimangano piuttosto ristretti in confronto alle ben più generose risorse messe a disposizione degli altri corpi della Wermacht, la Flotta tedesca ha compiuto il suo lavoro egregiamente.
    L'uso massiccio della perfezionata macchina sottomarina, ha messo alle strette tutte le altre potenze navali del mondo, nonostante la sfacciataggine mostrata nell'inviare sempre maggiori unità di superficie a minacciare le coste di quella che va' definendosi, la fortezza Europa.
    Un opera titanica, che richiama alla memoria le mitologiche mura ciclopiche di Troia od i maestosi ed interminabili valli dell'impero romano.
    Ma non bastano semplici rocce a tenere a bada il nemico straniero, non più, non nel ventesimo secolo;
    Oggi le mura di Europa si ergono sulle frastagliate coste atlantiche, difese da migliaia di bocche da fuoco, camminano sui mari, sotto forma di incrociatori e corazzate metalliche, sotto di essi, nelle fredde profondità marine, dove branchi di u-boat pattugliano costantemente e silenziosamente ogni metro cubo di oceano, ed ancora si innalzano nei cieli prendendo parvenza di uccelli rapaci, le aquile della Luftwaffe, pronte ognitempo a lanciarsi, come arpie erinniche, su qualsiasi nemico pensi soltanto, di metter piede sul suolo ormai trofeo del millenario Reich.
    Solo la perfetta collaborazione fra forze armate di aria e di mare, ha permesso di arginare i sempre più arditi e colossali tentativi, da parte della USN soprattutto, di sferrare un colpo mortale alla "Fortezza Europa", tentando disperatamente di ricreare un secondo dispendioso fronte, alle spalle della Wermacht, sempre più impegnata nelle operazioni di sfondamento sul fronte orientale.
    In Questo quadro delle operazioni, fulgido è stato l'esempio delle unità della Flotta del mar Baltico, capitanate dal gran ammiraglio, Rolf Hans Wilhelm Karl Carls.
    Già assunto all'altare degli eroi della Patria per aver guidato la prima operazione navale della guerra, dando l'ordine di aprire il fuoco su Danzica nel 1940, ha dovuto fronteggiare una delle più imponenti offensive marittime nemiche.
    Due squadre navali britanniche irrompevano infatti in quei giorni nel mar Baltico, attraverso il pur munitissimo stretto di Kattegat, col favore delle tenebre ed ingaggiando una durissima lotta con le difese costiere; l'obbiettivo, quello di permettere lo sbarco di un forte contingente nella Penisola scandinava, distraendo truppe e mezzi dalle prinicpali direttrici d'attacco verso Mosca e Stalingrado, dove ormai la resistenza sovietica vacillava.
    Nello scontro, seppur in inferiorità numerica, la Kriegsmarine è riuscita, ancora una volta, a confinare nei gelidi abissi le titaniche corazzate di sua maesta; calpestando nuovamente l'orgoglio, già fortemente debilitato, della tradizione marittima anglosassone, rea di non aver ancora compreso la superiorità del binomio aereo-navale, tanto fedelmente incarnato nella perfettissima macchina bellica germanica.
    intanto, mentre la testardaggine d'oltre-oceano, contribuisce ad innalzare il fondale marino con milioni di tonnellate di naviglio, che non toccheranno mai le sacre sponde di Europa, il Reichstag si appresta a varare il più ambizioso piano di rinnovamento della flotta teutonica. Con l'impostazione, nei segretissimi bacini della Kriegsmarine, di modernissime ed imponenti unità da battaglia nuclearizzate, si rafforza la speranza che i primi anni della nuova decade, vedano i sette mari solcati da una nuova potenza navale, in grado di portare il sacro fuoco di Thor in ogni angolo della terra non ancora assoggettato alla grande Germania.
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    Marzo 1947, Operazione Drakkar

