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De Bourgogne: Un nuovo Regno in Spagna

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da alberto90, 2 Ottobre 2013.

  1. alberto90

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    UN NUOVO REGNO IN SPAGNA

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    PROLOGO
    Coimbra, 25 dicembre 1139

    Il duca di Porto, Alfonso Henriquez, avanzava tra la folla cavalcando un magnifico cavallo bardato di tutto punto preceduto da un lungo corteo di ecclesiastici e di nobili.
    Pochi mesi prima, in luglio, le sue truppe avevano sconfitto gli infedeli nella battaglia di Ourique, liberando quindi i suoi domini dalla minaccia dei mori, e al termine della battaglie i vincitori avevano proclamato re il loro generale.
    Alfonso aveva ricevuto il riconoscimento ufficiale del re di Castiglia, Alfonso VII, suo cugino, e in breve anche di gran parte dei sovrani europei.
    Il papa infine inviò al nuovo re le chiavi di San Pietro e lo stendardo pontificio, riconoscendo di fatto la legittimità di Alfonso.
    Ed ora, il giorno del Santo Natale del Signore, il vescovo di Braga si accingeva a porre sul capo del duca la corona regia, offerta in dono da re di Castiglia, e a consegnare nelle sue mani lo scettro del potere reale, inviato dal re di Francia.
    Quando il corteo giunse nella vesta spianata nel centro della città, proclamata capitale del neonato regno di Portogallo, davanti al cantiere della cattedrale appena aperto, Alfonso scese da cavallo e a piedi salì sul palco rivestito di drappi rossi e dorati al centro del quale troneggiava una poderosa croce di legno rivestita di lamine argentate. Sotto alla croce era posto il trono e davanti ad esso, in piedi e vestito in abiti pontificali, il vescovo di Braga accolse il duca che devotamente si inginocchiò ai suoi piedi.
    Il vescovo prese la corona da un cuscino di velluto rosso, la sollevò in alto nel pallido sole invernale e la pose con solennità sul capo di Alfonso, consegnandogli poi lo scettro e il globo dorato simbolo del potere terreno, infine lo benedisse e lo invitò ad alzarsi.
    Alfonso si alzò, il vescovo gli baciò l' anello e il sovrano si voltò verso la folla, che chinò il capo al cospetto del re prima di acclamarlo con applausi e grida di giubilo.
    Alfonso I del Portogallo, re per grazia di Dio e per volere del popolo, sedette sul suo trono e dinnanzi a lui sfilarono per tutto il giorno i nuovi sudditi.
    Un nuovo regno era nato in Spagna.
     
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  2. alberto90

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    ALFONSO I " IL CONQUISTATORE ": 1139 - 1147

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    Nato a Guimarães il 25 luglio 1109 dal duca di Porto Enrico I, capostipite del ramo portoghese della Casa di Borgogna, e dalla principessa Teresa, figlia illegittima del re di Castiglia Alfonso VI, Alfonso I fu cresciuto ed educato da un tutore portoghese, Egas Moniz.
    Una volta assunto il trono reale portoghese Alfonso cominciò subito a cercare una moglie con cui mettere al mondo un erede legittimo, avendo già 4 figli illegittimi avuti da rapporti occasionali.
    La scelta cadde su una delle figlie del duca di Savoia, Alice, che fu fatta venire in Portogallo nei primi mesi del 1140 e con cui si unì in matrimonio alla fine della primavera.
    Non si dovette attendere molto per la nascita dell' erede al trono, che venne alla luce sano e forte il 25 aprile 1141, a meno di un anno dalle nozze.
    Il padre gli pose il nome di suo padre, Enrico, e lo affidò alle cure del figlio del suo tutore, perchè lo educasse alla maniera portoghese e facesse di lui un principe ereditario degno di questo nome.
    Alfonso amava molto la giovane moglie, la bella regina Alice, tanto da mettere al mondo con lei altri 2 figli: Ferdinando ( nato il 22 novembre 1143 ) e Anna Maria ( nata il 24 dicembre 1144 ).
    Era un grande amatore e ben presto si rese conto che la regina non avrebbe più potuto generare altri figli. Era fragile e le tre gravidanze affrontate in 4 anni ne avevano minato la già non robusta costituzione. L' amava con immutato affetto ma non potendo più avere rapporti con lei finì col cadere nelle ben più forti braccia di una cortigiana prosperosa e ben disposta nei suoi confronti. La relazione fu tenuta nascosta con la massima cura, ma la giovane rimase incinta del re e il 12 gennaio 1146 partorì un figlio maschio che Alfonso riconobbe come suo, essendo l' infante una sua copia in miniatura. Tuttavia il re non lo legittimò per non distruggere l' amore che lo legava alla regina e avendo comunque già un erede legittimo ed un eventuale " vice principe ereditario " nella persona del secondo figlio. Pedro, questo il nome imposto al figlioletto bastardo, fu educato a corte e cresciuto come un membro della famiglia reale accanto ai principi.
    Ai figli bastardi furono riservati fidanzamenti importanti con duchi e duchesse ( divenendo a loro volta duchi e duchesse di Galizia, Tolosa e la più piccola tra di loro finì sposata con uno dei duchi polacchi. Il Portogallo non avrebbe potuto ereditare per via dinastiche quei domini, ma il sangue di Alfonso Enriquez de Bourgogne era confluito al sangue delle case nobiliari di una buona fetta d' Europa.

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    Il regno di Portogallo nel 1140
    Politicamente parlando, il regno di Alfonso, già non lunghissimo, fu caratterizzato da una prudenza dettata dalla debolezza militare e dalla scarsità di entrate che non permetteva il potenziamento dell' esercito. Per questo Alfonso preferì dedicarsi alla gestione del suo piccolo regno iberico tralasciando quasi del tutto la politica estera, potendo contare comunque sull'amicizia e sulla protezione del ben più forte sovrano di Castiglia e sulla scarsa voglia dei mori di affrontare nuovamente una coalizione Castigliano-portoghese che già tante sconfitte aveva inflitto ai musulmani negli anni precedenti.
    Grazie alla stabilità politica derivata dal lungo periodo di pace e alla saggezza e oculatezza del suo governo, il regno del Portogallo cominciò piano piano ad arricchirsi di nuovi edifici e anche le casse finirono col riempirsi, poco a poco, di ducati.
    Nel 1145 Alfonso insignì il conte di Castelo Branco del titolo ducale di Porto, ereditato da suo padre, accontentandosi del titolo regio e delle contee di Porto e Braga.

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    L'albero genealogico della casa di Borgogna ( a sinistra il ramo borgognone, a destra quello portoghese )
    Alfonso avrebbe tanto voluto, un giorno, entrare in Lisbona a farne la capitale del suo regno dopo aver cacciato dalla regione i mori. Ma la sorte aveva previsto le cose in maniera diversa e il primo sovrano del Portogallo morì nel suo letto il 14 aprile 1147 a nemmeno 38 anni, lasciando alla regina il compito di reggere il regno fino alla maggiore età del principe ereditario che non aveva ancora compiuto 6 anni.
    La salma di Alfonso I fu posta nella cripta reale già terminata della cattedrale di Braga, ancora in costruzione.
    Tempi incerti incombevano sul piccolo regno portoghese.


