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"che cos'è la sciiiiiienza?" (cit.)

Discussione in 'Off Topic' iniziata da qwetry, 13 Marzo 2015.

  1. ronnybonny

    ronnybonny Moderator Membro dello Staff

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    Potrebbe fare il pastore alternativo: dopo il gluten free il techno free
     
  2. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Eh sì mi dispiace, sono dovuto ricorrere alla reductio ad Hitlerum.
     
  3. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    questa definizione la possiamo affinare un pochettino, in modo da far capire che non è la "scienza" ad essere il nemico (ricordiamo che il comunismo altro non è che "socialismo scientifico"), ma l'uso che se ne fa (semplificando, la "tecnica", la "tecnologia").

    Per prima cosa, non possiamo effettivamente definire la Scienza un "metodo", in quanto dietro alla parola "Scienza" si trovano non solo nozioni metodiche, ma anche nozioni effettive, che "descrivono il mondo". Se fosse solo metodo, non potremmo dire che l'affermazione "le orbite planetarie sono ellittiche" è scienfifica, perché non descrive un metodo, una regola, ma "descrive il mondo". Ugualmente, se la Scienza non fosse per nulla metodo, sarebbe semplicemente esperienza, e facilmente potrebbe sfociare nella superstizione e nella magia. Quindi una prima definizione di Scienza potrebbe essere: il complesso di conoscenze che *deriva* dall'uso del metodo scientifico. In questo modo, salviamo il metodo, ed evitiamo che affermazioni estemporanee siano considerate scienza (se io mi alzo la mattina ed affermo "la materia oscura è esattamente n volte l'antimateria" non sto facendo scienza, nemmeno se per puro caso ci ho preso).

    Ora però abbiamo solo spostato il problema della definizione alla definizione di "metodo scientifico", quindi non abbiamo ancora risolto nulla. Per prima cosa dobbiamo affermare la grande verità: nessuna conoscenza umana empirica è verificabile. Infatti, per quante osservazioni io possa fare, niente mi assicura che un'ulteriore osservazioni mi falsifichi tutto quanto ho creduto fino a quel momento. Quindi potremmo considerare in questo modo il metodo scientifico induttivo (il metodo descritto da @bacca è più quello deduttivo: si parte da un teoria, si tenta di corroborarla, si fallisce, si cambia teoria):
    1. Osservazione di un fenomeno (non possiamo prescindere dall'esperienza per la conoscenza scientifica, altrimenti stiamo facendo filosofia, o matematica);
    2. Indiduazione della problematica;
    3. Ipotesi;
    4. Previsione da "verificare" (ossia da non falsificare);
    5. Esperimenti per "verificare" la previsione
    6. Risultati;
    7. Interpretazioni e conclusioni;
    8. Se l'ipotesi non è confermata, si cambia;
    9. Se invece è confermata, si possono fare ulteriori esperimenti e formulare una teoria;
    10. Si può a questo punto formulare un principio (legge/regola)
    Ovviamente, se anche siamo arrivati a formulare un principio, nuove osservazioni potrebbero falsificare comunque tutto (un esempio su tutti: la teoria tolemaica eliocentrica è una teoria scientifica, per quanto errata). Il progresso scientifico quindi si configura come un'eliminazione degli errori che via via ci dovrebbe approssimare alla "verità", ad una corretta descrizione dei fenomeni.

    Ora, dati questi presupposti (senza complicarci troppo, volendo potremmo affinare ancora la definizione di progresso scientifico e metodo), la Scienza non può essere considerata cattiva intrensecamente. Anzi. Come pure il metodo scientifico non può essere considerato intrensecamente cattivo. Anzi. In fondo il metodo scientifico è un metodo razionale, nel senso preciso del termine. Da questo punto di vista, l'Uomo non può fare a meno del metodo scientifico, in quanto è connaturato nella sua natura (in quanto essere razionale).

    L'idolatria della Scienza non è cattiva in quanto idolatria della Scienza, ma *in quanto idolatria*. Considerare la Scienza come la regina di tutte le discipline non è sbagliato perché la Scienza non è la regina di tutte le discipline, ma è sbagliato perché non è possibile gerarchizzare il sapere umano razionale (mentre possiamo tranquillamente considerato inferiore il sapere irrazionale).

    Il problema con la tecnologia è esattamente lo stesso. La tecnologia non è il "Male". Tutt'altro (essere ludditi è tipicamente reazionario, tra le altre cose). La tecnologia migliora le nostre condizioni nel mondo, nella società nonché la nostra conoscenza del mondo (in quanto può essere "usata" dalla Scienza).