    Inseguito alla totale occupazione della Gran Bretagna, l'alto comando tedesco, studiò accuratamente un piano per eliminare l'ultima minaccia a breve raggio sul fronte occidentale, rappresentata dall'Isola vulcanica islandese.
    Divenuta per breve tempo germanica a seguito del trattato di Esbjerg, con il quale la Danimarca, sconfitta, ne faceva trofeo di guerra, era stata immediatamente e preventivamente occupata da forze della coalizione anglo-francese, per i quali rimaneva un cardine strategico fondamentale per l'attuazione di ogni futura operazione anfibia, tesa alla riappropriazione del proprio suolo nazionale.
    Era perciò necessario distruggere per non lasciare al nemico quella base avanzata, per consolidare ulteriormente la sicurezza delle coste continentali.
    Il 22 Marzo fu il giorno deciso per l'attacco, sulle spalle della Luftwaffe sarebbe gravato l'intero onere della missione, e così fu.
    All'alba, un secondo sole si alzo all'orizzonte nelle acque antistanti l'isola, il porto di Reykjavík, avvolto nelle fiamme delle esplosioni, pareva un unica terrificante palla di fuoco.
    Le navi alla fonda, i resti di due delle più potenti marine militari del mondo, ardevano, risuonanti di scoppi e grida terribili, era solo l'inizio.
    Due ore più tardi infatti, una nuova forza aerea, ora indisturbata dopo la distruzione delle principali difese antiaeree e dell'aereoporto, poteva dare inizio a una nuova missione di bombardamento.
    Una nuova dimostrazione delle capacità inarrivabili del popolo tedesco in armi.
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    Aprile 1947, Fronte Orientale, Mosca brucia!


    A Smolensk, 360Km da Mosca, lo Stato Maggiore tedesco si riunisce segretamente per la pianificazione dell'assalto finale alla Capitale Sovietica.



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    Von Manstein, il Vichingo :

    Direttamente da Leningrado, già conquistata mesi addietro al termine dell'operazione "Orda Vichinga", giunge il Generale Von Manstein, al Comando del XXIII Corpo d'Armata.
    In pochi mesi ha potuto, grazie agli sforzi combinati di Aviazione, Marina e truppe di terra, completare l'occupazione totale della Scandinavia, respingendo sulle aguzze scogliere norvegesi i corpi di spedizione alleati, immolati inutilmente nel tentativo di rallentare l'avanzata tedesca.
    Tale Operazione iniziata fin dal 1940, con la conquista di Danimarca e Norvegia, rappresenta ora, con la presa di Leningrado, grazie ad una astuta e rapidissima offensiva a sorpresa, un azione preliminare di indubbia importanza, con l'acquisizione di teste di ponte oltre il confine finnico e il ripiegamento delle truppe sovietiche a sud-est, direttamente verso le istallazioni difensive della Capitale.
    Inoltre la popolazione scandinava ha mostrato fin da subito un ottima predisposizione nei confronti delle truppe d'occupazione, acclamate in innumerevoli occasioni come amiche e l'unica speranza contro la pressante presenza sovietica ormai alle porte del Baltico; pertanto negli anni scorsi, si è registrata una vastissima adesione alla causa Nazional-socialista, con numerose migliaia di reclutamenti nelle forze armate, che hanno permesso la creazione di nuove unità necessarie per lo sforzo bellico.


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    Rommel, la Volpe del Deserto :

    Rommel ha invece lasciato appositamente la direzione dell'Operazione "Alexander", partorita da lui stesso un anno addietro, e forse il maggior successo strategico-militare della guerra finora combattuta.
    Al comando della sua XXXII ArmeeKorps, ha compiuto imprese grandissime, come la Conquista del Canale di Suez, intrappolando diverse centinaia di migliaia di truppe anglo-francesi in africa settentrionale oltre a bloccare e fortificare il canale, in modo da impedirne il forzamento da parte di incursioni navali nemiche.
    Con i suoi mezzi, agili e veloci grazie ad accurate modifiche, si è lanciato alla conquista di tutto il Medio oriente arabo e delle sue enormi richezze energetiche, fino a raggiungere, come il grande condottiero di duemila anni prima, le sponde del fiume Indo.
    Non pago degli obbiettivi raggiunti, si era infine lanciato alla conquista del Caucaso, privando così i bosclevichi dello sbocco sul mar Nero e dell'importantissimo sito petrolifero di Baku, terza città industriale e primaria fonte di approvvigionamento per le truppe a difesa di Stalingrado, insieme a Mosca ultima roccaforte sovietica in Occidente.