     
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  3. alberto90

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    REGGENZA PER ENRICO I: 1147 - 1157
    La regina non riuscì, almeno all' inizio, ad imporre il suo potere e la reggenza fu affidata al tesoriere, il quale però non aveva la stoffa necessaria per occupare un posto tanto elevato e nei primi giorni del 1148 la regina madre, Alice di Savoia, riuscì ad imporsi e per circa un anno riuscì a gestire il potere senza trovare ostacoli.
    Nel marzo del 1149 il consiglio di reggenza impose alla regina madre di abbandonare il suo ruolo ( perchè una donna non può regnare senza essere sposata, dissero ) e la donna, che era stata allevata in una corte maschilista e sessista, obbedì non senza rancori.
    Appena la regina madre ebbe lasciato il suo ruolo, subito assunto dal maestro di spionaggio, il consiglio di reggenza dichiarò guerra all' emiro moro che governava Lisbona in nome del sultano almoravide.
    Era la prima vera guerra di espansione del regno di Portogallo, dopo 8 anni di assoluta pace. Le truppe furono mobilitate in tutta fretta e il giorno dell' Annunciazione del Signore ( 25 marzo 1149 ) le truppe portoghesi invasero l' emirato.
    Le forze in campo erano ovviamente largamente a favore del sultano, ma la guerra arrivava in un momento delicato per i mori, poichè i loro domini in Marocco erano squassati da ribellioni e vaste rivolte indipendentiste, e molte migliaia di uomini furono trattenuti a sud dello Stretto di Gibilterra, permettendo quindi ai portoghesi di agire con minori preoccupazioni.
    L' invasione portò i suoi frutti entro un anno, quando Lisbona e tutte le principali città del suo emirato erano nelle mani portoghesi e ormai l' emiro era in fuga con i pochi resti del suo esercito verso l' Algarve, quando improvvisamente un poderoso esercito almoravide iniziò la marcia verso nord, con l' obbiettivo di ricacciare l' invasore e passare alla contro offensiva.
    I portoghesi, in nettissima inferiorità numerica decisero di tendere una trappola ai mori, fingendo una ritirata verso nord e unirsi ad un contingente castigliano recentemente messosi a disposizione dei portoghesi.
    Tuttavia lo stratagemma non servì, infatti ai primi di settembre del 1150 una nuova violenta ribellione in Marocco costrinse il grande esercito almoravide, ormai a pochi giorni di marcia da Lisbona, a tornare indietro salvando le conquiste portoghesi.
    La pace con l' emiro fu firmata il 15 settembre dello stesso anno e con essa l' emiro cedeva i suoi possedimenti al regno di Portogallo.

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    Il regno di Portogallo nel 1150

    La prima guerra di espansione era vinta e sopratutto portava ai vincitori un ricco bottino di città floride e di fertilissime campagne e sopratutto la città più bella di tutte le terre arabe in Spagna, Lisbona.
    Il consiglio di reggenza stabilì che la città divenisse la nuova capitale del regno e nel 1151 l' intera corte si trasferì nella fortezza eretta dai mori che negli anni seguenti fu riadattata e ingrandita, diventando il castello reale dedicato a San Giorgio.
    Nello stesso anno Alice di Savoia, già regina madre, riottenne il titolo di reggente e provvide subito a cacciare coloro che l' avevano costretta a lasciare il suo ruolo, circondandosi di consiglieri amici e fidati.
    Tenne la reggenza fino alla primavera del 1155 quando il figlio quattordicenne la convinse a risposarsi col duca di Verona, che aveva chiesto la sua mano.
    Alice di Savoia affidò il figlio all' arcivescovo di Braga e subito dopo le nozze, celebrate con sfarzo il 12 luglio 1155 a Lisbona, lasciò il regno rinunciando anche al titolo di regina madre.
    Sarebbe morta nemmeno 3 anni dopo senza più rivedere suo figlio.
    Il 25 aprile 1157 Enrico compì 16 anni ed entrò nella maggiore età. Il giorno stesso il consiglio di reggenza cessò le sue funzioni dichiarando fedeltà al nuovo sovrano.
     
  4. alberto90

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    ENRICO I" IL GRANDE ": 1157 - 1215

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    Quella stessa estate del 1157 re Enrico prese in moglie la principessa Sancha di Castiglia, sesta figlia di re Alfonso VII e il matrimonio fu consumato quasi subito, tanto è vero che l' erede venne al mondo il 23 giugno 1158, e il padre, con molta fantasia lo chiamò Enrico.
    I primi anni di regno furono caratterizzati da una sostanziale tranquillità e ciò permise al sovrano di dedicarsi alla cura delle città fondate dal padre edificando chiese, palazzi, armerie, caserme, mura e torri, rendendo ogni città una fortezza ben munita.
    Nei primi mesi del 1161 tuttavia la duchessa di Porto si lasciò sfuggire durante un banchetto l' intenzione di sobillare una rivolta generale contro Enrico per mettere al suo posto il fratello Ferdinando.
    Quando il sovrano venne a sapere delle intenzioni della duchessa inviò dei messi a lei e suo fratello, avvertendo entrambi che se avessero tentato di ribellarsi al suo governo non avrebbe esitato un solo istante a muovere guerra contro di loro. E che in caso di loro sconfitta non si sarebbe fatto scrupolo di incarcerarli e forse anche di giustiziarli.
    Era una mossa azzardata ed Enrico lo sapeva, ma se non altro pensava di mettere paura agli aspiranti ribelli, i quali tuttavia non si fecero impressionare e anzi, usarono le minacce del re contro di lui, attirando nella ribellione altri vassalli minori.
    Alla fine, convinti della loro superiorità numerica dichiararono guerra ad Enrico il 27 aprile 1161, scatenando la prima guerra civile portoghese.

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    La prima guerra civile portoghese

    Enrico aveva capito che i ribelli erano forti e che sconfiggerli da solo sarebbe stato molto difficile e sopratutto molto sanguinoso, perciò inviò un messaggero al suocero chiedendo il suo aiuto e Alfonso VII, preoccupato più per la sorte della figlia, regina di Portogallo, che di quella del genero, non esitò a scendere in campo in suo aiuto.
    Grazie al sostegno castigliano Enrico potè sconfiggere i ribelli nella battaglia di Trancoso ( 13 settembre 1161 ) e stringere d' assedio Oporto, la capitale del ducato ribelle a partire dal 10 ottobre.
    Privati di gran parte dell' esercito e con la capitale assediata la duchessa di Porto e il principe Ferdinando si resero conto che Enrico era ormai padrone del campo e che avrebbe potuto catturarli in qualsiasi momento. Cercarono rifugio in Galizia ma la duchessa galiziana rifiutò di ospitarli e così i due ribelli decisero di raccogliere le poche forze rimaste loro e tentare di liberare Oporto dall' assedio di Enrico.
    Il tentativo fallì miseramente il 2 febbraio 1162, i due ribelli riuscirono a sfuggire alla cattura per un soffio e si rifugiarono nel piccolo castello di Monçao, al confine settentrionale del ducato.
    Oporto cadde il 3 aprile ed entro la metà di maggio erano nelle mani di Enrico anche Guimaraes e Braga. Privati di tutte le piazzeforti più importanti i due ribelli decisero di arrendersi e si consegnarono ad Enrico implorando perdono.
    La pace fu firmata a Braga il 16 maggio 1162 e subito dopo Ferdinando e la duchessa furono incarcerati nelle segrete del castello reale di Guimaraes.