    Il problema è che LA TECNOLOGIA E' DIVENUTA MERCE. Quindi non è solo strumento dell'Uomo per i suoi fini conoscitivi/di sopravvivenza, ma è a tutti gli effetti soggetta alle dinamiche delle altre merci.

    La Scienza invece è proprio innocente. Quelle che descrivi tu non sono colpe, in quanto la vittima (il mondo) non è configurabile come tale. Il mondo non è un essere senziente, e men che meno un essere umano. Il mondo sta lì, noi ci viviamo e vogliamo semplicemente sapere com'è. Creare il concetto di spazio e di natura fisica non è sbagliato, è semplicimente *inevitabile* e totalmente neutro. Il problema non è voler dominare il mondo e modellarlo a propria immagine, ma voler dominare e modellare a propria immagine *gli altri uomini*. La differenza è abissale.

    Attenzione. Interrogarsi sui fondamenti epistemici di una disciplina NON fa parte di quella disciplina (tranne che in 2 casi: la matematica e la filososia), semplicemente perché non posso applicare gli stessi metodi della disciplinaa questa nuova ricerca (non posso indagare i fondamenti della medicina con le mie conoscenze di anatomia, ad esempio). Si tratta invece di filosofia (nel nostro caso, filosofia della scienza). Che un fisico non si occupi di filosofia della scienza ovviamente non è una bella cosa, una certa riflessione sui fondamenti della tua disciplina può far sempre bene, ma non per questo è fondamentale (scusate il bisticcio). [un appunto sul tuo argomento finale: la concezione "metafisica = aria fritta (perfettamente legittima) si basa proprio sul fatto che non segue un metodo scientifico! Ah, e dell'esistenza dello spirito hegeliano posso tranquillamente esserne filosoficamente/razionalmente convinto, a differenza che nell'esistenza di dio...comunque consideri queste credenze "aria fritta" proprio perché non sono scientificamente falsificabili]

    La tecnocrazia, che è quella che più ci dà problemi, in realtà NON esiste. Infatti, non è la tecnica ad avere il potere, ma gli uomini che ne controllano la produzione. Quindi, di fatto, il problema è sempre lo stesso. Un gruppo di persone molto ristretto detiene la totalità dei mezzi di produzione di una certa merce (in questo caso, la tecnologia), escludendone dal possesso la maggior parte della popolazione. Con la differenza che, mentre una volta non si parlava di "modacrazia", ma giustamente si individuava nei proprietari dei mezzi di produzione il problema, ora questo non avviene più (per motivi storici, contingenti etc etc), ma si parla per l'appunto di "tecnocrazia".

    Scusate il papiro, credevo di poter essere più sintetico...:rolleyes:
     
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  4. Caronte

    Caronte

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    Posso chiederti un esempio concreto? Non vorrei confondessi la validità delle conclusioni e delle analisi dei dati con la validità del metodo stesso.

    E comunque i veri voli pindarici di logica e buon senso li trovi nelle richeste di brevetto.
     
  5. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    In realtà non penso che il metodo scientifico sia connaturo all'uomo, dato che si è affermato da 200 anni. Se l'uomo fosse un animale razionale, sarebbe nato come organizzatore scientifico dei suoi bisogni, ma la storia ci dice che non è stato così. Ed è meglio così, perché l'idea di un uomo unicamente razionale è proprio quello che stanno cercando di realizzare adesso, fallendo miseramente. Non si può espellere il male dall'uomo creando un organizzazione razionale che soddisfi tutti i suoi bisogni, perché l'uomo è ambivalente.


    Penso che i luddisti che distruggevano le macchine avessero i loro motivi. Innanzitutto perché impone la realtà del tempo razionale e del lavoro, cosa che a gente che era abituata a lavorare in maniera lenta e sporadica non andava proprio giù. E' proprio la pretesa del sistema di mettere l'uomo di fronte al sistema del lavoro utile+stipendio+soddisfazione dei bisogni che era considerata intollerabile. E il voler imporre questa idea con la forza è stato piuttosto tirannico, e continua ad esserlo.

    Attenzione, credo di essere stato ampiamente frainteso su questo punto, dato che tutti sembrano darmi del fanatico. Quando dico che la scienza non è innocente, intendo dire che considera il suo metodo autenticamente infallibile per quanto relativista essa possa essere. Dire che il mondo è un insieme di fatti o di forze calcolabili è la stessa cosa che dire che è fatto a immagine e somiglianza di Dio, lo stesso tipo di fanatismo. Il problema è che se lo si fa, bisogna ricordarsi che è solo un metodo e non la realtà. E la scienza non facendo ciò ha portato alla distruzione della terra che possiamo vedere tranquillamente anche oggi, in cui persino lo spazio e il tempo sono organizzati secondo il calcolo.


