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FRANCIA 1936: Fosche nubi all' orizzonte

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da alberto90, 22 Maggio 2014.

  1. alberto90

    alberto90

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    CAPITOLO 1
    Sfida di riarmi
    Parigi, Palazzo dell' Eliseo, 10 gennaio 1936

    - Signor presidente, la situazione politica attuale non è affatto buona -
    Il presidente del consiglio Albert Sarraut sedeva davanti al capo dello stato francese e stava per iniziare la consueta relazione sulla politica interna ed estera dell' anno che era appena terminato.
    - L' anno appena trascorso ha visto un drastico aumento di effettivi dell' esercito tedesco, aumento che va contro ai limiti imposti dal trattato di Versailles. Sappiamo con certezza che il cancelliere Hitler sta spingendo per un ulteriore deciso aumento di effettivi nell' esercito e nella marina da guerra tedesca, e sappiamo altresì che la politica estera del Reich è, diciamo così, estremamente spregiudicata -
    - Cosa intende con " estremamente spregiudicata "? - chiese il presidente Lebrun.
    - I nostri servizi segreti, o meglio, i servizi segreti britannici, hanno intercettato diverse comunicazioni riservate tra Hitler, il ministro degli esteri tedesco e vari ambasciatori tedeschi nelle quali il cancelliere ha espresso la sua intenzione di riunire entro i confini del reich tutti i tedeschi residenti nei paesi confinanti con la Germania. Comprenderà, signor presidente, che le intenzioni apparentemente pacifiche di Hitler nascondono in realtà il desiderio di annettere alla Germania tutti i paesi in cui vivono tedeschi. I più esposti al momento sono quelli immediatamente confinanti con il reich, Austria, Repubblica Ceca e Polonia -
    - E quindi cosa si potrebbe fare per impedire ciò? -
    - La Polonia ha già un formale trattato di amicizia sia con noi che con la Gran Bretagna e pertanto possiamo essere assolutamente certi che non sarà il primo obbiettivo di Hitler. Dovremmo fare la stessa cosa con l' Austria e la Repubblica Ceca, offrendo amicizia, protezione ed eventualmente un trattato economico vantaggioso -

    - E' una cosa fattibile? -
    - Potrebbe essere fattibile se le trattative fossero condotte con le persone giuste. Abbiamo amici in entrambi i paesi e sono amici influenti. Ma il tentativo dovrebbe essere attuato nella massima segretezza per evitare che Hitler attui le contromanovre. C'è il rischio che i partiti nazionalisti a Vienna e Praga prendano il sopravvento nei rispettivi governi e cerchino sostegno nel governo tedesco annullando tutto il lavoro diplomatico che avremo fatto fino a quel momento -
    Il presidente Lebrun fissò pensieroso la finestra.
    - Le nostre forze armate in che condizioni sono? -
    - Al momento disponiamo ancora di una leggera superiorità numerica rispetto alla Germania, sia in terra che in aria e nel mare. Ma se vogliamo restare più forti militarmente dobbiamo riprendere quanto prima il riarmo e dare nuovo sviluppo alle ricerche belliche. Se tardiamo rischiamo di trovarci nuovamente una Germania militarmente preponderante sul pianerottolo -
    - Lei prevede una guerra a breve? -
    - La mia speranza è di impedire lo scoppio di una nuova guerra. E l' unico modo che ritengo fattibile per impedirlo è isolare la Germania, accerchiarla e soffocarla diplomaticamente -
    Lebrun annui.
    - Sull' Italia cosa si dice? -
    - Il governo fascista al momento è impegnato contro l' Etiopia e l' aggressione è già stata condannata da quasi tutti i paesi democratici, Francia compresa. A quanto ci risulta Mussolini e Hitler attualmente intrattengono relazioni diplomatiche formali, ma sembra che possiamo escludere un' alleanza tra Italia e Germania -
    - E' possibile che i fascisti cerchino un' alleanza con Hitler? -
    - Naturalmente le linee politiche sono molto simili e lo schieramento è lo stesso. Ma pensiamo che Mussolini non desideri legarsi ulteriormente ad Hitler, almeno per ora.
    Le possibilità che i fascisti decidano di unirsi a noi e agli inglesi contro la Germania in un eventuale conflitto europeo sono minime se non nulle. Ma possiamo cercare la neutralità dell' Italia dando mano libera a Mussolini su certe questioni lasciate in sospeso -
    - Sta dicendo che potremmo dare la Tunisia agli italiani in cambio della loro neutralità nel caso di una guerra contro Hitler? -
    - La Tunisia è solo una delle tante questioni in sospeso con l' Italia. Possediamo molti territori confinanti con l' Italia e su parecchi di essi Mussolini ha già messo gli occhi da tempo. Se non fosse la Tunisia la posta in palio ma per esempio Gibuti o il Madagascar, forse il risultato sarebbe identico -
    - Lei si rende conto che cedere anche solo un metro quadro di terra francese ad una nazione estera sarebbe considerato come un gesto di debolezza dai nostri alleati? -
    - Me ne rendo conto perfettamente signor presidente, ma se l' Italia e la Germania stringessero un' alleanza militare destinata a sfociare in un conflitto armato contro di noi o contro uno dei nostri alleati, saremmo costretti a combattere su più fronti esponendo la madre patria ad un rischio enorme. Il che ci riporta alla questione del riarmo. Prima riprendiamo il riarmo, maggiore sarà il numero di uomini e mezzi che riusciremo ad armare e maggiore sarà il numero di uomini e mezzi armati a nostra disposizione tanto maggiore sarà la nostra capacità di difenderci efficacemente su ogni fronte -
    - Quindi lei sarebbe disposto a cedere alle richieste di Mussolini in cambio della sua neutralità anche a rischio di vedere indebolita la nostra posizione diplomatica? -
    - Potrà sembrare strano ma si, sono disposto a trattare con Mussolini se ve ne fosse la necessità. Al momento non siamo in grado di tenere testa a italiani e tedeschi contemporaneamente e non saremo in grado di farlo per lungo tempo. Dobbiamo portarci avanti col lavoro e liberarci quanto prima del maggior numero di minacce possibili -
    - Bene allora, inizi pure le sue trattative con Vienna, Praga e Roma e mi faccia sapere quanto prima i risultati -
    Sarraut si alzò, strinse la mano del presidente Lebrun, si congedò e uscì.
    Lebrun gettò uno sguardo fuori dalla finestra e osservò i tetti di Parigi coperti di neve, il cielo livido e i pochi passanti nella via sottostante. Si avvicinavano tempi cupi, ne era certo. Sperava solo di sopravvivere a sufficienza per vederli passare.

     
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