    I quattordici anni di pace che seguirono furono caratterizzati dalla nascita di altri 4 figli: Margherita ( 23 novembre 1165 ), Manuele ( 23 marzo 1167 ), Alfonso ( 20 dicembre 1170 ) e Pedro ( 20 aprile 1172 ).
    Le città prosperarono, le campagne abbondarono di frutti e la popolazione salì rapidamente fornendo oltre al resto anche uomini freschi per l' esercito, che arrivò a contare oltre 12.000 uomini.
    Nei primi mesi del 1176 Enrico decise di approfittare delle continue rivolte degli emiri spagnoli contro il sultano almoravide, per impossessarsi del ducato di Algarve e completare la conquista del Portogallo.
    La guerra fu pronta in poche settimane e il 30 maggio 1176 le truppe portoghesi invasero il territorio dell' emiro dell' Algarve, in guerra già contro il suo sultano.

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    La guerra per l' Algarve
    La guerra fu praticamente un blitz. Sconfitte le milizie arabe presso Loulè il 4 giugno e conquistata la capitale il 28 settembre, Enrico costrinse l' emiro alla pace, firmata il 20 ottobre a Lisbona.

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    Il regno di Portogallo nel 1177
    Il 21 settembre 1176 nel frattempo era nata l' ultimogenita, Maria.
    Terminata la fase lieta del regno, a partire dal 1178 iniziò per Enrico la fase del declino e dei lutti, con la morte del principe Alfonso di tifo a soli 8 anni.
    Pochi mesi più tardi il duca di Algarve, il figlio di uno dei figli illegittimi di Alfonso I, rivendicò per se il trono e scatenò la seconda guerra civile portoghese il 4 aprile 1179.
    Ad Enrico, ormai 38enne, bastarono 11 mesi per sconfiggere il nipote illegittimo e costringerlo alla pace il 15 marzo 1180.


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    L' Europa nel 1182
    Dieci anni trascorsero tra la seconda e la terza guerra civile portoghese, scatenata ancora una volta dalla nuova duchessa di Porto per mettere sul trono Ferdinando, liberato dopo 12 anni di prigione.
    La guerra, esplosa il 4 aprile 1190, vide ovviamente le truppe realiste vincitrici nelle battaglie di Torres Novas ( 15 giugno 1190 ) e Alcobança ( 27 ottobre 1190 ). Dopo la caduta di Oporto il 26 maggio 1191 e di Guimaraes il 5 agosto i ribelli si arresero nuovamente e firmarono la pace il 20 agosto 1191.
    Ferdinando fu nuovamente imprigionato così come la duchessa di Porto.
    La fase calante di Enrico riprese subito dopo e il 13 maggio 1198 la monarchia indossò il lutto per la morte dell' erede al trono, Enrico, spirato a causa del grande stress a soli 39 anni.
    Il trono fu quindi destinato al primogenito del principe Enrico, anche lui chiamato Enrico, nipote del sovrano.
    Enrico invecchiava ogni anno di più e dopo la morte del primogenito trascorse buona parte dei 15 anni successivi girando per conventi e monasteri cercando pace e conforto nella preghiera. Fu costretto a tornare nella sua capitale il 10 maggio 1213 quando ricevette la notizia che la regina si era ammalata.
    La assistette con amore per dieci giorni e Sancha del Portogallo spirò tra le braccia del marito il 20 maggio 1213 a 74 anni, dopo 56 anni di matrimonio assolutamente fedele.
    Nell' autunno del 1214 il nuovo pontefice dichiarò la crociata per liberare il regno di Sicilia, ormai ridotto alla sola contea di Spoleto, dal dominio dei Fatimidi.
    In tutto il suo lungo regno Enrico non aveva mai voluto partecipare a crociate che avrebbero finito per favorire qualche potenziale nemico europeo, e il regno di Gerusalemme era stato conquistato e perduto già due volte.
    Ma il regno di Sicilia confinava con lo Stato della Chiesa ed era un pericolo molto serio per l' Europa. Ecco perchè il 12 dicembre 1214 Enrico I del Portogallo, detto Il Grande, prese la croce alla veneranda età di 73 anni e si mise alla testa del suo esercito, forte di 14.000 uomini.
    Imbarcatosi a Setubal in gennaio sbarcò in Sicilia ai primi di marzo del 1215 e il giorno del suo 74esimo compleanno l' esercito portoghese ottenne una bella vittoria su un contingente musulmano presso Cefalù.
    Le truppe si spostarono poi ad assediare Palermo e li, il 25 agosto il re cadde ammalato. Il 27 entrò in coma e spirò nella tenda reale alle 4 del pomeriggio del 31 agosto a 74 anni e 4 mesi, dopo un regno lungo 58 anni.
    La sua salma raggiunse Lisbona il 3 ottobre e il 10 ottobre fu seppellita nella cripta reale della cattedrale di Coimbra terminata da pochi anni, accanto a quella di suo padre.
     
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    ENRICO II " IL MALVISTO ": 1215 - 1225

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    Primogenito del duca di Alentejo Enrico e quindi nipote di Enrico I, Enrico II assunse il potere il 10 ottobre del 1215, subito dopo le esequie del nonno.
    Era nato a Beja nel 1175 e alla morte del padre, nel 1198, aveva ereditato il ducato servendo fedelmente il nonno che lo nominò suo successore.
    L'educazione del giovane era stata affidata a mani non troppo esperte e pertanto il futuro re di Portogallo aveva ereditato un carattere collerico, era invidioso, poltrone e poco disposto ai sentimenti. Nonostante tutto si era sposato con una giovane nobildonna aragonese, Violante de Barcelona, figlia del conte di Empuries, la quale gli aveva dato due figlie femmine: Goncigna e Anna.
    Alla morte della sposa Enrico si era congiunto in seconde nozze con una cortigiana, tale Esmeralda, che gli diede finalmente l' erede, Enrico, nato il 25 marzo 1211.
    Il giorno delle esequie del grande Enrico I il Portogallo era già preda della IV guerre civile, scatenata ancora una volta dal principe Ferdinando e sostenuta dal ducato di Porto.
    Le truppe realiste, appena tornate dalla crociata in Sicilia, ebbero buon gioco delle scarse milizie ribelli e già il 26 dicembre, con la firma della pace di Coimbra, la guerra terminava con la vittoria di Enrico II.
    Il primo luglio dell' anno seguente venne al mondo il quarto figlio del re che fu chiamato Alfonso.