    Sul fatto che ogni disciplina scientifica non debba interrogarsi sui propri fondamenti, ma solamente pensare al versante applicativo, è una cosa che non ha senso. E la filosofia della scienza per come è stata fatta non è certo stata sufficiente a spiegarne i limiti. Metafisico non vuol dire certo "non fondato scientificamente" ma piuttosto si riferisce ad un tipo di pensiero che tenta di imporre un modello al Mondo, ed è quello che fa la scienza a mio parere insieme a tutto il pensiero metafisico in filosofia.

    Sei sicuro? E se invece fosse la tecnica a controllare l'uomo? Se invece tutta questa idea della scienza o del romanticismo che ci sia un soggetto umano, un io, che agisce su una realtà, su un mondo oggettivo fosse totalmente falsa? In fondo è un idea che si è affermata da poco più di 200 anni, e che ha avuto inizio nel pensiero con il Discorso sul metodo di Cartesio.
    Tra l'altro non si può certo più parlare di una "casta" che detiene il controllo della ricchezza o della tecnica escludendone invece la popolazione: il dominio tecnocratico è intriso nella società stessa, nell'organizzazione dei divertimenti, nei consumi, nell'istruzione, nei mass media. E' un potere che non ha corrispondenti in una classe, ma è profuso ovunque ed invisibile.
     
  6. bacca

    bacca

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    D'accordo in massima parte su ciò che c'è prima di questo (tranne il fatto che io non credo nella ragione ma solo nella logica istintiva...), disaccordo totale su ciò che viene dopo.
    per la tecnocrazia, io non penso esista e in effetti sui post di @Lord Attilio non leggo questo, ma si sa ognuno legge con i suoi occhi e vede quello che vuole vedere soprattutto io!
    Per il quotato è tutto li il problema!
    L'uomo è passato dal medioevo dove aveva "paura del mondo" all'800 dove ne era dominatore , ora siamo convinti di poter dominare tutto , perfino le persone , e che tutto debba conformarsi alla "ragione". Ed è qui che io do fuori di matto, perchè per me una ragione non esiste , ne esistono tante e tutte hanno ragione. Come posso conformarle tutte? (esempio la legge sul divieto di negare lo sterminio ebraico!)
    Io sono convinto che l'uomo non debba essere dominatore del mondo, esso si debba adattare al mondo, se possibile nella totale anarchia e incoscienza di se stesso (la mela dell'eden ...............................................................)
    Perchè? perchè solo queste condizioni permettono la migliore selezione naturale del singolo individuo.
    Si può fare ? NO , lo so.
    Ma l'esatto opposto, cioè il totale controllo , la massima espressione del più profondo istinto umano della volontà di dominio/potenza mi fa paura. Penso che possa portare a situazioni pericolose per la stessa sopravvivenza della nostra specie (pensa a un batterio modificato fuori controllo, o agli stessi antibiotici e al loro effetto sul lungo periodo sulla nostra specie, o alla medicina in genere ...)
    Ecco perchè auspico un equilibrio, che io personalmente ho trovato nella religione , intesa non come fede, ma come conoscenza millenaria delle cose del mondo , non come istituzione , ma come complesso di conoscenze ...
    MI rendo conto che è un ragionamento lungo , ma fatevelo andare bene che non ciò voglia di scrivere un libro... XD

    @Caronte
    intendo gli articoletti tipo oggi/leggo ecc. che riportano studi americani( molto spesso) su argomenti del tutto inutili o futili e fatti con esperimenti che ritengo molto spesso del tutto inadatti e ridotti nel numero...

    ps:tecnocrazia, leggo solo ora l'ultimo di @Lord Attilio , interessante l'ultimo pezzo, l'uomo schiavo della sua tecnologia. IN effetti io lo vedo con le mie lenti in un : uomo che sta diventando incapace di sopravvivere senza la sua tecnologia, altro punto che io vedo sempre in ottica sopravvivenziale...
     