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    Guderian, il Padre della Guerra Corazzata:

    Ad accoglierli, il FeldMaresciallo Guderian, sotto al braccio un folto rotolo di mappe ed ordini impartitegli da Hitler in persona, dietro di lui una ventina di alti ufficiali che lo avrebbero assistito nell'arduo compito di concigliare le esigenze strategiche con i ferrei dettami del Fuhrer.
    Due gli obbiettivi principali, Mosca e Stalingrado, di mezzo circa un milione di fantaccini cosacchi, decine di migliaia di carriarmati, spesso trasformati in fortini per la carenza di kerosene, e munitissimi complessi difensivi, eretti in quasi tre anni di sostanziale stasi del fronte.
    Fortunatamente l'aviazione russa era ormai ridotta ad una manciata di veivoli malandati e spesso non in grado di abbandonare nemmeno la pista di decollo e privi di piloti all'altezza dell'avversario.
    Ciò che preoccupava i tre strateghi germanici era il campo di battaglia, la mai facilmente domabile tundra, con un clima spesso difficilmente prevedibile e l'impossibilità di poter utilizzare la forza corazzata nel teatro urbano.
    La finestra temporale, prima che il gelo tornasse ad abbattersi sulle truppe era ristretta e le chance a disposizione perciò limitate; ma Goering aveva bene in mente come agire, il martello tonante di Thor avrebbe colpito ancora, come in tutte le più importanti battaglie della guerra, la Heer si sarebbe dovuta affidare una volta di più alla micidiale potenza di fuoco delle squadriglie di bombardieri della Luftwaffe, unitamente alle decine di migliaia di bocche da fuoco degli obici e dei cannoni, che in mesi erano affluiti da tutti i fronti.
    Schiacciare sotto milioni di tonnellate di esplosivo e macerie i difensori dunque, o ristrovarsi invischiati in una sanguinosa ed interminabile guerriglia urbana, strada per strada, porta per porta, con l'incubo incombente del Generale Inverno, voglioso di ripetere le sue passate imprese.


    Ma non stavolta, ora è all'opera un esercito rapido ed organizzato; mentre i carri pesanti avanzano su un terreno occasionalmente secco e compatto a Nord, direttamente verso gli Urali, dove i russi hanno trasferito i loro siti industriali, tagliando le vie di rifornimento alla capitale ed aggirando i due grossi impedimenti fluviali, il Don ed il Volga, la maggior parte delle forze tedesche, gettati numerosi ponti di barche, si appresta a piombare sul nemico in trappola.
    Tre lunghi giorni di intensi bombardamenti li hanno preceduti, ed ancora la Luftwaffe è all'azione nell'eliminazione mirata degli ostacoli che la fanteria incontra sul campo.
    La periferia delle due grandi città fumanti è praticamente sgombera, le grandi vie ed arterie cittadine non hanno fornito sufficente riparo al difensore, molti bunker crollati, hanno prodotto larghe voragini nel terreno, ma in lontananza gli immensi cumuli di macerie degli antichi palazzi del centro, offrono ancora protezione a numerosi nidi di mitragliatrici, cecchini e casematte allestite in gran quantità.
    Intanto l'opera di accerchiamento di Mosca è completata, il nemico ha ormai i giorni contati e nessuna unità esterna nemica sembra possedere la forza per tentare di romperlo e garantire una via di fuga ai propri compagni d'arme.
    Le truppe nemiche in ritirata vengono catturate dopo essere state disperse in numerose sacche di resistenza fra il Don ed il Volga; mentre Mosca è perduta, il comando tedesco decide di ritardare l'attraversamento del basso Volga per intrappolare quante più truppe sovietiche a Stalingrado, mentre ormai i primi panzer portano scompiglio nelle aree industriali ai piedi degli Urali.