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    Il rinato regno di Sicilia ( 1216 )

    Ma era destino che il regno di Portogallo, sotto Enrico II non dovesse vivere anni pacifici. Il 12 settembre dello stesso anno scoppiò una nuova rivolta generale nel regno e il re dovette nuovamente mettersi alla testa del suo esercito contro i duchi di Alentejo e Porto, che non volevano essere assolutamente governati da un tiranno sanguinario che non aveva esitato ad autorizzare la tortura contro il principe Ferdinando.
    La V guerra civile portoghese vide ancora una volta l' esercito realista, rinforzato da grossi contingenti mercenari, vincitore sulle truppe al servizio dei ribelli e dopo una serie di scaramucce combattute tra il novembre del 1216 e la tarda primavera del 1217 tra il Tago e il Douro e la conquista di Porto e Beja rispettivamente il 3 giugno e il 30 agosto 1217, la pace fu firmata a Lisbona il 28 novembre.
    Sottomessi definitivamente i due vassalli ribelli Enrico sperava di potersi dedicare alla ricostruzione di un regno fortemente indebolito da quasi 3 anni di feroci lotte intestine. Il re però commise un gravissimo errore quando decise di far giustiziare il principe Ferdinando ( divenuto il vero leader di molti dei conti e dei duchi del regno e quindi fomentatore di tutte le rivolte ) e il duca di Alentejo, anche lui parente del re ed esponente di spicco dell' opposizione ad Enrico II. Quel gesto fu aspramente condannato da quasi tutti i sovrani d' Europa e costò al re la scomunica papale, giunta tramite un messo nel gennaio del 1219.
    Il re di Castiglia, che non amava molto Enrico già per motivi suoi, decise di approfittare di quella scomunica per tentare la conquista del Portogallo e il 3 febbraio 1219 dichiarò guerra.
    Enrico II, raccolte le sue forze e costretti i vassalli a fornirgli tutte le loro truppe, marciò contro i castigliani, li sconfisse nella battaglia di Alarcos il 25 aprile e pose sotto assedio la città di Caceres.
    La minaccia castigliana fu definitivamente sventata il 12 agosto con la vittoria dei portoghesi a Lumbrales e la conquista di Caceres il 14 settembre costrinse il re di Castiglia a considerare l' ipotesi di una pace bianca.
    Il trattato fu firmato a Castelo Branco il 25 settembre 1219.

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    L' Europa nel 1222

    I tre anni successivi furono finalmente caratterizzati da una fragile tregua tra le parti ed Enrico II potè restaurare le mura delle città danneggiate nel corso degli anni turbolenti delle guerre civili e potenziare un pò l' esercito.
    Ma nella primavera del 1222 arrivò a Lisbona un messaggero inviato dal sultano almoravide che gli aveva dichiarato guerra rivendicando per se il ducato di Algarve.
    Enrico, sperando di mostrarsi finalmente agli occhi del Papa come un difensore della Vera Fede, non esitò a radunare un forte esercito, composto sopratutto da mercenari pagati con il tesoro reale ( molto ben fornito grazie agli sforzi di Enrico I ) e a marciare contro l' invasore.
    Furono i portoghesi ad attaccare per primi dopo aver invaso l' emirato di Siviglia e occupato alcune piazzeforti tra il 30 maggio e la metà di agosto.
    Sconfitti poi gli arabi in una colossale battaglia presso Aroche il 25 novembre 1222 e cacciati gli infedeli da quasi tutti i territori compresi tra il confine e Siviglia, le truppe portoghesi diedero inizio all' assedio della città ai primi di dicembre.
    Il giorno di Natale un messaggero giunto da Leon fece sapere che il re di Castiglia era disposto ad inviare un esercito in aiuto dei portoghesi come segno di ritrovata amicizia tra i due regni per combattere un nemico comune. Enrico naturalmente ringraziò il re di Castiglia accettando il suo aiuto.
    L' esercito castigliano entrò in territorio almoravide ai primi di marzo del 1223 e poche settimane dopo metteva a sacco alcune cittadine nella regione di Cordova.
    Il sultano, ormai privo di un esercito decente, fu costretto a trattare e il 27 agosto, alla presenza di Enrico II del Portogallo e del re di Castiglia, firmò la pace con cui dichiarava la fine delle sue ambizioni sui territori cristiani della penisola iberica.
    Fu il momento di maggior gloria di Enrico II, ormai noto come il Malvisto, o il Maledetto.
    L' ultima gioia per il re fu la nascita della quinta figlia, Maria, avvenuta il 3 novembre 1223.
    Il suo regno non vide più alcun gesto politico, ammalatosi nella tarda estate del 1224 e aggravetesi le sue condizioni nel corso del 1225, il re fece appena in tempo a nominare la moglie reggente il 14enne figlio Enrico prima di spirare nel suo letto il 27 luglio 1225 a 50 anni.
    Dieci anni di regno caratterizzati per oltre metà da guerre e battaglie avevano reso il Portogallo molto debole e instabile, occorreva un sovrano energico, ben amato e in grado di riportare il regno al suo massimo splendore, come ai tempi del grande Enrico I.


     
  6. Carlos V

    Carlos V

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    Mi sembra strano che in un regno non troppo esteso come il Portogallo ci siano tutte queste rivolte. Come mai i vassalli ti odiano così tanto? Avresti potuto tenerti metà regno per te (3 o 4 contee) e lasciare il resto ai Conti (non ai Duchi), che in caso di ribellione non costituirebbero un pericolo, ma solamente un fastidio.
    Sii amico della Castglia, almeno fino a quando non avrai cacciato i Mori dalla penisola iberica, non è una buona idea combattersi fra sovrani cristiani quando invece dovreste formare un fronte unito. Vedi se riesci ad ereditare qualche contea castigliana, facendo sposare il tuo figlio maschio con la figlia di un Conte (di solito i figli dei nobili di rango più basso accettano di buon grado di sposarsi con chi si trova sopra di loro).
     
  7. alberto90

    alberto90

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    Si ribellano perchè sono parenti, e la legge di successione non è gavelkind ( che detesto ), quindi va tutto al primogenito. Comunque ora l' unico duca ancora imparentato alla lontana col sovrano è il duca di Algarve che è il più debole. Gli altri sono stati tutti imprigionati ed esiliati e i loro domini dati a vassalli fedeli e non interessati al regno.
    Quella con la Castiglia è stata una guerra difensiva causata dalla scomunica lanciata contro di me da quello stronzo di Papa che ha dato retta al duca di Algarve che avevo imprigionato per evitare che consegnasse il MIO regno nelle mani di un bastardo non legittimato.
    Solo che poi quando ho spaccato le corna ai mori con l' aiuto della Castiglia ( si è offerto lui di aiutarmi per fortuna ) il papa ha capito che senza le mie truppe il suo regno cristianissimo di castiglia sarebbe stato preda dei mori nel giro di 20 anni mi ha levato la scomunica con tanto di scuse.
    Comunque alla prossima rivolta cancello tutti i titoli ducali e mi tengo i conti.
     
  8. Mac Brian

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    Ma la gavelkind è fantastica. Basta uccidere tutti i figli tranne uno :lol:.
     
  9. alberto90

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    Per carità di Dio ..... ho fatto ammazzare in prigione un fratello e mi sono beccato una scomunica ( che oltre al resto mi ha messo nei casini con la Castiglia e meno male che avevo tanti soldi da poter pagare un grosso esercito mercenario ) ... figurati se mi metto ad accoltellare 5 figli tranne uno. Pensa poi i vassalli quando mi ameranno dopo.
    No no, meglio l' agnatica-cognatica di primogenitura che si rischia meno.
     