  7. qwetry

    qwetry

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    lord attilio, purtroppo solo qualche mia risposta sparsa a tue quotature, la mia volontà scientifica di dominare il mondo non mi lascia molto tempo libero, e la mia visione razionale delle cose mi porta alla sintesi (edit: alla fine mi sono dilungato, mannaggia a me) :

    " E se invece fosse la tecnica a controllare l'uomo?"

    la tecnica controlla l'uomo, ma da varie decine o centinaia di migliaia di anni, con l'invenzione degli utensili e del fuoco, noi ora non siamo negli alberi solo grazie alla tecnica, l'animale uomo deve la sua esistenza alla tecnica.


    "Penso che i luddisti che distruggevano le macchine avessero i loro
    motivi. Innanzitutto perché impone la realtà del tempo razionale e del
    lavoro, cosa che a gente che era abituata a lavorare in maniera lenta e
    sporadica non andava proprio giù"


    lenta e sporadica? dall'abbandono del nomadismo in favore di agricoltura e pastorizia il lavoro è diventato pesante, regolare e frequente. hai una visione romantica della storia, non oggettiva, che mi pare di capire che addirittura sfocia nel mito del buon selvaggio, manchi di capacità analitica, ma immagino che per te sia un vanto.
    il profitto, il raziocinio al suo servizio, è frutto dell'individualismo, che è la spinta primaria dell'uomo da ben prima della nascita della scienza, lo è dalla nascita della vita miliardi di anni fa, e questo è un fatto biologico, non un pensiero, non una visione "scientista".

    solo l'ordine scientifico della ragione può mettere ordine a un mondo dove la prevaricazione sul prossimo è la prima spinta propulsiva, senza ragione non c'è altro, solo le tenebre. tu vedi altro, ma non sei diverso da chi vedeva negli arcobaleni la benevolenza degli dei. purtroppo la realtà appare diversamente


    "Dire che il mondo è un insieme di fatti o di forze calcolabili è la stessa cosa
    che dire che è fatto a immagine e somiglianza di Dio, lo stesso tipo di
    fanatismo"

    perchè così non dovrebbe essere? così appare, che conoscenza abbiamo oltre all'apparenza? oltre la scienza ci sono solo teiere e unicorni rosa

    " Il problema è che se lo si fa, bisogna ricordarsi che è solo un
    metodo e non la realtà."

    tu conosci la realtà? io no, solo come appare, ed è materiale. la tua è una chiusura mentale non diversa dagli uomini in vaticano. la scienza non piace a molti scienziati, il mondo calcolabile è triste, a me non piace, ma così è, la scienza è l'unico possibile appiglio di conoscenza per la materia che assume coscienza di sè, ciò che siamo, il resto sono chiacchiere indimostrabili, abbiamo solo l'apparenza a nostra disposione.


    a scanso di equivoci: nel caso non si fosse capito, sono comunista, per me la razionalità, di cui la scienza è figlia, non è uno strumento per permettere all'uomo di dominare il mondo, ma per fermare il dominio dell'uomo sull'uomo, e migliorare la sua condizione materiale.
    superare lo stato di natura, vincere il male nei limiti del possibile.

    so che tu, lord attilio, non credi nella "malignità" della natura, ma così si torna al punto di partenza, motivo per cui mi ero ritirato dalla discussione, e ora mi pento di esserci tornato:
    non potremo mai convergere nel risultato perchè partiamo da dati iniziali diversi. tu non conosci ciò che appare, o ti rifiuti di vederlo influenzato dalle tue congetture; non sono arrogante in questa affermazione,
    perchè io mi baso su ciò che vedono i miei occhi, nei libri scientifici non c'è altro che quello che vedono gli occhi umani.
    e preferisco credere a ciò che vedo invece che in quello che potrebbe esserci, semplice principio dato dall'esperienza per cui la spiegazione più semplice tende a essere quella vera.
     
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    Ultima modifica: 15 Marzo 2015
  8. generalkleber

    generalkleber

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    Le conoscenze empiriche e le leggi _non_ sono scienza. La scienza sorge quando dette conoscenze empiriche sono integrate in una teoria. E una teoria _non_ è vera o falsa ma è esplicativa o non esplicativa; complessa o semplice. Una teoria esplicativa semplice è meglio di una complessa a meno che quella complessa non sia ancora più esplicativa. Le teorie integrano le leggi attraverso principi ponte, enti teorici ed altro, trasformandoli in significati e costruendo modelli di prevedibilità. E' tra le qualità della teoria quello di saper offire alti gradi di prevedibilità e di offrire gli ambiti di eccezione. Semplificando la legge descrive e la teoria spiega. Solo al livello teorico, della teoria, abbiamo l'interpretazione scientifica.