    A Mosca è il panico a regnare; la popolazione, costretta in gran parte a partecipare ai lavori di fortificazione e quindi impossibilitata a lasciare la città, muore priva di rifugi contro le bombe e senza alcun sostentamento alimentare.
    La Piazza Rossa, famosa al mondo per le oceaniche manifestazioni trionfali del regime stalinista, è ridotta allo squallore di un cimitero all'aperto, dove branchi di cani affamati contribuiscono al brulicare degli ultimi ufficiali e dei loro attendenti, che si apprestano a lasciare la città in balia del nemico.
    Tutti sanno che la città non resisterà la notte, già si odono, sempre più vicini, spari ed urla di lingua incomprensibile.
    Dalle finestre del Cremlino, simbolo delle antiche glorie zariste, si affacciano uomini disperati e colonne di fumo nero, accopagnato da un odore fortissimo, l'odore di migliaia di rapporti e documenti dei segretissimi schedari del partito.
    Segreti e informazioni sensibili che debbono essere tramutati in cenere il prima possibile, per impedire che la Wermacht se ne possa appropriare.
    Il soldato semplice Popov si aggira per i corridoi dell'ultimo piano del palazzo, sezione affari interni, il cuore dell' MGB, i servizi segreti sovietici.
    In mano ha due pesanti taniche di latta, rapidamente ma prestando la massima attenzione, fa' il giro delle stanze cospargendole abbondantemente di nafta, l'odore è insopportabile, gli occhi gli si arrossano sempre più, finchè non giunge all'ultima camera, ma la porta è sbarrata.
    Due colpi con la sua tokarev al meccanismo ed un calcio ben assestato gli garantiscono un rapido ingresso nel locale, è molto diverso dai precedenti, arredi placcati, sedie rivestite ed una grande scrivania ottocentesca, si tratta certamente dello studio del massimo dirigente di quella sezione.
    Gli è chiaro da subito che non basterà una semplice spruzzata di combustibile per tutta quella documentazione, rapporti di massimo livello di secretazione; per prima cosa, agita i polsi nella speranza che le taniche siano ancora piene, ma niente, solo un leggero sciacquettio di fondo sembra beffarsi di lui. Fortunatamente in fondo alla stanza adocchia un largo caminetto in cui riversa uno per uno tutti pesanti cassetti ed i fascicoli che trova su ogni ripiano.
    Finita anche quell'ultima fatica, mentre un caldo fuoco contrasta il gelo che irrompe dalle vetrate infrante, decide di prendersi un minuto di riposo e guadagnata nuovamente la scrivania, si abbandona fra i braccioli della imponente poltrona al suo fianco.
    Le palpebre gli battono ancora, frementi, per i vapori della benzina che gli ha inevitabilmente zuppato la divisa e le mani; alla ricerca di un pezzo di stoffa sul piano della scrivania ormai sgombra, nota così un ultimo pezzo di carta sfuggitogli per la fretta, ed il suo sguardo si posa su quelle parole.
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    Maggio 1947, laboratori di ricerca nucleare, Dresda.


    Dresda, la firenze sull' Elba, famosa per le sue bellezze artistiche e la sua antica storia, oggi assurge ad un altro ruolo nella storia.
    Questa è la città che il Fuhrer ha scelto come culla per la sua infausta creatura; partorita dal genio delle migliori menti del vecchio continente, presto mostrerà il frutto della moderna scienza, marchiata col segno della luce, la svastica, e la luce spargerà per il mondo innondandolo con la potenza dell'atomo.
    Questi uomini, anonimi camici bianchi, che vagano per i chilometrici tunnel sotterranei del complesso sperimentale di Dresda, si apprestano a fornire alla Germania, le catene con cui dominare, per i millenni a seguire, i destini dei popoli e delle nazioni della terra.
    Il programma nucleare nazista è ormai pienamente sviluppato e sembra ormai impossibile arrestare l'impiego massiccio dei suoi mortali frutti su tutti i fronti rimasti aperti in questa guerra disastrosa.
    Inutile immaginare gli scenari futuri od il numero delle vittime che questa nuova terribile arma potrebbe mietere in tutto il mondo, esso sfugge alle possibilità della nostra mente, se anche un uomo potesse, in qualche modo, sostenere il peso di una tale orrida prospettiva.
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    XXXXXXXXXX TOP SECRET XXXXXXXXXX