  10. alberto90

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    REGGENZA PER ENRICO III: 1225 - 1227
    La regina madre Esmeralda ebbe parecchio da fare nel breve periodo di reggenza e mancò poco che il 14enne sovrano venisse rapito dai partigiani del principe Alfonso, divenuto duca di Toledo e aspirante al trono portoghese.
    Fu una fortuna che il tutore del principe lo avesse proprio in quei giorni portato al sicuro in un castello nelle campagne attorno a Lisbona, lontano dalle grinfie dei ribelli.
    Nemmeno un mese dopo, il primo settembre 1225 scoppiava la VI guerra civile, fomentata dagli oltranzisti fautori di una legge elettiva. Le truppe realiste impiegarono nemmeno sei mesi per sedare la rivolta sconfiggendo le milizie ribelli nella battaglia di Torres Novas de Douro il 3 dicembre 1225.
    Il 17 marzo 1226 fu firmata una fragile tregua che ebbe breve durata. Il 13 giugno la rivolta riesplose più violenta che mai e ancora una volta le truppe realiste mossero contro i ribelli sconfiggendoli ripetutamente tra luglio e settembre fino a costringerli alla pace definitiva firmata il 23 ottobre 1126 a Lisbona.
    I mesi di reggenza che restavano trascorsero pacificamente permettendo alla regina madre di tornare nella capitale col figlio ormai quasi maggiorenne.
    Il 25 marzo 1227 Enrico compì 16 anni ed entrò nella maggiore età, il consiglio di reggenza si sciolse e la regina madre cessò le sue attività.

    ENRICO III " IL BELLO ": 1227 - 1236

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    Terzo figlio di Enrico II, il primo avuto dalla cortigiana Esmeralda, era stato educato sopratutto dalla madre e per questo il suo carattere si era sviluppato molto diverso da quello del padre.
    Enrico III era pietoso, generoso, amabile, zelante e devoto. E oltre al resto era bello, dai lineamenti delicati e dalla barba ben tagliata, fulva. Gli occhi castani chiaro, il naso dritto e le labbra sottili. Alto, slanciato e atletico, amava cavalcare e passeggiare nella natura, lungo i fiumi e sulle spiagge affacciate all' Atlantico.
    Appena assunto il potere il giovane sovrano si mise subito alla ricerca di una moglie adeguata al suo rango e la trovò nella contessa Stefania di Biscaglia. La fece venire a corte e il 10 ottobre 1227 la sposò, rendendola regina ed ereditando al contempo il titolo comitale della moglie.

    Enrico III dovette subito fare i conti con la guerra che il sultano almoravide scatenò il primo di novembre rivendicando per se tutto il Portogallo. Questa volta nessuno si fece vivo offrendo aiuto al sovrano portoghese ed Enrico III dovette dare fondo a tutte le sue energie, ai suoi fondi e alle sue truppe per riuscire a respingere l' attacco.
    Fino all' estate del 1228 i portoghesi ebbero l' iniziativa, invasero i domini arabi conquistando molte città e sconfiggendo anche alcuni reparti arabi, ma nel luglio di quell' anno un esercito di 35.000 musulmani sconfisse l' esercito portoghese e i mercenari al seguito nella battaglia di Cadice il 14 luglio.
    I portoghesi si ritirarono verso l' Algarve e li furono nuovamente sconfitti vicino a Faro in settembre.
    Con un ultimo sforzo Enrico III arruolò altri 15.000 mercenari e grazie a loro riuscì a riprendere l' iniziativa, sconfisse i mori nella seconda battaglia di Faro il 3 novembre, li respinse verso est, li sconfisse di nuovo vicino a Caceres i 3 febbraio 1229 e infine li sbaragliò nella grande battaglia di Cadice combattuta tra il 4 e il 5 aprile.
    A quel punto pose l' assedio alla città e il 25 giugno la conquistò con un sanguinoso assalto alle mura. Il sultano allora scese a patti e il 1 luglio fu firmata la pace di Alcesiras con la quale rinunciava alle mire sul Portogallo.
    Salvato il regno dalla minaccia musulmana Enrico potè dedicarsi alla famiglia e il 16 aprile 1230 nacque Maria, erede al trono del Portogallo. Era una bellissima bambina e sana.

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    L' Europa nel 1233
    Enrico impiegò 4 anni per risanare i danni portati dalla guerra, rimpinguare le finanze del regno dissanguate e riportare l' esercito alla massima forza.
    Alla fine del 1233 comunque il sovrano decise di passare all' offensiva contro i musulmani e mostrare finalmente al mondo la forza del piccolo regno portoghese.
    Nel gennaio del 1234, approfittando di una guerra civile scoppiata nel sultanato almoravide, Enrico dichiarò guerra all' emiro delle Canarie e imbarcato l' esercito sulla flotta reale prese il largo verso sud.
    Il 23 giugno, dopo una rapida vittoria sulle poche milizie dell' emiro e la conquista della capitale dell' emirato, la guerra volgeva al termine portando al regno l' arcipelago atlantico.

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    Il regno dopo la conquista delle Canarie
    Il 18 gennaio 1235 nacquero due gemelli, un maschio e una femmina. Il maschio fu chiamato Giovanni e fu nominato erede al trono, la sorella invece fu battezzata Margherita.

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    I Bizantini perdono terreno di fronte all' avanzata dei mongoli

    Nemmeno la nascita un figlio maschio e di un erede legittimo servì a placare gli animosi spiriti degli indomiti pretendenti al trono e il 12 luglio 1235 il duca di Toledo incitò i suoi partigiani, la duchessa di Algarve e il duca di Alentejo affinchè scatenassero una nuova guerra per portare lui sul trono del Portogallo.
    La guerra questa volta fu più lunga e sanguinosa del previsto perchè le truppe ribelli invece di attaccare le città realiste in Portogallo attaccarono le Canarie e questo costrinse l' esercito realista ad un inseguimento dietro l' altro per rintracciare i ribelli.
    Comunque entro la primavera del 1236 la situazione era nuovamente nelle mani di Enrico, i ribelli furono definitivamente sconfitti presso Gran Canaria il 25 maggio e il 3 giugno fu firmata l' ennesima pace.
    Pochi giorni dopo il re si ammalò e le sue condizioni precipitarono rapidamente fino a portarlo al coma il 19 giugno.
    Il 21 giugno 1236, a 25 anni, Enrico III del Portogallo spirò senza riprendere conoscenza dopo aver regnato 9 anni.
    Toccò quindi alla regina Stefania prendere in mano il regno e guidare la lunga reggenza che si era aperta.