    "Innocente" è una qualifica morale, e dunque extrascientifica. La scienza innocente? La mentalità liberale (e Popper, ad esempio) ritiene che la morale (e la politica) siano prima della scienza (ad esempio indirizzando le risorse disponibili in un certo campo del sapere invece che in un altro) e dopo la scienza (ad esempio utilizzando in un modo invece di un altro i risultati). In questo caso la scienza sarebbe neutra e dunque innocente. Tale visione è però in genere ritenuta ingenua: gli oppositori affermano che il processo stesso della ricerca, essendo umano, sia sempre condizionato dal contesto umano particolare: ciò, ad esempio, nella linea suggerita da Kuhn ne La struttura delle rivoluzioni scientifiche. Immagino che, oltre al livello storico, sia possibile avanzare dubbi sulla neutralità della scienza anche a livello epistemologico: è quel che fanno (facevano?) i marxisti ma anche Feyerabend (Contro il metodo, epistemologia anarchica citata con simpatia anche dal precedente pontefice).Se così allora la scienza è tutto tranne che "innocente".

    Nei libri scientifici c'è esattamente il contrario di quel che vedono gli occhi umani. Altrimenti non avremmo bisogno di libri scietifici. Io _vedo_ il sole muoversi. La scienza in linea di principio non dovrebbe poter prescindere dall'esperienza tuttavia questo riferimento è sempre più labile e meno significativo: non riesco nemmeno a immaginare come l'esperienza possa riferirsi al bosone. Occorre dilatare a tal punto il senso del termine esperienza (includendo sincrotrone e così via) da trasformarlo in altro. Quanto alla "semplicità" delle spiegazioni scientifiche... le teorie, che sono quelle che spiegano, sono oggi largamente al di là della comprensione anche di persone di alti livelli di istruzione.
    Nei fatti, oggi, in occidente, la scienza più che all'esperienza è collegata al potere: a partire dal denaro per gli investimenti sino alle attese di ricaduta tecnologica.


    Uno strano pensiero per un comunista! Non volermene Qwetry ma che ci sia una dimensione biologica comportamentale - una spinta primaria - è concetto più da reazionario che da progressista che sogna il superamento delle disuguaglianze. A me sembra proprio un giudizio "scientista"e un pensiero (o meglio: un pre-giudizio) basato sul senso comune. UN senso comune che, speriamo, sia completamente trasformabile.
     
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  9. qwetry

    qwetry

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    gli esperimenti sul bosone sono esperienza esattamente come è esperienza dedurre la gravitazione universale dalle mele che cadono, non c'è alcuna differenza, non c'è necessità di allargare il senso del termine esperienza; l'unica cosa che cambia è la complessità, per vedere la mela che cade serve il sistema ottico all'interno del nostro occhio, per "vedere" un bosone serve un sistema molto più complesso, ma la cui comprensione è comunque alla portata di qualunque essere umano, volontà di studiare permettendo.

    il potere, il denaro, è ciò che permette lo sviluppo della scienza, ma è così dall'ottocento, da quando la borghesia ha scoperto i profitti che si possono fare col progresso tecnologico, ma questo dipende da come è strutturata l'economia, non dalla scienza, non dagli scienziati.

    animale grosso mangia animale piccolo, animale grosso muore con la carestia, animale piccolo sopravvive alla carestia. competizione, dai microrganismi primordiali fino a oggi. una interessante analogia, se non addirittura una generalizzazione si potrebbe fare con gli astri, astro grande ingloba astro piccolo. ciò che permane, lo deve a congiunzioni, risultati di meccanismi causa-effetto che in un dato momento pongono il mondo in un dato stato. le leggi della natura regolano gli eventi, dal punto di vista umano tutto questo è il male, lo stato di natura. il capitalismo viene da tutto questo, è una forma regolarizzata della legge del più forte.
    se pensare questo vuol dire essere reazionario, allora sono reazionario, io constato questo come fatto scientifico, constato l'iniquità della natura, con le disuguaglianze come conseguenza, e formulo una visione razionalista ordinatrice del mondo.(dominatrice del mondo dice lord attilio).

    mi spingo oltre, credo ci sia un senso nell'esistenza, sono credente in un certo senso, e ritengo che la ragione sia lo strumento dato dal creatore per vincere il male insito nella natura, vincere le tenebre dell'ignoranza, del caos del principio. ma dicendo questo vado su altri campi. se c'è un senso, uno scopo, nell'esistenza, ritengo che questo sia cercare la conoscenza, la verità, e la scienza è l'unica attività che può portare indizi, basta pensare alle ricadute filosofiche della meccanica quantistica.
     
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