    15 Giugno 1947
    Ore 13:00, Cremlino, Mosca.


    Truppe tedesche hanno sfondato in forze la cerchia esterna delle nostre difese, indebolite dai possenti bombardamenti che da giorni non ci danno tregua, le opere difensive si sono dimostrate insufficenti ad opporre una degna resistenza.
    I bunker sotterranei, approntati in maggior parte solo negli ultimi tempi, in molti casi non si sono resi affidabili, tanto che, mi è stato riferito, molti uomini hanno deciso di rimanere in trincea durante i cannonegiamenti per paura dei continui crolli, causa della perdita di innumerevoli uomini e di ingentissimo materiale bellico ed alimentare.
    Le scorte di cibo, già scarse due mesi fa', sono ora ridotte a pochi grammi di farina al giorno, e solo per gli armati, a causa dell'inefficenza degli approvvigionamenti, probabilmente dovuta all'ormai totale accerchiamento della città.
    La popolazione non riceve viveri già da tre settimane ed i morti non si contano più; chi è vivo ha raccolto un fucile di un compagno caduto oppure ha ceduto al cannibalismo che contribuice a diffondere un atmosfera lugubre ed infernale ad un paesaggio che dell'Ade, ha ormai incarnato le forme, i suoni e l'odore pungente.
    Ciò che l'uomo può concepire del male si è tristemente realizzato nella nostra capitale, la florida Mosca, cuore del libero popolo proletario, il cui fiume pare ora, dal rosso sangue che lo tinge, la ferita mortale inflitta alla nostra nazione.
    Dalle informazioni in nostro possesso, anche Stalingrado non resisterà a lungo e lo stivale nazista compie ogni giorno decine di chilometri senza rallentare e schiacciando ogni resistenza, contribuendo al mito dell'infallibilità della wermacht ed a far sembrare, ormai, neanche la Siberia abbastanza lontana per trovare lo scampo.
    I nostri migliori Generali ci hanno abbandonato sul campo, e sempre più spesso vedo giovanotti appena svezzati, vestire le più adorne divise e comandare, senza alcuna competenza, migliaia di loro simili, con esito quasi sempre tristemente scontato.
    E' ormai evidente che domani saremo tutti cadaveri, per cui chi può ha già preso la via per l'Oriente, nella illusione di scampare alla tenaglia che i germanici stanno mettendo in atto; e così farò anch'io, nella speranza di poter un giorno vedere il popolo russo, vincitore sullo straniero, sfilare di nuovo per queste vie e queste piazze non più rosse di sangue ma delle nostre bandiere e dei fiori della rivoluzione.


    Compagno Generale, Michael Arekeev


    XXXXXXXXXX TOP SECRET XXXXXXXXXX

    Il soldato Popov sbatte nuovamente le palpebre, stavolta una lacrima di malinconia le accompagna, perchè sa' che la sua fine è vicina; vicina quanto la finestra a cui ora si rivolge per scorgere le prime luci di un giorno che lui non vivrà, perchè quello che vede non è un sole, ma un ordigno che porta il suo nome.
    guerramondiale131.jpg guerramondiale132.jpg guerramondiale133.jpg guerramondiale134.jpg Vedi l'allegato 23632 guerramondiale136.jpg
    Dicembre 1948, il Grande Fronte Orientale

    Dopo Mosca, cade infine anche Stalingrado, le truppe sovietiche sono allo sbando e gli urali vengono rapidamente raggiunti dalle divisioni motorizzate.
    Il Nemico ripiega in gran fretta in Siberia, approfittando del rallentamento che le operazioni hanno subito durante le stagioni avverse e la fase di riorganizzazione dell'esercito tedesco lungo un fronte che ormai si estende per circa 8000km, dall'Oceano Indiano al Circolo Polare Artico.
    Un fronte così vasto ha richiesto un anno intero, il '48, per permettere l'assestamento delle posizioni per un eventuale difesa, in vista di un possibile controattacco anglo-bolscevico, riducendo le azioni offensive a poche operazioni di entità ristretta e mirate allo scopo di facilitare la gestione del fronte e permettere la pianificazione delle prossime avanzate.
    L'alto comando dell'esercito conosce bene le difficoltà di gestire una geografia così vasta, per cui dovrà rapidamente mettersi all'opera per progettare l'ormai vicina Invasione delle Colonie britanniche del Sud-est asiatico e della Cina, tentando nel frattempo di non lasciare respiro all'armata Rossa, che cercherà si curamente di riorganizzarsi contando sull'apertura di nuovi porti in Kamchakta, per ottenere aiuti in armamenti e grano dalle Americhe.
    Intanto in Patria, Berlino si adorna dei più lussureggianti cimeli e bottini di guerra trafugati dalle città occupate, meraviglie archeologiche dal medio Oriente e monumenti marmorei, oltre a vagoni colmi d'oro e d'argento, dalla Russia.
    Il sogno di Hitler prende vita, la capitale d'Europa e presto del mondo, assume le sembianze di una città celeste, a tratti metafisica, nella totale celebrazione del trionfo della Volontà germanica.
    Albert Speer, l'architetto del Fuhrer, ha ormai ai suoi ordini schiere di collaboratori, a cui affida il compito di ridisegnare il volto di un Europa e di una Russia, reso ormai irriconoscibile dallo scalpello della Guerra.
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