     
  11. alberto90

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    REGGENZA PER GIOVANNI I: 1236 - 1251
    Il compito di reggere le sorti un regno per 15 anni è davvero ingrato persino al giorno d' oggi, possiamo solo immaginarci cosa doveva essere portarlo a termine nel tredicesimo secolo.
    La regina madre Stefania era una donna energica, ma proprio perchè donna e sopratutto perchè non di stirpe portoghese, la sua autorità fu sin da subito messa in discussione.
    Il principe Manuele, diventato duca di Toledo, poteva vantare diritti piuttosto legittimi al trono portoghese e sopratutto aveva alcuni alleati potenti all' interno del regno, e decise di mettere alla prova le sue forze dopo due sole settimane di reggenza.
    Il 12 luglio 1236 i duchi di Porto e di Alentejo e i loro vasalli, risposero all' appello rivolto loro dal principe Manuele e dichiararono guerra alla regina.
    Le truppe realiste diedero subito inizio alle ostilità attaccando i contingenti ribelli sparsi per tutto il regno, sconfiggendo poi l' esercito ribelle riunito il 21 ottobre presso Tomar e ponendo sotto assedio le fortezze dei ribelli all' inizio dell' inverno.
    Alla fine della primavera successiva la partita era ormai nelle mani realiste e il principe Manuele, giunto apposta in Portogallo per guidare l' esercito ribelle che, secondo i suoi programmi, avrebbe dovuto portarlo fin sul trono, lasciò il campo tornando nel suo ducato castigliano.
    Alla fine di settembre i duchi portoghesi ribellatisi alla ragina Stefania decisero di trattare la pace sperando di evitare la galera, le trattative si protrassero fino al 10 ottobre quando le condizioni poste dalla regina furono accettate dai ribelli, che si videro imprigionati e privati del 75 per cento dei loro titoli.
    Il 20 ottobre infatti la regina madre ridusse i possedimenti ducali ad una sola contea, affidando le nuove contee a vassalli fedeli e di provata onesta.
    Per qualche tempo la regina pensò anche di abolire i titoli ducali in modo da indebolire ulteriormente i vassalli e poterli quindi tenere sotto controllo con più facilità, ma alla fine decise di conservarli e di lasciarli in possesso ai titolari incarcerati.
    Due anni dopo il principe Manuele, indomabile nel perseguire i suoi scopi dinastici, decise di tentare ancora una volta la scalata al trono portoghese, convincendo il re di Castiglia a fornirgli un grande esercito e promettendo, in cambio dell' aiuto, la vassallizazione del Portogallo al trono castigliano.
    Il 18 settembre 1239 il re di Castiglia, a nome del duca di Toledo, dichiarò guerra al Portogallo e iniziò le manovre per riunire l' esercito.
    L' esercito portoghese, ingrossato da contingenti mercenari prezzolati e anche da volontari arabi forniti a titolo gratuito da alcuni emiri, fu più veloce e già in ottobre era sotto le mura di Ciudad Rodrigo.
    L'esercito castigliano si fece vivo in dicembre ma fu sconfitto in un prato vicino alla città il 3 gennaio 1240.
    Ciudad Rodrigo fu infine occupata il 15 febbraio e il 2 marzo i castigliani furono ancora una volta sconfitti vicino a Castelo Branco, dopo aver tentato di invadere il Portogallo.
    Il 5 luglio caddero nelle mani portoghesi anche Lubrales e Salamanca e a quel punto il re di Castiglia cominciò seriamente a temere la sconfitta e per tutto il mese tentò di trattare la pace separata col Portogallo.
    Infine il 28 agosto fu firmato il trattato di pace tra Portogallo e Castiglia nel castello di Guarda. Con quel trattato la Castiglia cessava di ambire al Portogallo mentre il principe Manuele rinunciava ai suoi diritti sul trono di Lisbona.

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    L' Europa nel 1242

    Superato anche il pericoloso scoglio castigliano, la reggenza potè andare avanti tranquillamente per 6 anni e nella tarda primavera
    del 1245 il giovanissimo Giovanni I, undicenne, prese la sua prima decisione autonoma firmando il documento con il quale rivendicava per se la contea di Corsica, attualmente nelle mani della potente repubblica di Pisa.
    La guerra cominciò quindi il 25 aprile 1245 e l' isoletta nel Mediterraneo fu invasa dai portoghesi nell' estate, mentre un grosso esercito pisano, in maggioranza composto da mercenari, tentò l' attacco diretto al Portogallo.
    Occupata non senza difficoltà la Corsica entro l' autunno le truppe portoghesi sbarcarono sulle coste di Cabo da Roca e marciarono contro le truppe di invasione, sconfiggendole presso la foce del Rio Mondego il 3 gennaio 1246 e nuovamente presso Covilha il 27 aprile.
    La pace e l' annessione della Corsica fu comunque sancita e firmata solo il 5 ottobre e la vittoria permise al consiglio di reggenza di espandere il regno in direzione oriente, verso l' Italia.


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    Il regno di Portogallo dopo la conquista della Corsica

    Non accade più nulla nei 5 anni di reggenza successivi e il regno attraversò un periodo di pace e di prosperità.
    Il 18 gennaio 1251 Giovanni compì 16 anni ed entrò nella maggiore età, assumendo il potere e dando inizio al suo regno.
     
  12. alberto90

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    GIOVANNI I " IL GRANDE ": 1251 - 1275

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    Il destino di Giovanni I, quarto sovrano di Portogallo, era quello di portare il suo regno nel novero delle grandi potenze del tardo medioevo europeo.
    Infatti nel corso dei suoi 24 anni di governo Giovanni vide crollare il glorioso impero Bizantino sotto i colpi incessanti dei mongoli, i regni di Polonia e Ungheria consolidare i loro possedimenti nell' Europa orientale e servire da scudo contro le orde di barbari orientali, l' impero di Germania, più potente che mai esteso dalle pianure della Campania alle rive dello Jutland, dalle Fiandre alla Dalmazia. L' Inghilterra allargare i propri possedimenti in Bretagna, la Scozia diventare padrona di mezza Irlanda e Norvegia e Svezia contendersi le gelide terre del Nord.
    A sud era nato il primo impero arabo, esteso dalle sabbie dell' Arabia alle coste del Marocco, dall' Egitto alla Siria. E poi i regni d' Iberia scannarsi tra loro mentre la feccia araba continuava a dominare l' intero meridione della Spagna.
    Tra tutte le cose che Giovanni detestava quella era senz' altro la prima della lista.

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    L' impero Bizantino travolto dai Mongoli. A.D 1260
    Prima di imbarcarsi in qualunque impresa bellica tuttavia, Giovanni sapeva di dover prendere moglie e di generare un erede per il Portogallo in modo da garantire il proseguimento della dinastia, ormai stabile sul trono portoghese da quasi un secolo e mezzo.
    Nell' autunno del 1251 il giovane sovrano prese in moglie Isabella de Mellent, una nobildonna inglese figlia del duca di Deheubarth e sorella dell' attuale signore di quelle terre.
    Quando alla fine della primavera successiva ebbe la certezza che la regina era incinta, Giovanni diede inizio ai preparativi per la sua prima prova militare e l' obbiettivo fu individuato nell' arcipelago delle Baleari, ancora sotto il giogo dei musulmani.
    Le tre isole su cui il re di Portogallo aveva messo l' occhio, oltre ad essere sulla rotta della Corsica, erano anche un trampolino di lancio verso i domini mori della Spagna meridionale e la loro conquista avrebbe consentito ai portoghesi di minacciare sia i mori sia gli Aragonesi e di mostrare ai castigliani la forza sempre maggiore del regno di Portogallo.
    Il 20 luglio 1252 Giovanni I si imbarcò col sui esercito per raggiungere l' arcipelago conteso ai mori ai quali era appena stata dichiarata guerra.
    Furono sufficienti 7 mesi di guerra, due assedi e una battaglia campale vinta per assicurare al sovrano cattolico il possesso delle isole, sancito ufficialmente con la pace di Almudena firmata il 27 febbraio 1253.
    Il 4 maggio dello stesso anno venne alla luce, quasi come un dono di Dio per la vittoria sugli infedeli, l' erede. Un maschio robusto che fu chiamato Alfonso, come il grande capostipite della famiglia.
    Se Giovanni si era illuso di poter regnare tranquillo le sue speranze furono di breve durata. Infatti, nonostante l' erede già al mondo e il governo reale stabile, alcuni dei vassalli pensavano che il re non fosse altro che un usurpatore e che il vero sovrano fosse Nuno, un oscuro e lontano parente di Giovanni.
    Naturalmente il re non fu affatto contento di quella ribellione e quando fallì il suo tentativo di arrestare Nuno e chi lo sosteneva, non esitò un istante a dichiarare guerra contro i vassalli ribelli. Il 5 luglio 1253 il conflitto divenne aperto.
    Parecchi conti si erano schierati con Nuno e Giovanni dovette sguinzagliare tutte le sue truppe e un buon numero di mercenari per tutto il regno al fine di sbaragliare quanti più ribelli possibile nel minor tempo possibile.
    Anche stavolta furono sufficienti sette mesi di guerra per sedare la ribellione, arrestare i sediziosi e placare gli animi esacerbati dei loro sudditi. La pace di Tomar, firmata il 3 marzo 1254 riportò la quiete nel regno.
    Quella notte Giovanni e la sua sposa si unirono nuovamente nella carne ed esattamente nove mesi dopo, il 3 dicembre venne alla luce un secondo figlio maschio, chiamato Pedro.
    Purtroppo quel parto, reso difficile dalle condizioni climatiche e dalla salute non buona della regina, causò nei due anni seguenti l' indebolimento progressivo delle forze di Isabella del Portogallo e bastò quindi una semplice infreddatura per portare la giovane donna alla morte, il 4 luglio 1256 dopo soli 5 anni di matrimonio.
    Giovanni pianse a lungo la sua sposa, che aveva amato sinceramente ricambiato, ma si rese conto che a 21 anni non poteva permettersi di restare vedovo, con 2 figli piccoli da cresce e da educare come erede al trono e come sostituto erede. Perciò, trascorsi alcuni mesi si risposò con la principessa Maria d' Altavilla, discendente diretta dei primi re di Sicilia ormai ridotti al rango comitale.

    Ricostituita quindi la famiglia reale Giovanni progettò il successivo passo per la cacciata progressiva dei mori dalla Spagna meridione, compito che, era evidente, non erano in grado di portare a termine ne il re di Castiglia ne quello di Aragona, da anni ormai ai ferri corti e continua lotta fratricida.
    L' obbiettivo fu individuato nella contea di Murcia, in quegli anni indipendente e debole. La guerra scattò il 15 luglio 1257 e pochi giorni dopo l' esercito portoghese al completo, 15.000 uomini armati di tutto punto, era già in viaggio sulle 250 navi della flotta reale salpata dal porto di Lisbona.
    Nonostante l' emiro di Murcia fosse indipendente dal sultano almoravide, il suo esercito era comunque piuttosto numeroso e poteva contare sul sostegno del più potente emiro di Caceres, che era giusto ai confini col Portogallo.
    Per questo l' esercito portoghese fu fatto sbarcare nei territori di Murcia prima che le truppe di Caceres fossero mobilitate completamente. Comunque l' addestramento dei portoghesi era superiore al valore dei mori e la vittoria dei primi sui secondi presso le mura di Murcia del 24 settembre 1257 ne era la dimostrazione più lampante. La città infine, assediata in ottobre, cadde ai primi di gennaio dell' anno dopo e con lei buona parte dei domini contesi.
    L' emiro di Caceres, resosi conto che la partita era pressocchè perduta non si diede nemmeno da fare per minacciare i possedimenti portoghesi oltre il confine, ma fu lo stesso sconfitto dalle truppe reali di Giovanni nella battaglia della Guadiana, combattuta il 3 luglio 1258.
    L' esercito portoghese aveva marciato per settimane in pieno territorio musulmano da Murcia fino a Caceres ( 370 miglia ) e aveva attaccato di sorpresa l' accampamento arabo posto sulle rive del Fiume Guadiana, poco a ovest di Merida.
    I due emiri allora offrirono la pace e Giovanni pese le sue condizioni: Murcia e la sua contea divenivano possedimento portoghese, l' emiro prima incarcerato e poi espulso dal regno e l' emiro di Caceres costretto a pagare una discreta somma di denaro alla corona portoghese.
    Tuttavia la vittoria non bastò a garantire a Giovanni un regno tranquillo e stabile. Vari pretendenti, più o meno legittimi, stavano accampando diritti al trono portoghese e uno di questi, Ugo, lontanissimo parente de re, era il più forte e legittimo tra costoro, sostenuto da parecchi conti e da due duchi.
    Dieci mesi dopo la fine della guerra per Murcia l' esercito reale fu nuovamente costretto ad imbracciare le armi contro altri portoghesi e dare inizio all' ennesima guerra per il possesso del trono.
    Un anno quasi preciso fu necessario per riportare l' ordine e la pace nel Portogallo, dopo la morte di migliaia di portoghesi e la distruzione di parecchie città assediate e liberate a seconda della fazione che esse sostenevano.
    Giovanni uscì vincitore anche da questa guerra ma il suo esercito era dissanguato e indebolito, il suo regno impoverito e i suoi sudditi stremati. Il 5 giugno 1260, con la firma della pace, fu proclamato giorno di festa nazionale e per qualche tempo tutti i portoghesi si sentirono fieri di servire Giovanni I.

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    L' Europa nel 1262

    Ci vollero praticamente 2 anni per riportare l' esercito al massimo della sua forza e per ridare al Portogallo una discreta prosperità, ma finalmente nella primavera del 1262 Giovanni potè annunciare ai suoi consiglieri di essere pronto per un nuovo passo nel cammino della liberazione della Spagna meridionale.
    L'obbiettivo era la conquista della contea di Denia, confinante a sud con quella di Murcia e a nord con il regno di Aragona, e possedimento diretto dal sultano almoravide.
    Questa volta la guerra sarebbe stata lunga e parecchio sanguinosa, sostenne il re, ma più di una volta le truppe portoghesi avevano sconfitto eserciti mori più numerosi e sarebbe stato così anche questa volta.
    La guerra si aprì il 15 maggio 1262 con lo sbarco di un contingente mercenario sulle coste di Denia, raggiunte nelle settimane successive dai vari contingenti dell' esercito reali giunti dalla Corsica, dalle Baleari e da tutti i domini portoghesi tramite la flotta.
    Per 23 mesi di combattè aspramente nella regione per il possesso di città e di castelli, strenuamente difesi dai mori decisi a tutti i costi di resistere.
    I portoghesi indomiti sfondarono porte, aprirono brecce nelle mura, saccheggiarono villaggi, devastarono campagne e massacrarono soldati e civili senza pietà in una lotta spietata nel nome della fede e di Giovanni.
    Gli eserciti del sultano cercarono di arrestare l' avanzata dei cristiani due volte, prima presso Gandia e poi davanti alle mura di Elche, ed entrambe le battaglie campali videro il trionfo delle armi portoghesi e il massacro feroce dei prigionieri mori.
    Finalmente l' 8 aprile 1264 il sultano e Giovanni firmarono la pace e con essa il Portogallo entrava il possesso della contea di Denia e di due terzi del ducato di Valencia, costituendo una solida testa di ponte nella Spagna meridionale.

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    Il regno di Portogallo dopo la conquista delle Baleari, di Denia e di Murcia ( 1264 )
    Ma quella vittoria clamorosa fu di poca consolazione al dolore di Giovanni, che pochi mesi dopo essere partito seppe della morte del suo primogenito, di soli 9 anni, per cause ignote avvenuta il 24 novembre.
    Di ritorno dalla guerra il re fece partire una serrata indagine che su concluse nel febbraio del 1266. Il duca di Porto era il mandate dell' omicidio del piccolo Alfonso e sia lui che il sicario furono catturati e imprigionati. Il 24 novembre dello stesso anno, nel quarto anniversario della morte dell' erede amatissimo, Giovanni fece giustiziare mandante ed esecutore dell' omicidio dopo un rapido processo. I due furono decapitati sulla pubblica piazza di Lisbona al cospetto di una enorme folla e i cadaveri furono poi arsi e le ceneri sparse nel vento mentre il popolo inorridito dalla crudeltà dell' omicidio perpetrato ai danni di un bambino innocente, dava l' assalto al palazzo del duca di Porto.

    Lisbona, 10 dicembre 1270

    Un corteo lunghissimo di cortigiani, prelati, sovrani, popolo e ambasciatori si snodava per le vie della capitale tra fanfare di trombettieri e rulli di tamburi diretto alla cattedrale, all' interno della quale stava per essere celebrato il matrimonio solennissimo del nuovo erede al trono portoghese, Pedro, con la regina di Castiglia, Eva d' Ivrea.
    I due sposi erano fidanzati da 8 anni e con il loro matrimonio Portogallo e Castiglia si avviavano all' unificazione sotto la bandiera portoghese e nel nome della dinastia di Borgogna.
    Tra i due regni fu firmato un patto di alleanza perpetua e al termine della cerimonia la regina di Castiglia siglò un documento con il quale riconosceva legittimi eredi del trono castigliano il marito e i figli che sarebbero nati da quella unione.
    Il popolo portoghese e quello castigliano esultarono concordi per lunghi mesi mentre la coppia reale attraversava il Portogallo e la Castiglia diretta alla capitale Leon, dove Pedro fu incoronato sovrano di Castiglia il giorno di Pasqua del 1271.

    Quel matrimonio era il compimento degli sforzi compiuti per 150 anni dalla dinastia reale di Portogallo per assicurarsi il possesso della Castiglia e all' ambito triplo titolo regio che ne conseguiva. Infatti Pedro divenne re di Castiglia, Galizia e Leon. E alla mote del padre avrebbe ereditato anche la corona e il titolo reale portoghese.
    9 mesi dopo le nozze di Pedro, Giovanni divenne nuovamente padre di un maschio, Enrico, che rimarginò un pò la ferita ancora aperta della morte di Alfonso.

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    L' Europa nel 1272
    Il governo di Giovanni non vide altri gesti politici nei 4 anni seguenti. Il re si dedico anima e corpo alla famiglia e al suo ultimo nato, l' unico figlio rimasto nella sua casa dopo la partenza di Pedro per la reggia di Leon.
    Lasciò i suoi ministri a governare e visse con la moglie e col figlioletto in un castello in campagna, presso Santarem fino al giorno della sua morte, avvenuta il 9 febbraio 1275, a 40 anni.
    Giovanni morì di morte naturale e fu pianto sinceramente da tutto il suo popolo e anche da molti sovrani europei, che avevano visto in lui il vero difensore della Fede e un ottimo re.
    Fu soprannominato Grande, Vittorioso, Buono, ma il soprannome che più gli sarebbe piaciuto fu sicuramente quello che gli diede il figlio Pedro.
    Magnanimo.

    Le spoglie mortali di Giovanni I furono inumate nella cripta reale della cattedrale di Braga accanto ai suoi avi e nella sua tomba furono posti anche i resti del piccolo Alfonso, mai consacrato re ma destinato a divenirlo e pertanto adatto per riposare per sempre accanto ai grandi re portoghesi.

    Il giorno di Natale del 1275 Pedro rientrava in patria per essere incoronato re di Portogallo e accanto a lui era la bellissima Eva, regina di Castiglia, Galizia e Leon e sovrana consorte di Portogallo.

    Da quella coppia era destinato a nascere il futuro sovrano di Portogallo, Castiglia, Leon e Galizia. Mai nessuno uomo aveva avuto, ancora prima di nascere, tanti titoli regi sul proprio carnet, e mai dopo nessuno li avrebbe avuti.





     
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  13. Pandrea

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    Ottimo, l'unione delle monarchie iberiche è d'obbligo per resistere in questo medioevo insolitamente compatto. Ma è terribile vedere l'Impero Bizantino ridotto così T_T

    L'Europa è davvero così rigidamente divisa in grossi Stati come appare o alcuni di essi sono giganti di burro?
     
  14. alberto90

    alberto90

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    Guarda, la Polonia non ha mai perso una guerra e ha sempre ottenuto vantaggi territoriali da ogni guerra che ha combattuto.
    L' impero è molto solido e stranamente coeso, praticamente in 150 anni c'è stata solo una grossa rivolta. La Francia è ancora più stranamente compatta e decisamente forte ( ha cacciato gli arabi dalla sicilia guidando una crociata che pareva persa e ha addirittura conquistato la Tunisia combattendo da sola contro il potente impero arabo dei gabrielidi.
    Anche l' Ungheria è riuscita a riconquistare la Croazia e fino ad ora nemmeno l' Orda D'Oro è riuscita a fare molto contro di lei. I bizantini erano riusciti in circa mezzo secolo a riconquistare l' Anatolia distruggendo Rum e arrivando fino a conquistare l' Ucraina meridionale. Poi sono arrivati i Mongoli da nord e da sud e nel giro di 30 anni l' impero si è dissolto. E' un vero peccato. Ora dobbiamo solo sperare che l' estensione eccessiva indebolisca notevolmente i mongoli in modo che la loro avanzata si fermi.
     
  15. alberto90

    alberto90

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    Sono arrivato al 1314 ma purtroppo il gioco si blocca e non posso andare avanti, mi spiace molto perchè Pedro I si stava rivelando un sovrano longevo ( salito al trono nel 1275 ancora regnava dopo quasi 40 anni ) e ora ero ad un passo dall' unione delle corone castigliana e portoghese. Da un lato meglio così perchè l' erede, Giovanni ha avuto la malapensata di generare solo femmine a cui ha affibbiato dei nomi orripilanti e antistorici che avrebbero reso il seguito molto meno credibile. Per il momento quindi questo AAR si ferma qui, ma spero di poter proseguire con la narrazione della storia della Casa di Borgogna prestissimo ..... Un grazie a tutti i lettori e ai commentatori.
     

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